Giovedì, 09 Giugno 2016 08:45

Parma, migranti in arrivo: siglato protocollo per l'integrazione In evidenza

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Parma, migranti in arrivo: siglato protocollo per l'integrazione ph. Francesca Bocchia

Siglato ieri mattina in Prefettura un protocollo di intesa fra sindaci del Parmense, istituzioni e associazioni di volontariato per gestire l'emergenza dei richiedenti protezione che stanno arrivando in Emilia Romagna. Tutti concordi nel creare la più completa integrazione, soprattutto delle donne che corrono rischi maggiori. Il prefetto Morcone: 13000 minori non accompagnati sono una grande risorsa per il nostro Paese.

di Alexa Kuhne

Parma, 9 giugno 2016

Tutti concordi, Sindaci, Prefetto, Questore e Associazioni di volontariato, nella determinazione di creare le condizioni per una completa integrazione dei richiedenti asilo, dopo una prima accoglienza nei centri di smistamento dell'Emilia- Romagna.
Dopo che il Prefetto di Parma, Giuseppe Forlani, ha indicato i punti di una strategia per tessere una rete di solidarietà e aiuto concreto, i sindaci del territorio parmense hanno sottoscritto una Carta di Intesa per regolarizzare gli interventi contro la tratta e lo sfruttamento dei richiedenti protezione nel nostro Paese.
Era stato in precedenza il Prefetto Forlani a far pervenire agli enti locali della Provincia una comunicazione in cui veniva evidenziato che "il notevole incremento di sbarchi rende necessaria un'azione forte sull'organizzazione del sistema accoglienza che vede ora la presenza in questa provincia di circa 820 richiedenti asilo". La convocazione era, appunto, per ieri al fine di discutere dell'emergenza.

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Per il Prefetto l'arrivo di persone è una priorità assoluta: "Un dovere etico e giuridico di soccorso e protezione previsti dai trattati internazionali, dalla Costituzione e dalla legislazione".
La situazione, soprattutto dopo gli ultimi arrivi, per la richiesta di posti in Emilia e, di conseguenza, a Parma e in tutto il Parmense, si è fatta più pressante. Non solo per il numero crescente della massa migratoria, ma per l'arrivo di sempre più donne e bambini.
Le persone più a rischio sono, infatti, soprattutto loro e il pericolo che le donne possano diventare, appena arrivate in Italia, vittime di sfruttamento sessuale è molto facile.
Nell'Hub di Bologna si comincia un primo percorso 'ad hoc', poi i richiedenti assistenza vengono smistati nel territorio Parmense. Ed è qui che si intende sviluppare la sinergia di attività di Sindaci, Associazioni e Prefettura.
Dal momento dell assegnazione, i migranti vengono sistemati in diversi immobili messi a disposizioni dal pubblico e dal privato e aiutati da una ventina tra cooperative sociali, onlus e associazioni convenzionate: si va dal Ciac a comunità Betania, Associazione gruppo amici, Aurora Domus, Associazione Svoltare, fino alla Caritas, per citarne alcune.

La prima accoglienza è tutta a spese dello Stato, in questa fase gli enti locali non sono tenuti a contribuire economicamente.

Il welfare e la solidarietà di Parma hanno permesso di organizzare anche progetti innovativi come Tandem (studenti e immigrati sotto lo stesso tetto) e l'accoglienza in famiglia. In quest'ultimo caso sono 15 le persone sbarcate sulle nostre coste che dopo qualche mese si sono inserite in alcuni nuclei familiari che hanno aperto le porte delle loro case (in tutto 30 famiglie). Ed è su questi progetti che si intende insistere.

"I numeri possono sembrare piccoli ma sono simbolici perché rappresentano un gesto che significa integrazione e speranza" afferma l'assessore al Welfare Laura Rossi.

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Per lei il "sistema territoriale di prima accoglienza attraverso il volontariato dovrà mirare a creare anche del lavoro per le donne che arrivano negli hub". Perché è vero che le modalità dei flussi migratori sono cambiate. E sono proprio loro le prime vittime di sfruttatori senza scrupoli che le dotano immediatamente di numeri telefonici e le affiancano per renderle schiave della prostituzione.
Ci vuole, insomma, un'accoglienza specifica per donne vittime di tratta che sia, in primo luogo, più tempestiva possibile. Il percorso deve essere più che mai assistenziale, così come previsto dagli interventi in materia di protezione sociale, ex art. 18.
"Una volta ottenuto il permesso di soggiorno – spiega Rossi - i finanziamenti statali cessano ma queste persone restano sul territorio e spesso faticano a trovare un lavoro. E non tutti sono impiegabili in operazioni di volontariato. Ai Comuni servono certamente risorse aggiuntive. A Parma ad esempio stiamo facendo molta attenzione al problema della prostituzione che sfrutta le tratte dei migranti per portare in Italia e in Europa le nuove schiave".

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Il questore di Parma, Pier Riccardo Piovesana, sostiene che "la stesura del Protocollo è uno strumento per coadiuvare i compiti di polizia amministrativa e polizia giudiziaria contro il reato di tratta e sarà potenziata la rete di collaborazione tra istituzioni, volontariato ed enti locali, con la possibilità di intercettare le vittime di questo reato il prima possibile. Sarà importante avere un approccio corretto con le donne in difficoltà che devono avere piena fiducia e collaborare".
Il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati servirà a potenziare l'apparato di integrazione per creare una interfaccia con gli stranieri che raggiungono il suolo italiano.

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A chiusura dei lavori, il Prefetto Mario Morcone, dal 2014 Capo del Dipartimento per le Libertà Civili e l'Immigrazione presso il Ministero dell'Interno, ha sottolineato il ruolo dei sindaci che saranno sempre più protagonisti e ha ricordato che il nostro è un Paese 'vecchio': "13000 minori non accompagnati sono una grande opportunità per l'Italia, una risorsa alla quale si deve spianare la strada maestra per l' integrazione...".
Ecco perché ci sono state molte iniziative, tra le quali un protocollo con il Coni per i bambini e i ragazzi, grazie al quale sarà possibile creare un terreno fertile affinchè questi minori possano diventare cittadini perfettamente inseriti nel tessuto sociale...
"Abbiamo istituito un albo che si chiama White list dei progetti – ha spiegato Morcone - e diciamo stop ai bandi. Puntiamo sulla qualità dell'accoglienza. Perché il capitolo Mafia capitale sia chiuso. L'impegno sarà quello di monitorare ed espellere chi non rispetta i parametri comportamentali. Sta nascendo l'impresa sociale, attualmente in discussione al Senato. Questa Carta si ispira a una serie di principi che serviranno a garantire criteri ben definiti. I comportamenti dovranno essere omogenei e si 'professionalizzeranno' le attività di aiuto".

I DATI SULL'ACCOGLIENZA

Sono 830 i richiedenti asilo trasferiti nelle strutture di accoglienza di Parma e Provincia. Nella regione Emilia-Romagna ne sono arrivati, fino a ora, 6500. Sono il 12,7% ad essere ospitati nel Parmense rispetto all' 11,7% delle previsioni..
Dalla fine del 2015 da 650 sono diventati, dopo cinque mesi, 830. Nel 2014 erano 230.
Sono 25 i gestori di accoglienza, comprese le strutture come alberghi (nei Comuni di Salsomaggiore e Tabiano due paesi quattro albergatori hanno convertito le strutture in centri di accoglienza) e residenze di vario tipo.
Per l'emergenza è stato costituito un hub a Baganzola che consente una primissima accoglienza e, in seguito, lo smistamento sul territorio.
Degli 830 richiedenti asilo 465 sono stati ospitati nel Comune di Parma (oltre il 45%), seguono Salsomaggiore e Tabiano, con 177 accolti (21,2%). Molti i minori stranieri non accompagnati.
Nell'ultimo flusso c'erano 42 donne e 11 nuclei famigliari, gestiti secondo lo SPRAR, il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati costituito dalla rete degli enti locali italiani che – per la realizzazione di progetti di accoglienza integrata – accedono, nei limiti delle risorse disponibili, al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo.

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