Domenica, 24 Aprile 2016 12:05

Passata la paura, il premier gongola. In evidenza

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Renzi - contro tutti: 3 a 0. Vince la sfida del referendum e rifila un secco uno-due sulle mozioni di sfiducia. Adesso ha tempo per prepararsi alla sfida elettorale delle amministrative del prossimo 5 giugno.

di Lamberto Colla Parma, 24 aprile 2016. Un treno. Niente e nessuno potrà fermare il treno della speranza guidato da Matteo Renzi. Uscito "vittorioso" dal referendum sulle trivelle, che ha magistralmente "manipolato" giocandoselo sul piano politico, e poi uscendo, senza nemmeno stropicciarsi la camicia, dalle due mozioni di sfiducia respinte dal Senato della Repubblica.

In questi due delicatissimi passaggi "politici" è tornato a calcare la scena il Presidente emerito e senatore a vita Giorgio Napolitano, prima sostenendo le legittimità di astensione dal voto referendario, poi intervenendo, ancora in difesa della sua invenzione, nella discussione della mozione di sfiducia M5S. "In passato ci sono stati casi gravi di montature giornalistiche - interviene l'ex Capo dello Stato - contro persone che hanno ricevuto avvisi di garanzia e poi sono state scagionate, ma hanno pagato un prezzo altissimo dal punto di vista della vita privata", afferma ricordando il suo consigliere Loris D'Ambrosio. Deceduto d'infarto a soli 65 anni (26 luglio 2012), Loris D'Ambrosio era il collaboratore del Presidente della Repubblica e fu coinvolto, nientepopodimeno, nelle intercettazioni telefoniche con l'ex Ministro Nicola Mancino in riferimento all'inchiesta Stato - Mafia.

L'intervento di un pezzo da 90, come l'ex Presidente della Repubblica, ha avuto senz'altro nelle votazioni, fatto sta che Palazzo Madama ha respinto con 183 Si e 96 No la mozione proposta dal M5S e 180 a 93 quella proposta dal centro-destra.

"Ad ogni mozione di sfiducia il governo esce più rafforzato" è stato il primo commento di Renzi, che fa pendant con lo sfogo post referendario, quando a sottolineare la sua felicità e appropriandosi del gran numero degli astenuti, commentò con "La demagogia non paga".

Comunque sia, ha ragione il Premier.
La storia la scrivono i vincitori ed é indubbio che questo capitolo debba scriverlo Renzi.

E' quindi lecito che gongoli. Questa rinnovata fiducia e certificazione di solidità del Governo il Premier potrà spenderla in Europa, oggi fragile e divisa come mai, per riaccreditarsi e forse per fare breccia nell'abbraccio mortale tra Francia e Germania cercando di riportare equilibrio e buon senso sia sulla questione degli immigrati sia sulla questione della politica economica e finanziaria.

Un rinnovato consenso da fare pesare e per offrire sostegno a Mario Draghi sempre più messo sotto pressione dai falchi tedeschi, così ostinatamente interessati a introdurre elementi di garanzia sui Fondi Sovrani e testardamente orientati a perseverare sulla strada della austerity, il principale motivo del rallentamento della economia UE, Germania compresa.

Visto che, a quanto pare, tutto è fattibile per l'Harry Potter nostrano l'auspicio è che sul fronte interno riesca a portare a termine un programma serio e duraturo destinato alla ripresa economica e al lavoro.
Questi sì che sono due temi sentiti dagli italiani, "tutto il resto è noia".

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