Lunedi 12 ottobre andrà in scena il processo Monte dei Paschi di Siena, la più antica banca mondiale e terzo gruppo bancario nazionale, all'epoca dei fatti riscontrati dalla magistratura. Un buco da 17 miliardi (3 miliardi più della Parmalat e quasi 4 in più di Enron) avvolto da misteri e coperto da silenzi a tutti i livelli con l'ausilio straordinario del Segreto di Stato.
di Lamberto Colla - Parma, 11 ottobre 2015 - Tutti a seguire e a inseguire le ridicole avventure dell'ex Sindaco Marino (forse, ha venti giorni per ripensarci come scrive lui stesso nella lettera ai Romani) le sue infantili bugie e i penosi tentativi di giustificare i suoi rimborsi spese. La fascia tricolore indossata negli USA al seguito del Papa sembrava anch'essa vergognarsi di essere mostrata in pubblico.
In fondo cosa sono 22.000 euro spesi per una trasvolata atlantica di tre giorni del Sindaco della Città Eterna in confronto ai 17 miliardi che si sono volatilizzati dalle casse senesi.
Questione di principio, risponderebbe qualche benpensante, dalla ferrea morale e immune da errori di cui questa nostra amata Penisola è popolata.
Già, così mentre tutti i riflettori sono accesi sul "marinato" di turno, le porcate passano e filano via indisturbate.
Nuovi personaggi in "Profumo" di santità emergono per sostituire i corrotti dell'ultimo scandalo e intanto si preparano i nuovi puliti che prenderanno il posto dei prossimi corrotti.
E così via senza soluzioni di continuità.
Lunedi 12 ottobre inizierà il processo MPS e ancora nessuno ne parla, tranne il Movimento Consumatori.
"In pochi giorni, il numero verde 800 168 636 dedicato agli azionisti Mps - scrive il Movimento dei Consumatori - ha superato i 1000 contatti
Il prossimo 12 ottobre è fissata l'udienza preliminare per il caso Mps. Entro questa data, gli azionisti sono legittimati a costituirsi parte civile e a richiedere il risarcimento dei danni subiti in conseguenza dei reati contestati, prima dalla procura della Repubblica di Siena e ora da quella di Milano.
La procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio degli ex vertici Mps (Giuseppe Mussari, Antonio Vigni e Gianluca Baldassarri) e di NOMURA International PLC (Sayeed Sadeq e Raffaele Ricci) per i reati di false comunicazioni sociali e di manipolazione del mercato, con l'aggravante del nocumento del pubblico risparmio per la rappresentazione infedele della situazione patrimoniale di Mps, conseguente ad una serie di complesse operazioni di finanza strutturata.
Si tratta di reati gravissimi che hanno duramente danneggiato una tra le più antiche banche del mondo e decine di migliaia di azionisti che hanno creduto nell'operato di top manager risultati inaffidabili. Per questa ragioni, Movimento Consumatori ha lanciato una campagna nazionale diretta ad agevolare la costituzione di parte civile degli azionisti."
I Misteri MPS.
Dal "suicidio" di David Rossi, responsabile della comunicazione e amico del Presidente Mussari, che tanto ricorda la macabra messa in scena del suicidio di Roberto Calvi (era soprannominato il Banchiere di Dio) trovato impiccato 33 anni fa sotto il ponte londinese dei Frati Neri, al Segreto di Stato apposto ai documenti, alle coperture offerte da Profumo, che prese il posto di Mussari alla guida di MPS, a sua volta promosso al vertice dell'ABI (Associazione Bancaria Italiana) e per finire ai silenzi del PD ma anche del PDL.
Troppi misteri in un solo caso. Un caso che vede coinvolta ancora una volta una banca che potrebbe essere stata lo strumento di interessi politici di una parte o di corporazioni trasversali che all'ombra di una ridente quanto provinciale cittadina toscana, sviluppava affari per conto di "qualcuno" in disprezzo degli interessi dei suoi incolpevoli azionisti e risparmiatori.
Un caso che non meriterebbe questo silenzio anzi dovrebbe diventare "il caso per eccellenza" contro il sistema bancario. Quello che dovrebbe spalancare le porte della rottamazione dei burattinai della vecchia e della nuova politica. Gli intoccabili, coloro che possono prendersi il lusso di non comparire davanti ai giudici perché impegnati in una qualche riunione. Lusso che non fu concesso nemmeno a Berlusconi Premier, inseguito da braccio violento della magistratura in ogni summit internazionale coprendo di ridicolo l'intera nazione.
Il tempo della vera giustizia è ancora lontano e per noi cattolici possiamo solo confidare che, almeno davanti a Dio, i colpevoli avranno quello che meritano.
Diverso il trattamento riservato al caso Parmalat dove alla fine si trovò un capro espiatorio e Callisto Tanzi fu mandato a marcire in galera mentre i banchieri, tanto vicini all'ex patron della multinazionale del latte, continuarono a scalare i vertici del mondo finanziario, quegli stessi che "consigliarono" di acquistare "a buon mercato" la Cirio di Cragnotti, di ristrutturarla per bene e che esultarono alla quotazione a New York, grazie a falsi documenti confezionati con la sola fotocopiatrice dell'ufficio senza nemmeno il contributo di photoshop. Ovviamente nessuno si accorse di nulla, nemmeno dei miliardi (inesistenti) di liquidi disponibili su conti paradisiaci e diligentemente ascritti a bilancio a copertura delle perdite. Da una parte uscivano lire e euro veri mentre dall'atra parte del mondo entravano numeri fittizi, e il gioco era fatto.
"La società - scrive il Sole 24 ore del 6 maggio scorso - era in stato di dissesto già nel 1990, al momento della quotazione in Borsa, ed è stata tenuta in vita per anni dalle banche pubbliche grazie alle coperture accordate a Tanzi da vasti settori della politica, a cominciare dalla sinistra Dc. Uomo di collegamento tra Tanzi e i partiti è stato Sergio Piccini, un ex sindacalista della Cisl scomparso nell'aprile 2000 per un incidente d'auto, che ha intavolato buone relazioni anche con gli alti gradi della Guardia di Finanza.
Poi, nella seconda metà degli anni 90, sono entrate in azione le grandi banche d'affari, che hanno spinto Parmalat verso le acquisizioni internazionali e hanno cominciato a montare le operazioni di finanza strutturata: finanziamenti a tassi elevati mascherati da aumenti di capitale, in modo da occultare al mercato le reali condizioni finanziarie del gruppo. Operazioni che, tra interessi e commissioni, hanno fruttato miliardi di euro alle merchant bank."
Staremo a vedere se, da domani, i media nazionali seguiranno il processo con la passione giornalistica dimostrata per la Parmalat e per Marino o per il funerale di Casamonica o per il processo che vede coinvolto Bossetti nell'omicidio della povera Yara dove sono riusciti a trovare rilevanza anche le scappatelle della bella moglie, avvenute peraltro dopo l'arresto del marito, fregandosene per bene dei figli della coppia.
Il segreto di Stato farà la sua comparsa più e più volte e i cittadini pagheranno per tutti, come è sempre stato.