Il tempo delle lamentele per il ridotto guadagno è finito. Con la moria di almeno 1000 imprese al giorno, la disoccupazione in crescita e i consumi in picchiata, sono tutti alla ricerca di soluzioni da proporre al Governo per scongiurare l'ennesimo aumento dell'aliquota iva.
Almeno per una volta tutto il sistema di rappresentanza delle imprese converge sulla convinzione che una ulteriore "spremitura" del consumatore sarebbe deleterio per la filiera produzione - distribuzione - consumo.
L'aumento dell'IVA al 22% - inevitabile -
Il Governo, a quanto pare, non può non tassare. I ministri dell'economia Fabrizio Saccomanni e dello Sviluppo Flavio Zanonato non riescono a fare finta di niente e un giorno dicono che cercano di "scongiurare" l'aumento dell'aliquota e il giorno dopo che se non si trovano le "coperture" l'aumento è inevitabile. Un gioco di parole che fa andare in fibrillazione tutti, da destra a sinistra, organizzazioni di categoria comprese.
Tutti contro tutti
Non sono serviti a nulla i sonori fischi indirizzati al Ministro Zanonato al recente congresso di Confcommercio. I dicasteri interessati proseguomo la loro campagna di preparazione alla prossima stangata. E così tutti, in ordine sparso, a cercare soluzioni da proporre al Governo. La fantasia però non è , a quanto pare, propria degli uomini di governo. E così siamo allo scontro finale, tutti contro tutti.
Le associazioni degli ambulanti contro gli hobbisti, le Organizzazioni di categoria del commercio contro le sagre di paese e le feste di partito. Tutti a indicare e promuovere ferree regolamentazioni e tassazioni a quella o quell'altra categoria allo scopo di rastrellare i 5 miliardi utili a scongiurare l'ultimo, in ordine di tempo, balzello fiscale.
Ma che fantasia! Togliere una tassa introducendone un'altra. Certo cambia , si fa per dire, il destinatario ma alla fine è sempre il solito soggetto a pagare: le classi medio basse. Gli stessi che magari, chiusa la bottega di sabato sera, alla domenica vorrebbero andare a fare una bella scampagnata a gustare la cipolla o l'asparago o il fungo tipico.
Le tasse di scopo, un "peccato" non solo italiano
Hollande, non volendo essere da meno del suo collega italiano, ha inventato la tassa sugli smartphone per "finanziare" la cultura, mentre il suo predecessore aveva proposto, la tassa sulle bibite dolcificate come crociata contro l'obesità che, tra l'altro, non aveva nemmeno convinto i nutrizionisti. transalpini Insomma, mascherate da scopi nobili, sempre tasse rimangono e per sempre. Eclatante il caso delle accise sulla benzina italiana. Da quelle per sostenere la guerra in Abissinia del 1935 o la crisi di Suez del 1956, ma anche le più recenti missioni in Bosnia, il contratto dei Ferrotranvieri e le ricostruzioni post terremoto d'Emilia.Tutte, più o meno a secondo dei punti di vista, nobili cause ma, a quanto pare, ancora in carico al popolo italico.
in Conclusione...
La politica non programma più da troppo tempo. La UE con i suoi tecnocrati complici dei ministri tecnici la fa da padrona e il risultato è sotto agli occhi di tutti. La risposta a ogni problema è solo una nuova tassa. Se proprio proprio ci fosse da tagliare all'interno dello "stato" allora si comincia dall'informazione, come ha ben insegnato la Grecia.
Che sia la Ue a volerlo, o che sia un Ministro "tecnico" o un Ministro dell'"emergenza", fatto sta che sono sempre e solo le tasse l'unico strumento conosciuto.
Adesso ci si mettono pure le organizzazioni di categoria a richiedere le tasse ... per gli altri ovviamente.