The Verdi Ballets: omaggio della giovane danza ai ballabili dalle Opere di Verdi al Teatro Verdi di Busseto, domenica 24 gennaio ore 17.30 e ore 20.30. Il gala vedrà sul palco la presenza di due danzatori ospiti: Rebeca Zucchegni e Davide Vagnetti. Regia Arturo Cannistrà, Fondazione Nazionale Danza. Il secondo spettacolo dal titolo "Vittime del silenzio" sarà il 13 marzo. -
Parma, 23 gennaio 2016
E' divenuto ormai un appuntamento consueto quello realizzato da Parma OperArt in collaborazione con la Fnasd, e per la regia di Arturo Cannistrà della Fondazione Nazionale Danza, per quanto riguarda la danza nel cartellone teatrale del Teatro Verdi di Busseto.
Il primo spettacolo della giovane danza – le scuole di danza del territorio nazionale – è un omaggio al Maestro Verdi con "The Verdi ballets" domenica 24 gennaio con due spettacoli: pomeridiano alle 17.30 e serale alle 20.30.
Il secondo spettacolo dal titolo "Vittime del silenzio" sarà il 13 marzo 2016.
Le coreografie del 24 gennaio sono ispirate ai ballabili dalle opere del Maestro Verdi che, non solo è nel cuore di tutti i melomani, ma è anche presente nella vita dei danzatori italiani. La musica di Verdi ha fornito un contributo essenziale al balletto, il Cigno di Busseto è riuscito a dimostrare il proprio estro e versatilità, amalgamando all'interno del contesto operistico anche la danza. I ballabili Verdiani risalgono al periodo parigino, poiché all'Opéra di Parigi venivano espressamente richieste opere che contenessero al suo interno almeno un balletto o comunque delle parti danzate. Capita così che Verdi debba metter mano allo spartito ed inserire appositamente la danza nelle primière parigine. Ciò ha fatto in modo che siano giunti a noi questi "capolavori della danza".
Oltre ad "Otello", "Aida", "Vespri siciliani", il programma del 24 gennaio prevede anche altri brani Verdiani che ben si prestano alla danza sebbene non rientrino proprio tra i "ballabili" Verdiani, i coreografi delle varie scuole del Veneto, Umbria, Lazio, Emilia-Romagna, Calabria e Repubblica di San Marino, hanno fatto un pregevole lavoro.
Il gala vedrà sul palco la presenza di due danzatori ospiti: nello spettacolo del pomeriggio Rebeca Zucchegni, di Rieti, giovane talento di soli 15 anni, ma già astro nascente della danza internazionale, e allo spettacolo serale Davide Vagnetti, danzatore dalla presenza scenica di indubbio magnetismo.
Durante lo spettacolo verrà assegnato, come di consueto, un riconoscimento ad una grande personalità della danza: il 24 gennaio tale riconoscimento alla carriera verrà assegnato a Gino Labate, Maestro, Coreografo e Direttore di grandi eventi di danza.
Per informazioni e biglietteria: IAT di Busseto, 0524 92487, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. , www.bussetolive.com
(Fonte: ufficio stampa Parma Operart)
The Verdi Ballets: omaggio della giovane danza ai ballabili dalle Opere di Verdi al Teatro Verdi di Busseto domenica 24 gennaio, ore 17.30 e ore 20.30. Danzatori ospiti: Rebeca Zucchegni e Davide Vagnetti. Regia Arturo Cannistrà, Fondazione Nazionale Danza. Il secondo spettacolo dal titolo "Vittime del silenzio" sarà il 13 marzo. -
Parma, 21 gennaio 2016
E' divenuto ormai un appuntamento consueto quello realizzato da Parma OperArt in collaborazione con la Fnasd, e per la regia di Arturo Cannistrà della Fondazione Nazionale Danza, per quanto riguarda la danza nel cartellone teatrale del Teatro Verdi di Busseto.
Il primo spettacolo della giovane danza – le scuole di danza del territorio nazionale – è un omaggio al Maestro Verdi con "The Verdi ballets" domenica 24 gennaio con due spettacoli: pomeridiano alle 17.30 e serale alle 20.30.
Il secondo spettacolo dal titolo "Vittime del silenzio" sarà il 13 marzo 2016.
Le coreografie del 24 gennaio sono ispirate ai ballabili dalle opere del Maestro Verdi che, non solo è nel cuore di tutti i melomani, ma è anche presente nella vita dei danzatori italiani. La musica di Verdi ha fornito un contributo essenziale al balletto, il Cigno di Busseto è riuscito a dimostrare il proprio estro e versatilità, amalgamando all'interno del contesto operistico anche la danza. I ballabili Verdiani risalgono al periodo parigino, poiché all'Opéra di Parigi venivano espressamente richieste opere che contenessero al suo interno almeno un balletto o comunque delle parti danzate. Capita così che Verdi debba metter mano allo spartito ed inserire appositamente la danza nelle primière parigine. Ciò ha fatto in modo che siano giunti a noi questi "capolavori della danza".
Oltre ad "Otello", "Aida", "Vespri siciliani", il programma del 24 gennaio prevede anche altri brani Verdiani che ben si prestano alla danza sebbene non rientrino proprio tra i "ballabili" Verdiani, i coreografi delle varie scuole del Veneto, Umbria, Lazio, Emilia-Romagna, Calabria e Repubblica di San Marino, hanno fatto un pregevole lavoro.
Il gala vedrà sul palco la presenza di due danzatori ospiti: nello spettacolo del pomeriggio Rebeca Zucchegni, di Rieti, giovane talento di soli 15 anni, ma già astro nascente della danza internazionale, e allo spettacolo serale Davide Vagnetti, danzatore dalla presenza scenica di indubbio magnetismo.
Durante lo spettacolo verrà assegnato, come di consueto, un riconoscimento ad una grande personalità della danza: il 24 gennaio tale riconoscimento alla carriera verrà assegnato a Gino Labate, Maestro, Coreografo e Direttore di grandi eventi di danza.
Per informazioni e biglietteria: IAT di Busseto, 0524 92487, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. , www.bussetolive.com
(Fonte: ufficio stampa Parma Operart)
Una versione rinnovata del classicissimo balletto che tutti ricordiamo. Le coreografie di Lev Ivanov magistralmente eseguite dal Balletto russo di San Pietroburgo. La Compagnia ha calcato i palchi di piú di 20 Paesi nel mondo con il suo stile unico e i virtuosismi dei suoi interpreti. -
- di Pietro Razzini -
Parma, 19 gennaio 2016
Rivivere per una notte la magia dell'atmosfera natalizia e immergersi in un sogno senza tempo è stato il dono che, all'inizio del nuovo anno, il prestigioso Balletto russo di San Pietroburgo ha offerto al pubblico del Teatro degli Arcimboldi di Milano. Come? Grazie alla messa in scena de "Lo Schiaccianoci Acrobatico", il 15 e il 16 gennaio nella realtà lombarda.
LA NUOVA PROPOSTA Le musiche immortali di Tchaikovsky hanno accompagnato una versione rinnovata del classicissimo balletto che tutti ricordiamo come una bella favola che incanta fin da bambini. La compagnia russa si è dimostrata al passo con i tempi, utilizzando la tecnologia e la commistione artistica per aggiornare e rendere ancora più memorabile l'opera. Durante lo spettacolo, giochi di luci, trucchi di magia, salti vertiginosi e acrobazie spettacolari creano una miscela riuscitissima con le raffinate variazioni e i passi a due del balletto classico.
LA SCENA Lo spettatore non può che rimanere estasiato da ogni cambio di scena: si passa da un magnifico salone delle feste ricco di colori, alla dimensione onirica riprodotta con elementi visivi suggestivi, capaci di aprire scenari sempre più curiosi e misteriosi come boschi innevati (in cui danzano fiocchi di neve) e la Montagna dei Dolciumi. Gli splendidi abiti e le scenografie si fondono gli uni con gli altri creando quadri in movimento che affascinano e appagano gli occhi. Le musiche composte per la prima volta tra il 1891 e il 1892 dal grande maestro russo Piotr Ilych Tchaikovsky completano un racconto magico perfetto.
LA COMPAGNIA Le coreografie di Lev Ivanov sono magistralmente eseguite dai ballerini e acrobati del Balletto russo di San Pietroburgo: una nuova generazione di giovani talentuosi che attinge alle tradizioni del balletto russo e cresce artisticamente alla famosa Accademia Vogánova. La Compagnia ha calcato i palchi di piú di 20 Paesi nel mondo con il suo stile unico e i virtuosismi dei suoi interpreti, elogiati dalle critiche dagli Stati Uniti agli Emirati Arabi; dalla Russia ai Paesi Bassi. La creatività e l'intensità dello spettacolo riescono a trascinare gli spettatori in un mondo incantato per più di due ore, ma certamente immagini e suoni rimarranno ben più a lungo tra i loro ricordi piú significativi.
La compagnia toscana Zaches Teatro porta il suo pluripremiato "Pinocchio" al Teatro del Cerchio di Parma: la storia del burattino che vuole diventare umano recitata da...umani diventati burattini. Appuntamento sabato 16 gennaio alle ore 21 e domenica 17 gennaio alle ore 17 al teatro di via Pini. -
di Cristina Pedretti
Parma, 15 gennaio 2016
È nel polveroso angolo d'un teatro di burattini dismesso che prende vita l'incanto di "Pinocchio – storia di un burattino e della fata che gli cambiò la vita", lo spettacolo della compagnia Zaches Teatro che andrà in scena a Teatro del Cerchio sabato 16 gennaio alle ore 21 e domenica 17 alle ore 17. Uno spettacolo già apprezzato e premiato (finalista al premio nazionale "In Box" 2015) che la compagnia toscana degli Zaches sta portando in giro per l'Italia dal 2014, attirando l'attenzione d'un vasto pubblico. Un'opera liberamente ispirata al Pinocchio di Collodi, che del testo originale mantiene le atmosfere cupe, la sensazione di straniamento e di meraviglia, l'inquietante forza dei personaggi. E sulla scena, con un sorprendente ribaltamento di ruoli, sono gli attori in carne ed ossa a trasformarsi in burattini, compiendo il percorso inverso a quella "incarnazione" tanto agognata da Pinocchio: tutti sul palco, dalla Fata turchina, a Mangiafuoco e al Gatto e alla Volpe, diventano burattini, e questa scelta drammaturgica esalta le capacità degli attori del Teatro Zaches, da sempre attenti a miscelare diversi linguaggi espressivi, come il teatro di figura, l'uso delle maschere e lo studio dei movimenti plastici abbinati alla musica elettronica. Lo spettacolo è dedicato a Nikolaj Karpov, l'attore e teorico teatrale russo (scomparso nel 2014) che fu un maestro del movimento scenico ed insegnò quest'arte a generazioni di attori. La regia e la drammaturgia sono di Luana Gramegna, gli interpreti sono Alice Conti, Gianluca Gabriele e Giulia Viana, mentre le musiche originali sono di Stefano Ciardi. Lo spettacolo è adatto a un pubblico di tutte le età. Per informazioni e prenotazioni: 331 8978682 e www.teatrodelcerchio.it
Lo spettacolo teatrale ideato nel centenario del Dadaismo e ispirato a Spoerri va in scena il 20 e il 21 gennaio alle 21 alla Galleria civica di Modena a Palazzo Santa Margherita. Ingresso gratuito, con prenotazione. Protagonisti artisti, attori e danzatori impegnati in un lavoro incentrato sui temi classici del Dadaismo. -
Modena, 9 gennaio 2016
Sono aperte le prenotazioni per assistere allo spettacolo teatrale "Da Dada a Dada", che sarà rappresentato mercoledì 20 e giovedì 21 gennaio alle 21 alla Galleria civica di Modena a Palazzo Santa Margherita, in corso Canalgrande 103.
L'ingresso allo spettacolo, che rientra nell'ambito della mostra "Daniel Spoerri. Eat Art in Trasformation" è gratuito fino a esaurimento posti. Per informazioni e prenotazioni ci si può rivolgere al bookshop di Palazzo Santa Margherita in orario di mostra (dal mercoledì al venerdì dalle 10.30 alle 13 e dalle 15 alle 18, sabato, domenica e festivi dalle 10.30 alle 19) e negli stessi orari si può telefonare allo 059 2032919. Possibile anche la prenotazione via email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
"Da Dada a Dada", di cui una anticipazione parziale è stata presentata al Padiglione Svizzero di Expo 2015 a Milano, andrà in scena in anteprima assoluta in sala grande, dove è allestita la mostra di Daniel Spoerri. Lo spettacolo - ideazione e regia di Franco Brambilla, produzione Statale9teatro e Fondazione Mudima Milano, organizzazione Fadia Bassmaji - è ispirato all'opera dell'artista svizzero e ai testi teatrali "Il cuore a gas" (1921) di Tristan Tzara, uno dei più significativi dell'esperienza dadaista, e "Il desiderio preso per la coda" di Pablo Picasso, scritto durante gli anni dell'occupazione nazista di Parigi.
L'azione scenica sperimenta linguaggi e mette in discussione conformismo, luoghi comuni, certezze. Protagonisti artisti, attori e danzatori sono impegnati in un lavoro incentrato sui temi classici del Dadaismo: imballaggio, collage, happening, movimento del corpo, danza. In scena le attrici e gli attori Silvia Scotti, Fabio Brusadin, Barbara Nicoli, insieme con la danzatrice Sandhya Nagaraja. L'assistente è Alessandra Pavoni, la scenografa Giuliana Davolio, la sarta Nuvia Valestri.
Suoni, parole, musiche per uno spaccato del mondo dell'arte che prende vita dagli esiti del lavoro di un artista come Spoerri, nato danzatore e coreografo, che nel 1954 ha messo in scena a sua volta entrambi i testi.
Lo spettacolo, che sarà successivamente rappresentato alla Fondazione Mudima di Milano, si inserisce nelle celebrazioni per il centenario del Dadaismo la cui data di nascita si fa risalire al 5 febbraio 1916 quando inaugurò a Zurigo, città di adozione di Spoerri, il "Cabaret Voltaire"
La mostra "Daniel Spoerri. Eat Art in transformation", è a cura di Antonio d'Avossa e Nicoletta Ossanna Cavadini. Allestita fino al 31 gennaio a Palazzo Santa Margherita e alla Palazzina dei Giardini Ducali, è stata realizzata e coprodotta dalla Galleria civica di Modena e dalla Fondazione Cassa di risparmio di Modena con il m.a.x. museo di Chiasso (Svizzera).
In entrambe le sedi espositive è visitabile gratuitamente dal mercoledì al venerdì dalle 10.30 alle 13 e dalle 15 alle 18, sabato, domenica e festivi dalle 10.30 alle 19. ( www.galleriacivicadimodena.it ).
(Fonte: Comune di Modena)
Conflitti di classe e differenze tra uomo e donna, pulsioni animali e sete di potere, onore e desiderio: la tragedia naturalistica di August Strindberg "Mademoiselle Julie", per la regia di Walter Le Moli, va in scena a Teatro Due dal 7 al 13 gennaio. -
Parma, 8 gennaio 2016 - di Cristina Pedretti -
Nel 1888 August Strindberg, poliedrico artista e letterato, poeta, pittore e alchimista nato a Stoccolma nel 1849, scrisse quella che lui stesso definì come la prima tragedia naturalistica del teatro svedese: "La signorina Giulia" (Fröken Julie). Influenzato dal naturalismo di Emile Zola e dalle opere di Ibsen, Strindberg indagò, in questo dramma di un atto unico, le complesse reazioni della psiche e dei sentimenti davanti alle differenze: di classe, di genere, di morale. Appartenente alla nobiltà, la venticinquenne Julie si lascia trascinare dalle sue intime pulsioni e arriva a sedurre, nonostante l'evidente sconvenienza del gesto, l'umile servo Jean. Consapevole della propria inferiorità, Jean si trova a sua volta a vivere il conflitto tra il desiderio sessuale e la paura delle convenzioni sociali, perfettamente rispettate invece da Kristin, la cuoca di casa, che tenta di riportarlo alla ragione. In una spirale di attrazione, angoscia e violenze fisiche e psicologiche, vengono alla luce le sfaccettature dell'animo umano e l'incolmabile distanza tra i due sessi, oltre che tra le classi sociali. Strindberg, figlio di una cameriera e marito di una baronessa (Siri von Essen, che fu la prima ad interpretare Julie sul palco), inserì nel dramma quei tormenti che viveva nella vita privata e che all'epoca erano temi scottanti per la collettività. Un contrasto che portava inevitabilmente, sia nell'opera teatrale che nella realtà, a dolorose conseguenze. La produzione di Fondazione Teatro Due "Mademoiselle Julie", regia di Walter Le Moli, vede in scena Sara Putignano, Raffaele Esposito e Ilaria Falini e sarà rappresentata a Teatro Due il 7, 8, 9, 12 e 13 gennaio alle ore 21, e il 10 gennaio alle 16. Per informazioni e prenotazioni: www.teatrodue.org
Uno spettacolo per grandi e piccini: in scena la magia musicale di Rapunzel. Lorella Cuccarini torna protagonista di una favola musicale apprezzata da tutta la famiglia, indossando i panni di Madre Gothel. Per la prima volta i personaggi si trasformano da disegni animati in video a figure reali su palco, in un curioso scambio tra realtà e cartoon. -
- di Pietro Razzini -
Parma, 26 dicembre 2015 -
Dal 18 dicembre al 10 gennaio la magia di Rapunzel sarà in scena al Teatro degli Arcimboldi a Milano. Lorella Cuccarini torna protagonista di una favola musicale apprezzata da tutta la famiglia, indossando i panni di Madre Gothel. Alessandra Ferrari, Giulio Corso, Alessandra Ruina, Martina Gabrielli e Mattia Inverni sono solo alcuni degli altri attori che trasformeranno il palco in un mondo fatato, seguendo le partiture di Alessandro Procacci, Davide Magnabosco e Paolo Barillari. Il regista Maurizio Colombi, infine, è riuscito a ridare attualità alla fiaba attraverso la riscrittura del testo e l'inserimento di idee originali.
CAST
Oltre ai già citati personaggi è utile segnalare che il cast è composto da diciotto performer. Ballerini, acrobati, cantanti e attori si alternano sul palco in un impianto scenico che mostra oltre quindici quadri in continuo movimento. Questa è solo una delle grandi sorprese proposte dal musical: per la prima volta, infatti, i personaggi si trasformano da disegni animati in video a figure reali su palco, in un curioso scambio tra realtà e cartoon. Una sorta di double-fiction mai realizzata precedentemente in teatro. Da notare, infine, il grande impatto visivo delle scenografie: nate dal progetto di Alessandro Chiti, rappresentano una rilettura in chiave moderna dei luoghi e delle ambientazioni della favola classica.
LA STORIA
Il musical si sviluppa intorno al confronto tra Rapunzel, l'eroina positiva alla ricerca della sua vera identità, e l'eroina negativa, egoista e presa da se stessa, Madre Gothel. L'eterna lotta tra il bene e il male, tra la brama della vanità delle cose fatue e il gusto per le cose semplici, va in scena al Teatro degli Arcimboldi. In questo contesto Maurizio Colombi, vero e proprio maestro di questo genere di spettacoli, architetta tutta una serie di primizie capaci di ingolosire il pubblico: le lanterne che vengono fatte volare sugli spettatori, per esempio. Oppure la magia dei capelli di Rapunzel (illuminati da un miriade di piccole luci) che, grazie alla loro lunghezza di ben otto metri, consentiranno alla principessa perduta di far salire e scendere dalla torre Madre Gothel.
TOUR
Rapunzel, dopo le giornate milanesi, raggiungerà anche l'Emilia Romagna: il Teatro Europa Auditorium di Bologna sarà lieto di ospitare il musical a partire dal 21 gennaio. Prima, il gruppo di lavoro si trasferirà a Genova (14 gennaio). A seguire, invece, ci saranno le tappe di Firenze (4 febbraio), Torino (11 febbraio), Napoli (26 febbraio), Bari (1 aprile) e Roma (6 aprile).
A 40 anni dalla scomparsa di Pier Paolo Pasolini, arriva a Teatro Due "Il Vantone", graffiante commedia sociale (traduzione in dialetto romanesco dal latino "Miles Gloriosus" di Plauto) con l'attore e grande amico di Pasolini, Ninetto Davoli. Spettacolo in scena venerdì 18 e sabato 19 dicembre alle ore 21. -
Parma, 18 dicembre 2015
- di Cristina Pedretti -
Nel 1963 Pier Paolo Pasolini, su richiesta di Vittorio Gassman, si dedicò alla traduzione della commedia del III secolo a.C. "Miles Gloriosus" del commediografo latino Plauto: ne scaturì un testo in versi settenari a rima baciata in dialetto romanesco, intitolato "Il Vantone". Oggi, a quarant'anni dalla tragica scomparsa di Pasolini, "Il Vantone" va in scena sul palco del Teatro Due; a interpretarlo, l'attore feticcio e grande amico personale di Pasolini, Ninetto Davoli, insieme ad Edoardo Siravo, per la regia di Federico Vigorito.
Classe 1948, Giovanni detto Ninetto Davoli esordì come attore proprio scelto da Pier Paolo Pasolini che nel 1964 lo volle per una comparsata nel film "Il Vangelo secondo Matteo", per affidargli poi il ruolo di coprotagonista del grande Totò nel film "Uccellacci e uccellini" del 1966. La collaborazione tra i due proseguì ("Edipo Re", "Teorema", "Il Decameron", "I racconti di Canterbury", "Il fiore delle mille e una notte") e cementò il loro rapporto di amicizia. Nella giornata di oggi, venerdì 18 dicembre alle ore 18 Ninetto Davoli incontrerà il pubblico negli spazi del Teatro Due, e sarà poi in scena ne "Il Vantone", sia venerdì 18 che sabato 19 dicembre, alle ore 21. Sul palco con lui anche Edoardo Siravo, Gaetano Aronica, Paolo Gattini, Marco Paoli, Silvia Siravo, Enrica Costantini e Valerio Camelin. Per informazioni: www.teatrodue.org
Venerdì 18 e sabato 19 dicembre "La peste" di Albert Camus torna al Teatro del Cerchio: l'originale spettacolo per un solo spettatore alla volta, replicato ogni anno da ormai 15 anni, continua ad appassionare e incuriosire il pubblico, che entra in diretto e personale contatto coi personaggi dell'opera. Un'occasione da non perdere per vivere intensamente l'esperienza teatrale. -
Parma, 16 dicembre 2015
- di Cristina Pedretti -
Fu subito un grande successo letterario il romanzo "La peste", scritto dal francese Albert Camus nel 1947: l'autore, vincitore del Premio Nobel per la letteratura nel 1957, è considerato uno dei padri dell'esistenzialismo, perché visse ed indagò i profondi tormenti esistenziali dell'uomo e della società nel difficile momento storico a cavallo delle due guerre mondiali. Tema cruciale della poetica di Camus è l'assurdità della vita: davanti a tanti destini inspiegabilmente crudeli, l'essere umano può reagire in modi diversi. Questo accade anche ne "La peste": un piccolo paese è colpito da un contagio mortale e viene bloccato e isolato dall'esterno con un cordone sanitario; gli abitanti, costretti a restare sul posto, affrontano come possono la situazione. C'è chi si rinchiude in casa terrorizzato, chi si dà a una ricerca egoistica del proprio piacere, chi si prodiga per aiutare i malati e cercare una cura. Ed è proprio la solidarietà, secondo Camus, l'unica arma con cui l'essere umano può affrontare l'assurdità della vita e reagire davanti alle sofferenze: perché se è vero che il dolore è inevitabile, è anche vero che nella condivisione lo si può lenire. Da questa intensa opera letteraria è tratto lo spettacolo teatrale "La peste" che andrà in scena al Teatro del Cerchio venerdì 18 e sabato 19 dicembre: uno spettacolo molto particolare e coinvolgente, pensato per un solo spettatore alla volta, che si troverà a diretto contatto con i personaggi in scena, in undici stanze diverse.
Come afferma il regista Mario Mascitelli: "Replichiamo "La peste" ogni anno, ormai da quindici anni, perché è uno spettacolo amatissimo dal pubblico e registriamo sempre il tutto esaurito. La prenotazione è obbligatoria perché formiamo gruppi di 10 spettatori e facciamo entrare uno spettatore ogni 3 minuti. In questo modo riusciamo a ripetere lo spettacolo, della durata di 33 minuti, in più turni". Venerdì 18 si inizia alle 19.30, mentre sabato 19 il primo turno è alle 15.30, con la possibilità di partecipare fino al turno delle 21.30. Sul palco, oltre al regista e attore Mascitelli, anche gli attori Gabriella Carrozza, Mario Aroldi, Martina Vissani, Licia Caroselli, Damiano Camarda, Pier Federici, Stefania Maceri, Andrea Faccioli, Simone Baroni, Sharon Tomberli, Martina Manzini, Silvia Nisci, Anna Lisa Cornelli, Antonella Prencipe, Giuseppe Piccione, Chiara Casoli e Dalila Reas. Prenotazione (obbligatoria) al 331 8978682. Per informazioni: www.teatrodelcerchio.it
L''incontro con Alessandro Bergonzoni, venerdì 4 dicembre al Teatro Due di Parma. Il comico, attore e scrittore bolognese, a teatro con lo spettacolo "Nessi", racconta la ricerca che sta alla base delle sue creazioni e i messaggi profondamente umani o meglio, "sovrumani", che l'artista infonde nelle sue opere. -
Parma, 9 dicembre 2015 - di Cristina Pedretti -
"Prima della Costituzione, del codice della strada, del galateo... ci sono norme che riguardano noi, il comandamento zero: fare nesso, cucire i fili con quello che ci sta intorno". Parte da questo concetto lo spettacolo teatrale di Alessandro Bergonzoni, intitolato proprio "Nessi", portato in scena al teatro Due di Parma nei giorni scorsi. Durante la sua permanenza in città, il comico bolognese ha anche partecipato a un incontro aperto al pubblico, negli spazi del teatro, presentato dal direttore di Fondazione Teatro Due, Paola Donati. L'incontro è stato l'occasione per comprendere i messaggi profondamente umani (o meglio, "sovrumani", perché spronano a superare la limitatezza dell'uomo) che l'artista infonde nelle sue opere. Bergonzoni infatti non è solo comico: attore, scrittore (il suo primo libro, "Le balene restino sedute", è del 1989) e autore di quadri e installazioni artistiche, ultimamente ha pubblicato anche un testo di poesie ("L'amorte", 2013). Tutto questo fa capire l'urgenza (e "Urge" è stato lo spettacolo teatrale che Bergonzoni ha portato in tour per ben quattro anni, dal 2010 al 2014) di comunicare un pensiero, di risvegliare le coscienze poetiche e artistiche di tutti, di far guardare oltre la singola opera, oltre al singolo libro, per spiegare che l'opera d'arte è lo spettatore stesso, lo spettacolo è la vita degli spettatori fuori dal teatro, la bellezza è insita nelle persone, anche se tutti si sforzano di cercarla altrove. E allora occorre anche capire che l'essere umano ha una potenzialità enorme, di cui però non si rende conto: l'assunzione di sostanze stupefacenti diventa inutile se l'uomo attiva lo stupefacente "naturale" che contiene in sé, se impara a sensibilizzare il corpo con la percezione degli altri corpi intorno, se si mette in sintonia con le frequenze emanate dal resto del cosmo. E se smette di nascondersi dietro la sicurezza di non poter cambiare le cose, se smette di ripetersi: "Ma tanto io cosa ci posso fare?". Perché c'è tanto da fare, e ognuno può fare, con le possibilità che ha, la differenza. Il lavoro che Bergonzoni porta avanti, con la sua incredibile e inimitabile abilità di giocare con le parole e di trasformare il banale in madornale, è raccontare le verità che raccoglie quotidianamente, cercando quella sintonia di frequenze, quella sensibilità di percezione che permette di fare "nesso non protetto", di legare davvero nel profondo le coscienze delle persone. Sempre con un eloquio dirompente, perché la velocità è necessaria, perché è il tempo a correre veloce e a non fermarsi per nessuno. Bergonzoni lo dice anche nel suo spettacolo: "Come vanno le cose?" "Miseria, come vanno!".
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10-02-2024 Salute e Benessere
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17-12-2023 Salute e Benessere
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