Tra certezze e sondaggi. Dal Brexit non più Brexit, alla vittoria non più scontata di Hillary al referendum costituzionale e la presumibile vittoria del NI. O forse non ci sarà proprio.
di Lamberto Colla Parma 6 novembre 2016
Sino a poche ore fa, se una certezza v'era, risiedeva nell'uscita del Regno di Sua Maestà Elisabetta II dall'UE. Il referendum popolare aveva sancito, seppure non in modo chiarissimo, la volontà del popolo britannico a abbandonare l'Unione, decidendo quindi di non completare il processo di integrazione avviato e mai portato a termine nel 1972. Tanto è vero che oltremanica è sempre stata in vigore la moneta locale (Sterlina), le unità di misura erano e sono ancora quelle anglosassoni (ll Chilogrammo, il litro e il metro sono noti agli inglesi come a noi lo sono la libbra, l'oncia e il miglio).
Fatto sta che, mentre era in pieno allestimento la laboriosa macchina che avrebbe dovuto traghettare "rapidamente" ogni cosa di sua Maestà sulla grande isola del Mare del Nord, la Corte Suprema di Londra ha accolto il ricorso presentato dalla nutrita fronda degli europeisti, stabilendo che il governo britannico dovrà richiedere il voto del Parlamento per avviare il processo di uscita dall'Unione Europea. Una questione imbarazzante per la premier Theresa May la quale sembra invece orientata a proseguire il cammino intrapreso e a far votare l'articolo 50 del trattato di Lisbona, contando su una solida maggioranza. Brexit Si o No?
Incertezza per incertezza, oltreoceano invece, il "Typhoon Trump" sta investendo la "Clinton Troop".
Un uomo solo contro tutti, contro persino il proprio partito, sta navigando a gonfie vele e, proprio nelle ultime ore, i sondaggi lo vedono addirittura favorito. Pochi punti percentuali separano i due candidati al governo della più grande potenza economica e militare del mondo e la vittoria dell'uno sull'altra sarà determinante dal numero di coloro che andranno a votare.
Urne tradizionalmente poco frequentate, quelle statunitensi, che nel caso dovessero, anche di poco, superare la quota delle precedenti tornate elettorali, i nuovi voti sarebbero, molto probabilmente, della frangia di protesta e quindi favorevoli a Trump, o per meglio dire, assolutamente contrari alla Clinton e al "mondo" che rappresenta. Martedi 8 novembre il popolo americano sarà protagonista, almeno per un giorno.
E qui, nella piccola Italia, nel regno dei complotti e delle trame oscure di medievali ricordi, la personalizzazione del Referendum voluta da Matteo Renzi non sta dando i frutti sperati. Gli ultimi sondaggi indicano il fronte del "No" avanti (tra il 51,5 e il 52%) sui sostenitori del "Si" e la paura di perdere sta facendo tremare il Governo al punto tale da avanzare l'ipotesi di uno slittamento primaverile della data delle consultazioni referendarie.
Voci di corridoio s'intende, alle quali però fa seguito la proposta ufficiale dello stesso Ministro dell'Interno, leader di NCD, Angelino Alfano lanciata dai microfoni di rete 102.5 lo scorso giovedi, invocando la scusa del terremoto che ha tramortito il centro Italia. Smentita immediata di Renzi ma in seguito fatta propria da alcuni Sindaci dei comuni terremotati.
E se una tale richiesta dovesse venire formalizzata da quella popolazione, chi mai avrebbe il coraggio di opporsi pur di garantire un po' di tranquillità a quei concittadini che, dal 24 agosto a oggi, sono stati "torturati" da oltre 22.000 scosse telluriche? La paura fa 90.
#maiunagioia - Siamo entrati nella nuova era geologica: l'antrapocene. Secondo il Living Report 2016 del WWF, entro 4 anni il 67% delle specie scompariranno.
di Lamberto Colla Parma 30 ottobre 2016
Con l'assalto a Mosul, comincia a scemare l'interesse mediatico verso l'Isis, almeno fino al prossimo devastante attentato che si consumerà in una capitale occidentale. il terrorismo mediatico rimane circoscritto all'elegante scontro tra il Tycoon candidato alla Casa Bianca e la fedele consorte dell'ex presidente statunitense e, in terra nostrana, dallo scontro titanico tra i sostenitori del Si e del No piuttosto che dall'intrigo romano che vede il governo capitolino sempre più compromesso dalla congiura dei frigoriferi.
Ben poca roba anche perché ormai sono argomenti consumati e prossimi a una naturale conclusione, a esclusione della vicenda "Raggi" che invece continuerà a illuminare la vita politica nazionale grazie ai complottisti romani.
Occorreva quindi una nuova argomentazione tragica per rimpolpare le cronache catastrofistiche, quelle che tengono alto il valore dell'hastag #maiunagioia.
Ecco che, con l'approssimarsi della nuova Conferenza mondiale sul Clima, il COP 22 che si terrà in Marocco tra il 7 e il 18 novembre, le problematiche ambientali vengono incontro alla esaurita fantasia della tensione che tanto fa audience.
E allora giù con i titoloni che segnano il count down del "Globo".
La concentrazione di CO2, che ha superato la soglia limite di 400 ppm (parti per milione) segnando un nuovo e inquietante record proprio nell'anno in corso, piuttosto che l'estinzione del 67% delle specie animali e vegetali prevista entro il prossimi 4 anni.
E' quello che ha rilevato il rapporto Living Planet 2016 del WWF nel quale l'organizzazione si spinge addirittura a identificare un nuovo periodo geologico: l'antrapocene. "Per la prima volta nella storia l'impatto, scrive il WWF, delle attività umane sui sistemi viventi del Pianeta è stato talmente forte da generare la 'nascita' di un nuovo periodo geologico nella storia della Terra, l'Antropocene".
"Il mondo selvaggio sta scomparendo a un ritmo senza precedenti", ha dichiarato Marco Lambertini, Direttore Generale del WWF Internazionale - Non stiamo parlando solo delle specie meravigliose che tutti amiamo: la biodiversità rappresenta la base stessa del buono stato di salute delle foreste, dei fiumi e degli oceani. Senza le specie animali gli ecosistemi crolleranno e con loro i 'servizi' che la natura ci fornisce quotidianamente come la purificazione dell'aria, dell'acqua, il cibo e la difesa dai cambiamenti climatici."
Attendiamo quindi con ansia il 19 novembre per sapere cosa avranno deciso di fare i grandi inquinatori della terra (forse decideranno di aumentare i limiti di legge? - vedi Dieselgate Volkswagen), nel frattempo (8 novembre) avremo il nuovo capo della più grande potenza mondiale, mentre dovremo restare ancora col fiato in sospeso per 15 giorni prima di conoscere che fine farà la nostra Costituzione, o almeno i "soli" 47 articoli che verranno più o meno ritoccati o alienati.
Chissà come l'avrebbe sottolineata il grande Totò. Ti mando in pensione prima, ti riduco l'importo e ti gravo di un mutuo ventennale. D'altronde se i mutui non li accendono i pensionati, unici possessori di entrate certe, chi li può stipulare?
di Lamberto Colla Parma 23 ottobre 2016
Infine arriverà il 4 dicembre. Giornata della liberazione dal referendum.
Nella speranza che dopo la vittoria del SI o del NO si possa tornare a parlare di economia e soprattutto di lavoro con l'augurio che, con le teste sgombre da problemi elettorali, i benpensanti di Roma ritrovino un po' di lucidità.
Credo, e non voglio essere sospettoso, che la lucidità intellettuale non sia stata da guida alla pensata dell'APE (Anticipo Pensionistico), semmai sia stato il frutto di quella quota di cervello propensa al sadismo.
Se all'inizio si poteva pensare che la notizia fosse una delle tante assurde seminate su Facebook, con l'andare del tempo invece, è diventata sempre più popolare per finire infine, nell'ultimo Consiglio dei Ministri (15/10/2016 n° 136), ad avere un capitolo tutto suo e una assegnazione di risorse per 7 miliardi (in tre anni), quindi una cosa seria!
"L'Anticipo pensionistico (APE) spetta ai lavoratori che - si legge nel comunicato stampa della presidenza del consiglio - abbiano almeno 63 anni e sono a 3 anni e 7 mesi dalla pensione di vecchiaia. Potranno accedere all'APE sociale i lavoratori che abbiano almeno 30 anni di contributi se disoccupati, invalidi o con di parenti 1° grado con disabilità grave oppure per chi avrà raggiunto i 36 anni di contributi facendo dei lavori cosiddetti "pesanti". Queste categorie di lavoratori potranno andare in pensione fino a tre anni e sette mesi prima senza nessun onere fino a 1.500 euro lordi di pensione. Potranno accedere all'APE volontaria i lavoratori che avranno 20 anni di contributi versati, in questo caso la rata di restituzione del prestito andrà di media dal 4,6% al 4,7%. L'APE aziendale ha gli stessi meccanismi di funzionamento di quella volontaria, ma i costi dell'operazione del prestito saranno a carico dell'azienda. Tutti gli iscritti presso due o più forme di assicurazione obbligatoria avranno diritto al cumulo gratuito dei contributi ai fini della pensione anticipata e di vecchiaia."
In breve sintesi l'APE sarebbe, secondo i nostri politici, una risposta adeguata allo sconsiderato aumento dell'età pensionabile messo in campo dai predecessori di Matteo Renzi (leggi Fornero/Monti). E allora, per non essere da meno in termini di fantasia e sadismo, anziché rimuovere l'ostacolo, il Governo ha pensato di dare il ben servito, a chi dopo una vita lavorativa e spesso molto pesante, premiandolo con un bel mutuo sul groppone.
Neanche nel miglior Fantozzi sarebbe accaduta una cosa simile.
Forse, avranno pensato, con un colpo solo risolviamo due problemi:
1. liberiamo anticipatamente dei posti di lavoro che potranno andare a disposizione di giovani (ovviamente ventenni con pluriennale esperienza nel settore, disponibilità a trasferte e madrelingua inglese, tedesco e cinese!);
2. sosteniamo il sistema bancario che non riesce più a fare accendere un mutuo nemmeno a pagarlo.
Intanto che ci si arrovella a trovare soluzioni improbabili ai problemi nazionali, l'economia sommersa è in costante crescita e ormai stimata prossima ai 200 miliardi, i licenziamenti per giusta causa sono aumentati del 31% e le assunzioni sono diminuite. E' bastata la promessa di eliminare Equitalia, per far raffreddare i bollenti spiriti degli italioti ormai incapaci, non solo a reagire, ma a giudicare con equità e soggettività.
Per il futuro meglio attrezzarsi con un calessino, APE ovviamente.
(Foto copertina: Piaggio Ape_C-foto-M.Huwyler)
Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa del Movimento 5 Stelle di Castelnovo ne' Monti sulle affissioni del PD riguardanti il Referendum costituzionale. Denuncia fatta alla Commissione Elettorale del Comune.
Reggio Emilia, 19 ottobre 2016
"Era chiaro sin da subito che sarebbe stata una campagna referendaria molto accesa visto la posta in gioco, sia per gli interessi della finanza sia per la credibilità del PD e del suo leader massimo Matteo Renzi.
Le televisioni ed i media stanno attuando un vero e proprio "terrorismo mediatico" dando imprecisati ultimatum quali "se non cambiamo adesso la costituzione non si potrà cambiare per i prossimi 30 anni" o "se vince il NO il paese tornerà indietro di 30 anni (che non sarebbe poi così male a pensarci bene), così come il Premier non perde occasione di ripetere come un mantra "non si può dire sempre NO"...
In effetti a volte i NO servono eccome, servono a rifiutare la corruzione tipo quella del Mose o Mafia Capitale, l'illegalità che sta divorando la nostra terra (AEMILIA), la povertà dilagante che continua a crescere in tutto il paese. Forse ne abbiamo detti troppo pochi dei NO in questi ultimi 30 anni ma tornare indietro non si può e dobbiamo quindi pensare al presente.
Allo stato dei fatti dobbiamo cercare di capire perché ci sia così tanto interesse in cambiare la nostra Carta Costituzionale da parte di chi con la stessa ha governato e governa tutt'ora, perché se il motivo sono semplicemente i tempi di approvazione delle leggi o la diminuzione dei costi della politica allora non ci si spiega perché quando si vuole le leggi escano in tempi brevissimi anche con l'attuale bicameralismo, vedi ad esempio legge Fornero (19 giorni) o Lodo Alfano (20 giorni) come non trova risposta il fato che non si elimini totalmente il Senato o non si riducano i compensi di tutti i parlamentari.
Risulta difficile capire perché anche in un Comune insignificante di poco più di 10.000 anime quale Castelnovo ne' Monti, primo comune anti-mafia d'Italia, Comune simbolo della legalità per eccellenza sia così importante influenzare l'opinione pubblica per dire SI anche a se per farlo si infrangono le leggi dello stato.
Ecco noi diciamo NO a questo scellerato modo di condizionare a tutti i costi il libero pensiero, diciamo NO all'interesse dei potenti a discapito della collettività che prevale sul buon senso e sulle stesse leggi e per questo oggi abbiamo denunciato al nostro Sindaco, alla Polizia Municipale e al Comitato Elettorale questo triste episodio tipico della vecchia politica con la speranza che si possa continuare questa campagna referendaria nel rispetto delle persone e delle stesse leggi."
Movimento 5 Stelle Castelnovo ne' Monti
Sconcerta la libertà di movimento che dimostrano i terroristi dell'isis. Entrano da profughi, trovano riparo e si muovono avanti e indietro dalla Siria come se nulla fosse.
di Lamberto Colla Parma 16 ottobre 2016
Una libertà di movimento conclamata con l'attentato all'aeroporto di Bruxelles e ancor prima con la rocambolesca fuga di un attentatore di Parigi, il famigerato Salah Abdeslam. In fuga per 4 mesi venne ritrovato a "casa" nel quartiere della capitale belga, quel Molenbeek arcinoto per essere culla del terrorismo islamista.
Ma quello che lascia sconcertati è l'epilogo del presunto terrorista di Chemniz. Sfuggito alla cattura delle teste di cuoio tedesche che alcuni giorni fa fecero irruzione nel suo appartamento in Sassonia, è riuscito a trovare riparo a Lipsia presso altri siriani. Un luogo a lui noto, potenzialmente "molto sicuro" dove invece venne dai suoi stessi concittadini immobilizzato, legato e consegnato alla polizia locale (l'equivalente dei nostri vigili urbani), la quale non fece altro che prelevare il "pacco" con il loro bel furgoncino di servizio per consegnarlo alle autorità giudiziarie.
In tutto questo fanno sorridere tre episodi: il ridicolo messaggio in twitter del capo della polizia che, dopo la cattura del presunto terrorista, peraltro avvenuta senza il loro diretto contributo, scrive "siamo sfiniti ma strafelici", quindi i ringraziamenti della cancelliera tedesca ai due profughi siriani che impacchettarono il terrorista, o presunto tale, e che devono esserle costati qualche litro di bile sapendo quanto ami i profughi.
Come non ricordare il luglio 2015 quando, in una trasmissione TV, la Cancelliera fece piangere una ragazzina palestinese, sostenendo che "la politica è dura" e che "non possiamo accogliere tutti".
Infine, e qui si innesca la tragedia nella farsa, il giovane aspirante terrorista riesce a togliersi la vita in carcere impiccandosi con la sua camicia e portando nella tomba le preziose informazioni riguardo alla sua cellula terroristica e alle dirette relazioni con fiancheggiatori e sostenitori del "califfato".
Un suicidio che necessita di indagini molto approfondite e di cui va fatta chiarezza rapidamente per non lasciare le ombre e i sospetti di un altro fatto eccellente avvenuto a fine anni '70 nelle carceri tedesche: il "suicidio" di alcuni componenti della banda Baader-Meinhof, avvenuto all'indomani della esecuzione di un ostaggio, il presidente degli industriali tedeschi ed ex ufficiale SS Hanns-Martin Schleyer, rapito il 5 settembre 1977 allo scopo di "scambiarlo" con il prigioniero Andreas Baader e altri componenti del gruppo terroristico RAF (Rote Armee Fraktion).
Se la Germania in questi ultimi giorni ha mostrato lacune immense nei suoi apparati di sicurezza, altri Paesi l'avevano già ampiamente dimostrato prima. Certamente non hanno eccelso i servizi di sicurezza francesi (Parigi e Nizza hanno pagato un tributo esagerato) o quelli belgi che, tra i fatti di Bruxelles e Charleroi, hanno dimostrato tutta la loro inconsistenza.
Vengono i brividi pensare a quale modello verrà fatto riferimento per istituire la Polizia di Frontiera Europea.
Meglio il modello tedesco o quello italiano? Da noi almeno Fabrizio Corona è sotto costante vigilanza 24 ore su 24.
Che strana l'europa!
Editoriale: Referendum, Votare informati. Crescono i formaggi duri. Dal Canada alla ricerca delle fonti del Parmigiano Reggiano. Andalini, Scopri di che pasta son fatta. Cereali, i mercati stanno tornando alla normalità. Pomodoro, boom del biologico. Olio di Oliva, previsioni produttive.
SOMMARIO Anno 15 - n° 40 09 ottobre 2016
1.1 editoriale Votare informati. SI o NO?
2.1 Lattiero Caseario Crescono entrambi i formaggi duri DOP.
3.1 export formaggi Dal Canada alla ricerca delle fonti del Parmigiano Reggiano
3.2 Pasta e tracciabilita' Andalini: Scopri di che pasta sono fatta!
4.1 cereali Cereali e dintorni. Dall'USDA nessuna reazione scomposta.
5.1 cereali Cereali e dintorni. I mercati stanno tornando alla normalità
6.1 eventi parmigiano reggiano Caseifici aperti: i visitatori sfondano quota 20.000
6.2 pomodoro Boom del pomodoro biologico,
7.1 olio di oliva- previsioni Olio d'oliva, previsioni di produzione della campagna 2016/17
8.1 promozioni "vino" e partners
8.2 promozioni "birra" e partners
Meglio votare informati. Un invito a leggere le modifiche comparate del testo della costituzione (vedi in allegato). Sul quesito referendario qualche dubbio viene.
di Lamberto Colla Parma 9 ottobre 2016 - Il 4 dicembre finalmente si andrà a votare e saremo chiamati a mettere una crocetta su un SI o un NO che, a quanto si legge e ascolta nelle ultime settimane, sarà determinante per la ripresa economica dell'Italia.
Un'Italia la cui economia mostra evidenti segnali di agonia più che di convalescenza, al punto che la Corte dei Conti ha dichiarato troppo ottimistiche le aspettative di crescita del PIL, +1%, per il 2017.
Un tema molto sentito dagli italiani al punto da indurre Matteo Renzi a modificare la strategia di comunicare questa lunghissima campagna referendaria, già iniziata lo scorso febbraio, spostandola dal piano personale (Se vince il NO me ne vado) a quello economico, sostenendo che la vittoria del SI rilancerà l'economia del nostro Paese.
E siccome personalmente non riesco a immaginare questa diretta connessione tra ripresa economica e modifica della Costituzione, mi sono tornato a rileggere il testo per vedere se qualcosa mi fosse sfuggito (E' possibile scaricare il testo della Camera in formato pdf dal link "Allegati").
Indubbiamente, con l'adozione del nuovo testo, le procedure legislative verrebbero enormemente alleggerite.
Alla Camera dei Deputati (sempre più "governativa" grazie al premo di maggioranza destinato alla lista che supera il 40%. "Italicum") e al Presidente della Camera stessa vengono orientati nuovi poteri. Sarà infatti il Presidente della Camera a assumere ad interim le veci del Presidente della Repubblica in caso di sua impossibilità (attualmente è il Presidente del Senato la seconda carica dello Stato). Lo stato di guerra sarà deliberato dalla sola Camera dei Deputati e la fiducia o sfiducia del Governo passerà al vaglio esclusivamente dalla Camera dei Deputati, solo per raccogliere qualche esempio.
Nella nuova proposta viene enormemente ridotta la facilità di proporre leggi di iniziativa popolare. Infatti, se attualmente occorrono 50mila firme per proporre alla discussione parlamentare un testo di legge, dopo la modifica costituzionale il numero di firme triplicherà passando da 50 a 150mila.
Non riesco invece a trovare, nel nuovo testo, giustificazione forte al "risparmio", salvo nella riduzione dei costi del Senato (ridotto a 95 elementi non eletti) e nella abrogazione del CNEL, organismo costituzionale nato come organo consultivo del Parlamento per quanto riguarda l'economia e il lavoro, il cui costo, molto probabilmente sarebbe stato ancora sostenibile dallo Stato (meno di 20 milioni all'anno, mentre alle Province "abrogate" nel 2015 è andato ben 1 miliardo).
Una considerazione finale sul quesito referendario:
pare esso stesso uno spot promozionale a favore del SI ove si richiami l'attenzione a temi molto sentiti dal popolo: "La riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni", mentre la croce sul SI non è solo questo ma molto altro.
Leggere, pensare e poi votare!
Federico Pizzarotti dice "Addio" al M5S e continua il suo lavoro di sindaco, insieme alla squadra di governo del Comune. Da diversi giorni era atteso, ora è ufficiale: il sindaco di Parma Federico Pizzarotti lascia il Movimento 5 Stelle.
Parma, 3 ottobre 2016
Lo ha annunciato questa mattina, in un'affollatissima conferenza stampa, alla presenza di vicesindaco, diversi assessori e consiglieri comunali di maggioranza.
Il "divorzio" dal Movimento non avrà effetti sul Governo della città, spiega il Sindaco di Parma, Federico Pizzarotti: "Per noi non cambia nulla - ha puntualizzato Pizzarotti - andremo avanti nel governo della città, non c'è nessuna crisi di maggioranza in vista. Lavoreremo con l'attuale squadra di Governo e con il gruppo 5 Stelle che la sostiene, e che ha assicurato il suo appoggio, ma che deciderà autonomamente come presentarsi in futuro. Lavorare per la mia città è il primo pensiero di ogni giorno".
Pizzarotti ha anche chiarito che nulla è ancora deciso sulla sua eventuale candidatura e che al momento non esiste alcuna lista civica, anche se non è escluso che si farà: "Tutte le altre ipotesi che si leggono sui giornali - ha detto - sono fantasiose e prive di fondamento".
Aprendo l'incontro con la stampa, Federico Pizzarotti ha definito la scelta di lasciare il M5S "un passo non semplice che ho dovuto fare, dopo 144 giorni di una sospensione ingiusta e non prevista da alcun regolamento e di silenzio assordante da parte dei vertici".
"Ringrazio Beppe Grillo perchè so che senza di lui non mi sarei alzato dal divano - ha aggiunto il sindaco - ma sono un uomo libero e non posso che lasciare un Movimento che è cambiato dalle origini e nel quale oggi non mi riconosco più. Non accetto di aver paura ad esprimere le mie opinioni alla luce del sole, diversamente da quello che accade a tanti, compresi molti parlamentari".
Poi ha parlato di Parma e del Comune: "Mi si dice che trascuro il Comune: non è vero, sono qui 12 ore al giorno per amministrare insieme ad una squadra compatta di cui vado orgoglioso. Pago a caro prezzo il fatto di aver messo il bene della città davanti ai proclami del Movimento. Lavorando - ha continuato - avrò fatto anche degli errori, ma gli errori servono a crescere".
Pizzarotti ha quindi elencato alcuni risultati ottenuti dal Comune di Parma in questa legislatura "che purtroppo non hanno mai trovato posto sul blog di Gillo": riduzione del 45% del debito pregresso di 850 milioni di euro, 150 milioni di investimenti in 5 anni, tante scuole rimesse a posto, senza amianto, più sicure dai rischi di terremoto e energeticamente "risparmiose", raccolta differenziata al 75% grazie alla costanza e alla determinazione dell'assessore Folli, designazione (prima in Italia) come "città creativa UNESCO della gastronomia".
Un tripudio di Auguri per gli 80 anni del "cavaliere". Un "coccodrillo" anticipato o un'occasione di incrementare le tirature o per celebrare l'ammaina bandiera del politico ormai ritirato a vita privata, tra nipotini e la Pascale?
di Lamberto Colla Parma 2 ottobre 2016 - Molti si irriteranno ma, volenti o nolenti, nella storia d'Italia c'è anche Berlusconi. E il giorno del suo 80esimo compleanno, è stata la notizia del giorno e di prima pagina su quasi tutte le testate nazionali e televisive alla pari dei 40 anni di Francesco Totti qualche giorno prima.
Se la cosa era prevedibile per il "pupone" nazionale che, con la sua fedeltà alla squadra (Roma) e alla nazionale è entrato nelle simpatie e nei cuori di tutti, sportivi e non, meno prevedibile era l'augurio di moltissimi politici, nazionali e esteri, e gli ampi spazi destinati dalla stampa a Silvio Berlusconi.
C'è chi ha raccontato "fortuna, sentimenti e rivoluzione" nelle 20 parole che hanno descritto la storia di Berlusconi occupando una intera pagina del tabloid (il Messaggero), chi si è soffermato più sulla carriera politica e giudiziaria, piuttosto che sulla vita privata, fatto sta che, esclusi pochissimi, la gran parte hanno voluto partecipare alla festa celebrativa degli 80 anni di Silvio Berlusconi.
Anche lo steso Matteo Renzi sembra abbia voluto partecipato alle celebrazioni del fondatore di Forza Itallia, recuperando e rilanciando l'idea del Ponte sullo Stretto. Lo ha detto durante la cerimonia per i 110 anni dell'impresa di costruzioni Salini-Impregilo, spiegando che la sua costruzione porterà 100mila posti di lavoro. E fa un "mea culpa", a nome e per conto del PD, dichiarando che "Sbagliammo a ridere con Sarkozy e Merkel di Berlusconi" prendendo atto che l'atteggiamento di scherno usato nei confronti dell'ex premier alcuni anni fa da parte di Nicolas Sarkozy e Angela Merkel era sbagliato. E ancora più sbagliato era l'atteggiamento della sinistra italiana, che non si rendeva conto di quanto fosse grave quella mancanza di rispetto verso il nostro Paese e non solo verso l'uomo Silvio Berlusconi.
Lo stesso "Il Fatto Quotidiano", oggi guidato dall'acerrimo "nemico" Marco Travaglio, l'ha celebrato, a modo suo, raccontando delle sue memorabili gaffe o spregiudicate provocazioni (vedi l'etichetta di Kapò all'eurodeputato Martin Shultz che in seguito sarebbe divenuto uno dei più alti vertici dell'UE) e riproponendo, in un altro dei diversi servizi dedicati all'ex premier, un'intervista di Berlusconi rilasciata al settimanale "CHI" pochi giorni prima dell'anniversario. In un articolo arrivò persino a contestare il servizio del TG2 (troppo lungo) quando, nell'arco di 48 ore, la Testata di Peter Gomez ha realizzato una decina di pezzi.
Anche "Repubblica" richiama la stessa notizia e l'intervista di Berlusconi con la copertina di "CHI" in bella vista dandone un taglio da "nonno" e di politico ormai pensionato.
Tutta Italia sembrava essersi fermata quel 29 settembre. Su Twitter #Silvio80 domina incontrastato e udite, udite, addirittura Eugenio Scalfari attende l'ottantesimo per rivelare che su Berlusconi si era sbagliato
Un tripudio di AUGURI che mi sono sembrati una accozzaglia di "coccodrilli" e, se fossi stato in Berlusconi, dopo l'iniziale comprensibile momento di piacere, mi sarei toccato gli "zebedei" e seduto su un blocco di ferro.
Insomma, nonostante tutto, il "Berlusca" fa sempre notizia e ... tirature.
(Nella foto di copertina Silvio Berlusconi ricevuto al Congresso americano - 1 marzo 2006)
SOMMARIO Anno 15 - n° 38 25 settembre 2016 - Editoriale: Una farsa olimpica. Grana Padano, eppur si muove. Mele e salute. Parmigiano Reggiano in scena a Torino. Frena l'export a luglio. Nasce Motor valley.
1.1 editoriale Una farsa olimpica
2.1 Lattiero Caseario Grana Padano, eppur si muove.
3.1 parmigiano reggiano Parmigiano Reggiano. Se ne parlerà con il presidente Alessandro Bezzi martedi 27 a Noceto
3.2 Salute e alimentazione La salute vien mangiando...mele
5.1 cereali Cereali e dintorni. I mercati hanno chiuso la settimana con un colpo di coda.
6.1 Parmigiano e Slow Food Lotta alla contraffazione. Parmigiano Reggiano in scena a Torino
6.2 Motor Valley, turismo Turismo. Nasce Motor Valley Development
7.1 export Frenata dell'export a luglio
8.1 promozioni "vino" e partners
9.1 promozioni "birra" e partners