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Martedì, 15 Settembre 2015 08:30

Cereali, ondata di rialzi nonostante i dati USDA

 

Dopo una settimana di assestamento che seguiva l'ondata ribassista di agosto, segnali di nuovi rialzi provengono dai mercati internazionali nonostante i dati USDA abbiano confermato consistenze importanti.
di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 15 settembre 2015 -
Con la pubblicazione dei dati USDA gli operatori ipotizzavano un mercato tendenzialmente neutro mentre al contrario si è assistito a un generale incremento dei prezzi.
DATI USDA

USDA sett 2015 rid

Venerdì 11 settembre 2015
SEMI settembre 887,60 (+3,2) novembre 874,20 (+0,2) gennaio 877,40 (0)

FARINA settembre 314,10 (+2,7) ottobre 310,90 (+2,9) dicembre 309,30 (+2,6)

CORN settembre 374,40 (+12,6) dicembre 387,00 (+12,6) marzo 398,20 (+12,6)


Con gli incrementi registrati sui contratti a termine internazionali tutto lascia ben sperare che nei prossimi mesi vi possano essere degli incrementi anche in Italia.


Indicatori internazionali 11 settembre 2015
l'Indice dei noli è intanto sceso a 855 punti, il petrolio quota circa 44 dollari al barile e il cambio ruota attorno a 1,1196.

 MP 11 set 15

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

Officina Commerciale Commodities srl - Milano

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Pubblicato in Agroalimentare Emilia
Lunedì, 14 Settembre 2015 11:27

Tutte le offerte autunno-inverno di Agristore!

Attrezzature per il giardinaggio, ricambi per macchine movimento terra e tanti articoli per la cura del verde. Non mancano poi una vasta gamma di articoli dedicati all'allevamento del bestiame! -

Parma, 14 settembre 2015 -

I nuovi sconti Agristore sono online all'indirizzo www.agristore.it/?a=ama_promotions

Pensate per soddisfare le richieste di agricoltori, manutentori e hobbisti, le offerte di Agristore comprendono attrezzature per il giardinaggio, ricambi per macchine movimento terra e tanti articoli per la cura del verde.

Un occhio di riguardo è stato è stato riservato alle stagionalità dei prossimi mesi con accessori per la vendemmia e la raccolta olive.

Non mancano poi una vasta gamma di articoli dedicati all'allevamento del bestiame.
Gli sconti sono aperti a tutti e disponibili fino a dicembre 2015.

Agristore ha inoltre deciso di bloccare i prezzi di moltissimi prodotti di larga richiesta che non subiranno aumenti fino al 2016. Per scoprire quali è possibile richiedere una copia digitale gratuita del catalogo 2015 scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. .

Agristore è Il supermercato on-line di chi lavora la terra, con una gamma di 200.000 prodotti per l'agricoltura e il giardinaggio e un servizio clienti sempre a disposizione.

catalogo offerte agristore2015 locandina 1 rid

Domenica, 13 Settembre 2015 10:30

Commodities: sorprendente stabilità

Il mercato sta conservando una fase di stabilità alla quale da tempo gli operatori non erano abituati. Le variazioni e le attenzioni si concentrano prevalentemente sugli scostamenti valutari.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 11 settembre 2015 -
Le notizie diffuse dai vari istituti di analisi statistica confermano la consistenza di merce seppure ci si attendano valori di stock leggermente diversi da quelli dell'ultimo bollettino Usda di Agosto. Corn 40,90 milioni contro 43,51 e per quanto riguarda i semi di Soya 11,53 milioni contro i 12,79. Numeri che dovrebbero generare un effetto rialzista. Diverso il caso del Grano che invece dovrebbe rimanere nella zona neutrale se non addirittura con una leggera flessione negativa (23,62 contro 23,13).

In Europa, France Agrimer, nella giornata di giovedi scorso ha confermato i dati di produzione del Ministero dell'Agricoltura sui raccolti Francesi: produzione di grano a 40,7 contro 37,5 dello scorso anno, produzione di orzo a 12,4 contro 11,7 e la produzione di corn è stimata a 13,26 contro 17,95.

Confermate le perplessità relativamente al mercato del mais condizionato come è dalle potenziali turbative connesse alla qualità e alla quantità. Tale incertezza ha generato una forbice di prezzi molto elevata con un delta che nei casi estremi ha raggiunto i 30-35€ di differenziale tra prezzo minimo e prezzo massimo. Sulle piazze estere si assiste a prezzi significativamente superiori per il mais e per l'orzo. Nella giornata di giovedi scorso è stato trattato del mais a 188€ arrivo Lombardia (Ottobre - Marzo).

Segnali rialzisti per l'orzo, mentre il grano in questo momento pare essere il cereale a livello mondiale più frenato.

Calma piatta anche per le proteine con la farina di soya che ha replicato sostanzialmente i medesimi valori. 357 € partenza Ravenna sino al 31/12/15 mentre cala il primo semestre a 352 € sempre partenza Ravenna. L'unico prodotto proteico in tensione riguarda la farina di girasole proteico che quota 275€ base Ravenna.

Il mercato delle bioenergie si sta muovendo su Cruscami e su Mais dove però i venditori stanno assumendo un atteggiamento molto più rialzista.


Indicatori internazionali 11 settembre 2015
l'Indice dei noli è intanto sceso a 855 punti, il petrolio quota circa 44 dollari al barile e il cambio ruota attorno a 1,1196.

 MP 11 set 15

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

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Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Vendemmia di qualità: 47 milioni di ettolitri, +12% sul 2014 a livello nazionale. Domenico Zonin: l'annata metereologica ci consegna un'uva sana e abbondante, almeno rispetto alla media degli ultimi anni, e di qualità tra il buono e l'eccellente.

Erbusco (Franciacorta, BS), 11 settembre 2015
Una produzione di vino a livello nazionale stimata attorno a 47 milioni di ettolitri, il 12% in più rispetto ai 42 milioni diffusi dall'Istat per il 2014 (lo scorso anno si è avuta una produzione particolarmente scarsa). La cautela è sempre d'obbligo quando si parla di previsioni, tanto più se si considera che il clima del mese di settembre sarà decisivo nel determinare una buona o un'ottima vendemmia soprattutto per la qualità dei grandi rossi. Se tali dati fossero confermati, l'Italia riguadagnerebbe la leadership mondiale tra i paesi produttori, visto che la Francia prevede 46,5 milioni di ettolitri (-1% su base annua) e la Spagna circa 43 milioni (-3%)".

Questi i risultati principali della ricognizione operata tra la fine di agosto e la prima decade di settembre sul territorio nazionale da Ismea e Unione Italiana Vini con la collaborazione del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, presentati oggi in una conferenza stampa organizzata in Franciacorta presso l'Azienda Agricola Cà del Bosco.

"Anche quest'anno - spiega Ezio Castiglione, Presidente ISMEA - Unione Italiana Vini e Ismea consolidano il proprio impegno al servizio del mondo vitivinicolo proponendo queste elaborazioni come momento di sintesi e confronto istituzionale in collaborazione con il Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, con l'obiettivo di aiutare gli imprenditori nelle scelte aziendali cui sono chiamati con dati puntuali e interpretazioni oggettive".

"In sintesi possiamo dire che l'annata metereologica ci consegna un'uva sana e abbondante, almeno rispetto alla media degli ultimi anni, e di qualità tra il buono e l'eccellente - prosegue Domenico Zonin. Pur con tutte le cautele del caso perché siamo al 30% circa della raccolta e al termine della vendemmia manca ancora un mese, e consapevoli della variabilità tra zona e zona, la previsione di crescita del 12% rispetto al 2014 ed una ottima qualità media, motivano un nostro moderato ottimismo".

A livello territoriale si è assistito ad incrementi generalizzati in quasi tutte le regioni. Fanno eccezione Lombardia (-3%) e Toscana (0%), regioni che anche lo scorso anno sono risultate in controtendenza rispetto al resto d'Italia. Fuori dal coro anche la Calabria (-10%). Elemento che emerge con chiarezza è il ritorno a gradazioni considerate nella norma, dopo il calo dello scorso anno, ed un livello delle qualità che va dal buono all'ottimo, con punte di eccellenza in tutta la Penisola.

"Le stime formulate da ISMEA e UIV - ha spiegato Ezio Castiglione, Presidente ISMEA - sono frutto di un'accurata attività di ricognizione svolta nella prima decade di settembre attraverso una rete di rilevazione distribuita su tutto il territorio nazionale. Con gran parte delle uve precoci e delle basi spumante già in cantina e le indicazioni continuative su rese e raccolti, riteniamo di poter fornire un affidabile quadro predittivo sugli sviluppi quantitativi e qualitativi della campagna in corso. Se da un punto di vista strettamente produttivo le premesse per un'annata positiva ci sono tutte - ha aggiunto Castiglione - l'osservazione delle dinamiche del mercato invita alla prudenza. Il risultato vendemmiale di quest'anno si inserisce in una situazione piuttosto complessa, specie nel circuito dei vini comuni, soggetto alle forti pressioni della concorrenza spagnola. Lo scenario che si delinea è di un mercato a due velocità, con il segmento dei vini a denominazione capace di mantenere una buona remunerazione e di crescere sui mercati esteri e la fascia dei vini comuni in una condizione più critica, già penalizzata da importanti flessioni dei prezzi".

"La buona annata - conclude il Presidente Zonin - potrà avere ripercussioni positive anche sul mercato interno che soffre, ormai, da diversi anni. Siamo convinti che una rinnovata qualità dei vini sostenuta da politiche di prezzo adeguate, in un contesto economico che sta offrendo segnali ripetuti di lieve ripresa, contribuirà a riavvicinare il consumatore italiano ad un consumo più costante del nostro prodotto. Per raggiungere questi risultati è però necessario che la filiera condivida strategie sui prezzi capaci di garantire stabilità e prospettiva di medio-lungo periodo a chi opera sul mercato. Sono fiducioso sulla maturità raggiunta dalle filiere di territorio e sulla consapevolezza conquistata da un settore produttivo che sta mietendo da anni successi sui mercati internazionali".
(Fonte Ismea 11 novembre 2015)

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Un provvedimento legislativo e un intervento della Regione Emilia-Romagna per difendere il reddito dei lavoratori delle aziende danneggiate dalla grandinata che sabato scorso 5 settembre ha devastato le produzioni agricole nelle province di Modena, Ferrara e Reggio Emilia.

Lo chiedono i sindacati Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil, sottolineando che molti lavoratori stagionali nella Bassa Modenese che si apprestavano alla raccolta di pere e uva non potranno godere né di un ammortizzatore sociale di compensazione (in quanto non esiste per loro una cassa integrazione), né di sussidi straordinari stanziati dal governo, come accaduto per altri eventi calamitosi.

Il problema non riguarda solo le attività agricole nelle campagne, ma anche i magazzini ortofrutticoli dove viene selezionato il prodotto, come è il caso della cooperativa Cipof di San Possidonio. «L'unica integrazione al reddito è la disoccupazione agricola, – affermano Piersecondo Mediani (Fai-Cisl), Marco Bottura (Flai-Cgil) ed Ennio Rovatti (Uila-Uil) - erogata nell'estate dell'anno successivo, che prevede una riduzione dell'indennità in caso di diminuzione delle giornate lavorate. In questo il reddito degli stagionali si abbasserà sia a causa delle giornate di lavoro perse che a causa della riduzione dell'indennità di disoccupazione».

I sindacalisti ricordano che il meccanismo della "calamità", attivo fino al 2007, garantiva in questi casi una disoccupazione agricola legata almeno alle giornate dell'anno precedente l'evento calamitoso, attenuando così l'impatto sulla riduzione delle giornate di lavoro. Dal 2008 non è più così, a seguito alla riforma della disoccupazione agricola (legge 247/07): il beneficio del riconoscimento delle giornate lavorate l'anno precedente è garantito solo nel caso in cui l'azienda agricola presso cui ha lavorato il dipendente abbia beneficiato degli interventi del fondo di solidarietà nazionale finalizzati alla stipula di contratti assicurativi contro i danni alle colture. «Questo significa che se non c'è l'assicurazione sulle colture, non ci sono benefici neppure per i lavoratori. Il meccanismo, inoltre, è aggravato da un iter burocratico che rende complicato l'ottenimento dei benefici anche in caso di stipula del contratto assicurativo. Per questo – concludono Mediani (Fai-Cisl), Bottura (Flai-Cgil) e Rovatti (Uila-Uil) – sollecitiamo un provvedimento legislativo e un intervento della Regione Emilia-Romagna a difesa del reddito dei lavoratori delle aziende agricole danneggiate dalla grandinata del 5 settembre».

(Modena 8 settembre 2015)

Mercoledì, 09 Settembre 2015 09:04

Crisi del latte: noi l'avevamo detto.

Quote latte, fu liberalizzazione o liberazione? La dura legge del mercato libero esplode con violenza molto tempo prima della conclusione della prima campagna lattiera 2015-2016. Multe non se ne pagheranno all'UE ma la sanzione è arrivata dal mercato e dalla presunzione degli allevatori europei.

di Virgilio, Parma 9 settembre 2015 -
A poco più di 90 giorni dalla cessazione del regime delle quote latte la rabbia delle stalle è salita alle stelle sfociando nella protesta degli agricoltori radunati a Bruxelles a fronteggiare con i trattori i blindati della polizia.

Le speranze di vivere agiatamente nel mercato "finalmente" libero si sono rapidamente infrantae contro la dura legge della domanda e dell'offerta.
Una situazione prevedibile che avevamo in più circostanze sottolineato anche dalle colonne di questa testata digitale.
I segnali erano evidenti perché evidente era che molti paesi del nord, proprio in previsione della liberalizzazione, si stavano attrezzando sia concentrando l'offerta, sia aumentando la produzione lattiera allo scopo di di godere di un "vantaggio competitivo" in occasione delle nuove misure di intervento sul latte che sarebbero state adottate a partire dalla campagna lattiera 2015-2016.

Ed avevamo anche anticipato che avremmo avuto nostalgia delle tanto vituperate quote latte, non della mala gestio nazionale, ovviamente.

Stupisce invece che nessuno dei titolati a mettere in stato di allarme e a promuovere azioni di prevenzione dai rischi del mercato globale non avesse fatto nulla.

Qualcosa hanno invece fatto le industrie e le più grandi cooperative del mondo (la neozelandese Fonterra ad esempio) creando accordi e realizzando impianti sul vecchio continente.

E così, mentre il settore primario litiga, gli altri agiscono e in men che non si dica, in meno di un anno e mezzo, il prezzo del latte è passato da oltre 41 centesimi al litro (gennaio 2014) a 35 centesimi al litro mentre il prezzo al consumo è passato da 1,37 a 1,49€/litro per il latte fresco intero. Una forbice di prezzo sempre più a favore della distribuzione e trasformazione e sempre meno del segmento allevatoriale.

Ora il vaso non solo è colmo ma anche rotto e ricomporlo sarà oneroso, se non impossibile.

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Mercoledì, 09 Settembre 2015 08:35

Lattiero Caseario. Tutto fermo, tranne il latte

Prosegue la discesa del latte spot nazionale e di provenienza estera (Germania e Austria). Fermi tutti i listini del burro, della crema e della panna a uso alimentare. Al palo anche le due principali dop che vedono confermati i prezzi di 5 settimane fa.

di Virgilio 9 settembre 2015

LATTE SPOT Nel giorno della protesta degli allevatori europei (7 settembre 2015) davanti alla sede della Commissione a Bruxelles il latte spot prosegue la sua discesa. -1,41% è la flessione registrata a Verona relativamente al latte crudo spot nazionale corrispondente a una fascia di prezzo compresa tra 35,57 e 36,60€/100 litri di latte. Analogamente il latte pastorizzato spot di provenienza estera cede il 1,50% (33,51 - 34,02€/100 litri di latte)

BURRO E PANNA Nessuna variazione è intervenuta sui listini del burro e delle panne a uso alimentare.
Borsa di Milano 07 settembre:
BURRO CEE: 2,55€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 2,75€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 1,75€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,55€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE: 1,46€/Kg.

Borsa Verona 07 settembre:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,39-1,44 €/Kg.

Borsa di Parma 04 settembre:
BURRO ZANGOLATO: 1,15€/kg.
Borsa di Reggio Emilia 07 settembre
BURRO ZANGOLATO: 1,15 1,15€/kg.

GRANA PADANO Rimangono stazionari i listini del Grana Padano e prezzi confermati nelle ultime 5 settimane. Tra 6,30 e 6,40 €/kg la quotazione del 9 mesi e tra 7,05 e 7,70 è l'intervallo di prezzo per il 15 mesi d'invecchiamento registrato a Milano.

PARMIGIANO REGGIANO Nessuna variazione è stata registrata relativamente ai listini del Parmigiano Reggiano. Confermati quindi i prezzi sia alla piazza di Parma lo scorso 4 settembre sia a quella reggiana nella seduta di ieri 8 settembre.

(Scorrere la pagina per la galleria immagini con i grafici aggiornati)

Latte spot 37 15

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Agrinsieme con le migliaia di agricoltori, provenienti da tutt'Europa, che ieri sono scesi in piazza a Bruxelles. Il responsabile del coordinamento tra Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle cooperative agroalimentari Dino Scanavino: "C'è bisogno di un cambio di passo. I prezzi pagati agli allevatori per carne e latte quasi non coprono i costi produttivi e mettono a rischio la sopravvivenza delle aziende. Servono interventi urgenti per affrontare l'emergenza, come ritiri dal mercato di prodotti caseari e un piano di ristrutturazione dei debiti" -

Reggio Emlia, 8 settembre 2015 -

C'era anche Agrinsieme con le migliaia di agricoltori, provenienti da tutt'Europa, che ieri sono scesi in piazza a Bruxelles per sollecitare le istituzioni comunitarie a intervenire tempestivamente sulla crisi della zootecnia, nel giorno del Consiglio Ue straordinario dei ministri dell'Agricoltura.

"Con questa manifestazione vogliamo sostenere le istanze dei produttori italiani in Ue -ha detto dalla capitale belga Dino Scanavino, responsabile del coordinamento che riunisce Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle cooperative agroalimentari-. La situazione della zootecnia sta diventando sempre più insostenibile e gli agricoltori, nonostante i loro sacrifici, non riescono a lasciarsi alle spalle gli effetti della crisi. Da un lato il comparto della carne, che deve fare i conti con la sempre più pressante volatilità dei costi delle materie prime, con la forte dipendenza dall'estero dei ristalli e con i prezzi fermi da troppo tempo a livelli non remunerativi; dall'altro lato il settore lattiero-caseario, con quotazioni all'origine in caduta libera negli ultimi mesi. Un comparto che, dopo trent'anni di sistema delle quote, necessita di certezze per il futuro e le cui prospettive reddituali sono tutte da valutare."

"La zootecnia perde redditività ogni giorno di più e i prezzi pagati agli allevatori spesso insufficienti anche a coprire i costi produttivi mettono a rischio la sopravvivenza delle aziende -ha osservato Scanavino-. Per questo oggi manifestiamo insieme agli altri agricoltori europei, per sollecitare i Governi dell'Unione ad avviare un'irrinunciabile cambio di passo, prima di tutto in materia di gestione delle crisi. Il quadro di interventi e strumenti di cui dispone la Pac ha mostrato negli anni tutti i suoi limiti di efficacia e la crisi russa ha acuito le difficoltà ed è ricaduta sulle spalle degli agricoltori. La riunione dei ministri agricoli di oggi rappresenta quindi un crocevia per il futuro. Soltanto con decisioni coraggiose, infatti, è possibile ridare slancio a un settore centrale dell'economia dei territori dell'Ue. Un'attività economica che, attraverso 14 milioni circa di aziende che gestiscono il 45% della superficie complessiva, continua a fornire un importante contributo in termini di Pil e posti di lavoro diretti e indiretti. Salvaguardare e valorizzare questi importanti valori deve essere una prerogativa nelle decisioni delle politiche europee."

"Intanto, però, servono provvedimenti a breve termine da attuarsi subito per ridare fiato agli allevatori e "tamponare" l'emergenza. Al ministro Maurizio Martina, che abbiamo incontrato con la delegazione di Agrinsieme prima dell'inizio del Consiglio Ue -ha spiegato Scanavino- abbiamo chiesto: di attivare un intervento di ritiro dal mercato dei formaggi Dop (Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Montasio) per un equivalente di circa 15 milioni di euro da assegnare agli aiuti agli indigenti; di ristrutturare il debito delle aziende zootecniche colpite dalla crisi; di restituire agli allevatori le quote versate e oggetto di compensazione nel periodo 2014/2015, che stimiamo siano circa 75 milioni di euro; di avviare un piano di promozione istituzionale per il consumo di carne e latte italiane.

(fonte: Ufficio stampa Agrinsieme)

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
Lunedì, 07 Settembre 2015 11:46

Le nuove offerte autunno-inverno di Agristore

Sconti, occasioni e un occhio di riguardo alle stagionalità: vendemmia e la raccolta olive. -

Parma, 7 settembre 2015 -

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agristore Offerte agosto-dicembre rid

Domenica, 06 Settembre 2015 10:00

Rischio maltempo sui nuovi raccolti

I repentini cambiamenti climatici potrebbero compromettere i prossimi raccolti. Maggiori preoccupazioni interessano le vendemmie di fine settembre e ottobre e la raccolta del mais già sofferente per la siccità e posto sotto stretta osservazione per i rischi sanitari da Aflatossine.

di Virgilio, Parma 05 settembre 2015

 - I cambiamenti climatici in atto in questi ultimi decenni, prevalentemente determinati dalla mano dell'uomo, si stanno manifestando con improvvisi e violenti temporali che le cronache hanno etichettato come "Bombe d'Acqua". fenomeni sempre più frequenti dai quali, molto probabilmente, dovremo attenderci

L'estate che sta lentamente scemando ha fatto registrare sensibili innalzamenti delle temperature medie da giugno a agosto.

L'arrivo del maltempo con temporali e grandine arriva dopo che il mese di agosto ha fatto segnare una temperatura minima superiore di 2,3 gradi alla media, ma particolarmente caldo sono stati anche luglio (+3,9 gradi) e giugno (+2,2 gradi). E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Ucea nel commentare l'arrivo del maltempo nelle campagne dove sono in corso la vendemmia e le operazioni di raccolta delle coltivazioni, dalla soia al mais.

Se la pioggia interrompe le operazioni, la grandine - sottolinea la Coldiretti - è la piu' temuta in questo periodo per i danni irreversibili che provoca ai grappoli sui quali si sviluppano patologie, ma a preoccupare gli agricoltori sono anche i rischi per la frutta di stagione ancora da raccogliere.

Rischi quindi ancora per le operazioni agricole di settembre e ottobre con la raccolta delle grandi uve rosse autoctone Sangiovese, Montepulciano, Nebbiolo che si concluderanno addirittura a novembre con le uve di Aglianico, Nebbiolo e Nerello.

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
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