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Domenica, 04 Ottobre 2015 08:58

Mais e Soia, dati previsionali di settembre 2015

La produzione di mais globale prevista è in leggerissima contrazione e le scorte previste in riduzione del -2,8%. La produzione mondiale di semi di soia è in aumento soprattutto in USA determinata dalla maggiore resa dei terreni mentre al contrario le rese si sono ridotte in Ucraina e in Australia

MAIS: Dati previsionali per 2015-16
 La produzione globale di Mais per la nuova stagione 2015-16, iniziata il 1° Settembre, è stimata a 978.10 Mio t, -0.8% rispetto alle previsioni di Agosto, con contrazioni del raccolto negli Stati Uniti (-0.7%) e nell'Unione Europea (-6.8%). Ad esse si aggiungono riduzioni minori anche nelle Filippine, in Moldavia, Serbia e Tailandia.
 Le scorte globali finali sono previste a 189.69 Mio t (-2.8%).
 La produzione di Mais negli Stati Uniti è stata rivista al ribasso per le minori rese dei terreni (da 168.8 bushels/acro a 167.5). Nonostante la domanda mondiale sia in crescita, le esportazioni degli USA rimangono invariate e le scorte finali sono pertanto previste in diminuzione (-7.1%).
 Nell'Unione Europea si attende un minor impiego di Mais e Avena nell'alimentazione zootecnica, a favore di un maggior uso di Orzo e Frumento.
 Le importazioni di Mais sono stimate in aumento a 16 Mio t (+1 Mio t).

SOJA: Dati previsionali per 2015-16
 La produzione mondiale di semi di Soia per la nuova stagione 2015-16 (inizio della stagione: 1° Ottobre) è attesa a 319.61 Mio t, -0.44 Mio t rispetto alle previsioni di Agosto.
 Negli USA la produzione prevista è di 107.10 Mio t, grazie ad un incremento della resa dei terreni. Nella stagione in corso, sono aumentati impiego ed export di semi di Soia, determinando una diminuzione degli stock finali 2014-15 a 5.71 Mio t. Considerati i minori stock iniziali ed il maggior utilizzo, nella stagione 2015-16 si prevede un calo degli stock finali rispetto alle stime di Agosto (12.26 Mio t).
 La produzione di semi di Soia stimata per l'Ucraina si è ridotta, a causa della siccità di Agosto che ha abbassato la resa attesa. Anche in Canada la produzione è prevista in diminuzione per la minor resa dei terreni.
 Le importazioni cinesi di Soia sono confermate a 79 Mio t per la stagione 2015- 16, +2 Mio t rispetto alla stagione 2014-15 e + 8.64 rispetto alla stagione 2013-14.

(grafici in galleria immagini)

Mais farina

Domenica, 04 Ottobre 2015 08:39

Ismea, l'incertezza frena gli scambi

E' ancora stasi sui mercati vinicoli nazionali. I pochi scambi sono avvenuti sulla base di prezzi stazionari e per volumi scarsamente significativi, in un clima di attesa che potrebbe protrarsi anche nella prima decade di ottobre.

Roma - E' quanto emerge dalla consueta analisi Ismea contenuta nell'Overview sui mercati agroalimentari. Il principale freno sul mercato - spiega l'Istituto - resta l'incertezza, un fattore che sta ancora condizionando le trattative in tutti i centri di scambio nazionali, limitando la compravendita anche sul circuito delle uve da vino.
Analoga la situazione sul mercato degli oli di oliva, con i prezzi dei lampanti che restano orientati al ribasso e che potrebbero subire ulteriori cedimenti nel corso della settimana, influenzando anche il listino nazionale degli oli rettificati.

Nel comparto ortofrutticolo si attendono le prime contrattazioni sulle ortive di stagione (cavoli e finocchi saranno le prime specie autunnali a entrare sul mercato), mentre le varietà estive, disponibili ormai in quantità limitate, registrano alcuni scadimenti qualitativi che potrebbero penalizzarne il collocamento.
Prezzi ancora sostenuti, ma in ulteriore contrazione, per le insalate, con maggiori afflussi dal Veneto e dai centri di raccolta siciliani. La tendenza al ribasso proseguirà anche questa settimana, prevede l'Ismea, in un mercato che sta andando gradualmente normalizzandosi dopo una fase di eccezionale carenza d'offerta e di quotazioni particolarmente elevate.
Per la frutta si registra una tenuta dei valori sul mercato di mele e pere, con prezzi per entrambe le pomacee superiori ai livelli dell'anno scorso. Procedono a buon ritmo le operazioni di raccolta e stoccaggio, mentre è alle battute finali la campagna di commercializzazione di pesche, nettarine e susine con acquisti solo per le partite di migliore qualità.
Resta sotto tono il mercato delle uve da tavola, con penalizzazioni soprattutto per la varietà Italia. Più stabili le quotazioni della Red Globe, ma è prevedibile un proseguimento dell'attuale fase di debolezza conseguente anche a uno scadimento qualitativo del prodotto pugliese, danneggiato dalla grandine.
La campagna delle nocciole è partita con prezzi in flessione rispetto alla scorsa stagione, che era stata però caratterizzata da una produzione eccezionalmente scarsa. E' prevedibile nelle prossime settimane un assestamento al rialzo dei valori, in previsione di un'offerta non particolarmente pressante dalla Turchia, principale produttore mondiale, dove le scorte risultano quasi azzerate e i raccolti, seppure più abbondanti rispetto allo scorso anno, sono stimati al di sotto della media storica.

In una fase di equilibrio tra domanda e offerta, le quotazioni dei suini da macello e quelle dei suinetti da ingrasso non registrano variazioni sostanziali. E anche nel circuito dei tagli, sia i listini delle cosce sia quelli dei lombi e delle altre carni destinate al consumo fresco confermano i livelli della settimana precedente.
Qualche rialzo potrebbe invece verificarsi per i ristalli bovini, a seguito della sospensione delle importazioni dei capi francesi dopo l'emergenza blue tongue. Lo spostamento degli approvvigionamenti nazionali su altri mercati sta già determinando rincari diffusi, in particolare per i capi irlandesi, con ripercussioni a valle della filiera. In Italia, anche a fronte di una minore disponibilità, si registrano tensioni sui listini dei capi da macello e dei tagli, sia per la linea del vitellone che per quella del vitello.
Ancora positivo il mercato degli avicoli, anche se la domanda, rispetto ai giorni scorsi, appare meno tonica e più attenta al fattore prezzo. Il mercato dei conigli, dopo i recenti rincari, potrebbe adesso entrare in una fase di graduale assestamento, anche in considerazione della maggiore pressione di prodotto d'importazione, soprattutto francese, e del rallentamento dei consumi interni. Infine, riguardo alle uova, in assenza di fattori che potrebbero alterare l'equilibrio di mercato attuale, non è prevista nessuna variazione di prezzo nel corso di questa settimana.

Relativamente ai lattiero-caseari, nei prossimi giorni potrebbero verificarsi ulteriori lievi rialzi dei prezzi per le materie grasse, burro in particolare, a fronte di un andamento comunque regolare degli scambi. Per quanto riguarda i formaggi, i listini non dovrebbero invece registrare scossoni, in un contesto di vendite ancora stagnati sul mercato interno, ma positive sul fronte estero. Ancora in calo il prezzo del latte: i dati Ismea a consuntivo relativi al mese di agosto attestano una flessione dello 0,8% su base mensile, con il valore medio che da 35,45 euro/100 litri di luglio si è portato a 35,18 euro.

Pressoché stabili anche i prezzi dei cereali, con qualche probabile ulteriore ribasso solo nel caso del frumento duro, per l'affluenza sul mercato nazionale di prodotto canadese. Le quotazioni di frumento tenero, mais e orzo, invece, in ragione di una dinamica degli scambi piuttosto contenuta, dovrebbero confermare i livelli della scorsa settimana. Sul mercato della soia i listini potrebbero subire un'ulteriore lieve flessione, sulla scia degli andamenti internazionali e del progressivo ampliamento dell'offerta interna con il procedere delle operazioni di raccolta.
(Fonte Ismea - 28 settembre 2015)

Mercoledì, 30 Settembre 2015 19:23

Mercati agricoli ancora nel segno della stabilità.

In attesa della definizione degli accordi pluriennali tra Cina e USA e della pubblicazione di dati USDA (questa sera) il mercato delle materie prime si mantiene ancora su prezzi "popolari".

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 23 settembre 2015 -
Dopo la leggera spinta "emotiva" a risalire di venerdi scorso (25/9), dovuto probabilmente agli accordi in via di definizione tra Cina e Russia, il mercato delle materie prime non ha mostrato ulteriori segnali in questo primo inizio di settimana in attesa dei dati USDA.

Indicatori internazionali 30 settembre 2015
l'Indice dei noli è leggermente sceso a 926 punti, il petrolio staziona attorno a 45 dollari al barile e il cambio ha subito una leggera flessione positiva salendo a 1,1232.

MP 30set15

In generale i prezzi stazionano ancora sul fondo per effetto delle varie tempeste finanziarie e a meno di sorprese provenienti dalla pubblicazione dei dati USDA gli operatori non si attendono, almeno nel breve periodo, aumenti significativi. (vedi grafici frumento e Soia anche in galleria immagini)

Frumento 26set15 Soia 26set15

Mercato interno
Gli oleifici stanno operando per comprime il prezzo del seme di soia arrivando a offrire 325€/ton arrivo agli impianti per merce pronta secca.
Mercati sempre calmi per le proteine. La farina di soia proteica è stata trattata, su tutto il 2016, a 345 euro partenza al porto di Ravenna mentre la normale a 338 euro partenza dal porto di Venezia.

Il mercato delle bioenergie continua a muoversi sul Mais e suoi derivati dove però i venditori stanno assumendo un atteggiamento rialzista e la platea del rifiuto riguarda più i casi di DON invece delle Aflatossine.




(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

Officina Commerciale Commodities srl - Milano

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Pubblicato in Agroalimentare Emilia
Mercoledì, 30 Settembre 2015 08:31

Lattiero caseario, tirano solo le materie grasse

Listini in salute per il burro e le altre materie grasse. Inalterati i prezzi dei formaggi duri che continuano a soffrire della stagnazione dei consumi interni. Lievissimo rimbalzo per il latte spot limitatamente a quello di provenienza estera.

Di Virgilio. Parma 30 settembre 2015

LATTE SPOT Arresto del prezzo del latte spot. Solo un lieve rimbalzo è da segnalare per il latte pastorizzato spot di provenienza estera (+0,75%). In particolare il latte crudo spot nazionale è fermo nell'intervallo compreso tra 36,09 e 37,12€/100 litri di latte mentre lo spot pastorizzato estero con l'incremento registrato si colloca tra 34,02 e 35,05 €/100 litri latte.

BURRO E PANNA Listini del burro ancora in ascesa. Sette centesimi guadagnati da tutti i listini milanesi. +4,35% (1,20€/kg) anche per lo zangolato parmense con la prospettiva di un nuovo aumento sensibile nella prossima seduta di venerdì in considerazione della replica registrata ieri mattina alla borsa reggiana (1,27€/kg). Al galoppo invece da diverse settimane il listino della Crema di Latte contrattata a Milano che guadagna altri 6 centesimi (1,58€/kg) e analogamente la panna di centrifuga veronese prosegue la risalita seppure con un leggero distacco (1,50-1,55€/kg)

Borsa di Milano 28 settembre:
BURRO CEE: 2,67€/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 2,87€/Kg.
BURRO PASTORIZZATO: 1,87€/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 1,67€/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE: 1,58€/Kg.

Borsa Verona 28 settembre:
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 1,50-1,55 €/Kg.
Borsa di Parma 25 settembre:
BURRO ZANGOLATO: 1,20€/kg.
Borsa di Reggio Emilia 29 settembre
BURRO ZANGOLATO: 1,27 1,27€/kg.

Burro 40 15

GRANA PADANO Ancora nessuna variazione ha riguardato i listini del Grano Padano.
Nello specifico i listini milanesi hanno confermato la forbice compresa tra 6,30 e 6,40 €/kg per la quotazione del 9 mesi e tra 7,05 e 7,70 è l'intervallo di prezzo per il 15 mesi d'invecchiamento.

PARMIGIANO REGGIANO La flessione registrata a metà estate non è ancora stata colmata e i prezzi del Parmigiano Reggiano stagnano. Confermati quindi i prezzi alla piazza di Parma che lo lo scorso 18 settembre ha registrato l'intervallo 7,40-7,75€/kg relativamente al 12 mesi di stagionatura e tra 8,45 e 8,80€/kg per il 24 mesi d'invecchiamento.

(Grafici CLAL in fondo pagina)

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Quali prospettive per il Parmigiano Reggiano? Se ne è discusso a Noceto (Parma) con il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano Giuseppe Alai e la Vice Presidente Monica Venturini. A tappe forzate verso la modifica del disciplinare per fronteggiare il prossimo decennio.

di Lamberto Colla Noceto (PR), 29 settembre 2015
Il settore lattiero caseario sta attraversando una delicata fase di transizione compresso come è dalla contrazione dei consumi interni e dalla liberalizzazione a seguito della fine del regime delle quote latte.
Il Parmigiano Reggiano non si sottrae alla crisi che coinvolge l'intero settore ma può, anzi deve, trovare la strada in grado di riportarlo a emergere attraverso l'inasprimento dei contenuti qualitativi e distintivi del prodotto.

E' questo, in breve sintesi, il pensiero espresso dal Presidente Giuseppe Alai in occasione del convegno organizzato dal Centro di Consulenza Agriverde lo scorso martedi 29 settembre.

Quali prospettive per il futuro? E' la domanda che si pongono gli allevatori del comprensorio e che è stata girata ai massimi vertici del Consorzio Giuseppe Alai e Monica Venturini, presidente e vicepresidente rispettivamente, dal rappresentante di Agriverde, Mauro Scaccaglia il quale, introducendo i temi del convegno, ha voluto aggiungere altri argomenti caldi come l'utilizzo del robot di mungitura e la sua finanziabilità nell'ambito del Piano di Sviluppo Rurale.

PRRE Noceto 29set151

A rispondere a questi ultimi interrogativi è stata Monica Venturini sottolinenando che "stante al disciplinare attuale non vi è uno specifico divieto all'utilizzo del Robot di mungitura salvo il fatto di rimanere nell'arco temporale delle 4 ore di mungitura e delle 2 ore di trasporto". Si apre invece, secondo la dirigente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, il tema della economicità e a tal riguardo invita gli allevatori a fare bene i conti. "da più parti del territorio, prosegue Monica Venturini, viene la richiesta di utilizzare il "robot" per poter fare un minor ricorso alla manodopera ma ad oggi non abbiamo studi concreti per affermare con sicurezza che la tecnologia sia da favorire o meno." Per quanto concerne la finanziabilità dell'impianto attraverso il PSR, secondo la vice presidente, non sussistono delle specifiche limitazioni e perciò "potete fare domanda di finanziamento ma attenzione ai conti perché è un impianto che mi dicono vada bene per le medie stalle quelle da 60-65 vacche".

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Se dalla tecnologia potrebbe giungere un'aiutino alla economicità del processo produttivo è invece dal miglior posizionamento di mercato del prodotto che deve derivare quella quota di marginalità in grado di garantire la redditività d'impresa e il rinnovamento del disciplinare di produzione del "Parmigiano", in discussione in questi ultimi mesi, potrà dare nuovo impulso positivo sia al tema connesso ai costi di produzione sia al miglior posizionamento e affermazione del prodotto sui mercati di riferimento.

Sull'argomento è perciò chiamato a intervenire il Presidente Giuseppe Alai il quale, ancor prima di entrare nel cuore degli argomenti coglie l'occasione di una platea composta prevalentemente da operatori della filiera per fare chiarezza in merito a quattro argomenti molto dibattuti fuori dalle sedi istituzionali.

Una premessa indispensabile - anticipa Alai - per fare chiarezza e si comprenda la verità su alcune questioni di moda in questo periodo "senza girare intorno agli argomenti ma in modo aperto e chiaro e che sono: la promozione che fa il consorzio e perché si vede sempre il Grana Padano? La "pubblicità gratuita" di Pornhub, perché il sugo Barilla porta il Grana Padano e non il Parmigiano Reggiano e infine perché il consumo è solo nelle zone d'origine e nelle regioni limitrofe. Per il primo argomento la differenza la fa la disponibilità di risorse, 40 milioni del Grana Padano contro i 20 del consorzio".

I dati illustrati da Alai sono, come dallo stesso evidenziato, facilmente rintracciabili su internet nel sito del Grana Padano. Dati dai quali si evince che la possibilità di investimento sul territorio nazionale è di 1 a 5 nonostante entrambi i consorzi sostengano spese di funzionamento per 9 milioni e 5 milioni di promozione sull'estero. La differenza la fanno i 18 milioni che il Grana Padano acquisisce dalla marchiatura differenziata quindi dalle sanzioni per la maggiore produzione.

PRRE Spot Porno Pornohub

 

Entrando nel secondo argomento caldo, ovvero la pubblicità derivata dallo spot di Pornhub, la questione riguarda l'utilizzo del marchio non autorizzato mentre nulla di osceno è stato mostrato. "Oggi quello spot, sottolinea Alai, è visibile su tutti i siti internet ma nella sua limpidezza dove si vede questo signore che paragona la qualità premium del sito pubblicizzato come lo è il Parmigiano Reggiano nel suo settore. Terzo elemento caldo dicevamo è il sugo Barilla. Noi ci siamo dati una regola ben precisa per autorizzare l'esposizione del parmigiano reggiano in etichetta. Occorre che vengano rispettate due condizioni: che vi sia almeno il 4% sul peso complessivo e che sia l'unico formaggio utilizzato." Venendo infine all'ultimo argomento "fuori tema" il presidente, dati Nielsen alla mano, smentisce il luogo comune che il Parmigiano Reggiano sia consumato solo in zone limitate della penisola. Anzi la distribuzione è invece molto omogenea e non vi è un'area Nielsen che non abbia una copertura inferiore al 20% con punte del 28% e del 23% nelle isole.

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Esauriti quindi questi argomenti di corollario il presidente entra nella illustrazione degli elementi in discussione nel travagliato percorso che sta conducendo alla modifica del disciplinare di produzione.

"Nel caso nostro - sottolinea Alai - deve rimanere saldissimo il legame con il territorio e la differenziazione dagli altri prodotti."

La qualità perciò come valore distintivo e in questa ottica anche la temperatura contribuisce a qualificare il Parmigiano Reggiano. Vero è che il processo di caseificazione va ugualmente a buon fine anche a temperature inferiori ai 18 gradi come alcuni operatori sostengono ma, secondo gli esperti interpellati dal Consorzio, sotto ai 18 gradi la carica batterica mesofila, quella ritenuta utile a generare i fattori di tipicità del parmigiano reggiano, viene compromessa abbattendo perciò il tasso di distintività e tipicità del prodotto.

Altro elemento in discussione è la gestione dei magazzini che deve essere migliorata.

Molto si sta discutendo sullo dibattuta  sbiancato e la possibiità che sia oggetto di ritiro e destinato al consumo fresco. Una decisione che si lega a doppio filo anche all'ultimo tassello in discussione e che riguarda i controlli in grattugia. Alcuni vorrebbero che vi fossero dei controlli diretti in fase di lavorazione sui 27 centri di grattugia oggi presenti sul territorio, cosa che comporterebbe l'assunzione di 54 addetti e un costo di oltre 2 milioni di euro, altri invece che i controlli avvenissero sul prodotto grattugiato. Attraverso l'analisi degli isotopi, della lisozima e altri indicatori, si sarebbe in grado di intercettare le composizioni che non rispettano disciplinare. Unico neo sarebbe rappresentato dallo sbiancato che non potrebbe essere individuato per effetto della familiarità con il Parmigiano Reggiano ed è questo un motivo in più a sostegno di coloro che propendono verso le tesi del ritiro di questa particolare tipologia merceologica.

A conclusione del convegno intervengono il Vicesindaco Desolina Bizzi e il Sindaco di Noceto Fabio Fecci i quali, oltre ai saluti di rito, invitano a investire su questa pregiatissima produzione così fortemente radicata anche nel comune nocetano. Compatibilmente con le sempre più limitate possibilità di erogazione dovute al patto di stabilità che blocca le spese anche a quelle amministrazioni che hanno le risorse in cassa (2,4 milioni disponibili ma non utilizzabili dal comune di Noceto) l'amministrazione comunale è disponibile a affiancarsi alle iniziative in grado di promuovere la qualità del Parmigiano e perciò vedrebbero bene un maggior coinvolgimento del Consorzio del Parmigiano Reggiano nella splendida e partecipata corsa Farm Run che ha avuto il battesimo lo scorso agosto a Noceto.

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Pubblicato in Agroalimentare Parma
Domenica, 27 Settembre 2015 11:42

Quali prospettive per Parmigiano Reggiano

Se ne discuterà il prossimo martedi 29 settembre a partire dalle ore 10,00 presso la Sala Civica del Comune di Noceto (PR). Interverranno il Presidente del Parmigiano Reggiano Giuseppe Alai e la Vicepresidente Monica Venturini.

Noceto (PR) - 27 settembre 2015

La crisi che sta travolgendo il settore lattiero caseario nazionale ha coinvolto anche il Formaggio Parmigiano Reggiano.
Misure importanti sono state, per tempo, poste in essere dal Consorzio del Parmigiano Reggiano anche in previsione della della fine del regime delle quote latte, una per tutte l'avvio del progetto delle Quote Formaggio.

Per discutere sulle prospettive future, Agriverde, ha organizzato per il prossimo martedi 29 settembre alle 10,00 presso la Sala Civica di Noceto (Parma) un incontro con il Presidente Giuseppe Alai e la Vice-Presidente Monica Venturini per confrontarsi con gli allevatori e i presidenti dei caseifici.

I temi che verrano dibattuti:

1. Avvio del P.S.R.: quali tecnologie al servizio del Parmigiano Reggiano?
2. Prospettive di mercato del Parmigiano Reggiano
3. Parmigiano Reggiano e salute. Le valutazioni dal convegno recentemente organizzato a Expo 2015
4. dibattito e varie

L'incontro, fa sapere Agriverde, è aperto al pubblico. Martedi 29 settembre alle 10,00 presso la Sala Civica di Noceto (Parma)

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 39 27 settembre 2015 - Cereali, la quiete prima della tempesta? Fiscalità agricola, quanto costerà alle impresa il regalo del Governo? I prezzi agricoli hanno rialzato la cresta in agosto scorso. Mais e soia, le previsioni di settembre. Tedeschi rivisti e (s)corretti.
(in allegato il formato pdf scaricabile)

1.1 editoriale DAS(H) AUTO
3.1 cereali Mercati agricoli. La quiete prima della "tempesta"?
4.1 Lattiero caseario Lieve recupero del burro
5.1 mais e soia mais e soia: previsioni settembre 2015
6.1 Mercati agricoli Ismea. "AgrOsserva" - Speciale secondo trimestre 2015.
7.1 vino Gran finale frizzante a Pianello per il Valtidone Wine Fest
7.2 parmigiano reggiano Quali prospettive per Parmigiano Reggiano
7.3 pomodoro Il Festival del Pomodoro si presenta a Expo 2015
8.1 expo 2015 Expo. Il "World Food Research and Innovation Forum" oltre l'esposizione universale
8.2 fiscalità agricola IMU e Irap, i costi del loro funerale.
9.1 prezzi agricoli Ismea, prezzi agricoli rialzano la testa ad agosto
10.1 promozioni "vino" e partners

Cibus 39 27set2016 COP

Domenica, 27 Settembre 2015 10:02

Ismea. "AgrOsserva" - Speciale secondo trimestre 2015

Flash update rapporto "AgrOsserva" - Speciale secondo trimestre 2015 e previsioni dell'anno. Quasi il 50% delle imprese si è orientata alla green economy.
Roma, 21 settembre 2015

La proiezione per l'intera annata 2015 resta saldamente positiva per l'agricoltura italiana che, in base alle stime Ismea, potrebbe chiudere il 2015 con un aumento del 3-3,5% del valore reale della produzione (a prezzi costanti) e del 2-2,5% per la stessa variabile calcolata a prezzi correnti.
Lo rivelano Ismea e Unioncamere nel Flash Update di AgrOsserva pubblicato oggi.

Gli elementi finora disponibili e le aspettative sugli sviluppi produttivi da qui a fine anno lasciano prevedere un'evoluzione migliorativa delle dinamiche occupazionali in agricoltura, che chiude il secondo trimestre dell'anno con un incremento del 2% degli occupati, dopo la già positiva performance del 2014 (+1,6%).

L'attesa frenata congiunturale del valore aggiunto agricolo (-1,1% sul primo trimestre 2015) non ha infatti smorzato una dinamica produttiva annuale positiva e in accelerazione (+1,7% il valore aggiunto sul secondo trimestre 2014 vs il più 0,6% tendenziale rilevato nel primo quarto d'anno).

Anche per l'industria alimentare, sottolinea AgrOsserva, la previsione, a tutto il 2015, indica una crescita, seppure moderata, con un aumento dello 0,3% della produzione (a prezzi costanti e al netto degli effetti di calendario) e dell'1,5% del fatturato calcolato ai prezzi ex fabbrica.

L'orientamento positivo delle indicazioni previsionali nell'agroalimentare è ancora principalmente associato a una prospettiva di crescita sostenuta (e in ulteriore accelerazione) delle esportazioni del settore, che nel primo semestre 2015 hanno registrato un incremento dell'8,1% rispetto al corrispondente periodo del 2014, contro il più 6,2% del primo quarto dell'anno. A fine anno è ipotizzabile attendersi un valore delle esportazioni di prodotti agroalimentari attorno ai 37 miliardi di euro, contro i 34,3 miliardi registrati nell'intera annata 2014.

La componente dei consumi resta invece la più fragile, seppure in lento rafforzamento. Nel primo semestre 2015 i dati Ismea-Nielsen sulla spesa delle famiglie italiane in alimenti e bevande indicano un incremento ancora molto modesto: dello 0,1% su base annua (il dato è stato rivisto al rialzo rispetto al meno 0,1% pubblicato nel numero di AgrOsserva di agosto).

Il 2015 potrebbe chiudere comunque con un risultato leggermente migliore. Si prevede a fine anno uno 0,3% di crescita cumulata nei dodici mesi, modesta ma indicativa di un cambio di direzione dei consumi, se confrontata con la dinamica negativa del 2014 (-1%).

Quanto alle dinamiche del credito, lo stock dei prestiti bancari alle imprese del settore primario (tra impieghi vivi, sofferenze e pronti contro termine attivi) ha fatto registrare, a luglio 2015, in base ai dati Banca d'Italia, un incremento dell'1,3% su base annua, portandosi a 44,6 miliardi di euro. L'evoluzione del credito in agricoltura appare ancora in controtendenza con la dinamica generale dei finanziamenti alle imprese che hanno invece subito, sempre in termini di consistenze, una flessione tendenziale a luglio 2015 del 2,3%, scendendo a 903,2 miliardi di euro. La quota dei finanziamenti bancari al settore primario, in rapporto agli impieghi totali destinati alle imprese non finanziarie, resta invariata al 4,9%.

GREEN
Un altro elemento positivo che si evince dal Flash update di AgrOsserva, è il crescente orientamento dell'agricoltura italiana verso modelli di sviluppo più sostenibili. Un'analisi di Unioncamere sul tema della Green economy mostra infatti come quasi la metà delle imprese agricole con dipendenti, negli ultimi tre anni (2012-2014), si sia impegnato nello sviluppo e nell'implementazione di metodi e tecnologie finalizzati alla riduzione dei consumi di energia ed acqua. E anche per il prossimo triennio, 10 aziende su 100 dichiarano di volere realizzare investimenti in tecnologie ambientali.
(fonte ismeaservizi 21 settembre 2015)

Domenica, 27 Settembre 2015 09:13

IMU e Irap, i costi del loro funerale.

Dalla terra promessa alla terra dei fuochi. Quello che il Governo con una mano regala con l'altra toglie con gli interessi. L'assessore all'agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, fa i conti e se si confermasse l'ipotesi sarebbe un bilancio in forte perdita per gli agricoltori.

di Virgilio - Parma, 27 settembre 2015 -

C'era entusiasmo alle stelle quando il Presidente del Consiglio, all'interno dell'arena "Coldiretti" allestita a Expo 2015, lanciava l'ennesima promessa di tagli e agevolazioni.

Una ventata di ottimismo contagiosa che subito ha rimbalzato su milioni di tubi catodici.

Le perplessità sulla fattibilità di una operazione di tale portata le avevamo espresse in più occasioni e i primi sospetti che "qui gatta ci cova" erano venuti durante l'intervista del premier a "Porta a Porta" quando si lasciò sfuggire che ai comuni sarebbero andate le risorse di copertura alle imposte alienate.

Certamente la nuova boutade di Renzi gli ha fatto risalire la china della popolarità ma che ora mette sotto la lente di ingrandimento ogni piccola operazione o tentativo di recuperare i regali tanto sbandierati.

Expo Renzi assemblea Coldiretti 14set15

A opporre un attacco frontale con tanto di numeri ci ha pensato l'Assessore Regionale All'agricoltura della Lombarda, Gianni Fava, il quale, senza peli sulla lingua, dichiara che "Il taglio a Imu e Irap in agricoltura, annunciato da Renzi e Martina, é una fregatura colossale, che, per dare un beneficio agli agricoltori di 460 milioni di euro,
toglie al comparto un miliardo e 20 milioni". L'Assessore sembra essere ben informato tant'è che entra nel dettaglio di quelli che potrebbero essere i le voci coinvolte in questa operazione di rastrellamento compensativo e qualcosa in più.

"In base alle dichiarazioni - prosegue l'Assessore lombardo - del ministro Martina delle scorse settimane, il gettito Imu in agricoltura è di 260 milioni, mentre l'Irap ammonta a 200 milioni – ricorda Fava -. Ma, anche ammesso e non concesso di azzerare le due poste con questa norma, la copertura va fatta in altro modo e, dalle schede che girano informalmente, la penalizzazione ammonta a un miliardo.

Viene infatti azzerata l'agevolazione sul gasolio agricolo, che da sola vale 700 milioni, viene ammortizzato il vantaggio sull'imposta di registro, vengono cioè portate le transazioni di registro dall'1 per cento a 9 per cento, che vale, secondo le stime del Tesoro, 100 milioni di euro.
In più viene eliminato il vantaggio della forfettizzazione alle aziende che fatturano più di 2 milioni di euro e questa operazione vale, secondo i calcoli che circolano informalmente, 220 milioni di euro. In totale fa 1 miliardo e 20 milioni, alla faccia del saldo invariato".

In pratica, secondo l'assessore Fava, "si tratta di una presa in giro galattica e mi stupisce che il mondo agricolo abbia applaudito in modo entusiastico; temo che qualcuno non glielo abbia spiegato bene".
"Mi preoccupa il silenzio delle organizzazioni sindacali – ammette Fava -, soprattutto perché l'annunciato decreto colpisce gravemente l'agricoltura del Nord. Oltre il 50 per cento del gettito arriverà dal sistema agricolo della Lombardia, ma, nondimeno, a farne le spese saranno gli agricoltori del Centro e del Sud, perchè il taglio del gasolio agricolo colpirà l'ortofrutta in primis e le produzioni di cereali".

In attesa di riscontro varrebbe la pena che le Organizzazioni Agricole si mobilitassero per verificare, approfondire e soprattutto prevenire ogni fattore di rischio di recitare il definitivo de profundis dell'agricoltura nazionale.

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
Domenica, 27 Settembre 2015 08:37

Ismea, prezzi agricoli rialzano la testa ad agosto

Crescita del 4% su luglio e del 3,3% su base annua per spinte ortofrutticoli. Speculare e deflativa la tendenza di fondo: indice "core" al -3,3% annuo.

Roma, settembre 2015

Dopo l'andamento decrescente dei precedenti tre mesi ad agosto la dinamica dei prezzi agricoli torna positiva. Con un valore pari a 112,5 l'Indice dei prezzi agricoli alla produzione elaborato dall'Ismea (base 2010=100) registra un aumento sia rispetto a luglio (+4%) sia su agosto del 2014 (+3,3%).

I prezzi al consumo dei beni alimentari e delle bevande, alcolici inclusi, risultano - dalle indicazioni dell'Istat sempre riferite ad agosto - pressoché stabili su base mensile (+0,1% rispetto al livello di luglio), mentre nel confronto annuo confermano una tendenza inflativa (+0,9%).

L'Indice "core" dell'Ismea - che coglie la tendenza di fondo dei prezzi agricoli, scorporando dal calcolo dell'indicatore i prodotti ortofrutticoli, più volatili e maggiormente influenzati da fattori stagionali - si posiziona ad agosto a 115,7 (2010=100) e conferma una dinamica mensile in ascesa (+0,8% rispetto a luglio 2015). La comparazione col dato corrispondente di agosto 2014 rimane invece negativa, segnalando un meno 3,3%.

Nel comparto dei prodotti vegetali l'incremento mensile dei prezzi (+6,8%, dopo il -1,8% registrato a luglio), riflette principalmente il forte aumento delle quotazioni degli ortaggi di stagione (+23%). Positiva, nel mese di analisi, anche la dinamica dei prezzi degli oli di oliva (+2,9% su luglio), della frutta (+1,2%), dei cereali (+0,4%) e dei vini (+0,4%). Invariati i listini delle colture industriali, mentre segnano una variazione negativa i prezzi della soia (-0,5%).

Per i prodotti zootecnici, l'avanzata dei prezzi si conferma decisamente più contenuta (+0,8% sempre su base mensile), sintesi dei rialzi che hanno interessato i capi suini (+7,6%) e gli ovi-caprini (+1,4%) e della contrazione dei prezzi di conigli, avicoli e bovini (rispettivamente, -1,9%, -0,6% e -0,3%). In ulteriore flessione le quotazioni dei lattiero-caseari (-0,6%).

Su base annua, come evidenziato, la tendenza complessiva si conferma al rialzo (+3,3%), per l'effetto combinato dell'ascesa dei listini del comparto vegetali (+14,5% rispetto ad agosto 2014) e del deprezzamento dei prodotti zootecnici (-7,4% rispetto ad agosto 2014). I forti rincari degli oli d'oliva (+52,5%), degli ortaggi (+32,4%) e della frutta (+12,2%) spiegano, ancora una volta, l'inflazione dell'intero aggregato delle coltivazioni, nell'ambito del quale, di converso, viene confermata la tendenza negativa dei listini di vini, semi oleosi e colture industriali.

Nel comparto zootecnico, invece, la tendenza al ribasso dei prezzi è ascrivibile sia al bestiame vivo (-4,4%) che ai lattiero-caseari (-9,7%).

Ad agosto - conclude l'Ismea - la variazione acquisita dei prezzi agricoli per l'intera annata 2015 è pari al +0,4% e inverte la tendenza rilevata fino al mese scorso (quando era risultata pari al -1,3%). La variazione calcolata a partire dall'Indice core passa invece dal meno 3,5% di luglio al meno 3,1% di agosto.

(Fonte Ismeaservizi Roma, 17 settembre 2015)

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