Domenica, 26 Maggio 2024 21:02

Evviva, Principe Charles! In evidenza

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Evviva, Principe Charles! Fotografia "Scuderia Ferrari HP" Facebook page

Leclerc rompe l'incantesimo e trionfa, in lacrime, nella sua Monaco. Vince davanti a Piastri e Sainz. Per Red Bull weekend da incubo

 

di Matteo Landi 26 maggio 2024 - 

"All'uscita del tunnel facevo fatica a vedere dalle lacrime". Negli ultimi giri con la mente ha ripercorso la sua vita, con il pensiero rivolto a coloro che non avrebbero potuto gioire con lui da lì a pochi minuti. Suo padre Hervé, venuto mancare nel 2017, con il quale ha condiviso tutta la sua carriera agonistica fino ad un passo dalla tanto sognata Formula 1. Jules Bianchi, il grande amico e mentore, vittima di un terribile incidente nella massima Formula durante il GP del Giappone 2014 e deceduto nove mesi dopo. Charles Leclerc si era avvicinato già due volte a coronare il sogno più grande: trionfare sulle strade di casa sua. Nel 2021, con una Ferrari non certo irresistibile, artigliava una pole position stupenda. Salvo doversi arrendere addirittura prima del via della gara, in quanto la squadra non aveva controllato adeguatamente la vettura da lui incidentata subito dopo aver segnato il miglior tempo. Nel 2022 conquistava un'altra pole position, ma in gara una strategia errata gli faceva perdere persino il podio. Stavolta tutto è filato liscio, la squadra non ha fatto errori e lui ha marciato alla grande fin dal venerdì. Prove dopo prove il Principe di Monaco è sempre stato lui. Dalle libere alla qualifica, concentrato, rapidissimo. La vettura l'ha assecondato ma lui ha messo in campo tutta la sua classe, facendo capire agli altri che non ci poteva essere storia. Dopo la pole position non ha festeggiato, rimanendo focalizzato al massimo sull'obiettivo importante, la vittoria della gara. Quel trionfo sulla pista di casa mai arrivato prima d'oggi e tanto desiderato. Il gradino più alto del podio sfuggiva a Leclerc dal lontano 10 luglio 2022. Ora, in un magico weekend il pilota n°16 ha concretizzato il suo sogno, interrompendo anche un digiuno che iniziava a pesare sul morale del monegasco. Ed adesso il pilota nato nel Principato è secondo nel mondiale a soli 31 punti dal leader Verstappen. E la Ferrari nel campionato costruttori insegue Red Bull ad appena 24 lunghezze di distacco al termine di un weekend che ha segnato un brutto passo falso per il team campione del mondo in carica, comunque ancora favoritissimo nella corsa all'iride.

Leclerc, quarto vincitore in un mondiale a due velocità

Il mondiale 2024 di F1 racchiude due competizioni ben distinte. Da una parte vi sono, vicinissime, Red Bull, Ferrari e McLaren, con Mercedes pronta ad approfittare dei loro eventuali passi falsi, dall'altra sei squadre, staccate dalle prime soprattutto in termini di passo gara, con Aston Martin ormai inglobata dalla pancia del gruppo. Dopo un 2023 monocorde alzi la mano chi avrebbe scommesso sulla presenza di ben 4 piloti vincitori nei primi otto weekend 2024. Verstappen fa ancora la voce grossa, con cinque centri, ma anche lui, al volante di una Red Bull veloce ma bizzosa, sta riscoprendo l'amaro gusto della sconfitta. La grandezza di Max rimane, come testimonia l'imbarazzante (per Perez) confronto con il suo team mate. A Monaco il messicano si è qualificato solo 18esimo, partendo poi 16esimo grazie alla squalifica al termine delle prove ufficiali delle due Haas per irregolarità tecniche. Partendo così indietro si è subito ritrovato protagonista incolpevole di una terribile carambola che ha visto proprio le due monoposto del team americano chiuderlo a sandwich, con Magnussen nei panni di un folle kamikaze (meriterebbe una sana squalifica, ma la Federazione quando si tratta di usare il pugno duro si squaglia come neve al sole...). Verstappen invece è comunque spiccato in qualifica, con una vettura difficile e troppo rigida: solo sesto ma a circa tre decimi dal poleman. Monaco può essere pazza, vedi le molte edizioni caratterizzate da incidenti e tanti ritiri, o soporifera, in termini di sorpassi, difficili sull'angusto tracciato cittadino (ancor di più date le misure oversize delle attuali monoposto). Questa edizione è stata un po' l'una, ma per un solo giro, quello della bandiera rossa scatenata dal già citato brutto incidente, e un po' l'altra versione del GP di Monaco, con pochissimi sorpassi. Però una corsa molto tesa dati i distacchi irrisori fra i primi, Leclerc, Piastri, Sainz e Norris, nell'ordine, ed emozionante per l'attesa di un tanto sperato successo maturato fra le lacrime di tutti, Principe Alberto II di Monaco compreso. Tutto sommato se non fosse stato per quest'ultimo aspetto avremmo parlato di una corsa monotona: alla fine della gara i primi dieci classificati sono stati gli stati gli stessi delle qualifiche. Ed anche il grande Max Verstappen niente ha potuto, arrendendosi ad un mesto sesto posto ed all'impossibilità di superare un Russell sensibilmente più lento nel finale.

Ferrari e McLaren al vertice. Red Bull, per una volta, in affanno

Ferrari-McLaren-Ferrari-McLaren. A leggerla così sembra di essere tornati agli anni d'oro della Rossa di Schumacher, quando il tedesco ed il team di Todt e Montezemolo si ritrovavano a lottare con le frecce d'argento, ora color papaya. Anzi, a Monaco, la McLaren ha corso con i colori del Brasile in onore di Ayrton Senna, sei volte vincitore sulle stradine del Principato. Detto di Leclerc è giusto rimarcare il grandioso podio del giovane australiano Piastri, davanti all'altro ferrarista Sainz, visibilmente felice del successo del compagno di Scuderia. Il pilota n°55 ha rischiato di veder compromessa la sua gara pochi metri dopo la partenza, quando si è ritrovato con una gomma floscia dopo aver toccato la McLaren di Piastri. La bandiera rossa esposta a causa della carambola del primo giro lo ha rimesso in corsa. Norris, quarto, ha fatto quel che ha potuto, ma senza un errore dello spagnolo non ha mai avuto una concreta possibilità di agguantare la terza piazza. Per una volta, come detto, Red Bull non solo non ha recitato la parte della protagonista, ma si è addirittura ritrovata, con l'unico pilota rimasto in corsa, in lotta con una pessima Mercedes. Per la compagine di Horner si è trattata di una brutta battuta d'arresto le cui motivazioni sono riconducibili ai distacchi veramente ridotti che vi sono fra le prime squadre, tali da non perdonare il minimo passo falso, ed alle caratteristiche di un tracciato che mal si sposa con una vettura molto rigida. Verstappen ha terminato la gara appena davanti ad un Hamilton parso comunque sereno, evidentemente alla luce di un futuro che crede migliore considerando lo stato di forma dell'attuale Ferrari e le difficoltà di una Mercedes lontana anni luce da quell'armata micidiale che gli ha permesso di aggiudicarsi sei mondiali (oltre a quello con McLaren del 2008).

I migliori degli altri sono Tsunoda, Albon e Gasly

Detto dei primi sette, da evidenziare è anche la domenica di Tsunoda, ottavo e "primo degli altri", suoi sono 19 dei 24 punti conquistati fino ad ora da Racing Bulls. Di Albon, nono con una Williams solida, e Gasly, scampato da un incidente con il compagno di squadra Ocon, letterlmente salito sopra la sua monoposto sempre nel solito primo confusionario giro resettato dalla bandiera rossa. Dopo aver pasticciato ad Imola rimane a secco di punti Alonso, undicesimo, fondamentalmente vittima di una pessima qualifica (16esimo, poi 14esimo in griglia). Aston Martin continua a credere di poter presto lottare per il titolo ma al momento si ritrova nella terra di nessuno, quinta, lontana dai primi quattro team ma con un buon margine su Racing Bulls.

Prossima tappa: Canada

Dopo due weekend consecutivi di gare, la F1 si prende ora una breve pausa e tornerà per il Gran Premio del Canada, il 9 giugno. Una pista detta "stop and go" per gli importanti allunghi spezzati da chicane e tornanti, dove, in modo diverso da Monaco ma comunque importante, si respira aria di leggenda per la sua lunga storia iniziata con la vittoria di Gilles Villeneuve nel 1978. Il canadese ha scritto pagine memorabili di questo sport al volante della Rossa, considerato fra i più grandi di sempre nonostante non abbia mai conquistato un titolo ed il fato lo abbia fermato a quota sei successi di tappa. Lo stesso numero di vittorie che adesso vanta un altro pilota francofono che oggi ci ha fatto sognare.