Lunedì, 06 Marzo 2023 05:15

F1, Bahrain: dal tramonto all'alba In evidenza

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F1, Bahrain: dal tramonto all'alba Fotografia "F1" Facebook page

Bisogna cambiare tutto affinché nulla cambi. Red Bull riprende da dove aveva lasciato e domina con Verstappen. Perez è secondo. La rivelazione Aston Martin ed un grande Alonso vanno sul podio. Ferrari, la prima non è buona: Sainz quarto, Leclerc ritirato.

di Matteo Landi 5 marzo 2023 - 

Parola d'ordine: affidabilità. Da quando si è insidiato a Maranello, sostituendo Binotto nel ruolo di Team Principal, lo ha ripetuto all'infinito, divenendo un mantra. Puntare al titolo mondiale, unico obiettivo possibile per la squadra più blasonata del Circus, e per farlo innanzitutto è necessario terminare le gare. Sembrava quasi un'ossessione per Vasseaur. I cronologici dei pre-season test avevano evidenziato una Ferrari in difficoltà sul passo gara, dietro alla solita Red Bull, ma una solida tenuta delle componenti della vettura. Tre miseri giorni di prove che tuttavia potevano dire molto, ma allo stesso tempo lasciare altrettanti interrogativi. Terzo Leclerc, quarto Sainz, ad un soffio dalla pole position conquistata da Verstappen. Nonostante un tentativo in meno disputato dal monegasco, per salvare un set di gomme morbide in vista della gara. Le qualifiche della prima tappa stagionale hanno rasserenato parzialmente gli animi degli uomini del team di Maranello ed i primi giri della corsa odierna sembravano il proseguimento naturale della stagione 2022. Un Verstappen al comando, lanciato verso il successo, la Ferrari seconda forza, ad inseguire. Quando oltre la metà gara Leclerc ha parcheggiato a lato la sua vettura, ammutolita, è calato il gelo nel box Rosso. Sono tornati in mente il mantra di Vasseur, le rotture della scorsa stagione, il rallentamento degli sviluppi sulla vettura 2022 a vantaggio della 2023. La ritrovata velocità in rettilineo (unica nota positiva del fine settimana...), arrivata grazie a tutta quella cavalleria liberata quest'anno data l'auspicata affidabilità, e soffocata durante la scorsa stagione per il timore di battute d'arresto (comunque arrivate), e che tornerà utile fra due settimane in Arabia Saudita, sempre che la débâcle odierna non torni ad essere un timore costante. La scorsa stagione iniziò alla grande per la Rossa, e sappiamo tutti come è terminata. Certamente non ha fatto bene al morale degli uomini del Cavallino assistere al primo ritiro stagionale, proprio mentre Sainz, quarto al traguardo, subiva la rimonta di Alonso e della rivelazione Aston Martin. Nel giorno, uno dei tanti, dell'ennesimo trionfo Red Bull.

Largo ai meno giovani: che Alonso! E che Aston Martin!

Classe 1981, quando ha fatto il suo ingresso in F1, nel marzo del 2001, Oscar Piastri, oggi debuttante su McLaren, non era ancora nato. Lo spagnolo è divisivo, si getta con tanto entusiasmo in ogni avventura, e con altrettanta rapidità è pronto a lasciarsela alle spalle al presentarsi delle difficoltà. Un atteggiamento che nel tempo ha creato malumori il molte squadre in cui ha militato, gli stessi che team che lo hanno adorato per la sua dedizione al lavoro. Alonso, più di venti anni dopo il suo arrivo nel Circus, è ancora lì. Un carattere difficile, ma al volante è un mago. Dopo un qualifica brillante ma non eccezionale sembrava destinato a cogliere un buon bottino di punti, e non molto di più. Tutto è cambiato nella seconda metà gara, quando sulla sua Aston Martin hanno montato degli pneumatici a mescola dura. La "verdona" ha spiccato il volo. Fernando ha risalito la china, superato di forza il rivale di una vita (fa) Hamilton, fatto un sol boccone del connazionale Sainz. Non sarebbe salito sul podio se Leclerc non si fosse ritirato, ma come è noto, le gare terminano solo con la bandiera a scacchi. Momento in cui è esploso di gioia l'intero box del team di Lawrence Stroll. Preso a festeggiare anche l'ottimo sesto posto ottenuto dall'acciaccato figlio del boss, Lance, reduce da un'intervento chirurgico e da plurime fatture rimediate in seguito ad un incidente in bicicletta avvenuto solo due settimane fa. Poco più in là, i dominatori della Red Bull, con estrema compostezza, sorridevano dopo una devastante, per gli altri, doppietta.

Red Bull, che dominio!

Qualcuno salvi il mondiale di F1, verrebbe da dire. La stessa cosa pensata probabilmente da altri circa un anno fa dopo il trionfo con cui Leclerc apriva il campionato scorso. La storia recente ci insegna che gli equilibri possono cambiare e tutto può essere messo in discussione. Tuttavia è bene rimarcare il passo avanti, in termini prestazionali, compiuto dai campioni del mondo in carica. In griglia di partenza, prima del via, il Direttore Tecnico Adrian Newey si è lungamente soffermato ad osservare ogni vettura rivale. Anche quelle sonoramente batture dalle sue creature. Blocco notes sotto braccio, calma, attenzione al dettaglio. L'emblema della Red Bull è il suo stesso genio. Una fame che non si placa nonostante le vittorie a ripetizione, una voglia di progredire che non trova pace. Il campionato è lunghissimo, ogni squadra svilupperà la propria monoposto, ma sarà dura batterli. E sarà dura far meglio di un Verstappen che non sbaglia un colpo, focalizzato sull'obiettivo, per niente sazio dei due titoli appena conquistati. Perfetto nel suo ruolo quanto Perez lo è nel suo. Oggi il messicano doveva completare la doppietta Red Bull, e così ha fatto. Attendendo quando, ad inizio gara, Leclerc gli si era issato davanti, superandolo quando la Ferrari ha iniziato a perdere ritmo.

Mercedes, avvio da incubo

Quarta forza in termini di performance, la Mercedes è tornata a vivere gli incubi della passata stagione. Hamilton sperava di non dover più vedere le forme di quella disgraziata vettura che l'anno scorso gli ha creato molti turbamenti. Quando gli avevano mostrato la vettura 2023, nonostante la somiglianza stilistica con la vettura che l'ha preceduta, lo avevano rassicurato: della peggiore monoposto Mercedes degli ultimi anni erano stati conservati solo i pregi. Alla prima resa dei conti, invece, Hamilton è tornato nello sconforto. Il sette volte campione del mondo si è dovuto accontentare del quinto posto, Russell del settimo. Battuti da Red Bull, da Ferrari e da Aston Martin, una vettura a cui Mercedes fornisce sospensione posteriore, cambio e power unit!

Bene Alfa Romeo e Williams. Disastro McLaren

Meglio del previsto è andata per Alfa Romeo, con il buon Bottas ottavo al traguardo ed a punti nella prima gara dell'ultima stagione dei colori del Biscione in F1. Rimarchevole anche il decimo posto ottenuto dalla Williams. Alla fine della fiera forse tornerà ad essere la cenerentola del Circus, intanto ha mostrato che a Grove sanno ancora fare il loro lavoro, se messi in accettabili condizioni economico-finanziarie. Drammatico inizio invece per McLaren. Piastri è stato il primo pilota della nuova stagione a ritirarsi, Norris si è classificato ultimo. Il Team Principal italiano Andrea Stella si augura di voltare presto pagina a Jeddah, fra due settimane, quando in molti, Ferrari compresa, vorranno rifarsi.

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