di Matteo Landi
Ferrari contro Red Bull, ancora una volta. Con la differenza che ieri è toccato a Sainz combattere contro Verstappen. Con il compagno azzoppato da una serie di penalità, e costretto alla rimonta dal fondo della griglia, Sainz era chiamato a rivestire i panni del caposquadra. La sua grande occasione. C'è mancato veramente poco perché potesse sfruttarla appieno. Negli ultimi giri, gasato da una Ferrari veramente veloce, è stato costantemente con il fiato sul collo al campione del mondo in carica. Verstappen non ha vacillato, non ha mollato un centimetro, perfetto nello sfruttare il vantaggio che in rettilineo la sua Red Bull, anche in Canada, ha conservato sulla Ferrari. La Rossa sul giro è risultata un pizzico più rapida della rivale, e Sainz ha conquistato persino il giro più veloce della gara. Lo spagnolo ha dato il massimo, ma evidentemente il miglior Sainz ancora non equivale al miglior Verstappen. Un piccolo errore dell'olandese avrebbe regalato la prima vittoria a Carlos. Lo sbaglio però non è mai arrivato. E Sainz non ha rischiato l'attacco estremo. Non sapremo mai come sarebbe andata se al posto dello spagnolo ci fosse stato Leclerc. Il monegasco ha compiuto una rimonta straordinaria, compiendo sorpassi veramente audaci e rischiosi. Ma sarebbe riuscito a replicare le sue manovre anche contro l'implacabile Max? Una domanda che non avrà mai risposta. In ogni caso la battaglia finale Verstappen-Sainz sul filo dei decimi di secondo ha ricordato quelle lotte di una volta. Quelle senza DRS, vissute con gli occhi fissi sul cronometro. Costruita pensando alla performance complessiva, la Rossa attualmente è una vettura che continua a soffrire i lunghi rettilinei. Rendendola non perfetta per le rimonte e vulnerabile agli attacchi dei diretti avversari.
Leclerc costretto alla rimonta
Dopo la delusione di Baku ci aspettavamo un Leclerc voglioso di rifarsi, pronto a riprendersi quello che la mancanza di affidabilità gli aveva tolto in Azerbaijan. Con il regolamento attuale, quello del numero di elementi della power unit contingentati, un problema tecnico rischia però di compromettere più weekend di gara. Se poi consideriamo che Leclerc, prima di Montreal, aveva saltato l'appuntamento con la bandiera a scacchi in due delle ultime tre gare ecco che si capisce il motivo per cui in Canada la squadra di Maranello ha giustamente deciso di fare "magazzino" facendogli sostituire quanti più elementi possibili. Il cambio della sola centralina, deciso venerdì, già "regalava" al monegasco un arretramento in griglia di partenza di dieci posizioni. Tanto valeva farlo scattare dal fondo, rinnovando completamente la power unit. E così è andata. La quinta posizione finale ha comunque fatto sorridere un Leclerc combattivo, abile a trovare i punti di sorpasso meno usuali, consapevole della non eccezionale velocità di punta della sua F1-75. Ma ancora una volta le strategie ed i pit stop Ferrari non hanno convinto. Charles ha subìto una sosta lenta (per la verità lo stesso monegasco non ha facilitato il lavoro dei meccanici arrivando lungo nell'area di sosta) e Sainz non ha sfruttato a dovere i periodi di virtual safety car. La pace car entrata in pista nel finale ha però aiutato lo spagnolo, riportandolo in scia al fortissimo, e ieri imbattuto, rivale.
Alpine penalizza Alonso. Schumacher e Perez colpiti da problemi tecnici
Detto delle non perfette scelte del muretto Ferrari, la palma della peggior strategia di gara va però alla Alpine. Alonso in qualifica aveva compiuto una magia, issandosi fino alla seconda posizione, sopperendo sul bagnato alle pecche della sua vettura. In gara, sull'asciutto, dopo pochi chilometri si è dovuto arrendere a Sainz, ma il podio pareva essere alla sua portata. La sua squadra però non è stata abile a sfruttare le vicende di gara e così il due volte iridato spagnolo si è dovuto accontentare della nona piazza finale, al netto di una penalità ricevuta per essersi difeso dagli attacchi di Bottas in modo non corretto. I più sfortunati, invece, sono indiscutibilmente stati Mick Schumacher e Sergio Perez. Il giovane tedesco, al centro delle critiche, si stava davvero riscattando. Ottimo sesto in qualifica, si trovava in zona punti quando la sua vettura si è ammutolita. Il figlio d'arte ha compiuto alcuni errori quest'anno, frutto della sua inesperienza, ma la Haas non lo ha certo ricambiato con una vettura affidabile. Problemi tecnici sono capitati anche a Perez, messicano di casa Red Bull, a secco di punti, a dimostrazione che anche le vetture costruite dal team anglo-austriaco non sempre risultano perfette.
Hamilton torna sul podio!
Ad approfittare dei problemi tecnici di Perez è stato senz'altro Hamilton. L'inglese è stato autore di una gara solida, mostrando una buona velocità. Se il messicano fosse rimasto in pista probabilmente sarebbe riuscito a privare Lewis di un podio che gli ha riportato il sorriso. E d'un colpo gli ha fatto dimenticare i mal di schiena provocati dai saltellamenti della sua Mercedes. Ha gioito anche l'intero team Alfa Romeo. Bottas, settimo, e Zhou, ottavo, hanno portato un bel gruzzolo di punti alla loro squadra, sesta in classifica costruttori e ad un passo da Alpine.
Prossima tappa: Silverstone
Adesso la F1 si prende una piccola pausa. Dopo un weekend di sosta il Circus tornerà sulla storica Silverstone. Una pista che dovrebbe sorridere alla Ferrari, ma la ancor breve storia di questa stagione ci dimostra che non è e non sarà facile fare previsioni. Le variabili in gioco sono tante e le prestazioni dei due top team sono così vicine che i piccoli dettagli possono sempre fare la differenza. I 49 punti che separano Leclerc, terzo in classifica, dal leader Verstappen sembrano una montagna insuperabile. Ma il campionato è ancora lungo ed i problemi, vedi la battuta d'arresto subìta questo weekend da Perez, possono capitare a chiunque. Una cosa è certa: alla fine, vincerà il migliore.