di Matteo Landi
Il 5 ottobre 2014 rimarrà per sempre una data maledetta, quella del terribile incidente di Jules Bianchi. Dopo quel Gp del Giappone il pilota francese entrò in un coma lungo nove mesi a cui seguì il tragico decesso. Pensavamo che certe tragedie non potessero più far parte del Grande Circus, tranne quelle propiziate da circostanze del tutto eccezionali ed imprevedibili. Dopo quel giorno in F1 fu accelerato il processo di creazione di un dispositivo che potesse proteggere la testa dei piloti, la parte del corpo più esposta e quindi più vulnerabile. Studi furono fatti già nel 2009, quando una molla persa della Brawn di Barrichello colpì il casco di Massa, ferendo al volto il ferrarista. Il decesso del francese della Ferrari Driver Academy fu quindi la svolta decisa che portò alla realizzazione della protezione che oggi hanno i piloti, denominata "Halo". Quel dispositivo oggi è stato condizione necessaria, ma non sufficiente, per l'incolumità di Grosjean.
Santo Halo e grande Grosjean
Alla partenza della gara Hamilton teneva agevolmente la testa mentre Bottas sprofondava in classifica a causa di uno scatto infelice. E le Ferrari finivano inghiottite dalla pancia del gruppo, quando là dietro si è creata una palla di fuoco. Un bagliore terrificante causato dallo schianto della Haas di Grosjean contro le barriere. La vettura del francese si è spezzata in due, con la cellula di sopravvivenza, avvolta dalle fiamme, incastrata sotto le lamiere. Se nel momento dell'impatto è stato il dispositivo Halo a salvare la vita del pilota della squadra americana, il resto l'hanno fatto l'istinto, il coraggio e la preparazione di Romain. Uscito senza una scarpa, con la tuta fumante e visibilmente frastornato da quell'inferno, ma sulle sue gambe. Ustionato, con qualche probabile frattura e un pò intossicato dai fumi ma vivo. Il miracolo propiziato dal sacrificio di Bianchi.
Lotta a centro gruppo, noia al vertice
Dopo l'inevitabile sospensione, per permettere la ricostruzione delle barriere distrutte dal terribile impatto, la gara è ripartita ma un intervento della safety car è avvenuto quasi immediatamente, per consentire la rimozione della Racing Point di Stroll, ribaltatasi dopo un contatto con la vettura di Kvyat. Una giornata disgraziata per il russo della AlphaTauri, protagonista involontario anche del disastro del primo giro. Se a centro gruppo abbiamo assistito ad una gara combattuta e ricca di sorpassi lo stesso non si può dire della lotta per il vertice. Il Gp del Bahrain 2020 verrà ricordato da Hamilton come una delle sue passerelle più serene, al di là delle preoccupazioni nei confronti dell'incolumità del collega Grosjean. L'inglese ha condotto senza problemi dalla pole position fino all'ennesima vittoria di tappa, ben aiutato da una Mercedes formidabile. Una vettura che risulta imbattibile nelle mani del sette volte campione del mondo ma che sembra più modesta in quelle di Bottas. Dopo la sua terribile partenza il finlandese ha subito una foratura sprofondando a fondo classifica. Ha poi faticato a trovare il giusto ritmo, sbarazzandosi con estrema difficoltà di vetture ben meno performanti della sua Mercedes. L'ottavo posto finale fa impressione e non rende merito alla grandezza di Hamilton, che si ritrova ingiustamente a lottare contro un avversario non ancora alla sua altezza. Se mai lo sarà.
Chi non smette di mostrarci le sue grandi capacità è Sergio Perez. Solidamente terzo fino quando, a pochi chilometri dal traguardo, ha visto andare in fumo (e fiamme, ancora!) motore ed ambizioni di podio. La Red Bull ha ancora un sedile libero per il 2021 e se i rumors davano il messicano fra i candidati la realtà pare essere ben diversa. Verstappen, il pupillo di casa, sembra preferire il veloce ma mansueto Hulkenberg o, in alternativa, Albon. Proprio il thailandese ha oggi ottenuto un prezioso podio, concludendo terzo alle spalle del team mate, ma il risultato sarebbe stato più modesto senza la debacle di Perez. Hulkenberg non ha ancora ottenuto un podio in carriera ed il suo approdo in Red Bull potrebbe finalmente consentirgli di correre al vertice, mentre Albon sembra ormai plafonato su prestazioni piuttosto lontane da quelle espresse da Verstappen. Vedere però questo Perez e sapere che il prossimo anno non avrà un sedile fa male al cuore di ogni appassionato.
Ferrari, un passo indietro
Parlare di centro classifica significa parlare di Ferrari, tornata sui livelli espressi nelle gare italiane di Monza e Mugello. Alla brutta qualifica ha fatto seguito in gara una velocità preoccupante per le sue ambizioni. Il sesto posto fra i costruttori sembra al momento l'obiettivo più tristemente realistico. Dopo la partenza Leclerc ha affilato gli artigli, facendo anche arrabbiare Vettel quando si è visto sfilare dall'aggressivo compagno di squadra. Il monegasco è velocemente risalito dalla dodicesima alla settima posizione ma ben presto si è dovuto arrendere all'evidenza. La Ferrari in rettilineo, soprattutto con molto carico di benzina, ha sofferto la maggiore velocità di punta degli avversari e Leclerc è stato infilato prima da Sainz, poi da Ricciardo e Gasly. La decima posizione finale artigliata con fatica è quasi un'impresa considerando la mancanza di prestazioni delle Rosse. Peggio è andata a Vettel. In qualifica era risultato appena più veloce del compagno ma in gara, innervosito dall'aggresività di Leclerc, è risultato da subito poco incisivo e piuttosto scostante. Un testacoda lo ha visto poi sprofondare in fondo al gruppo e sono riaffiorati così quei fantasmi che in Turchia, vedi il gran terzo posto ottenuto due domeniche fa, sembravano scomparsi.
AlphaTauri torna a splendere
Come per la Ferrari, poca gloria in Alfa Romeo, con entrambi i piloti fuori dai punti. La squadra italiana che oggi è finita sotto i riflettori è stata, di nuovo, la faentina AlphaTauri. Se non ha brillato Kvyat, finito appena fuori dai punti, complici le disavventure dei primi giri, rimarchevole è stata la prestazione di Gasly, ottimo sesto al traguardo. Senza la gara turca la squadra romagnola insidierebbe la sesta posizione nel costruttori alla Ferrari.
Fra una settimana sarà ancora Bahrain, ma...
Dal fuoco alle fiamme. Dall'incidente di Grosjean al motore in fumo di Perez. Il movimentato GP del Bahrain va in archivio ma il Circus non cambia location. Il prossimo weekend cambierà però il tracciato, in quanto verrà utilizzata il layout più corto e più rapido della pista di Manama. Sarà interessante vedere quali saranno i valori in campo su una pista estremamente atipica. Per la Ferrari sarà ancora più dura, considerando il deficit di potenza mostrato quest'anno, ma gli spunti per assistere ad una gara interessante non mancheranno.