Incidente all'ultimo giro fra i due piloti Mercedes. Vince Hamilton. Rosberg solo quarto. Della guerra fraticida di casa Mercedes ancora una volta non è riuscita ad approfittarne la Ferrari che arriva terza con Raikkonen, Vettel fuori.
Di Matteo Landi
Parma, 4 luglio 2016
A fine gara in Mercedes non sapevano se era più grande la felicità per la vittoria di Hamilton o la rabbia per una guerra in famiglia che ancora una volta ha minato una doppietta più che meritata visto lo strapotere dei tedeschi. Se in Mercedes non avessero due piloti ambiziosi e veloci adesso parleremmo della solita cavalcata grigio-argento ottenuta grazie ad una vettura che rappresenta lo stato dell'arte della categoria. Quando Schumacher lasciò la Formula 1, cedendo il sedile ad Hamilton, in Mercedes probabilmente non si aspettavano che Rosberg avrebbe tenuto il passo del nuovo arrivato. Invece eccoli lì a lottare per la vittoria e per il mondiale. Peggio per Mercedes ma meglio per lo spettacolo.
Rosberg-Hamilton: stavolta è il tedesco ad esagerare
Peggio per Rosberg soprattutto, all'ultimo giro con le gomme al limite della loro vita ha cercato vanamente di rispondere al tentativo di sorpasso di Hamilton, arrivando allo scontro. E' vero che il tedesco si trovava all'interno al momento dell'ingresso in curva ma la sua frenata, ritardata oltre ogni limite, è sembrato un tentativo per portare fuori pista Hamilton. Rosberg con la vettura danneggiata è riuscito ad arrivare quarto, rimanendo in testa alla classifica mondiale nonostante la vittoria del rivale.
Vettel fuori: l'azzardo non paga
Della guerra fraticida di casa Mercedes ancora una volta non è riuscita ad approfittarne la Ferrari. In qualifica, con pista fredda, è andata in difficoltà con la gestione delle gomme. In gara proprio un pneumatico ha tradito Vettel. Partito con gomme supersoft, in teoria più durature delle ultrasoft montate dai piloti Mercedes, al 27esimo giro ha visto esplodere la sua posteriore destra. Arrivabene ha parlato di sfortuna, ma si sa la fortuna aiuta gli audaci e la mossa del muretto Ferrari di lasciare in pista Vettel svariati giri più dei rivali è sembrata tutto tranne che audace. Prima dello scoppio il ferrarista aveva già perso terreno rispetto ai rivali che, alle sue spalle, rinvenivano veloci dopo il loro pit stop. Anche senza il pericoloso scoppio, avvenuto in pieno rettilineo, avrebbe a fatica concluso la sua gara sul podio, come dimostrato da Kimi Raikkonen.
Raikkonen terzo. Ferrari mostra i suoi limiti
Il finlandese ha guidato in maniera intensa (bel sorpasso su Ricciardo), senza errori e nonostante abbia sfruttato al massimo il potenziale della sua monoposto non è riuscito ad avere la meglio sul baby Verstappen, secondo ed ormai non più sorpresa di questa Formula 1 nonostante i suo 18 anni. Se la manovra di Rosberg avesse danneggiato seriamente la vettura di Hamilton, sul traguardo avremmo visto vincente Verstappen poco davanti a Raikkonen proprio come a Barcellona, l'altra gara autoscontro dei piloti Mercedes. La Ferrari ha mostrato ancora una volta la sua cronica difficoltà nel mandare in temperatura le gomme, specialmente quelle più dure, tanto che Kimi dopo la sosta non è riuscito per molti giri a girare sul passo dei piloti Red Bull che lo precedevano, accumulando poi quel distacco che con fatica è riuscito a colmare solo a pochi km dalla fine, quando la bandiera gialla esposta per l'uscita di pista di Perez non gli ha permesso il sorpasso su Verstappen. Arrivabene, dopo Baku, alludeva alla possibilità di vincere il mondiale anche senza un numero rilevante di vittorie, considerando la distruttiva rivalità dei piloti Mercedes. Per fare questo però la Ferrari dovrebbe mostrare quella costanza di rendimento che ancora non ha. Le gare sono ancora tante ma gli sviluppi non sembrano rendere quanto dovrebbero e l'affidabilità ancora vacilla, vista la sostituzione del cambio che ha costretto Vettel ad una penalità di 5 posizioni sulla griglia di partenza di questa gara.
McLaren, bentornata! Manor, che sorpresa!
Sviluppi che invece sembrano funzionare, eccome, alla McLaren-Honda: dopo un 2015 da incubo, sembra essere avere raggiunto un livello prestazionale che le può almeno permettere di raggiungere la zona punti e magari, con un pò di fortuna, il podio. Sembra approfittarne però solamente Button, sesto in Austria: il pilota bollato da tanti come "finito" e pronto per la pensione che invece le ha suonate all'illustre compagno di squadra Alonso. Senza sviluppi ma incredibilmente a punti è giunta la Manor, decima con Wehrlein. Il campione DTM ha artigliato il primo punto della sua carriera. La squadra inglese non arrivava nella top ten dal Gran Premio di Monaco 2014, quando ancora si chiamava Marussia: il compianto Jules Bianchi arrivò addirittura nono mostrandosi al mondo quelle capacità di guida che già aveva fatto vedere nelle formule propedeutiche. Se oggi la Manor si trova in Formula 1 lo deve proprio a quel giovane pilota di belle speranze che, prima di andarsene, gli assicurò con quel risultato il ritorno economico necessario per la sopravvivenza della squadra.