Visualizza articoli per tag: economia

Vendite in netto peggioramento nel I° semestre 2014 tra le MPMI di commercio, turismo e servizi. Non s'arresta nemmeno l'emorragia di chiusure tra gli esercizi commerciali: nei primi otto mesi dell'anno, ha in media cessato l'attività più di un negozio al giorno -

Modena, 22 settembre 2014 -

"In una situazione in cui il reddito disponibile continua a calare, si riducono gli affari e sul nostro territorio chiude mediamente un impresa al giorno, un nuovo ed ulteriore incremento delle aliquote Iva, significherebbe un tracollo per i consumi con ulteriori effetti nefasti sull'economia. Si apre con questa riflessione l'analisi di Confesercenti Modena rispetto l'andamento delle vendite nei settori del commercio al dettaglio, pubblici esercizi e servizi d'intermediazione nei primi sei mesi dell'anno. Dall'Osservatorio economico dell'Associazione imprenditoriale, emerge infatti che i ricavi segnano al 30 giugno 2014 un -5,4% rispetto al primo semestre dell'anno precedente. Dati fortemente negativi che confermano un trend in netto peggioramento rispetto all'ultimo trimestre 2013 ed al primo 2014, con una accentuazione della contrazione delle vendite soprattutto nel commercio al dettaglio, sia alimentare che extra alimentare. In controtendenza solamente l'ingrosso con un incremento del +5%, determinato in prevalenza da imprese che si rivolgono al settore manifatturiero.

Andamento del volume d'affari per settori

Commercio al minuto di alimentari: -8,2%. E' quello che più di tutti sconta il crollo delle vendite nel primo semestre 2014 rispetto allo stesso periodo del 2013. E' lo specchio evidente di quanto le famiglie siano costretta a tagliare pesantemente anche rispetto ai prodotti di prima necessità, compresa la loro qualità.

Commercio al minuto extra alimentare: -5,1%. Torna ad accentuarsi la contrazione delle vendite nelle piccole imprese di questo settore. Calo che aveva registrato un'attenuazione nei due trimestri precedenti. Più penalizzati soprattutto abbigliamento, articoli per la casa e cartolibreria.

Ristorazione e pubblici esercizi: -4,4%. Anche tra i pubblici esercizi il trend è negativo. La flessione accomuna sia la ristorazione che i consumi nei bar. Oltre alle conseguenze della crisi in atto, in questo settore già al 30 giugno si sono manifestati gli effetti negativi del maltempo diffuso, che ha caratterizzato l'estate 2014 e che non ha consentito l'adeguato sfruttamento degli spazi aggiuntivi costituiti dai dehor. Visto l'andamento meteo dei mesi successivi, le aspettative sui dati del terzo trimestre sono di una ulteriore accentuazione del calo dei ricavi.

Servizi di intermediazione: -4,1%. Continua l'erosione dei fatturati anche tra questa tipologia d'imprese. Dati che si sommano a quelli dei trimestri precedenti, segno della difficoltà attraversata da tutto il comparto dell'intermediazione, martoriato dai pesanti effetti della recessione.

Commercio all'ingrosso: +5,1%. Il settore appare in netta controtendenza rispetto agli altri, soprattutto laddove si rivolge al manifatturiero, beneficiando in questo caso dell'andamento positivo che ha caratterizzato la ripresa della produzione e del fatturato in alcuni ambiti produttivi segnatamente in quelli che hanno maggiori quote di esportazioni.

"Questi dati purtroppo – pone in evidenza Confesercenti - testimoniano il progressivo peggioramento, anche nella nostra provincia, di una lunghissima recessione che sta producendo un crescente impoverimento delle famiglie e di conseguenza un crollo dei consumi, senza precedenti nella nostra storia recente. Diversi indicatori poi, come il tasso di disoccupazione che si mantiene su livelli insostenibili, il reddito disponibile delle famiglie e la fiducia dei consumatori che permangono in costante calo, fanno si che le aspettative a breve restino ancora estremamente negative. Diventa pertanto prioritario e necessario, in questa situazione adottare misure volte ad invertire la tendenza e far ripartire il mercato interno. Solo così il PIL, che ricordiamo nel nostro Paese per il 60% è costituito dai consumi, potrà tornare a crescere.

"E' quindi improponibile un nuovo aumento delle aliquote IVA che produrrebbe un'ulteriore caduta dei consumi, con conseguenze disastrose sull'economia ed in particolare sulle imprese del commercio e del turismo che stanno pagando in maniera pesantissima la crisi. Ne sono limpida e drammatica dimostrazione i dati relativi alla chiusura d'impresa che nella nostra provincia sono state 330 nei primi otto mesi dell'anno: più di una al giorno. Serve invece un rilancio dell'economia attraverso una riduzione della pressione fiscale, un efficace sistema di incentivi per gli investimenti, una nuova politica del credito, una forte riduzione del carico burocratico sulle imprese. I dati che ogni giorno siamo chiamati a produrre ed analizzare purtroppo ci dicono che questo è un percorso che non ha alternative, da imboccare immediatamente e con determinazione. Perché è il solo che può evitare che al Paese di intraprendere la strada di una depressione economica e sociale che può diventare senza ritorno", conclude Confesercenti Modena.

(Fonte: ufficio stampa Confesercenti Modena)

Domenica, 21 Settembre 2014 16:55

Rotary: Contemporaneità, Innovazione, Italianità

Il Filo conduttore della giornata di lavori del Rotary distretto 2072 a Rimini: Contemporaneità, Innovazione, Italianità.

Rimini, 21 Settembre 2014 --
Un successo di presenze, attenzione e condivisione: questo è stato l'istituto di formazione rotariana, organizzato dal Distretto 2072 (Emilia Romagna e Rep.di San Marino), che si è tenuto al Palazzo dei Congressi di Rimini.
Una giornata di lavori e relatori di grande spessore che ha visto, fra l'altro, la presenza del Presidente di Piccola Industria Confindustria il Dott. Alberto Baban, all'interno di una tavola rotonda condotta dal Capo Redazione politica ed economia QN, Dott. Davide Nitrosi, incentrata sul tema "Progettare il futuro: aiutiamo i nostri giovani talenti".
"Viviamo in un Paese meraviglioso dove non c'è un senso di sfiducia, c'è un senso di rinuncia e noi tutti abbiamo la responsabilità di avere la volontà di riuscire a spiegare perché questo Paese deve trovare un posto dignitoso dove l'unità di misura non sia il pil ma l'occupazione e, quindi, le prospettive di lavoro per le generazioni future.
Abbiamo l'obbligo di restituire quello che i nostri padri ci hanno lasciato. E' un'Italia che sta perdendo l'italianità, svendendo all'estero. Se non si può fare impresa, si rinuncia alla libertà di questo paese e non si tratta di un discorso economico ma di un valore più alto." la lucida analisi di Alberto Baban, Presidente di Piccola Industria Confindustria "Dobbiamo andare avanti con le potenzialità che ci appartengono, occorre rilanciare l'italianità, investire e reinventare il modo di lavorare, dimostrare cos'è e cos'ha rappresentato l'Italia. Occorre fare valutazioni in merito al mercato e trasmettere l'innovazione e una connotazione, con un accompagnamento delle start up all'interno di imprese esistenti".
Una giornata significativa ed emozionante che ha segnato un passo in avanti importante per il Rotary e i vari club presenti a Rimini.
"Questo è il Rotary dell'oggi, della contemporaneità, abbiamo portato alla ribalta problemi importanti con soluzioni. Il Rotary cerca le soluzioni ai problemi dell'oggi, e in particolare della disoccupazione giovanile con il bando sulle start up e i spin off delle università. Noi ci saremo e faremo la nostra parte.
Il Rotary deve essere al fianco della gente e dei suoi problemi, al servizio degli altri, al di sopra di ogni interesse personale. Dobbiamo fare il nostro dovere fino in fondo." il Governatore Ferdinando Del Sante, a conclusione della giornata.

Pubblicato in Economia Emilia

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 38 22 settembre 14

Anno 13 - n° 38 22 settembre 14
(Cliccando su "allegati" è possibile scaricare in formato PDF)

1.1 editoriale Lavoro, questo sconosciuto
2.1 export Embargo Russia: nuove regole per la ripartizione
3.1 mais & soia Mais & Soia: settembre 2014:
4.1 lattiero caseario Lento declino dei DOP
5.1 expo2015 Expo2015- roadshow vinitaly per presentare "Vino-a taste of Italy"
6.1 latte ue Continuano a crescere le consegne di latte nell'UE
7.2 miele 470.000€ per gli apicoltori emiliano romagnoli
8.1 turismo e territorio "Un matrimonio che s'ha da fare"

 

Cibus-On-Line-Copertina

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
Domenica, 21 Settembre 2014 12:48

Lavoro, questo sconosciuto

Il superamento dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori sta comportando le medesime difficoltà del rinnovamento della Costituzione.

di Lamberto Colla - Parma, 21 settembre 2014
Mentre si continua a discutere sull'articolo 18 senza mai giungere a una definitiva, organica e moderna riforma del lavoro, sta scomparendo proprio ciò per il quale va tutelato il lavoratore: il Lavoro. La crisi è cinica e fa tagli lineari e non selettivi spazzando via tutte le imprese, micro, piccole e medie soprattutto, e tra queste anche quelle che si trovano nel bel mezzo del guado di delicati processi di ristrutturazione.
Imprese spesso efficienti che avevano intrapreso un programma evolutivo sostenibile in seguito compromesso da ragioni molto spesso di natura extra aziendale. Il fallimento di un grosso cliente o anche la sola riduzione degli affidamenti bancari può dare il colpo di grazia alla già precaria stabilità finanziaria. E con la morte di queste imprese scompare anche il loro know how, quel complesso di competenze e conoscenze, in carico all'imprenditore e ai suoi lavoratori, che hanno trovato il modo migliore di esprimersi proprio in quella impresa.
L'inefficienza viene spazzata via dal tornado della recessione senza guardare in faccia i motivi che dell'inefficienza sono stati la causa.
E così i lavoratori in possesso di skills interessanti vanno ad aumentare l'elenco dei disoccupati disposti a accettare qualsiasi lavoro a qualsiasi compenso contribuendo perciò a innalzare le barriere di accesso al primo impiego e molto spesso squalificando le proprie conoscenze e competenze pur di portare a casa uno stipendio. Il risultato è il consolidarsi di un processo perverso di impoverimento economico, intellettuale e sociale i cui effetti negativi sono difficilmente immaginabili. Si discute da oltre un decennio sull'articolo 18 che tutela i dipendenti illegittimamente licenziati e non si interviene pesantemente per incentivare le imprese a creare il lavoro. L'articolo 18 è stata una conquista sindacale enorme e frutto di sacrifici e lotte durissime. Ha protetto i lavoratori da quegli imprenditori che non governavano l'azienda secondo il principio del "buon padre di famiglia". Imprenditori di questo stampo ce ne sono ancora molti ma in misura molto maggiore ci sono quelli che si tolgono il pane dalla bocca pur di non lasciare senza stipendio i propri collaboratori. Ma questi non fanno notizia sino a quando l'umiliazione del fallimento (più morale che legale), prende il sopravvento e decidono di salutare questa vita con l'estremo gesto guidato dalla disperazione e dall'umiliazione. La loro disperazione verrà quindi compianta nei 30 secondi del telegiornale per poi passare nel dimenticatoio lasciando una famiglia in più nell'isolamento e nel dolore. Nessuno si occuperà più di loro, congiunti di quel lavoratore che aveva deciso di fare l'imprenditore onesto tutti come dovrebbero essere. Dal 1970 a oggi l'Italia è cambiata e cambiati sono i lavori intesi come mestieri. I lavoratori non sono solo dipendenti ma anche collaboratori e professionisti legati con varie tipologie contrattuali frutto di riforme del lavoro incompiute, inefficienti e zoppe il cui unico scopo era la flessibilità e la facilità di ingresso e uscita dal lavoro. Riforme discusse molto ma avviate solo in parte i cui processi di rinnovamento si sono tutti infranti contro l'articolo 18 della legge 300 del 20 maggio 1970, ovvero lo Statuto dei Lavoratori. Occorre che i sindacati e la classe politica prendano atto che la società è cambiata, che i principi dell'articolo 18 sono sacrosanti ma sacrosanti sono anche i diritti dell'imprenditore di dotarsi delle risorse più adeguate a perseguire gli interessi aziendali. Sacrosanti sono i diritti dell'imprenditore e dei lavoratori di liberarsi di collaboratori e colleghi che, in salute e coscienza, oppongono resistenze al cambiamento, generano clima ostile e contribuiscono all'abbattimento dell'efficienza aziendale.
Premiare i giusti e punire gli ingiusti è l'unico modo per tutelare la cosa comune: l'azienda e con essa, l'imprenditore, i dipendenti, i collaboratori e fornitori. Una catena del valore che non può e non si deve compromettere.
Certo la flessibilità del lavoro può risultare un rischio ma senza lavoro non c'è impiego e senza l'occupazione non c'è consumo. Ma soprattutto non va dimenticato che la stato di disoccupazione di lunga durata logora in profondità colpendo i sentimenti più intimi.
Uno Stato che non difende la dignità dei propri cittadini non rappresenta una società civile.

_______________________________________

Art. 18. Reintegrazione nel posto di lavoro.
1. Ferme restando l'esperibilità delle procedure previste dall'articolo 7 della legge 15 luglio 1966, n. 604, il giudice con la sentenza con cui dichiara inefficace il licenziamento ai sensi dell'articolo 2 della predetta legge o annulla il licenziamento intimato senza giusta causa o giustificato motivo, ovvero ne dichiara la nullità a norma della legge stessa, ordina al datore di lavoro, imprenditore e non imprenditore, che in ciascuna sede, stabilimento, filiale, ufficio o reparto autonomo nel quale ha avuto luogo il licenziamento occupa alle sue dipendenze più di quindici prestatori di lavoro o più di cinque se trattasi di imprenditore agricolo, di reintegrare il lavoratore nel posto di lavoro. Tali disposizioni si applicano altresì ai datori di lavoro, imprenditori e non imprenditori, che nell'ambito dello stesso comune occupano più di quindici dipendenti ed alle imprese agricole che nel medesimo ambito territoriale occupano più di cinque dipendenti, anche se ciascuna unità produttiva, singolarmente considerata, non raggiunge tali limiti, e in ogni caso al datore di lavoro, imprenditore e non imprenditore, che occupa alle sue dipendenze più di sessanta prestatori di lavoro.

Pubblicato in Politica Emilia

A fronte dei dati presentati ieri dal proprio Ufficio Studi nazionale, che mostrano il calo del reddito disponibile pro capite e della spesa delle famiglie ma anche l'aumento delle spese obbligate (abitazione, sanità, mobilità, ecc.), Confcommercio Reggio Emilia richiama la necessità di rilanciare la crescita valorizzando i servizi di mercato e riducendo le tasse a tutti i livelli di Governo -

Reggio Emilia, 12 settembre 2014 -

«Come evidenziato dai numeri che escono in queste settimane, in Italia la ripresa non c'è ancora e a soffrire sono soprattutto le aziende che vivono di mercato interno, come quelle del settore commercio e servizi»: è il commento di Donatella Prampolini Manzini, presidente di Confcommercio Reggio Emilia, ai dati presentati ieri dall'Ufficio Studi nazionale dell'associazione.

In otto anni il reddito reale disponibile pro capite è calato del 13,1% e la spesa delle famiglie ha registrato una flessione del 7,6%. Nei consumi le diminuzioni più sensibili hanno interessato i pasti in casa e fuori casa (-4,1%), in particolare l'alimentazione domestica (-4,6%), i viaggi e le vacanze (-3,8%) e la cura del sé e la salute (-3,5%), al cui interno si è registrata la netta flessione della spesa per abbigliamento e calzature (-6,3%).
L'altro grande e preoccupante fenomeno che emerge è la crescita delle spese per consumi di beni e servizi obbligati, salita al 41% sul totale dei consumi (era al 32,3% nel 1992), mentre crolla l'acquisto di beni commercializzabili (dal 51,4% del 1992 al 39% del 2014). Tra gli obbligati, in poco più di 20 anni è cresciuta significativamente la spesa per l'abitazione, passata dal 17,1% al 23,9%, e per l'acquisto di carburanti e servizi per la gestione dei mezzi di trasporto. Tra i commercializzabili si conferma il progressivo ridimensionamento della spesa per alimentari e bevande, fenomeno che ha caratterizzato anche altri segmenti di consumo considerati "maturi" quali l'abbigliamento e le calzature, i mobili, e l'acquisto di autovetture. Tra il 1992 e il 2014, infine, i prezzi dei beni e dei servizi obbligati sono più che raddoppiati, a fronte di un aumento molto più contenuto dei beni e servizi commercializzabili. Mediamente e in ciascun anno tra il 1992 e il 2014 le dinamiche di prezzo degli obbligati sono state del 63% circa superiori a quelle osservate per l'area dei commercializzabili.

«Per ridare slancio all'economia –spiega Donatella Prampolini Manzini- bisogna puntare sulla crescita avendo ben chiaro quale sia la priorità assoluta: la riduzione delle tasse a tutti i livelli di governo. Anche la situazione reggiana non fa eccezione, i redditi sono ai livelli di 30 anni fa, le banche poco coraggiose nell'erogazione del credito e la complessità della burocrazia disincentiva anche i più coraggiosi. Un ulteriore freno alla ripresa dei consumi viene dall'aumento delle spese obbligate che hanno raggiunto il 41% del totale delle spese delle famiglie: un record assoluto. La strada per rilanciare la crescita è la valorizzazione dei servizi di mercato, con un occhio di riguardo al terziario, troppo spesso dimenticato nella nostra provincia, come fosse una Cenerentola.»

(Fonte: Ufficio Stampa Confcommercio Reggio Emilia)

Pubblicato in Economia Emilia
Mercoledì, 10 Settembre 2014 08:29

Derivati del latte alla deriva.

Prosegue il crollo delle quotazioni di Burro e la tendenza ribassista del latte spot. In discesa moderata il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano. Il punto dell'Ismea a un mese dall'embargo russo.

di Virgilio, Parma - 10 settembre 2014

LATTE SPOT Prosegue la tendenza al ribasso per la terza settimana consecutiva. Alla Borsa veronese il latte crudo spot nazionale ha ceduto altri 50 centesimi (-1,28%) assestando i listini entro la forbice compresa tra 39,18 e 40,21 €/100 litri di latte. Sorte analoga per il latte intero pastorizzato di provenienza estera (Germania e Austria) che con una perdita dello 0,68% fissa il listino tra 37,12 e 37,63€/100 litri. Dopo la fiammata di rialzo dei listini di giugno (+11,41% per il latte spot nazionale e +20,52% latte intero pastorizzato estro), è proseguita inarrestabile la corsa al ribasso arrivando a registrare una perdita di valore dello 8,18% e del 12,57%, rispetto il periodo dell'anno precedente, rispettivamente per il nazionale e per l'estero.

BURRO E CREME Un'altra settimana di passione per i derivati del latte. I listini delle varie referenze di Burro cedono in modo consistente su tutte le piazze prese a riferimento. Solo il comparto delle creme a uso alimentare ha, per la settimana in corso, mantenuto ferme le quotazioni.
Nel dettaglio, il burro CEE è stato quotato a 2,85€/kg (-3,39%). E' invece di ben 15 centesimi il crollo dello zangolato quotato alla borsa di Reggio Emilia che colloca quindi il prezzo a 1,50€/kg registrando una perdita settimanale del 9,09%. 3,05€/Kg. la quotazione del burro di centrifuga, 2,10 per quello pastorizzato e 1,90 per lo zangolato. Ferme, come si diceva, le creme a uso alimentare che hanno mantenuto la quotazione di 1,44€/kg a Milano e tra 1,44 e 1,55€/kg a Verona

GRANA PADANO La DOP padana cede 5 centesimi per entrambe le stagionature sulla piazza milanese mentre le quotazioni alla borsa merci di Mantova hanno confermato i prezzi della precedente ottava.
Nello specifico, a Mantova, il 10 mesi di stagionatura ha confermato tra 6,45 e 6,70€/kg così come il 14-16 mesi di stagionatura è fermo entro la forbice tra 7,25 e 7,50€/kg. Il calo registrato alla borsa milanese ha invece portato i listini tra 6,65 e 6,75€/kg e tra 7,25 e 7,90€/kg rispettivamente per il 9 e per il 15 mesi di stagionatura.

PARMIGIANO REGGIANO Anche il Parmigiano Reggiano cede 5 centesimi sia alla borsa milanese per entrambe le stagionature quotate (12 e 24 mesi) sia alla borsa di Reggio Emilia in un percorso di allineamento delle quotazioni della borsa di riferimento comprensoriale di Parma. Venerdi 5 settembre, alla borsa di Parma, il 12 mesi è stato quotato tra 7,65 e 8,05€/kg e tra 9,00 e 9,35€/kg il 24 mesi. Quest'ultima stagionatura, quotata a Reggio Emilia martedì 9 settembre, con la perdita di 5 centesimi registrata, ha visto fermare i listini tra 9,05 e 9,40€/kg.

Burro CEE

- Il Punto ISMEA a un mese dall'embargo Russo -
Soffrono i listini lattiero caseari.

 A circa un mese dalla chiusura delle frontiere russe ai prodotti agroalimentari Ue, risultano evidenti i ribassi dei prezzi nel mercato lattiero caseario nazionale.
Secondo le rilevazioni Ismea, il prezzo medio del burro, influenzato dal negativo andamento dei listini internazionali, ha ceduto nell'ultima settimana di agosto il 5,3% totalizzando nella media mensile una flessione del 3,2% rispetto a luglio e di oltre il 25% su agosto di un anno fa.
Immediate anche le ripercussioni sui listini dei formaggi grana, tra i più colpiti, dopo il burro e le creme di latte, dalla risposta di Mosca alle sanzioni imposte dalla Ue per la crisi in Ucraina. 
Il prezzo medio del Grana Padano, dopo aver registrato un andamento piuttosto stazionario nei mesi di giugno e luglio ha accusato un cedimento progressivo a partire dalla seconda settimana di agosto, chiudendo il mese con un meno 0,8% su base congiunturale e un meno 2,2% sull'anno. Più penalizzate le brevi stagionature (4-12 mesi) con una flessione dei listini che ha sfiorato l'1% nel mese. 
Quanto al Parmigiano Reggiano è proseguita anche ad agosto la spirale discendente dei prezzi, con maggiore vigore nel corso dell'ultima settimana del mese. 
Intanto, con una nota del 2 settembre, il Comitato Ue per i mercati agricoli ha dato il benestare all'apertura dell'ammasso privato per tutti i formaggi (ad eccezione dei freschi) fino ad un tetto di 155 mila tonnellate e per un periodo da 2 a 7 mesi. Il Comitato ha anche approvato l'ammasso privato da 3 a 7 mesi di burro e latte scremato in polvere, senza limiti di quantità .
(Fonte ISMEA 3 settembre 2014).

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Deluse le aspettative di molti imprenditori dopo i primi cinque mesi di lieve crescita del mercato. Calo contenuto delle presenze nella ricettività complementare; diminuzione maggiore nel comparto alberghiero. Tenuta delle città d'arte grazie alla domanda estera, in flessione la Costa Adriatica e la domanda per il Termale e crollo per Appennino e Verde -

Parma, 9 settembre 2014 -

Sono ancora una volta i mercati stranieri a contenere gli effetti del calo dei turisti italiani, che tuttavia dovrebbe diminuire di un tasso inferiore rispetto a quello registrato nella stagione estiva 2013. In flessione anche il fatturato delle imprese, che oltre alla riduzione della domanda hanno ritoccato verso il basso le tariffe dei servizi.
Questi, in estrema sintesi, i risultati dell'indagine svolta dal 25 agosto al 2 settembre dal Centro Studi Turistici di Firenze per conto di Assoturismo-Confesercenti Emilia Romagna, presso un campione di 720 strutture ricettive della Regione.

Se i primi cinque mesi del 2014 l'industria turistica regionale aveva registrato importanti segnali di ripresa del mercato, nel trimestre estivo (giugno-luglio-agosto) i risultati dell'indagine dovrebbero segnare una flessione del -3%. Anche i fatturati delle imprese hanno segnato un ulteriore calo, stimato al -6% rispetto al trimestre estivo 2013.
Tutto il settore è stato colpito da un andamento climatico sfavorevole, soprattutto in luglio e agosto, che probabilmente ha contribuito ad amplificare il calo della domanda turistica italiana sempre più condizionata dalla persistente situazione di crisi.
In questo scenario il sistema turistico regionale ha limitato le perdite grazie alla domanda estera.

I risultati migliori sono stati registrati nel mese di giugno, con un leggero incremento degli arrivi e una crescita delle presenze. Nello stesso mese era stata registrata una ripresa degli italiani dopo un lungo periodo di segno negativo e un buon andamento delle provenienze dall'estero.
Luglio è stato sicuramente il mese peggiore, non solo per le sfavorevoli condizioni meteo, ma soprattutto per il trend di diminuzione della domanda italiana, solo parzialmente compensata dai mercati esteri.
Invece, agosto ha registrato andamenti altalenanti, con segnali di recupero nella seconda parte del mese, grazie alle provenienze dall'estero e alla leggera ripresa della domanda italiana.
In generale, la stima dei risultati del trimestre è del -4,6% di italiani e del +1% di stranieri, con un valore totale pari al -3%.

"La sovrapposizione dell'effetto maltempo al prolungarsi della debolezza della domanda italiana – afferma il direttore regionale di Confesercenti regionale Stefano Bollettinari – ha purtroppo compromesso anche la stagione estiva 2014. L'indagine prevede che le imprese ricettive a fine stagione si troveranno a fare i conti con un calo delle presenze del 3% e a una flessione dei fatturati del 6%: dati che si vanno a sommare ai risultati già difficili degli anni precedenti. E' ormai imprescindibile ridare fiato alla domanda turistica interna e occorre che il sistema Paese si renda sempre più conto che sono i settori del turismo e della cultura, le nostre vere eccellenze, a rendere possibile la ripresa economica".

"La flessione delle presenze è dovuta principalmente al maltempo ed era ovviamente impensabile recuperare ad agosto ciò che è perso a luglio - spiega il presidente di Assohotel-Confesercenti regionale Filippo Donati. Anche le iniziative messe in atto per promuovere il mese di settembre, con il perdurare di questo clima, risulteranno vane. Dopo un'estate così diventa sempre più evidente che non possiamo essere soggetti alle bizze del clima, e che dobbiamo perciò ripensare le politiche promozionali, creando alternative interessanti per chi sceglie di passare le vacanze nella nostra regione. Bisogna perciò costruire una rete che permetta nelle giornate di pioggia di vistare mostre, partecipare ad eventi, scoprire le tante eccellenze che ci caratterizzano, godibili anche con il maltempo. C'è poi da tenere presente, che la comunicazione meteorologica ci ha penalizzato molto, annunciando pioggia quando sulla costa c'era il sole."

Costa Adriatica: dopo un giugno sostanzialmente positivo, i mesi successivi si sono caratterizzati per l'andamento discontinuo. Nel complesso il dato dovrebbe attestarsi al -2,5%. Al calo degli italiani (-3,1%) si è contrapposto un dato di stabilità dei mercati esteri (-0,7%).
Terme e Benessere: continua il trend di negatività del settore, con oltre il -7% di domanda italiana e il -2,4% di stranieri. Complessivamente il dato complessivo si attesta al -6,4%.
Appennino e Verde: se in termini di presenze si registra una diminuzione degli italiani (-11%), promettente risulta invece il trend degli stranieri (+0,2%), che portano il dato complessivo al -7,3%.
Città d'arte: l'unica tipologia di offerta in sostanziale tenuta (-0,7%), con un marcato aumento degli stranieri (+7,7%) e una netta diminuzione degli italiani (-7%).

Settembre dovrebbe segnare un trend di stabilità o di leggera flessione, in particolare per le città d'arte e per il comparto della ricettività complementare.
Sulla base delle indicazioni del campione, il tasso di occupazione registrato dalle strutture ricettive regionali nel corso della stagione estiva 2014 si attesterebbe su una media del 54,8%, in calo di oltre 4 punti percentuali. Il tasso di occupazione più elevato è stato conseguito dagli operatori della Costa (66,2%), mentre per le strutture ricettive delle Città d'Arte si confermano gli stessi tassi di occupazione registrati nella estate 2013 (43%).
Molti i mercati esteri segnalati in aumento e fra questi in particolare gli austriaci, svizzeri, scandinavi, olandesi, francesi, russi e altri mercati dei Paesi dell'Est.

(Fonte: ufficio stampa Confesercenti Emilia Romagna)

Domenica, 07 Settembre 2014 08:30

Aumento record di assunzioni in agricoltura

Moncalvo (Coldiretti): Quello che ancora manca è una giusta redditività con i prezzi pagati agli agricoltori che non riescono spesso a coprire neanche i costi di produzione anche per colpa delle distorsioni di filiera e alla concorrenza sleale.

di Virgilio - Parma, 02 settembre 2014 - Nella miriade di risultati economici e di indicatori orientati al ribasso, spicca il dato in forte controtendenza dell'occupazione in agricoltura.
E' infatti crescita record delle assunzioni in agricoltura che fa registrare un aumento rilevante nel numero di lavoratori dipendenti con un incremento record del 5,6 per cento nel secondo trimestre del 2014 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Il risultato è stato messo in evidenza da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat in occasione della diffusione dei dati sull'occupazione nelle grandi imprese italiane a giugno.
Incrementi considerevoli registrati al Nord (+27,6%) e al Sud (+28,6%) mentre cede pesantemente il dato del Centro Italia con un significativo -8,3%.
Un segnale incoraggiante per battere la disoccupazione viene anche - continua la Coldiretti - dall'aumento del numero di imprese agricole condotte da giovani under 35 che nel secondo trimestre sono salite a 48620 unità con un aumento del 2,6 per cento rispetto al trimestre precedente.
Soddisfazione è stata espressa dal presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, nel commentare i risultati dell'indagine soprattutto in relazione al fatto che "Le campagne possono offrire prospettive di lavoro sia per chi vuole intraprendere con idee innovative che per chi vuole trovare una occupazione anche temporanea". Ma non è utto oro quello che luccica. se da un lato quindi la "terra" torna a essere attrattiva per i giovani, dall'altro ancora la redditività non è soddisfacente.Quello che ancora manca - ha concluso Moncalvo - è una giusta redditività con i prezzi pagati agli agricoltori che non riescono spesso a coprire neanche i costi di produzione anche per colpa delle distorsioni di filiera e alla concorrenza sleale dovuta alla mancanza di trasparenza nell'informazione ai consumatori che permette di spacciare come Made in Italy prodotti importati.

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Recuperati oltre 300 metri quadri di superficie. Il collegamento da Ghiare lunedì 1° settembre alle 9.40 su Rai Uno all'interno del programma "Dolce Casa".

Parma, 30 Agosto 2014 – Gli studenti delle facoltà universitarie di Ingegneria e Architettura che hanno partecipato a "Recuperiamo la fornace", il workshop-cantiere che si è svolto dal 28 luglio al 1° agosto a Ghiare di Berceto, saranno i protagonisti lunedì prossimo, 1° settembre 2014, del programma "Dolce Casa", contenitore estivo del programma "Unomattina" che andrà in onda su Rai Uno dalle ore 9.40 circa alle ore 10.00.

All'interno della trasmissione, condotta da Veronica Maya, i ragazzi – guidati da Francesco Fulvi, ingegnere a capo del progetto – racconteranno la splendida esperienza vissuta questa estate in merito al loro operato sul recupero antropoculturale dell'ex-fornace Marchino di Ghiare di Berceto; l'argomento trattato durante la puntata sarà infatti il decoro urbano e come cambiano le città. In studio saranno presenti: l'assessore alla Roma Produttiva, Marta Leonori; lo storico Arnaldo Colasanti, l'architetto Massimiliano Fuksas, il conduttore radiofonico Stefano Piccirillo, la cantante Ylenia Lucisano; e in collegamento dalla sede Rai di Londra il corrispondente Marco Varvello.

Il workshop-cantiere per la riqualificazione locali dell'ex-cementificio Marchino, esperimento più unico che raro in Italia, è stato un vero successo. L'instancabile ed intenso lavoro portato a termine dai ragazzi nei cinque giorni della sua prima fase può facilmente essere messo a confronto con lo stato di fatto iniziale i lavori – ovvero prima che partisse il cantiere dello scorso 28 luglio – in una photogallery visibile sulla pagina Facebook del progetto e costituita dalle immagini di alcune zone della Fornace prima e dopo i lavori, oltre alle tavole del nuovo stato di fatto della struttura pubblicate dallo stesso Fulvi; più precisamente infatti le operazioni di "stonacatura", demolizione e pulizia del cantiere effettuate dagli studenti hanno fruttato in dettaglio: +135 mq al piano terra, +95 mq al piano primo, + 80 mq al piano terzo, per un totale complessivo di 310 mq di superficie coperta fruibile (cioè la superficie recuperata, messa in sicurezza ed ora calpestabile).

Alla puntata di "Dolce Casa" in onda su Rai Uno lunedì 1° settembre a partire dalle 9.40 parteciperanno, oltre ad una folta rappresentanza degli 80 studenti che hanno preso parte al cantiere e all'Ing. Fulvi, anche il team di architetti composto da Elisa Adorni, Giulia D'Ambrosio e Roberto Bruni, oltre ai due studenti della Facoltà di Architettura dell'Università di Parma vincitori del workshop, Francesca Sercia e Nicola Riccò. Sarà inoltre presente il sindaco di Berceto Luigi Lucchi.

PR Berceto fornace1

Pubblicato in Cultura Parma
Domenica, 31 Agosto 2014 12:46

MeteoTax: il ciclone settembrino

Schiacciati dalle imposte le entrate tributarie arretrano e il debito pubblico aumenta. Non sarebbe il caso di mettere alla prova la teoria di Arthur Laffer? Putin l'ha fatto e...

di Lamberto Colla -
Parma, 31 Agosto 2014
Un italiano su tre porta a casa gli avanzi dal ristorante. Ma il 24%, secondo un recente sondaggio on line di Coldiretti, si vergogna di chiedere il "doggy bag". Non che rimanga molto dal pasto al ristorante posto che anche le abitudini a consumare dall'antipasto al dolcetto con l'ammazzacaffè compreso non rientra più nelle consuetudini alimentari degli italiani. Oggi la scelta è molto più misurata, basta un antipasto e un primo o un antipasto e il secondo o, infine, un antipasto e una pizza per degustare adeguatamente, e senza spendere troppo, le prelibatezze offerte dalle cucine italiane. Forse questo è l'unico fattore positivo che la crisi lascerà in eredità.
Ancora la luce in fondo al tunnel della crisi non si vede e i sintomi claustrofobici sono sempre più evidenti e generalizzati.
Di vere e proprie cure non si hanno notizie e all'orizzonte sono ben visibili solo minacciose nubi cariche di tempesta con settembre che si preannuncia molto "piovoso" e in procinto di scaricare sulle teste degli italiani ben 400 adempimenti fiscali.
"Saranno 20 milioni circa, riporta Conquiste del Lavoro il quotidiano della Cisl, i contribuenti coinvolti in quest'attività, che prevede ben 410 adempimenti. Oltre al 770 ci sono l'Irpef, l'Irap, l'Ires, l'Iva, le addizionali regionali, i versamenti Inps, la Tobin tax, l'imposta sostitutiva sui redditi di capitale e sui capital gain. 
I contributi previdenziali da versare riguarderanno i lavoratori dipendenti, ma anche gli artigiani, i commercianti e i lavoratori domestici. Anche i diritti dovuti alle Camere di commercio scadono nel suddetto periodo dell'anno. Più in dettaglio si tratta di 171 adempimenti per gli imprenditori individuali e 167 adempimenti per i professionisti fino a scendere man mano a 72 adempimenti per gli enti non commerciali. Con in mezzo imprenditori, commercianti, partite Iva e co.co.pro.e artigiani".
Nonostante l'accanimento terapeutico le entrate fiscali dello Stato diminuiscono e allora giù nuove gabelle palesi o celate in complicati algoritmi tributari. A giugno le entrate tributarie si sono ridotte del 7,7% rispetto il 2013 e come ha sottolineato il Bollettino statistico della Banca d'Italia, «Tenendo conto di una disomogeneità nella contabilizzazione di alcuni incassi la riduzione delle entrate tributarie sarebbe stata più pronunciata». In compenso il debito pubblico è nuovamente aumentato di altri 2,1 miliardi di euro, raggiungendo un nuovo massimo storico a 2.168,4 miliardi.
E' evidente che una riforma, radicale è dir poco, del sistema fiscale nazionale si rende necessaria. Dalla semplificazione all'equità possibilmente nel rispetto della curva di "Arthur Laffer", tanto banale quanto disattesa dai nostri guru della finanza.
Laffer ipotizzò che esiste un livello del prelievo fiscale oltre il quale l'attività economica non è più conveniente e il gettito si azzera, quanto meno se il prelievo raggiunge il 100% del reddito, e quindi che le due grandezze siano legate da una curva continua a forma di campana.
Si può anche non credere alla validità della teoria di Laffer ma la prova l'abbiamo in casa. Con una imposizione fiscale costantemente cresciuta sino al limite del 70%, le entrate fiscali sono costantemente scese. La prova del nove invece ce la ha offerta la Russia. L'ex comunista Vladimir Putin con l'introduzione della FLAT TAX al 13% le entrate tributarie sono cresciute del 46%, il tutto ben testimoniato da uno studio del FMI (Fondo Monetario Internazionale) condotto da Anna Ivanova, Michael Keen e Alexander Klemm.
Un invito a Matteo Renzi: che ne diresti di "Provare per credere!"

Pubblicato in Politica Emilia
È GRATIS! Clicca qui sotto e compila il form per ricevere via e-mail la nostra rassegna quotidiana.



"Gazzetta dell'Emilia & Dintorni non riceve finanziamenti pubblici, aiutaci a migliorare il nostro servizio e a conservare la nostra indipendenza, con una piccola donazione. GRAZIE"