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La produzione manifatturiera reggiana appare in aumento: bene l'export e il fatturato, ma gli ordini interni restano in calo. Imprenditori pessimisti -

Reggio Emilia, 28 agosto 2014 -

Seppure in modo un po' meno brillante rispetto ai primi tre mesi dell'anno, anche nel secondo trimestre 2014 la produzione manifatturiera reggiana è apparsa in aumento.
Dopo il +1,4% di gennaio-marzo, infatti, la produzione industriale ha fatto segnare un +0,9% anche nel trimestre aprile-giugno e, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, tutti gli indicatori congiunturali del settore registrano variazioni positive.
L'analisi dell'Ufficio Studi della Camera di Commercio di Reggio Emilia evidenzia, al proposito, un +0,1% relativo agli ordini complessivi (sebbene resti di segno negativo il dato riguardante gli ordini sul mercato intero, che ancora flettono dello 0,1%) e, soprattutto, una buona crescita del fatturato (+3,6%) e degli ordini dall'estero, che hanno fatto segnare un +3%.

tabella 1

Anche il periodo di produzione assicurato dal portafoglio ordini registra una tendenziale crescita rispetto al trimestre precedente passando dalle 6,3 alle 7,1 settimane, mentre rimane stabile all'85,7% della capacità produttiva il grado di utilizzo degli impianti rispetto alla capacità produttiva.

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"Sono dati – sottolinea Stefano Landi, presidente della Camera di Commercio – sicuramente positivi, che vanno comunque letti ancora all'interno di una situazione di crisi che non è superata". "Le difficoltà delle aziende, e soprattutto di quelle meno orientate all'export – spiega Landi – non sono sostanzialmente cambiate, ma certo è incoraggiante il fatto che finalmente si registri un recupero del fatturato addirittura superiore all'entità dell'incremento degli ordini dall'estero, segno di una ripresa di competitività dei nostri prodotti sui mercati internazionali". "Analogamente – prosegue il presidente della Camera di Commercio – è positiva l'accelerazione della produzione in alcuni dei settori trainanti per l'industria reggiana, cui è però fondamentale si vadano ad associare nuove misure di politica economica e fiscale che favoriscano la crescita degli ordini interni e, per quanto riguarda le imprese, nuovi processi di innovazione e di internazionalizzazione che sono essenziali per la ripresa".

L'analisi dell'andamento dei principali settori produttivi effettuata dall'Ufficio Studi della Camera di Commercio evidenzia una crescita della produzione per i comparti ceramico (rispetto al secondo trimestre 2013 si registra un +2,5%), metalmeccanico (+2,3%), delle materie plastiche (+1,9%) ed elettrico-elettronico (+0,2%). Cali di produzione,invece, per l'abbigliamento (-2,5%), l'alimentare (-0,2%) e le "altre industrie manifatturiere" (-1,4%).

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La tenuta della produzione, come si è detto, è fortemente influenzata dall'andamento degli ordini dall'estero, che sono in aumento per tutti i comparti con variazioni positive che vanno da un minimo del 2,7% del metalmeccanico ad un +5,6% per le materie plastiche. Fatta eccezione per il metalmeccanico e le materie plastiche (entrambi con un +1,1%), sono ancora in controtendenza, invece, gli ordini dal mercato interno, con flessioni che vanno dal -0,1% dell'elettrico-elettronico al -1,9% dell'abbigliamento.

Le migliori performance sul piano produttivo sono venute, nel secondo trimestre 2014, dalle imprese reggiane più strutturate e di media dimensione (cioè con un numero di dipendenti compreso fra 10 e 49), che hanno fatto segnare un +2% rispetto allo stesso periodo del 2013, seguite da quelle più grandi (quelle con oltre 50 dipendenti ), che si sono attestate ad un +0,8%.
Ancora in difficoltà, invece, le imprese di dimensione più contenuta (da 1 a 9 dipendenti) che, dopo il -0,5% registrato nel primo trimestre dell'anno, hanno registrato una contrazione dell'1,1% dei volumi produttivi.

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Fra gli imprenditori reggiani, infine, prevale – e ritorna - il pessimismo circa l'immediato futuro.
Se nel primo trimestre dell'anno gli imprenditori prevedevano andamenti positivi per il successivo trimestre, le previsioni, ora, hanno invertito la tendenza.
Il saldo tra la percentuale di aziende che prevedono aumenti e quelle che prevedono flessioni è infatti negativo per tutte le variabili prese in considerazione: produzione, fatturato e ordini totali. L'unico dato positivo permane quello riferito agli ordini dall'estero.

(Fonte: Dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)

 

 

 

Domenica, 24 Agosto 2014 10:03

Mais & Soia: agosto 2014

Mais & Soia dati previsionai 2014 2015 - agosto 2014

MAIS: Dati previsionali per 2014-15

La produzione globale di Mais per la stagione 2014-15, che inizierà il 1° Settembre, è prevista a 985.39 Mio t, in aumento rispetto alle stime formulate a Luglio, con maggiori raccolti previsti negli Stati Uniti e in Unione Europea.
Negli Stati Uniti si prevede una produzione di Mais di 356.43 Mio t, +4.4 Mio t rispetto alle previsioni del mese scorso, con una resa dei terreni record di 167.4 bushels/acro (equivalenti a 10.63 tons/ettaro). Con l'aumento della produzione, si attende anche una maggiore produzione di etanolo e un incremento dell'export.
Nell'Unione Europea la produzione di Mais è attesa a 67.05 Mio t, +1.4 Mio t rispetto alle stime precedenti, grazie alle precipitazioni abbondanti ed al clima favorevole di Luglio. I consumi europei di Mais sono previsti in diminuzione (-2 Mio t): le piogge estive hanno peggiorato al qualità del frumento, aumentando le previsioni per un suo utilizzo nell'alimentazione.

SOJA: Dati previsionali per 2014-15

La produzione globale di semi di Soia per la stagione 2014-15, che inizierà il 1° Ottobre, è prevista a 304.69 Mio t, pressochè invariata rispetto alle previsioni formulate a Luglio.
L'aumento produttivo negli Stati Uniti è bilanciato da una riduzione attesa in India.
Si conferma il raccolto record degli Stati Uniti (103.85 Mio t), +16% rispetto alla stagione 2013-14, con una resa dei terreni prevista di 45.4 bushels/acro (3.09 tons/ettaro) ed una superficie coltivata di 84.1 milioni di acri (33.64 ettari).
La minor produzione attesa in India è dovuta al ritardo dei monsoni che ha comportato la riduzione dell'area destinata alla coltivazione di semi di Soia.

STOCK FINALI

Fonte: CLAL

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

508,3 milioni di euro il valore esportato nei Paesi "caldi" dalle imprese reggiane nel 2013.

Reggio Emilia 23 agosto 2014 --
Mentre non si fermano lo sdegno e l'orrore per le sofferenze della popolazione civile e le migliaia di vittime innocenti che i conflitti stanno provocando, aumentano anche le preoccupazioni degli operatori economici reggiani rispetto alle guerre che si stanno consumando, dichiarate o no, in tante parti del mondo, con in primo piano la situazione di Ucraina e Russia, Iraq, Palestina e Israele, Gaza, Siria, Libia.
Verso queste zone "calde", le imprese reggiane esportano ogni anno prodotti per diversi milioni di euro: più di 473 nel 2012, 508,3 nel 2013 e già 117 nei primi tre mesi del 2014.
Nel 2013, come evidenziano i dati elaborati dall'Ufficio Studi della Camera di Commercio, le esportazioni reggiane hanno raggiunto gli 8,6 miliardi, e il 6% dei prodotti ha avuto come destinazione questi territori, nei quali l'industria manifatturiera, con 507,8 milioni di euro, rappresenta la quasi totalità del venduto. I restanti 466,3 mila euro riguardano prodotti agricoli, dell'estrazione e delle attività dei servizi di comunicazione e informazione.

RE Esport interscambi 1
- Tabella 1 Interscambi commerciali della provincia di Reggio Emilia con territori interessati da conflitti - Anno 2013 -
Al primo posto per valore di esportato si sono collocati i prodotti della metalmeccanica: i 192,6 milioni di euro (il 37,9% del totale manifatturiero) hanno trovato sbocco principalmente in Russia (123,5 milioni) e, a seguire, in Ucraina (23,2), in Israele (19,4), in Libia (16,8) e in Iraq (9,5).
Il tessile-abbigliamento, con 177,7 milioni (il 35% dei prodotti manifatturieri in complesso), rappresenta il secondo settore per valore di esportato. La Russia è il principale acquirente di prodotti reggiani del sistema moda (169,3 milioni, il 95,3% del totale); al secondo posto si colloca l'Ucraina con 7,5 milioni.
A distanza, con 41,8 milioni - che rappresentano l'8,2% del settore manifatturiero - si pone il ceramico che vede, fra i maggiori acquirenti dopo la Russia (25,1 milioni), lo Stato d'Israele, verso il quale sono diretti prodotti "made in Reggio Emilia" per 10,8 milioni, il 25,8% del comparto. Seguono l'Ucraina (3,3 milioni) e la Libia (2,2). Una minima parte (225 mila euro) è destinata anche ai territori palestinesi e 206mila all'Iraq.

RE Esportazioni guerre 2

- Tabella 2 Esportazioni di prodotto manifatturieri della provincia di Reggio Emilia verso i territori interessati da conflitti - Anno 2013 (valori in euro) - Fonte: elaborazione Ufficio Studi CCIAA Reggio Emilia su dati Istat

Computer, apparecchi elettrico-elettronici ed ottici, per complessivi 39,4 milioni di euro (il 7,8% del manifatturiero), occupano il quarto posto per valore di esportato: Russia (20,1 milioni), Israele (7,4), Libia (quasi 6 milioni) e Ucraina (5,2) sono i principali acquirenti.
Dei 23,3 milioni di euro della filiera agroalimentare, 8,4 milioni (il 36,2% del settore) riguardano l'esportazione di vino destinato - per più del 90% - alla Russia (7,7 milioni). Seguono, con un valore di 6,4 milioni, gli "altri prodotti alimentari" (che comprendono anche condimenti e spezie). I prodotti delle industrie lattiero-casearie - fra i quali eccelle il Parmigiano-Reggiano - con 3,5 milioni, costituiscono circa il 15% del venduto e hanno come destinazione la Russia (3,2 milioni), l'Ucraina (251mila) e Israele (quasi 44mila euro).
Oggi gli occhi sono particolarmente puntati su Erbil, nel Kurdistan iracheno, territorio che la guerra sta devastando e nel quale, in questi ultimi anni, si sono realizzate diverse missioni della Camera di Commercio con la partecipazione di tante imprese reggiane delle costruzioni e della meccanica, che proprio qui avevano trovato un terreno decisamente favorevole alle esportazioni.
Dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia

I dati Terna elaborati dall'Ufficio Studi di CNA Modena.

Modena, 23 agosto 2014. Al di là dei parametri aziendali (fatturato, produzione e via dicendo) ci sono dati oggettivi che consentono di valutare l'andamento dell'economia. Uno di questi è senz'altro quello dei consumi elettrici, quelli che l'ufficio studi di CNA Modena ha preso in esame per verificare, sulla base appunto di numeri "reali", come si sono comportate le aziende del nostro territorio nel 2013, ultimo dato storico disponibile.
Ebbene, il 2013 ha visto una crescita complessiva dei consumi elettrici del 3,8%. Attenzione, però, perché se si vanno a indagare i numeri, si rileva come questo aumento si concentri nel consumo domestico (62%) ed il rimanente net terziario, mentre il settore manifatturiero, che da solo rappresenta la metà del consumo elettrico modenese, ha visto una riduzione del 3,8%, segno inconfutabile delle difficoltà del nostro sistema produttivo.

 MO consumi elettrici grafico

Il grafico mostra in giallo l'incidenza sui consumi complessivi dei singoli macrosettori, ed in azzurrino la variazione misurata mettendo a confronto i consumi 2013 con quelli dell'anno precedente.

Affinando ancora l'analisi, il comparto che, consumi alla mano, appare più in difficoltà è quello alimentare (-7,3%), seguito dalla lavorazione di materie plastiche (-4,6%) e dalla meccanica (-1,7%), con la sola eccezione, nell'ambito di quest'ultima, dei mezzi di trasporto (+2,8%).
In controtendenza il settore tessile (+4,4%) e la ceramica (+0,6%, a fronte, però, di un'incidenza piuttosto elevata sul totale dei consumi, il 22,4%, anche a causa dei processi produttivi).
Da segnalare il -2,5% del commercio, ma anche il +12,2% del settore costruzioni, sul quale con ogni probabilità ha inviso l'attività di ricostruzione nell'Area Nord, colpita dal sisma 2012.
"Risparmioso", potremmo definirlo così, il consumo pubblico, con una diminuzione del 2,3% fatta registrare sia dalla pubblica amministrazione che dall'illuminazione pubblica.
"Sono numeri – commenta Umberto Venturi, presidente di CNA Modena – che offrono un'ulteriore chiave di valutazione dello stato di salute della nostra economia, e da questo punto di vista certo non rassicura il fatto che, su base nazionale, tra luglio 2014 e luglio 2013 sia stato registrato un calo dei consumi di energia elettrica dell'1,6%".

Lavoro: per il 14% delle assunzioni le imprese non trovano figure professionali inadeguate.

Reggio Emilia 22 agosto 2014 --
Gli imprenditori reggiani continuano a trovare difficoltà nel reperire le figure professionali che intendono assumere. Anzi, a differenza di quanto avviene sia a livello nazionale che regionale - dove si registra una riduzione della difficoltà - in provincia di Reggio Emilia questi problemi sono in aumento.
Il 14% delle assunzioni previste per il 2014 dalle imprese reggiane - secondo l'analisi dei dati Excelsior dell'Ufficio Studi della Camera di Commercio di Reggio Emilia - riguarda, infatti, figure di difficile reperimento, mentre per l'Italia e l'Emilia-Romagna questa quota non supera il 10%.
Nel 2013 l'indagine sulle previsioni occupazionali, effettuata dall'Ente camerale per conto di Unioncamere in accordo con il Ministero del Lavoro, aveva rilevato difficoltà, per la provincia di Reggio, nel 12,6% dei nuovi ingressi, mentre era del 10,6 in Emilia-Romagna e dell'11,2% in Italia.
Assunzioni difficili da reperire (% sul totale assunzioni)
(Grafico_1)

RE Grafico1 Lavoro assunzioni CCIAA
La difficoltà nel reperire personale idoneo è da attribuire in egual misura sia ad un ridotto numero di candidati disponibili all'assunzione che ad preparazione inadeguata dei candidati: 7% del totale assunzioni per ognuna delle due motivazioni.
Dall'analisi per settore di attività economica emerge che la maggior difficoltà di reperimento riscontrata dagli imprenditori reggiani è presente nelle industrie meccaniche, nelle quali oltre il 30% delle figure ricercate risultano difficili da trovare. Ardua anche la ricerca di personale da inserire negli "altri servizi" e nel comparto del tessile-abbigliamento, settori per i quali è previsto che circa un quarto del totale assunzioni è di difficile reperimento.
Per le industrie dei metalli, turismo e ristorazione, tempo libero e altri servizi alle persone, la difficoltà riguarda circa il 20% dei nuovi ingressi in totale; valori inferiori al 10%, invece, per sanità e assistenza sociale (8%) e commercio (6,8%).

I settori con maggiori difficoltà di reperimento e i motivi – Anno 2014
(Grafico_2)

RE Grafico2 lavoro difficolta CCIAA
Ingegneri, architetti e professioni assimilate, professioni tecniche nelle scienze della salute e della vita, artigiani e operai specializzati di meccanica di precisione, artigiani ed operai metalmeccanici specializzati, installatori e manutentori di attrezzature elettriche ed elettroniche sono le figure professionali per le quali si registrano le più alte difficoltà di reperimento, visto che all'appello manca oltre un terzo del personale ricercato dalle imprese.
Particolarmente agevoli, invece, risultano le assunzioni nei settori dei servizi operativi (attività immobiliari, di noleggio, vigilanza, ecc.), dei trasporti e logistica, e nelle costruzioni.
Il tempo medio di ricerca delle figure professionali idonee alle attività da svolgere è di 3 mesi, periodo che raggiunge i 3,8 mesi per il settore manifatturiero, mentre non supera i 2,4 mesi per i servizi. Per alcune attività dell'industria - come, ad esempio il tessile-abbigliamento o le "altre industrie" - il tempo impiegato per il reperimento di personale supera i 4 mesi.
(Fonte CCIAA Reggio Emilia)

Pubblicato in Lavoro Reggio Emilia
Venerdì, 22 Agosto 2014 08:58

Ferie pericolose.

Sta diventando lo sport preferito d'agosto giocare a nascondino con gli operai in ferie?

di Virgilio - Parma, 22 agosto 2014 --
Non deve essere stata una bella sorpresa constatare che, non appena chiusi i battenti per il periodo delle ferie, entro le successive trentasei ore tutto è stato trasferito, macchinari e stock.
E' successo in un opificio del Gruppo Cremonini, nello specifico, Italia Alimentari Spa di Paliano, in provincia di Frosinone.
Italia Alimentari Spa del Gruppo Cremonini, colosso alimentare con sede a Busseto, in provincia di Parma, leader nella produzione di prosciutti cotti, arrosti e specialità da forno venduti nei principali supermercati italiani, ha voluto replicare le infelici esperienze di un anno fa di FIREM di Modena e di DOMETIC di Forli.
Per le prime avevamo espresso un giudizio negativo per l'immoralità del comportamento e non possiamo che replicare tale considerazione negativa anche per quest'ultima operazione di trasloco e messa in mobilità. Ignota la destinazione degli impianti anche se voci , raccolte da "ciociaria notizie", indicano nella Polonia il Paese d'accoglienza delle linee produttive.
36 le famiglie coinvolte che arrivano a una cinquantina considerando gli addetti non direttamente alle dipendenze dell'azienda.
Tre linee di lavorazione dell'ex stabilimento "Montana" smantellate nell'arco di poche ore tra il 18 e il 19 di agosto e la comunicazione di cessata attività trasmessa alle 15 del del 19 ai sindacati dei lavoratori stando a quanto riportato da "il Fatto quotidiano.it". "E' accaduto tutto molto in fretta – ricostruisce Stefano Morea, segretario generale della Flai Cgil di Frosinone al "Fatto quotidiano.it" – mentre i dipendenti erano in vacanza per la settimana di Ferragosto, l'azienda ha atteso la fine del turno degli addetti alle pulizie, gli unici al lavoro in questi giorni, e in poco più di una notte ha svuotato la fabbrica. La mattina dopo, quindi, sono stati gli stessi addetti alle pulizie a telefonare ai colleghi per avvisarli di ciò che era successo. Ovviamente ci siamo precipitati subito qui, ma quando siamo arrivati era già troppo tardi".
In attesa del comunicato ufficiale da parte dell'azienda e dell'incontro a Roma tra sindacati e impresa previsto per la prossima settimana non rimane che censurare il comportamento aziendale.
Un sospetto però rimane. Non è che per caso quest'atto estremo sia il risultato di relazioni sindacali poco equilibrate? Per sciogliere i dubbi non rimane che attendere il 27 d'agosto giorno nel quale, a Roma, le parti si confronteranno. In quell'occasione si comprenderà anche la sorte che spetterà a questi 50 addetti ai quali per ora non resta che presidiare nottetempo lo stabilimento.

 

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
Giovedì, 21 Agosto 2014 12:38

Come si vive bene nei piccoli centri emiliani!

Sono ben 18 i comuni emiliani che rientrano nei TOP 150.

di Virgilio - Parma 21 agosto 2014 --
7 comuni in provincia di Reggio Emilia, 6 nel modenese, 4 nel parmense e fanalino di coda Piacenza con un solo comune in classifica.
E' quanto emerge dalla speciale classifica elaborata dal Centro Studi Sintesi e che vede primeggiare Brunico (BZ) per qualità della vita: "grazie ai buoni risultati nelle condizioni di vita materiali (sia per reddito irpef medio superiore alla media dei 176 comuni, che per i depositi pro-capite), alla buona posizione nell'asse dell'istruzione e della cultura e a una particolare attenzione all'ambiente (raccolta differenziata, dotazione di stazioni di monitoraggio dell'aria). Se negli altri ambiti le performance si collocano comunque tra le prime posizioni, è decisamente bassa la partecipazione alla vita politica."
Ma un ottimo posizionamento lo raggiungono ben 18 comuni dell'asse Piacenza - Modena.

I COMUNI in ordine di classifica Generale
Castelnuovo Rangone (MO) - 20 esimo
Campogalliano (MO) - 22 esimo
Rubiera (RE) - 26 esimo
Torrile (PR) - 27 esimo
Castelvetro (MO) - 31 esimo
Casalgrande (RE) - 35 esimo
Bibbiano (RE) - 46 esimo
Sorbolo (PR) - 53 esimo
Quattro Castella (RE) - 61 esimo
Maranello (MO) - 63 esimo
Sissa Trecasali - 65 esimo
Fiorano Modenese - 79 esimo
Gattatico (RE) - 84 esimo
San Secondo (PR) - 86 esimo
Castellaranao (RE) - 101 esimo
Sant'Ilario d'Enza (RE) - 109 esimo
Carpaneto (PC) - 122 esimo
Nonantola (MO) - 139 esimo

Considerando i diversi parametri presi in esame dalla ricerca, degno di nota la posizione riguardo l'istruzione e cultura che vede i comuni parmensi di Torrile e Sissa Trecasali al 5° e 18 esimo posto seguiti al 21 esimo da Sant'Ilario (RE). Invece per condizioni di vita e materiali Castelnuovo Rangone (MO) è davanti a tutti al 14 esimo posto, seguito al 28 esimo e trentaduesimo posto da altri due modenesi e nello specifico da Maranello e Fiorano Modenese.

In Allegato la classifica completa.

Pubblicato in Economia Emilia
Giovedì, 21 Agosto 2014 09:48

Reggio Emilia, bene l'export ma poche le imprese

Parte il percorso di accompagnamento sui mercati esteri - How to start Export Business - Impariamo ad esportare.

Reggio Emilia 21 Gennaio 2014 --
BENE I VALORI, POCHE LE IMPRESE: LA CCIAA "INSEGNA" AD ESPORTARE
E' con l'obiettivo di incrementare il numero di imprese reggiane che si approcciano ai mercati esteri (oggi poco più di 2.000 su oltre 50.000 presenti in provincia) che la Camera di commercio propone un percorso di accompagnamento ai mercati esteri riservato a 20 imprese potenziali esportatrici che non hanno mai operato sui mercati esteri o lo abbiamo fatto solo occasionalmente.
In questo periodo in cui perdurano le difficoltà economiche, i mercati esteri continuano a rappresentare l'unico fattore trainante per il nostro territorio. Nonostante le esportazioni della provincia di Reggio Emilia abbiano raggiunto, nel 2013, l'importo record di 8,6 miliardi di euro, resta comunque ancora modesto il numero delle imprese reggiane abituali esportatrici, ed è per questo che la Camera di Commercio intende sostenere in modo efficace altre realtà interessate ad apprendere e condividere un modello di lavoro che consenta di avviare un percorso di crescita strutturata sui mercati esteri, convinti che qui vi siano ancora molte opportunità da cogliere.
Il progetto camerale, rivolto a micro, piccole o piccole e medie imprese, si articola in una fase di formazione in aula ed in una successiva valutazione ed elaborazione di un piano aziendale.
Le domande possono essere presentate dal 1° al 30 settembre prossimi esclusivamente mediante l'apposito modulo scaricabile dal sito camerale www.re.camcom.gov.it alla sezione "Sviluppo Imprese, Incentivi camerali alle imprese, Bandi ed interventi camerali a favore delle imprese" Bando "How to start Export Business" - Anno 2014 ed inviate per posta con raccomandata A/R o per via telematica.
Le aziende saranno selezionate sulla base dell'ordine cronologico di presentazione della domanda di partecipazione.
Per informazioni è possibile contattare il Servizio Promozione della Camera di Commercio (tel.0522 796523 - 529; mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.)

Dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia

Giovedì, 21 Agosto 2014 09:25

Emil Banca, prima in Italia

Emil Banca premiata da Iccrea: prima in Italia 
per lo sviluppo di prodotti e servizi del gruppo.

Modena, 21 agosto 2014.
Più di 5,5 milioni di euro per le start up e quasi undici milioni di euro di prestiti a giovani under 35. Grazie a questi numeri Emil Banca è stata premiata da Iccrea Holding (la cassaforte nazionale delle banche di credito cooperativo) come la prima banca di credito cooperativo di tutta Italia nello sviluppo di prodotti e servizi delle società del gruppo. Emil Banca, che con 22 mila soci e 48 filiali nelle province di Modena, Bologna e Ferrara è stata inserita nella categoria "maxi bcc", è risultata prima in tre categorie del premio nazionale: gestione crediti, banca impresa, assicurazioni. Inoltre, essendo arrivata sul podio nelle restanti quattro categorie (corporate, risparmio&previdenza, vita, credito al consumo), ha vinto la classifica aggregata. «Questo premio è un riconoscimento dell'impegno e dell'evoluzione della nostra banca nell'interpretazione delle esigenze del mercato e della vicinanza al sistema locale – afferma il presidente di Emil Banca Giulio Magagni - Evidenzia, inoltre, la sinergia che il credito cooperativo sa mettere in campo attraverso la rete di banche locali e Iccrea». I numeri degli ultimi 18 mesi di Emil Banca confermano i giudizi positivi di Iccrea. Nel credito erogato a giovani under 35 da inizio 2013 a oggi spiccano i 9,7 milioni di euro per i mutui prima casa, mentre i finanziamenti concessi per l'avvio di start up ammontano a 5,6 milioni di euro, per un totale di circa 160 aziende finanziate, di cui oltre la metà nei primi mesi del 2014. «Puntando su giovani e imprese continuiamo a essere motore dello sviluppo locale – commenta il direttore generale Emil Banca Daniele Ravaglia – Il futuro della nostra economia continua a essere avvolto nella nebbia, stretto tra le difficoltà che derivano dal perdurare della crisi e dalle ulteriori incertezze figlie dell'instabilità internazionale che oggi mette in pericolo anche le nostre esportazioni. Noi, però, - continua Ravaglia - non ci tireremo indietro e metteremo in campo tutte le risorse necessarie per vincere la sfida. Partendo dal progetto Fico (Fabbrica italiana contadina), che porterà lavoro e turismo, e dal sostegno alle eccellenze agricole che la Disneyland del cibo – conclude il direttore di Emil Banca - mostrerà al mondo intero».
(Confcooperative Modena)

Martedì, 19 Agosto 2014 08:59

Sistri, bocciato senza appello

I risultati di un sondaggio CNA su 1.700 imprese associate.

Reggio Emilia, 19 agosto 2014 --
Due. E' il voto che, in una scala da uno a dieci, le imprese assegnano al Sistri. Bocciatura senza riserve e senz'appello a settembre. E' il risultato di una indagine condotta dal Centro Studi CNA. A infliggere la "condanna" un campione altamente rappresentativo di circa 1.700 imprese associate alla Confederazione, tutte soggette al sistema di controllo e tracciabilità dei rifiuti.
Anche se per l'82% degli imprenditori coinvolti nella ricerca la tracciabilità dei rifiuti è un obiettivo irrinunciabile, purtroppo il Sistri è ritenuto del tutto inadeguato a garantire la tutela dell'ambiente dal 90% delle imprese.
"La bocciatura del Sistri è totale. – spiega Nunzio Dallari, Presidente provinciale CNA - Gli imprenditori non ne salvano nulla. Aveva l'obiettivo di sostituire il precedente sistema cartaceo con uno strumento più avanzato tecnologicamente. Eppure alla funzionalità dei dispositivi e della piattaforma software del sistema (che ottiene una voto medio pari a 2,3) quasi il 60% degli interpellati assegna il voto "uno", appena "due" arriva dall'11%, "tre" dal 7,5%".
Stesso giudizio, pesantissimo, sulla gestione delle procedure. La valutazione media è molto bassa (2,2) e scaturisce dallo striminzito "uno" assegnato da quasi il 60% delle imprese, dal "due" che infligge l'11% del campione e dal "tre" arrivato dal 9% di quanti hanno partecipato all'indagine.
Ancora peggiore, se possibile, è il voto sulla chiarezza e sull'applicabilità della normativa. In media rimane inchiodato al "due". Dal dato disaggregato emerge che il 63% esprime un "uno", il 12% si spinge fino a "due", il 9% a "tre".
"L'esasperazione che emerge da queste risposte – continua il Presidente Dallari - non trova sfogo, purtroppo, in un efficiente sistema di rapporti con i clienti/utenti. Solo il 6,4% delle imprese che utilizzano (o hanno utilizzato) il Sistri è soddisfatto del sostegno offerto dal servizio di "customer care". In netto contrasto con la valutazione estremamente positiva espressa, invece, dalla Commissione di collaudo del Sistri, istituita presso il ministero dell'ambiente.
Per non parlare dei suoi costi. Quasi tutte le imprese intervistate, infatti, hanno registrato oneri economici aggiuntivi dalla sua introduzione. Il 45% di trasportatori e recuperatori/smaltitori hanno sostenuto nuovi costi superiori ai 10mila euro con punte oltre i 50mila euro".
Ma anche le imprese non obbligate a utilizzare il Sistri ne stanno soffrendo l'onerosità scaricata su tutto il sistema. Quasi la metà segnala aumenti dei prezzi applicati nel trasporto e nella gestione dei rifiuti o maggiori difficoltà procedurali nel conferimento ai trasportatori. Il 42% ritiene che l'esclusione dal Sistri di alcune tipologie d'impresa non sia sufficiente a risolvere i problemi che il sistema continua a creare nel mondo imprenditoriale complessivo.

"Non bastassero i costi economici, - conclude Dallari - il Sistri alle imprese complica anche la vita: al 18% ha rallentato l'attività ordinaria, al 14,6% ha imposto l'utilizzo di personale aggiuntivo, al 12,6 l'impossibilità di completare la presa in carico dei rifiuti, in barba all'obiettivo di tutela ambientale. Ci chiediamo come sia possibile pensare di rendere pienamente operativo questo sistema, così come previsto, dal 1 gennaio 2015. Alla luce di questa indagine risulta indispensabile mantenere il regime cartaceo per consentire un regolare smaltimento dei rifiuti speciali senza danni per le imprese e per l'ambiente almeno fino alla fine del 2015".
(CNA Reggio Emilia)

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