Vendite in netto peggioramento nel I° semestre 2014 tra le MPMI di commercio, turismo e servizi. Non s'arresta nemmeno l'emorragia di chiusure tra gli esercizi commerciali: nei primi otto mesi dell'anno, ha in media cessato l'attività più di un negozio al giorno -
Modena, 22 settembre 2014 -
"In una situazione in cui il reddito disponibile continua a calare, si riducono gli affari e sul nostro territorio chiude mediamente un impresa al giorno, un nuovo ed ulteriore incremento delle aliquote Iva, significherebbe un tracollo per i consumi con ulteriori effetti nefasti sull'economia. Si apre con questa riflessione l'analisi di Confesercenti Modena rispetto l'andamento delle vendite nei settori del commercio al dettaglio, pubblici esercizi e servizi d'intermediazione nei primi sei mesi dell'anno. Dall'Osservatorio economico dell'Associazione imprenditoriale, emerge infatti che i ricavi segnano al 30 giugno 2014 un -5,4% rispetto al primo semestre dell'anno precedente. Dati fortemente negativi che confermano un trend in netto peggioramento rispetto all'ultimo trimestre 2013 ed al primo 2014, con una accentuazione della contrazione delle vendite soprattutto nel commercio al dettaglio, sia alimentare che extra alimentare. In controtendenza solamente l'ingrosso con un incremento del +5%, determinato in prevalenza da imprese che si rivolgono al settore manifatturiero.
Andamento del volume d'affari per settori
Commercio al minuto di alimentari: -8,2%. E' quello che più di tutti sconta il crollo delle vendite nel primo semestre 2014 rispetto allo stesso periodo del 2013. E' lo specchio evidente di quanto le famiglie siano costretta a tagliare pesantemente anche rispetto ai prodotti di prima necessità, compresa la loro qualità.
Commercio al minuto extra alimentare: -5,1%. Torna ad accentuarsi la contrazione delle vendite nelle piccole imprese di questo settore. Calo che aveva registrato un'attenuazione nei due trimestri precedenti. Più penalizzati soprattutto abbigliamento, articoli per la casa e cartolibreria.
Ristorazione e pubblici esercizi: -4,4%. Anche tra i pubblici esercizi il trend è negativo. La flessione accomuna sia la ristorazione che i consumi nei bar. Oltre alle conseguenze della crisi in atto, in questo settore già al 30 giugno si sono manifestati gli effetti negativi del maltempo diffuso, che ha caratterizzato l'estate 2014 e che non ha consentito l'adeguato sfruttamento degli spazi aggiuntivi costituiti dai dehor. Visto l'andamento meteo dei mesi successivi, le aspettative sui dati del terzo trimestre sono di una ulteriore accentuazione del calo dei ricavi.
Servizi di intermediazione: -4,1%. Continua l'erosione dei fatturati anche tra questa tipologia d'imprese. Dati che si sommano a quelli dei trimestri precedenti, segno della difficoltà attraversata da tutto il comparto dell'intermediazione, martoriato dai pesanti effetti della recessione.
Commercio all'ingrosso: +5,1%. Il settore appare in netta controtendenza rispetto agli altri, soprattutto laddove si rivolge al manifatturiero, beneficiando in questo caso dell'andamento positivo che ha caratterizzato la ripresa della produzione e del fatturato in alcuni ambiti produttivi segnatamente in quelli che hanno maggiori quote di esportazioni.
"Questi dati purtroppo – pone in evidenza Confesercenti - testimoniano il progressivo peggioramento, anche nella nostra provincia, di una lunghissima recessione che sta producendo un crescente impoverimento delle famiglie e di conseguenza un crollo dei consumi, senza precedenti nella nostra storia recente. Diversi indicatori poi, come il tasso di disoccupazione che si mantiene su livelli insostenibili, il reddito disponibile delle famiglie e la fiducia dei consumatori che permangono in costante calo, fanno si che le aspettative a breve restino ancora estremamente negative. Diventa pertanto prioritario e necessario, in questa situazione adottare misure volte ad invertire la tendenza e far ripartire il mercato interno. Solo così il PIL, che ricordiamo nel nostro Paese per il 60% è costituito dai consumi, potrà tornare a crescere.
"E' quindi improponibile un nuovo aumento delle aliquote IVA che produrrebbe un'ulteriore caduta dei consumi, con conseguenze disastrose sull'economia ed in particolare sulle imprese del commercio e del turismo che stanno pagando in maniera pesantissima la crisi. Ne sono limpida e drammatica dimostrazione i dati relativi alla chiusura d'impresa che nella nostra provincia sono state 330 nei primi otto mesi dell'anno: più di una al giorno. Serve invece un rilancio dell'economia attraverso una riduzione della pressione fiscale, un efficace sistema di incentivi per gli investimenti, una nuova politica del credito, una forte riduzione del carico burocratico sulle imprese. I dati che ogni giorno siamo chiamati a produrre ed analizzare purtroppo ci dicono che questo è un percorso che non ha alternative, da imboccare immediatamente e con determinazione. Perché è il solo che può evitare che al Paese di intraprendere la strada di una depressione economica e sociale che può diventare senza ritorno", conclude Confesercenti Modena.
(Fonte: ufficio stampa Confesercenti Modena)