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Domenica, 03 Febbraio 2019 08:15

L'esenzione per il welfare aziendale

di Mario Vacca Parma 3 gennaio 2019 - Rivestono sempre più importanza per i tanti imprenditori i chiarimenti delle Entrate in risposta agli interpelli presentanti da singole aziende.

Nel caso specifico in risposta all'interpello n. 10/2019 l'Agenzia delle Entrate disamina quando i benefit concessi ai dipendenti risultano esclusi dalla tassazione in busta paga e non formano oggetto di base imponibile INPS.

Anche in questa occasione l'Agenzia ha menzionato che i benefit devono riguardare esclusivamente erogazioni in natura e perseguire specifiche finalità e devono essere messi a disposizione della generalità dei dipendenti o di categorie di dipendenti confermando il principio secondo il quale perché i benefit riconosciuti ai dipendenti non generino imponibile è necessario che non siano rivolti al singolo o costituiscano vantaggi solo per alcuni lavoratori.

Con la circolare n 5/2018 l'Agenzia delle Entrate chiarisce che tale apsetto non va inteso solo con riferimento alle categorie previste nel codice civile (dirigenti, operai etc.), ma a tutti i dipendenti di un certo tipo (di un certo livello o di una certa qualifica oppure, ad esempio, tutti i dipendenti del turno di notte), purché tale inquadramento sia sufficiente a impedire la concessione di erogazioni ad personam in esenzione da imposte.

Nel caso specifico una società che gestisce un'attività di ristorazione ha presentato l'interpello per domandare il corretto trattamento fiscale di un piano di welfare comprendente una serie di servizi destinati a diverse categorie di lavoratori.

Il piano ha previsto - per la categoria dei "manager" - il diritto all'assistenza domiciliare ai familiari anziani e alla frequenza a un corso privato di lingua per i figli mentre - per la categoria degli "addetti alla sala" - (diversi collaboratori in libro matricola, di cui uno in somministrazione a tempo determinato e uno stagista extracurriculare, percettore di un'indennità inquadrabile tra i redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente), un servizio di check-up cardiaco presso una struttura sanitaria convenzionata, mentre il programma ha lasciato esclusi gli addetti alla cucina e l'addetto alla cassa.

Salta immediatamente all'occhio che il programma di welfare prospettato non offra servizi alla generalità dei dipendenti, lasciandone fuori alcuni. In questi casi ai fini della non concorrenza dei benefit alla determinazione del reddito di lavoro va verificato l'eventualità che i destinatari rappresentino una "categoria di dipendenti".

L'Agenzia nella risposta evidenzia che per quanto riguarda amministratore della società e direttore di sala l'esenzione non può essere attuabile in quanto i due beneficiari non possono essere considerati categoria omogenea dal punto di vista dell'inquadramento giuridico e contrattuale. Per quanto concerne invece gli addetti alla sala si possono considerare categoria omogenea dal punto di vista contrattuale, incorporando anche lo stagista (titolare di reddito assimilato) e all'addetto alla sala assunto con un contratto di somministrazione a tempo determinato, cosi come previsto dall'art. 51 del TUIR

 

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Dalla Piramide al cerchio inizia il suo cammino ispirandosi al cosmo, all'origine delle cose, dove tutto è ordine, frutto di una esplosione generatrice di vita, perché «la vita è gioia di vivere».

Di Guido Zaccarelli Mirandola 1 febbraio 2019 - Le persone avvertono da tempo il desiderio di cambiamento del loro stile di vita lavorativo, sempre più esposto ai ritmi frenetici del lavoro che viaggia alla velocità della luce.

Il Cosmo respira comportandosi come un polmone, inspira ed espira, si comprime e si dilata, offrendo la vita agli uomini che vivono sulla terra. Il respiro è l'abitudine che tiene in vita le persone, così come il gesto del «dono della conoscenza» è il respiro che tiene in vita le aziende. Per Platone, l'universo è sferico perché «la sfera è la figura geometrica per eccellenza»; mentre pulsa ruota su se stesso mostrandosi all'occhio dell'uomo luminoso al centro: «la luce della vita».

Per raggiungere l'idea del cosmo occorre inventarsi una strategia che consenta di prendere il modello piramidale e immaginarlo circolare togliendo, come affermava Michelangelo: «il marmo in eccesso». Per farlo è necessario ricorrere inizialmente al concetto, all'idea, che porti l'uomo a dare inizio alla fase di trasformazione, alla nascita di un nuova esplosione violenta che rompa gli schemi ancestrali sui quali sono stati costruiti i modelli organizzativi delle imprese. Superare la frase: «abbiamo sempre fatto così».

Lo scopo è portare l'uomo in una nuova dimensione prospettica che lo guidi a disegnare un cerchio sul foglio di carta per osservare la realtà da una posizione differente rispetto al modello piramidale che vive ogni giorno quando entra in contatto con il mondo del lavoro. Le persone disposte in forma circolare avranno la possibilità di osservare la luce dell'azienda da prospettive differenti e l'azienda, con un semplice movimento, avviare rapidamente qualsiasi tipo di relazione paritetica con i lavoratori, in modo diretto o rivolte all'insieme. Per fare questo è necessario fare ruotare su se stessa la piramide imprimendo sempre maggiore energia fino a quando l'immagine che ne deriva è un cerchio che vede la luce nel suo centro: la Persona.

L'immagine allegata mostra uno schema piramidale e uno circolare dove sono stati disposti in cerchio i lavoratori. Nella figura a forma di piramide alcune persone rientrano nello schema mentre altre rimangono esterne al sistema. Non solo, la gerarchia non consente di vedere verso l'alto ma solo in linea orizzontale e verso il basso: l'alto, un miraggio. Relazioni che scompaiono a vantaggio del rapporto gerarchico. Le persone disposte in forma circolare appartengono ad un nuovo cosmo che respira offrendo ai lavoratori la possibilità di ricevere tutti la stessa luce e di relazionarsi con gli altri, e con l'azienda, in forma paritetica. Le persone che prima erano all'esterno del modello piramidale, spesso inascoltate e valorizzate, rientrano a pieno titolo nel modello organizzativo circolare, contribuendo al successo dell'impresa. Si evita il ricorso alla esternalizzazione, coincidente con l'aumento dei costi tangibili, e intangibili, e la contrazione della identità aziendale, cuore pulsante di ogni tipo di organizzazione.

Ogni persona è in grado di definire il suo spazio cosmico consapevole di essere un micro cosmo che ruota, e respira, in forma circolare nell'universo dell'impresa. Pensiamo allo sport, e nello specifico, ai giocatori quando si uniscono prima della partita, o al termine, per condividere in cerchio i risultati, le strategie e gli obiettivi comuni. Sono tutti comportamenti che aiutano a creare la logica del gruppo e alimentare il significato dell'appartenenza verso la visione comune. Il cerchio è simbolo della regolarità assoluta, è il cuore nevralgico e pulsante dove transitano e si costruiscono le relazioni sociali. Esso si muove come la sfera di Maurits Cornelis Escher dove sulla superficie lucida si riflette tutto l'ambiente circostante, e come si vede nell'immagine, le persone sorridono.

Un modo per riportare il mondo infinito, in un punto finito, da cui far nascere un nuovo infinito che pulsa di una nuova energia: «la Persona al centro». L'organizzazione del futuro, se vuole rimanere in vita, deve vivere gli stessi attimi che hanno coinciso con l'origine della vita solare, per costruire un modello cosmico a immagine della persona. «Rivolgo ogni giorno lo sguardo al cielo, mentre navigo in mare aperto alla ricerca della felicità».

Riferimenti bibliografici:
Guido Zaccarelli, La Conoscenza Condivisa, verso un nuovo modello di organizzazione aziendale e Dalla Piramide al Cerchio, la persona al centro dell'azienda, Franco Angeli Editore

GUIDO ZACCARELLI

Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
CURRICULUM
Guido Zaccarelli, è docente di informatica, consulente aziendale, saggista e collaboratore redazionale con Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente a contratto di informatica presso l'Università di Modena Reggio.

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Parmalat è sopravvissuta a tutto. Sopravvissuta a un crack mega senza perdere nulla del mercato conquistato con la qualità dei suoi prodotti, ma non ai francesi.

di Virgilio Parma 28 gennaio 2019 - Era il 2003, precisamente l'8 dicembre quando la notizia irruppe in tutti media. La prima impresa italiana a essere quotata in borsa negli USA è esplosa. Un crack che le cronache raccontavano essere superiore a quello della ENRON, una enormità. Ma la fedeltà dei consumatori salvò la faccia e i ricavi dell'azienda di Collecchio. 

Dopo 15 anni e sette di governo Lactalis ecco che, dopo il delisting di borsa, i francesi  dichiarano la totale acquisizione della multinazionale portando oltr'alpe tutta la governance. 

Una situazione che preoccupa le sigle sindacali Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil le quali, in un comunicato del 24 gennaio scorso, esprimono grande preoccupazione per la notizia, riportata  da alcuni quotidiani, dell'intenzione del gruppo Lactalis di avviare una riorganizzazione della Parmalat, legata al delisting borsistico oramai al traguardo.

"Una proposta che mirerebbe a cancellare la corporate italiana e che potrebbe creare rischi per la tenuta occupazionale della stessa Parmalat, ma anche di Galbani, per le sinergie ipotizzabili tra i due grandi gruppi. Inoltre, mette in discussione lo stesso sistema produttivo delle due aziende: il profilo industriale che si prospetta non è compatibile con il mercato italiano, dove i brand locali, legati al territorio, e la filiera corta, hanno un forte valore commerciale", secondo i sindacati.

"Le segreterie nazionali – dichiarano le tre sigle di categoria – hanno chiare le potenzialità industriali e commerciali dei perimetri dei gruppi sul territorio nazionale, che non vorremmo fossero messe in discussione, così come interessanti potrebbero essere gli sviluppi a livello di export. Per il 1° febbraio, abbiamo convocato il coordinamento nazionale delle Rsu, con cui ci confronteremo su proposte alternative a quelle ventilate da Lactalis, sulla richiesta di un tavolo di confronto e, se sarà necessario, anche sulla mobilitazione dei lavoratori interessati contro una decisione che può mettere in discussione due brand italiani storici come Parmalat e Galbani. Due aziende che in Italia contano circa 5.000 addetti, per metà operai e il restante 50% impiegati e commerciali".

 

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Claudio Guidetti sul CETA: " Mi auguro che venga valutato per quello che è, una mediazione che per il momento ha dato vantaggi. Bisogna che siamo pragmatici..."

Di Redazione Parma 27 gennaio 2019 - Nella trasmissione andata in onda lo scorso lunedi 21 gennaio si è parlato dl CETA (L'accordo di libero scambio tra UE e Canada) nell'ambito del ben più vasto problema emergente dei dazi che, da oriente a occidente, vede fronteggiarsi le superpotenze economiche del mondo.

Nella ricerca di testimonianze, Riccardo Iacona, si è però imbattuto nelle difficoltà in cui versano i produttori del comparto lattiero. Prezzi bassi che non consentono una adeguata marginalità alle imprese di base. Ma, quasi a sorpresa, la colpa non sta nella sola parte industriale o distributiva. -10% il break even per il formaggio pecorino romano, ad esempio.

"Quindi non è colpa del CETA, dei trattati di libero scambio o del destino cinico e baro se alla base della filiera il prezzo litro del latte pagato agli allevatori è troppo basso" è il commenta del conduttore dopo avere intervistato alcuni allevatori che, a quanto appare, non sembrano in grado di trovare una comune denominatore negoziale con cui confrontarsi con l'industria di caseificazione. Anzi il CETA sembra essere stato un elemento assolutamente positivo per le  produzioni DOP nostrane, dal Pecorino Romano al Provolone, dalla Gorgonzola all'Asiago, dalla Mozzarella di Bufala agli altri freschi e via di seguito, che hanno registrato incrementi dal 33 al 80% (Vedi slide tratte dalla trasmissione).

"Molto bene sono andati anche Grana Padano e Parmigiano Reggiano, prosegue Iacona, che erano i due formaggi più esportati in Canada ma che, grazie all'abbattimento dei dazi e all'aumento delle quote di esportazione hanno registrato un +8% dell'export. Ma questa è la media, qui siamo nella azienda del signor Guidetti (Mulino Formaggi srl, ex Mulino Alimentare spa ndr) che esporta il Parmigiano Reggiano nel mondo in tutte le versioni possibili. Da quando c'è il CETA il business è aumentato in maniera esponenziale."

"Abbiamo registrato un significativo incremento del 52% , è l'introduzione di Claudio Guidetti" il quale, sollecitato da Iacona, sostiene come l'enorme incremento possa non essere solo un fatto estemporaneo dovuto al primo anno di applicazione, ma addirittura replicarsi anche negli anni successivi proprio grazie alla forza e ampia originalità delle nostre proposte casearie."La qualità e la storia sono aspetti molto importanti" e alla domanda in merito a cosa si aspetta quando il Governo verrà chiamato alla ratifica dell'accordo, Guidetti non ha tentennamenti: " Mi auguro che venga valutato per quello che è, una mediazione, che per il momento ha dato vantaggi. Bisogna che siamo pragmatici. Il nostro mercato agroalimentare deve competere e non possiamo ricavare marginalità con protezioni e vincoli. La marginalità dobbiamo guadagnarcela in competizione, facendo vedere che i nostri prodotti sono i migliori."

 

(Video PresaDiretta 21 gennaio 2019 minuto 38 circa. https://www.raiplay.it/video/2019/01/Presa-diretta-La-guerra-dei-dazi-c34db9db-4b50-41cd-90e0-dbf05ef9c651.html  oppure clicca l'immagine sottostante)

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Editoriale: -Aquisgrana, come ti dissolvo l'UE in un minuto. -Lattiero caseari. Burro sempre stabile. - Cereali e dintorni. Mercati in stallo. - Un Reggiano al vertice CGIL - Pomodoro da Industria, Rancan e Rainieri chiedono l'aumento del prezzo della materia prima -

SOMMARIO Anno 18 - n° 04 27 gennaio 2019

1.1 editoriale
Aquisgrana, come ti dissolvo l'UE in un minuto. Splendidi alleati (6)
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Burro sempre stabile.
2.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. Burro sempre stabile. - Grafici di Tendenza
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati protetti e in rialzo.
5.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. GRAFICI di TENDENZA
6.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati in stallo.
7.1 sindacato lavoratori Un Reggiano al vertice CGIL
7.2 bonifica Amministrazioni e Consorzio insieme per la lotta al dissesto idrogeologico
8.1 Vino e estro GIANLUCA – il vino, il suo estro, la sua anima clandestina
9.1 pomodoro Pomodoro da Industria, Rancan e Rainieri chiedono l'aumento del prezzo della materia prima
9.2 destinazione turistica Emilia l'Emilia in un Touch Wall
10.1 bacini idrici - Enza Fabbisogni idrici nell'area dell'Enza.
11.1promozioni "vino" e partners
12.1 promozioni "birra" e partners

 

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Domenica, 27 Gennaio 2019 06:41

Strumenti di allerta della crisi

di Mario Vacca Parma 27 gennaio 2019 - A seguito della crisi degli ultimi anni, il legislatore ha inteso procedere ad una riforma della legge fallimentare con l'introduzione dell'obbligo a carico di tutte le aziende "di dotarsi di un sistema di allerta interna" in grado di individuare squilibri di natura finanziaria, reddituale e patrimoniale indicativi della crisi d'impresa per l'esercizio in corso o, quando la durata residua dell'esercizio al momento della valutazione è inferiore a sei mesi, per i sei mesi successivi.

L'imprenditore, l'amministratore o il consiglio di amministrazione dovrà dotarsi di strumenti atti a rilevare i sintomi della crisi prima che intervenga una segnalazione ad opera dei soggetti abilitati (tra cui l'Agenzia delle Entrate, gli istituti previdenziali, le banche) presso l'organismo di composizione della crisi territoriale competente, che dovrà essere costituito presso la Camera di Commercio competente.
Il fine della nuova normativa, con benefici per tutti, sarebbe quello di monitorare l'assetto economico-finanziario dell'azienda per garantire la sostenibilità finanziaria nel medio-lungo periodo ed individuare l'insorgere di situazioni che potrebbero provocare un prolungato squilibrio economico-finanziario, compromettendo la situazione dell'azienda stessa.

Tra i soggetti segnalatori figurano gli istituti di credito ed è pertanto del tutto lecito attendersi che gli stessi porranno maggiore attenzione all'andamento delle aziende clienti, alle perdite attese dal singolo rapporto. Il monitoraggio sul credito interverrà dal momento dell'erogazione, con un'analisi continua degli scostamenti dei parametri da quanto programmato.

Mentre la proposta della legge è costruttiva, dal ceto bancario, già oggi in un clima poco propenso al credito ed agli impieghi, dovremmo attenderci una maggiore selettività nell'erogazione o quantomeno un inasprimento del livello degli spread applicati.

Ho avuto modo di scrivere più volte articoli al riguardo ed ho sempre sostenuto che siamo di fronte ad un cambiamento che imprenditori, commercialisti e consulenti devono cogliere per rendere più efficiente il proprio e l'altrui lavoro.

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Il futuro?: «dal welfare aziendale» al «welfare culturale» della Conoscenza Condivisa, un sogno da realizzare per l'imprenditore che pone la Persona al centro della sua azienda.
Seneca: «non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare». Con questa celebre frase Seneca riporta il lettore ad affrontare il coraggio, la paura nel futuro e nella capacità di osservare la realtà da una prospettiva diversa rispetto a quella che ha caratterizzato il solco della vita di ogni persona. Gli obiettivi sono dei punti, che ogni giorno la persona riporta uno di seguito all'altro, fino ad ottenere una linea unica che testimoni le cose fatte e indichi la strada per quelle da fare,con le quali raggiungere la meta.

Di Guido Zaccarelli Mirandola 25 gennaio 2019 - La strada non è sempre in discesa, spesso è irta e piena di ostacoli. La forza dell'uomo sta proprio nella capacità di superare in modo consapevole i propri limiti, senza mai andare oltre i livelli di guardia, che potrebbero vanificare gli sforzi compiuti, e le aspettative per il futuro.
«L'imprenditore nasce per fare impresa» e lo spirito che lo anima ogni giorno è di realizzare il proprio sogno, avendo cura dei propri collaboratori, dei clienti, dei fornitori e della società civile per raggiungere gli obiettivi. Il bilancio è il ritratto del comportamento dell'azienda; fornisce la base d'appoggio per definire la strategia aziendale in relazione agli indicatori di crescita, o di decrescita, delle aree interne ed esterne all'impresa. Il ROI è un indicatore importante per saggiare il ritorno dell'investimento, che indica quanto rende, ad esempio, un euro investito in un determinato ambito o settore. In questo caso, il ROI, è un dato quantitativo che valorizza le azioni e i comportamenti dell'imprenditore agevolandolo nell'analisi di altri indicatori con i quali saggiare lo stato di salute dell'azienda. Il ROI qualitativo mette invece in crisi l'imprenditore perché manca di riferimenti tangibili sui quali veicolare le proprie certezze fondato sui numeri reali, che si toccano con mano. Il ROI qualitativo appartiene al capitale umano e alla formazione e ad altri ambiti lasciati a futura trattazione.

Cambiare il modello organizzativo, da piramidale a circolare, senza avere un ritorno certo che identifichi in modo puntuale il ROI qualitativo, lo fa desistere dall'investimento. «Abbiamo sempre fatto così, perché cambiare?», «la mia azienda sta ottenendo elevate marginalità, perché cambiare?», ancora «quando potrò ritornare del mio investimento?».

La formazione è una voce importante per l'azienda. «L'istruzione» consente di verificare in tempi definiti il livello e il grado di preparazione conseguito dalle persone, offrendo la possibilità di modellare il percorso di addestramento in relazione alle specifiche individuali. È una voce di costo che immediatamente porta all'imprenditore il ROI quantitativo dell'investimento. «La formazione» coinvolge le persone in un percorso culturale legato alla capacità di identificarsi con lo spirito e la comunità aziendali e di condividerne i valori.

«L'educazione» consente di fare emergere – estraendo dal di dentro – il valore della persona e tutto ciò che lo caratterizza nella sua identità e professionalità. La formazione e l'educazione rientrano nel ROI qualitativo dove è impossibile stabilire il valore dell'investimento. Queste considerazioni facilitano l'ingresso in una nuova dimensione del welfare, termine nato in Inghilterra, la cui etimologia ci porta al termine benessere. L'imprenditore percorre la strada del welfare aziendale offrendo al lavoratore i benefit che ritiene utili facendoli rientrare sotto il cappello del benessere della persona che accoglie positivamente per il valore conveniente che portano con sé. L'azione economica messa in atto considera la seguente espressione: un'azienda che premia i lavoratori migliora il proprio benessere.

Siamo proprio certi che questo avvenga, ovvero, che queste azioni contribuiscano a migliorare il benessere del lavoratore? Se questa condizione fosse vera, per quanto tempo può regge l'impegno?. Per crescere, e durare nel tempo, l'impresa deve fare seguire al «welfare aziendale» una vera e innovativa politica di »welfare culturale» senza la quale sarà difficile garantire nel tempo i fondamenti del welfare aziendale.

Le aziende che si muovono nella direzione dell'«Economia 5.0» devono necessariamente mettere in atto azioni che portano ad «elevare la cultura dell'impresa» coinvolgendo i lavoratori nel condividere la conoscenza e a collaborare per modificare la struttura relazionale, da piramidale a circolare. Non è sufficiente modificare l'orario di lavoro, fare corsi o erogare compensi annuali per affermare che le persone stanno bene con loro stesse, e in relazione con le altre, mantenendo inalterato la struttura organizzativa dell'azienda Serve molto di più, in quanto sono interventi di breve raggio che nel tempo necessitano di essere continuamente sottoposti a revisione per il crescere delle aspettative dei singoli e dell'intera comunità. Quello che alimenta la vita dell'azienda è la cultura coniata nel «welfare culturale della conoscenza condivisa» alla quale è possibile successivamente aggiungere i benefit inseriti nel welfare aziendale per completare il progetto «il benessere dei lavoratori». Il futuro è in questa frase di Lucio Anneo Seneca: «È l'animo che devi cambiare, non il cielo sotto cui vivi!»

Riferimenti bibliografici:
Guido Zaccarelli, La Conoscenza Condivisa, verso un nuovo modello di organizzazione aziendale e Dalla Piramide al Cerchio, la persona al centro dell'azienda, Franco Angeli Editore.
Sitografia: https://it.wikipedia.org 

GUIDO ZACCARELLI

Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
CURRICULUM
Guido Zaccarelli, è docente di informatica, consulente aziendale, saggista e collaboratore redazionale con Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente di informatica presso l'Università di Modena Reggio.

Pubblicato in Economia Emilia
Giovedì, 24 Gennaio 2019 09:57

Un Reggiano al vertice CGIL

Dopo Bruno Trentin, anch'egli ex segretario FIOM, Maurizio Landini vola al vertice più alto della CGIL prendendo in mano il testimone dalla Susanna Camusso.

di Lamberto Colla - Bari 23 gennaio 2019 - Maurizio Landini, classe 1961, è il nuovo segretario generale del più importante sindacato dei lavoratori. Landini, reggiano, cresciuto a San polo d'Enza, è penultimo di cinque figli e già a 15 anni aveva iniziato a fare l'apprendista saldatore.

«Ho cominciato a lavorare a 15 anni, a fare l'apprendista saldatore. Eravamo un gruppo di ragazzi giovani, lavoravamo in una cooperativa di Reggio Emilia. Dovevamo lavorare all'aperto, faceva freddo d'inverno e c'era un disagio. Non è che volessimo lavorare meno, volevamo vedere riconosciuto questo disagio e abbiamo chiesto alla cooperativa di affrontare questo problema. Era una cooperativa rossa, eravamo tutti iscritti al Partito Comunista e i dirigenti ci dissero che sì, avevamo ragione, però dovevamo tenere conto che la cooperativa aveva dei problemi e che dovevamo fare degli sforzi. Io ero giovane e d'istinto mi venne di interromperlo e di dirgli: "Guarda, tu sei un dirigente, e io in tasca ho la tessera del partito che hai anche tu. Però ho freddo lo stesso". Lì ho capito una cosa: il sindacato deve rappresentare le condizioni di chi lavora e non deve guardare in faccia nessuno.»
(Maurizio Landini - Dal discorso tenuto il 16 giugno 2011 1 in occasione della manifestazione Tutti in piedi!, realizzata in collaborazione con la FIOM)

Maurizio Landini, senza nulla togliere al valore dell'uomo e sindacalista, può essere considerato un "puro e duro" del sindacato dei lavoratori. Cresciuto alla segreteria più "radicale" (FIOM) quella dei metalmeccanici, rappresenta quindi la tradizione col passato. Non a caso, infatti, Landini è il secondo ex segretario FIOM che si insedia ai vertici dell'organizzazione, prima di lui solo uno dei padri fondatori della CGIL, Bruno Trentin. proveniva dai metalmeccanici.

Quindi, molto probabilmente, ci si ritroverà di fronte a un ritorno al passato e forse, anche stavolta, verrà a mancare l'apertura verso tutte quelle nuove forme di impiego che dagli anni '90 hanno sempre più conquistato larghe fette del mercato del lavoro.

E' presto per giudicare e perciò lasciamo che Landini e la nuova dirigenza espongano i loro programmi.

Per ora un grande "In bocca al Lupo" a Maurizio Landini.

(Nelle foro Maurizio Landini a Parma - 25 novembre 2017 -in sostegno dei lavoratori FRONERI)

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Pubblicato in Politica Emilia

Rancan e Rainieri (lega): "pomodoro da industria, aumentare il prezzo da riconoscere ai produttori o sara' crisi della filiera"
Interrogazione alla Giunta regionale dei consigliere Matteo Rancan e Fabio Rainieri: "Il governo Bonaccini cosa intende fare per il rilancio di questa importante filiera?"

"Si rischia una profonda crisi del settore del pomodoro da industria di cui l'Emilia-Romagna è la prima regione produttrice: è necessario prevedere un aumento significativo del prezzo da riconoscere ai produttori e che la trattativa in corso si concluda in tempi brevi per permettere una programmazione adeguata".

È questa l'opinione che hanno espresso i consiglieri regionali della Lega, Fabio Rainieri, vice presidente dell'assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna, e Matteo Rancan in una interrogazione presentata alla Giunta regionale sui problemi connessi alla trattativa per il prezzo del pomodoro con riferimento alla campagna 2019

"Si parte da un'ultima stagione decisamente negativa che ha visto la riduzione sia delle aree coltivate, sia dei conferimenti alle industrie di trasformazione, addirittura inferiori alla domanda. Di questo passo si arriverà ad importare dall'estero ingenti quantità di materia prima qualitativamente molto inferiore e con danno per le stesse industrie di trasformazione, visto l'obbligo di indicazione di origine appena introdotto – hanno quindi proseguito i consiglieri regionali leghisti – Alcune associazioni di agricoltori lamentano come la determinazione dei prezzi sia troppo suscettibile di forti e autonomi deprezzamenti a seconda dell'andamento stagionale con la conseguenza che i produttori lavorano quasi sempre in perdita. Per questo bisognerebbe agire sui meccanismi di valutazione della qualità determinandoli in modo più semplice ed oggettivo e prevedendone la validazione e la garanzia di corretta applicazione da parte di un ente terzo. Ma creano anche problemi alcuni preaccordi locali che aprono a possibili forti ribassi. La Regione Emilia-Romagna, con il presidente Stefano Bonaccini e l'assessore all'agricoltura Simona Caselli, non può rimanere indifferente a questa situazione difficile e delicata. Gli abbiamo pertanto chiesto se e quali iniziative intende avviare per far raggiungere un riposizionamento significativo del prezzo alla produzione. Inoltre vorremmo sapere se nel riequilibrio e rilancio di questa filiera potrà avere un ruolo determinante l'Organizzazione interprofessionale Pomodoro da industria Nord Italia, ente riconosciuto sia dalla stessa Regione che dal Mipaaf".

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

102 miliardi di euro di raccolta nel 2017, giocatori (inclusi quelli occasionali) giunti a superare i 17 milioni e comparto mobile capace di incrementare il suo giro di affari del 50% negli ultimi 12 mesi: sono questi i numeri che dipingono l'industria italiana dell'azzardo.

Scommesse sportive, slot machine, tornei di poker e casinò game vari, ovvero i tipici intrattenimenti con puntate e premi in denaro, attraggono un pubblico sempre più numeroso, generando un giro di affari in costante crescita, nonché generose entrate per le casse dello Stato e, a onor del vero, anche numeri non trascurabili sul fronte dell'occupazione.

Eppure, il tema del gioco d'azzardo continua a dividere, contrapponendo sostenitori e oppositori, soprattutto in relazione al dilagare delle ludopatie, ovvero le varie forme di dipendenza dal gioco, aumentate in modo ragguardevole anche a causa del boom della disoccupazione e delle difficoltà economiche durante gli anni della recessione.

I dati del Cnr sul gioco in Italia

A maggio del 2018, l'Istituto di Fisiologia Clinica del Cnr di Pisa pubblicava un report esaustivo relativo allo stato dell'industria del gioco italiana. Oltre al già citato aumento della raccolta e dei giocatori, lo studio indicava come passatempi più diffusi e apprezzati i tradizionali Gratta&Vinci, Lotto e Superenalotto (sebbene leggermente in flessione rispetto al passato), sottolineando una spesa mensile pro capite pari, mediamente, a 10 euro. Ben diversa la situazione dei giocatori problematici, cresciuti soprattutto nelle regioni del Meridione, che in quasi il 15% dei casi spendono più di 200 euro al mese.

Positivi, anche se naturalmente sempre in chiaroscuro, i dati relativi al rapporto dei più giovani con l'azzardo: nel 2017 il numero degli under 18 dediti, anche occasionalmente, all'azzardo, si attestava all'incirca sul milione, comunque in contrazione rispetto agli 1,4 milioni del 2010. Tra i ragazzi, diminuiscono anche quelli affetti da ludopatie (8,7% nel 2009 contro l'attuale 7,1%), tranne che al sud, dove invece si registra la tendenza opposta.

I dati del Politecnico di Milano sul comparto online

Il settore dell'online è quello caratterizzato dalla maggiore vitalità nell'ambito dell'industria dell'azzardo: l'Osservatorio sul Gioco Online del Politecnico di Milano, in un recente studio relativo al 2017, riportava come il numero degli appassionati di betting e gambling online in Italia avesse raggiunto i 2,2 milioni di utenti, per una raccolta parti ad oltre 1,38 miliardi di euro (con un incremento sull'annata precedente pari al 34%). Più nello specifico, è il gioco mobile, ovvero quello che avviene tramite smartphone e tablet e grazie ad apposite app, a registrare il successo maggiore, con un incremento della quota di mercato pari addirittura al 50% nei 12 mesi considerati.

Il risultati raggiunti dal gioco online nella tutela del consumatore

Paradossalmente, nonostante la relativa semplicità di accesso, il mondo dell'azzardo online negli ultimi anni è riuscito ad adottare soluzioni sempre più complete ed efficaci per la tutela dei consumatori e la prevenzione dei comportamenti a rischio, attraverso un percorso portato avanti dall'ADM (l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli), congiuntamente con i big player del settore.

L'incremento della sicurezza

L'offerta online è in primis sicura: la vigilanza dell'ADM e delle forze dell'ordine e la compliance dei gestori autorizzati favorisce lo sviluppo di un'offerta legale, che rispetta le normative vigenti in Italia offrendo ai giocatori intrattenimenti equi e basati totalmente sul caso.

Il contrasto ai portali di gioco irregolari, da un lato, e l'incremento dei requisiti di sicurezza e di trasparenza (a livello di regolamenti, possibilità di vincita, validità dei bonus, ecc.) richiesti per il rilascio della concessione sono solo due dei principali fattori che garantiscono la possibilità di divertirsi e sfidare la sorte sul web senza temere di incappare in truffe o furti di dati (avendo l'accortezza di scegliere solo operatori con logo ADM).

Lo sviluppo dell'offerta

Notevoli i passi in avanti compiuti dai gestori regolari nella valorizzazione dell'offerta legale: portali di betting sportivo e casinò online offrono un ventaglio di eventi e di possibilità di intrattenimento davvero per tutti i gusti, proponendo formule di gioco innovative, come quella delle scommesse o del casinò live (cioè in diretta), ma anche ricchissime selezioni di passatempi a tema, come accade nel caso delle slot declinate in stile fantasy, movie, avventura, animali, horror, ecc..

I meccanismi di autoregolazione

Le piattaforme dedicate al gioco online certificate ADM predispongono un'ampia serie di valide strategie per la promozione del gioco responsabile e la prevenzione di quello patologico. Gli utenti hanno infatti accesso a guide, servizi di assistenza e persino test di autovalutazione del rapporto con il gioco.

In più, tutti i gestori impongono l'obbligo di fissare un limite massimo di versamento settimanale, da specificare in fase di registrazione, pena l'impossibilità di attivare il proprio conto gioco e di accedere a scommesse o casinò game con puntate in denaro. A questo strumento, definito di autolimitazione, se ne aggiunge un altro, altrettanto utile, detto di autoesclusione. In sostanza, in qualsiasi momento è possibile chiedere la sospensione del proprio conto gioco e account, optando per uno stop temporaneo oppure definitivo.

Grazie all'integrazione del database dell'ACG (cioè l'Anagrafe Centralizzata dei Conti Gioco) con il RUA (il Registro Unico degli Autoesclusi), lanciato proprio nei primi mesi del 2018, inoltrando la richiesta di autoesclusione presso un gestore, automaticamente questa viene estesa a tutti i conti gioco collegati al soggetto, che in più non potrà attivarne di nuovi presso ulteriori operatori.

La prevenzione del gioco d'azzardo minorile

Il gioco online è riuscito efficacemente a contrapporsi anche al problema dell'accesso al gioco da parte dei minori. L'apertura del conto gioco è riservata esclusivamente ai maggiorenni e per completare la registrazione è obbligatoriamente richiesto l'invio della scansione di un documento di identità. Quindi, all'operatore spetta il compito di effettuare le verifiche del caso, incrociando i dati anche con quelli registrati presso l'ACG e, eventualmente, bloccare l'account qualora emergessero false dichiarazioni.

Concludendo

Il comparto del gioco online sta delineando la strada per un nuovo approccio all'azzardo, da un lato offrendo una vasta gamma di intrattenimenti sempre più stimolanti e coinvolgenti, ma dall'altro mettendo appunto validi meccanismi di difesa e autoregolazione del consumatore.

Pubblicato in Nuove Tecnologie Emilia
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