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Domenica, 06 Gennaio 2019 08:48

Coraggio e paura

Si sente spesso affermare: «coraggio, non avere paura». Cos'è il coraggio e cos'è la paura? Il coraggio e la paura sembrano vivere in stretta simbiosi, uno accanto all'altro, mentre vivono le stesse situazioni, offrendo al contempo spunti differenti di riflessione e comportamenti.

Di Guido Zaccarelli Mirandola 2 gennaio 2019 - Coraggio è una parola composta, che inizia il proprio cammino etimologico dal cuore: «avere cuore». La paura è un forte turbamento dell'anima che incute timore spingendo l'uomo alla fuga da se stessi, dal mondo, intesa come il tutto, o una sua parte. «Senza coraggio, non si vince la paura». «Coraggio alzati, non avere paura».
«L'imprenditore ha coraggio da vendere, non ha paura di investire il proprio patrimonio nel futuro della propria azienda».

«Il prode Achille affrontava le battaglie con coraggio, assoluto disprezzo del pericolo e senza paura». «Il coraggio del campione, superare i propri limiti, vincere la paura della sconfitta».

Infinite sono le situazioni nelle quali il coraggio e la paura sono gli attori protagonisti del nostro vissuto e del vivere quotidiano. Le frasi idiomatiche con le quali le persone comunicano si vestono del momento, e delle circostanza, nelle quali vengono proferite. Il coraggio deriva dal cuore, che grazie ai suoi battiti, è in grado di dare energia alla vita. Il cuore ha coraggio, e che coraggio. Qualcuno potrebbe dire: «ha coraggio da vendere, e non teme la paura». Il cuore è un condottiere valoroso, come il prode Achille, l'eroe chiave dell'Iliade, noto per la sua ferocia nel combattere, ma anche per la sua capacità di esprimere sentimenti di profonda umanità. Il cuore è un combattente nato e lotta ogni giorno per la vita delle persone, esprimendo in ogni circostanza il lato umano della sua presenza e la forza di generare emozioni. Il battito è il metronomo che tiene in vita il cuore, per consentirgli di produrre l'energia energia, fisica, mentale e spirituale necessaria a compiere azioni e immergere l'uomo nel profondo dei sentimenti. Le differenti circostanze pongono l'individuo nelle condizioni di affrontare con coraggio, o meno, le situazioni nelle quali viene a trovarsi, fortemente condizionate dallo stato d'animo e dalle condizioni fisiche in cui versa il suo cuore. Lo stato d'animo abilita le persone ad affrontare con energia le gioie, o le insidie, derivate dalle azioni messe in campo con il coraggio. Il cuore è sempre in ascolto, sente, percepisce la paura e mette l'uomo nelle condizioni di allerta per condurlo a riflettere, spingendolo a desistere o ad avanzare verso i propri desideri. La paura è l'espressione autentica dell'ignoto, della sfida con se stessi, dall'ombra della sconfitta e del'autostima corrosa dalla invidia altrui.

«La paura di sbagliare, cosa diranno gli altri». «E'un bellissimo progetto, coraggio, lascia perdere, non riuscirai mai a realizzarlo». Il cuore si preoccupa e, innanzi al muro della paura, modifica il proprio ritmo, un sussulto, e la frequenza inizia a farsi più elevata fino a raggiungere un livello dove cambia la consapevolezza del sé.
«Pensavo di avere coraggio, invece ho una paura tremenda, riuscirò nei miei intenti?». Il sangue che saliva e scendeva velocemente per i canali sotterranei, spinto dall'energia dell'essere e del fare, rallenta la corsa verso la razionalità per correre a ripararsi nell'intestino, nel secondo cervello, brain in the gut, dove stabilire una nuova dimora.

Il coraggio e la paura iniziano a duellare. Il terreno di gioco è il luogo dove avviene la sfida avvolto dagli spettatori che inneggiano al propri idoli, spinti dal desiderio di vedere luminosa la luce del loro destino. Il coraggio e la paura nascono insieme? Forse. Rimarrà per sempre un Mistero. Quello che sappiamo con certezza riguarda il contesto, familiare, sociale, relazionale che condiziona lo stato psicofisico della persona, facendo predominare il coraggio rispetto alla paura e viceversa.

Già l'etologo austriaco Konrad Zacharias Lorenz, diede una svolta epocale nella definizione dell'imprinting, posto in relazione al tempo con il quale le oche selvatiche, mamme, rimanevano accanto ai loro piccoli per un tempo minore o superiore alle 36 ore. Il coraggio e la paura sono scritti nell'imprinting, nel registro della persona. La famiglia è uno dei punti di partenza per dare coraggio alle persone e farle vincere la paura. Togliere il respiro al coraggio significa consolidare la paura e fare emergere il fallimento. L'identità del sé scompare a vantaggio del contesto, che eleva se stesso paladino della verità assoluta, incoraggiando in una direzione o nell'altra il corso delle decisioni e dei comportamenti altrui. La scuola e il lavoro per consolidare, e affermare, il valore del coraggio verso traguardi sfidanti. Il coraggio è una energia paragonabile alla forza della natura. La sfida verso NOI stessi?

Essere consapevoli della sua presenza dentro di NOI. Sapere della sua esistenza, conduce le persone a vedere la paura come una grande opportunità da impiegare per raggiungere il successo. Coraggio cuore, corri con me.

https://www.wikipedia.org/ 

GUIDO ZACCARELLI

Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
CURRICULUM
Guido Zaccarelli, è docente di informatica, consulente aziendale, saggista e collaboratore redazionale con Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente di informatica presso l'Università di Modena Reggio.

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Ben 10 milioni di euro. E' il plafond della convenzione stipulata da Emil Banca e Confartigianato Ferrara. Destinatarie sono le imprese che hanno necessità di finanziamenti a breve termine (liquidità) o a lungo termine (investimenti strumentali e beni). Detto più semplicemente, che vogliono crescere, ampliarsi, riqualificarsi. Attiva fino al prossimo 31 dicembre, non prevede limiti minimi e massimi di importo.

La richiesta deve essere tuttavia suffragata dal piano industriale e un peso ha il merito creditizio. Qualsiasi impresa - senza distinzione di comparto, pianta organica, longevità - può presentare domanda.

Grande soddisfazione si respira in Confartigianato. «Abbiamo fatto una convenzione con una banca che vuole esprimere la territorialità, la prossimità al mondo produttivo. Esattamente ciò di cui i nostri imprenditori sentono necessità e mancanza. Si tratta di una operazione che si traduce in concrete opportunità di crescita e in occasione di miglioramento della gestione di attività».

Oltre che la testimonianza, secondo Vancini, che «il mondo artigiano, che traina territorio e Paese, è reputato affidabile». Parole di compiacimento anche da Emil Banca. «Con questo accordo vogliamo ribadire la nostra vicinanza al territorio e a chi si occupa di economia reale. E cioè le tante piccole e medie imprese che rendono unico e vivace il nostro tessuto economico e che da sempre sono gli interlocutori privilegiati per il credito cooperativo - ha dichiarato Daniele Ravaglia, direttore generale di Emil Banca - Da oltre 120 anni la nostra Bcc opera ogni giorno, anche intrecciando relazioni e accordi come questo, con lo scopo di portare sviluppo, prima di tutto economico ma non solo, nelle comunità in cui siamo presenti e di cui ci sentiamo parte integrante».

«In un contesto finanziario particolare, in cui lo spread può subire variazioni in aumento, consente stabilità», la chiosa di Donatella Zuffoli, Responsabile Dipartimento Credito Confartigianato. Per informazioni, contattare sedi e filiali di Confartigianato ( www.confartigianato.fe.it ) ed Emil Banca ( www.emilbanca.it ).

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Sabato, 05 Gennaio 2019 07:20

Vendite in deciso calo

Nel terzo trimestre 2018 si è accentuato decisamente l'andamento negativo (-2,2 per cento). La tendenza riguarda particolarmente le vendite del dettaglio specializzato, in particolare non alimentare, ma anche alimentare, mentre iper, super e grandi magazzini hanno interrotto la propensione leggermente sfavorevole dei quattro trimestri precedenti. L'andamento è pesante per la piccola distribuzione, contenuto per la media impresa e lieve per attività con 20 o più addetti. Si allarga la riduzione delle imprese (-1,7 per cento).

I saldi invernali prendono il via in Emilia-Romagna il prossimo sabato 5 gennaio e l'auspicio è che possano rappresentare una opportunità di risvegliare i consumi.

Come emerge infatti dall'indagine congiunturale realizzata da Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna, dopo tre anni di variazioni negative contenute intervallate da sporadici incrementi, dal primo trimestre 2018 le vendite a prezzi correnti degli esercizi al dettaglio in sede fissa dell'Emilia-Romagna sono in sensibile flessione. In particolare, nel terzo trimestre 2018 (ultimi dati disponibili appena elaborati), la tendenza si è accentuata con una perdita del 2,2 per cento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, un calo di ampiezza non sperimentata dalla fine del 2014.

Peggiora coerentemente il saldo tra le quote delle imprese che rilevano un aumento o una diminuzione tendenziale delle vendite, che scende a -15,0 da -11,1 punti.
Complice anche l'effetto della stagionalità, ci si attende un sensibile miglioramento dell'andamento delle vendite che sarà rilevato il quarto trimestre, tanto che il saldo tra le valutazioni risale da -0,7 a +9,9 punti.

Le tipologie. Il dettaglio specializzato non alimentare ha accusato la flessione più ampia delle vendite, -2,9 per cento. Per il dettaglio specializzato alimentare la correzione è stata sensibilmente più contenuta -1,1 per cento, mentre iper, super e grandi magazzini hanno interrotto la tendenza lievemente negativa dei quattro trimestri precedenti con un lieve aumento del +0,4 per cento.
La dimensione delle imprese. I dati mostrano una correlazione positiva dell'andamento delle vendite con la dimensione aziendale. La piccola distribuzione, da 1 a 5 addetti, accusa un calo del 3,1 per cento, le imprese di media dimensione, da 6 a 19 addetti, registrano una correzione dell'1,4 per cento, mentre le imprese con almeno 20 addetti subiscono solo un leggera flessione delle vendite (-0,4 per cento).

Il Registro delle imprese. La pressione sulla base imprenditoriale del dettaglio pare rafforzarsi. Alla fine del terzo trimestre 2018 erano attive 45.070 imprese del dettaglio, con un calo dell'1,7 per cento (760 unità) rispetto a un anno prima. A livello nazionale la tendenza negativa è risultata leggermente più contenuta (-1,3 per cento).

L'andamento è dato dall'ampia riduzione delle ditte individuali (-661 unità, -2,1 per cento) e da quella più rapida delle società di persone (-3,0 per cento, -297 unità). Queste ultime risentono dell'attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata, che determina la crescita delle società di capitale (+4,6 per cento, +203 unità).

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Editoriale: - Buon 2019, senza il bazooka di Draghi. - La maschera della felicità - Alcuni chiarimenti sulla fatturazione elettronica - Parmigiano Reggiano: il MIPAAFT approva le modifiche integrative al piano delle regolazione dell'offerta 2017-2019 -

SOMMARIO Anno 17 - n° 52 30 dicembre 2018
1.1 editoriale
Buon 2019, senza il bazooka di Draghi.
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Gran tonfo per il prezzo del latte spot estero.
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercato "sospeso".
3.1 BIS cereali e dintorni Cereali e dintorni - le tendenze rilevate al 18/12/2018 - nuovi grafici -.
6.1 lavoro marketing La maschera della felicità
7.1 amministrazione e fisco Alcuni chiarimenti sulla fatturazione elettronica
7.2 amministrazione e fisco Consiglio e Fondazione nazionale dei commercialisti: la fatturazione elettronica tra privati, ecco il manuale d'uso
8.1 ambiente Coltaro (PR), impianto di bonifica e canalizzazioni rimessi a nuovo
9.1 Parmigiano Reggiano Parmigiano Reggiano: il MIPAAFT approva le modifiche integrative al piano delle regolazione dell'offerta 2017-2019
10.1promozioni "vino" e partners
11.1 promozioni "birra" e partners

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Domenica, 30 Dicembre 2018 08:36

Buon 2019, senza il bazooka di Draghi.

Con il 2018 termina anche l'azione di sostegno della BCE all'economia europea (QE Quantitative Easing), e a quella italiana in particolare, senza che i governi ne abbiano sfruttato appieno le potenzialità. E il futuro non per niente roseo.

di Lamberto Colla Parma 30 dicembre 2018 - C'è poco da stare allegri, se in questi ultimi quattro anni l'economia del nostro Paese ha chiuso la fase deflattiva e raggiunto quei risultati di leggera positività, lo si deve principalmente a tre fattori:
il primo in assoluto è il Bazooka di Draghi, ovvero il Quantitative Easing, QE per gli appassionati di finanza, quindi per il traino della crescita dell'economia mondiale che ha consentito alle nostre imprese di migliorare le performance estere e infine, ma non da ultimo, l'abbattimento di circa due terzi del prezzo del petrolio e conseguentemente dei costi industriali a esso legati.

Strasburgo-marzo2009-Euro-CIMG1716.jpgMa il pezzo da 90 l'ha giocato Mario Draghi, peraltro contro il volere della Germania e dei suoi vassalli, abbattendo i tassi interesse (per un certo periodo addirittura negativi) e promuovendo l'acquisto dei titoli di Stato dei Paesi dell'UE e in particolar modo dell'Italia.

A fine novembre era di 2.563 miliardi di euro il consuntivo dell'APP (Asset Purchasing Program), che ha consentito di trasformare la Bce in uno dei più grandi asset manager mondiali, imitando la BoJ (Banca Centrale Giapponese) e la Federal Reserve americana.

Un programma che però nei 4 anni, causa la mancanza di strategie d'investimento, non ha consentito di consolidare la ripresa economica per la zona euro e in modo particolare per l'Italia che non ha colto la palla al balzo per aggredire le politiche strutturali e incidere realmente sul debito pubblico e sugli investimenti.
Un obiettivo totalmente fallito (dai Governi pre giallo-verde, per la precisione), tant'è che il deflatore dei consumi privati (era all'1,1% nel 2015), dovrebbe attestarsi alla medesima percentuale del 2015 anche quest'anno, mentre per il 2019 ed il 2020 si prevede rispettivamente l'1,4% ed il 2,2%, come si desume dagli allegati alla lettera con cui il governo ha da pochi giorni concordato con la Commissione europea le modifiche alla manovra di bilancio.

 

Un 2019 che si preannuncia amaro se da Strasburgo non si inventeranno una politica monetaria che, facendo tesoro dell'esperienza QE appena conclusa, possa non solo tamponare ma promuovere una vera e propria strategia finanziaria, accantonando l'idea teorica e onirica che i mercati siano in grado di autoregolarsi.

A 10 anni dal Trattato di Lisbona (2008), quella che doveva essere la più grande e dinamica area del pianeta, con i suoi 500 milioni di abitanti ad elevata scolarizzazione, coesione sociale e forte delle comuni radici storiche, oltre a contenere un concentrato di potenze economiche mondiali (Germania, Italia, Francia, Regno Unito e Spagna) di prim'ordine, si è trasformata in brevissimo in un'area ad elevata conflittualità dal punto di vista istituzionale, politico e sociale. Brexit, Gruppo di Visegrad e spinte autonomiste varie e Gilet Jaune sono il risultato delle politiche finanziarie, che hanno sostituito quelle sociali/economiche, responsabili della distruzione dei valori fondanti che i padri fondatori dell'Europa Unita avevano iniziato a coltivare a partire dal Trattato di Roma del 1958.

In mezzo a questo caos non resta che augurare un Buon anno a tutti e che la ragione torni a occupare i cervelli dei politici europei.

(per restare sempre informati sugli editoriali)

 

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Dicembre è il periodo della riflessione e dell'attesa, dove le persone cercano di immergere la propria anima nel silenzio, alla ricerca dell'armonia con se stessi, dove illuminare i sogni di nuove emozioni.

Di Guido Zaccarelli Mirandola 30 dicembre 2018 - Il sogno trova la sua radice etimologia nel sonno, nel riposo, dove donare la quiete al corpo, alla mente e allo spirito, in attesa del giorno che verrà. Il sogno ha mutato nel corso del tempo il significato primordiale, identificandosi ora con i desideri delle persone, che trovano forma quando si addensano di sostanza, e diventano materia a stretto contatto con la realtà. Sognare è proiettare il riflesso della propria anima nella dimensione invisibile della realtà, dove cercare di toccarla con un dito, ogni volta che il sogno appare sempre più luminoso nei propri pensieri.

Platone, per bocca di Socrate, nel V libro della Repubblica, scompone il «sognare con il fare i sogni», ponendo la riflessione che «non è forse vero che quando uno sia nel sonno, sia da sveglio, creda che il simile sia non simile a un altro, ma lo stesso cui assomiglia?»

Sognare è dunque operare uno scambio d'identità, per cui ciò che è identico a se stesso viene dislocato e trasposto in un altro da sé». Non tutti i sogni sono realizzabili, ma cercando di dare loro una vera identità, in ragione delle singole virtù, ecco che l'invisibile diventa visibile, e si manifesta in tutto il suo candido splendore. Scrivere è un sogno che si è materializzato, che è diventato realtà. Significa, portare agli altri ciò che è dentro per donargli il senso di una nuova esistenza, a contatto il mondo circostante. Scrivere è un gesto che ti fa sentire vivo, quando le parole sono addensate di emozioni e di significati, e nella circostanza, trasmigrano altrove per entrare in contatto con altre emozioni, per accrescerne il valore e lo spirito. Una parola emoziona quando ha superato il confine della razionalità e agita il movimento naturale dell'anima. Dirla come Platone «le emozioni impediscono all'anima, alla mente e all'intelletto, di pensare correttamente».

Le emozioni si manifestano quando il sogno (l'immaginazione) incontra sulla propria strada la cultura. Contrariamente, Aristotele stabilisce una relazione tra ragione ed emozione. Sia in un caso che nell'altro, le emozioni sono lì per smuovere e l'uomo avverte immediatamente quando l'energia del corpo subisce un sussulto che lo porta a vivere una situazione rispetto ad un istante prima.
Scrivere è dare ordine ai propri pensieri e metterli in fila con le parole, come elaborare i dati digitali memorizzati in un computer. Le parole sono produzioni linguistiche, dotate di contenuto comunicativo che trovano nella coesione, e nella coerenza, la propria esistenza. La coesione ci riporta alle regole grammaticali che tengono unito un testo. La coerenza si riferisce alla relazione di significato tra le frasi, in modo da osservare il testo come una unità, e non come la disposizione sequenziale di parole, legate tra loro da simboli separati da pause.

Lo scopo è «Il lego per l'Ego», dove togliere l'Ego alle singole parole per legarle tra loro con un filo sottile fino a conferirgli la forma di un testo. Più che alle regole, quello che promana l'interesse del momento, è il valore del testo, per accompagnare il lettore a colmare di significati gli spazi bianchi che incontra tra una parola e l'altra. Vuoti apparenti da riempire con abbondanza, per riempire ciò che il testo non dice. Farsi prendere per mano dalle parole e addensarle di significati con le proprie aspettative, con i propri desideri, con i propri sogni. Fermarsi all'istante, quando l'emozione trabocca, per prendere fiato fino ad elevare se stessi dalla realtà, per accarezzare il sogno alla ricerca di nuove parole, e di nuovi stati d'animo, fino a quando il capitolo non dà ragione di essere stato vissuto nella sua pienezza. Rileggere, per tonare sui propri passi, alla ricerca di quel vuoto inosservato che esigeva di essere perlustrato. Ombre che chiedevano di essere illuminate, oppure luci che desideravano dare prova della propria esistenza. Un anno vissuto accanto alle parole, per donare loro l'eleganza, e la completezza che esigevano in ogni istante del tempo, quando l'inchiostro era pronto per riportare sul foglio di carta il desiderio di essere vissute. Stati d'animo alterni vissuti in prima persona, dove la ragione e l'emozione volevano primeggiare nel variegato campo degli argomenti trattati, assunti come punti di riferimento, per animare il confronto e la dialettica persuasiva e non con tutti i lettori, per donare loro uno spazio di riflessione, dove alleggerire le paure, abbassare l'altezza degli ostacoli e ridurre i limiti delle difficoltà.

Le parole sono gli alimenti principali di cui nutrirsi, perché rappresentano l'energia fondamentale per tenere in vita l'uomo. I Greci separavano l'esperienza della veglia con il sogno. Scrivere è riportare agli altri la propria esperienza, per donargli un momento dove sognare, una realtà distaccata dalla propria identità, dove ritrovare se stessi una volta che il sogno è svanito ed è diventato realtà. Un anno vissuto insieme, un sogno che vive ogni giorno grazie alle vostre emozioni. Buon anno.

Foto di Paolo Rebecchi, tratta dal libro: Finestre di casa nostra, Immagini e racconti di un anno diverso. Uno sguardo oltre le cose. Paolo Rebecchi e Guido Zaccarelli. Itaca edizioni.

Sitografia:
http://centrostudipsicologiaeletteratura.org/2013/02/il-sogno-in-platone/ 
https://www.wikipedia.org/ 

 

GUIDO ZACCARELLI

Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
CURRICULUM
Guido Zaccarelli, è docente di informatica, consulente aziendale, saggista e collaboratore redazionale con Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente di informatica presso l'Università di Modena Reggio.

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Definizione, contenuto, canali di trasmissione, ricezione, registrazione. Uno studio a 360°gradi passando per una analisi dei casi particolari, delle sanzioni, delle deleghe agli intermediari

Roma 26 dicembre 2018

Una ricognizione esaustiva sullo stato dell'arte in materia a pochi giorni dall'entrata in vigore dell'obbligatorietà. Il Consiglio e la Fondazione Nazionale dei Commercialisti hanno pubblicato il documento "La fatturazione elettronica tra privati".

Il lavoro illustra il nuovo obbligo nelle operazioni fra privati alla luce dei chiarimenti forniti dall'Agenzia delle entrate, nonché delle ulteriori novità apportate dal D.L. n. 119/2018 (c.d. decreto fiscale collegato alla Legge di bilancio 2019), convertito nella L. 17 dicembre 2018, n. 136.

Dopo una premessa, si approfondiscono l'ambito soggettivo, i requisiti e il contenuto della fattura elettronica con una analisi dei canali di trasmissione, emissione e ricezione. Spazio poi ad alcuni casi particolari. Sotto la lente dei commercialisti, le operazioni fuori campo e servizi di pubblica utilità, autofatture, fatture in reverse charge, immediate e differite. Una sezione è dedicata poi ai temi della registrazione, controlli del sistema di interscambio e scarto del file, conservazione. Focus sulle sanzioni e sulle modalità di conferimento/revoca delle deleghe agli intermediari e relativi adempimenti a carico. Completa il documento uno studio sulla trasmissione dei dati delle operazioni transfrontaliere e un capitolo sulle semplificazioni.

Il documento completo è disponibile online sul sito della Fondazione Nazionale dei Commercialisti ( www.fondazionenazionalecommercialisti.it ) oppure scaricabile dalla sezione ALLEGATI.

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Editoriale: - Ancora un Natale firmato. Terrorismo - Gran tonfo per il prezzo del latte spot estero - Cereali e dintorni. Mercato "sospeso" - Il distretto del Po in Cina con i più grandi fiumi del mondo - PARMIGIANO REGGIANO: annunciato un nuovo indice genetico - Frena la crescita della spesa alimentare domestica -
SOMMARIO
Anno 17 - n° 51 23 dicembre 2018
1.1 editoriale
Ancora un Natale firmato. Terrorismo
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Gran tonfo per il prezzo del latte spot estero.
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercato "sospeso".
3.1 BIS cereali e dintorni Cereali e dintorni - le tendenze rilevate al 18/12/2018 - nuovi grafici -.
6.1 ambiente Il distretto del Po in Cina con i più grandi fiumi del mondo
7.1 zootecnia genetica PARMIGIANO REGGIANO: annunciato un nuovo indice genetico
7.2 consumi domestici Ismea - Frena la crescita della spesa alimentare domestica
8.1 emilia romagna Emilia Romagna - Oltre 5 milioni per innovazione e ricerca
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Domenica, 23 Dicembre 2018 06:18

La maschera della felicità

«Come stai?, tutto bene». La maschera della felicità ha assolto in pieno la propria funzione. «E tu?, tutto bene». Le persone, eludono in questo modo la realtà, per uscire rapidamente dal contesto.

Di Guido Zaccarelli Mirandola 18 dicembre 2018 - I bambini indossano la maschera, per osservare il viso di se stessi allo specchio, proiettato in un'altra dimensione del reale. A volte, anche i grandi, indossano la maschera per immergersi nel personaggio, fino a farla diventare la protagonista assoluta della loro quotidianità, per mostrarsi al mondo con una identità mascherata: «difficile trovare persone che ci mettono la faccia». «Chi sei veramente? Si scopre in ritardo la vera identità, complice il non essersi ascoltati, mentendo a se stessi».

Come mai le persone indossano la maschera? La parola persona deriva dal latina personam, che a sua volta proviene dalla radice etrusca phersu che conduce alla maschera dell'attore.
Personare, è un'altra possibilità offerta dall'etimologia, che viene in aiuto, per indicare, il parlare verso qualcuno. In questo caso, è l'attore che parla a qualcuno, che interpreta un personaggio, la cui voce deve raggiungere gli spettatori disposti sugli spalti. La maschera, un tempo, veniva impiegata per interpretare un personaggio teatrale, in alcuni casi, poteva assumere la dimensione apollinea (il Dio Apollo) con riferimento all'armonia delle cose, che grazie all'impulso della bellezza, era in grado di generare un mondo fatto di illusioni, in altri, riferirsi alla dimensione Dionisiaca, che spingeva le persone a vivere oltre le cose, senza freni inibitori, per approdare inevitabilmente nel caos.

La maschera offriva la duale possibilità di vivere la sequela delle situazioni, e di potersi immergere ora in un personaggio, ora nell'altro, senza mostrare la propria vera identità. Secondo Nietzsche, la maschera, veniva indossata per nascondersi dall'origine sensibile della civiltà greca, sempre orientata a scorgere dovunque il dramma della vita e della morte. «Un discepolo di Dionisio, che incarna l'ebbrezza e le passioni del mondo». In uno dei quattro ambiti, che caratterizza il pensiero di Nietzsche, s'intravede la presenza di un superuomo, che è diverso da quello che conosciamo, un uomo nuovo, che il filosofo eleva a seguito della morte di Dio, che toglie le certezze che hanno guidato gli uomini per millenni.

È in questo passaggio, che si può intravedere, una possibile collocazione filosofica della maschera, per nascondersi dalle certezze del mondo e fuggire dal proprio mondo reale, per immergersi in un mondo possibile, lontano anni luce dalla propria vita quotidiana. «L'uomo, in fuga da se stesso», quello che Nietzsche afferma, essere un uomo oltre l'uomo esistente. La maschera, è un argomento ampiamente discusso e preso come riferimento storico e sociologico, dalla filosofia ai giorni nostri.

In questa analisi, il riferimento è verso il sociologo canadese, naturalizzato statunitense, Erving Goffman, che nel libro "La vita quotidiana come rappresentazione", si sofferma sull'utopia della realtà, che non esistendo, indica che la vita quotidiana delle persone è vissuta sul palcoscenico, dove ognuno interpreta la propria parte. Per Goffman, la modernità ha introdotto nella cultura un modo (un potere) per mettere a tacere i dubbi e l'ansia dell'individuo moderno.

La modellizzazione è la fase cruciale del nostro tempo. «Essere conformi al modello, per non essere fuori». Per essere, e rimanere dentro, occorre indossare la maschera, senza la quale, le persone mettono a nudo la loro identità. Le persone non possono permettersi di rimanere fuori, perché sono altri. Per vivere il teatro, occorre indossare la maschera, applaudire l'opera e il personaggio del momento. Gli applausi si fanno dentro, fuori sono grida. Gli stili di vita, e i comportamenti modellizzati, portano alla creazione di superuomini. Qui nasce il vero caos. «Le persone sono immerse, senza saperlo nell'entropia, che sappiamo non avere più ritorno». Il tutto viene fatto vivere come un'opera teatrale, dove gli attori si cambiano l'abito di scena e viene narrata la dimensione Apollinea, dove tutto è bellezza. Ecco che appare del tutto evidente come le persone siano obbligate ad indossare la maschera, per non uscire dal sistema, che regge le forze dell'equilibrio precario, dove le persone hanno perso il riferimento con la loro identità. L'unica via di fuga, è eludere la realtà, dove vivere un equilibrio apparente, in attesa che i Valori riescano a togliere la maschera al mondo dei superuomini, che toglie la felicità e offusca la realtà, obbligando gli individui al conformismo teatrale.

«Ci sono due diversi tipi di persone nel mondo, coloro che vogliono sapere, e coloro che vogliono credere».
Friedrich Nietzsche

Sitografia: https://www.wikipedia.org/ 

 

GUIDO ZACCARELLI

Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
CURRICULUM
Guido Zaccarelli, è docente di informatica, consulente aziendale, saggista e collaboratore redazionale con Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente di informatica presso l'Università di Modena Reggio.

Pubblicato in Economia Emilia

Frena la crescita della spesa alimentare domestica nel terzo trimestre del 2018

La spesa delle famiglie per i prodotti alimentari registra una frenata nel terzo trimestre 2018. Il dato relativo al trimestre si riporta infatti in linea con quello dell'analogo periodo del 2017 e l'incremento complessivo dei primi 9 mesi del 2018 rispetto allo stesso periodo del 2017 si riduce di conseguenza allo 0,6%.

Infatti, dopo il +3,2% del 2017 sul 2016, la crescita della spesa nel 2018 ha accusato un graduale rallentamento e gli incrementi tendenziali, che erano del +1,4% nel primo trimestre e del +0,9% il primo semestre 2018, tendono ad assottigliarsi, tanto che si teme una chiusura dei dodici mesi in pareggio rispetto allo scorso anno. Dalla GDO giungono infatti notizie di fatturati in contrazione nei mesi di ottobre e novembre.

La composizione dello scontrino nei primi nove mesi 2018 vede una rimodulazione dei componenti alimentari rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: in netta contrazione gli acquisti di prodotti "maturi" come farine e pasta (rispettivamente -4,7% e -1,8% in volume), sostituiti evidentemente da prodotti per "fuori pasto" (+2,7%) e "piatti pronti" (+2,2%). Gli italiani parlano sempre più frequentemente ed approfonditamente di cibo e di salute legata all'alimentazione, ma il tempo per poterlo preparare in casa resta esiguo e insufficiente, crescono pertanto gli acquisti di prodotti iper-processati, dove il richiamo al salutismo è in definitiva spesso affidato ad un claim che annuncia addizione o assenza di un solo prodotto.

(Ismea 21 dic 2018)

 

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Pubblicato in Economia Emilia
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