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Un ristorante controcorrente che punta sul rispetto della persona, sulla materia prima e sul territorio, un piccolo paradiso che si affaccia sul canale della Giudecca

Di Chiara Marando -

Giovedì 12 Luglio 2018 -

Una cucina che va oltre le mode, una cucina sincera che non rincorre i desideri di tutti ma si presenta nella sua essenza, seguendo una filosofia che mette al centro il rispetto per la persona e per il cibo.

Siamo a Venezia, precisamente al Riviera, il ristorante che si definisce per “onnivori”, un piccolo angolo di bellezza affacciato sul canale della Giudecca.

Il Riviera è il recupero visionario di un passato che lo voleva luogo di accoglienza per benestanti e aristocratici, spazio dove la dolcevita veneziana si esprimeva in tutto il suo fastoso splendore. Poi quel tempo si è trasformato in stanchezza e il Riviera ha inevitabilmente perso il suo carattere, finendo relegato in zone grigie e dimenticate.

E’ stato il coraggio creativo di GP Cremonini, musicista di origine veneziana, a riportarlo in vita, a restituire identità e elegante schiettezza a questo piccolo tesoro: la romantica tappezzeria è stata restaurata, così come la boiserie ricca di storia, marmettoni a terra e una cucina nuova fiammante.  Oggi il Riviera e parla di scelte autentiche e direzioni culinarie:

“Siamo a Venezia, dove i metri quadrati sono rari e preziosi: siccome non possiamo accontentare tutti come vorremmo – spiega GP Cremonini - abbiamo scelto di dedicarci agli onnivori. Amiamo le filosofie alimentari alternative, ma non le possiamo accogliere e coltivare nel modo che meriterebbero e così, con serenità ed onestà, rinunciamo a servirle”.

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Ma cosa vuol dire esattamente per onnivori?

Significa per coloro che non si pongono limiti gastronomici, che desiderano fermarsi ad ammirare una vista superba sulla Giudecca, ma anche dedicarsi a cibo e vino senza perdersi in inutili scenografie, piuttosto assaporando prodotti che parlano di verità e territorio, quello veneziano. Sono infatti i sapori della laguna a farsi spazio tra le portate proposte dal menù, un mix di mare e terra che ben si sposa con la scelta dei vini, una carta che privilegia piccoli viticultori della regione. Il tutto mantenendo il rispetto dell’ospite e della curiosità del vivere.

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Un rispetto che si allarga anche al concetto di tranquillità, di piacere percepito attimo dopo attimo senza inutili interruzioni. Filosofia il menù stesso presenta con una frase che spiega apertamente “Non abbiamo la wifi e accettiamo l’uso dei cellulari solo se strettamente necessario. Siate consapevoli! Questo significa che potreste dover parlare con il vostro amico, partner o altri commensali”.

Una cucina in divenire, come in divenire è la maturità espressiva del giovane chef Simone Silvestri, ideatore e artefice dei piatti quali silenziosi narratori di ricordi e nuove sensazioni.

Ecco allora arrivare in tavola la più classica selezione di pesci crudi leggermente marinati o la triglia in fiore di zucca; poi i gustosi bucatini Cavalieri, granseola, carletti, olio di santoreggia e polvere di pomodorini secchi, oppure la delicata animella con la salsa di piselli.

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Portate che sono racconti, parole a cui dare voce anche una volta usciti dal ristorante. Lo chiede proprio chi gestisce questa realtà, ed è sempre la carta del menù a farsi canale di sfogo del loro pensiero.

“Vivere, lavorare a Venezia rappresenta ormai una forma di Resistenza contro l'abbietto interesse dell'ignoranza, della finanza, della cafoneria. Nell'assenza di una reale Politica della Città per la Città, pochi Residenti si applicano per la sopravvivenza di questo Sogno di Pietre sull'Acqua che gli Antichi con i loro Buon Senso e Genio ci hanno lasciato.

A Te, nostro Ospite, chiediamo di aiutarci al di là di sciocchi romanticismi, di mascherine fatte in Tailandia, semplicemente informandoti e poi, con le parole che potrai, diffondere intorno a te per il sopravvivere di questa Eredità Universale nella sua realtà del quotidiano.

Grazie”

www.ristoranteriviera.it

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Una serata, due culture che si incontrano, si scoprono e dialogano: a L’Erba del Re di Modena gli chef Marchini e Sadhu propongono un viaggio culinario tra sapori, tradizioni e territori.

Modena 05 Luglio 2018 -

La cucina come contaminazione, costante divenire. La cucina come conoscenza, studio di ingredienti, tecniche e tradizioni. La cucina come “evoluzione consapevole” che porta a sperimentare nuove strade, a mettersi in discussione, seguendo una filosofia che rispetti gli alimenti, che ne conosca le caratteristiche, che non ne stravolga l’essenza giocando sulla loro personalità.

Ed è attraverso il concetto di “evoluzione consapevole” dell’arte culinaria che due chef come Luca Marchini, titolare del ristorante stellato “L’Erba del Re” di Modena e presidente Italia dell’Associazione Jeunes Restauraters, e Prateek Sadhu, executive chef del ristorante “Masque” di Mumbai, si sono trovati condividendo esperienze e idee per dare vita ad una serata dove l’interculturalità gastronomica farà da protagonista.

Il 26 Luglio prossimo “L’Erba del Re” diventerà la location di una cena a 4 mani durante la quale i due chef porteranno in tavola i piatti che li rappresentano, ma anche proposte nuove nate dalla fusione della loro creatività. Un appuntamento dove India e Italia raccontano la loro rappresentazione alta cucina, scambio culturale, evoluzione e consapevolezza alimentare, dando vita ad una combinazione che si esprime in crescita.

Un incontro di personalità differenti, ma al contempo vicine negli intenti e nella pulsione verso qualcosa che va oltre il confine della territorialità. La cucina di Luca Marchini è sperimentazione, commistione, equilibrio, ma anche rispetto, conoscenza e valorizzazione delle materie prime; Prateek Sadhu guarda alla natura dei prodotti, con spiccato interesse verso quelli del territorio himalayano, senza corromperli ma esaltandone le peculiarità per elevarli, con particolare attenzione alla sostenibilità. Entrambi intendono il viaggio e il dialogo con altri chef come innovazione e sviluppo di idee e apertura mentale.

Una strada che ben si sposa con la filosofia espressa dal “Basque Culinary Price”, proprio in quei giorni a Modena per un appuntamento speciale, che veste il mondo della gastronomia di un ruolo tanto ambizioso quanto nobile: poter contribuire al cambiamento della società. Ecco quindi tornare l’importanza dell’interculturalità per un fine che parte dalla cucina per toccare ambiti più ampi.

Il menù di questa serata a 4 mani sarà una sorpresa, ma condurrà in un viaggio tra sapori, tradizioni, originalità e territori. Il tutto accompagnato da vini capaci di accentuare e impreziosire i sentori e le consistenze delle varie portate.

QUANDO:

26 Luglio 2018 ore 20

DOVE:

Ristorante L’Erba del Re

Via Castel Maraldo 45,

41121 Modena MO

PER PRENOTARE:

www.lerbadelre.it

 

Luca Marchini – La vocazione per la cucina

Aretino di origine, Luca Marchini vive a Modena da quando aveva diciassette, città di cui ha assorbito la forte identità culturale e gastronomica. Un’identità che ancora oggi lo ispira divenendo continuo stimolo nella creazione di narrazioni gustative diverse, che reinterpretano gli ingredienti in una chiave personale.

Quella di Luca Marchini è una cucina che si nutre del suo vissuto, del viaggio, ma anche del confronto continuo, lo stesso che lo ha fatto volare New York nell’Upper East Side per perfezionarsi ed ha permesso alla sua strada di incrociarsi con quella di altri grandi nomi della cucina tra i quali Massimo Bottura, Bruno Barbieri e J.L Nomicos.

L’Erba del Re nasce nel 2003. Non soltanto un ristorante, piuttosto il laboratorio dove poter sperimentare i molteplici “concetti del cibo” ed esprimere quella che rappresenta l’essenza della sua arte culinaria: equilibrio, delicatezza, rispetto e valorizzazione della materia prima. Numerosi i riconoscimenti ottenuti da La Guida dell’Espresso e Gambero Rosso. Nel 2008 ottiene la stella Michelin.

Nel 2004 apre la Divisione Catering de L’Erba del Re. Inoltre, gestisce la Scuola di Cucina Amaltea,pensata per amatori e progetti di team building aziendali, e ha dedicato una nuova attività ristorativa alla tradizione locale modenese aprendo la Trattoria Pomposa – Al Re gras.

E’ stato executive chef del “Pavarotti Restaurant Museum” situato nella famosa galleria Vittorio Emanuele, proprio in piazza Duomo.

Dal 2017 è Presidente dei JRE Jeunes Restaurateur – Italia e membro dell’Associazione nazionale Le Soste.

A livello territoriale ricopre la carica di Presidente del Consorzio Modena a Tavola, Presidente FIPE ed è membro dell’Associazione Chef to Chef, tutte realtà impegnate nella promozione della gastronomia regionale.

Diverse e importanti sono le esperienze internazionali, come gli eventi food experience organizzati a Parigi e a Monaco di Baviera per lo stilista Salvatore Ferragamo. A Milano collabora invece con l’Associazione Le Soste per l’Atelier di Versace situato in via Monte Napoleone, l’indirizzo delle grandi firme dell’alta moda.

Sempre a Parigi viene accolto nella sede dell’UNESCO in rappresentanza della cultura enogastronomica dell’Emilia Romagna. Viene scelto poi per alcuni interventi culinari nella città di Mosca per l’Ente di Promozione Turismo dell’Emilia Romagna e di alcune agenzie del turismo moscovite.

Ama condividere quella che è la sua esperienza. È infatti autore di un libro sulla gastronomia emiliana e relatore ad eventi, tavole rotonde, congressi e master universitari.

Le esperienze più recenti lo vedono co-protagonista, assieme ad un noto professore universitario, di un programma televisivo culturale tra storia e cibo dedicato all’Emilia Romagna, in onda su Sky Arte - Cult Food.

Prateek Sadhu – La nuova filosofia del Masque

Nato nel Kashmir, Prateek Sadhu è cresciuto nella fattoria di famiglia. La sua naturale curiosità lo ha portato a contatto con il mondo della cucina già all’età di 10 anni, partendo dagli insegnamenti di sua madre e sua zia per poi non fermarsi più.

Prateek ha frequentato la scuola alberghiera, iniziando la sua esperienza presso il Taj Hotels. Si è poi iscritto al Culinary Institute of America, laureandosi con il massimo dei voti. La sua spinta verso la scoperta lo ha condotto in alcune delle più importanti cucine del mondo tra cui Alinea, The French Laundry, Bourbon Steak e Le Bernardin.

Ma è stato durante la sua collaborazione con il Noma di Copenaghen, insieme a Rene Redzepi, che Prateek ha sviluppato la sua particolare filosofia alimentare di ricerca dei prodotti regionali, dell’utilizzo di ingredienti e materie prime della terra. Il suo è uno stile olistico, un differente approccio alla tavola che si manifesta attraverso l’impegno di elevare i prodotti di qualità, anche quelli meno noti.

Il ritorno in India fa collegare la sua strada con quella di Aditi Dugar, che condivideva la sua visione dell'uso puramente locale degli ingredienti per creare piatti stagionali e sostenibili. Una unione che li ha portati a viaggiare il Paese per ricercare e sperimentare e creare forti legami con gli agricoltori, in particolare quelli della fascia himalayana.

Dopo quasi due anni di ricerca e sviluppo, hanno aperto il ristorante Masque nel cuore di Mumbai. Era il settembre 2016.

Masque ha tracciato il suo percorso attraverso il panorama culinario indiano, guadagnandosi una reputazione per la sua costante innovazione. Un impegno verso la sostenibilità gli ha permesso di classificarsi tra i primi 10 ristoranti nella Food Tank 2016. Quello stesso anno, Prateek è stato premiato come chef più innovativo dell'anno dalla Western Culinary  Association  of  India.

Condé Nast Traveler India ha classificato Masque al settimo posto nella lista dei Top Restaurant Awards 2017.

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Il 23 Luglio, dalle 20, i Portici del Grano ospiteranno la quarta edizione della Notte dei Maestri del Lievito Madre: oltre 60 tipologie di lievitati preparate dai migliori pasticceri italiani.

Di Chiara Marando -

Parma 03 Luglio 2018 -

Torna la notte più dolce dell’anno, quella in cui la specialità natalizia per eccellenza, simbolo dell’Italia legata alle tradizioni, si trasforma in una golosità da gustare tutto l’anno… anche in estate.

Il 23 Luglio prossimo, dalle 20, Parma profumerà di fragranti bontà, l’aria si riempirà dell’irresistibile aroma dei panettoni realizzati da veri e propri Maestri dell'arte dolciaria. I Portici del Grano ospiteranno la quarta edizione della Notte dei Maestri del Lievito Madre, l’annuale appuntamento dedicato alla degustazione di prodotti lievitati artigianali dei migliori pasticceri italiani.

L’evento nasce da un’idea dell’ormai più che noto Claudio Gatti, proprietario e artista della Pasticceria Tabiano a Tabiano Terme (Parma), per promuovere la destagionalizzazione dei lievitati.

L’appuntamento sarà l’occasione per degustare, fetta dopo fetta, tutta la delizi di oltre 60 eccellenze tra focacce dolci e panettoni, ma anche per conferire a Iginio Massari, padre della pasticceria italiana, il premio come “Maestro dei Maestri del lievito madre” by Belcolade.

A precedere il momento mangereccio, un talk-show presentato da Carla Icardi, Direttore Progetti Food di MN Italia, che spiegherà l’importanza della selezione di materie prime di qualità nella realizzazione dei lievitati come il panettone.

Ma quanto viene apprezzata questa specialità in Italia?

Secondo uno studio Aidepi, associazione delle industrie del dolce e della pasta italiane, nel nostro Paese vengono prodotti ogni anno circa 50 tonnellate di panettoni, per un giro d’affari pari a 331 milioni di euro. Dati che evidenziano una crescita del 4%.

Ma eccoli i Maestri del Lievito Madre che parteciperanno a questa lunga notte golosa:

Marco Avidano- Pasticceria Avidano a Chieri (TO)

Mario Bacilieri- Pasticceria Bacilieri a Marchirolo (VA)

Luigi Biasetto – Pasticceria Biasetto a Selvazzano Dentro (PD)

Maurizio Bonanomi- Pasticceria Merlo a Pioltello (MI)

Renato Bosco- Saporè di San Martino Buon Albergo (VR)

Roberto Cantolacqua Ripani- Pasticceria Mimosa di Tolentino (MC)

Emanuele e Giancarlo Comi- Pasticceria Comi a Missaglia (LC)

Salvatore De Riso- Sal De Riso a Tramonti (SA)

Denis Dianin- D&G Patisserie di Selvazzano Dentro (PD) e Clusone (BG)

Gino Fabbri- Gino Fabbri Pasticcere a Bologna

Francesco Favorito- specialista del Gluten free

Salvatore Gabbiano- Pasticceria Gabbiano di Pompei (NA)

Fabrizio Galla- Fabrizio Galla a San Sebastiano Da Po (TO)

Claudio Gatti- Pasticceria Tabiano a Tabiano Terme (PR)

Stefano Gatti- Il Fornaio a Viareggio (LU)

Emanuele Lenti- Pregiata Forneria Lenti a Grottaglie (TA)

Daniele Lorenzetti- Pasticceria Lorenzetti a San Giovanni Lupatoto (VR)

Grazia Mazzali- Pasticceria Mazzali a Governolo (MN)

Mauro Morandin- Pasticceria Mauro Morandin a Saint-Vincent (AO)

Alfonso Pepe- Pasticceria Pepe a Sant’Egidio del Monte Albino (SA)

Paolo Sacchetti- Il Nuovo Mondo a Prato

Vincenzo Santoro- Pasticceria Martesana di Milano

Anna Sartori- Pasticceria Sartori a Erba (CO)

Attilio Servi- Pasticceria Attilio a Pomezia (RM)

Valter Tagliazucchi- Il Giamberlano a Pavullo Nel Frignano (MO)

Vincenzo Tiri- Tiri 1957 di Acerenza (PZ)

Andrea Tortora- AT/ Patissier San Cassiano in Badia (BZ)

Carmen Vecchione- DolciArte di Avellino

Achille Zoia- La boutique del Dolce a Cologno Monzese (MI)

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Due fratelli e un obiettivo: rivestire la pizza di novità, mantenendone e conservandone quelle peculiarità di condivisione e genuinità che la contraddistinguono. Da qui è nato il loro Berberè

Di Chiara Marando –

Venerdì 29 Giugno 2018 -

Non è una pizza napoletana, neppure gourmet o romana, è Berberé e a proporla sono i fratelli Matteo e Salvatore Aloe. Non si tratta di chef di grido, ma di grandi amanti della cucina che hanno voluto prendere il piatto italiano più popolare e rivestirlo di novità, mantenendone e conservandone quelle peculiarità di condivisione e genuinità che lo contraddistinguono.

La pizza qui è una vera esperienza che racconta la ricerca di Matteo e Salvatore, il loro essere maniacali nella scelta e selezione delle materie prime e degli ingredienti che fanno da condimento ad un impasto molto particolare. I suoi segreti sono le farine macinate a pietra e semi-integrali che conferiscono un gusto molto personale, favorendone la lievitazione in una doppia versione ovvero con lievito madre oppure naturale. Un procedimento molto lungo che ne garantisce l’alta digeribilità, un toccasana per la pancia. Sulla carta delle proposte c’è addirittura un “Manifesto” che spiega il dogma su cui si fonda l’attività di Berberè: la qualità

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Il risultato è una pizza personale, riconoscibile e unica che si fa portavoce di artigianalità, stagionalità, gusto e leggerezza. Basta il profumo per stimolare la salivazione, con un morso se ne percepisce la moltitudine di sentori ben distinti ma equilibrati nel loro insieme. Il bello, poi, è condividere e provare più tipologie e abbinamenti, fetta dopo fetta. Il menù lascia spazio a gola e fantasia, tentazioni che si completano con sfiziosità da provare come i crostini con burro e acciughe del Cantabrico.

E per dirla tutta, non vi aspettate una location estremamente raffinata e curata in ogni dettaglio, ma godetevi il piacere della moderna ed accogliente rusticità, quella senza fronzoli dove non serve altro che sedersi a tavola e “azzannare” fette di pizza come fossero l’ultimo pasto.

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Dove trovare Berberè?

La “madre” si trova a Castelmaggiore, in provincia di Bologna, e le sue porte si sono aperte per la prima volta nel 2010. Da allora la strada dei fratelli Aloe è stata lunga e contraddistinta dalla capacità di esportare un format preservandone il carattere e l’anima. Ecco quindi la loro pizza arrivare anche a Milano, Torino, Bologna, Firenze, Verona e Roma, ma senza diventare un franchising. Berberè rimane una storia di famiglia, quella sincera, quella che conquista.

 

Berberè
www.berberepizza.it

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Venerdì, 29 Giugno 2018 13:23

Premiati i vincitori di Stuzzicagente 2018

Ieri mattina, presso la Sala di Rappresentanza del Comune di Modena, sono stati premiati i vincitori della sedicesima edizione di Stuzzicagente 2018 alla presenza del Sindaco Gian Carlo Muzzarelli, dell'Assessore Ludovica Carla Ferrari, dell'Assessore Andrea Bosi e del Presidente di Modenamoremio Marco Gozzoli.

I tre esercenti più votati dal pubblico di Stuzzicagente e premiati dalle autorità sono stati: Michele Leo, socio di Mozzabella; Roberto Moncata, titolare di Via Taglio 12; ed Enrico Mingarelli, titolare di MOB Burgers&Cocktails. Sono loro rispettivamente i vincitori del menu vegetariano, tradizionale e da passeggio.

Mozzabella ha conquistato i partecipanti alla manifestazione con la pizza gourmet vegetariana, Via Taglio 12 ha conquistato il pubblico con il tradizionale gnocco fritto con culatello e ricotta ed infine il locale MOB ha deliziato tutti con le polpettine di carne con sugo di melanzane e scaglie di pecorino.

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Questi tre piatti sono stati i preferiti tra i ventisei locali partecipanti tra cui ristoranti, bar, pasticcerie, gelaterie e pizzerie che hanno dato vita, domenica 27 maggio, alla sedicesima edizione della manifestazione organizzata da Modenamoremio, società di promozione del Centro Storico di Modena.

Ma non è finita qui. Tra le novità dell'edizione 2018 di Stuzzicagente abbiamo inserito anche un graditissimo premio consegnato direttamente dai prestigiosi componenti della giuria di qualità.Annamaria Barbieri, Chef e titolare del Ristorante Antica Moka, ha premiato la Pasticceria Remondini con la tradizionale "Torta di tagliatelle", Luca Marchini, Chef e titolare del Ristorante L'Erba del Re, ha consegnato l'attestato di qualità a Welldone Burger con i gustosi "mini burger" da passeggio, infine Luca Bonacini, giornalista e collaboratore del Gambero Rosso, ha decretato come vincitore del menu vegetariano Viva Nachos con i "nachos con salsa vegan".

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Inoltre le tre schede di valutazione estratte tra le centinaia raccolte durante la manifestazione sono risultate quelle di:
- Alessandra Silvestrini
- Nicoletta Guadagnini
- Carmine Fontana
Questi tre affezionati partecipanti vincono 2 biglietti a testa per partecipare all'edizione autunnale di Stuzzicagente che si terrà Domenica 7 ottobre. Complimenti!

Ricordiamo che l'evento ha avuto il patrocinio del Comune di Modena e l'importante sostegno del Marchio Tradizione e Sapori di Modena.

Un ringraziamento speciale va a BPER Banca, main sponsor di Modenamoremio, al Consorzio del Parmigiano Reggiano, al Consorzio tutela aceto balsamico tradizionale di Modena e Piacere Modena per aver omaggiato ai vincitori prodotti tipici e specialità enogastronomiche.

Si ringraziano infine Water Time isole d'acqua, Radio Stella e le quattro Associazioni di Categoria del territorio Ascom-Confcommercio, Cna, Confesercenti e Lapam.

 

Fonte: Modenamoremio

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Mercoledì, 20 Giugno 2018 08:46

50 Best Restaurants: Bottura conquista la vetta

L’Osteria Francescana di Massimo Bottura conquista per la seconda volta la vetta della famosa classifica internazionale dei The World's 50 Best Restaurants 2018. L’Italia trionfa con i suoi grandi nomi.

Di Chiara Marando –

Mercoledì 20 Giugno 2018 -

La cucina italiana sul tetto del mondo. Ancora una volta. E con lui: Massimo Bottura.

La sua “Osteria Francescana” ieri sera ha trionfato con il primo posto nella classifica di The World's 50 Best Restaurants 2018, che decreta l’empireo dei migliori ristoranti al mondo.

La prima volta per lui era stata a New York nel 2016 ed ora eccolo tornare sul palco, accompagnato dall’inseparabile Lara Gilmore, moglie ma anche musa e colonna portante di un progetto che va ben oltre la ristorazione, che spazia in ambiti ancora inesplorati dove la cucina incontra gli altri chef per progetti a livello globale legati alla sostenibilità, alla democraticità del cibo, alla condivisione.

Ieri Massimo Bottura, è salito sul palco del palazzo dei congressi Euskalduna Jauregia di Bilbao e lo ha fatto emozionato, molto emozionato, ma tirando fuori quel carisma che lo contraddistingue e gli ha permesso di far crescere il suo nome e quello della cucina italiana nel mondo. Un discorso chiaro, un invito ai colleghi in platea per sottolineare che "gli chef nel 2018 hanno a disposizione una gran voce per dimostrare il cambiamento.  Siamo tutti parte della stessa rivoluzione e tutti insieme possiamo essere parte del cambiamento".

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Insieme a lui, i grandi nomi dell’arte culinaria internazionale. Perché il The World's 50 Best Restaurants 2018 è una macchina che mette in moto un mondo: sono 1.040 i restaurant experts che hanno espresso 10 preferenze a testa ridefinendo così la classifica 2018. Una serie di ingranaggi che, dagli inizi del 2002, hanno saputo mettere in movimento un meccanismo dalla forza mediatica senza precedenti, in grado di ridisegnare ogni anno i confini della geografia gastronomica internazionale.

E in questa edizione l’Italia può vantare altri 3 ristoranti fra i primi 50Piazza Duomo ad Alba al n°16 (scende di una posizione rispetto al 2017); Le Calandre a Rubano al n°23 (era 29° nel 2017) e il Reale a Castel Di Sangro al n°36 era alla posizione n°43 nel 2017). 

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Tra gli altri riconoscimenti importanti, il premio Chef's Choice Award 2018, assegnato al cuoco più votato dagli altri chef, è stato conferito a Dan Barber; il pasticcere francese Cédric Grolet del ristorante Le Meurice di Parigi ha ricevuto il premio di World's Best Pastry Chef.

Il premio Best Female Chef Award è andato all'inglese Clare Smyth, mentre il Lifetime Achievement Award è stato assegnato a Gastón Acurio. SingleThread, in California, è il ristorante One to Watch di questo 2018.

THE WORLD'S 50 BEST RESTAURANTS 2018 - LA LISTA COMPLETA

1. Osteria Francescana, Modena (Italia)

2. El Celler de Can Roca, Girona (Spagna)

3. Mirazur, Menton (Francia)

4. Eleven Madison Park, New York (USA)

5. Gaggan, Bangkok (Thailandia)

6. Central, Lima (Peru) 

7. Maido, Lima (Peru)

8. Arpège, Paris (Francia)

9. Mugaritz, San Sebastian (Spagna)

10. Asador Etxebarri, Atxondo (Spagna)

11. Quintonil, Mexico City (Messico)

12. Blue Hill at Stone Barns, Tarrytown (USA) 

13. Pujol, Mexico City (Messico)

14. Steirereck, Vienna (Austria)

15. White Rabbit, Moscow (Russia)

16. Piazza Duomo, Alba (Italia)

17. Den, Tokyo (Giappone) 

18. Disfrutar, Barcelona (Spagna)

19. Geranium, Copenhagen (Danimarca)

20. Attica, Melbourne (Australia) 

21. Alain Ducasse au Plaza Athénée, Paris (Francia)

22. Narisawa, Tokyo (Giappone)

23. Le Calandre, Rubano (Italia)

24. Ultraviolet, Shanghai (Cina)

25. Cosme, New York (USA)

26. Le Bernardin, New York (USA)

27. Boragò, Santiago (Cile)

28. Odette, Singapore

29. Alléno Paris at Pavillon Ledoyen, Paris (Francia) 

30. D.O.M. , Sao Paulo (Brasile)

31Arzak, San Sebastian (Spagna)

32. Tickets, Barcelona (Spagna)

33. The Clove Club, London (UK)

34. Alinea, Chicago (USA)

35. Maaemo, Oslo (Norvegia)

36. Reale, Castel di Sangro (Italia)

37. Restaurant Tim Raue, Berlin (Germania)

38. Lyle's, London (UK)

39. Astrid Y Gastón, Lima (Peru)

40. Septime, Paris (Francia) 

41. Nihonryori Ryugin, Tokyo (Giappone)

42. The Ledbury, London (UK)

43. Azurmendi, Larrabetzu (Spagna)

44. Mikla, Instanbul (Turchia)

45. Dinner by Heston Blumenthal, London (UK)

46. Saison, San Francisco (USA)

47. Schloss Schauenstein, Fürstenau (Svizzera)

48. Hiša Franko, Kobarid (Slovenia)

49. Nahm, Bangkok (Thailandia)

50. The Test Kitchen, Cape Town (Sud Africa)

(Credits Photo: Magenta Bureau)

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La notte di San Giovanni, festeggita il 23 giugno, è una serata magica. E' celebrata a Parma e provincia con rituali e tradizioni che si perdono nell'antichità.

A Parma City of Gastronomy la tradizione più comune è quella delle tortellate all'aperto: grandi tavolate imbandite allestite all'esterno dei ristoranti, nei borghi, nelle piazze, nei paesi, nei giardini e, perché no, tra i vigneti, per cenare in compagnia aspettando di prendere la benefica "rozäda äd san Zvan", la rugiada di San Giovanni. Piatto principale della cena sono i nostri tipici tortelli d'erbetta alla parmigiana, conditi con abbondante burro e Parmigiano Reggiano, preceduti magari da un antipasto leggero a base di salumi.

Un'altra tradizione molto sentita è quella di preparare il nocino, un tipico liquore a base di noci verdi, con i frutti raccolti la notte di San Giovanni e bagnati dalla miracolosa rugiada.

Chi la sera di San Giovanni si troverà in città o in uno dei paesi della provincia avrà davvero l'imbarazzo della scelta tra le tante proposte di tortellate dei ristoratori, degli agriturismi e delle associazioni. I ristoranti di Parma City of Gastronomy offrono, per quella serata, tante proposte diverse in grado di soddisfare tutti i gusti.

Numeroso tortellate in strada, nelle piazze e nei quartieri organizzate da associazioni e pro loco. Il Consiglio Cittadini Volontari "Parma Centro", ha messo in essere varie iniziative collegate a supporto con la "Tortellata di San Giovanni", che si effettuerà il giorno 23 giugno all'interno del perimetro: via Garibaldi - v.le Mentana - via Saffi e strada Repubblica.

Ecco alcune delle proposte che potete trovare al link www.parmacityofgastronomy.it/tortellate-di-san-giovanni/ 

Ristorante San Barnaba
Per la tortellata di San Giovanni il Ristorante San Barnaba si trasferisce tra le antiche mura del meraviglioso Castello di Felino per una serata con trionfi di tortelli e musica dal vivo.

Ristorante Al Vèdel
Cena all'aperto con menu alla carta vi aspettano al Ristorante Al Vèdel ma attenzione: il primo piatto sarà obbligatoriamente il tortello d'erbetta alla parmigiana!

Trattoria La Porta a Viarolo
Una tortellata in una trattoria tipica della Bassa Parmense con un menu tradizionale e proposte creative con prodotti d'alta qualità.

Agriturismo Il Gelso
Tra le colline di Traversetolo la tortellata dell'Agriturismo Il Gelso è all'aperto, circondati dal verde e della frescura dell'Appennino.

Ristorante KM90
Tortellata sotto le Stelle alla Ristobottega Emiliana KM90 a Fidenza. Torta fritta, salumi, tortelli a volontà con le materie prime selezionate da Silvano Romani.

Ristorante Al Mulino di Torrechiara
Ai piedi del possente maniero di Torrechiara e del romantico borgo, il Ristorante al Mulino vi aspetta con una tortellata con un menu fisso di tipica tradizione parmigiana.

Trattoria Antichi Sapori
Antichi Sapori è una raffinata trattoria alle porte di Parma che vi propone una tortellata all'insegna della tradizione e della qualità, annaffiata da un buon Lambrusco.

Agriturismo Podere Cristina
Sulle colline di Lesignano de' Bagni la tortellata dell'Agriturismo Podere Cristina avrà un'atmosfera particolare: infatti si cenerà all'aperto, a lume di candela.

Osteria dei Mascalzoni
L'Osteria dei Mascalzoni, nel cuore di Parma, si divide in due per offrirvi due diverse tortellate: una proposta con menu fisso in Osteria, nei tavolini all'interno oppure in quelli esterni in un antico borgo, e una proposta alla carta all'aperto in Piazza Ghiaia, contornata da musica dal vivo e mercatini.

Ristorante Unicorno
Il Ristorante Unicorno, a Monticelli Terme, vi aspetta per la grande tortellata sotto le stelle del 23 giugno con menu fisso e menu alla carta.

Antica Corte Pallavicina
Una tortellata stellata quella dell'Antica Corte Pallavicina, servita nell'aia del Castello: tortelli, buffet di antipasti e una sorpresa per le coppie.

Tortelli&CO
Già dal nome si capisce che questa gastronomia nel cuore di Parma non poteva esimersi dal proporre una tortellata con tortelli d'erbetta classici e ricette speciali e creative.

Azienda Agricola La Madonnina
La tortellata dell'Azienda Agricola La Madonnina sarà una serata magica: ai piedi del Castello di Torrechiara cenerete sotto le stelle, con vista sui vigneti dell'azienda. I tortelli saranno ovviamente accompagnati dai vini de La Madonnina.

La Tavola del Contado
Nella suggestiva piazza Leoni di Torrechiara, ai piedi del borgo e del castello, una tortellata all'aperto con possibilità di scelta tra due gustosi menu tipici.

Motonave Stradivari
Una tortellata... sull'acqua! Tortellata sotto le stelle navigando sulle acque del grande fiume Po, a bordo della motonave Stradivari. Per l'occasione le strutture del gruppo INC Hotels (Best Western Plus Hotel Farnese, Holiday Inn Express Parma, Hotel San Marco a Parma Ovest) propongono tariffe agevolate.

Ristorante L'Incontro
Il ristorante dell'Hotel San Marco a Parma Ovest propone una tortellata dai sapori tradizionali, all'aperto sotto un portico realizzato per l'occasione. Disponibile anche menu per i più piccoli.

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Nella prestigiosa cornice della Triennale di Milano, l’edizione 2018 dei Premi MAM - Maestro d’Arte e Mestiere ha visto proclamare 77 nuovi Maestri. Da Annie Féolde a Ezio Santin, da Massimo Spigaroli a Franco Pepe, da Achille Zoia a Renato Brancaleoni, ecco i 13 premiati negli ambiti del Gusto e dell’Arte dell’Ospitalità.

Parma 05 Giugno 2018 -

Si è svolta a Milano, presso il Salone d’Onore della Triennale, la cerimonia di assegnazione dei riconoscimenti MAM - Maestro d’Arte e Mestiere.

La Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, istituzione privata non profit nata a Milano nel 1995 con il duplice obiettivo di salvare le attività artigianali d'eccellenza dal rischio di scomparsa e di formare nuove generazioni di Maestri d'Arte, in collaborazione con ALMA - La Scuola Internazionale di Cucina Italiana, considerata il più autorevole centro al mondo dedicato alla formazione nel campo dell’ospitalità italiana, ha proclamato 77 nuovi MAM - Maestri d’Arte e Mestiere. Più precisamente, 64 Maestri operano in 23 diverse categorie dell’artigianato artistico, dalla ceramica alla gioielleria, dal mosaico alla pelletteria, dal teatro alla lavorazione dei metalli. Sono invece 13 i mestieri legati al Gusto e all’Arte dell’Ospitalità.

Ecco qui l’elenco dei premiati:

Categoria: BAR E MISCELAZIONE

Salvatore Calabrese

Categoria: CIOCCOLATERIA E CONFETTERIA

Pietro Romanengo

Categoria: CUCINA

Ezio Santin

Categoria: FORMAGGI

Renato Brancaleoni

Categoria: GELATERIA

Vincenzo Crivella

Categoria: MACELLERIA

Franco Cazzamali

Categoria: NORCINERIA

Massimo Spigaroli

Categoria: OSPITALITÀ

Annie Féolde

Categoria: ARTE BIANCA

Eugenio Pol

Categoria: PASTICCERIA

Achille Zoia

Categoria: PIZZERIA

Franco Pepe

Categoria: SALA

Giacinto Rossetti

Categoria: SOMMELLERIE

Enrico Bernardo

A testimonianza del loro storico saper fare, i nuovi Maestri d’Arte e Mestiere hanno ricevuto una fusione in bronzo, su disegno originale dalla Scuola dell’Arte della Medaglia dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, raffigurante un’allegoria dell’ingegno.

Il progetto MAM è patrocinato da: MISE-Ministero dello Sviluppo Economico; Comune di Milano; Triennale di Milano; Fondazione Cariplo; Unioncamere; Confartigianato; CNA; Symbola-Fondazione per le qualità italiane; Fondazione Italia Patria della Bellezza; e Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship.

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La cucina spezzina più vera, quella dove a parlare sono gli ingredienti semplici, si trova in un luogo storico di La Spezia, il più antico punto di ristoro cittadino: si chiama “Inferno” ed è aperto dal 1905.

Sabato 02 Giugno 2018 -

Di Chiara Marando -

Nascosto tra le vie del centro di La Spezia, poco distante dalla piazza del mercato, c’è un luogo tra i più antichi della città. Un punto di ristoro aperto dal 1905 dove i marinai sapevano di poter trovare ospitalità, un buon pasto semplice ed un luogo che li riusciva comprendere, un luogo fatto per loro dove ricaricare forze e speranze stremate dai lunghi viaggi.

inferno

Non lo si vede chiaramente dalla strada, si scendono le scale e si arriva in una cantina con volte in pietra basse, molto basse. Si giunge così a “Inferno”, una osteria con cucina dal sapore antico e dalla storia che attraversa oltre un secolo di vita marinara.

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Bottiglie di liquori e alcolici in vista, tavoli rustici e i ricordi del tempo che fu, un omaggio alla tradizione che ha fatto vivere, e ancora mantiene attiva, questa realtà. A fare da sottofondo è il brusio costante degli avventori mentre dalla cucina, aperta e ben visibile, si percepisce lo spadellare delle cuoche intente nelle preparazioni.

Il menù non c’è. Si sceglie tra poche specialità, tutte ben fatte e raccontate a voce. Tutte saporite. Tutte da provare.

Non sono piatti ruffiani, sono la tipicità spezzina. Anche quella più difficile da trovare. E’ il caso della mesciua, una deliziosa zuppa di legumi e cereali. Poi le acciughe fritte, preparate con maestria, la zuppa di muscoli, i muscoli ripieni e il polpo con patate e sugo. Buoni, veramente molto appetitosi. Da mangiare condividendo il piacere, leccandosi le dita, scambiandosi le portate.

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E se si parla di condimenti al pomodoro, eccolo fresco con basilico per arricchire i ravioli ripieni di muscoli, oppure in salsa per rendere omaggio agli scampi che abbracciano le penne. Tutto molto semplice, tutto molto genuino, tutto molto ligure. Inutile dire che la scarpetta è d’obbligo, soprattutto quando a strizzare l’occhio nel piatto è un buon olio extravergine di oliva che dona ulteriore profumo agli elementi.

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Da bere birre, vini rossi e bianchi frizzantini, ruffiani. Per specificare, vanno giù come l’acqua e puliscono la bocca per renderla pronta alla pietanza successiva. Le porzioni abbondanti, l’ambiente gioioso con una nota piacevolmente malinconica e romantica. Perché chi conosce i racconti della vita di mare di inizio secolo sa quanto possano aver visto i muri di questa “magica” cantina, quasi una sorta di cambusa.

Anche i dolci non rincorrono la ricercatezza ma solo il gusto: cheesecake ai frutti di bosco, panna cotta con cioccolato, crema pasticcera con frutta e zuppa inglese.

Poi, sazi e soddisfatti, si attendono i caffè e ci si lascia andare a grappe e liquori prima di chiedere il conto. I prezzi? Quasi incredibili: 20/25 euro a testa per un pasto completo.

Saliti i pochi gradini e riemersi sulla strada del rientro si sorride, difficile non farlo. Si ripensa a quanto assaporato, all’atmosfera, alla leggerezza e si immagina cosa verrà servito in tavola la prossima volta. Perché una sola visita certamente non basta.

 

Osteria all'Inferno dal 1905

Via Lorenzo Costa, 3

19121 La Spezia SP

Tel. 0187 29458

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Coppa di Parma IGP e Salame Felino IGP protagonisti al City of Gastronomy Festival insieme con il Parma Quality Restaurants. A curare il wine pairing il Consorzio per la Tutela dei Vini DOP Colli di Parma

Parma 30 Maggio 2018

È tempo di City of Gastronomy Festival a Parma: l’appuntamento è per sabato 2 e domenica 3 giugno, nel centro storico della città ducale. Tra gli attori protagonisti del Festival, che è fondato sul binomio tra buon cibo e qualità, figurano anche il Consorzio di Tutela della Coppa di Parma IGP e il Consorzio di Tutela del Salame Felino IGP, espressione di due eccellenze dell’arte salumiera della Food Valley parmense.

Come spiega Fabrizio Aschieri, Presidente del Consorzio di Tutela della Coppa di Parma IGP, «Crediamo molto nel format del City of Gastronomy Festival. Siamo infatti convinti che possa essere la vetrina giusta per raccontare ai foodie in arrivo a Parma le peculiarità della Coppa di Parma IGP e del Salame Felino IGP, evidenziando il loro legame con il nostro territorio. La nostra idea è quella di far parlare i sapori, organizzando assaggi e degustazioni per il pubblico negli spazi che avremo a disposizione in Piazza Ghiaia».

Un altro fattore che ha influito sulla decisione dei due Consorzi di partecipare al City of Gastronomy Festival è la sua vocazione internazionale. Come afferma Carletto Ferrari, Presidente del Consorzio di Tutela del Salame Felino IGP: «Il Festival si configura idealmente come un giro del mondo in chiave enogastronomica: a Parma si sono date appuntamento le Città Creative UNESCO per la Gastronomia, dal Brasile al Giappone, dagli Stati Uniti alla Turchia, passando per la Francia e la Spagna. L’impegno dei due Consorzi di Tutela è quello di diffondere la cultura di prodotto in Italia come all’estero: dobbiamo essere bravi a sfruttare un’opportunità come il Festival per entrare in contatto con foodie e operatori professionali stranieri».

Il momento clou della partecipazione del Consorzio di Tutela della Coppa di Parma IGP e del Consorzio di Tutela del Salame Felino IGP al City of Gastronomy Festival sarà rappresentato dalla degustazione guidata, per 40 persone, in programma domenica 3 giugno, dalle 13:00 alle 14:00, nell’area Tasting allestita in Piazza Ghiaia. Per valorizzare al meglio Coppa di Parma IGP e Salame Felino IGP, i due Consorzi hanno voluto celebrare un “matrimonio” all’insegna del gusto con il Parma Quality Restaurants: il Consorzio che riunisce una trentina tra i migliori ristoratori della città di Parma e della provincia parmense, con l’obiettivo di fare squadra per valorizzare la cultura culinaria locale. La curatela gastronomica della degustazione sarà affidata al giovane Antonio Basileo, chef patron del Ristorante Ohibò, di Parma: figlio di ristoratori, si è formato in ALMA - La Scuola Internazionale di Cucina Italiana, per arrivare nel 2015 ad aprire il proprio locale, diretta espressione di quella che lui stesso definisce “cucina elastica”. Una cucina che, partendo dalle tradizioni e avendo cura delle materie prime, è in grado di adattarsi a tutti, con attenzione alle intolleranze, ai gusti difficili, alle persone delicate, rivisitando la tipicità italiana con sentori dal sapore nipponico e capacità di sintesi caratteristica del Nord Europa. Al pubblico del City of Gastronomy Festival chef Basileo proporrà la Coppa di Parma IGP e il Salame Felino IGP in forma di creativi e golosi finger food: il Panino al Salame in Oriente e la “Coppa” gelato.

«La collaborazione con Consorzi di Tutela, come quello del Salame di Felino IGP e della Coppa di Parma IGP, rappresenta benissimo la filosofia alla base del Parma Quality Restaurants, perché permette di creare sinergie per la valorizzazione dell’enogastronomia locale, che è parte integrante della cultura del nostro territorio - sottolinea Basileo -. Non bisogna però pensare all’enogastronomia come qualcosa di statico e immutabile, bensì come qualcosa di dinamico e creativo. La cucina deve essere capace di raccontare un territorio anche attraverso l’innovazione, arrivando in alcuni casi a provocare o stupire: l’importante è che alla base ci sia conoscenza della tradizione e delle materie prime utilizzate».

La degustazione guidata sarà anche l’occasione per consolidare la collaborazione dei Consorzi di Tutela della Coppa di Parma IGP e del Salame Felino IGP con il Consorzio per la Tutela dei Vini DOP Colli di Parma: quest’ultimo curerà gli abbinamenti cibo-vino. In particolare, protagoniste del wine pairing saranno l’Azienda Agricola Lamoretti, con la sua Malvasia, e l’Azienda Agricola Amadei, con il suo Lambrusco.

Pubblicato in Dove andiamo? Parma
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