Prosegue la discesa del latte spot. Parmigiano in flessione mentre il Padano conferma i prezzi dell’ottava precedente. Burro e crema stabile ma...
di Virgilio -
Parma 09 aprile 2014 --
La prima settimana di aprile ha evidenziato prezzi in flessione per il Parmigiano Reggiano mentre per il Grana Padano i valori si sono mantenuti stabili seppure l’apertura della seconda settimana di aprile abbia già registrato una perdita sulla piazza milanese. Analogamente il burro pur nella conferma dei prezzi registrati nell’ultima ottava di marzo ha iniziato a manifestare segnali di nuova flessione nella settimana in corso. Stabili da 4 settimane invece le creme a uso alimentare su entrambe le piazze di riferimento (Milano e Verona).
Prosegue la tendenza ribassista del latte spot. Ancora una perdita dello 0,61% si è registrata a Verona portando la forbice di prezzo a collocarsi tra 41,24 e 42,27€/100 litri di latte.
Entrando in maggiore dettaglio, il burro CEE ha confermato il prezzo di 3,45€/kg che resisteva dal 10 marzo ma già all’apertura della settimana borsistica in corso ha ceduto 5 centesimi (3,40€/kg). Stabile, come si diceva, il Padano nella settimana di riferimento ma occorre registrare che nella seduta di lunedi 7 aprile la borsa milanese oltre a registrare il segno negativo per il burro ha interrotto la debole stabilità del Grana Padano DOP lasciando sul terreno 10 centesimi sia per il 9 sia per il 15 mesi di stagionatura fissando i valori tra 7,05 e 7,15 (9 mesi) e 7,70 e 8,35€/kg (15 mesi). Invece confermata la tendenza ribassista per il Parmigiano Reggiano che perde 10 centesimi a Reggio Emilia e 15 a Parma per la stagionatura di 24 mesi, mentre il 12 mesi è rimasto sostanzialmente stabile seppure Milano abbia registrato una perdita di 10 centesimi già dalla settimana in corso. 8,85€/kg (12 mesi ) e tra 10,35 e 11,10 (24 mesi) sono infatti i prezzi fissati a Milano il 7 aprile.
- La Troika obbliga la Grecia a “allungare” la scadenza del latte fresco da 5 a 11 giorni. -
Con una maggioranza risicata, il Parlamento greco, ha approvato il provvedimento riguardante i termini di scadenza del latte fresco. Ufficialmente per liberalizzare il settore e favorire i consumatori mentre è cosa nota che la pressione della Troika è stata tale al punto di rischiare di compromettere l’ultima, indispensabile, quindi vitale trance di finanziamento da parte della UE. Con l’adozione del provvedimento che porta da 5 a 11 i giorni per poter dichiarare il “latte fresco” sono state spalancate le porte del mercato interno al latte di altri Paesi, prevalentemente europei, che contribuiranno a sferrare un altro duro colpo alla economia ellenica. Il settore lattiero caseario greco, c’è da credere, subirà un colpo quasi mortale. La concorrenza è sacrosanta e il provvedimento era necessario ma non indispensabile. L'ennesimo obolo che il governo di Atene ha dovuto pagare per ottenere gli ultimi aiuti di 10 miliardi di euro concordati con il secondo memorandum del 2012, che, tutto insieme, vale ben 130 miliardi di euro. Una spirale eutanasica si è innescata e sarà difficile da troncare: aiuti in cambio di austerity e ristrutturazione funzionale negli interessi dei paesi creditori. In questi tre anni non sembra che la cura dei ragionieri europei abbia sortito benefici effetti per i greci e l’economia interna.