Finalmente il dato è ufficiale. L' Italia è in crescita e il PIL del 2015 ha registrato il segno positivo. Un +0,8%, ben al di sotto della media UE (+1,4%), ma pur sempre in crescita. Chi si accontenta gode, recita il detto popolare più diffuso in casi di immobilismo.
di Lamberto Colla Parma, 06 marzo 2016.
Condivido che sia necessario cospargere l'Italia di ottimismo sfruttando ogni occasione positiva e il dato di crescita del Paese non poteva non essere cavalcato. Un dato addirittura migliore delle stime di fine anno quando, passata l'illusione di traguardare una crescita superiore all''1% d'inizio anno, venne stimato un +0,7% .
Quindi ancora meglio.
Un risultato indubbiamente migliore dei governi dei "Professori", tutto "loden" e austerity, che fecero registrare un bel -2,3% e -1, 9% (Monti e Letta rispettivamente).
Certamente la congiuntura sfavorevole ha contribuito, e non poco, sul risultato del PIL. la crisi delle Borse, dei Paesi emergenti, la caduta dei prezzi del petrolio e l'embargo russo sono stati fattori indubbiamente limitanti la crescita complessiva. Ma chi si accontenta gode, è il motto che giustifica i propri insuccessi. Chi si accontenta gode lo dice uno che nella vita ha saputo solo raccogliere ciò che gli è caduto dal cielo, che non si è spinto mai oltre il proprio naso, che non ha realizzato i sui sogni e forse nemmeno ci ha provato. Chi si accontenta gode è la filosofia dei finti soddisfatti, degli infelici camuffati, dei depressi sorridenti e dei falliti pseudo ignari.
Questa è la condizione che, chi sta ai vertici dello Stato e dell'UE, gradirebbe fosse diffusa nei cittadini. E allora forza a spingere sulle illusioni, sulle speranze che "tra breve la crisi passerà e l'Italia è pronta a ripartire".
Balle e fandonie, perché la crisi non può passare in quanto non vi è crisi. Dopo otto anni di guerra finanziaria lo stato di crisi è diventato uno status, è la normalità, e dalle macerie occorre ricostruire ma, prima di tutto, è indispensabile che tutti si faccia un passo indietro.
Invece, il passo indietro viene fatto fare solo alla popolazione più o meno attiva (lavoratori, pensionati e ex risparmiatori), attraverso frequenti ma piccoli salassi, stordita dall'oblio e dalle speranze, incantata dai magici illusionisti al Governo capaci di fare vedere anche quello che non c'é, come ad esempio la riduzione delle tasse.
Il Ministro Padoan, a sottolineatura positiva del dato di crescita, ha esaltato il fatto che la pressione fiscale è scesa al 43,3% del Pil e promette "Nuovi tagli alle tasse se compatibili con i conti". Ecco questa è l'ultima illusione del magico Ministro. In cuor suo, infatti, già sa che verso la fine dell'anno, salvo un vero e proprio miracolo, dovrà dar seguito all'aumento dell'aliquota IVA e inventarsi qualche altra diavoleria per far quadrare i conti.
E non potrà che esser così perché, quello che ben poco è stato sottolineato dai rappresentanti del Governo e dai più autorevoli divulgatori (TV e Giornali), sono due elementi ben poco rassicuranti che hanno accompagnato questo dato di crescita minimalista:
1. il debito pubblico è aumentato di oltre 30 miliardi (33 miliari e 800 milioni). Interessante è leggere chi è stato meno virtuoso e addirittura più spendaccione (L'amministrazione centrale dello Stato!);
2. le entrate tributarie del 2015 sono aumentate del 6,4% a fronte di una crescita del solo 0,8%.
A fine 2014, svelano i dati comunicati da Bankitalia, il debito ammontava a 2.136 miliardi (132,4 per cento del Pil), mentre alla fine di novembre era sopra 2.200 miliardi.
La "ripartizione per sottosettori", sottolinea la nota di Palazzo Koch, vede un comportamento virtuoso delle amministrazioni locali, mentre nel cuore dello Stato cresce l'indebitamento: "Il debito consolidato delle Amministrazioni centrali è cresciuto di 40,5 miliardi, a 2.077,5, mentre quello delle Amministrazioni locali è diminuito di 6,6 miliardi, a 92,3; il debito degli Enti di previdenza si è ridotto di 0,1 miliardi".
Insomma il Governo ancora una volta non si è smentito predicando bene e poi razzolando male. Impone rigore ai cittadini e alle istituzioni a loro più prossime (Comuni), architetta quindi norme in grado di ottenere il risultato che di fatto viene perseguito (aumento delle imposte e riduzione dei servizi) ma quando si tratta di toccare il portafoglio alla "Galassia Romana", dalle indennità dei parlamentari alla spending review il risultato non solo non si consegue al contrario si ottiene un inasprimento dei costi.
Per concludere, lo Stato arraffone è riuscito nella titanica impresa di incrementare di ben il 6,4% le entrate a fronte di un miserrimo +0,8% di PIL.
E' e sarà sempre più difficile, perseverando su questa strada, essere ottimisti di fronte a questi dati ai quali dobbiamo aggiungere i furti bancari perpetrati grazie al Bail-In e alle novità introdotte sui mutui ipotecari: 18 insoluti e la casa passerà di proprietà della banca che potrà venderla a qualsiasi prezzo pur di fare cassa lasciando legalmente i proprietari a ripararsi sotto i ponti.
Ma dove andremo a finire?
(Foto di Palazzo Kock: Di Lalupa - Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1384251)
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