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Mercoledì, 15 Gennaio 2014 08:19

Lattiero Caseario: 2014 Ripartenza difficile

 

 

La riapertura dei mercati all’insegna di valori negativi. Stazionari i mercati delle due principali DOP mentre flessioni importanti hanno registrato il Latte Spot e il Burro. 

 

di Virgilio - 

Parma 15 gennaio 2014 --

Prezzi stazionari e scambi normali secondo l’ultimo bollettino della Borsa Merci di Parma relativamente al Formaggio Parmigiano Reggiano. Quotato tra 9,00 e 9,40€/Kg, il parmigiano Reggiano  di 12 mesi  e oltre, è l’unico prodotto che ha registrato un segno positivo alla riapertura dell’attività lo scorso 3 dicembre. +0,27% rispetto l’ultima quotazione del 2013. Nessuna variazione invece da rilevare per il Grana Padano che conferma le chiusure dello scorso anno.

Prosegue invece la discesa a grandi falcate del latte Spot. Ai 4 euro perduti nel mese di dicembre si deve aggiungere un altro euro lasciato sul campo lunedi scorso. Un ulteriore -3,09% che porta il prezzo del latte crudo all’interno della forbice 47,43-49,49€/100litri di latte. 

Scende anche il burro che perde tra l‘1,30% e l‘1,98% a seconda delle tipologie. Prendendo a riferimento il Burro CEE questo perde 1,30% fissando il prezzo a 3,80/kg. Unica eccezione per il Burro zangolato quotato a Parma che conferma i 2,70€/kg. chiusura d’anno precedente.

 

Alaa El-Din Ahmed Bekhit 

(Foto: Alaa El-Din A Bekhit)

Latte e Formaggio di Cerva: migliori proprietà di quello d’asina

 Le analisi condotte dal Dipartimento di scienze alimentari dell'Università di Otago (regione al sud della Nuova Zelanda) hanno identificato nel latte dei cervidi (alci, caprioli, cervi, daini, renne) e quindi nel formaggio, composti bioattivi, in grado di rafforzare il sistema immunitario negli esseri umani che se ne cibino. 

L'idea di produrre un formaggio dal latte di cerva, è nata proprio, secondo quanto dichiarato alla stampa dal responsabile di progetto professor Alaa El-Din A Bekhit, «dall'apprendere che in Europa si vende - a prezzi altissimi - il formaggio di latte di asina, che ha solo alcune proprietà bioattive, mentre il latte di cerva ha proprietà ancora più benefiche».

Se la ricerca confermerà i dati, dovranno risolvere alcuni problemi legati alla mungitura automatica degli animali, e poi sarà la volta che troveremo il latte di cerva sulle nostre scaffalature.

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Aumentano il volume di latte lavorato e il numero di forme prodotte dai caseifici cooperativi modenesi -

Modena, 30 dicembre 2013 -

Aumentano il volume di latte lavorato e il numero di forme prodotte dai caseifici cooperativi modenesi, cala leggermente il prezzo medio di liquidazione del latte. Lo comunica Confcooperative Modena, che ha analizzato i bilanci al 31 dicembre 2012 delle 43 cooperative casearie aderenti (31 di montagna e dodici di pianura), le quali rappresentano il 59 per cento dei 73 caseifici attivi in provincia di Modena al 30 settembre scorso (363 nell'intero comprensorio del Parmigiano-Reggiano).

«L'anno scorso il latte conferito alle nostre cooperative ha superato 1,7 milioni di quintali, 87 mila quintali in più (+ 5,5 per cento) rispetto al 2011 – afferma il direttore di Confcooperative Modena Cristian Golinelli – Questo è accaduto nonostante sia diminuito il numero dei caseifici; ciò significa che si è rivelata giusta la politica delle aggregazioni tra cooperative che stiamo portando avanti da qualche anno». Nel dettaglio i 31 caseifici di montagna (in media hanno nove soci conferenti) hanno trasformato in Parmigiano Reggiano 844 mila quintali di latte, mentre le dodici cooperative di pianura (media di quindici soci) hanno lavorato 896 mila quintali di latte. Nel 2012 in provincia di Modena sono state prodotte 643.501 forme di Parmigiano Reggiano; il 48,6 per cento delle forme è stato prodotto dai 43 caseifici aderenti a Confcooperative Modena (quasi 150 mila forme i caseifici della montagna, 163 mila quelli di pianura).

Si conferma buona la resa del formaggio, che oscilla tra i 7,19 e 7,18 kg di Parmigiano Reggiano ogni cento litri di latte lavorato. L'unico dato non positivo è il calo del prezzo medio di liquidazione del latte, che l'anno scorso si è fermato a 55 centesimi al litro (era di 70 centesimi nel 2010). «Si tratta di valori ancora accettabili, anche se in montagna i costi di produzione sono più alti rispetto alla pianura e gli allevatori hanno margini inferiori», commenta Giordano Toni, presidente del settore lattiero-caseario di Confcooperative Modena. In compenso vanno bene le vendite dirette effettuate dagli spacci aziendali: l'anno scorso i 19 caseifici di montagna che hanno il negozio hanno venduto 13 mila forme (prezzo medio 12,39/kg), mentre i dodici caseifici di pianura con spaccio hanno ricavato un prezzo medio di 12,23 euro/kg dalle 45 mila forme vendute (ma il dato è "inquinato" dalla solidarietà post terremoto).

(Fonte: ufficio stampa Confcooperative Modena)

 

 

 

Cifra equamente divisa tra mercato interno ed estero. Produzione prevista in calo dell’1%

 

Reggio Emilia, 11 dicembre  -  Dopo aver definito il “quanto” produrre (3.250.000 forme per l’anno prossimo, come stabilito dall’Assemblea del settembre scorso con l’adozione dei piani produttivi), le azioni del Consorzio del Parmigiano Reggiano si spostano ora sul “come” e sul “per chi” (quali mercati e quali consumatori), mettendo in moto una serie di investimenti che, per il 2014, ammontano a quasi 13 milioni di euro.

“Oggi – ha detto il presidente del Consorzio, Giuseppe Alai, nel corso dell’assemblea dei caseifici che ha approvato il bilancio preventivo dell’Ente – il nostro primario obiettivo è quello di coinvolgere e far giocare un ruolo nuovo, integrato e importante a tutti i soggetti della filiera: dai produttori (protagonisti di piani produttivi), ai caseifici (destinatari delle azioni a sostegno del prodotto), ai commercianti-stagionatori (partecipi di nuove azioni per la diffusione dei consumi sia in Italia che all’estero), alla GDO (più coinvolta nell’informazione e in testing store, in particolare all’estero)”.

“Nei prossimi mesi – ha aggiunto Alai – approfondiremo nuove modifiche al disciplinare di produzione, con l’esclusivo obiettivo di tutelare ed innalzare gli elementi di distintività del prodotto: quelli, in sostanza, che oggi consentono al Parmigiano Reggiano di viaggiare con incrementi superiori al 3% sulle esportazioni e di tenere molto bene sui consumi interni”. 

“A fronte di una lieve flessione delle vendite nella GDO, largamente inferiore al calo medio del 2,6% che ha interessato in questi mesi i formaggi duri – ha proseguito il presidente del Consorzio di tutela – i consumi di Parmigiano Reggiano si sono alzati nella ristorazione e sono fortemente salite le vendite dirette da parte dei caseifici, con risultati più che soddisfacenti in presenza di una crisi economica del Paese che ha intaccato anche i consumi alimentari”. Ed è proprio a sostegno delle esportazioni e dei consumi interni che il Consorzio investirà la gran parte delle risorse del bilancio 2014, con 11,5 milioni di investimenti equamente divisi su Italia ed estero.

“Al mercato interno – ha detto al proposito Alai – si lega ancora quasi il 70% delle vendite, e oggi dobbiamo investire per fidelizzare ulteriormente i consumatori e avvicinarne altri ad un prodotto di cui puntiamo a far percepire meglio le caratteristiche e l’unicità, non solo per sbloccare l’attuale stabilità dei consumi di Parmigiano Reggiano, ma anche per evitare che i consumi globali in recessione interessino questa eccellenza”.

Piede sull’acceleratore, poi, sui mercati internazionali (“dove in questi anni – ha detto Alai – abbiamo avuto eccellenti riscontri e sui quali puntiamo, in un quinquennio, a collocare il 50% del prodotto”) e su nuovi progetti con la GDO e sul canale horeca (hotel, restaurant e cafè-catering), con circa 600.000 euro di specifici investimenti.

Occorrerà vigilare sul fronte produttivo (il sistema – ha ricordato Alai – negli ultimi tre anni ha registrato un incremento del 19,7% del prodotto immesso sul mercato, oltretutto in presenza di una grave crisi economica), ma le condizioni per nuove affermazioni sembrano esserci tutte: la produzione 2013 dovrebbe registrare una flessione dell’1% rispetto al 2012 (3.307.221 forme), le giacenze, ad ottobre, erano in calo del 7,4% in totale e del 3,7% sul prodotto di 12 mesi), mentre le quotazioni alla produzione – dopo il minimo 2013 segnato a luglio con 8,53 euro/kg – al 30 novembre si sono portate a 9 euro/kg.
  

Assemblea CFPR DICEMBRE 2013-LA SALA gde1

Il Comunicato della Provincia sul progetto del magazzino di stagionatura del Parmigiano Reggiano a San Martino in Rio -
 
Reggio Emilia, 23 novembre 2013 -
 
 OCCUPAZIONE - La Provincia di Reggio Emilia è molto attenta alla creazione di nuova occupazione: ha avviato start up che hanno portato alla nascita di un centinaio di posti di lavoro; ha sostenuto imprese attraverso l'erogazione di fondi dedicati e molte altre misure; nel difficile passaggio delle crisi aziendali, comprese quelle che hanno interessato le aziende del Comune di San Martino come la Cormo, sostiene i diritti dei lavoratori e le casse integrazioni.
La presidente Sonia Masini, il vicepresidente Pierluigi Saccardi, l'assessore provinciale alla Formazione professionale Ilenia Malavasi, hanno incontrato i rappresentanti dei lavoratori e il sindaco di San Martino in Rio con i quali hanno discusso della possibilità di rioccupare le persone che verranno messe in cassa integrazione o avranno problemi occupazionali.
Negli incontri è stata evidenziata la disponibilità di 25 posti di lavoro nel settore socio-assistenziale e c'è un impegno congiunto per trovare anche altre soluzioni nell'ambito del lavoro che la Provincia svolge con i propri Centri per l'Impiego e attraverso tutte le iniziative volte a creare nuova occupazione, come Re Up.
Quanto al magazzino non è ancora chiaro quanti posti di lavoro sarebbero eventualmente a disposizione, perché si è passati da una ipotesi di 20 persone ad una di 200. Chiediamo pertanto maggiore chiarezza perché le regole del diritto del lavoro non contemplano alcun automatismo nel passaggio di un lavoratore da una azienda in crisi ad una nuova impresa del territorio. Non c'è pertanto di per sé alcuna garanzia per i lavoratori della Cormo di essere eventualmente impiegati nella nuova struttura.
Inoltre, un magazzino altamente automatizzato genererebbe, come hanno dichiarato fin dall'inizio gli stessi proponenti, una modesta quantità di posti di lavoro, perché strutture di questo tipo non richiedono un alto numero di dipendenti.
Chiediamo dunque sia valutata la reale opportunità di lavoro che si produrrebbe.
 
URBANISTICA - Per quanto riguarda la questione urbanistica, i programmi elettorali votati dai cittadini, i piani approvati dalla Provincia di Reggio Emilia dettano indirizzi chiari e precisi: basta consumare suolo agricolo in modo indiscriminato, i nuovi investimenti vanno realizzati nelle apposite aree sovracomunali individuate. Inoltre il periodo di crisi che colpisce anche il nostro territorio sta purtroppo svuotando milioni di metri quadri di capannoni, così come di edilizia residenziale. Non può essere certo questo il periodo di nuove espansioni urbanistiche. Sono molte le strutture disponibili che potrebbero essere ristrutturate e adibite a magazzino del Parmigiano Reggiano e questo anche in comune di San Martino in Rio.
A questo proposito servono conti e numeri chiari. Girano troppe cifre tra loro differenti.
Il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Giuseppe Alai, in una recente intervista ha dichiarato che nei magazzini esistenti a Reggio Emilia solo per il 64% viene stagionato il Parmigiano Reggiano. Perché non utilizzare anche il restante 36%?
Perché favorire con nuovi investimenti la concentrazione in poche mani di produzione, trasformazione, stagionatura, commercializzazione di un prodotto straordinario come il Parmigiano Reggiano, che ha valore anche perché mantiene a presidio del territorio e della sua salvaguardia migliaia di piccole aziende agricole che costituiscono un elemento imprescindibile del paesaggio tipico della Pianura Padana e del suo Appennino?
 
TRASPARENZA - Al momento non abbiamo del tutto chiaro chi realizzerebbe l'intervento e chi gestirebbe la filiera. Non abbiamo chiaro se sia vero, come riportato da organi di stampa, che Nuova Castelli spa sia in vendita a gruppi stranieri. Non abbiamo chiaro se a investire siano gruppi cooperativi o aziende familiari private. Rileviamo che dagli intrecci societari Itaca, già presieduta dal presidente di Confcooperative, del Consorzio del Parmigiano Reggiano nonché di Banco Emiliano Giuseppe Alai, confluisce in una azienda ungherese che produce un formaggio simile a Parmesan, denominato Majar. Tale formaggio è molto simile al Parmigiano Reggiano, pur di qualità infinitamente inferiore.
Il Parmigiano Reggiano stesso può trarne danno se venduto nella stessa filiera?
 
MADE IN ITALY - Il made in Italy è un grande tesoro per un Paese in recessione economica che perde posti di lavoro. Esso va tutelato con ogni mezzo, anche modificando norme e disciplinari che ora consentono di importare prodotti di scarsa qualità che possono essere lavorati o stagionati in Italia e rimessi sul mercato col marchio made in Italy. Pensiamo a quanti nuovi posti di lavoro si potrebbero creare se nell'agroalimentare si tutelasse davvero e fin dall'inizio la qualità e l'originalità dei prodotti italiani partendo dalle materie prime e proteggendoli effettivamente dalla concorrenza. Mescolare nella commercializzazione prodotti certificati da ottocento anni di lavorazione artigianale reggiana e italiana con prodotti esteri di qualità inferiore non aiuterà né a difendere le aziende agricole né a dare prestigio ai prodotti tipici certificati e all'Italia complessivamente.
 
(Fonte: Ufficio Stampa Provincia di Reggio Emilia)
Venerdì, 22 Novembre 2013 12:20

La cena 2.0 a base di Parmigiano Reggiano

Torna sabato 30 novembre l' appuntamento con la "Parmigiano Reggiano Night ": si cucina, si scatta e si condivide sul web, tutto a base di Parmigiano Reggiano -
 
Reggio Emilia, 22 novembre 2013 -
 
Protagonista assoluto sarà il Re dei Formaggi per eccellenza, quello che piace a tutti e che tutti hanno gustato almeno una volta nella vita. A pezzi o grattugiato, d' accompagnamento a una ricetta tradizionale o in una versione originale, il piacere di gustarlo in compagnia non ha eguali e per la serata del 30 novembre, sarà possibile farlo anche sul web. Dopo il successo della prima assoluta dello scorso anno, che aveva raccolto intorno ad un tavolo virtuale oltre 25.000 persone, i fan sono invitati alla "Parmigiano Reggiano Night 2", dedicata al gusto culinario, condiviso col piacere di stare insieme. L' edizione di quest' anno, dalle case degli italiani rimbalzerà in tutto il mondo fino a Eataly di New York dove verrà organizzato un grande evento con tutti gli amici del Parmigiano Reggiano.
Partecipare è semplice! Basterà scaricare l' app disponibile sia sul sito Parmigiano Reggiano, che sulla pagina facebook del Consorzio, scegliere una ricetta tra quelle proposte o inventarne una propria. Ma la condivisione non finisce qua: prima, durante e dopo la serata sarà possibile caricare l'immagine della cena, dei propri amici, della preparazione o della ricetta scelta sull' applicazione.
Tutti i fan, in Italia e nel mondo, invitando amici e parenti, gusteranno insieme un piatto a base di Parmigiano Reggiano.
Per l'occasione cinque chef, appartenenti all'associazione Chef to Chef emiliaromagnacuochi, regaleranno al pubblico cinque ricette "smart" che potranno essere replicate a casa o degustate direttamente presso i loro ristoranti quella sera. A partecipare alla Parmigiano Reggiano Night 2 saranno: Paolo Teverini del Ristorante Teverini (Bagno di Romagna), Massimo Spigaroli del ristorante Antica Corte Pallavicina (Polesine Parmense), Marcello Leoni del ristorante Leoni (Bologna), Giovanna Guidetti dell'Osteria La Fefa (Finale Emilia), Gianni D'Amato del ristorante Arti e Mestieri (Reggio Emilia).
Pubblicato in Agroalimentare Emilia


Assegnati sostegni per quasi 5 milioni.

Reggio Emilia, 9 ottobre 2013 - Ottocentomila posti forma ricostruiti, 1 milione di famiglie, 6 catene distributive e 59 caseifici coinvolti in acquisti e vendite solidali, 380 caseifici impegnati con un contributo straordinario, oltre 4.800.000 euro ripartiti tra i caseifici colpiti: sono questi i grandi numeri che stanno alle spalle della ricostruzione avvenuta nel comprensorio del Parmigiano Reggiano dopo il devastante terremoto del maggio 2012.

"Cifre – ha detto stamani il presidente del Consorzio di tutela, Giuseppe Alai, nell'ambito di un incontro che per la prima volta ha visto riuniti gli esponenti di molti dei caseifici danneggiati, insieme a quanti hanno concorso, in particolare con le vendite solidali coordinate dallo stesso Consorzio – che parlano di una straordinaria e diffusa solidarietà, che si è espressa anche in tantissimi altri modi spontanei ed ha consentito di ricostruire 17 magazzini di riferimento per 37 caseifici modenesi, reggiani, mantovani e bolognesi, dando continuità al loro lavoro e a quello delle centinaia di famiglie di allevatori che qui destinano il latte da trasformare". "Proprio a carico di alcuni allevamenti – ha proseguito Alai – restano ancora problemi da risolvere, così come va ultimato il lavoro sulla messa in sicurezza di tutte le aziende che operano nel cratere del sisma, ma oggi diciamo nuovamente il nostro grazie a quanti in mille modi si sono mobilitati, consentendo a persone, imprese e al nostro prodotto di avere e generare reddito e sicurezza".

Il bilancio dei contributi raccolti e interamente distribuiti è stato tracciato dal direttore del Consorzio, Riccardo Deserti.

"Dalle vendite solidali effettuate dai caseifici del comprensorio aderenti all'iniziativa "1 euro per rinascere" – ha spiegato Deserti – sono giunti 513.950 euro, cui si sono aggiunti quelli legati alle vendite nelle catene distributive e nel canale horeca (Coop Italia, McDonald's, Auchan, Sogegross, Realco-Sigma e Unes) per 486.614 euro, i contributi di altri operatori commerciali per 31.064 euro e le donazioni dirette al Comitato caseifici terremotati, pari a 167.664 euro". Tra questi spicca, tra gli altri, il contributo dell'azienda farmaceutica Fatro, che ha donato 100.000 euro, affiancata da altri grandi aziende e gruppi (e tra questi Enel e il sistema delle Banche di Credito Cooperativo) che hanno effettuato rilevanti acquisti attraverso gruppi appositamente costituiti.

La cifra complessiva di 1.199.429 euro è stata distribuita ai caseifici in proporzione al numero delle forme danneggiate (complessivamente ne sono cadute quasi 600.000).

"Il contributo straordinario deciso dall'Assemblea dei caseifici del Parmigiano del luglio 2012 – ha proseguito Deserti – ha poi consentito di assegnare alle strutture danneggiate un'altra rilevante cifra, pari a 3.624.000 euro, consegnati ai caseifici danneggiati tenendo conto non solo del danno subito, ma anche delle diverse misure di tutela alle quali individualmente hanno potuto fare ricorso (contributi pubblici e rimborsi assicurativi, essenzialmente)".

In totale, dunque, sono stati ad oggi raccolti e distribuiti interamente 4.823.429 euro.

LA SUDDIVISIONE DEI CONTRIBUTI PER PROVINCE

Nella provincia di Modena, la più colpita, sono giunti 3.299.711 euro, e a beneficiarne sono stati, in misura assai diversa proprio in considerazione del danno subito e di altre coperture e/o contributi, i caseifici San Lorenzo, Albalat, Castelnovese, Morello, San Rocco, Quattro Madonne, Razionale Novese, La Cappelletta e Verdeta.

A Mantova, con 13 caseifici danneggiati, sono stati distribuiti 966.534 euro, assegnati ai caseifici Pironda, Quistello, Frizza, Arrivabene, Marzette, Begozzo, Natura Agricola, San Giuseppe, Caramasche, Croce, Vò Grande, Venera Vecchia e Andreasi.

A Reggio Emilia sono stati assegnati 511.771 euro, destinati ai caseifici San Simone, Casearia Fanticini, Tullia, Tricolore, Rossi, Lora e Magazzini Emiliani Stagionatura.

A Bologna, infine, sono giunti 45.413 euro per il caseificio Sant'Angelo.

L'ASSESSORE RABBONI: L'IMPEGNO DELLA REGIONE PER LA RICOSTRUZIONE

E di altre risorse ha parlato l'assessore regionale all'Agricoltura, Tiberio Rabboni.

"Il terremoto dell'Emilia ha suscitato una gara di solidarietà senza precedenti – ha affermato Rabboni – che è stata di sprone anche per le Amministrazioni pubbliche ad accelerare l'impegno per la ricostruzione e il ripristino delle strutture danneggiate. Sono in corso di erogazione 38 milioni di euro per il risarcimento delle scalere dei caseifici e delle altre attrezzature distrutte e danneggiate. Al caseificio che ha subito i maggiori danni, e che ha presentato la richiesta di indennizzo per il formaggio in stagionatura caduto a terra, sono state concesse dal Commissario per la ricostruzione risorse pari a circa 12 milioni di euro. Si sta inoltre concludendo la raccolta delle richieste di finanziamento da parte di agricoltori e caseifici per interventi nelle aree colpite dal sisma: a disposizione ci sono risorse per 55 milioni di euro che serviranno a rilanciare la competitività del comparto agroindustriale. Infine a novembre partirà un nuovo bando che stanzia 20 milioni di euro per la messa in sicurezza antisismica dei prefabbricati rurali che non hanno subito danni".

(CFPR)
Bologna, 8 ottobre 2013
 
L'Assemblea legislativa ha respinto a maggioranza (approvando un ordine del giorno di non passaggio all'esame degli articoli) la proposta di legge, presentata da Fabio Filippi (Pdl), finalizzata a ottenere il sostegno regionale per la Fiera del Parmigiano-Reggiano di Casina, in provincia di Reggio Emilia.
Gianguido Bazzoni (Pdl), relatore della proposta, ha sostenuto l'importanza del marketing territoriale: "Occorre - ha detto - sapere comunicare per valorizzare le peculiarità dei prodotti e dei territori e la Fiera di Casina è una di queste opportunità".
"La Fiera - ha ricordato Filippi - è tra le più importanti rassegne regionali dedicate a questo formaggio (giunta quest'anno alla sua 47^ edizione). Risulta pertanto opportuno - ha sottolineato - finanziare e tutelare tutte quelle iniziative finalizzate alla promozione, allo sviluppo e alla vendita di un prodotto unico, che assegna all'Emilia-Romagna un importante primato in ambito agroalimentare".
A favore della proposta si sono espressi Mauro Malaguti (Pdl) e Mauro Manfredini (Lega nord) che hanno invitato la Regione a censire gli eventi più significativi presenti nel territorio regionale. Per Andrea Defranceschi (Mov5stelle) e Giovanni Favia (Misto), "è eccessivo l'uso della proposta di legge per sostenere questi eventi".
A questo proposito, Liana Barbati (Idv) ha auspicato l'utilizzo di altri strumenti di proposta. Tiziano Alessandrini (Pd), pur condividendo le finalità della proposta, ha censurato l'uso della proposta di legge: "Se questa fosse la strada - ha rilevato - ci troveremmo a discutere centinaia di provvedimenti di legge con pari dignità della Fiera di Casina. Inoltre, non dobbiamo dimenticare che siamo di fronte a difficoltà di finanza pubblica. La Regione - ha sottolineato - ha fatto delle scelte: salvaguardare, come priorità, la coesione sociale".
Marco Monari (Pd) ha invitato il consigliere Filippi, che aveva sottolineato l'eccessivo 'peso' della Romagna rispetto all'Emilia, a misurare le parole, "adottando un linguaggio più consono all'Aula".
 
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
Giovedì, 19 Settembre 2013 08:25

Parmigiano Reggiano: via ai piani produttivi

Reggio Emilia, 19 settembre 2013

Il "Piano di Regolazione dell'Offerta" per il 2014 prevede 3.250.000 forme. Produzione misurata in latte e ruolo decisivo degli allevatori -
I produttori di Parmigiano Reggiano imboccano decisamente la via del governo della produzione, legando più saldamente il lavoro degli allevamenti e dei caseifici – e conseguentemente i redditi – alle dinamiche di mercato.. Dall'Assemblea del Consorzio di tutela è infatti venuto il via a quei piani produttivi – e più precisamente Piani di regolazione dell'offerta, già sperimentati in passato su base volontaria e in assenza di una legislazione di riferimento – ai quali ha spalancato le porte la stessa Unione Europea con l'approvazione del "Pacchetto latte" che, anche in vista della fine del regime delle quote che scatterà a fine marzo, proprio per i prodotti Dop ha previsto la possibilità – in deroga alle norme antitrust – di stabilire norme specifiche per il governo della crescita produttiva.

"E' un risultato che riteniamo fondamentale per avviare un nuovo corso nella filiera del Parmigiano Reggiano", sottolinea il presidente del Consorzio, Giuseppe Alai.

"Da una parte, infatti – ha proseguito Alai – abbiamo uno strumento decisivo ai fini di una gestione della produzione che eviti le storiche e grandi oscillazioni che hanno contrassegnato la storia del prodotto, determinando una instabilità delle quotazioni e pesantissime crisi che sono insopportabili economicamente, nemiche dei redditi e di quegli investimenti che si possono effettuare solo sulla base di previsioni di mercato attendibili e che abbiano a fondamento proprio i flussi produttivi; dall'altra, i produttori di latte per Parmigiano Reggiano, e non solo i caseifici, assumono un ruolo e una responsabilità centrale ai fini della determinazione del proprio futuro".

"I piani approvati – prosegue Alai – parlano, peraltro, di governo della crescita, e non di riduzioni dei flussi dietro le quali si potrebbero nascondere intenti speculativi: al contrario, l'obiettivo è crescere ordinatamente per dare maggiore stabilità ai redditi e punti di riferimento più precisi anche ai consumatori, spesso disorientati di fronte ad oscillazioni di prezzo – determinate proprio da eccessi o da drastici cali produttivi – che il nostro prodotto rischia di pagare in termini di fedeltà e costanza d'acquisto". E così come non si parla di riduzioni, allo stesso modo non si parla di "sanzioni": "gli eccessi produttivi – spiega Alai - faranno scattare graduali contribuzioni aggiuntive, e queste risorse straordinarie saranno unicamente utilizzate come investimenti a sostegno del mercato interno e, ancor più, della penetrazione e del rafforzamento delle posizioni sui mercati esteri, consentendo di aggiungere altri elementi di stabilità per il comparto".

Crescita, dunque, e così sarà, visto che la produzione presa a riferimento per determinare i quantitativi di produzione per il 2014 è quella del 2010, con correttivi e integrazioni (legati proprio all'andamento di mercato e ad un export che continua a crescere a ritmi superiori al 6%) che portano la soglia a 3.250.000 forme. Circa un 8% in più, in sostanza, proprio rispetto al 2010 (3.018.260 forme), 20.000 forme in più rispetto al 2011 (3.231.915), una leggera flessione rispetto al 2012 (3.307.221) e un dato sostanziale allineamento a quella che potrebbe essere il saldo 2013, dopo un primo semestre all'insegna della flessione (- 1,99% la produzione gennaio-giugno) e i mesi estivi caratterizzati da una leggera ripresa (+ 0,85% a luglio e + 1,7% in agosto su base mensile).

L'elemento di novità, in ogni caso, è rappresentato dal fatto che il punto di riferimento non saranno le forme, ma i quantitativi di latte che confluiscono nei caseifici. "Un meccanismo semplice – afferma il direttore generale del Consorzio, Riccardo Deserti - che non richiede alcuna traduzione in base alle rese latte/formaggio: essendo gli allevatori il punto nodale di tutto il sistema, l'unità di misura è proprio quella con la quale abitualmente si relazionano, e su questo elemento si stabilisce anche una sostanziale differenza rispetto alla gestione di altre Dop".

Proprio ai produttori passa ora la parola. Dopo le decisioni assembleari- assunte pressoché all'unanimità dai caseifici del Parmigiano Reggiano, i 3.500 allevatori che conferiscono il latte dovranno apporre la firma a sottoscrizione individuale di questo impegno, cui effetti si avranno al raggiungimento dei due terzi dei consensi.

"Non si tratta solo di un esercizio di democrazia sostanziale – conclude il presidente del Consorzio, Giuseppe Alai – ma di rispetto profondo delle attività degli allevatori, chiamati a dare il semaforo verde a quella che si configura come un'autentica rivoluzione a sostegno e tutela della crescita e della stabilità dei redditi".
 
(Fonte: ufficio stampa Consorzio di Tutela del Formaggio Parmigiano Reggiano)
 
Mercoledì, 07 Agosto 2013 07:44

Parmigiano Reggiano FEST: vediamo i numeri

Reggio Emilia, 7 agosto 2013 - 

Oltre 26 mila presenze e circa 3.500 kg di Parmigiano Reggiano venduto nel corso dei quattro giorni della manifestazione: si chiude con risultati più che positivi la 47esima edizione della Fiera del Parmigiano Reggiano di Casina.
Un successo confermato dal pubblico e dagli ottimi numeri raggiunti con le vendite, che ha riaffermato la centralità del territorio e di una delle sue eccellenze più importanti, il Parmigiano Reggiano di montagna, realizzato esclusivamente con il latte prodotto da aziende agricole locali.
A chiudere il programma delle iniziative è stato lunedì 5 agosto il secondo Palio "Città di Casina", vinto quest'anno dalla Latteria sociale San Giorgio di Cortogno. Una competizione di gusto che ha sancito il miglior Parmigiano Reggiano di montagna con stagionatura 30 mesi tra quello proposto dalle nove latterie coinvolte, dislocate sul territorio di Reggio Emilia, Bologna, Modena e Parma: Caseificio Sociale d
i Montagna Ravarano/Casaselvatica di Berceto di Parma, Consorzio Terre di Montagna Modena e Bologna, Caseificio Rosola di Zocca, Consorzio Vacca Bianca Modenese, Latteria Sociale del Fornacione Felina, Latteria Sociale di Casale di Bismantova, Latteria Sociale Garfagnolo, Latteria Sociale di Migliara, Latteria Sociale S. Giorgio di Cortogno, Latteria Sociale S. Giovanni di Querciola. A giudicare le nove forme presentate dalle latterie, presentate in forma anonima una giuria di esperti capitanata da Mario Zannoni, davanti a un pubblico di oltre cinquemila persone, che hanno potuto assaggiare scaglie del gustoso formaggio in due stagionature diverse grazie alla collaborazione con il Consorzio Parmigiano-Reggiano.
«Non possiamo che dirci soddisfatti della riuscita di questa edizione, che si è caratterizzata non soltanto come la Fiera del Parmigiano Reggiano di montagna ma sempre più come fiera del territorio» spiega il sindaco Gianfranco Rinaldi. «Una grande festa che ha saputo unire, come spiega lo slogan scelto per quest'edizione, "Qualità è futuro", le due anime del nostro territorio: da una parte il rispetto per la tradizione, dall'altra la spinta verso un futuro, che significa soprattutto sviluppo dell'economia locale e della montagna. I numeri raggiunti quest'anno danno conto di una Fiera cresciuta ulteriormente rispetto alle passate edizioni e ci spingono a lavorare sul percorso intrapreso per far crescere questa manifestazione e promuovere ancora di più l'eccellenza della nostra agricoltura e del nostro territorio». Il primo cittadino ha voluto poi «ringraziare tutte le persone che si sono impegnate nell'organizzazione della Fiera, a cominciare dai volontari del Comitato Fiera e dell'associazione Effetto Notte, la Protezione Civile e la Croce Rossa Italiana, gli sponsor che hanno reso possibile anche quest'anno, nonostante la crisi generale, di confermare e addirittura aumentare le iniziative in programma dal 2 al 5 agosto 2013».
«Rispetto all'anno passato, le presenze nei quattro giorni di Fiera sono aumentate e questo non può che riempirci di soddisfazione, a dimostrazione del grande apprezzamento non soltanto da parte dei cittadini di Casina ma anche delle tante persone provenienti da tutta la provincia e non solo» spiega Afro Torri, Coordinatore del Comitato Fiera di Casina. «Basti pensare ai numeri registrati nei ristoranti nella zona e nei due punti ristoro gestiti dalla Protezione Civile e dalla Croce Rossa Italiana, che a pranzo e cena hanno servito coperti nell'ordine delle migliaia. Un successo a tutto tondo, che ha riguardato le tante iniziative organizzate nei quattro giorni, come ad esempio la mostra allestita da Bergogno Medievale presso i Giardini pubblici sulla storia del grano e del pane, i mercati dell'usato e del riciclo creativo, o ancora il mercato tradizionale». Molto bene anche i numeri delle diverse iniziative promosse nei diversi angoli del paese, come la Cucina Teatro, la gara di fast pulling di domenica mattina, le fattorie didattiche e il Roadie Rock Festival. «Un risultato importante, frutto di scelte decise e nuove a dimostrazione della continua evoluzione di una manifestazione che punta a crescere ancora di più, puntando su qualità, tradizione e promozione di un prodotto, il Parmigiano Reggiano di montagna, che per noi è già futuro» conclude Torri, che ha voluto anch'egli ringraziare tutti i volontari che hanno permesso di realizzare il ricco programma di iniziative ed eventi.

La Fiera del Parmigiano Reggiano è organizzata dal Comune di Casina con la collaborazione del Comitato Fiera e dell'associazione Effetto Notte, il patrocinio della Provincia di Reggio Emilia, il contributo di Consorzio del Parmigiano Reggiano, Banca di Credito Cooperativo Reggiano, Generali Agenzia di Reggio Emilia, CNA Reggio Emilia, CF Coperture Noleggio e Vendite, La Nuova Tipolito, e la partecipazione di CON.V.A (Consorzio per la valorizzazione dei prodotti dell'Appennino).

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