La Municipale ha sorpreso tre alimentari in centro a vendere alcolici dopo le 20. Controlli notturni e sanzioni. -
Modena, 28 luglio 2015 -
Tre cittadini originari del Bangladesh, gestori di negozi alimentari in centro, sorpresi a vendere alcolici dopo le 20 e sanzionati, ciascuno per 150 euro, per violazione della nuova ordinanza antialcol; un ambulante abusivo (piadinaro) sanzionato per 1.032 euro in largo Aldo Moro perché esercitava l'attività fuori dagli spazi previsti; un pubblico esercizio in via Giardini sanzionato perché all'esterno l'attività doveva cessare alle 24 mentre c'erano ancora avventori all'una.
Questi gli esiti dei controlli notturni di carattere commerciale e per il rispetto della nuova ordinanza antialcol svolti dalla Polizia municipale di Modena tra le 21 e le 3 del mattino nella notte tra lunedì 27 e martedì 28 luglio. In precedenza, nel tardo pomeriggio di lunedì 27, una persona era stata sanzionata per consumo di alcolici in violazione del regolamento di Polizia urbana all'incrocio tra via Giardini e la Tangenziale Neruda.
I controlli programmati, che hanno impegnato tre operatori della Municipale e un ispettore, hanno verificato anche diversi altri pubblici esercizi, locali e negozi. La Polizia municipale continua così nell'attività di informazione, accompagnata da controlli, riguardo alla nuova ordinanza antialcol. L'attività di informazione, iniziata sabato 25 luglio dopo l'entrata in vigore dell'ordinanza, proseguirà anche nei prossimi giorni.
La nuova ordinanza del Comune di Modena contro l'abuso di alcolici, in vigore fino al 31 ottobre, conferma i contenuti principali del provvedimento "invernale": non sono previste distinzioni sulla gradazione delle bevande, vietando dalle 20 alle 7 del giorno successivo la vendita indistintamente di tutte quelle alcoliche. L'area interessata è tutta quella del centro storico a cui si aggiungono tre zone della cosiddetta "movida" dove l'aggregazione spontanea è considerata legata non marginalmente al consumo di alcolici: San Faustino, via Sigonio e l'area di S. Pio X. Inoltre, tutte le attività interessate dovranno esporre uno specifico avviso informativo per i clienti.
Il provvedimento, firmato dal sindaco Gian Carlo Muzzarelli, rientra, come precisa il testo, in una strategia di prevenzione dei comportamenti che possono scaturire dall'abuso di alcolici e che, attraverso la vendita per asporto, creano disagio tra i residenti e tra i frequentatori di quelle aree della città, fino al punto di "compromettere il decoro urbano" generando "degrado e scadimento del livello generale di sicurezza sentito dalla cittadinanza" e comportando di fatto una riduzione, nelle aree interessate da questo fenomeno, "della frequentazione da parte di una clientela rispettosa delle basilari regole di convivenza".
I Carabinieri l'hanno sorpreso mentre spacciava a due coetanei sabato sera nei giardini attigui al Castello. -
Modena, 27 luglio 2015 -
I Carabinieri della Stazione di Finale Emilia hanno arrestato un 20enne italiano, sorpreso in flagranza mentre spacciava alcuni grammi di hashish a due coetanei del Paese. I Carabinieri che erano già da diverso tempo sulle tracce dello spacciatore, dopo aver trascorso alcuni giorni ad osservare i suoi movimenti, lo hanno sorpreso sabato sera nei giardini attigui al Castello proprio mentre consegnava lo stupefacente a due clienti. Bloccati tutti e tre dai militari che si erano nascosti ad aspettarlo, i Carabinieri lo hanno perquisito trovandogli nello zainetto un panetto di hashish di circa 90 grammi, il bilancino di precisione e 220 euro in banconote di piccolo taglio. Immediatamente i Carabinieri si sono recati presso la sua abitazione dove, nascosta tra i pigiami in un cassetto, aveva un'altra bustina contenente 5 grammi di cocaina già suddivisa in dosi. Questa mattina il giudice di Modena ha convalidato l'arresto condannandolo a 1 anno e 3 mesi, con multa di 3.000 euro.
La Garante dei detenuti Desi Bruno ha fatto visita alla sezione Alta sicurezza insieme al Garante comunale, Roberto Cavalieri: "Il Dipartimento non invii più qui altri reclusi, chiederemo all'Asl una ispezione urgente sui requisiti minimi vivibilità". -
Parma, 27 luglio 2015 -
Solo quattro ore di aria al giorno, nessuna attività durante i mesi estivi, "ambienti detentivi caldi oltre ogni ragionevole grado di sopportazione" e celle doppie che "hanno uno spazio a disposizione calpestabile ai limiti dei 3 metri quadrati a persona, se non inferiore, parametro al di sotto del quale la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo ha stabilito la configurazione, di per sé, di trattamenti inumani e degradanti": sono queste le condizioni della sezione detentiva Alta sicurezza 1 del carcere di Parma, che la Garante regionale delle persone private della libertà personale, Desi Bruno, ha visitato giovedì insieme al Garante dei detenuti del Comune di Parma, Roberto Cavalieri.
"Il Dipartimento, stanti gli attuali numeri e le attuali condizioni detentive, dovrebbe cessare di inviare nella sezione di alta sicurezza del Carcere di Parma detenuti provenienti da altre carceri- auspicano i due Garanti-, riteniamo in ogni caso di interrogare l'autorità sanitarie competenti circa la sussistenza dei requisiti minimi di vivibilità all'interno degli spazi detentivi occupati da due detenuti, richiedendo un'ispezione urgente". Erano stati gli stessi ristretti, 31 in totale in quel circuito differenziato, a sollevare l'attenzione sulle loro condizioni, con una lettera collettiva in cui denunciavano l'incongruità delle proprie condizioni di detenzione: come sottolinea Bruno, "sono condannati per lo più a pene particolarmente lunghe, molti dei quali all'ergastolo, anche ostativo, e sono sottoposti a un regime detentivo, di fatto, improntato ad una assoluta rigidità".
Secondo i due Garanti, è evidente la "perdurante inadeguatezza dell'offerta trattamentale predisposta nei loro confronti, anche se l'attuale Direzione sta portando avanti la progettazione di una serie di attività che potrebbe vederli coinvolti: i detenuti in questione si trovano, per lo più, a restare chiusi in cella 20 ore su 24, salvo le quattro ore d'aria previste nelle fasce orarie che vanno dalle 9 alle 11 e dalle 13 alle 15- spiegano- e in questo contesto, durante i tre mesi della stagione estiva, anche le limitate attività trattamentali, culturali e sportive sono, di fatto, sospese". Inoltre, continuano la due figure di Garanzia, "gli ambienti detentivi sono risultati caldi oltre ogni ragionevole grado di sopportazione".
A preoccupare Bruno sono in particolare "quattro celle doppie, in cui i detenuti che vi sono collocati hanno uno spazio a disposizione calpestabile ai limiti dei 3 metri quadrati a persona, parametro al di sotto del quale la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo ha stabilito la configurazione, di per sé, di trattamenti inumani e degradanti". Come se non bastasse, rimarca la Garante, "la Corte di Strasburgo ha ritenuto la configurazione di trattamenti inumani e degradanti anche quando lo spazio a disposizione dei detenuti è stato fra i 3 e i 4 metri quadrati, ma le condizioni di vita detentiva non erano congrue in relazione ad altri fattori relativi, per esempio, alla mancanza di ventilazione, di un adeguato numero di ore d'aria disponibili o di ore di socialità, all'apertura delle porte della cella, alla quantità di luce e aria dalle finestre, all'offerta trattamentale effettivamente praticata negli istituti".
(jf)
Pronto l'accordo per lo smaltimento di tonnellate di rifiuti provenienti dalla Liguria. La Giunta di Pizzarotti si è opposta e la scelta è ricaduta su Piacenza, la città più vicina al confine ligure. -
Parma, 23 luglio 2015 -
La Regione confinante con l'Emilia smaltirà 200 tonnellate al giorno di rifiuti dell'area metropolitana di Genova, che ha subito un duro colpo dopo l'emergenza alluvione e la chiusura della discarica di Scarpino, nel termovalorizzatore di Piacenza per un periodo limitato dai 70 ai 90 giorni e a parità di costo dell'impianto piemontese in cui sono stati portati fino a pochi giorni fa con una spesa di circa 100-120 euro a tonnellata. In queste ore dovrebbe essere siglata l'intesa tra le due Regioni. Lo ha detto l'assessore regionale della Regione Liguria Giacomo Giampedrone che ha motivato questa scelta a margine dei lavori del consiglio regionale.
La situazione si è venuta a creare a seguito del blocco delle autorizzazioni nell'impianto di smaltimento in Piemonte che accoglieva i rifiuti genovesi fino a pochi giorni fa e che li riaccoglierà appena sciolto il nodo dell'autorizzazione ambientale.
"Ora l'Emilia, poi il ritorno in Piemonte, ma a lungo termine bisognerà trovare nuove soluzioni, - sottolinea - la Liguria non smaltisce quasi nulla in casa, non ha grandi discariche disponibili".
Una normativa europea imporrebbe la possibilità di costruire nuovi termo-valorizzatori solo quando tutti gli impianti esistenti in Italia sono a regime. Gli impianti oggi esistenti basterebbero per coprire tutti i rifiuti prodotti nel nostro Paese. Con la scelta di Piacenza i rifiuti genovesi nei prossimi due-tre mesi non passerebbero così dall'inceneritore di Parma, perché il sindaco Federico Pizzarotti e la sua Giunta si sono opposti all'arrivo del residuo da fuori provincia a Parma. La Regione Emilia Romagna indirizzerà le tonnellate di rifiuti verso l'altra città emiliana più vicina al territorio genovese.
L' assessore all'Ambiente dell'Emilia Romagna Paola Gazzolo, ha chiarito che l'intesa riguarderebbe lo smaltimento di 200 tonnellate al giorno di rifiuti per 90 giorni e che da parte dei territori è stato espresso un orientamento positivo per la dimensione limitata dei rifiuti da smaltire, la scadenza certa e la non reiterabilità della richiesta.
Nei giorni scorsi era stata effettivamente verificata anche la possibilità che i rifiuti fossero portati all'inceneritore di Parma dove la multiutility Iren ha richiesto l'autorizzazione per aumentare la capacità dell'impianto di Ugozzolo e di poter bruciare rifiuti da fuori.
Ma l'opposizione della Giunta è stata così tenace da far ripiegare su Piacenza.
L'ipotesi inquietante più accreditata sul rapimento dei quattro dipendenti della Bonatti di Parma, sequestrati in Libia. -
Parma, 22 luglio 2015 -
L'ipotesi gira in rete: che i quattro dipendenti della Bonatti di Parma, sequestrati in Libia, siano un mezzo per ricattare l'Italia?
Gino Pollicardo, Fausto Piano, Filippo Calcagno e Salvatore Failla della Bonatti di Parma erano stati fatti sparire domenica scorsa.
Secondo quanto affermato da fonti di Tobruk, riportate da Huffpost, la milizia islamista di Zuara li avrebbe rapiti con il fine di ottenere il rilascio di sette trafficanti di migranti di nazionalità libica, detenuti in Italia.
Si tratterebbe di un'azione di pressione messa in atto da milizie islamiste locali per difendere gli interessi economici che deriverebbero loro dai traffici illeciti che hanno come mercato l'Europa.
Adiconsum sventa un tentativo di truffa informatica con falsa e-mail Enel: "Si tratta di un tentativo di raggiro simile a quelli più volte denunciati da altre aziende e istituti finanziari." -
Modena, 22 luglio 2015 -
Un caso dell' insidiosa truffa che si nasconde dietro a una e-mail con falso mittente è stato sventato da Adiconsum, che mette in guardia gli utenti. Sta infatti circolando una e-mail dal contenuto ingannevole che proviene da un indirizzo apparentemente riferito a una società del gruppo Enel. Il destinatario riceve una bolletta ed è invitato a cliccare un link che rimanda a un sito clone di truffatori informatici.
Proprio quello che è successo a un cittadino modenese, - informa Adicondum (associazione consumatori della Cisl), che avvertita per tempo è riuscita a sventare la truffa informatica, informandolo di non aprire il link contenuto nella e-mail.
M.M. aveva ricevuto una e-mail da un mittente che si presentava come Enel Servizio Elettrico – Servizio di maggior tutela (una società del gruppo Enel che esiste davvero). La mail conteva il sollecito a pagare una bolletta riferita al bimestre maggio-giugno 2015 e invitava a scaricarla da un link.
«Come ha comunicato nei giorni scorsi il gruppo Enel, queste e-mail non vengono inviate da Enel Energia né da Enel Distruzione né da altre società del gruppo o soggetti da esso incaricati – spiega la responsabile provinciale di Adiconsum Adele Chiara Cangini - Si tratta di un tentativo di raggiro simile a quelli più volte denunciati da altre aziende e istituti finanziari. Cliccando il link riportato, infatti, il cittadino si collega al sito 'trappola' dove viene invitato a scaricare una finta bolletta che in realtà contiene un virus informatico molto potente che blocca il contenuto del pc. L'obiettivo è chiedere poi un riscatto alla vittima dell'attacco per ottenere lo sblocco del pc e la decifratura dei dati. Invitiamo, pertanto, chiunque riceva questo messaggio a non cliccare il link segnalato».
L'associazione consumatori della Cisl ricorda che le procedure Enel non prevedono in alcun caso la richiesta di fornire o verificare dati bancari e/o codici personali attraverso link esterni. «Invitiamo i cittadini che dovessero ricevere questo tipo di e-mail a segnalare l'accaduto alla nostra associazione oppure ai Punti Enel distribuiti sul territorio (https://puntienergia.com/punto-energia-enel/emilia-romagna ). La segnalazione - conclude la responsabile provinciale di Adiconsum – può essere fatta anche chiamando il numero verde di Enel Energia 800 900 860».
La rete degli orti urbani di Reggio Emilia si apre a famiglie, scuole e associazioni. Al nuovo regolamento, approvato oggi a larga maggioranza dal consiglio comunale, seguiranno in autunno i bandi per l'assegnazione dei lotti liberi negli orti esistenti.
Reggio Emilia, 21 luglio 2015 - di Ivan Rocchi
Orti urbani, urban farming, agricoltura in città: chiamatela come volete, ma la mania di coltivare piante da frutto e verdure nei piccoli spazi di terra ha invaso anche la nostra città. Infatti non è raro vedere piante di pomodoro, erbe aromatiche o altri vegetali spuntare nei giardini condominiali. E quasi ognuno di noi, soprattutto in questa stagione, custodisce gelosamente sul balcone di casa uno o più vasi.
Dal prossimo autunno anche i cittadini che non hanno queste possibilità potranno finalmente dedicarsi all’agricoltura urbana grazie al nuovo regolamento approvato oggi a larga maggioranza – 20 voti favorevoli e due astenuti - dal consiglio comunale. I nuovi orti arricchiscono la rete esistente di circa 300 appezzamenti, che coinvolgono circa mille coltivatori.
Gli orti sociali fino ad ora erano destinati ad anziani e pensionati, mentre grazie al nuovo Regolamento la possibilità di assegnazione viene estesa a famiglie, associazioni e scuole. Il Comune infatti sottolinea che negli ultimi tempi erano pervenute numerose richieste di affidamento, a seguito di una maggiore diffusione della cultura dello urban farming, ma anche a causa della crisi economica che colpisce sempre più famiglie.
Orti urbani per tutti, quindi: le concessioni rimangono gratuite e avranno un’equa rotazione. “Tra gli elementi distintivi del regolamento approvato - spiega l’assessore a Partecipazione, Cura dei quartieri e Agenda digitale Valeria Montanari - voglio sottolineare l'attenzione costante alle fasce più deboli e ai nuovi bisogni di socialità, con la massima apertura possibile alle scuole e alle associazioni. Intendiamo promuovere una diversa cultura del cibo, per una rieducazione all'alimentazione consapevole, alla sostenibilità e alla consapevolezza di ciò che mangiamo”.
Per quanto riguarda i requisiti richiesti per l'assegnazione degli orti urbani per i singoli cittadini e nuclei famigliari, gli assegnatari devono dimostrare di non avere la proprietà, il possesso o la disponibilità di altri appezzamenti di terreno coltivabile superiore ai 30 metri quadrati e non essere imprenditore agricolo. I rapporti tra il Comune di Reggio Emilia e gli assegnatari degli orti urbani saranno gestiti da Comitati di gestione e dai Centri sociali.
I quattro tecnici, dipendenti della Bonatti di Parma, sarebbero stati prelevati domenica sera mentre stavano rientrando dalla Tunisia. -
Parma, 21 luglio 2015 -
Ore di tensione e speranza per gli italiani rapiti vicino Tripoli. La Farnesina si è subito attivata, per i quattro tecnici della Bonatti, società di costruzioni e manutenzione di impianti energetici con sede a Parma. I quattro sarebbero stati rapiti domenica sera mentre rientravano dalla Tunisia nella zona di Mellitah, a 60 km di Tripoli.
Gino Pollicardo, Fausto Piano, Filippo Calcagno e Salvatore Failla sono i nomi dei quattro italiani. Il primo residente in provincia di La Spezia, il secondo in provincia di Cagliari e gli ultimi due in Sicilia in provincia di Enna e Siracusa.
Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha affermato che è difficile fare ipotesi sugli autori del rapimento, precisando che l'Unità di crisi della Farnesina sta lavorando con urgenza e con l'intelligence."
La vicinanza di un ex collega di Parma su Facebook
"Quello che è successo in Libia oggi poteva benissimo accadere a me fino ad un anno fa. Ci si reca in quei posti solo per lavorare e non per divertirsi; per farvi arrivare il gas con il quale vi riscaldate in inverno, con il quale vi raffreddate in estate (ebbene si) e con il quale vi fate da mangiare tutto l'anno. Per cui questa volta non ammetto "se la sono cercata", ma solo #Solidarietà" - si legge nel profilo Facebook di un ex collega dei 4, Manuel Bianchi.
Durante un diverbio dopo le percosse, l'uomo ha afferrato un coltello da cucina: la donna ha chiamato i Carabinieri che l'hanno arrestato. -
Modena, 17 luglio 2015 -
I Carabinieri della Stazione di Novi di Modena sono intervenuti ieri a seguito di una richiesta di aiuto formulata da una donna minacciata con un coltello dal proprio compagno. A seguito di un diverbio l'uomo ha percosso la donna con un pugno al volto e l'ha minacciata con un coltello da cucina, poi trovato e sequestrato dai Carabinieri in fase di sopralluogo. La donna (40enne) ha spiegato che ci sono state altre circostanze in cui era stata percossa dal convivente (45enne), dalla cui relazione ha avuto figli minori che non risulta, al momento, essere stati presenti durante i maltrattamenti.
Armeggiava con un tronchese sulla rastrelliera della piscina di Modena. Fermato dagli addetti all'impianto che hanno avvertito la Polizia municipale. -
Modena, 17 luglio 2015 -
La Polizia municipale di Modena ha arrestato un ladro di biciclette alle piscine Dogali che era stato fermato da alcuni cittadini mentre con un tronchese di colore rosso cercava di tagliare la catena di una bici legata alla rastrelliera, dopo aver già danneggiato il lucchetto di un'altra. E' successo nel pomeriggio di ieri, giovedì 16 luglio, e oggi, per direttissima è stata decisa la condanna a sei mesi per furto aggravato, una multa da 140 euro e l'obbligo di firma in Questura.
Il ladro di biciclette è un tunisino di 44 anni (M.S. le iniziali) che può vantare diversi precedenti per reati contro il patrimonio e ben 26 alias, cioè identità dichiarate in altre circostanze. Anche al momento del fermo non aveva documenti.
La Polizia municipale è stata chiamata dei responsabili della piscina dopo che un addetto dell'impianto aveva notato l'uomo armeggiare su due bici nei pressi della rastrelliera. Vistosi scoperto dal personale di vigilanza, ha cercato di scappare, tentando anche di usare il tronchese contro le persone che lo hanno inseguito. Bloccato, è stato arrestato da una delle due pattuglie della Polizia municipale giunte sul posto. Nel frattempo, una donna uscita dalla piscina ha riconosciuto una delle due biciclette, quella con il lucchetto danneggiato, e le è stata consegnata dopo aver mostrato la chiave che apriva perfettamente la serratura. Il proprietario dell'altra bicicletta (nera, da donna) non è ancora stato rintracciato.
Oltre al tronchese, al tunisino sono stati sequestrate anche diverse chiavi di lucchetti per bici.
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