Arrestati due ladri, rumeni, pluripregiudicati sorpresi mentre tentavano il furto di rame alla Centrale Elettrica di Vigheffio. Gli stessi avevano compiuto un furto pochi giorni fa presso la sede IREN S.p.a. di Castelguelfo.
Parma, 21 gennaio 2017
E' accaduto mercoledì sera, alle ore 21,30 quando due pattuglie della Polizia di Stato, in forza alla "Squadra Volante" della Questura di Parma, sono intervenute in strada Tronchi, nella frazione di Vigheffio, a seguito di una chiamata al 113 relativa alla presenza di numero quattro persone sospette. Prontamente sul posto gli Agenti hanno trovato due uomini all'interno della centrale termica della società "TERNA S.p.a." ed altri due all'esterno dell'area.
I quattro, scoperti si sono dati immediatamente alla fuga prendendo direzioni diverse: i due all'interno dell'area, grazie ad un foro eseguito nella recinzione, si sono dileguati a piedi nei campi circostanti, mentre gli altri due sono stati inseguiti e bloccati dai poliziotti.
Dalle immediate indagini gli Agenti hanno scoperto che i quattro si erano prima introdotti in un casolare per rubare, dirigendosi poi alla centrale elettrica ubicata nella stessa via. Sottoposti a perquisizione veniva rinvenuto e sequestrato diverso materiale rubato all'interno dell'abitazione, stipato in alcune borse e sacchi, oltre a provento di furto, in danno della società "IREN S.p.a." dalla sede di Castelguelfo risalente al 9 e 12 gennaio per cui era stata fatta denuncia presso la Stazione Carabinieri di Reggio Emilia, dal responsabile sicurezza.
Oltre al materiale sottratto e ricettato sono stati rinvenuti oggetti per perpetrare furti in abitazioni e nei cantieri, il tutto debitamente sottoposto a sequestro penale, unitamente all'auto utilizzata. Al termine dell'attività d'indagine, di investigazione e di assicurazione delle fonti di prova, i due soggetti rumeni, sono stati tratti in arresto in flagranza di reato per i reati di furto in abitazione pluriaggravato in concorso e tentato furto pluriaggravato in concorso. Venivano contestualmente indagati in stato di libertà per ricettazione aggravata in concorso e porto di armi od oggetti atti ad offendere in concorso.
L'arresto è stato convalidato ieri dal Giudice del Tribunale di Parma ed i due ladri, rumeni, pluripregiudicati trasferiti presso la locale C.C. di via Burla in attesa del processo che si celebrerà il 30 gennaio prossimo.
E' stato arrestato il ladro che rubava in negozi e su auto in sosta nei viali Fratti e Mentana. E' un moldavo di 26 anni ed è uno scassinatore seriale, pluripregiudicato e tossicodipendente.
di Alexa Kuhne
Parma, 20 gennaio 2017
Da tempo lo cercavano. Erano in troppi a denunciare furti con scasso e rottura di finestrini nella zona dei viali Fratti e Mentana, vicino al centro.
Non potevano essere azioni di singoli. Doveva essere sempre lo stesso uomo, che si muoveva di notte con destrezza, in silenzio, portando sempre a segno qualche piccolo colpo, a danno di automobili o di negozi.
Perché le dinamiche si ripetevano: stessa ora, stesso modo.
Cosi, la Squadra mobile, sezione antirapine, ha ritenuto si trattasse di un ladro seriale, che ormai agiva indisturbato, sicuro di portare sempre a casa qualcosa e ha iniziato un pattugliamento mirato.
Gli uomini della Mobile hanno raccolto i frutti di un lungo appostamento ieri mattina.
Ad essere caduto nella trappola degli agenti in borghese che si sono serviti di una auto civetta è stato Eduard Ciobanu, moldavo clandestino di 26 anni, risultato poi pluripregiudicato e tossicodipendente.
L'uomo, all'alba di ieri, è comparso, a bordo di una bicicletta nera da donna, con il viso completamente travisato. Ha parcheggiato il suo mezzo accanto alla vetrina della pizzeria 'Pomodoro e basilico' e si è avvicinato all'auto civetta della polizia, cercando all'interno, ma non trovando niente da rubare. E' tornato verso la bicicletta e l'ha usata come scala, ha raggiunto il finestrone del ristorante, forzandolo e poi, per il rumore causato, decidendo di aspettare, appostandosi, per poi ritornare e provare ad intrufolarsi nel locale. Così ha fatto, entrando dalla finestra rotta, nella pizzeria, riuscendo a rubare prodotti e 50 euro dal registratore di cassa. All'uscita c'erano gli uomini della Mobile ad aspettarlo.
Il moldavo aveva effettivamente immagazzinato nel suo domicilio grandi quantitativi di oggetti sottratti nell'ultimo mese su auto in sosta e nei negozi attorno a viale Fratti e viale Mentana.
Dagli accertamenti fatti nella sua abitazione si è risaliti a tre proprietari di parte della merce posta sotto sequestro.
Rapine in villa. Identikit dei rapinatori che sanno dove e come agire in sicurezza. Arrestati gli altri due componenti della banda di albanesi che aveva svaligiato una villa a Porporano mentre il figlio dei proprietari era in casa.
di Alexa Kuhne
Porporano (Parma) 19 gennaio 2017
Era stato il figlio dei proprietari di casa ad accorgersi della presenza dei rapinatori.
Grazie al ragazzo di 17 anni è stato possibile per la Squadra mobile di Parma ricostruire i fatti ed arrestare anche gli altri due componenti della banda, Ermal Karaj e Arben Reci, albanesi, 24 anni.
La villa, in località Porporano, era stata presa di mira dai tre, professionisti delle rapine, secondo l'identikit che ne ha fatto la polizia. Gente esperta, che sa dove e come colpire, che agisce in sicurezza, quando i proprietari di casa non sono presenti e quando fa buio, ma che è pronta a qualsiasi emergenza e che sa reagire con freddezza e senza scrupoli.
Senza incertezze e timori hanno agito i tre malviventi, il 20 ottobre, quando si sono accorti che qualcuno era in casa al momento della rapina.
La vittima era in bagno, posto al piano superiore della villa, quando, udendo dei rumori provenire dalla cucina, non aveva esitato ad affacciarsi sulla scala.
A quel punto uno dei tre, puntando un coltello contro il minorenne, lo ha obbligato a scendere e a sedersi sui gradini, mentre un complice era andato al primo piano per aprire la cassaforte, tagliandola con un flessibile. Ci sono voluti solo 5 minuti per asportare gioielli per un valore di 5mila euro e per fuggire.
E' stato anche grazie alle telecamere, installate in un'abitazione vicina alla villa, che la Scientifica ha potuto ritrovare la Volkswagen Golf nera utilizzata dalla banda, nella quale sono stati rinvenuti effettivamente gli attrezzi da scasso, la borsa di tela descritta dalla vittima e usata per trasportare il flessibile, anch'esso sequestrato.
Prima Artan Goci e poi, ieri, Ermal Karaj, Arben Reci, sono stati posti in stato di fermo per il reato di ricettazione. Dei tre solo Artan Goci aveva ammesso una sua partecipazione alla rapina. Nella giornata di ieri, invece, grazie all'individuazione fotografica, la vittima ha confermato di riconoscere i tre rapinatori, nonché l'attrezzatura utilizzata.
Per Ermal Karaj e Arben Reci e Artan Goci è stata emessa un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per rapina aggravata in concorso.
Controlli a tappeto effettuati dal personale del Commissariato di P.S. di Carpi con l'ausilio del Reparto Prevenzione Crimine di Reggio Emilia. Denunciato in stato di libertà, per i reati di ricettazione e porto ingiustificato di armi un 41enne con numerosi precedenti.
Modena, 19 gennaio 2017
Nei giorni scorsi personale del Commissariato di P.S. di Carpi con l'ausilio del Reparto Prevenzione Crimine di Reggio Emilia ha effettuato controlli a tappeto nel comune di competenza con particolare attenzione ai quartieri residenziali. Sono state identificate complessivamente 51 persone, molte delle quali con precedenti di Polizia, e controllati 26 veicoli in transito.
Nella serata di ieri, è stato denunciato in stato di libertà, per i reati di ricettazione e porto ingiustificato di armi, un cittadino italiano residente a Genova di anni 41 con numerosi precedenti di Polizia. L'uomo, che probabilmente si trovava a Carpi in trasferta con l'intento di commettere reati, è stato bloccato dagli agenti, a bordo di una utilitaria, nelle vicinanze di Piazza Costituente, dopo aver tentato di eludere i controlli.
All'interno della autovettura, risultata rubata, sono stati rinvenuti un tubo di ferro di grandi dimensioni, utilizzato presumibilmente quale strumento di effrazione, e un paio di macchine fotografiche di ingente valore commerciale, anch'esse probabile oggetto di furto.
Nei confronti dell'uomo è stato avviato il procedimento amministrativo del Foglio di Via Obbligatorio dal Comune di Carpi.
Nell'ambito dei controlli straordinari, sono state effettuate verifiche anche all'interno dei campi nomadi, procedendo all'identificazione di 15 persone e al controllo di 8 veicoli.
Fermato durante un controllo della Municipale nel Quartiere Roma gli agenti hanno trovato nascosto nell'auto un coltello a scatto: denunciato per porto abusivo di armi.
Piacenza, 19 gennaio 2017
E' stato fermato per un normale controllo da una pattuglia della Sezione servizi specifici della Polizia Municipale, nel Quartiere Roma, martedì pomeriggio poco dopo le 17. Il conducente del veicolo, una Mazda con targa tedesca, alla vista degli agenti ha cercato con una manovra repentina e pericolosa per la circolazione, di sfuggire agli agenti, svoltando nel parcheggio adiacente alla stazione ferroviaria ma è stato costretto a fermarsi.
La pattuglia, dopo aver intimato l'alt, ha verificato l'identità dell'uomo al volante e del passeggero, entrambi trentenni di nazionalità rumena, residenti in Germania. Durante la fase della richiesta dei documenti, aprendo il vano portaoggetti, gli agenti hanno però notato la presenza di un coltello a scatto, da qui la perquisizione personale del guidatore e dell'auto.
I due uomini sono stati accompagnati al Comando della Polizia Municipale per completare ulteriori controlli e l'atto di denuncia del conducente all'Autorità Giudiziaria, per porto abusivo di armi.
Dentro il cimitero oltre l'orario di chiusura: liberati dalle telecamere. Il sistema di videosorveglianza con portineria elettronica ha consentito di aprire a studenti di architettura che si erano trattenuti a fotografare il cimitero di Aldo Rossi.
Modena, 18 gennaio 2017
Una bella disavventura, quella capita ad un gruppo di giovani rimasti chiusi all'interno del cimitero di Modena. Sei studenti appassionati di architettura tra cui anche studenti orientali, si sono trattenuti nei giorni scorsi oltre l'orario di chiusura per fotografare il cimitero di Aldo Rossi.
Grazie al sistema interattivo di videosorveglianza di San Cataldo, collegato con le portinerie, sono stati contattati ed è stato loro aperto il cancello. In precedenza due persone si erano introdotte nel cimitero già chiuso per gli ingressi, ma in una fase di mezz'ora che consente l'uscita. Sono stati ripresi dalle telecamere e immediatamente contattati da un operatore della portineria, a cui hanno spiegato di essere giunti in ritardo e di voler comunque portare un saluto a un loro caro. Il sospetto dell'operatore era che cercassero di introdursi, forse per individuare o sottrarre a cimitero chiuso qualcosa da un luogo che conserva anche pregevoli testimonianze d'arte legate al culto dei defunti. Azioni rese più difficili dal nuovo sistema di portineria elettronica e sorveglianza interattivo e multimediale attivato da inizio novembre. Un apparato tecnologico - istallato in accordo con il Comune dalla ditta Dugoni, nuova concessionaria dei servizi cimiteriali - che consta in totale di 36 telecamere che consentono di monitorare l'intera area interna del cimitero, 23 delle quali nelle gallerie pluripiano del cimitero nuovo di Aldo Rossi, in grado di controllare dalla portineria qualsiasi parte dei porticati, e nelle aree esterne, oltre che negli ingressi.
Gli ingressi sono ora dotati di sistemi di portineria virtuale con sbarre automatiche e di quattro videocitofoni (due per gli ingressi al cimitero nuovo di Aldo Rossi, uno per l'ingresso centrale del Cimitero storico del Costa e uno per l'accesso sul lato dei fiorai) che consentono con sistemi touchscreen di attivare una videochiamata all'ufficio cimiteriale collegato. Il sistema funziona 24 ore su 24, 365 giorni su 365 all'anno.
Gli orari di apertura per accesso al pubblico a San Cataldo nel periodo invernale, da ottobre a marzo, sono al mattino dalle 8 alle 12 e al pomeriggio dalle 14 alle 16. La chiusura del cimitero avviene 30 minuti dopo (alle 12.30 e alle 16.30); dopo le 12 e dopo le 16 si può solo uscire.
Sigaretta elettronica gli esplode in bocca: americano gravemente ferito perde sette denti e resta sfigurato. La denuncia del ragazzo sulla pagina Facebook.
18 gennaio 2017
E' rimasto gravemente ferito per colpa di una sigaretta elettronica esplosagli in bocca. Questa la terribile esperienza capitata ad Andrew Hall, americano, che a causa dello scoppio della batteria ha riportato dolorose ustioni di secondo grado e la perdita di sette denti. Lo scoppio si è verificato mentre l'uomo si preparava per andare a lavoro: 'Ieri mattina, ha scritto, mi stavo preparando per andare a lavoro quando è accaduto questo. Fumo la sigaretta elettronica da oltre un anno e vi assicuro che non ho mai fatto qualcosa che non dovevo, eppure mi è esplosa in faccia" - si legge sulla pagina Facebook.
E' stata aperta un'inchiesta per determinare se l'esplosione dello strumento è dovuto a una batteria difettosa o ad un uso improprio. Anche se è pur vero che un tale incidente è raro è anche vero che è sempre più diffusa tra gli utenti, soprattutto più giovani, l'aumento volontario della potenza della batteria, finalizzata ad aumentare il volume di inalazione del vapore.
Per Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", si tratta dell'ennesimo caso segnalato e rimbalzato alle cronache circa i rischi connessi all'uso della sigaretta elettronica che è diventata una valida alleata per i fumatori incalliti. Il Tirreno riporta di un altro caso, questa volta italiano, avvenuto ieri a Prato di un ragazzo a cui la sigaretta elettronica è esplosa in tasca.
L'ultimo caso a Parma. I femminicidi aumentano di anno in anno e in Emilia Romagna sono arrivati a 11, quasi il doppio rispetto al 2015. Anche se si ha paura, denunciare senza esitazione pare essere l'unico modo per evitare il peggio...
di Alexa Kuhne
Parma, 16 gennaio 2017 -
L'ultimo duplice omicidio è accaduto lo scorso 27 dicembre.
Vengono ritrovati, in un casolare adibito a locale notturno, i corpi di Gabriela Altamirano, 45 anni, e della trans Kelly, 47 anni, entrambe uccise, stando alle ultime indagini, dall'ex compagno di Gabriela, Samuele Turco, di 42 anni, che pare si sia fatto aiutare da suo figlio.
Si ipotizza che la trans Kelly si sia trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato, divenendo così una vittima collaterale del femminicidio.
Fatti di cronaca in cui le vittime sono donne, perseguitate e poi uccise da uomini che erano spesso compagni di vita.
La violenza maschile ha continuato a mietere vittime fino alla fine dell'anno ma la scia di femminicidi non si è arrestata con l'inizio dell'anno. Anzi. Altri casi di cronaca con al centro donne ferite e assassinate hanno insanguinato la settimana appena passata.
Solo in Emilia Romagna, nel 2016, sono state 11 le donne uccise, a cui si aggiungono 4 tentativi falliti; nel 2015, a pagare con la vita per la follia degli uomini, erano state 6 donne.
Un bilancio che fa riflettere perché vede quasi raddoppiare i femminicidi nel 2016 rispetto all'anno precedente.
Un dato allarmante ma che, comunque, non fornisce il quadro reale della situazione, visto che si basa solo sui casi che ottengono attenzione mediatica.
Il Coordinamento dei centri antiviolenza dell'Emilia-Romagna sottolinea l'importanza di sensibilizzare sul tema del femminicidio e la necessità di un lavoro congiunto con le istituzioni per fermare la violenza maschile contro le donne. Ma soprattutto la volontà di denunciare. Il primo passo, spesso, purtroppo, non tempestivo e non sufficiente ad evitare il peggio.
Violenza e stalking, cioè atti persecutori nei confronti della vittima, sono all'ordine del giorno. Solo che per molte donne rimane difficile farsi aiutare, per timore di rimanere isolate o per paura di mettere a repentaglio la propria vita e quella dei figli.
Anche Gabriela Altamirano si era rivolta al centro antiviolenza di Parma per raccontare la condotta persecutoria del suo ex compagno, che, come molti uomini violenti, non aveva accettato l'intenzione di quest'ultima di troncare la relazione.
Gabriela aveva sporto querela ed aveva già chiesto aiuto ma, come purtroppo accade in molti, troppi casi, questo non è bastato a proteggerla dalla violenza dell'uomo che aveva deciso di punirla per averlo lasciato.
Come lei c'è un numero di donne che si sono rivolte a un centro antiviolenza in Emilia-Romagna che fa riflettere: dal 1 gennaio al 31/10/2016 sono state in totale 2930. Fra di esse, le donne che hanno subito violenza sono 2739, il 93,5%.
Soprattutto italiane: 1305 (pari al 63,2%), contro 751 provenienti da altri paesi.
Le donne straniere costituiscono più di un terzo di tutte coloro che chiedono aiuto ai centri antiviolenza della regione.
La grande maggioranza di esse subisce violenza da partner o ex partner, nel contesto quindi di una relazione di intimità: si tratta infatti per lo più di donne sposate o conviventi con figli. Altro dato allarmante è che la brutalità si estende ai figli e alle figlie delle donne che la ricevono: sono 1440, pari al 55,2%, bambini e ragazzi che chiedono aiuto.
Anche la violenza si manifesta in molteplici forme: la più diffusa è quella psicologica (92,6%), seguita dalla fisica (65,2%), economica (43,2%) e sessuale (13,9%). I numeri dei centri antiviolenza sono solo la punta dell'iceberg: molte vittime non hanno il coraggio di denunciare e subiscono, fino a quando non succede il peggio.
Il nostro codice penale prevede il reato di stalking (dal termine inglese "to stalk" = fare la posta, braccare la preda). Con esso si intendono tutte le condotte persecutorie - quali comportamenti invadenti, di intromissione, con pretesa di controllo, minacciando costantemente la vittima con telefonate, messaggi, appostamenti, ossessivi pedinamenti - verso una persona e che interferiscono nella vita privata della stessa.
Questi atti si manifestano in persecuzioni e provocano uno stato d'ansia e paura compromettendo anche il normale svolgimento della vita quotidiana.
La pressione psicologica legata al comportamento dello stalker crea nella vittima uno stato di allerta, emergenza e stress psicologico, stati d'animo che possono essere sia percepiti come intrusivi, sgradevoli e fastidiosi, sia legati a sentimenti quali l'angoscia, la preoccupazione e la paura per la propria incolumità.
La prima parte, la più subdola, che generalmente sfocia in altre forme di violenza.
La legge si è inasprita nei confronti del reato di stalking, ma è fondamentale chiedere aiuto ai centri che possono guidare e sostenere le vittime di violenze psicologiche e fisiche.
Perché non si arrivi a sentire, ancora una volta, un intervistato che dica di un carnefice, insospettabile, fino al momento dell'ennesimo femminicidio: "Il mio vicino era una brava persona, tranquilla, chi lo avrebbe mai detto"...
Numerose cadute a piedi e richiesta straordinaria di visite al Pronto Soccorso: 506 accessi nella giornata di venerdì. Messe in atto misure di rinforzo per rispondere ai cittadini ma non sono mancate lunghissime attese.
Parma, 16 gennaio 2017
La pioggia, a contatto con il suolo molto freddo o con qualsiasi altra superficie, congela formando un insidioso strato di ghiaccio. In questo consiste il fenomeno del gelicidio che ha interessato l'Emilia da giovedì notte creando non poche difficoltà alla viabilità con incidenti e auto uscite di strada, oltre a picchi di visite a al Pronto soccorso per cadute a piedi.
A Parma, nella giornata di venerdì, sono stati ricoverati per frattura in Ortopedia 21 pazienti e sono state 506 le persone che nel corso della giornata si sono recate agli ambulatori urgenze dell'Ospedale per chiedere una visita medica, segnando ben il 63% in più rispetto alla media del 2016 che è stata di 311 accessi al giorno. 416 considerando il Pronto Soccorso generale e l'ambulatorio ortopedico. E in quest'ultimo caso la percentuale di accessi fa registrare un + 70% rispetto sempre alla media giornaliera dell'anno scorso.
Di questi accessi il 66% è stato per causa traumatica, ovvero caduta accidentale, soprattutto in mattinata, tra le ore 8 e le 12 registrando il flusso più alto di pazienti (circa 40 all'ora).
Ovviamente dato il caso eccezionale, nonostante le misure di rinforzo messe in atto dalla Direzione Sanitaria non sono mancate lunghe attese di ore.
Privo di documenti e più volte coinvolto in atti criminosi: fermato e identificato dalla Squadra Speciale della Municipale straniero che dormiva in un gioco bimbi del parco di via Milano. Assessore Casa: "Il soggetto è stato affidato all'ufficio espulsioni. Giro di vite sul nostro territorio, grazie anche a un ottimo lavoro della Municipale".
Parma, 12 gennaio 2017
Nell'ambito della costante attività di osservazione e controllo del territorio attuata dagli agenti della squadra speciale della polizia municipale, si segnala l'operazione di identificazione e denuncia a carico di uno straniero che dormiva all'addiaccio in un gioco bimbi del parco di via Milano. L'operazione rientra tra quelle volte a prevenire possibili situazioni di illegalità e che, in questo caso, si è sviluppata in sinergia con la locale Questura, per gli aspetti legati all'identificazione di persone che gravitano sul territorio in condizioni di irregolarità e al conseguente allontanamento.
Nei giorni scorsi gli agenti del servizio di prossimità avevano ricevuto la segnalazione della presenza di un senzatetto che talvolta dormiva nell'area attrezzata per il gioco bimbi in via Milano di fronte alla scuola, riparandosi nel cilindro di plastica dello scivolo.
Lo stesso non era mai stato rintracciato durante i sopralluoghi effettuati in precedenza. Nella mattina di oggi, a seguito della segnalazione di alcuni genitori di ragazzi che frequentano la scuola limitrofa, è stato fermato un cittadino straniero, O.M., classe 1983, di nazionalità nigeriana, privo di documenti di identificazione. L'uomo è stato sottoposto ai rilievi foto dattiloscopici presso la locale Questura. I rilievi hanno rivelato il coinvolgimento del soggetto in atti criminosi: l'uomo ha precedenti per rapina, rapina impropria, varie inottemperanze all'ordine di lasciare il territorio nazionale ed un decreto di espulsione emesso dal Questore di Forlì nell'ottobre del 2016.
Il soggetto è stato, quindi, nuovamente denunciato per la permanenza in Italia, nonostante l'intimazione a lasciare il territorio dello Stato, e affidato all'Ufficio Espulsioni della Questura di Parma per il trasferimento presso un C.I.E. (Centro Identificazione ed Espulsioni) per essere rimpatriato nel Paese di provenienza.
Il commento dell'assessore alla Sicurezza Cristiano Casa.
"Nei giorni scorsi avevamo parlato di un giro di vite e un lavoro di sinergia tra la Squadra Speciale, da noi istituita, e le forze dell'ordine. I risultati cominciano a vedersi. Ringrazio il buon lavoro di controllo della polizia municipale. Giusto che chi non rispetta le regole che questo Paese si è dato ritorni in quello di origine. Ci auguriamo che, rispetto al predecessore, con il nuovo Ministro degli Interni ci possa essere un dialogo più efficace e proficuo: noi vogliamo continuare a garantire libertà e sicurezza ai parmigiani, ma abbiamo bisogno che lo Stato sia sempre presente".
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