Parma Città contro la Pena di Morte: il Municipio in rosso. Momento simbolico in Piazza Garibaldi con l'accensione del Municipio alla presenza della Vicesindaco, Nicoletta Paci, con delega all'Associazionismo ed alle Pari Opportunità, del Presidente della Comunità di Sant'Egidio Bruno Scaltriti e di una testimonial d'eccezione, Marietta Lane (USA) - testimone internazionale contro la pena di morte.
Parma, 1 dicembre 2016
La facciata del Municipio ieri pomeriggio si è tinta di rosso. Un segnale forte che il Comune di Parma ha voluto dare aderemdo alla Giornata Internazionale "Cities for Life - Città per la Vita / Città contro la Pena di Morte", in ricordo della prima abolizione della pena capitale nel Granducato di Toscana nel 1786.
L'iniziativa, promossa dalla Comunità di Sant'Egidio, è giunta alla XV edizione in prospettiva della votazione della Moratoria Universale delle Esecuzioni all'Assemblea Generale dell'ONU che si svolgerà questo mese.
Momento simbolico quindi ieri alle 18 in Piazza Garibaldi con l'accensione del Municipio alla presenza della Vicesindaco, Nicoletta Paci, con delega all'Associazionismo ed alle Pari Opportunità, del Presidente della Comunità di Sant'Egidio Bruno Scaltriti e di una testimonial d'eccezione, Marietta Lane (USA) - testimone internazionale contro la pena di morte e membro fondatore dell'associazione americana di parenti di vittime "Journey of Hope", che ha vissuto una durissima vicenda familiare indirettamente legata a questa tematica.
L'iniziativa raccoglie pure l'appello formulato da Papa Francesco in occasione del IX Convegno Internazionale dei Ministri della Giustizia "For a World Without the Death Penalty".
Nell'ambito della manifestazione "Cities for life", la Comunità Sant'Egidio di Parma ha promosso sempre nella giornata di ieri un incontro con le scuole presso il cinema Astra al mattino e una preghiera per i condannati a morte presso la Chiesa di Santa Caterina, in borgo Santa Caterina 10. Entrambi gli eventi hanno visto la partecipazione di Marietta Lane.
"Operazione Nonno" conclusa all'alba di questa mattina l'importante operazione della Polizia di Stato di contrasto allo sfruttamento della prostituzione: 15 provvedimenti restrittivi nei confronti di soggetti di origine albanese, romena e italiana.
Modena, 30 novembre 2016
Dalle prime ore di questa mattina è incorso un'importante operazione della Squadra Mobile di Modena, che ha dato esecuzione, su provvedimento dal GIP del Tribunale di Modena Eleonora De Marco a 15 provvedimenti restrittivi nei confronti di altrettanti soggetti di origine albanese, romena e italiana dediti allo sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione esercitata per le strade di Modena.
Le indagini, coordinate dal Pubblico Ministero Claudia Natalini della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Modena, avviate nel 2015 dalla II Sezione della Squadra Mobile hanno portato alla luce un gruppo criminale di nazionalità romena e albanese radicato sul territorio della provincia di Modena che ha monopolizzato la zona "Tempio" della città costringendo le giovani donne a prostituirsi con numerosi clienti che giungevano anche da altre province. Il pressante fenomeno aveva da tempo prodotto l'insorgere dei residenti dell'intero quartiere protagonisti anche di proteste eclatanti. Lo sfruttamento della prostituzione, negli ultimi mesi, si era spostato anche zona Nord della città, raggiungendo la via Emilia Ovest fino ad arrivare a Cittanova.
Soprattutto nei fine settimana si registravano le maggiori attività di sfruttamento delle donne, in prevalenza dell'est Europa, che offrivano le prestazioni sessuali a prezzi estremamente bassi. La Misura Cautelare della custodia in carcere è stata eseguita nei confronti di tre albanesi. Altri tre, sempre di origine albanese sono stati sottoposti invece alla misura cautelare degli arresti domiciliari. Sottoposti alla misura dell'obbligo o divieto di dimora altre sei persone di cui tre italiani tutti responsabili, in concorso, del reato di sfruttamento e\o favoreggiamento della prostituzione.
Sono attualmente in corso ulteriori attività di ricerca di 2 cittadini di origine balcanica destinatari di analoga misura di divieto di dimora in Modena.
Erano in stazione e stavano trasportando la bicicletta con attaccata alla ruota posteriore una catena danneggiata in prossimità del lucchetto. Gli stranieri alla vista degli agenti hanno tentato le fuga: fermato uno dei tre. La bicicletta è stata sequestrata e si trova adesso presso gli uffici della Questura in attesa di risalire al legittimo proprietario.
Parma, 29 novembre 2016
Continuano i servizi congiunti di Polizia disposti dal Questore di Parma. Ieri sera è stata svolta un'attività mirata al controllo del territorio con particolare attenzione alla prevenzione ed al contrasto del fenomeno dei furti e dei reati in genere. Sono state impiegate, sotto il coordinamento dell'U.P.G.- S.P., 3 pattuglie del Reparto Prevenzione Crimine di Reggio Emilia, 2 pattuglie della locale Polizia Municipale e 3 pattuglie della Sq. Volante della Questura.
I controlli si sono concentrati nelle aree maggiormente afflitte dal fenomeno di degrado urbano quali il Quartiere S. Leonardo, la zona della Stazione FF.SS., zona Pablo e le aree del centro storico, estendendo l'attività anche al parco "Falcone e Borsellino".
In complesso, solo nella giornata di ieri, sono stati controllati 15 veicoli e oltre 60 persone di cui 22 stranieri.
Nell'ambito dei controlli, intorno alle ore 22.45, una pattuglia del R.P.C. di Reggio Emilia, ha proceduto al controllo di tre persone straniere nei pressi della stazione ferroviaria. I tre stavano trasportando nella zona del sottopasso ferroviario ove si accede alla biglietteria, una bicicletta elettrica con attaccata alla ruota posteriore una catena danneggiata in prossimità del lucchetto. Gli stranieri alla vista degli agenti hanno tentato le fuga, uno di loro che aveva con se la bicicletta è stato immediatamente bloccato e sottoposto a controllo, gli altri due sono riusciti invece a dileguarsi portando via la batteria della bici.
Il giovane fermato è stato identificato per G. N. nigeriano di anni 21, risultato essere residente a Pescara ed irregolare sul territorio Nazionale. Il nigeriano oltre non saperne giustificare il possesso della bicicletta, non ha fornito alcuna motivazione riguardo la presenza della catena con il lucchetto danneggiato posto sulla ruota. Date le circostanze, è stato denunciato per il reato di ricettazione in concorso e per favoreggiamento dovuto al rifiuto di fornire indicazioni riguardo l'identità dei suoi complici sfuggiti al controllo degli agenti. Nei suoi confronti è stato altresì avviato il procedimento di Foglio di Via Obbligatorio per il rimpatrio con l'ingiunzione di non ritornare nel comune di Parma per tre anni.
La bicicletta è stata sequestrata e si trova adesso presso gli uffici della Questura in attesa di risalire al legittimo proprietario.
Un fatto analogo è accaduto all'interno del parco "Falcone Borsellino" ove 3 soggetti stranieri, alla vista della Polizia, sono scappati facendo perdere le proprie tracce abbandonando a terra una bicicletta, probabilmente provento di furto, che è stata poi acquisita dagli agenti.
Trova un uomo che urina contro il muro della sua abitazione: questo s'infuria ed estrae la pistola. 61enne incensurato arrestato dai Carabinieri. Gli inquirenti hanno proceduto al sequestro, per motivi cautelari, di altre armi regolarmente detenute.
Bologna, 28 novembre 2016
I Carabinieri della Stazione di Castello d'Argile, in provincia di Bologna, hanno arrestato un 61enne italiano, incensurato, per minacce gravi e porto abusivo di arma illegalmente detenuta.
E' accaduto ieri sera, quando un 39enne italiano che si trovava in casa con la moglie e il figlio di cinque anni, intento a cenare, ha sentito dei rumori sospetti provenire da fuori. Uscito per controllare ha trovato un uomo che stava urinando contro il muro dell'abitazione. Dopo avergli chiesto spiegazioni per quello che stava facendo, il soggetto si è infuriato, ha cominciato a urlare e si è diretto verso una Fiat Punto parcheggiata lungo la strada, da cui ha estratto una pistola cromata. Il 39enne si è spaventato ed è rientrato velocemente in casa per mettersi al riparo e chiamare il 112. A quel punto, il soggetto armato è salito a bordo dell'utilitaria ed è partito velocemente. Diverse pattuglie dell'Arma si sono messe alla ricerca dell'uomo, trovandolo poco dopo, in stato confusionale a seguito di un abuso di bevande alcoliche, presso la sua abitazione di Castello d'Argile. All'interno della Fiat Punto, intestata alla moglie e parcheggiata nelle vicinanze, i Carabinieri hanno trovato una pistola revolver cromata di grosso calibro, senza matricola e con 5 proiettili inesplosi all'interno del tamburo. A seguito dei fatti, gli inquirenti hanno proceduto al sequestro, per motivi cautelari, di altre armi regolarmente detenute dall'uomo che su disposizione della Procura della Repubblica di Bologna è stato tradotto in carcere.
Sono tuttora in corso accurate indagini da parte degli inquirenti per cercare di scoprire la provenienza dell'arma e se sia stata implicata in altre situazioni.
Tentano di rubare alla Coin alcuni capi di abbigliamento nascondendoli all'interno di una borsa. Fermata D. S. di 38 anni, pregiudicata, irregolare sul territorio nazionale. In atto le indagini per individuare la complice della donna.
Parma, 28 novembre 2016
Sabato mattina, alle 10.30 circa, una volante è intervenuta presso la Coin di Via Mazzini dove era in corso un furto.
Gli agenti hanno identificato una ragazza cittadina mongola, D. S. di 38 anni, pregiudicata, irregolare sul territorio nazionale la quale era stata fermata dal personale addetto alla vigilanza del negozio per aver tentato di rubare alcuni capi di abbigliamento nascondendoli all'interno di una borsa.
Il personale del negozio ha riferito che D.S. si trovava in compagnia di un'altra donna all'interno del punto vendita e le due sono state notate dai commessi mentre si dirigevano entrambe nei camerini di prova con alcuni vestiti prelevati dagli scaffali, per poi allontanarsi dal reparto senza avere alcuna merce al seguito.
Allertati gli addetti alla vigilanza, D. S. è stata fermata mentre tentava di scappare, lasciando cadere a terra una borsa con all'interno 3 giubbotti, mentre l'altra ragazza è riuscita a dileguarsi facendo perdere le proprie tracce.
La donna è stata accompagnata in Questura per essere sottoposta a rilievi dattiloscopici e perquisizione personale. La borsa recuperata aveva al suo interno, sotto la fodera, un rivestimento di carta stagnola su entrambi i lati nascosta da carta per pacchi di colore marrone in modo da risultare schermata al sistema antitaccheggio del negozio.
Viste le circostanze emerse, D. M. è stata arrestata per il reato di furto aggravato tentato in concorso e denunciata per il reato di inottemperanza all'ordine del Questore di lasciare il territorio nazionale ed in attesa di giudizio.
La borsa è stata sequestrata, la merce che si trovava al suo interno è stata restituita al responsabile del negozio. Sono tuttora in atto le indagini per individuare la complice della donna.
La Volante della Questura di Modena ha notato l'uomo mentre si aggirava furtivo nel cortile di un palazzo. Nell'appartamento dell'uomo trovato un vero e proprio magazzino della droga.
Modena, 24 novembre 2016
E' nato tutto da un'attività di controllo del territorio l'operazione di polizia giudiziaria condotta dalla Squadra Volante della Questura che la notte di martedì 23 novembre, ha notato un uomo che tentava di defilarsi in un cortile condominiale.
Bloccato è stato trovato in possesso di alcune dosi di cocaina, ma le successive attività di perquisizione hanno consentito di sequestrare, all'interno dell'abitazione ben 44 kg di marijuana confezionata in balle; 92 grammi di cocaina; 44 grammi di hashish, un bilancino di precisione; un barattolo di sostanza da taglio: creatina monoidrata e una pistola Beretta cal. 7,65 rifornita di 8 munizioni. Rinvenute anche banconote false.
Si tratta di M.D., albanese, clandestino, di 29 anni, già destinatario di provvedimenti di contrasto all'immigrazione clandestina dimorante a Modena in zona Morane. L'uomo è stato sottoposto al fermo del P.M. convalidato dal Tribunale di Modena. Lo stupefacente, rinvenuto nell'abitazione, era destinato a rifornire giovani del capoluogo.
La Gdf di Vignola, in provincia di Modena, ha scoperto una truffa ai danni dell'Inps, per oltre un milione di euro, grazie alla quale si concedevano indennità di disoccupazione per falsi licenziamenti.
di Alexa Kuhne
Modena, 24 novembre 2016
Erano 110 gli ex dipendenti di due imprese edili a prendere indebitamente indennità di disoccupazione dai 400 ai 1000 euro mensili.
Persone che, in realtà, non erano mai state assunte da ditte che facevano richiesta all'Inps ma che non esistevano.
Così, due virtuali società con sede in provincia di Modena, truffavano lo Stato per oltre un milione di euro.
Lo ha scoperto la polizia giudiziaria che ha indagato su un meccanismo fraudolento basato sul licenziamento di persone assunte solo fittiziamente, che erano, tra l'altro, residenti in tutta Italia, lontane dal luogo della truffa.
L'Istituto di previdenza nazionale riceveva richieste indebite di pagamento delle indennità di disoccupazione, normalmente previste a norma di legge come strumento di protezione sociale a supporto di lavoratori destinatari di provvedimenti di cessazione dal lavoro subordinato.
L'intervento delle Fiamme Gialle ha consentito di segnalare all'Ente di previdenza la frode per il blocco di oltre un milione di euro richiesti, totale di sussidi indebiti, compresi fra i 400 e i 1000 euro mensili, generalmente accreditati su carte prepagate. Dal sequestro dei fascicoli relativi alle false presentazioni delle istanze intese ad ottenere le indennità di disoccupazione non spettanti, si è arrivati a patronati dislocati in varie città d'Italia quali Ravenna, Perugia, Caserta, Napoli, Aversa, Villa Literno e Mirandola.
I reati contestati ai titolari delle due imprese individuali virtuali e ai 110 falsi lavoratori sono truffa ai danni dello Stato, falso in atto pubblico.
L'attività investigativa è stata coordinata dai sostituti procuratori di Modena, Katia Marino ed Enrico Stefani.
Mega deposito di merce contraffatta, la Guardia di Finanza di Reggio Emilia ha sequestrato oltre 500 prodotti contraffatti che non rispettano i parametri di sicurezza. Fermati 4 senegalesi.
Di Alexa Kuhne
Reggio Emilia, 24 novembre 2016
Era uno dei tanti casolari abbandonati, come quelli che si vedono disseminati nelle campagne attorno a Reggio Emilia, ad essere abusivamente utilizzato come mega deposito di merce contraffatta, che veniva poi smistata per le feste di paese, come quella, imminente, per il patrono della città.
Nell'ambito di un più ampio teatro operativo predisposto dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza, a pochi giorni di distanza da un'altra operazione simile, avvenuta nello scorso fine settimana, i Finanzieri hanno portato a termine un'ulteriore operazione che ha consentito il sequestro di oltre 500 beni di vario genere.
Erano occhiali, borse, scarpe, cinture, recanti il marchio contraffatto di note griffe e quello CE, che inganna il compratore perché non significa 'Comunità europea' ma 'China Export' e non rispetta, quindi, i parametri di sicurezza previsti dalla legge.
Gli organizzatori del commercio illecito si erano dotati anche di un furgone e di due autovetture con cui provvedevano a consegnare i prodotti ordinati ai venditori ambulanti.
I 4 trafficanti, tutti di origine senegalese, di età compresa tra 40 e 50 anni, sono stati deferiti all'Autorità giudiziaria per i reati di detenzione e vendita di prodotti recanti marchi contraffatti, in concorso tra loro.
Si può stimare che il materiale sequestrato, se immesso illecitamente sul mercato, avrebbe consentito di realizzare corrispettivi per un valore di circa 20.000 euro.
L'operazione è stata svolta nella giornata di ieri dai Finanzieri del Gruppo e del Nucleo di Polizia Tributaria di Reggio Emilia, nell'ambito del dispositivo di contrasto agli illeciti traffici. I militari hanno eseguito varie perquisizioni che hanno interessato anche le abitazioni ed i luoghi nella disponibilità di tutti gli indagati, nella città di Reggio Emilia e nel Comune di Poviglio, che è risultata essere il centro operativo per l'organizzazione di un vasto traffico che interessava tutto il circondario.
Si è presentato sotto casa della vittima minacciando di darle fuoco, dopo atti persecutori verso le ex compagna e madre di suo figlio che andavano a vanti da mesi. Arrestato dai Carabinieri di Castelfranco Emilia.
Modena, 24 novembre 2016
L'ennesimo caso di violenza verso le donne mentre ci appresta alla Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne di domani, venerdì 25 novembre. E' accaduto nel Modenese, a Castelfranco Emilia, dove un 28enne si è presentato a casa della ex compagna e madre di suo figlio, minacciandola di darle fuoco. Una storia di persecuzioni che andava avanti da molto tempo. L'uomo infatti aveva il divieto di avvicinamento imposto dal giudice dal luglio scorso. Incurante di ciò, martedì sera si è fatto trovare sotto casa della vittima e l'ha minacciata di darle fuoco se non avesse ritirato la denuncia nei suoi confronti. La donna spaventata non ha aperto la porta ed ha subito chiamato il 112. Nell'auto di lui sono state trovate quattro bottiglie di olio combustibile sequestrate dai Carabinieri che l'hanno arrestato per stalking.
Il piccolo è giunto al Pronto Soccorso con una grave ostruzione delle vie bronchiali a causa di un pezzo di mela mal ingerito. Una manovra endoscopica mai eseguita al Santa Maria Nuova su un paziente di quell'età.
Reggio Emilia, 22 novembre 2016
Una equipe multidisciplinare costituita da Anestesisti, Rianimatori e Pneumologi in turno nel pomeriggio di sabato 19 novembre è intervenuta su un bimbo di 18 mesi facendo fronte a una emergenza clinica di carattere straordinario. Il piccolo è giunto in Pronto Soccorso già cianotico causa gravi difficoltà respiratorie dovute alla parziale ostruzione delle vie bronchiali a causa di una non corretta ingestione di un pezzo di mela.
Come spiega il Direttore della Struttura di Anestesia e Rianimazione Giorgio Danelli "La gravità della situazione non lasciava la scelta di demandare la procedura a un centro specialistico pediatrico, il più vicino dei quali è a Bologna. Abbiamo deciso di agire subito, nella consapevolezza di avere le risorse cliniche necessarie".
Il team multidisciplinare rapidamente costituito per l'occasione era composto da due pneumologi endoscopisti di provata esperienza in grado di garantire l'esecuzione della delicata manovra, due anestesisti, tre rianimatori, tra i quali il responsabile del reparto, il pediatra di supporto per assicurare la continuità clinica, due infermieri di sala operatoria. Lo stesso direttore Giorgio Danelli, pur non in turno, è arrivato da Parma.
Pierpaolo Salsi, responsabile del reparto di Rianimazione e componente l'équipe che è intervenuta, spiega "L'unica scelta possibile è stata quella di addormentare il bimbo, pur con un rischio elevatissimo, e di procedere con una manovra endoscopica mai eseguita al Santa Maria Nuova su un paziente di quell'età".
Nel corso dell'intervento sono state monitorate le vie aeree e, con perizia, rimossi i residui di cibo presenti nei lobi polmonari inferiori di destra e di sinistra riuscendo a superare la criticità. Il bimbo è stato tenuto in osservazione in Rianimazione per la notte prima di essere trasferito in Pediatria, reparto dal quale è stato dimesso nella giornata di ieri in buone condizioni di salute.
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