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Ismea, ortofrutta fresca e trasformata primo comparto dell'export agroalimentare, settore in grado di riorganizzarsi e puntare su nuovi mercati.

"L'ortofrutta fresca italiana mostra performance positive, con un valore alla produzione di 12,3 miliardi di euro, pari al 25% della produzione agricola, una dinamica positiva dell'export che prosegue anche nel 2017, con un + 6% su base annua nel primo trimestre, e un saldo del commercio estero che, nel 2016, segna un +40% rispetto all'anno precedente, grazie soprattutto alla riduzione della spesa per le importazioni. Considerando cumulativamente l'export di ortofrutta fresca e trasformata, il settore risulta essere il primo dell'export agroalimentare per un valore di 8,3 miliardi di euro" - ha dichiarato il Direttore Generale di Ismea, Raffaele Borriello, introducendo oggi a Firenze i lavori dell'evento Think Fresh 2017.

 I numeri del settore mettono in evidenza anche i prodotti più vocati all'export: kiwi (Italia 2° esportatore mondiale dietro alla Nuova Zelanda); nocciole (2° esportatore mondiale dietro la Turchia), mele (3° esportatore mondiale, dietro Cina e Usa); uve da tavola (3° esportatore mondiale, dietro Usa e Cile) e pere (5° esportatore mondiale). I mercati europei consolidano le loro posizioni ma contemporaneamente crescono le spedizioni verso quelli extra-Ue. Nel caso del kiwi, che nel 2016 ha registrato un +30% delle esportazioni, spiccano tra le destinazioni oltremare Usa, Brasile, Canada e Cina.

Un settore che grazie a punte di eccellenza in termini organizzativi ha dimostrato grande capacità di rispondere in modo efficace e tempestivo ai cambiamenti imposti dal mercato; emblematico il caso dell'export delle mele italiane, che per superare l'embargo russo avviato nell'agosto 2014 - quando la Russia era arrivata a rappresentare la terza destinazione dell'export di mele italiane, con circa 45,5 mila tonnellate di mele e un corrispettivo monetario di 31,7 milioni di euro - ha individuato sbocchi alternativi e incrementato le spedizioni dirette verso nuovi mercati come Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, India e Brasile.

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
Martedì, 20 Giugno 2017 08:33

Cereali e dintorni. Cresce il grano.

Il grano persegue la strada del rincaro arrivando a sfiorare i 105€ da inizio giugno e, come previsto, sta influenzando anche i mercati di mais e soia.

Di Mario Boggini e Virgilio Milano 19 giugno 2017 -
Stanno montando sempre frequenti le notizie circa i possibili danni alle colture di grano e mais come conseguenza delle alte temperature che in questa settimana stanno colpendo alcuni areali Europei. Una condizione che accresce la probabilità di innesco di aumenti anche sul mais.

"weather market" e l'estate è ancora lunga e insidiosa.

A seguire riportiamo alcune linee di tendenza emesse dal NOAA, National Oceanic And Atmospheric Administration, e dall'IRI, International Research Institute per l'Europa e la comunità degli stati indipendenti Russia ed Ucraina:

"Nel continente europeo nel periodo LUGLIO-AGOSTO-SETTEMBRE le precipitazioni sono previste con uguali probabilità di essere al di sotto, al di sopra o nella media stagionale nelle regioni produttive centro-orientali (Austria, Ungheria, Bulgaria) eccetto in Romania dove sono previste con probabilità al 40% al di sotto della media stagionale. Nella Francia occidentale (Borgogna, Champagne, Lorena - 15% mais sul totale Francia) ci sono probabilità intorno al 40% che le precipitazioni siano al di sotto della media stagionale. Le temperature in tutto il continente europeo hanno probabilità intorno al 40% che siano al di sopra della media stagionale. In definitiva, sebbene le temperature non siano previste così elevate come quelle dell'anno scorso, potrebbe esserci pericolo per il mais francese ad ovest e per quello rumeno a est. In Russia/ Ucraina nel periodo LUGLIO-AGOSTO- SETTEMBRE le temperature avranno probabilità intorno al 50/60% di essere al di sopra della media stagionale (soprattutto intorno al Mar Nero). Le precipitazioni, invece, sono previste con uguali probabilità di essere al di sotto, al di sopra o nella media stagionale. Da tenere sott'occhio il Mais in Ucraina e il raccolto del grano nel sud della Russia (quello che viene esportato anche da noi)".

Come è facilmente prevedibile tali notizie sostengono tutti i valori, seppure i giochi siano tutti da fare, ma la speculazione non aspetta altro. Significativo che i Fondi, che operano sul mercato internazionale, abbiamo fortemente ridotto le loro scoperture. Un esempio per tutti lo scoperto del mais sul mercato USA è passato da -138.800 contratti a -18.000.

Nonostante la fuga dal mercato domestico sia in leggera frenata, per il calo dei consumi, non sembra sufficiente a arrestare la tendenza rialzista.

Indicatori internazionali 19 giugno 2017


l'Indice dei noli è leggermente sceso a 851 punti, il petrolio è attorno a 44$/bar e l'indice di cambio segna 1,11871.

(resta sempre informato sull'argomento consultando la nostra sezione Agroalimentare)

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

Officina Commerciale Commodities srl - Milano

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Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Editoriale: Anche questa è globalizzazione - Continua a volare il latte spot. - Cereali e dintorni. "Weather market" - Farm Run sta per tornare con altre sorprese il 24 giugno. -Crisi idrica: 10 modi di ridurre gli sprechi - Acqua, è stato d'emergenza in agricoltura - Ismea, export salumi: l'Italia conquista la leadership mondiale - Produrre latte guardando al mercato: il caso di studio della fattoria Rossi -


SOMMARIO Anno 16 - n° 24 18 giugno 2017


1.1 editoriale
Anche questa è globalizzazione
2.1 lattiero caseario
Continua a volare il latte spot.
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Dalle stime USDA nessuna sorpresa.
4.1 eventi Farm Run sta per tornare con altre sorprese il 24 giugno.
5.1 #crisiidrica2017 Crisi idrica: 10 modi di ridurre gli sprechi
5.2 zootecnia Produrre latte guardando al mercato: il caso di studio della fattoria Rossi
6.1 falde acquifere Acqua, è stato d'emergenza in agricoltura
7.1 imprese Il Consorzio Agrario dell'Emilia approva il bilancio e torna all'utile
8.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. "Weather market"
9.1 export Ismea, export salumi: l'Italia conquista la leadership mondiale
10.1 promozioni "vino" e partners
11.1 promozioni "birra" e partners

(per seguire gli argomenti correlati clicca QUI

(Scarica il PDF alla sezione allegati)

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l'Italia conquista la leadership mondiale superando la Germania e punta all'espansione in USA, Canada e Giappone

Con un valore complessivo di quasi 1,38 miliardi di euro, nel 2016, l'Italia ha conquistato la leadership mondiale per le esportazioni di preparazioni e conserve suine, superando la Germania. Lo storico sorpasso è avvenuto soprattutto grazie alla crescita della quota detenuta dall'Italia nei primi tre mercati di sbocco - Germania, Francia e Regno Unito - che, complessivamente, rappresentano quasi la metà del valore generato dalle vendite all'estero dei salumi nostrani.

"I salumi italiani vincono il confronto competitivo, pur posizionandosi su una fascia alta di prezzo - ha dichiarato Raffaele Borriello, Direttore Generale dell'Ismea, intervenuto oggi all'Assemblea Generale di Assica, l'Associazione degli industriali delle carni e dei salumi -: il posizionamento dei prodotti italiani è nel segmento premium, ma lo scenario competitivo è più articolato e soprattutto con notevoli prospettive di espansione anche in considerazione dell'apertura di due mercati rilevanti, come USA e Canada, a seguito del superamento di importanti barriere sanitarie. Significativo anche il caso del Giappone che, nel 2016, ha complessivamente ridotto dell'8% gli acquisti dall'estero di salumi, mentre i flussi dall'Italia sono risultati in aumento del 7%: segnale, questo, di una capacità competitiva in grado di spingersi anche oltre le tendenze del mercato-target".

L'analisi dell'Ismea evidenzia, inoltre, che la Germania ha incrementato i propri acquisti dall'Italia (+4 % in valore nel 2016) a discapito dei concorrenti spagnoli (-3%) e che, in Francia, i salumi italiani hanno guadagnato terreno (+7%) nei confronti dei produttori tedeschi (-7%). Complessivamente, negli ultimi cinque anni le esportazioni italiane di preparazioni e conserve suine sono cresciute del 27% in valore: oltre la metà è rappresentata dai prosciutti stagionati (692 milioni di euro nel 2016). A seguire, con poco meno di un terzo, salami e insaccati (417 milioni di euro nel 2016) e i prosciutti cotti con una quota pari al 10% in valore (134 milioni di euro nel 2016).


(ismea 13 giugno 2017)

Venerdì, 16 Giugno 2017 08:41

Cereali e dintorni. "Weather market"

L'incertezza sul grano USA sta lanciando un periodo di tensioni che potrebbe avere notevoli ripercussioni anche sul mais. Il cambio sempre in preda a frequenti oscillazioni.

Di Mario Boggini e Virgilio Milano 15 giugno 2017 -
La valutazione, molto negativa in merito allo stato di "salute del grano primaverile USA conclamata dai dati USDA di lunedi scorso (il "buono/eccellente" al 45% contro il 55% della settimana precedente e il 79% dell'anno precedente) sta condizionando tutto il Chicago Board.

Sono infatti due giorni che il mercato fa perno sul grano, che a sua volta condiziona il mais.
Sui mercati internazionali molte le chiacchiere sui possibili danni al grano e al mais portati dalle alte temperature che in questa settimana stanno colpendo alcuni areali Europei, e isul mais potrebbero innescarsi speculazioni.

"weather market" e l'estate è ancora lunga e insidiosa.

Su tali basi il mercato internazionale comincia a entrare in fibrillazione.
Per quanto riguarda i cereali il grano è ancora molto teso più di quanto i mercuriali/listini/bollettini dimostrino, un poco per la congiuntura, (anche se ormai è solo una questione di poco tempo) un poco per varie notizie che si accavallano un po' da tutte le parti del mondo.

Il settore delle Bioenergie è in piena corsa agli acquisti di prodotti con amido, sia sul disponibile che sui mesi estivi.
Alcuni prezzi di ieri (14/6/2017): farina di soia proteica 321 normale 310 partenza Ravenna, pressoché uguale il luglio dicembre mentre il 2018 è proposto dall'oligopolio dei venditori tutti allineati e coperti a 330-331per la proteica e 320-321 per la normale.

Per i cereali si registra una certa tensione sul mais nel mercato pronto con i seguenti valori:
177/180 partenza porto di Ravenna, mentre nei silos interni si va da 182 a 186 partenza, nel mercato franco arrivo dall'estero le quotazioni oscillano tra 186 e189 arrivo Brescia.
In netto ridimensionamento l'orzo, il pisello proteico, molto tenuto il grano da macina ma dovrebbe essere ormai questione di giorni.

Indicatori internazionali 15 giugno 2017


l'Indice dei noli è leggermente salito a 865 punti, il petrolio è attorno a 45$/bar e l'indice di cambio segna 1,1293.

(resta sempre informato sull'argomento consultando la nostra sezione Agroalimentare)

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

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In un'annata del tutto positiva dal punto di vista aziendale, nonostante uno scenario di crisi generale dei settori in cui opera, il CAE fa registrare il miglior risultato degli ultimi tre anni e torna a registrare un utile 2,5 milioni di euro ed un valore della produzione con le collegate di 475,5 milioni a conferma dell'efficacia del nuovo Piano Industriale attuato dal management e condiviso dai soci.

San Giorgio di Piano (BO) - 15 Giugno 2017 –

L'Assemblea Generale dei soci del Consorzio Agrario dell'Emilia ha approvato il bilancio a larga maggioranza dopo aver già ottenuto un massiccio consenso (80% Lista 1 , 20% Lista 2) anche in tutte le dieci assemblee territoriali itineranti svolte nel mese scorso nel suo esteso comprensorio: dalle province di Reggio Emilia a Ferrara passando naturalmente per quelle di Bologna e di Modena. Il risultato è di tutto rispetto e segna un ritorno all'utile di 2,5 milioni di euro dopo tre anni di parziale sofferenza. Il valore di produzione, considerando collegate e partecipate, si conferma particolarmente ingente a quota 475,5 milioni di euro a dimostrazione della molteplice funzionalità del CAE protagonista nelle diverse filiere, mentre i ricavi del Consorzio Agrario dell'Emilia raggiungono 263,122 milioni euro. L'intensa azione del management, pur in un mercato spesso incerto e dai valori oscillanti, che soltanto dodici mesi fa aveva proposto un nuovo Piano Industriale volto a concentrare le proprie energie operative sui settori ritenuti strategici per lo sviluppo aziendale e su una mirata ed equilibrata riorganizzazione della struttura alla luce dei nuovi ed importanti processi di fusione ha colto nel segno centrando al primo colpo un traguardo di tutto rispetto. Un obiettivo ambizioso e non scontato che ha guadagnato il plauso della maggioranza dei presenti è stato raggiunto attraverso l'attuazione di politiche gestionali economico-finanziarie oculate che si sono concentrate al contempo sulla valorizzazione delle filiere, sul mantenimento dell'occupazione dopo le articolate fasi di incorporazione, che hanno puntato su innovazione, ricerca scientifica e sviluppo e che hanno razionalizzato i costi e i centri di spesa cercando al contempo di incrementare l'offerta e la qualità dei servizi proposti a soci, partner e clienti. A testimonianza della validità di quanto di positivo è stato fatto si registra anche, oltre al ritorno all'utile di bilancio, un altro dato di rilievo che è quello rappresentato dal numero dei nuovi imprenditori agricoli che hanno abbracciato la causa consortile del CAE facendo così impennare il numero complessivo dei soci che oggi ha toccato il suo massimo di sempre a quota 4680. Per quanto concerne i singoli comparti si evidenzia la notevole incidenza delle performances ottenute nei cereali proteici 71,141 milioni, antiparassitari 39,568 milioni, sementi 38,912 milioni, meccanizzazione 34,620 milioni, concimi 27 milioni, mangimi 24,986 milioni , garden 6,281, materie plastiche/irrigazione 5,762 milioni, alimentari 4,546 milioni, Assicurazioni Fata 3,358 milioni e altri ricavi diversi per 6,9 milioni.

Un bilancio complessivo che dimostra la solidità del Consorzio Agrario dell'Emilia e il suo radicamento su un vasto territorio a servizio di imprese agricole che vedono nel CAE un punto di riferimento quotidiano per tutte le attività del primo settore. Un Consorzio che nel panorama nazionale rappresenta una delle migliori e virtuose esperienze a livello paese che vuole valorizzare, avvalendosi anche del rilevante supporto di Consorzi Agrari d'Italia, sempre e al meglio i rapporti e le sinergie con le società collegate che dimostrano ancora di più di essere vive, vitali ed in espansione progressiva: in particolare va evidenziato lo sviluppo di Eurocap Petroli nel settore dei carbolubrificanti con un fatturato di 108,465 milioni, SIS, azienda di riferimento per il comparto sementiero con un fatturato di 42,939 milioni, Emilcap , specializzata nella produzione di mangimi non OGM con un fatturato di 28,759 e Quality Seeds con 3,077 milioni. Al termine dell'Assemblea il presidente del CAE Gabriele Cristofori ha ringraziato i soci delegati e tutti coloro che in queste settimane hanno partecipato numerosi alle assemblee sul territorio a dimostrazione della volontà partecipativa della componente sociale. Una particolare menzione a tutto lo staff del Consorzio, dipendenti ed agenti e per il direttore generale Ivan Cremonini che ha reso esecutivo e concreto un Piano Industriale articolato seguito passo passo nelle diverse aree e nella sua applicazione mirata.

Soluzioni-tampone e strategie di lungo periodo sono indispensabili per garantire le produzioni del nostro territorio alla base dell'agroalimentare italiano. Bonifica, Coldiretti, Confagricoltura e Cia lanciano l'allarme a tutta la comunità parmense.

Parma, 12 Giugno 2017

Sono dati allarmanti quelli comunicati oggi presso la sede del Consorzio della Bonifica Parmense sulla grave situazione di siccità ed emergenza irrigua che si è delineata nella nostra provincia nelle ultime settimane e che ora è diventata drammatica alla luce delle alte temperature e di previsioni assolutamente inclementi sotto il profilo delle precipitazioni per questo rovente inizio di estate 2017.

La pressoché totale mancanza di piogge e neve nel periodo invernale e primaverile, unite all'innalzamento delle temperature portate dagli anticicloni africani, hanno causato l'abbassamento delle falde, la drastica diminuzione delle portate del torrenti appenninici e l'incertezza, ormai endemica, di costanti prelievi dal Po ancora una volta ampiamente sotto i livelli minimi registrati negli ultimi anni.

In più l'aggravante è rappresentata anche da due altri importanti elementi non sottovalutabili che vanno ad incidere pesantemente sul bilancio idrico-irriguo: l'aumento di previsione del fabbisogno locale e complessivo (attorno al 30%) di acqua per l'agricoltura e le tipologie colturali del nostro territorio che, mantenendo l'attuale approvvigionamento idrico, porteranno a breve a disegnare uno scenario di grave crisi del settore e con pesanti ripercussioni sull'economia agroalimentare.

Il beneficio generato dall'irrigazione alle coltivazioni agricole della provincia infatti è stimato in circa 60 milioni di euro.

DATI TECNICI STAGIONE IRRIGUA 2017

Temperature: inizialmente molto superiori alla norma le temperature registrate si sono dimostrate superiori di 5°/6° C rispetto alla media stagionale. La terza primavera più calda dal 1830.

Precipitazioni: inferiori alle previsioni climatiche del periodo, mediamente sotto del 50%-60% tra i 300 e 400 mm, con caratteristiche "a macchia di leopardo".

Falda superficiale: la diminuzione media di 1,26 m riscontrata nelle misurazioni delle quote di falda dimostra come la risorsa acqua sia in velocissimo depauperamento (andamento medio provinciale 09/06/2016 09/06/2017 – 1,26 m).

Portate del Po: portate mensili primaverili inferiori alla media di lungo periodo alla sezione di Piacenza e inferiori alle medie di lungo periodo in tutte le altre sezioni di misura.

Anomalia di precipitazione 2001-2015: l'analisi degli indici nell'arco temporale di 15 anni quantificano e geolocalizzano un deficit di precipitazioni progressivo e costante nell'area dell'Emilia Occidentale con particolari ripercussioni nelle provincie di Parma e Piacenza.

Corsi d'acqua naturali idrologia: Il periodo primaverile 2017 è stato caratterizzato da deflussi fluviali decrescenti e significativamente inferiori alle medie del periodo. Si segnala solo l'evento del 26-28 aprile, quando si sono verificate deboli aumenti di portata, su gran parte dei corsi d'acqua della Regione, e incrementi idrometrici più consistenti nei tratti arginati del Taro, Parma, Enza, Secchia, Panaro, Santerno e Lamone.

Fabbisogno irriguo stimato: è il più alto dal 2011. Inoltre, la domanda irrigua media per il parmense è la più elevata e si attesta in 113 milioni di mc. Quella regionale passa da 930 a 1127 milioni di mc.

Scenari di crisi e valori di emergenza impatto sull'economia locale: il beneficio generato dalla irrigazione delle coltivazioni agricole nella provincia di Parma è stimato in circa 59 milioni di euro.

Il presidente del Consorzio Luigi Spinazzi e il Direttore Meuccio Berselli concludono affermando che "occorre ridefinire i criteri di approvvigionamento idrico e un migliore sfruttamento della risorsa. Pertanto, nel tavolo che sollecitiamo, poniamo l'accento sulle tipologie meno idroesigenti e sulle infrastrutture necessarie per l'adattamento al cambiamento climatico: invasi e adeguamento delle reti".



Le stime USDA non si discostano dalle previsioni e i mercati hanno reagito di conseguenza lasciando pressoché invariati i prezzi. I fondi fatto salvo il seme di soya, hanno ridotto le loro scoperture.

Di Mario Boggini e Virgilio Milano 12 giugno 2017 - A seguire i dati più significativi rilevati da USDA:
1 gli stock finali del mondo di grano per il 2017/18 sono aumentati, rispetto a maggio, di circa 3 milioni di tonnellate in conseguenza della crescita Russa.
2 gli stock in USA del fine campagna 2016/17 e 2017/18 sono leggermente in aumento, mentre non sono state aumentate le esportazioni di semi dagli USA per il 2016/17.
3 gli stock del mais sono diminuiti di circa 1 milione di tonnellate in quanto è diminuita la stima della produzione nella Unione Europea
4 gli stock di semi di soia sono aumentati di circa 3,5 milioni di tonnellate per effetto della produzione brasiliana che è stata portata a 114 milioni di tonnellate da 111,60 e quella dell'Argentina a 57,80 anziché 57. Ed infine anche gli stock di fine campagna 2016/17 sono stati incrementati di circa 3 milioni passando da 90 a 93 milioni di tonnellate.

Numeri che non hanno dato occasione di fibrillazione al mercato tant'è che le chiusure del Chicago Board di venerdì sera sono state pressoché invariate:
Semi di soia: + 3,4 - Farina di soia: - 0,20 - Olio: + 0,44 - Mais: + 2,2 - Grano: - 3,4 quindi tutto ritorna quindi nelle mani del tempo "wheather market" e l'estate è ancora lunga e insidiosa.

20170607-Cambio---7giu17Intanto i fondi hanno ridotto le loro posizioni di corto/scopertura e con il mais si attestano a meno 138.758 contratti contro i meno 200.981 della scorsa settimana, per il grano si portano a meno 106.136 contro i meno 113.760, mentre per il seme è passato a meno 94.737 contro i meno 89.310,8 quindi allungandosii, mentre per la farina sono a meno 40.941 contro i meno 44.500. In sintesi i fondi, fatto salvo il seme di soia, hanno ridotto le loro scoperture.
Da ciò si denota come il mercato internazionale si presenta sufficientemente immobile subendo le sole oscillazioni e dettate dal cambio.

Sul mercato domestico, per quanto riguarda i cereali, il grano è ancora molto teso più di quanto i mercuriali/listini/bollettini dichiarino. I fattori destabilizzanti sono prevalentemente da ricercare in parte da fattori congiunturali, in parte per le varie notizie provenienti dalle diverse parti del mondo con conseguenze che potrebbero influenzare anche il mais seppure sia ancora presto per ritenere che possano innescarsi ondate rialziste.

Il settore delle Bioenergie si è approvvigionato di portato trinciati da erbaio ed è in piena corsa agli acquisti di prodotti con amido. I più attenti hanno agito sui cruscami di grano, che comunque hanno già interrotto la fase calante, e sui sottoprodotti delle riserie, che risentono anch'essi dello scarso lavoro produttivo dell'industria.

Indicatori internazionali 12 giugno 2017


l'Indice dei noli è leggermente sceso a 849 punti, il petrolio è attorno a 45-46$/bar e l'indice di cambio segna 1,12105.

(resta sempre informato sull'argomento consultando la nostra sezione Agroalimentare)

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

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Editoriale: Assalto all'arma bianca - Il burro a oltre quota 100% rispetto lo scorso anno. - FARM RUN. L'ospitalità riservata agli atleti e ai loro accompagnatori - Parmigiano Reggiano con maggiori tutele in Cina - Pomodoro, Allarme siccità, - Come condividere la conoscenza. Il nuovo modello organizzativo messo a punto da Guido Zaccarelli - Parmigiano Reggiano: come rafforzare la tutela e risultare competitivi sui mercati internazionali - Ismea, consumi alimentari in graduale uscita dalla crisi.

SOMMARIO Anno 16 - n° 23 11 giugno 2017
1.1 editoriale
Assalto all'arma bianca
2.1 lattiero caseario
Il burro a oltre quota 100% rispetto lo scorso anno.
3.1 cereali e dintorni 
4.1 sport  FARM RUN. L'ospitalità riservata agli atleti e ai loro accompagnatori
5.1 export Parmigiano Reggiano con maggiori tutele in Cina.
5.2 siccità Pomodoro, Allarme siccità,
6.1 eventi GOLA GOLA 2017
7.1 marketing Come condividere la conoscenza. Il nuovo modello organizzativo messo a punto da Guido Zaccarelli.
7.2 pomodoro export Ismea, pomodoro da industria: migliorano consumi interni, Italia primo esportatore mondiale
8.1 Parmigiano e prospettive Parmigiano Reggiano: come rafforzare la tutela e risultare competitivi sui mercati internazionali
9.1 consumi Ismea, consumi alimentari in graduale uscita dalla crisi.
10.1 promozioni "vino" e partners
11.1 promozioni "birra" e partners

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 20170611-cop-cibus

 

Domenica, 11 Giugno 2017 11:41

Parmigiano Reggiano con maggiori tutele in Cina.

Bertinelli: bene l'accordo bilaterale. Intesa della UE con il colosso asiatico si aggiunge alle più recenti registrazioni avvenute in India, Azerbaijan e Thailandia. A breve registrazione anche in Turchia.

Reggio Emilia, 6 giugno 2017 - "Avremo una possibilità in più per tutelare il nostro prodotto, ed è indubbio che questo assume una rilevanza particolare in relazione al Paese di cui stiamo parlando e in funzione di un programma di lavoro che è in buona misura incentrato proprio su una lotta ancor più serrata all'uso improprio o fraudolento della nostra denominazione".

Così il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Nicola Bertinelli, commenta la pubblicazione delle 100 Dop o Igp europee in vista della loro protezione sul mercato del colosso asiatico sulla base dell'accordo bilaterale tra Unione Europea e Cina.
"La tutela legale - sottolinea Bertinelli - è indispensabile per sostenere la promozione del Parmigiano Reggiano nel mondo, e non a caso ne avevamo già tutelato il nome in Cina". "E' ora evidente - spiega il presidente del Consorzio - che l'accordo bilaterale va a rafforzare anche la nostra possibilità di azione a tutela del Parmigiano Reggiano e rappresenta una condizione importante per puntare ad elevare un flusso di esportazioni che va gradualmente crescendo anche in un Paese culturalmente molto lontano dalle nostre consuetudini alimentari".

20170608-PRRE-Cina"Nell'ambito dell'accordo - prosegue Bertinelli - spetterà comunque a noi la tutela reale del nome Parmigiano Reggiano rispetto a casi di usurpazione, contraffazioni e fenomeni di "italian sounding" che dovessimo individuare, così come accade in tutti i Paesi extra-UE, dove non esiste una protezione "ex officio" equiparabile a quella che qualche anno fa abbiamo ottenuto per l'area comunitaria".
Proprio questo lavoro, peraltro, si va intensificando in nuove aree del mondo, dove il Consorzio ha ottenuto la registrazione della denominazione d'origine. Tra i casi più recenti spiccano l'India, la Thailandia e l'Azerbaijan, mentre è in dirittura d'arrivo, essendo già stata pubblicata sul Bollettino Marchi (e fino ad ora senza opposizioni) la registrazione della denominazione Parmigiano Reggiano in Turchia.
"Nella definizione del nuovo piano strategico del Consorzio, che punterà molto sul rafforzamento dei sostegni alle esportazioni - conclude Bertinelli - andremo dunque a declinare una serie di progetti "ad hoc" per le nuove aree del mondo in cui sta aumentando la presenza del Parmigiano Reggiano e per giungere ad una quota del 50% delle esportazioni".


(Fonte CFPR)

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