Cantine Casabella: il "Duca di Ferro 2010", gutturnio doc riserva, è premio speciale "Denominazione di Origine 2014" nel centenario della cantina -
Piacenza, 7 aprile 2014 -
Si chiude con un premio prestigioso, lo speciale "Denominazione di Origine 2014", la 48.esima edizione Vinitaly delle Cantine Casabella di Castell'Arquato per il "Duca di Ferro" gutturnio doc riserva, cavallo di battaglia della casa. Un grande riconoscimento che si è andato ad aggiungere alla Gran Menzione.
A ritirare il premio, nella sala Rossini del padiglione conferenze di Vinitaly, a Verona, il direttore delle Cantine Casabella Gianfranco Rossi. A consegnare l'attestato all'interno delle premiazioni del 21 Concorso Enologico Internazionale, Damiano Berzacola, Vicepresidente di Verona Fiere, e Giuseppe Martelli, direttore generale di Assoenologi e presidente del Comitato Nazionale Vini del Ministero dell'agricoltura. A vincere il "Duca di Ferro 2010", gutturnio doc riserva, che ha conseguito, in assoluto, il miglior punteggio quale vino di denominazione di origine italiana, giudicato da una giuria, severissima, che ha lavorato in 15 sessioni per oltre 40 ore di valutazione su circa 3 mila campioni pervenuti alla rassegna per essere degustati dalle 21 commissioni giudicatrici.
Un vanto per le Cantine Casabella che, proprio nell'anno del centenario, vedono riconosciuto un lavoro che dura da anni ed a cui partecipano tutti gli operatori che si muovono attorno questo marchio: dagli agricoltori agli operai, dagli export manager agli impiegati, sino ai commerciali ed agli enologi. Una squadra di primo livello, con nomi importanti nel mondo dell'enologia: tra tutti gli enologi Stefano Testa ed Antonio Maccieri, creatori dei vini di questa cantina. Ed è un premio doppiamente gustato se si considera che il gutturnio riserva 2010 è stato scelto dalla cantina quale rappresentante di questo primo secolo di vita e che quindi esce dalla produzione in una veste grafica d'eccezione, con tre etichette scudate ed in serie limitata a cento per ricordare questi cento anni di vini. Un traguardo nelle terre del Ducato. E la rassegna veronese è stata per Casabella la conferma di un messaggio di tradizione ed innovazione, che sta portando la cantina nel mondo, con una produzione di circa 6 milioni e mezzo di bottiglie.
«Vinitaly è per noi un appuntamento irrinunciabile- ha confermato il direttore Gianfranco Rossi- a cui giungiamo sempre con piacere perché è una delle vetrine più prestigiose a livello internazionale, con una rigida selezione dei riconoscimenti. Inoltre è un momento di conoscenza, di marketing e di comunicazione verso chi già ci conosce e chi ancora non ha avuto modo di incontrare Casabella. Il premio speciale è solo una tappa del percorso di qualità che abbiamo intrapreso. È un premio di squadra, di tutta la famiglia Casabella, che ringrazio e che sprono a proseguire su questa strada».
Nelle foto: il direttore di Cantine Casabella con la Gran Menzione ed al ritiro del premio speciale.
(Fonte: ufficio stampa Cantine Casabella)
Vinitaly inaugura in un bagno di folla. Il Ministro Martina «Il vino è stato e sarà anche in futuro un grande ambasciatore del Made in Italy nel mondo. I numeri che presenta una manifestazione come Vinitaly sono la dimostrazione di un importantissimo punto di forza delI’agroalimentare del Paese»
di Virgilio -
Verona 06 Marzo 2014 ----
Complice la temperatura estiva un bagno di folla ha celebrato l’avvio della 48esima edizione di vinitaly. Migliaia di persone hanno preso d’assalto gli oltre 4.200 espositori presenti alla più importante manifestazione mondiale dedicata al vino.
E, come consuetudine, il taglio del nastro è avvenuto alla presenza del Ministro dell’Agricoltura Alimentazione e Foreste. La prima volta del Ministro Maurizio Martina, il quinto in cinque anni, il quale intervenendo per ultimo al convegno inaugurale promette solennemente di “combattere senza sosta l’italian sounding” ma anche di dare una definitiva svolta alla semplificazione delle procedure raccogliendo l’invito del governatore del Veneto, Luca Zaia, il quale ha anche chiesto di perseguire le vere frodi.
«Il vino è stato e sarà anche in futuro un grande ambasciatore del Made in Italy nel mondo» ha dichiarato Maurizio Martina, Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, intervenendo all’inaugurazione del salone questa mattina. «Dobbiamo continuare a lavorare in questa direzione – ha continuato il Ministro – perché i numeri che presenta una manifestazione come Vinitaly sono la dimostrazione di un importantissimo punto di forza del'Italia».
Per il Presidente De Castro «il dato estremamente positivo che celebriamo al 48° Vinitaly di Verona riguarda la straordinaria crescita che il settore sta registrando in tutti i mercati del mondo. Il 2013 si è concluso con saldo positivo all’estero di oltre 5 miliardi: è avvenuto il cosiddetto “sorpasso”, cioè esportiamo più vino di quanto ne beviamo in Italia. Merito della vitalità delle nostre imprese».
Per Martina, infine, ai formidabili dati dell’export occorre affiancare un processo utile a “riattivare la domanda interna”.
Alla cerimonia di apertura presenti anche il Presidente della Commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo, Paolo De Castro, il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, il Presidente della Provincia di Verona, Giovanni Miozzi, e il Sindaco di Verona, Flavio Tosi. A rappresentare Veronafiere, il Presidente, Ettore Riello e il Direttore generale, Giovanni Mantovani.
La cerimonia si è quindi conclusa con le premiazioni del 21 esimo concorso enologico internazionale assegnando 73 medaglie uscite da 21 commissioni, presiedute da Giuseppe Martelli, Direttore generale di Assoenologi e presidente del Comitato nazionale Vini del Ministero dell'agricoltura. che hanno valutato oltre 3.000 vini provenienti da 30 diversi Paesi.
Il premio “Gran Vinitaly 2014” è stato assegnato alla CAVIT di S.C. di Trento che ha ottenuto il maggior punteggio con due medaglie conseguite in gruppi diversi.
Il Premio Speciale “Vinitaly Nazione 2014” quest’annoè andato in Italia a Cantine Due Palme Soc. Coop. Agricola - Cellino San Marco.
Invece il premio "Banca Popolare di Verona" è stato assegnato al vino Colli Piacentini Doc Malvasia Passito "Sensazioni D'inverno - le Virtù del Poggio" 2011 della Società Agricola Terzoni Claudio S.r.l. - Vernasca (PC) per aver conseguito il miglior punteggio fra tutti i vini veneti, o emiliano romagnoli, o trentini o friulani di tutte le categorie previste dal regolamento del 21° Concorso Enologico Internazionale.
(La classifica completa 2014 è disponibile su http://www.vinitaly.com/areaEspositori/concorsiVinitaly/sel/2)
Insieme a Vinitaly, hanno aperto i battenti anche Sol&Agrifood, la Rassegna dell’agroalimentare di qualità ed Enolitech, il Salone Internazionale delle Tecniche per la Viticoltura, l’Enologia e delle Tecnologie Olivicole ed Olearie.
«Sono due manifestazioni dalle potenzialità di successo replicabili come quelle di Vinitaly – ha commentato ancora Martina –. Oltre al vino, nel settore agroalimentare abbiamo altri prodotti e altre filiere d’eccellenza che lavorano altrettanto bene».
Vinitaly, domani inizia la kermesse veronese
Dal 6 al 9 aprile Verona ospiterà il gotha dell’enologia e non solo. Alle 11,00 manifestazione di inaugurazione del 48esimo Vinitaly.
di Virgilio -
Parma 05 Marzo 2014 --
Numeri in crescita così come la qualità degli eventi che arricchiscono una delle più importante rassegne internazionali dedicate al mondo del vino.
Quattro giorni intensi che se dovessero replicare i numeri dello scorso anno vedrebbero 148.038 visitatori dei quali quasi 53.000 esteri aggirarsi tra gli oltre 4.000 espositori ben organizzati all’interno degli 89.000 mq di superficie netta.
I presupposti per replicare i numeri dello scorso anno ci sono tutti. Espositori e eventi di qualità e per tutti i gusti.
Al debutto quest’anno uno spazio espositivo dedicato al vino biologico, organizzato da Vinitaly grazie alla collaborazione di FederBio. In scena aziende produttrici Bio per eccellenza, che rispondono con rigore alle normative di tutela UE, raccontando storie di vini che ignorano la
chimica e piegano la tecnologia al rispetto della totale naturalità. Insieme agli stand, a disposizione del pubblico, un’enoteca per la degustazione di tutti i vini bio-certificati presenti a Vinitaly (VINITALYBIO: DEBUTTA IL SALONE DEDICATO AL VINO BIOLOGICO CERTIFICATO).
Enolitech e Sol&Food sono due eventi nell’evento che vanno a completare l’offerta di Vinitaly. Il primo dedicato alle tecnologie nel settore enologico e oleario (L'INNOVAZIONE NEL MONDO DEL VINO E DELL’OLIO PASSA PER ENOLITECH), mentre il secondo più dedicato al palato; OLIO, FOOD E BIRRA: I TRE VOLTI “BUONI” DI SOL&AGRIFOOD.
Anno 13 - n° 14 - 07 Aprile 14
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1.1 editoriale
Rivoluzione francese al femminile
3.1 aziende
CASABELLA, 100 anni DiVini.
4.1 Lattiero Caseario
Torna a scendere il latte Spot.
5.1 parmigiano reggiano
Parmigiano Reggiano in assemblea. Nuove azioni per la redditività.
6.1 biologico
Bruxelles ha varato la proposta di riforma del biologico
6.2 Collegato DDL
Confagricoltura. "Norme importanti per la semplificazione, ma da perfezionare nell'iter parlamentare"
7.1 vinitaly 2014
De Castro: Vinitaly ambasciatore del vino in Italia e nel mondo
7.2 Marketing
Vino: risalgono le vendite nei supermercati.
8.2 Vino
Il Wine kit per fare il Verdicchio
9.1 vinitaly 6-9 aprile
Ismea al Vinitaly 2014
Accordi con gli esportatori e intese con la distribuzione straniera. Produzione in lieve calo, bene i consumi
Parma, 2 aprile 2014 - Se l’agroalimentare “made in Italy” vale 33,5 miliardi di euro e il “made in Germany” ne vale quasi il doppio (60 miliardi), per il Paese che vanta il maggior numero di prodotti Dop a livello mondiale, cioè proprio l’Italia, vi sono ampi spazi di crescita e per azioni che consentano di trasformare un indiscusso primato di notorietà in reale reddito per i produttori.
E’ partendo da questi dati che il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Giuseppe Alai, ha presentato oggi all’assemblea dei soci una serie di linee di lavoro che puntano proprio ad accrescere la redditività del comparto, fondata su un nuovo equilibrio che chiama in causa la produzione (e il tal senso agisce il piano di regolazione dell’offerta che per il 2014 prevede la produzione di 3.250.000 forme, ovvero 29.000 in meno rispetto al 2013, la tradizione, l’innovazione, i legami con il territorio, i nuovi modelli di consumo, il rapporto qualità/prezzo e, in particolare, le relazioni commerciali e le modalità di comunicazione.
Sullo sfondo vi sono buone condizioni, a partire da una produzione che nei primi due mesi del 2014 ha fatto segnare un -0,1%, da un export che nel 2013 è cresciuto del 5,62% (la quota di export è così salita al 34%, con 46.000 tonnellate in più), da consumi interni in crescita dello 0,2% mentre sono apparsi in flessione tutti i formaggi duri, fino a scorte sensibilmente in calo dal settembre fino al gennaio scorso e leggermente in ripresa a febbraio per l’allungarsi del periodo di stagionatura.
“Il “quanto” produrre – ha detto Alai – lo abbiamo già stabilito, così come il “come” (con un disciplinare sempre più rigido nei vincoli con il territorio sia per la produzione che il confezionamento): oggi siamo impegnati su “quali” mercati e “quali” consumatori, con azioni specifiche sulla comunicazione (sempre più orientata sulle caratteristiche del prodotto e su tasting in store piuttosto che su una notorietà ampiamente acquisita) e su nuovi accordi commerciali”.
Fra questi spiccano quelli orientati al rafforzamento dell’export, con l’obiettivo di raggiungere una quota del 50% nei prossimi cinque anni.
Nascono da qui – ha ricordato Alai – gli accordi con gli esportatori italiani e, al tempo stesso, ile nuove intese con la grande distribuzione estera, che può offrire ai consumatori stranieri un prodotto naturale a condizioni accessibili, evitando speculazioni sui prezzi che limiterebbero inevitabilmente un consumo diffuso.
Su queste linee di rafforzamento dell’export sarà fondamentale – ha osservato Alai –l’esito della pressione che la UE sta esercitando sugli Stati Uniti, nell’ambito degli accordi sul libero scambio, affinché sia cambiata una legislazione americana che ammette la produzione di formaggi con denominazioni simili a quelle del Parmigiano Reggiano (e tra queste anche “parmesan”). “Una battaglia – ha concluso Alai davanti ai rappresentanti di oltre 200 caseifici – che va sostenuta incisivamente, perché è con questi nuovi accordi diplomatici che si può raggiungere un obiettivo altrimenti impensabile”.
Bruxelles punta ancora sul BIO. L’Italia é tra i leader europei e mondiali.
Parma 2 aprile 2014
La sfida è di spessore, basti pensare che negli ultimi 10 anni la domanda di prodotti bio nell'Unione europea é quadruplicata, mentre la produzione interna é appena raddoppiata. A comunicarlo è EuroKom, un’Associazione no Profit avente sede nella Regione Calabria che si occupa di informazione e comunicazione relativamente alle istituzione e alle politiche comunitarie, lo scorso martedi 25 marzo.
A beneficiare dell'aumento di domanda non sono stati quindi i produttori europei, ma quelli mondiali. Un gap che evidentemente deve essere colmato anche in ragione della qualità delle produzioni. Non sempre, infatti gli elevati standard qualitativi imposti dall’UE sono rispettati dai paesi terzi con conseguente esitazione di prodotti fortemente concorrenziali.
Questa riforma,voluta dal Commissario europeo all'Agricoltura, Dacian Ciolos, dà quindi un forte giro di vite ai controlli, rafforzando e armonizzando le norme sia nell'Unione europea, che sui prodotti importati.
La stessa eliminerà molte deroghe, concedendo la possibilità ai piccoli produttori di produrre bio, iscrivendosi ad un sistema di certificazione di gruppo, introdurrà nuove regole in materia di esportazione e semplificherà la legislazione per ridurre i costi. Infine,come richiesto da più del 90% dei cittadini europei, il biologico può essere solo Ogm-free. Tuttavia, per quanto riguarda eventuali contaminazioni é accettata una presenza fino allo 0,9% di residui di Ogm autorizzati, come per i prodotti tradizionali.
Collegato alla legge di stabilità. Audizione al Senato, Guidi: "Norme importanti per la semplificazione, ma da perfezionare nell'iter parlamentare"
- Roma, 1 aprile 2014 -
“Un testo legislativo importante, che affronta finalmente la semplificazione in agricoltura e lo sviluppo del made in Italy, ma che va perfezionato nel suo iter parlamentare”. Questo il commento del presidente di Confagricoltura Mario Guidi in relazione al disegno di legge collegato alla legge di Stabilità, in tema di semplificazione, razionalizzazione e competitività del settore agricolo.
Confagricoltura, in particolare, non condivide la delega al Governo, per raccogliere in appositi testi unici tutte le norme vigenti nel settore agricolo. “Sembra che l’intervento sia dettato da esigenze meramente tecniche di migliore organicità, mentre – ha evidenziato Guidi – non si deve perdere l’occasione di effettuare interventi di modifica sostanziale all'impianto normativo volti alla modernizzazione ed allo sviluppo dell'agricoltura”.
Così come, ad avviso di Guidi, “non sembrano coerenti con la crescita del settore le proposte avanzate di revisione della normativa sulle società in agricoltura che tendono a limitare l’affermazione di questo strumento che in molti casi, invece, risponde pienamente alle esigenze delle imprese”.
“Concordo sulla delega al governo per la revisione degli enti agricoli di vigilanza e ricerca, che – ha poi aggiunto - devono trovare efficienza e soddisfare pienamente i bisogni delle imprese agricole”.
Nel Ddl si attribuisce valore di marchio privato alla denominazione ‘Made in Italy’. A tal proposito il presidente di Confagricoltura ha avanzato alcune riserve, sia sul piano della compatibilità con la normativa comunitaria, sia per i contorni non ben definiti della disciplina contenuta nel Collegato, per cui ha richiesto un miglior approfondimento in sede parlamentare.
(Fonte Confagricoltura)
E fra I benefici della nuova Pac, ricorda l’ex ministro dell’Agricoltura, «i produttori potranno contare, oltre che sulle tradizionali risorse destinate alla promozione nei Paesi terzi, anche su nuovi fondi destinati alla promozione nel mercato europeo».
Verona, 31 marzo 2014. Il record storico di esportazioni di vino italiano nel mondo, l’abolizione delle norme anti-dumping da parte della Cina, le opportunità di promozione anche sul mercato europeo e una Politica agricola comunitaria che ha messo un paletto alla liberalizzazione selvaggia sono alcuni degli aspetti e delle opportunità per il comparto vitivinicolo nazionale. A dirlo è l’on. Paolo De Castro, presidente della Commissione Agricoltura al Parlamento europeo, in un’intervista all’Ufficio stampa di Vinitaly.
Alla vigilia della 48ª edizione del Salone internazionale dei vini e dei distillati, De Castro consacra Vinitaly come «l’ambasciatore del vino, in Italia e nel mondo, luogo di conoscenza e di creazione di valore per un prodotto che simboleggia al meglio la tradizione e la qualità italiana».
Presidente De Castro, con la riforma della Pac che entrerà in vigore il prossimo 1° gennaio, cosa cambia per il settore del vino?
«La nuova politica agricola ha scongiurato la liberalizzazione selvaggia dei diritti di impianto dei vigneti. Pur concludendosi il sistema dei diritti nel 2015, sarà introdotto un nuovo sistema di autorizzazioni a partire dal 2016 e fino al 2030 e gli Stati membri che si avvarranno del sistema dei diritti d’impianto avranno facoltà di decidere se passare al nuovo sistema entro il 2020. Nell’ambito dei programmi di sostegno, troveranno poi spazio nuove misure, come quella relativa all’innovazione e quella relativa alla promozione rivolta al mercato interno limitatamente all’informazione sull’uso consapevole di vino e sul sistema europeo delle denominazioni di origine e indicazioni geografiche».
Quali sono le opportunità che si aprono per i produttori italiani all’interno dell’Unione europea e nei confronti dei Paesi Terzi?
«Come anticipavo, con la nuova Pac i produttori potranno contare - oltre che sulle tradizionali risorse destinate alla promozione nei Paesi Terzi - anche su nuovi fondi destinati alla promozione nel mercato europeo. Si tratta di un’innovazione che il Parlamento ha voluto introdurre su una leva che ha caratterizzato con successo la competitività degli ultimi anni, e che potrà rappresentare indubbiamente un’ulteriore opportunità per far conoscere e apprezzare ancora di più le eccellenze del settore anche in Europa. Il mercato dell’Unione rappresenta, infatti, il 60% delle “esportazioni” dei Paesi membri, basta pensare a quanto sono importanti per l’Italia mercati come quelli della Germania e dell’Inghilterra. Quote che possono continuare a crescere grazie a un sostegno adeguato e a un’organizzazione più efficiente».
In termini di aiuti per ettaro, invece, di quanto sarà la riduzione per i vitivinicoltori e su quali valori si fisserà nel 2019, tenuto conto della convergenza?
«Su questo aspetto gli istituti di ricerca stanno elaborando simulazioni sui singoli settori per verificare gli impatti della convergenza interna rispetto al quadro attuale. La scelta del modello di convergenza (regione unica piuttosto che aree amministrative) e delle modalità di applicazione del nuovo regime di pagamento fanno parte di quel “pacchetto” di decisioni che gli Stati membri dovranno notificare a Bruxelles entro il mese di luglio. Tali scelte dovranno esser prese all’interno di alcuni “paletti” fissati dalla riforma della Pac. In tale ambito, mi piace ricordare che proprio in seguito alle modifiche apportate dal Parlamento europeo durante i negoziati, gli impatti del nuovo regime rispetto a quello attuale sono stati limitati, consentendo allo Stato membro di regionalizzare solo il 60% del budget nazionale e di limitare comunque le perdite».
Quali sono gli aspetti positivi e quali quelli più penalizzanti della riforma dell’ocm vino e del suo accorpamento all’interno dell’Ocm unica?
«La riforma dell’Ocm vino rappresenta un importante punto di equilibrio tra le diverse vocazioni ed esigenze dei paesi produttori dell’Unione. L’introduzione di un sistema autorizzativo al posto della liberalizzazione senza regole dei diritti di impianto dei vigneti è sicuramente un buon punto di approdo per un settore che deve stare al passo coi tempi, senza però per questo perdere identità. Certamente occorrerà, come stiamo facendo in Parlamento, monitorare la fase applicativa di tale misura, al fine di confermare i contenuti dell’accordo politico che è stato poi recepito dalle istituzioni europee e tradotto nell’atto di base. Per quanto riguarda l’accorpamento all’interno dell’Ocm unica, si tratta di una maggiore semplificazione e organicità di strumenti e misure che tra l’altro conferma un percorso già avviato con le precedenti riforme. L’importanza della funzione aggregativa è fondamentale per tutti i settori, compreso quello del vino. Solo se si è organizzati si riesce ad essere forti e competitivi e a guadagnare nuove fette di mercato. Ed è proprio questa la direzione in cui vanno le misure definite all’interno del dossier Pac».
Dopo il “Pacchetto Latte” e il “Pacchetto Prosciutto” si arriverà anche ad un “Pacchetto Vino” per la programmazione produttiva?
«A oggi non mi sembra una strada percorribile anche perché a riformare il funzionamento degli aiuti per il vino è stata la recente riforma del regolamento sull’Organizzazione Comune di Mercato all’interno della Pac2020 e tale aspetto non ha caratterizzato il negoziato. Certamente le finestre normative e di riforma che caratterizzeranno il lavoro della prossima legislatura europea (ad esempio nel caso di una riforma settoriale o di una revisione della Pac2020) possono rappresentare un’opportunità per ricalibrare e modernizzare gli aiuti europei anche nel settore vitivinicolo».
Doc, Docg e Igt: funzionano ancora e riescono a dare valore aggiunto ai prodotti?
«Certificare e garantire la materia prima e un percorso produttivo di qualità sono azioni fondamentali che l’Europa ha messo in campo per la valorizzazione del prodotto e per la corretta informazione del consumatore. Anche in questo caso, però, dobbiamo allontanare lo sguardo e ragionare in termini di contesto: torna centrale il tema dell’organizzazione per far sì che le nostre eccellenze riescano ad accedere ai mercati che maggiormente ne apprezzano la qualità. Qualità che è un elemento competitivo ormai imprescindibile ma che necessita di un modello di “azione” da predisporre in maniera meticolosa ed efficiente. In tal senso i successi del vino possono rappresentare un esempio vincente e da seguire anche per altre produzioni caratterizzanti il nostro straordinario patrimonio agroalimentare».
Vinitaly sta per tagliare il traguardo della 48ª edizione. Che ruolo svolge oggi a vantaggio del sistema vitivinicolo italiano?
«Con la 48ª edizione Vinitaly si conferma l’ambasciatore del vino, in Italia e nel mondo. La straordinaria forza aggregativa e la visione commerciale che caratterizza anche le “missioni” della manifestazione all’estero fanno sì che Vinitaly sia, anno dopo anno, un solido punto di riferimento per l’intero settore. Un luogo di conoscenza e di creazione di valore intorno a uno dei prodotti che meglio simboleggia la tradizione e la qualità italiana, che ha ancora importanti margini di apprezzamento e crescita sui mercati. Margini che, anche grazie allo spirito aggregativo e organizzativo di Vinitaly, oggi possono essere conquistati con successo».
La Cina ha annunciato l’archiviazione del dossier anti-dumping sul vino. Il Presidente Xi ha iniziato un tour in Europa, ma non sarà in Italia. Il sistema vino italiano ne uscirà danneggiato rispetto ai colleghi francesi?
«La chiusura della procedura cinese antidumping e anti-sovvenzione verso le importazioni di vino proveniente dalla Ue rappresenta una buona notizia per il nostro sistema vinicolo. Una decisione maturata anche a seguito del gioco di squadra messo in campo da Italia, Spagna e Francia. Anche per queste ragioni credo che non ci siano all’orizzonte penalizzazioni per il sistema vino italiano rispetto a quello francese, a prescindere dall’agenda del Presidente Xi. Certamente, come sistema Italia - così come accade già da tempo in Francia - dovremmo esser capaci di sfruttare le opportunità commerciali, soprattutto quelle provenienti dal mercato cinese. Il record storico delle esportazioni italiane di vino, che lo scorso anno si sono attestate su un valore di 5 miliardi di euro, costituisce un dato importante per continuare a crescere in futuro anche sul mercato orientale. In tal senso, la chiusura della procedura antidumping deve rappresentare un nuovo punto di partenza nelle relazioni commerciali con il paese asiatico».
Intervista a cura del Servizio Stampa Veronafiere
Ismea parteciperà alla 48ma edizione del Vinitaly, in programma a Verona dal 6 al 9 aprile.
Parma sbarca a Milano, nella centralissima Galleria Vittorio Emanuele per presentare due iniziative dedicate all’alimentazione, con lo scopo di aprire una strada verso il collegamento con l’Expo di Milano 2015 e di far conoscere e apprezzare il meglio della sua produzione agro-alimentare.
Parma 02 marzo 2014 ----
Il tutto avverrà a metà aprile. E non ci sarà solo cibo, ma anche cultura legata alle nostre tradizioni eno-gastronomiche.
L’operazione, coordinata dall'assessore alle Attività produttive, Commercio e Turismo del Comune di Parma, Cristiano Casa, coinvolgerà la città storica lungo l’asse della via Emilia: dal Barilla Center, attraverso Piazza Garibaldi e passando per la Ghiaia si raggiungerà l’Ospedale Vecchio, tutte mete dove gli chef stellati provenienti da diverse regioni d’Italia proporranno i nostri prodotti lavorati da loro, con prezzo fisso a tre euro a piatto.
Contemporaneamente a Palazzo del Governatore ci sarà la mostra “Cibo immaginario”, un excursus nel mondo del cibo letto attraverso i rotocalchi italiano degli anni cinquanta e sessanta.
Ambasciatore delle iniziative in terra ducale è stato il sindaco Federico Pizzarotti: “Questo inedito viaggio nella cultura del cibo – ha affermato - sarà occasione per vivere e conoscere la nostra città e i nostri prodotti, trasformati dalle sapienti mani di 7 chef stellati.
Parma è sede dell’EFSA – ha continuato il sindaco – e anche questo rappresenta un riconoscimento delle grandi potenzialità della nostra città. E’ un aperitivo di quello che faremo nell’anno dell’Expo. L’iniziativa si svilupperà lungo l’asse della via Emilia, ai portici del Grano e in piazza Ghiaia. Sono certo – ha concluso – che una volta che si provano questi prodotti se ne mantiene il ricordo. Questo vuole essere un invito a venire a Parma e a conoscere il suo territorio”
E il cibo chiama ad accompagnarlo il vino: lo ha ricordato Maurizio Dodi, Presidente del Consorzio dei vini di Parma in rappresentanza di tutti i Consorzi: “Abbiamo un ottimo vino che non è conosciuto come meriterebbe – ha detto Dodi - va abbinato ai prodotti di Parma: malvasia e lambrusco faranno gustare i prodotti del nostro territorio”.
Sarà della partita anche Massimo Spigaroli: “I prodotti di Parma – ha detto – sono una base ideale per una buona cucina. La tradizione risale al Ducato di Parma, la nostra è un’attenzione antica al cibo. Questa è una manifestazione importante per la città perché mette insieme un sistema. I cuochi che vengono da fuori valorizzeranno a loro modo i nostri migliori prodotti. Mettersi insieme, provare, sperimentare ci aiuta a crescere e a dare valore ai nostri prodotti”.
A presentare la mostra “Il cibo immaginario” che aprirà in contemporanea a Palazzo del Governatore, ci ha pensato l’assessore alla cultura Laura Maria Ferraris: “L’esposizione a Palazzo del Governatore – ha ricordato Ferraris - è curata da Marco Panella. La mostra guarda all’agro-alimentare come processo culturale, patrimonio della nostra comunità, che con questa operazione cerchiamo di accompagnare. Nei rotocalchi degli anni cinquanta e sessanta troviamo il legame degli italiani con il cibo. Vogliamo dare un segno del nostro percorso in un legame con Milano che ci porterà all’Expo 2015”.
INGREDIENTE PARMA
Una passeggiata in centro per gustare le eccellenze del territorio
Parma, capitale della cultura enogastronomica italiana e patria di grandi eccellenze, famose in tutto il mondo, ospiterà sabato 12 e domenica 13 aprile 2014 la prima edizione di Ingrediente Parma.
Un evento aperto al pubblico che vuole portare nelle piazze della città emiliana i popolari quanto prestigiosi prodotti parmensi con la possibilità di assaggiarli in tutta la loro tradizionalità ma anche in modo più creativo. Una piacevole occasione per fare una passeggiata per le vie del centro assaggiando i piatti di grandi Chef, locali e non, che interpretano i grandi prodotti di Parma con creatività, dall'antipasto al dolce, accompagnandoli con i vini locali. A rappresentare il territorio ci saranno gli Chef Davide Censi del ristorante Antichi Sapori, Franco Madama del ristorante Inkiostro, Massimo Spigaroli del ristorante Al Cavallino Bianco, Alberto Rossetti del ristorante Al Tramezzo e Augusto Farinotti del ristorante La Brace di Maiatico.
Parma ospiterà anche gli Chef stellati dell'associazione Chic (http://www.charmingitalianchef.com): Marco Sacco del ristorante Piccolo Lago di Verbania, Andrea Ribaldone, Fabio Barbaglini e Accursio Craparo.
La passeggiata può partire con gli antipasti ai Portici dell'Ospedale Vecchio, per proseguire in Piazza Ghiaia dove verranno serviti i primi piatti ed il dolce. In Piazza Garibaldi ci saranno i secondi ma non solo, qui infatti saranno presenti anche gli stand istituzionali dei Consorzi delle eccellenze parmensi: Prosciutto di Parma, Parmigiano Reggiano, Culatello di Zibello, Vini dei Colli di Parma. Ma non finisce qui! Nei pressi del Barilla Center ci si potrà rilassare facendo merenda o concedendosi un aperitivo con i finger food preparati dagli Chef di Academia Barilla.
Non mancherà inoltre un comodo servizio navetta gratuito che la sera del sabato passerà tra le varie postazioni.
Ingrediente Parma è un’iniziativa del Comune di Parma e del Consorzio GeCC (Gestione Centro Città Parma), organizzata dal Consorzio Tutela Vini dei Colli di Parma, con la collaborazione di ALMA (La Scuola Internazionale di Cucina Italiana), Academia Barilla, Barilla Center, Consorzio del Prosciutto di Parma, Consorzio del Culatello di Zibello, Consorzio del Parmigiano Reggiano, Associazione Italiana Sommelier Parma, con il contributo di Vetreria Fiorenza e Cavazzini Spa.
Il cibo immaginario 1950 – 1970: pubblicità e immagini del’Italia a tavola
Il Cibo Immaginario. 1950- 1970 Pubblicità e immagini dell’Italia a tavola, mostra ideata e curata da Marco Panella, prodotta da Artix in collaborazione con Coca-Cola Italia, Gruppo Cremonini e Montana, racconta venti anni di vita e costume italiani attraverso icone, stili e linguaggi della pubblicità del cibo e dei riti del mangiare e, dopo il successo dell’edizione romana che ha visto 33.000 visitatori al Palazzo delle Esposizioni, arriva al Palazzo del Governatore di Parma, con il patrocinio e la collaborazione del Comune.
Circa 400 immagini, rendono fruibile per la prima volta al grande pubblico un percorso iconografico omogeneo che recupera un giacimento culturale che ha segnato la modernità italiana. Immagini da osservare una ad una, cogliendo l’evoluzione dei paradigmi di comunicazione e, soprattutto, la portata evocativa ed emozionale; una storia visiva suggestiva, nella quale rintracciare i segni del cambiamento di un’Italia che corre veloce dalla Ricostruzione fino all’Austerity e che, nel cibo e nei modi del mangiare, trova un media fortissimo nel quale misurare il suo affrancamento sociale.
Il punto di osservazione scelto per il racconto de Il Cibo Immaginario è quello della memoria e del linguaggio estetico delle pubblicità del cibo che hanno sorriso agli italiani dalle pagine dei rotocalchi, testate con milioni di copie vendute a settimana e che offrivano ai lettori una straordinaria sintesi tra informazione e lettura popolare d’evasione; da quelle pagine, le pubblicità precorrevano i tempi, ne esaltavano le tendenze, alimentavano un sistema di ambizione e di rincorsa sociale e, viste oggi, a distanza di decenni, ci restituiscono intatta l’immagine di una Nazione che aveva fiducia in se stessa e che, pur con tutti i suoi tratti d’ingenuità, era in cammino verso la modernità.
Il linguaggio espositivo de Il Cibo Immaginario è quello dei materiali cartacei sopravvissuti e recuperati dalla dispersione, cercati e trovati nelle case e nelle cantine, nei mercatini del piccolo modernariato e sui siti di aste telematiche, materiale povero e al tempo stesso ricco di vita vissuta: riviste - dalle quali sono state tratte le inserzioni pubblicitarie - e poi manifesti, locandine, depliant, cataloghi premio, agende per la casa, calendari, cartoline illustrate, fotografie, figurine, fumetti e, a completamento della memoria cartacea, una selezione di oggetti, latte pubblicitarie ed utensili promozionali di quando la parola gadget non era ancora entrata nell’uso quotidiano.
L’impianto culturale della mostra presenta le immagini raccolte in dodici grandi temi: dall’Italia che introduce nuove forme, oggetti e colori nel suo paesaggio domestico all’Italia dei baby boomer, dall’Italia del tempo libero all’Italia degli intenditori, dall’Italia che sogna con i concorsi a premio all’Italia che scopre il risparmio e le offerte speciali, dall’Italia della seduzione all’Italia delle famiglie e, in ultimo, a fine percorso, l’Italia dal vivo, ritratta in 30 fotografie che restituiscono volti e contorni di quell’Italia alla quale le pubblicità parlavano e che, anche attraverso quelle pubblicità, sognava il suo futuro.
Dal punto di vista pubblicitario, venti anni significano una produzione iconografica sterminata e l’evoluzione di stili completamente diversi, che distinguono la creatività di illustratori, grafici e pubblicitari che hanno saputo inventare linguaggi e suscitare emozioni; grandi firme alcuni, meno noti altri e sconosciuti altri ancora, tutti, però, artisti dell’immaginario ai quali va indistintamente il tributo di questo lavoro, che ha la pretesa di raccontare un po’ di Italia e l’ambizione di far sorridere.
Info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. www.ciboimmaginario.it
(Fonte Comune di Parma)
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