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Si apre venerdì il Monterosso Val d’Arda Festival, una tre giorni ricca di eventi, dal 25 al 27 aprile, per celebrare e conoscere il Monterosso, vino tipico della Val d’Arda, protagonista dell’omonimo festival che vede unirsi un intero territorio sotto la rocca merlata di Castell’Arquato. 

 

Piacenza, 22 aprile 20145 -

 

La rassegna, organizzata da Avis di Castell’Arquato ed associazione culturale La Goccia, in collaborazione con la Provincia di Piacenza, Comuni di Castell’Arquato, Lugagnano, Alseno, Vernasca, Carpaneto e Gropparello, Regione Emilia Romagna, Associazione Italiana Sommeliers di Piacenza, la Fisar di Piacenza e l’Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino di Piacenza, prevede un programma denso di appuntamenti tutti legati al vino ed a questo tipico prodotto locale, storicamente apprezzato dal grande pubblico. Fu, infatti, il pontefice Paolo III Farnese, ad apprezzarne i leggeri sentori ed a “pubblicizzarli” nelle corti rinascimentali del Cinquecento italiano: 

Castell’Arquato fa vini perfettissimi e in gran pregio che è un gran peccato che questa collina non sia tutta vigna, che qui sono di così delicati vini quanto sia in tutta la Lombardia, tanto rossi quanto bianchi. Et qui afferma sua beatitudine si forniva per il suo viaggio anche che fosse a Ferrara e a Bologna” scriveva il cantiniere del pontefice. 

E proprio a Paolo III, ed alla sua venuta a Castell’Arquato, in visita alla figlia e Signora del borgo nel 1541, sarà dedicato il giorno di chiusura della manifestazione, domenica 27 aprile, quando nella piazza municipale si rievocherà, con i costumi storici, la sua presenza. 

Il calendario prevede incontri tematici sul vino, degustazioni di prodotti locali, intrattenimento musicale, mostre d’arte dedicate al vino ed alle etichette antiche. 

Per l’occasione molte aziende agroalimentari del territorio parteciperanno con i propri prodotti o addirittura aprendo le porte delle aziende per assaggi e degustazioni mirate e guidate da esperti. Il programma completo è visionabile sul sito del festival: www.festivalmonterosso.it.

 

Pubblicato in Dove andiamo? Emilia

 

Il contest indetto dal magazine on line Cucina semplicemente e al quale hanno partecipato oltre quaranta food blogger di tutta Italia -

 

Modena, 22 aprile 2014 -

La gelatina all'Aceto Balsamico di Modena Igp prodotto dalla cooperativa modenese La Tradizione è stata protagonista del contest indetto dal magazine on line Cucina semplicemente e al quale hanno partecipato oltre quaranta food blogger di tutta Italia. Ha vinto la cosentina Filomena Patitucci (autrice del blog “Io cucino così”), che ha proposto una ricetta dello strudel di mele con noci, fichi secchi e gelatina all’Aceto Balsamico di Modena Igp. La blogger è stata premiata con una giornata di formazione che si è svolta nei giorni scorsi a Brescia presso la scuola di cucina Cast Alimenti. Patitucci ha cucinato accanto allo chef formatore Marco Martinelli, mentre il presidente della cooperativa La Tradizione, Mirco Casari, ha raccontato la storia dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena Dop, spiegando ciò che lo distingue dall’Aceto Balsamico di Modena Igp. È seguita la degustazione delle due tipologie di Aceto Balsamico Tradizionale (almeno 12 anni e almeno 25 anni di invecchiamento), con annessa analisi sensoriale. Dopo il pranzo, offerto dalla scuola Cast Alimenti, i presenti si sono riuniti in cucina per assaggiare il dolce creato da Filomena Patitucci. Oltre alla gelatina all’Aceto Balsamico di Modena Igp, contenuto nel ripieno dello strudel, gli ospiti hanno assaggiato le gocce di Aceto Balsamico Tradizionale di Modena che il presidente della cooperativa La Tradizione ha fatto cadere su ogni fetta del dolce. Un tripudio di sapori che ha lasciato i presenti senza parole.

 

(Fonte: ufficio stampa Confcooperative Modena)

 

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 16 21 Aprile 14

SOMMARIO

Anno 13 - n° 16 - 21 Aprile 14

 

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SOMMARIO

Anno 13 - n° 16 21 Aprile 14

 

BUONA PASQUA

1.1 editoriale

Buona Pasqua

2.1 ambiente

S.O.S. Bonifica

3.1 concorso enologico

Concorso Enologico “Matilde di Canossa”

4.1 expo2015

Federalimentare 4 EXPO. L’Industria alimentare italiana a EXPO2015

5.1 Cibus 2014 5-8 maggio

Cibus 2014, l’industria alimentare si presenta al completo

6.1 Lattiero Caseario

“Mercati deboli. Latte Spot in forte ribasso.

7.1 expo2015

EXPO2015, Giovanni Mantovani nominato nel comitato scientifico per il padiglione del vino

8.1 biologico

Cresce il Bio. Quali prodotti utilizzare

9.1 grana padano 

Cresce la produzione e l’export sostiene la remunerazione 

10.1 consumi

Pasqua, 8 su 10 a casa

 

 

 

Cibus 16 21apr14 COP

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
Domenica, 20 Aprile 2014 11:13

Concorso Enologico “Matilde di Canossa”

 

Quinta edizione del Concorso enologico “Matilde di Canossa-Terre di Lambrusco”. Per le iscrizioni c’è tempo sino al 6 maggio.

 

Reggio Emilia, 17 aprile 2014 - 

Dopo il successo del 2013 – che portato in selezione finale 90 vini (45 dei quali prodotti nella provincia di Reggio Emilia), per i viticoltori emiliani e mantovani è scattato il conto alla rovescia per la partecipazione al Concorso enologico “Matilde di Canossa-Terre di Lambrusco”, l’appuntamento annuale proposto dalla Camera di Commercio di Reggio Emilia per valorizzare e promuovere la miglior produzione di lambrusco.

Il lancio dell’iniziativa giunge dopo alcuni eventi che hanno visto l’Ente camerale particolarmente impegnato a sostegno della visibilità dei lambruschi e delle esportazioni dei vini reggiani.

Tra questi, spicca il grande consenso ottenuto al Vinitaly di Verona, nel cui ambito sono stati organizzati una cinquantina di incontri d’affari che hanno coinvolto dieci aziende locali e importatori e buyer di prodotti Top gamma provenienti non solo dall’Unione europea, ma anche dalla Russia, dagli Usa, dal Canada e dall’Asia. 

E’ dunque in questo contesto di crescente interesse sui lini locali che si inserisce la quinta edizione del Concorso enologico “Matilde di Canossa-Terre di Lambrusco”. L’iniziativa - patrocinata dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali – è dedicata proprio alle aziende produttrici di Lambrusco delle province di Reggio Emilia, Modena, Mantova e Parma, alle quali è offerta l’opportunità di veder premiato il loro impegno sulla qualità delle produzioni e, contemporaneamente, di inserire nella prestigiosa vetrina del concorso i propri  prodotti, che saranno presentati alle più prestigiose rassegne agroalimentari internazionali.

La prima vetrina internazionale per i vini selezionati dalla 5^ edizione sarà la fiera SIAL di Parigi, il salone leader mondiale dell’agroalimentare in programma nell’ottobre 2014 nella capitale francese. 

Le aziende interessate hanno tempo sino a martedì 6 maggio per iscriversi alla nuova edizione del Concorso enologico “Matilde di Canossa – Terre di Lambrusco”. Le operazioni di selezione si svolgeranno poi dal 22 al 23 maggio presso la sede della Camera di commercio di Reggio Emilia a Mancasale; saranno curate da commissioni formate per pubblico sorteggio e composte da 6 tecnici, di cui almeno 4 residenti in Emilia, e da 1 sommelier, sempre in base al metodo di valutazione “Union Internationale des Oenologues”. 

Il concorso riguarda tre categorie di vini: Vini Lambrusco frizzanti a denominazione di origine controllata (Dop), Vini Lambrusco frizzanti designati con indicazione geografica tipica (Igp) e Vini Lambrusco spumanti a denominazione di origine controllata (Dop).  

La proclamazione ufficiale dei vini premiati è prevista per fine giugno. 

Folta e prestigiosa, anche per il 2014 la compagine delle realtà istituzionali che affiancano la Camera di commercio di Reggio Emilia per la buona riuscita del Concorso: oltre al Ministero delle Politiche Agricole infatti, patrocinano la manifestazione la Regione Emilia Romagna, la Provincia di Reggio EmiliaEnoteca Regionale dell’Emilia Romagna e le CCIAA di Modena, Parma e Mantova; collaborano con la Camera di commercio Assoenologi, A.i.s. (Associazione Italiana Sommelier) e i quattro Consorzi che operano nelle zone tipiche di produzione del Lambrusco: Consorzio per la Tutela e la Promozione dei vini Dop Reggiano e Colli di Scandiano e Canossa, il Consorzio Marchio Storico dei Lambruschi Modenesi, il Consorzio Volontario per la Tutela dei Vini dei Colli di Parma ed il Consorzio Vini Mantovani. 

Le Cantine Reggiane selezionate dall’edizione 2013

Agriturismo il Bove,  Azienda Agricola Melioli Lorenzo . Az. Agr. Cantina Fantesini di Bigi C. e Fantesini C., Az. Agr. Il Mello di Gagliardi Paolo, Az. Agr. Moro di Rinaldini Paola, Az. Vinicola Bertolani Alfredo Srl, Ca’ De’ Medici Srl, Cantina Colli di Scandiano ,Prati Franco Srl, Cantina di Albinea Canali  Cantine Riunite & Civ Sca, Cantina Sociale Centro di Massenzatico Sca, Cantina Sociale di Arceto Sca, Cantina Sociale di Gualtieri Sca, Cantina Sociale di san Martino in Rio Sca, Cantina Sociale Prato di Correggio Sca, Cantine Lombardini Srl , Cantine Riunite & Civ Sca, Casali Viticultori Srl, Donelli Vini Spa , Ferrarini Spa , Lini Oreste e Figli Spa , Medici Ermete & Figli Spa 

 

Per iscrizioni e informazioni: www.concorsolambrusco.it o Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

 

Nella foto: lo stand del Concorso Enologico "Matilde di Canossa - Terre di Lambrusco" all'edizione 2014 del Vinitaly.

 

 

 


  

 

 

 

Due padiglioni e 2.600 mq per raccontare storia, cultura e filiera del settore.

 

Milano, 16 aprile 2014 - Due padiglioni e circa 2.600 mq per raccontare l’agroindustria italiana ai visitatori di Expo 2015, in un viaggio interattivo per scoprirne i prodotti, i protagonisti, la ricchezza dei territori, i marchi e gli imprenditori che li hanno creati e sviluppati, rendendoli  un riferimento per l’economia del Paese e ambasciatori dell’italian food nel mondo. Sono le caratteristiche di Federalimentare 4EXPO, progetto di edutainment che Federalimentare, la Federazione dell’industria alimentare italiana, con il suo partner operativo Fiere di Parma, ha presentato a Expo 2015 SpA. E che costituirà il principale canale di comunicazione per la divulgazione e valorizzazione dell’immagine dell’industria alimentare all’Expo Milano 2015.

 

Federalimentare 4EXPO vivrà in 2 padiglioni polifunzionali di circa 1.300 mq ciascuno, sviluppati su 3 piani e collegati tra loro da una passarella di 8 metri di larghezza. Coinvolgerà circa 500 tra aziende, consorzi e organismi istituzionali del made in Italy alimentare e ospiterà nei suoi spazi istituzionali fino a 200 eventi nei 6 mesi della manifestazione

I padiglioni avranno un design interno e esterno armonizzato con quello del Padiglione Italia, di cui saranno lo “specchio industriale”, e si troveranno in una posizione strategica (NE 10 e NE 11), nella “testa” del “pesce” e in prossimità dell’ingresso Est, dal quale passerà il 40% del pubblico ma la maggior parte degli operatori “professionali” che visiteranno Expo 2015. 

 

Il progetto, che non prevede attività commerciali e di vendita, sarà un percorso interattivo per comprendere il valore delle filiere alimentari attraverso la galassia dei prodotti e delle aziende che hanno scritto la storia dell’Italia alimentare. Saranno 9 i percorsi tematici di edutainment dedicati ai settori chiave dell’industria alimentare (latte, formaggi e derivati; conserve vegetali; condimenti; sfarinati, pasta e pizza; carni; ittico; bevande; dolci; spezie e coloniali). 9 viaggi esperienziali realizzati con scenografie “immersive” e proiezioni 3D, che le aziende renderanno concreti e tangibili grazie alle postazioni interattive (fino a 500) che sveleranno ai visitatori il loro patrimonio storico e culturale. 

 

Oltre all’area edutainment, Federalimentare 4EXPO sarà anche il fulcro di eventi e relazioni istituzionali per il settore: le 2 terrazze – caratteristica unica nell’architettura dei Padiglioni di Expo 2015 – e la grande sala eventi polifunzionale da 1.500 posti, situata al piano terra del padiglione NE 10. Spazi che, in 6 mesi, ospiteranno circa 200 tra iniziative di promozione e comunicazione organizzate dalle aziende aderenti a Federalimentare e i principali appuntamenti del settore (assemblee delle associazioni di categoria, convention aziendali convention aziendali dell’industria alimentare, ecc.).

 

Secondo Filippo Ferrua Magliani, Presidente di Federalimentare, “L’agroindustria italiana riflette la ricchezza dei territori, dei prodotti e degli imprenditori che l’hanno creata e sviluppata. Processi e prodotti artigiani sono diventati industriali e hanno guidato lo sviluppo di un importante settore anch’esso leader nel mondo. Una ricchezza creativa e relazionale, che nasce da vicende industriali centenarie e vive nelle nuove generazioni di imprenditori e manager che alimentano lo sviluppo dell’Italian food nel mondo. Non esisterebbe made in Italy se alle spalle dei prodotti non ci fossero imprese che fanno della qualità una vera e propria ‘ossessione’: delle materie prime, dei processi, del confezionamento, dei prodotti. E attraverso questo progetto abbiamo la possibilità di raccontarlo”.  

 

“Oggi possiamo finalmente svelare i dettagli di questo progetto non commerciale di valorizzazione per l’industria alimentare – dichiara Paolo Zanetti, Vice Presidente di Federalimentare con delega Expo. Siamo contenti che Expo 2015 SpA si sia reso conto della validità di un progetto che abbiamo concepito e sviluppato assieme a Fiere di Parma fin dal 2010, con l’intento di valorizzare la storia, la cultura e la filiera dell’agroindustria italiana, secondo settore del manifatturiero italiano e ambasciatore del made in Italy, con un export di 26,2 miliardi di euro. Con questo padiglione educativo, che ha avuto anche l’apprezzamento del MIPAAF, verranno dati spazio e visibilità a chi produce il cibo che finisce ogni giorno sulle nostre tavole e su quelle di tutto il mondo, in un percorso coerente con i temi di una manifestazione che ha messo al centro del dibattito l’alimentazione e la nutrizione.”

 

Aggiunge Antonio Cellie, Ad di Fiere di Parma, partner operativo di Federalimentare: “La crescente fiducia nei confronti di Fiere di Parma da parte della business community dipende anche dall’approccio, scelto insieme a Federalimentare 12 mesi fa, rispetto alla grande opportunità di Expo. Secondo noi questo importante appuntamento deve essere anche un’occasione concreta di business per molte imprese italiane e quindi abbiamo immaginato e realizzato un modello di partecipazione per le aziende che sia rivolto anche ai professionisti della distribuzione e della ristorazione di tutto il mondo che si recheranno all’Esposizione Universale. Durante i sei mesi di Expo molti operatori chiave per il futuro del nostro agroalimentare verranno in Italia: all’interno dei padiglione Federalimentare4EXPO la nostra industria alimentare potrà incontrarli per spiegare loro perché il nostro panorama produttivo è così meravigliosamente diversificato e perché, grazie a un tessuto di imprese e territori unico al mondo, i nostri prodotti sono ineguagliati per qualità e sicurezza.”

 

Federalimentare 4EXPO potrà contare anche sul fondamentale contributo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, che realizzerà un’analisi scientifica multidisciplinare per fotografare il sistema alimentare italiano e il suo ruolo nel panorama economico italiano. Così Lorenzo Ornaghi, Presidente dell'Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali dell'Università Cattolica del Sacro Cuore: “I marchi del sistema alimentare italiano disegnano la fisionomia di una vera e propria élite creativa, generatrice di ricchezza sociale, economica e anche culturale. Particolare attenzione verrà dedicata alla costante cura che tali realtà hanno per la qualità dei prodotti, per la loro gestione, per le iniziative che promuovono e sponsorizzano sul territorio e che le rendono punti di riferimento affidabili per le comunità locali. Questo studio economico-aziendale, politologico e sociale vuole scoprire ragioni e condizioni che hanno favorito la nascita e il consolidamento di queste aziende, spesso basate su un’architettura familiare. E sottolinea la necessità di un pieno riconoscimento e di una legittimazione della leadership del settore alimentare all’interno del più ampio sistema economico-sociale italiano.”

(Federalimentare)

 

Con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari  forestali, Maurizio Martina, è stato istituto il Comitato scientifico del Padiglione del Vino dell'Expo 2015. Tra i rappresentanti del mondo vivitinicolo, anche Veronafiere la quale con Vinitaly supporta da quasi mezzo secolo l'imprenditorialità e l'export del settore.

Verona, 15 aprile 2014. Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere, è stato nominato con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari forestali, Maurizio Martina, componente del Comitato scientifico del Padiglione del Vino dell'Expo 2015. Il decreto di costituzione del Comitato affida ai membri designati l'elaborazione delle linee strategiche e il compito di valutare le idee progettuali da promuovere nell'ambito del Padiglione del Vino.

Oltre al direttore generale di Veronafiere, fanno parte del Comitato: Riccardo Cotarella, presidente Assoenologi, con funzione di presidente, Raffaele Borriello, vice capo di Gabinetto del Ministero delegato all'Expo 2015, con funzioni di coordinatore, Piero Antinori, presidente Istituto Vino Italiano di Qualità – Grandi Marchi, Diana Bracco, commissario generale di sezione per il Padiglione Italia, Carlo Guerrieri Gonzaga, presidente Comitato Grandi Cru, Ruenza Santandrea, presidente Gruppo Cevico, Lamberto Vallarino Gancia, presidente Federvini, Domenico Zonin, presidente Unione Italiana Vini.

La nomina di Giovanni Mantovani arriva a pochi giorni dall'annuncio, fatto dal Ministro Maurizio Martina, dell’incarico a Vinitaly di realizzare e gestire il Padiglione del Vino, sulla base della convenzione siglata tra Padiglione Italia e Veronafiere. «La scelta di Vinitaly – aveva sottolineato a Vinitaly il Ministro Martina – è una scelta di competenza, esperienza e professionalità, fatta nella consapevolezza che possa assicurare al vino Italiano una importante e adeguata rappresentazione nell’ambito di Expo Milano 2015. Vinitaly è la manifestazione che più di ogni altra ha scandito e accompagnato l’evoluzione del sistema vitivinicolo nazionale e internazionale, contribuendo negli anni a rendere il vino una delle più coinvolgenti e dinamiche realtà del settore primario».

«L'istituzione del Comitato scientifico – afferma all'indomani della sua nomina Giovanni Mantovani – è un passo molto importante verso la realizzazione del Padiglione del Vino. L'ampia rappresentatività delle migliori componenti del mondo vitivinicolo italiano, unita alla nostra esperienza maturata con Vinitaly e attraverso la piattaforma di servizi all'estero per la promozione del vino italiano sapranno dare a questo simbolo del made in Italy la migliore visibilità all'interno di Expo 2015, al fine di favorire un ulteriore sviluppo dell'export delle nostre aziende».

Grazie ai numeri realizzati nell'edizione appena conclusa, Vinitaly si è confermato anche quest'anno la piazza di incontro più importante a livello internazionale per i professionisti del vino: 4.100 espositori su 100.000 metri quadrati netti di superficie espositiva; 155.000 visitatori in crescita del 6% rispetto all'anno precedente; 55.000 buyer e operatori esteri, saliti al 36% del totale.

Servizio Stampa Veronafiere

 

Grana Padano, 1,5 milioni di forme vendute all’estero nel 2013 pari al 34% della produzione.

 

di LGC - Parma 14 aprile 2014 -

Non è stato certamente un 2013 tutto rose e fiori per settore alimentare e a questo non si è sottratto nemmeno il Grana Padano soprattutto per quanto riguarda la prima parte dell’anno. La conferma viene anche dal Presidente del Consorzio di Tutela del Grana Padano DOP, Nicola Baldrighi, intervistato da Assolatte. “ il 2013 si è chiuso positivamente, grazie ad un mercato del latte spot molto vivace. In Italia, il Grana Padano ha confermato i propri livelli di consumo e la sua leadership nel settore dei formaggi duri, con una quota del 49%. I risultati sono confermati dal calo delle giacenze, scese del 3%.

Sul fronte dei prezzi all’ingrosso, dall'inizio dell'estate abbiamo registrato una ripresa delle quotazioni, confermata anche a gennaio.”

L’adozione dei piani produttivi e l’export hanno contribuito al mantenimento dei prezzi su livelli di remuneratività. 

Nel corso del 2013 si è registrata infatti una contrazione della produzione del 3,3% rispetto il 2012. “ Sono risultati che soddisfano, - sottolinea il Presidente Baldrighi commentando i dati - ma occorre continuare a mantenere prudenza produttiva, e dedicare la massima attenzione alla qualità del prodotto.”

I dati diffusi dal Consorzio di Tutela del Grana Padano a inizio di aprile evidenziano come, anche per il mese di marzo, si sia confermata la tendenza all'aumento della produzione, con una variazione del +2,3% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente.
In ragione di tale recupero l'offerta del primo trimestre si assesta a quasi 1,4 milioni di forme, pari al +2,4% rispetto allo stesso periodo del 2013. 

I primi segnali di cedimento dai mercati all’ingrosso si stanno manifestando complice anche il crollo del Latte Spot probabilmente condizionato dalla decrescita del valore del latte tedesco e austriaco.

Sul fronte dell’export il Grana Padano sta dando invece notevoli soddisfazioni. “ Nel periodo gennaio – novembre 2013, il Grana Padano - informa Nicola Baldrighi -  ha confermato la propria leadership di formaggio DOP più consumato nel mondo, con un incremento delle esportazioni del 5,87%. Confortante  soprattutto l'aumento del 7% rilevato nella UE, mentre nei paesi al di fuori dell’Unione europea, l’incremento è stato del 4%.” 

1,5 milioni di forme vendute all’estero nel 2013 pari al 34% della produzione del Consorzio Di Tutela del Grana Padano. 

“Un  dato positivo, - conclude Baldrighi - che in 15 anni vedrebbe più che quadruplicato l'export di Grana Padano, e che premia  il nostro lavoro. Il Consorzio ha investito all'estero con lungimiranza, in anni in cui il mercato interno prosperava, consapevole della forza di questa eccellenza del Made in Italy.”

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
Domenica, 20 Aprile 2014 08:31

Pasqua, 8 su 10 a casa

 

Piu’ di 8 italiani su 10 trascorreranno tra le mura domestiche la Pasqua 2014 che si classifica tra le piu’ casalinghe degli ultimi decenni per effetto della crisi che taglia le partenze ma riduce anche la spesa per imbandire la tavola con i prodotti simbolo della ricorrenza.

Roma 12 aprile 2014 - 

E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti dalla quale si evidenzia che il 24 per cento degli italiani non acquisterà quest’anno uova o colombe industriali o artigianali mentre si prevede un ritorno al fai da te casalingo che non si registrava dal dopoguerra per ben 5 milioni di italiani .
Lo dimostra il fatto che durante la settimana Santa saranno consumate dagli italiani - sottolinea la Coldiretti - circa 400 milioni di uova "ruspanti" che sono l’unico prodotto che ha visto aumentare gli acquisti nel 2013 (+2 per cento)  in netta controtendenza con il calo del 3,9 per cento fatto registrare in generale per l’alimentare. Sode per la colazione, dipinte a mano per abbellire le case e le tavole apparecchiate o consumate in prodotti artigianali e industriali o in ricette tradizionali da gustare a casa o in viaggio il ritorno delle uova (vere) è - sostiene la Coldiretti - la grande novità della Pasqua 2014.
Per le feste - precisa la Coldiretti - torna anche per la maggioranza degli italiani il viaggio a breve raggio da realizzare in giornata per fare una scampagnata, visitare una città d’arte, mete religiose o andare a trovare parenti e amici, magari facendo ricorso al pranzo al sacco preparato accuratamente a casa. Una tendenza che interessa anche la tradizionale gita fuori porta in agriturismo dove secondo Terranostra molte aziende si sono attrezzate con l'offerta di alloggio e di pasti completi ma anche di colazioni al sacco o con la semplice messa a disposizione spazi per picnic, tende, roulotte e camper per rispettare le esigenze di indipendenza di chi ama prepararsi da mangiare in piena autonomia ricorrendo eventualmente solo all'acquisto dei prodotti aziendali di campagna amica.
La preparazione casalinga dei piatti tradizionali è - sostiene la Coldiretti - una attività tornata ad essere gratificante per uomini e donne che si svolge proprio nella settimana che precede la Pasqua. Gli italiani ai fornelli - continua la Coldiretti - trovano supporto nel boom delle pubblicazioni e delle trasmissioni televisive dedicate alla cucina, ma anche da internet dove si contano oltre 415 mila italiani che dichiarano di partecipare regolarmente a community sul web centrate sul cibo, e sono invece complessivamente oltre 1,4 milioni quelli che vi prendono parte, comprendendo coloro che vi ricorrono solo in condizioni particolari come le feste. Una fonte di informazione utile per cercare di riportare in tavola sapori esclusivi della tradizione pasquale destinati a rimanere solo un piacevole ricordo per tutto il restante periodo dell’anno.
Accanto al pesce del venerdì Santo e alla carne di agnello della santa Pasqua nella lista dei prodotti preferiti per la Pasqua si trovano tra i dolci al primo posto  l'immancabile pastiera napoletana che batte la colomba mentre seguono da vicino la pizza di Pasqua e la treccia pasquale. Si tratta - continua la Coldiretti - di dolci caratterizzati spesso da sapori forti che hanno le uova tra gli ingredienti principali come la scarcedda lucana che è un dolce ripieno di uova sode o la torta pasqualina della Liguria che è un rustico ripieno di verdura, uova e parmigiano. (coldiretti)

 

Preparandosi a EXPO2015. Presentato a Milano il programma della principale fiera alimentare italiana – Internazionalizzazione e nuove strategie commerciali per il mercato nazionale – La kermesse sarà aperta dal Ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina – Attesi 60 mila operatori

Milano, 16 aprile 2014 – La 17° edizione di Cibus, a Parma dal 5 all’8 maggio 2014, fa registrare un numero record di espositori, con tante aziende che tornano in fiera dopo anni di assenza ed un gran numero di nuovi prodotti che saranno presentati per la prima volta nelle giornate fieristiche. Una fidelizzazione rafforzata dal gradimento delle imprese alimentari italiane per il percorso di internazionalizzazione intrapreso da Fiere di Parma negli ultimi quattro anni e che fa di Cibus la prima fiera italiana del made in Italy alimentare e la terza fiera alimentare al mondo.

E’ quanto è emerso dalla conferenza stampa odierna tenutasi a Milano in cui è stato presentato il programma di Cibus 2014, oltre che il nuovo padiglione che Federalimentare e Fiere di Parma realizzeranno ad EXPO2015 .

All’apertura della 17° edizione di Cibus parteciperanno anche Maurizio Martina, Ministro delle Politiche Agricole e Carlo Calenda, Vice Ministro per lo Sviluppo Economico. Sono attesi mille top buyer da cento Paesi e circa diecimila operatori esteri, per un totale complessivo di 60 mila operatori, tra italiani e stranieri.

L’interesse per Cibus 2014 cresce anche per l’imminenza di Expo e per l’impegno del comparto industriale agroalimentare italiano di superare la fase di crisi del mercato interno e la volontà di conquistare nuovi mercati esteri.

“Dopo le 5 tappe del Cibus Market Check che ha portato le aziende italiane ad incontrare la grande distribuzione in tre continenti – ha dichiarato in conferenza Antonio Cellie, Ceo di Fiere di Parma – e dopo il successo del padiglione italiano alla fiera alimentare di Bangkok, abbiamo tracciato un percorso di collaborazione con “Anuga”, la fiera di Colonia, che ci consentirà di lavorare con i più importanti partner fieristici internazionali”.

La spinta all’internazionalizzazione è anche conseguenza di una crisi del mercato interno che è ancora notevole, come ha sottolineato Filippo Ferrua, Presidente di Federalimentare: “L’appuntamento di Cibus non è mai stato così importante: il 2013 si è rivelato come l’anno peggiore dall’inizio della crisi, dove la tenuta dell’export (+5,8%) non maschera la caduta dei consumi interni (- 4 punti in 12 mesi, -14 in 5 anni).  Nel 2014 questo trend rallenta ma, almeno per ora, non si ferma. In questo momento, il sostegno promozionale e di immagine che può dare Cibus ha perciò un valore vitale. Siamo sicuri che esso darà spinta al percorso di uscita dal tunnel della crisi”.

Un ottimismo condiviso dal Presidente di Fiere di Parma, Franco Boni che ha dichiarato: “Ci siamo preparati ad un'edizione di Cibus che abbiamo voluto davvero straordinaria, nell'attesa del grande evento EXPO”.

Non sono poche le novità di Cibus 2014, come ha spiegato Elda Ghiretti, Cibus Brand Manager: “ A partire da un layout rinnovato con un percorso più fruibile e coerente per i buyer in visita e dal marcato profilo multicanale di questa edizione che cerca di coinvolgere tutte le realtà che ruotano intorno al prodotto alimentare italiano”.

Spazio dunque al commercio al dettaglio, oltre che alla grande distribuzione; al food service ed alla ristorazione fuori casa; ai prodotti biologici, gluten free, halal e kosher; alle PMI regionali cui è dedicato un incoming specifico di buyer; al mondo dolciario integrato all’area del grocery; alla ristorazione con il ruolo attivo di ALMA, la Scuola di cucina internazionale; ed altro ancora (http://www.cibus.it/iniziative/).

Workshop, convegni, concorsi ed eventi di ogni tipo fanno di Cibus 2014 un appuntamento da non mancare. A partire dalla prima giornata che vede in programma il tradizionale convegno di apertura di Cibus in cui Federalimentare (che a Cibus terrà la propria assemblea annuale) presenterà lo stato dell’arte del settore industriale agroalimentare con i dati più aggiornati sulla produzione e gli interscambi con l’estero e un convegno coordinato da Barilla sul Protocollo di Milano (con la partecipazione di Guido Barilla, Carlo Petrini e Paolo De Castro).

E ancora nelle giornate seguenti il convegno “Promuovere il Made in Italy: lezioni dall’estero”, realizzato in collaborazione col Gruppo Food”: uno studio su come la Gdo estera presenta il prodotto italiano ed il premio Cibus a quelle catene distributive estere distintesi per operazioni di comunicazione e marketing finalizzate alla promozione dei prodotti Made in Italy.

Ed infine l’evento dedicato al Food Service e al Duty free: Cibus  ed il Gruppo Edifis illustreranno il mercato del food italiano nei luoghi di transito per definizione: i duty free, con esempi di best practices. (http://www.cibus.it/convegni/ ).

Infine va menzionato il nostro nuovo e potenziato fuori salone: Cibus Land, con degustazioni ed eventi nelle strade di Parma ed una grande lounge “After Cibus” riservata a visitatori ed espositori all’interno del palazzo del Governatore. Complementare a Cibus, si terrà la quinta edizione di “Pianeta Nutrizione & Integrazione”, forum interdisciplinare sulla sana nutrizione con seminari di medici e società scientifiche ed una sezione espositiva di prodotti alimentari salutistici.

 

(ufficio stampa Cibus 2014)

 

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Presentano un assortimento di altissima qualità e sono il riferimento dei foodies d’oltreoceano. Una ricerca MRA per Parma Alimentare e Camera di Commercio li individua come approdo elettivo delle produzioni parmensi, le cui imitazioni (italian sounding) genererebbero un fatturato stimato in 3,1 miliardi di dollari a fronte del miliardo scarso riconosciuto ai prodotti autentici. I risultati dello studio presentati oggi alla Camera di Commercio di Parma durante il convegno “Parma a stelle e strisce, vendere il food in USA: istruzioni per l’uso”.

 

Parma, 16 aprile 2014 -

C’era una volta in America il semplice supermercato. Ma oggi non c’è più. O meglio, il semplice supermercato è solo una tessera del complesso mosaico che è diventato il sistema della distribuzione statunitense. Chi vuole affrontare il mercato al dettaglio dei generi alimentari è dunque avvisato: i tempi sono cambiati, ci sono 40 milioni di americani benestanti (reddito annuale oltre i 75mila dollari) e grandi appassionati di enogastronomia, i cosiddetti foodies, che non vedono l’ora di provare cibi e preparazioni autenticamente italiani e con la garanzia di alti livelli qualitativi. E che per questo si rivolgono a insegne della distribuzione a metà tra la drogheria di quartiere e il supermarket, i cosiddetti ‘specialty stores’, format di negozio focalizzato su un assortimento di alto livello e in cui i commessi, in alcuni casi, sono dei veri e propri consulenti di prelibatezze. Ci sono poi alcuni ‘wholesales clubs’, punti vendita in cui è possibile acquistare le specialità in quantità maggiori e a un prezzo più conveniente, ma soltanto corrispondendo prima un abbonamento (‘fee’) annuale, come un vero e proprio circolo cui ci si iscrive. Agli specialty stores e ai wholesales club si rivolgono anche i consumatori statunitensi più attenti agli aspetti salutistici della loro alimentazione e quindi maniacali nella lettura delle informazioni sulle etichette e sulle tabelle nutrizionali.

E’ a queste catene quindi che il Made in Italy, e il Made in Parma, si dovrebbe rivolgere per raggiungere i sofisticati golosi e gli scrupolosi consumatori salutisti che vivono in USA, secondo lo studio MRA presentato oggi dal presidente Carlo Bertozzi, e dal direttore della divisione consulenze Giovanni Grimaldi, alla Camera di Commercio di Parma in un convegno organizzato da Parma Alimentare. 

Realizzata attraverso l’analisi di 2.500 punti vendita, la ricerca parte da una rassegna sulla regolamentazione statunitense nel campo del commercio alimentare (retail e food service): dalla spedizione del prodotto all’etichettatura, dalla registrazione degli impianti ai dazi e alle tariffe, con specifiche su una selezione di prodotti agroalimentari del territorio. Si prosegue con la definizione dei foodies e dei consumatori ‘health conscious’ e con l’individuazione delle loro insegne preferite, accomunate dall’offerta di un’esperienza di acquisto piacevole e sofisticata e dalla scelta di referenze di alta qualità ed autentiche. Le catene individuate dallo studio (come Costco, 429 punti vendita, Trader Joe’s, 362 e Whole Foods, 303) possiedono inoltre dimensioni notevoli e quindi garantirebbero alla produzione agroalimentare buoni volumi di vendita.

Ma cosa portare sulla tavola degli americani? La ricerca si è focalizzata sul segmento specialità per numerose categorie di prodotto più rappresentative dell’area di Parma quindi, sughi per pasta a base di pomodoro, pomodori in scatola, olio d’oliva, paste fresche ripiene, Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma, salami e altri salumi e prodotti ittici. Per ciascuna categoria, sono stati messi in luce brand e peso delle private label, prezzi, caratteristiche del prodotto in termini di ricettazione e ingredienti ed è stata stimata la diffusione del prodotto autenticamente italiano rispetto a quello imitativo. 

Si scopre così che negli Usa il segmento specialità/premium, in cui competono i prodotti made-in-Parma, esprime una grande vitalità. E che il fenomeno dell’Italian sounding è estremamente radicato, anche nella categoria dei trend setting retailer. Rispetto alle categorie di prodotto elencate prima, il valore del mercato dell’Italian sounding è stimato in oltre 3 miliardi di dollari al consumo, a fronte di un valore delle importazioni dall’Italia che non supera il miliardo di dollari (al consumo). 

Consideriamo l’Italian sounding, non solo come una minaccia, ma anche come opportunità. C’è stata un’evoluzione dei prodotti imitativi che hanno registrato un deciso incremento qualitativo rispetto al passato, presentandosi anche in modo migliore e più curato, con prezzi paragonabili a quelli del nostro prodotto importato. Il prodotto italianeggiante agisce da ponte e prepara il terreno alla produzione made-in-Parma, contribuendo a stabilire una relazione forte tra una determinata categoria di prodotto e il nostro Paese. Quello che dobbiamo fare è sottrarre quote di mercato a questi prodotti imitativi di ‘seconda generazione’ puntando a elevare ulteriormente la qualità del nostro prodotto esportato” ha spiegato Carlo Alberto Bertozzi, presidente di MRA.

La ricerca che presentiamo oggi vuole offrire risposte concrete agli imprenditori agroalimentari del territorio interessati ad acquisire e consolidare quote di mercato negli USA. Oltre a fornire una panoramica sulle regole e sulle procedure che è necessario osservare per esportare oltreoceano, offriamo un supporto tecnico commerciale di base alle aziende parmensi. Il progetto prevede inoltre una fase conclusiva di natura promo-commerciale con partner del mercato statunitense” dichiara Cesare Azzali, amministratore delegato di Parma Alimentare. 

Andrea Zanlari, presidente della Camera di Commercio, ricorda che “Il sistema Parma si pone come piattaforma ideale per valorizzare le produzioni alimentari tipiche del nostro territorio nei mercati esteri e in particolare in quelli dove maggiore è la sensibilità verso la qualità e quindi maggiori sono i margini per concludere affari proficui. Tra questi mercati ci sono gli USA, dove conoscevamo già, grazie a precedenti ricerche da noi svolte, le potenzialità nel canale food service. Oggi abbiamo una fotografia delle opportunità presenti nel retail, dove scopriamo di poter arrivare direttamente al consumatore più attento alla qualità e agli aspetti salutistici del cibo. A Parma, attraverso la collaborazione con la Stazione Sperimentale per l’Industria delle Conserve Alimentari, Fiere di Parma e Alma, Scuola internazionale di Cucina Italiana, abbiamo tutte le competenze e le professionalità per promuovere e caratterizzare i nostri prodotti in modo idoneo e vincente. Le aziende di Parma si trovano quindi in una situazione di grande vantaggio da poter sfruttare per ottenere risultati importanti sul mercato degli USA”.

Completano la ricerca informazioni utili per comprendere le dinamiche commerciali presenti in USA e quindi i consigli per affrontare le negoziazione con i buyer in modo efficace. Non mancano spunti ed esempi per impostare correttamente campagne di promozione di prodotto.

L’evento ha visto la partecipazione di una cinquantina di aziende del settore alimentare parmense. Presenti anche diversi esponenti delle istituzioni, del mondo bancario e consulenziale, e i Consorzi dei prodotti del territorio. 

 

(Fonte: Ufficio stampa Parma Alimentare)

 

 

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