In calo il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano. Ripresa per il Latte Spot.
Parma - 28 maggio 2014
La 21esima settimana si è caratterizzata per una ripresa della quotazioni del latte spot alla quale si è contrapposto il cedimento dei listini del burro e delle due principali produzioni DOP, vale a dire, Grana Padano e Parmigiano Reggiano. La panna di centrifuga a uso alimentare ha invece manifestato una tendenza opposta al burro guadagnando sulla piazza veronese l'1,82% (1,65 e 1,70€/kg i prezzi minimo e massimo).
Il latte spot, come anticipato, ha recuperato oltre 50 centesimi collocando la forbice tra il prezzo minimo e massimo tra 37,63 e 38,66€/100 kg latte. Un recupero confermato anche nella 22esima settimana appena inaugurata (+1,35% Verona 26/5) che ha visto raggiungere la quotazione massima di 39,18€/100 kg. Un andamento analogo è stato osservato anche sul listino del latte estero proveniente da Austria e Germania (+ 1,59%). A questo primo e contenuto rimbalzo del latte di provenienza estera ne è seguito uno di notevoli dimensioni lo scorso 26 maggio alla borsa veronese. Un +15,63%, corrispondenti a oltre 5 euro, che hanno portato il prezzo a 38,66€/100 litri contro i 33,51 della settimana precedente.
Segnali di forte instabilità del latte che si ripercuotono anche sulle materie grasse. Il Burro, infatti, cede 5 centesimi su tutte le piazze prese a riferimento. Nello specifico il Burro CEE cala a quota 3,20€/kg e, sempre alla borsa milanese, il pastorizzato si colloca a 2,55 e a 2,35 €/kg lo zangolato per la burrificazione. A 2,00€/kg è stato quotato lo zangolato in quel di Parma con una perdita del 2,44%. Il segno (+) invece è stato registrato per la Panna di centrifuga contrattata a Verona che ha chiuso a 1,70 €/kg. nella settimana in esame. Un ulteriore incremento nella 22esima di 2,99% ha riposizionato il prezzo a 1,75€/kg.
Prosegue la discesa sia del Grana Padano sia del Parmigiano Reggiano.
Leggermente più contenuta la perdita del "Grana" che lascia 5 centesimi su tutte le piazze e relativamente a tutte le stagionature. Il Parmigiano invece perde mediamente 10 centesimi alla piazza di riferimento consortile di Parma e 5 centesimi invece a Milano e a Reggio Emilia.
- Perché questa volatilità dei prezzi -
Della volatilità dei prezzi del latte nazionale e internazionale se ne discuterà il prossimo 30 giugno al 4° Dairy Forum di Clal, a Bardolino (Vr). Il convegno realizzato da CLAL in collaborazione con VeronaFiere sarà possibile seguirlo in diretta streaming dalla Home page del sito CLAL.
Giovedì 29 maggio alle 16,30 presso sala riunioni Coldiretti Parma presso Piazza Antonio Salandra 19/A - Parma -
Parma, 27 maggio 2014 -
Il percorso di educazione alimentare "Prodotti a regola d'arte. Dalla nostra terra i capolavori del gusto", promosso da Coldiretti nell'ambito del progetto Educazione alla Campagna Amica, e patrocinato dall'Ufficio scolastico dell'Emilia Romagna, vedrà il suo coronamento il 29 Maggio 2014 (alle ore 16,30 presso la Sala riunioni di Coldiretti Parma in Piazza Antonio Salandra 19/A) con la cerimonia di premiazione delle scuole che si sono distinte per i migliori elaborati realizzati nel corso dell'anno scolastico 2013/2014 e con la mostra di tutti i lavori presentati dagli alunni che hanno partecipato al concorso.
All'incontro interverranno il Direttore Provinciale di Coldiretti Parma Alessandro Corsini, la Responsabile provinciale di Donne Impresa Coldiretti Monica Azzoni e il Prof. Adriano Monica Referente educazione alla salute dell'Ufficio Scolastico territoriale di Parma.
"L'incontro, rivolto ad insegnanti e referenti per l'educazione alimentare - commenta il Direttore di Coldiretti Parma Alessandro Corsini- sarà anche l'occasione per un ulteriore approfondimento e confronto sui temi di una sana alimentazione e corretti stili di vita. Coinvolgerà anche i genitori interessati a visitare l'esposizione delle "opere d'arte" realizzate, durante l'anno scolastico, dai ragazzi che si sono impegnati, sia in forma teorica che pratica, in un percorso di conoscenza ed esplorazione dei prodotti territoriali, in particolare quelli a marchio Dop, Igp e tradizionali. Siamo orgogliosi - conclude Corsini – di portare a compimento con successo anche quest'anno un'esperienza, consolidata ormai da tempo con il mondo della scuola, che riveste una valenza importante nella mission di Coldiretti, impegnata nella valorizzazione del Made in Italy e delle eccellenze alimentari territoriali e nell'accompagnare la società e le nuove generazioni, a partire già dalla tenera età, in un percorso informativo e formativo per acquisire corretti stili alimentari".
Dopo la consegna dei premi seguirà una degustazione di prodotti delle aziende agricole del circuito Campagna Amica.
(Fonte: ufficio stampa Coldiretti Parma)
Successo di "Area Italiana" organizzata da Cibus, Anuga - Koelnmesse Italia e Federalimentare -
Parma, 26 maggio 2014 –
La promozione dell'alimentare italiano all'estero, porta nell'"Area Italiana" a Thaifex 50 aziende alimentari aprendo la via al mercato asiatico.
Dopo il grande successo della 17°edizione di Cibus, conclusasi lo scorso 8 maggio, Fiere di Parma ha organizzato la partecipazione di 50 aziende alimentari italiane alla fiera internazionale "Thaifex – World of Food" di Bangkok, Thailandia, considerata la porta di ingresso dei prodotti alimentari per i mercati del Sud Est Asiatico.
L'iniziativa, che rientra nella strategia di marketing e promozione dell'alimentare italiano all'estero che Cibus ha sviluppato negli ultimi 5 anni, serve anche a preparare l'attività di relazioni e scambi che si dispiegherà ad Expo 2015 nel padiglione dedicato alla industria alimentare, gestito da Federalimentare e Fiere di Parma.
"Area Italiana" a Thaifex è stata organizzata da Cibus, Anuga - Koelnmesse Italia e Federalimentare con il supporto dell'Ice. In un area di 1000 mq sono stati allestiti gli stand di 50 aziende italiane, tra cui: Inalca, Sterilgarda, Grissin Bon, Noberasco, Zanetti, Bakery, Bresaole Pini, Ambrosi, Ariola Vigne, Faled Distillerie, Molino Grassi.
Il bilancio di Thaifex è stato positivo ed ha fatto registrare una crescita del 2,3%, nonostante le tensioni politiche che si sono verificate recentemente nel Paese: 1.463 espositori e 28mila operatori e buyer, provenienti, oltre che dalla Thailandia, da tutto il Sud Est Asiatico: Malesia, Singapore, Taiwan, Australia, Filippine, Corea del Sud, Giappone, Hong Kong, Indonesia e Vietnam.
"Questa è la seconda volta che partecipiamo a Thaifex – ha spiegato Elda Ghiretti, Cibus Brand Manager – e il progetto di Area Italiana si è confermato vincente. Le aziende italiane ci hanno seguito per esplorare le potenzialità del mercato Asean, il mercato comune del Sud Est asiatico, che dovrebbe diventare completamente operativo nel 2015. In questa area il food made in Italy viene considerato un punto di riferimento importante sia per il canale Horeca che per il canale retail".
(Fonte: ufficio stampa Cibus)
La Camera di commercio, in collaborazione con la Camera di commercio italiana dell'Ontario, organizza giovedì 29 maggio, a partire dalle 9.30, un incontro con le aziende per illustrare le attuali opportunità di business in Canada e Ontario e gli strumenti a supporto delle aziende interessate al mercato.
Parma, 26 maggio 2014 -
In programma un focus sui settori agroalimentare, meccanica alimentare ed edilizia ed un approfondimento su logistica e spedizioni sul Canada. Parleranno dell''Accordo di cooperazione economica e commerciale tra Canada e Europa (CETA) Corrado Paina, General Manager Italian Chamber of Commerce of Ontario, e di logistica e spedizioni Maurizio Pazzini, Tradelane Development Manager Panalpina Trasporti Mondiali Spa. Al termine degli interventi le aziende potranno incontrare i relatori per un colloquio individuale.
Nell'ultimo decennio il Canada ha consolidato la propria immagine di stabilità grazie a solide basi economiche e finanziarie. Nel 2012 il PIL canadese è cresciuto del 2%. In particolare la tenuta del mercato interno e la spiccata indipendenza energetica fanno della nazione degli aceri un'ottima potenziale base per aziende italiane che vogliano affacciarsi anche sul mercato NAFTA, l'area di libero scambio del Nord America (circa 462 milioni di consumatori potenziali).
La stabilità del sistema politico, le condizioni del mercato del lavoro, del costo dei fattori di produzione e dell'accesso al credito rendono il paese di particolare interesse per le aziende italiane interessate ad accrescere la propria quota di esportazioni o intenzionate ad internazionalizzare la propria presenza produttiva.
L'Italia si conferma essere uno dei principali partner commerciali europei per il Canada, dietro a Germania e Regno Unito. L'interscambio bilaterale con l'Italia è aumentato del 6,3% nel 2012; in particolare, le esportazioni italiane sono aumentate del 7%. l'Italia si è confermata il 9° Paese fornitore con una quota dello 1,13% del totale delle importazioni canadesi.
In allegato scaricabile il modulo di iscrizione
(Fonte: Ufficio stampa Camera di commercio Parma)
Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 21 26 Maggio 14
SOMMARIO Anno 13 - n° 21 26 Maggio 14
(Cliccando su "allegati" è possibile scaricare in formato PDF)
1.1 editoriale
USA-UE. Le relazioni pericolose
2.1 agrosserva
Presentato "AgrOsserva"sul I trimestre del 2014
3.1 focus
Ismea: nuove imprese agricole
3.2 focus
Ismea: l'accesso al credito delle imprese agricole
3.3 focus
Ismea: le dinamiche dell'agricoltura e dell'industria agroalimentare
4.1 nuove tecnologie
Crossmedialità, il futuro della comunicazione del vino
5.1 lattiero caseario
"Padano" stazionario mentre "Parmigiano" scende ancora.
6.1 riconoscimenti UE
Presto il riconoscimento europeo per la "Piadina Romagnola IGP
7.1 sicurezza alimentare
La crisi fa aumentare il rischio di frodi alimentari
L'Osservatorio Ismea-Unioncamere sulla congiuntura dell'agroalimentare italiano
Roma, 15 maggio 2014 – Archiviato un 2013 che, seppure complesso, ha confermato una maggiore tenuta dell'agroalimentare rispetto agli altri settori, questo primo squarcio d'annata appare ancora condizionato dalla diminuita capacità di spesa delle famiglie che ha portato a un'ulteriore contrazione dei consumi alimentari (meno 1% in volume su base annua, meno 2,3% la spesa, secondo i dati Ismea/GFK-Eurisko relativi ai primi due mesi del 2014).
Al pari di quanto evidenziato nel 2013, la riduzione della spesa in alimenti e bevande superiore a quella dei quantitativi acquistati è segno evidente delle strategie di risparmio messe in atto, in chiave anticrisi, dalla famiglie e delle maggiori pressioni promozionali presso i punti di vendita della GDO, che comportano sacrifici anche per le imprese agricole e per le industrie.
In attesa di apprezzare gli esiti delle misure di sostegno dei redditi, al momento sono solo i settori del manifatturiero più export oriented a manifestare una discreta vivacità, cogliendo gli stimoli di crescita dei mercati internazionali.
L'export si conferma infatti come l'unica valvola di sfogo per l'offerta nazionale, anche se la crescita delle esportazioni dell'agroalimentare italiano sta registrando una progressiva decelerazione: da tassi a due cifre del 2010 si è passati a un incremento inferiore al 5% nel 2013 sino a registrare, in apertura del 2014, una leggera flessione (-0,6% a gennaio 2014 su base annua).
Tuttavia, il miglioramento della fiducia presso le imprese e i consumatori potrebbe offrire qualche possibilità di schiarita nei mesi a venire, anche in previsione di un graduale ma progressivo recupero del Pil. Alla virata positiva del prodotto interno lordo nell'ultimo trimestre del 2013, dopo ben nove trimestri consecutivi di riduzione, hanno contributo, infatti, sia il settore agricolo, che ha registrato un incremento del valore aggiunto dello 0,8%, sia, nell'industria, la componente alimentare (+2,7%), a fronte di un'ulteriore contrazione delle costruzioni e di una stabilità dei servizi.
Sono queste alcune delle dinamiche illustrate nel Rapporto AgrOsserva a cura di Ismea e UnionCamere relative al I trimestre 2014 e presentate in apertura della Tavola rotonda a cui hanno preso parte anche Mario Guidi Presidente di Confagricoltura e coordinatore di Agrinsieme e Annibale Pancrazio Vicepresidente Federalimentare. I focus tematici di questo terzo numero di AgrOsserva sono dedicati al fenomeno delle start up in agricoltura e alla dinamica del credito alle aziende agricole.
(Comunicato stampa Ismea 15 maggio 2014)
(Ismea, 15 maggio 2014)
8° Simposio mondiale Master of Wine. Alegre (GOOGLE): "Internet non è meglio ma partner della carta stampata". Al MIT si sta studiando uno schermo che al tatto darà le stesse sensazioni del giornale stampato.
di Virgilio - Parma, 19 maggio 2014. -
Le nuove tecnologie, sempre più alla portata di tutti e applicate a ogni settore della società, stanno mutando radicalmente e in breve tempo i comportamenti e le regole in tutti i settori. Ne sa qualcosa il settore editoriale e in particolare la carta stampata che ancora non si è riuscita a adeguare ai nuovi scenari imposti da internet e dalle rinnovate esigenze dei consumatori, compresi quelli dell'informazione (lettori). L'avvento di internet e i modificati consumi hanno generato una terremoto nel comparto dell'editoria. Secondo i dati di FIEG (federazione italiana editori di giornali) in 7 anni sono state perdute 1,7 milioni di copie mentre o lettori dei siti web delle medesime testate sono cresciuti da 2,7 a 3,7 milioni.
E sempre maggiori saranno le interazioni tra "mondo digitale" e "prodotti reali" soprattutto quando si tratta di comunicazione. Crossmedialità e interazione tra carta stampata e internet sono le chiavi del futuro della comunicazione democratica del vino.
Di questo ne è convinto Daniel Alegre, presidente worldwide Partnership & Business di Google, intervenuto nella giornata di apertura dell'8° Simposio mondiale dei Masters of Wine, tenuto a Firenze dal 15 al 18 maggio. grazie alla collaborazione con l'Istituto del vino italiano Grandi Marchi Il futuro, secondo Alegre, è caratterizzato da grandi innovazioni: "Come quella del Mit che sta studiando uno schermo digitale che al tocco dà le stesse sensazioni del giornale stampato, la differenza la farà la facilità dei pagamenti on line".
Internet e carta stampata non sono competitors ma "soci che si complementano". Tra gli strumenti più innovativi che il web offre, secondo Alegre, ci sono gli hangout che permettono di costruire "una relazione personale tra produttore e consumatore in qualunque parte del mondo, trasformando una transazione commerciale in una relazione duratura, ma anche il cellulare con le sue applicazioni 'location based' che permettono di mescolare e di incrociare i dati". "Strumenti questi che in passato costavano all'azienda centinaia di migliaia di dollari e che oggi - ha proseguito il presidente Alegre - permettono un rapporto uno a molti, sono innovativi e accessibili a chiunque".
______________________________________________
Sponsor italiani 8° Simposio IMW, Firenze 15-18 maggio 2014: Agriventure; Consorzio Brunello; Consorzio Chianti Classico; IEM, International Exhibition Management; Toscana Promozione; Trentodoc; Sanpellegrino.
Costituiscono l'Istituto del Vino Italiano Grandi Marchi: Alois Lageder, Argiolas, Biondi Santi Tenuta Greppo, Ca' del Bosco, Carpenè Malvolti, Donnafugata, Gaja, Jermann, Lungarotti, Masi, Marchesi Antinori, Mastroberardino, Michele Chiarlo, Pio Cesare, Rivera, Tasca D'Almerita, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Tenuta San Guido, Umani Ronchi.
www.istitutograndimarchi.it
Nel 2013 solo il 18,3% delle imprese agricole del Panel Ismea (728 aziende) ha chiesto l'intervento delle banche e a quasi tutte è stato erogato (14,5%).
Ismea, 15 maggio 2014.
Nella cornice che caratterizza l'evoluzione del credito agrario, dove la contrazione delle erogazioni risulta coerente con la flessione degli operatori e più evidente per i finanziamenti di medio e lungo termine, rispetto a quelli di breve periodo, l'Ismea ha condotto a fine 2013 un focus qualitativo sull'accesso al credito attraverso delle interviste dirette somministrate a 728 imprese agricole che costituiscono il Panel Ismea.
I risultati di tale indagine confermano che il ricorso al finanziamento bancario di fatto non è una pratica molto diffusa in agricoltura, ma che le imprese agricole che decidono di recarsi in banca a chiedere un prestito, riescono solitamente ad ottenerlo. Di converso, tra le imprese che non si accostano ai servizi offerti dal sistema creditizio rimane diffusa l'opinione, o il pregiudizio, dell'onerosità - in termini di costi, di tempi e di burocrazia – dell'accesso al credito. Convinzioni, che in qualche modo determinano atteggiamenti di chiusura, ostacolando i rapporti con il sistema bancario. Più da vicino, in base ai risultati dell'indagine dell'Ismea, nel corso del 2013 solo il 18,3% delle imprese agricole del Panel si è recato in banca per chiedere un nuovo finanziamento. La quasi totalità di queste imprese lo ha ottenuto (il 14,5%); il 3,2% se lo è visto negare, e una quota residuale (lo 0,5%) lo ha rifiutato ritenendo troppo onerose le condizioni poste dalla banca. A livello territoriale, rispetto al dato medio nazionale appena illustrato, si contraddistinguono in positivo le imprese agricole del Nord-Est con una quota di richieste di finanziamento andate a buon fine, nel corso del 2013, pari al 16,8%. A livello settoriale, invece, si distinguono il segmento dell'uva da vino, quello della zootecnia da carne e il comparto delle legnose, al cui interno, in ordine, il 22%, il 20% e il 18% delle imprese, nel medesimo periodo, ha richiesto ed ottenuto un credito bancario. Al contrario, nel segmento dell'olio di oliva solo il 10% delle imprese si è recato presso uno sportello bancario al fine di chiedere un finanziamento, senza peraltro portare a buon fine la pratica, il 7% perché ha ottenuto un diniego espresso, l'altro 3% perché lo ha rifiutato a seguito delle condizioni "onerose".
(Fonte Ismea, 15 maggio 2014)
Per il Food & Beverage il 2014 è partito in salita. -1,1% la produzione industriale registrata da Ismea nel periodo gennaio - marzo. Per il settore primario rimane la criticità del divario tra costi di produzione e prezzi corrisposti. Il primo trimestre sembra registrare una maggiore divaricazione.
Ismea, 15 maggio 2014. -
Industria Alimentare
Se nel 2013 l'industria alimentare era riuscita a smarcarsi dal trend pesantemente negativo dell'intero settore industriale, chiudendo l'anno con una leggera flessione produttiva (-0,7% rispetto al 2012) a fronte del -2,9% subito dal manifatturiero nel suo complesso, nel primo trimestre dell'anno in corso i ruoli sembrano invertirsi. In base alle elaborazioni Ismea dei dati Istat mensili (indici destagionalizzati della produzione industriale) il periodo gennaio-marzo 2014 ha fatto segnare per il food & beverage una flessione della produzione dell'1,1% rispetto al trimestre precedente e dello 0,9% su un anno fa. In controtendenza, invece, l'industria manifatturiera nel suo complesso, che ha registrato una crescita congiunturale dello 0,7% e tendenziale dell'1,8%.
Nonostante l'arretramento produttivo e una generale insoddisfazione delle industrie alimentari circa l'andamento attuale del mercato, il clima di fiducia del settore - che Ismea monitora a cadenza trimestrale rilevando i giudizi presso un Panel di 1.200 operatori - ha mostrato un netto miglioramento nei primi tre mesi del 2014. Dopo oltre due anni di sentiment negativo, l'indice di fiducia delle aziende ha assunto nel primo trimestre di quest'anno un valore positivo, pari a 1,6 (in un campo di variazione compreso tra -100 e +100), maturando una crescita di 6 punti rispetto al valore del trimestre precedente e di ben 17 punti sui primi tre mesi del 2013. Ad incidere positivamente sugli umori dell'industria sono le aspettative per il prossimo futuro, che si rivelano in deciso recupero, tanto da profilare un certo ottimismo, seppure con la dovuta cautela, sugli sviluppi congiunturali che riserverà il 2014.
Agricoltura
Per l'agricoltura italiana il fronte di maggiore criticità rimane il divario tra i prezzi corrisposti agli agricoltori i costi da loro sostenuti. Mentre nel 2013, specie nella prima parte dell'anno, grazie alla spinta inflattiva dei prezzi all'origine e alla contestuale attenuazione dei rialzi dei prezzi degli input produttivi, il settore aveva beneficiato di un momentaneo miglioramento della ragione di scambio, le indicazioni fin qui raccolte sull'anno in corso sembrano delineare una nuova divaricazione della forbice prezzi-costi. L'indice Ismea dei prezzi alla produzione in agricoltura ha fatto registrare nel primo trimestre dell'anno una flessione di quasi 5 punti percentuali su base annua a fronte di una sostanziale stabilità nel confronto congiuntuale. Sul versante dei costi, invece, le rilevazioni dell'istituto indicano una lieve tensione al rialzo, con un peggioramento della ragione di scambio specie nel confronto annuo (-3,9%).
Ciononostante, analogamente a quanto rilevato per l'industria alimentare, anche le aziende agricole guardano al futuro con maggiore ottimismo. L'Indice di fiducia dell'agricoltura elaborato dall'Ismea, sulla base dell'indagine continuativa condotta su un panel di 750 imprese, registra infatti un miglioramento sia a livello trimestrale che annuale, sebbene risulti ancora attestato su un valore complessivamente negativo. Sono in particolare i giudizi sugli affari futuri dell'azienda a spingere in alto il clima di fiducia, in un contesto percepito più favorevole dalle aziende del settore vitivinicolo, delle fruttifere e della zootecnia da carne e meno favorevole per i seminativi, la zootecnia da latte e l'olivicoltura.
Anche la dinamica degli occupati in agricoltura, nonostante si riveli per l'intero 2013 peggiore rispetto all'andamento complessivo dell'occupazione nazionale (-4,2% l'entità della fuoriuscita di manodopera agricola vs il -2,1% dell'economia complessiva), cela nella lettura trimestrale dei dati un qualche elemento di positività. Dalla seconda metà del 2013 si registra infatti un recupero progressivo del numero di lavoratori indipendenti che, richiama le nuove iniziative imprenditoriali che stanno rinnovando il tessuto produttivo in agricoltura.
(Fonte Ismea, 15 maggio 2014)
Sulla Gazzetta europea il documento che prelude al riconoscimento definitivo. Rabboni: una bella notizia per un prodotto che parla in tutto il mondo della nostra regione.
di virgilio - Parma - 22 maggio 2014
Il già ricco carnet di prodotti tipici emiliano romagnoli riconosciuti dall'Unione Europea si arricchisce ancora.
La Piadina Romagnola ha infatti imboccato la strada definitiva per essere riconosciuta IGP (indicazione Geografica Protetta). A divulgarne la notizia è lo stesso ufficio informazione della Regione Emilia Romagna. La procedura prevede ancora un periodo di tre mesi d'attesa per la raccolta delle osservazioni prima della definitiva registrazione dell'indicazione geografica d'origine. La storia della piadina romagnola ha origini antichissime risalente addirittura al periodo degli Etruschi i quali usavano preparare una pastella con i cereali, che veniva poi cotta con una forma tonda.
Un prodotto già notissimo in tutto il mondo che ben si associa con i tanti atri prodotti della cucina emiliano romagnola accompagnandoli in talune circostanze o addirittura promuovendoli in altre. Dal prosciutto, e salumi in genere, al formaggio prediligendo lo squacquerone ovviamente la Piada, nelle sue diverse declinazioni, riesce sempre a dare soddisfazione ai palati e a trasmettere la contagiosa solarità della romagna.
"Una bella notizia per un prodotto che in tutto il mondo parla di questa regione e delle sue tradizioni enogastronomiche. L'Igp per la piadina romagnola porterà a 40 il numero delle specialità del nostro territorio tutelate nella loro unicità dall'Europa. E' un primato nazionale ed è il riconoscimento di un'agroalimentare straordinariamente ricco di storia, di tradizione, biodiversità e tipicità, che ha saputo conciliare modernità e identità. Tra non molto, fuori dalla Romagna nessuno potrà più usurpare il nome di questo prodotto unico e irripetibile". Così l'assessore regionale all'agricoltura Tiberio Rabboni commenta la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Ue del "documento unico" per il riconoscimento della Igp Piadina romagnola - Piada romagnola.
Dove e come si produce la "Piada Romagnola"
La zona di lavorazione e confezionamento della Piadina Romagnola - Piada Romagnola comprende la Romagna storica e più precisamente l'intero territorio delle Province di Rimini, Forlì-Cesena e Ravenna e di alcuni Comuni della Provincia di Bologna. In base al disciplinare gli ingredienti base dell'impasto sono farina, grassi, sale ed eventualmente lievito. È vietata l'aggiunta di conservanti, aromi e altri additivi.
Le varianti
Il prodotto può essere presentato nella variante, più sottile e larga, "alla Riminese". La commercializzazione può avvenire in involucri di carta alimentare o tessuto per il prodotto destinato all'immediata somministrazione, oppure in buste alimentari perfettamente sigillate per il consumo differito. Nel caso di adozione di un processo produttivo che comprenda la realizzazione manuale di almeno tre fasi e in assenza di confezionamento chiuso, potrà essere utilizzata la dicitura "lavorazione manuale tradizionale"
(Fonte Regione Emilia Romagna 22 maggio 2014)
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