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Domenica, 26 Ottobre 2014 11:17

Falso Parmesan sequestrato al SIAL di Parigi

Nuova denuncia del Consorzio, con immediato intervento delle autorità francesi.

Reggio Emilia - A poche ore di distanza dall'apertura del Salone Internazionale dell'Alimentazione a Parigi, il Consorzio del Parmigiano Reggiano ha chiesto l'intervento delle autorità francesi ed ha ottenuto il sequestro di ben 7 prodotti riportanti o evocanti le denominazioni che appartengono in modo esclusivo alla Dop italiana.
Si è ripetuta così, a distanza esatta di un anno, una situazione già riscontrata all'Anuga di Colonia, altro "tempio" dell'agroalimentare internazionale.

Immediata e dura la reazione del Consorzio del Parmigiano Reggiano, che già all'inizio di ottobre, aveva invitato alla vigilanza le autorità francesi.
"Paradossalmente – sottolinea il presidente del Consorzio di tutela, Giuseppe Alai – anche in queste grandi vetrine internazionali si registrano forme di contraffazione e usurpazione del nome del nostro prodotto, applicato nei modi più fantasiosi ad altri formaggi o a prodotti che possono contenere Parmigiano Reggiano, ma che in alcun modo possono fregiarsi del suo nome o di altre diciture evocative o, ancora, della denominazione "Parmesan", anch'essa in uso esclusivo al nostro prodotto".

Giuseppe Alai - presidente Consorzio di tutela del Parmigiano Reggiano

Proprio la Corte di Giustizia delle Comunità Europee aveva a suo tempo sentenziato che il termine "Parmesan" non è affatto generico e costituisce una evocazione della denominazione "Parmigiano Reggiano"; conseguentemente, il suo uso per formaggi non conformi al disciplinare costituisce una violazione alla Dop italiana.
"Grazie all'immediato intervento dei nostri uffici legali in Italia e in Francia – spiega Alai – si è arrivati al ritiro del prodotto ingannevole presentato al Sial".
"La tempestività del lavoro delle autorità di vigilanza francesi – prosegue il presidente del Consorzio – dimostra che i sistemi di vigilanza del Consorzio e i meccanismi di tutela che abbiamo ottenuto in questi anni in ambito Unione Europea funzionano: ora resta l'auspicio che il ripetersi di queste dure azioni repressive ponga fine ad una pratica che vede in campo anche aziende importanti del settore, che certo non possono né ignorare né fingere di non conoscere le norme cui debbono attenersi in materia di tutela delle denominazioni, finalizzate anche alla tutela dei consumatori".

L'intervento del Consorzio del Parmigiano Reggiano è avvenuto sulla base di una legislazione dell'Unione Europea (maturata dopo anni di contenziosi) che prevede, tra l'altro, l'obbligo di tutela delle Dop "ex officio" in tutti gli Stati membri della UE, assegnando così ai Paesi membri l'ineludibile compito di un diretto intervento di vigilanza e l'adozione di adeguate misure.
(Ufficio Stampa CFPR 20 ottobre 2014)

Domenica, 26 Ottobre 2014 10:30

Embargo Russo, di male in peggio.

Mosca estende l'embargo anche a farine animali, grassi e altri prodotti bovini e suini e pollame dall'UE. Ghilardelli (Lega Nord Emilia Romagna) chiede tutele per aziende esportatrici.

di LGC - Parma, 24 ottobre 2014 -

La situazione tra Russia e UE invece che distendersi sembra sempre più acuirsi. E' di questi giorni la notizia di un ulteriore giro di vite da parte di Putin a sfavore delle produzioni agricole europee.
Un costo notevole per l'Italia che vede ancor più contrarsi il bacino d'esportazione dei prodotti agroalimentari che vedrebbe penalizzato il comparto di ulteriori 3,2 miliardi di euro.
E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti nel commentare l'annuncio del Rosselkhoznadzor, l'ente federale che controlla la qualità dei prodotti agricoli in Russia. Il pretesto della nuova misura è il rilevamento in 17 casi della presenza di sostanze vietate in derivati bovini provenienti da Italia, Austria, Ungheria, Germania, Danimarca e Polonia.

E' un conto pesante che viene pagato dalla nostra economia che ha già visto calare del 63% le esportazioni verso quel Paese da quando, il 7 agosto scorso, scattarono le prime misure d'embargo.
Misure restrittive anche verso il colosso statunitense della ristorazione McDonald's, il quale in una nota riportata dall'ANSA, nei giorni scorsi, ha dichiarato che le autorità russe stanno svolgendo più di 200 ispezioni sui ristoranti della catena e aggiunge di essere in procinto di fare ricorso alla disposizione di chiusura disposte lo scorso agosto, per motivazioni sanitarie, di 9 dei 430 locali fast-food collocati sul territorio russo.

Bovini da Carne al Pascolo

Embargo Russia; Ghilardelli (Lega Nord): "Si tutelino le nostre aziende che esportano"
"La situazione tesa tra la Russia e l'Unione Europea non sembra migliorare e a farne le spese dal punto di vista commerciale potrebbero essere tutte le aziende italiane, con particolare riferimento a quelle dell'Emilia Romagna, che hanno in corso rapporti consolidati con il Paese extraeuropeo. Il rischio è che tutto ciò che è stato avviato, o che si trova al momento in corso di avviamento, si possa bloccare a causa delle restrittive leggi e delle pesanti sanzioni che gli Stati Uniti e l'Unione Europea hanno imposto a Mosca e il conseguente embargo verso i prodotti dell'Occidente imposto dal Governo russo". Commenta Manuel Ghilardelli, candidato alle elezioni regionali per la Lega Nord, che prosegue: "Quello che più mi preoccupa è il comparto agroalimentare del territorio piacentino che sta iniziando a stringere accordi e rapporti con la Russia e che potrebbe perdere tutto il lavoro svolto a causa di questo embargo. Secondo una prima stima di Coldiretti le esportazioni italiane di prodotti agricoli verso Mosca sono crollate del 63%, mentre il Made in Italy ha avuto un calo del 16,4%. Sono stati colpiti anche prodotti tipici, dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano (per 15 milioni di euro) ma anche prosciutti a denominazione di origine".

Il candidato del Carroccio si unisce alle dichiarazioni rilasciate da Matteo Salvini, segretario della Lega Nord, nel corso della sua ultima visita in Crimea che chiede apertamente "la rimozione dell'embargo agroalimentare russo a quelle Regioni che si sono schierate anche con atti ufficiali contro le sanzioni occidentali a Mosca imposte dagli Stati Uniti e dalla Ue per la crisi ucraina."

"Il Governo – conclude Ghilardelli - deve intervenire per difendere il lavoro delle nostre imprese, ma deve farlo con azioni concrete, aprendo un canale di dialogo con la Russia e con Putin, perché la salvezza dell'economia del nostro Paese passa anche da qui. Anche la Regione Emilia-Romagna deve prendere posizione, facendo pressioni sul Governo centrale perché lavori al fine di tutelare le nostre imprese".

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Approvato il programma triennale 2015-2017 e nominati i nuovi tre vicepresidenti, Martelli, Saviotti e Spelta

Parma 20 ottobre 2014 - L'attività 2015-2017

E' di 2.320.448 tonnellate la quantità di pomodoro consegnata nell'area del Nord Italia quando ormai si è agli sgoccioli della campagna 2014. Mancano ancora i dati di alcune consegne, in via di completamento in questi giorni, ma ormai il quantitativo del pomodoro trasformato non subirà rilevanti variazioni e resterà al di sotto della soglia di 2.400.000 tonnellate, il quantitativo di riferimento per avere una produzione in equilibrio con la capacità di assorbimento dei mercati. Il brix medio ponderato è di 4.61, in calo rispetto alla media triennale di 4.91. In generale la campagna è stata fortemente condizionata dal maltempo che ha comportato notevoli problemi sia per la parte agricola sia per la parte industriale. La resa media per ettaro è stata infatti di 65,02 t/ha al cospetto di una media triennale di 69,19 t/ha e la resa industriale inferiore allo standard e quindi con meno prodotti finiti ottenuti rispetto alle previsioni.
I dati sono stati presentati durante l'assemblea dell'OI Pomodoro da Industria del Nord Italia che ha anche provveduto alla nomina dei tre vicepresidenti che affiancheranno il presidente Pier Luigi Ferrari nella conduzione dell'Oi. La componente agricola ha nominato Rossella Martelli di Asipo, la componente industriale Bruna Saviotti di Tomato Farm e la parte della cooperazione Stefano Spelta di Arp.
Altro passaggio rilevante è stato l'approvazione del programma triennale delle attività 2015-2017 con l'OI che sarà obbligatoriamente chiamata a mettere a punto metodi e strumenti per migliorare la qualità dei prodotti (puntando soprattutto sull'armonizzazione dei disciplinari di produzione integrata, sul coordinamento e rafforzamento dell'attività di ricerca e sperimentazione e sul coordinamento delle richieste di deroga territoriale) così come a migliorare la conoscenza e la trasparenza della produzione e del mercato tramite la raccolta, l'elaborazione e la diffusione delle informazioni statistiche relative alla produzione e alla trasformazione degli associati, sempre nel rispetto delle regole sulla privacy. Ma l'OI sarà impegnata, nei limiti consentiti dalla normativa, anche nella definizione di regole condivise; nello sviluppo di modelli digitali uniformi per le relazioni di filiera tra gli associati; nella verifica della congruità dei contratti; nell'istituzione di gruppi di controllo durante la campagna di trasformazione; nell'individuazione di metodi e strumenti per un'efficace valutazione della qualità; per la valorizzazione della produzione integrata e biologica e nell'orientamento delle produzioni verso qualità e sostenibilità. Tra le funzioni indicate nel piano triennale anche la promozione della riduzione dei costi; lo sviluppo di progetti su innovazione, integrazione di filiera e formazione e poi ancora nei servizi di informazione; nelle posizioni condivise sulle politiche di settore; nello studio di strategie per la valorizzazione del prodotto; nel dialogo per la commercializzazione; nel curare i rapporti con le altre OI e nella promozione della buona occupazione.

IN ALLEGATO FOTO DEI TRE VICEPRESIDENTI: Da sinistra Spelta, Martelli, Ferrari (presidente) e Saviotti.

Domenica, 26 Ottobre 2014 08:33

L'eugenetica del consumatore

L'evoluzione dei consumi secondo il Presidente di Confcommercio giovani di Reggio Emilia

Reggio Emilia --
Quando anche l'attuale crisi verrà lasciata alle spalle, nulla sarà più come prima. Anche se ci dovesse essere una ripresa economica, i consumatori non tornerebbero più quelli di una volta. Le mutazioni socio/demografiche e le esperienze innescate dagli ultimi sei anni di ristrettezze e incertezze hanno lasciato un segno indelebile nei consumatori, secondo alcuni studi di Ipsos.

Più attento agli sprechi, alla spesa globale, al rapporto qualità prezzo e più digitale, il consumatore 2.0 si è ormai abituato a mangiare, vestire ed impiegare il proprio tempo libero. Curiosa è, ad esempio, l'inversione di tendenza recentissima sui prodotti alimentari già cucinati o semipronti: si acquistano meno i primi, a vantaggio degli ingredienti per farli in casa. Stessa cosa per il pane, le cui vendite di macchinari per produzione casalinga hanno avuto un incremento. Anche la piramide alimentare cambia: i legumi sostituiscono la carne, frutta e verdura fresche vengono consumate sempre meno. Tiene il cibo di qualità, mentre a farla da padrona sono da anni i prodotti tecnologici, ovviamente quasi tutti di importazione.

E' da sottolineare come se la gente si abitua a mangiare e a vestirsi (inteso in senso molto lato) in modo diverso difficilmente tornerà indietro.
Secondo Il Sole 24 Ore il reddito medio degli italiani si è ridotto mediamente di più di 2.500 Euro annui rispetto al 2007. Questa riduzione è stata ancora maggiore a Reggio Emilia, e in generale nelle aree più produttive del Paese

La politica dovrà tener conto di questa mutazione irreversibile, che costringerà i commercianti a fare i salti mortali ben oltre il 2015 per poter far sopravvivere le attività e cercare di dare un futuro meno plumbeo ai figli. Ma se obbiettivo del legislatore, non solo nazionale e non solo fiscale, è quello di rilanciare i consumi, anche commercianti e dettaglianti devono fare autocritica e cogliere i cambiamenti, intercettando i nuovi bisogni. Non è più un'opportunità, ma un dovere.
LUIGI ROCCA - Presidente Gruppo Giovani Imprenditori Confcommercio Reggio Emilia - 17 ottobre 2014 -

Pubblicato in Economia Reggio Emilia
Domenica, 26 Ottobre 2014 09:57

Alla scoperta del “culatello”.

Quest'anno ricorre il trentennale del corso di formazione che recuperò l'antica arte dei "macellini".

- Parma, 26 ottobre 2014 -
Riconosciuto come DOP (Denominazione di Origine Protetta) dal 1996 il "Culatello di Zibello DOP" ha origini molto più antiche e "nobili".
Sembra infatti che questo tipico salume della "bassa parmense" sia stato portato in dono alle nozze tra Andrea dei Conti Rossi e Giovanna dei Conti Sanvitale nel 1322. Prodotti da "investitura" sono stati rintracciati in scritti ancor più antichi nei quali si faceva riferimento alla prelibatezza del prezioso salume. Tanto prezioso che era consuetudine utilizzare il "culattello" in pagamento di quanto dovuto ai nobili proprietari terrieri.

Il Culatello selezionato per il Principe Carlo d'Inghilterra - Antica Corte Pallavicina

Un prodotto quindi tradizionalmente destinato alle ricche tavole dei nobili ma praticamente assente da quelle del volgo il quale invece doveva, per così dire, accontentarsi del "Fiocco di Culatello" realizzato con le due fasce muscolari anteriori del prosciutto mentre le tre posteriori venivano destinate alla produzione del più pregiato Culatello.
La fetta di culatello è perciò ben riconoscibile dalla importante "noce di grasso" che si estende dalla periferia a quasi il centro della fetta dalla quale si inseriscono i tre fasci muscolari.

Culatello di Zibello DOP - la "Noce di Grasso" che congiunge le tre fasce muscolari

Posto che vai salume che trovi. Se il "Prosciutto di Parma" deve la sua squisitezza e popolarità all'aria secca che fluisce a Langhirano, e zone limitrofe, proveniente da mar ligure accompagnando nella stagionatura il più famoso prodotto di salumeria (prosciutto deriva da prosciugare) il Culatello e alla pari il Fiocco di Culatello devono la loro qualità alla "nebbia", perciò all'umidità, tipiche delle zone rivierasche del PO.
Da metà novembre e sino a fine febbraio le temperature rigide della pianura padana consentono di procedere al rito laico della macellazione del maiale e alla conseguente produzione delle decine di salumi che ne derivano. Ed è proprio la "nebbia" e il "Genius Loci" (ambiente microbico locale) che consente la maturazione, del prodotto. Il marcatore culturale che consente la produzione, "solo in queste zone", del principe dei salumi.

La stagionatura "umida".
Infatti, dopo i primi 10-12 giorni posto a riposare in ambiente fresco e ventilato e i seguenti 3-4 mesi in ambiente asciutto, i restanti 7-11 mesi, il "Culatello di Zibello", viene lasciato maturare nell'ambiente umido di cantina costituita di pareti di mattoni e pavimentazione di sabbia, il regno del genius loci.
A fine stagionatura il Culatello, riconoscibile per la sua forma globosa a "pera" dovuta alla rifilatura delle masse muscolari alle quali furono asportate le parti grasse in fase di preparazione, ha perduto circa il 45% del suo peso originale passando da circa 6 chilogrammi a 3-3,5 kg.
Per il consumo del prodotto manca ancora una fase: il "bagno purificatore" . Per due giorni il culatello viene lasciato in ammollo in acqua (alcuni indicano di usare il vino) al fine di ammorbidirlo e essere così pronto per la affettatrice, rigorosamente di ampia lama, per passare quindi alla tavola, questa volta, di tutti i palati.

Del recupero della antica arte dei "macellini" (coloro che andavano di casa in casa a confezionare i tanti salumi realizzabili con il maiale allevato per un anno intero dalla famiglia contadina), altrimenti chiamati "norcini", si deve al CFPA di Sissa (Centro di Formazione Professionale per l'Agricoltura) della Regione Emilia Romagna che, giusto 30 anni fa decise di avviare il primo corso di formazione, proseguito senza interruzione da Agriform srl, ente di formazione scaturito dalla fusione - misto pubblico privata - tra i centri di formazione in carico alle Organizzazioni Professionali Agricole e il CFPA regionale di Sissa.

Un corso che divenne da subito popolare a livello nazionale al punto tale che venne l'idea di portarlo "fuori" dalle mura della scuola per due giorni all'anno inaugurando, nella ricorrenza del decimo anno del ciclo formativo, la festa "I Sapori del Maiale" alla quale venne legato il "Mese gastronomico Sissese" oggi inglobati all'interno della più ampia manifestazione November Porc.

Coincidenza vuole che quest'anno cada quindi il ventennale della manifestazione sissese e il trentennale del corso di formazione che diede vita e alimentò la manifestazione sin dalle sue origini.

E dal prossimo 8 novembre prenderà il via, proprio da Sissa, la lunga e affascinante manifestazione "November Porc" che vede protagonisti i migliori prodotti locali festeggiati nei comuni di Sissa (8 e 9 Novembre), Polesine Parmense (15 e 16 novembre), Zibello (22 e 23 novembre) e Roccabianca (29 e 30 novembre).

Per maggiori informazioni sulla manifestazione "November Porc".

Per scoprire altri luoghi della nostra meravigliosa Italia: Italian Tourism Expo

 

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La Cia reggiana commenta i dati produttivi del mais e apre una finestra sul futuro: possibili incrementi produttivi del 50/60% -

Reggio Emilia, 25 ottobre 2014 -

"Davvero una buona annata per il mais nel territorio reggiano, grazie al recupero di superfici occupate da questa coltura, alle temperature mai troppo elevate, alla possibilità di disporre costantemente di acqua per irrigarla". Sono le valutazioni di sintesi della Cia di Reggio Emilia rispetto al raccolto del mais, coltura di fondamentale importanza, soprattutto per gli usi zootecnici che si fanno delle farine ricavate dalla sua granella, che sono un elemento chiave (apportando proteine "nobili") della qualità dei nostri prodotti tipici.

Ma le prospettive per il futuro – rileva la Cia reggiana – sono di un netto miglioramento in termini di produttività di questa coltura: infatti, sono in corso sperimentazioni, condotte nella pianura padana dall'Università di Torino, per ora su 10 ettari di mais, che hanno consentito incrementi produttivi nell'ordine del 50/60%. Se infatti attualmente in pianura padana la resa media di mais irriguo è di 12/14 tonnellate ad ettaro, nei campi sperimentali di cui si diceva si è arrivati a 20 tonnellate ad ettaro.

Questo grazie ad una nuova tecnica, sviluppata con un progetto patrocinato da Expo 2015, che è una combinazione di prodotti e tecnologie innovative per ottenere dal mais il massimo profitto ma in chiave ecosostenibile. Senza dover ricorrere al transgenico è stato selezionato un particolare ibrido di granella con un livello produttivo superiore; il nuovo ibrido ha permesso di seminare il mais con una maggiore densità di impianto; si è adottata inoltre un' innovativa gestione del suolo: consiste nell' utilizzo di una macchina che esegue una lavorazione solo nella zona di semina. La lavorazione localizzata, che riduce la mineralizzazione della sostanza organica e l' erosione del suolo, viene abbinata ad altre tecniche ecosostenibili, come i sistemi di irrigazione a goccia che ottimizzano la distribuzione dell'acqua e l'utilizzo di fertilizzanti ad alta efficienza con distribuzione anch'essa localizzata.

Buone notizie quindi per i produttori – commenta la Cia di Reggio Emilia – che potranno tra qualche anno contare sulla possibilità di risultati ancora migliori di quelli registrati quest'anno, dovuti in primo luogo a superfici che sono tornate intorno ai 10mila ettari, dopo il calo degli ultimi anni, con questo tornando a contendere al grano tenero il primato di cereale più presente nel territorio reggiano; questo è stato dovuto principalmente alle difficoltà nelle semine dello scorso autunno; chi ha incontrato questi problemi ha fatto ricorso quindi alla semina del mais, che avviene principalmente in primavera. Va detto anche che l'incremento di superfici è stato dovuto più alla prospettiva di destinare il prodotto alle biomasse (ovvero agli impianti di biogas) che alla granella per usi zootecnici. Molto buone anche le rese, che fanno registrare una produzione media di granella secca di 130-150 ql/ha, nettamente sopra la media degli ultimi anni (in linea con le stime elaborate da Ismea che indicano per quest'anno un aumento dei raccolti in Italia del 14,3% per il mais).

Altrettanto importante – conclude le sue valutazioni la Cia reggiana – lo stato sanitario del mais: sono pressoché assenti le micotossine che avevano invece minato la produzione degli ultimi anni; queste infatti si sviluppano con alte temperature ed elevata umidità, una condizione che quest'anno non si è verificata.

(Fonte: Ufficio stampa Cia di Reggio Emilia)

Il 4 Madonne Caseificio dell'Emilia è l'unico dell'intero comprensorio a produrre in quattro stabilimenti -

Modena, 22 ottobre 2014 -

C'è anche il 4 Madonne Caseificio dell'Emilia tra i partecipanti al Salone Internazionale del Gusto e Terra Madre, in programma a Torino da domani - giovedì 23 – a lunedì 27 ottobre. È la prima volta che la cooperativa casearia di Lesignana di Modena prende parte a questa manifestazione, considerata uno degli eventi più importanti per la promozione dell'agroalimentare italiano nel mondo.

Ricordiamo che il 4 Madonne è l'unico caseificio dell'intero comprensorio del Parmigiano Reggiano a produrre formaggio in quattro stabilimenti: Lesignana di Modena, Camurana di Medolla, Varana di Serramazzoni e Arceto di Scandiano (Reggio Emilia). Aderente a Confcooperative Modena, la cooperativa casearia associa 65 aziende agricole le quali conferiscono oltre 400 mila quintali di latte, con una produzione annua che si aggira sulle 75 mila forme; la metà è prodotta a Lesignana nel nuovo stabilimento inaugurato lo scorso 12 aprile. Intanto dal 16 settembre il 4 Madonne ha iniziato a vendere il Parmigiano Reggiano anche su Internet. Info: www.caseificio4madonne.it

(Fonte: ufficio stampa Confcooperative Modena)

Mercoledì, 22 Ottobre 2014 08:45

Lattiero caseari, prezzi fermi.

Tutti i prezzi invariati rispetto la precedente ottava. In aumento la produzione e giacenze mentre perdura la crisi dei consumi del Parmigiano Reggiano.

di Virgilio, Parma, 22 ottobre 2014 -

LATTE SPOT Restano invariati i prezzi del latte crudo spot nazionale alla borsa di Verona anche nella 42esima settimana. 37,60 e 38,66 €/100 litri di latte sono i valori minimo e massimo confermati lo scorso lunedì 20 ottobre. Anche il latte crudo pastorizzato spot estero ha mantenuto il prezzo registrato il precedente lunedì (13/10) con quotazioni comprese tra 36,60 e 37,63€/100 litri.

BURRO E PANNA Il prezzo del burro è congelato da 6 settimane. Nello specifico, lo scorso 20 ottobre, alla borsa milanese, il burro CEE ha visto la conferma di 2,85€/kg, 3,05 per il burro da centrifuga, 2,10 per il burro pastorizzato e 1,90€/kg per lo zangolato Inalterato anche il listino del burro zangolato da creme fresche alla borsa merci di Parma (1,50€/kg). Nessuna variazione per la crema a uso alimentare contrattate a Milano e a Verona.

GRANA PADANO Inalterati anche i listini del Grana Padano per entrambe le referenze quotate alla borsa di Milano. 6,45€/kg. il prezzo minimo del padano stagionato 9 mesi e 6,55 €/kg il valore massimo mentre è compreso tra 7,05 e 7,70 €/kg lo stagionato di 15 mesi e oltre.

PARMIGIANO REGGIANO Battuta d'arresto per il Parmigiano Reggiano. Dopo tanto penare una settimana di stasi dei valori del Parmigiano reggiano per entrambe le stagionature (12 e 24 mesi) e in tutte le piazze prese in considerazione.
Nello specifico, a Parma, il 12 mesi è stato quotato tra 7,35 e 7,75€/kg e il 24 mesi è invece fermo tra 8,75 e 9,10€/kg. Secondo i dati SI-PR (Sistema Informativo Parmigiano Reggiano) di settembre la produzione è aumentata (+0,7% tendenziale annuo) così come le giacenze (+1,1% tendenziale) che, in combinazione con il perdurare della riduzione dei consumi (-2,8% tendenziale), stanno procrastinando la situazione di crisi del Parmigiano Reggiano.

 

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Dieci imprese agroalimentari reggiane partecipano alla collettiva organizzata dalla Camera di Commercio al SIAL di Parigi, una delle più grandi vetrine mondiali di settore -

Reggio Emilia, 21 ottobre 2014 -

Sono dieci le imprese agroalimentari reggiane che partecipano alla collettiva organizzata dalla Camera di Commercio al SIAL di Parigi, una delle più grandi vetrine mondiali di settore con i suoi oltre 150.000 visitatori provenienti da 200 Paesi.
Al Salone internazionale, la Camera di Commercio partecipa anche con i vini selezionati nell'edizione 2014 del Concorso enologico "Matilde di Canossa-Terre di Lambrusco", con informazioni sui prodotti e degustazioni guidate da un sommelier professionista.

La collettiva di aziende organizzata dall'Ente camerale rientra nel ricco carnet di iniziative che in questi mesi si stanno realizzando a beneficio dell'agroalimentare reggiano, con una particolare accentuazione delle proposte relative alla presenza delle nostre eccellenze alimentari anche nei canali digitali.
Le aziende reggiane partecipanti alla collettiva camerale a Parigi (che si chiuderà il 23 ottobre) rappresentano alcuni dei settori di punta delle nostre Dop, ed in particolare Aceto Balsamico Tradizionale, Parmigiano Reggiano, salumi e piatti pronti.
Nella capitale francese sono presenti Cantarelli 1876, Antica Cascina San Lorenzo, Astrology, Acetaia del Casato Bertoni, Forgrana Corradini, I Sapori delle Vacche Rosse, Industrie Montali, Grana d'oro, Acetaia di Montericco ed Europi.

(Fonte: Dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 42 20 ottobre 14

(Cliccando su "allegati" è possibile scaricare in formato PDF)


SOMMARIO Anno 13 - n° 42 20 Ottobre 2014

1.1 editoriale Ebola, è vero allarme?
2.1 mercati agricoli Ismea, prezzi agricoli in ripresa a settembre
3.1 Lattiero caseario Il Parmigiano scende più del Padano
4.1 mipaaf MIPAAF, 40 milioni di intervento a sostegno degli indigeti.
5.1 export vini Le Eccellenze vitivinicole a Melbourne
5.2 norme sementiere ASSOSEMENTI: per la selezione del seme aziendale occorre la licenza sementiera
6.1 eventi Speriamo ci sia la nebbia. Tutti pronti per il November Porc.
7.1 turismo Vacanze Slow sul Grande Fiume

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