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Martedì, 10 Marzo 2020 10:18

Tutta l’Italia diventa zona protetta.

Esteso il provvedimento varato nella notte tra sabato e domenica a tutte le regioni. Gli spostamenti della popolazione verranno permessi solo per comprovati motivi di salute o lavoro.

Ulteriore giro di vite provocato dalla grave accelerazione nel Paese del contagio. Esteso a tutte le regioni le misure varate nella notte tra sabato e domenica per Lombardia e altre 14 province. Il provvedimento prevede il divieto di spostamento se non «per comprovati motivi di lavoro» o «gravi esigenze familiari o sanitarie».

Le cifre, d'altronde, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti", sono impietose: nelle ultime 24 ore in Italia sono morte per ben 97 persone e altre 1'797 sono rimaste contagiate. Tutto questo ha portato il computo totale degli infetti a 9'172, mentre le vittime totali del Covid-19 sono salite a 463.

«I numeri - ha precisato Conte - ci dicono che stiamo avendo una crescita importante. Per questo motivo le nostre abitudini vanno cambiate ora. Per il bene del Paese».Il premier precisa poi che non c'è più tempo da perdere: «Lo dobbiamo fare subito. Questo sarà possibile solo se tutti collaboreremo». Le nuove misure forti e stringenti - continua Conte - possono essere riassunte con «Io resto a casa». «Non ci saranno più due zone. Tutta l'Italia sarà zona protetta».

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15 alberghi chiusi in città e gli altri sottotono. Il 90% delle prenotazioni cancellate stanno mettendo in ginocchio il settore ricettivo proprio nell'anno di Parma2020. 

Di Lamberto Colla e foto di Francesca Bocchia - Parma 9 marzo 2020 - Emio Incerti, presidente di Federalberghi Parma e Vice Presidente regionale, disegna uno scenario particolarmente critico per il settore dell'accoglienza alberghiera. Tra eventi cancellati, sospesi o rimandati quasi tutti nell'ultimo quadrimestre del 2020, il Coronavirus rischia di fare una strage, oltre che nella sanità anche nel tessuto economico.

Se al momento attuale tutte le risorse disponibili e straordinarie devono necessariamente essere concentrate sulla sanità, cessata l'emergenza altrettante risorse, anzi molto probabilmente molte di più, dovranno essere allocate, senza elemosinare, sull'economia o diversamente si apriranno altri pesanti fronti sanitari. Non dimentichiamo che economia e sanità vanno a braccetto e perciò, prima si blocca il contagio e prima si potrà riaccendere il fuoco dell'economia.

Segnali terribili si sono manifestati, tutti concentrati nella giornata di Lunedi 9 marzo: il MIB crollato del 11,7%, il Petrolio (WTI) crollato tra il 20 e il 30% scendendo a meno di 30$ al Barile (era circa 50$), 27 carceri in rivolta dove si sono contati 7 morti e decine di feriti nel carcere di Modena e infine la diffusione della notizia ben poco rassicurante che 20.000 marines americani sono sbarcati in Europa, tra Olanda, Belgio, Lettonia e Estonia per l'Operazione (esercitazione?) "Defender Europe 20" e infine a sera tarda, il premier Giuseppe Conte che, a reti unificate, annuncia l'allargamento della zona arancione (ex rossa) a tutta la penisola. Un passaggio auspicato da molti, noi compresi, per accelerare il processo di arresto e inattivazione del contagio da Coronavirus.

Senza aprire altri scenari apocalittici, basta fare i conti al settore alberghiero, il primo a essere stato travolto dalla valanga Coronavirus, per immaginare quali e quanti danni si stanno riversando sul sistema economico e sociale del Paese.

"Ad oggi la situazione, informa Emio Incerti, del turismo nella nostra nazione in generale, ma in particolare nella nostra provincia è veramente drammatica. Soprattutto a Parma perché quest'anno c'era un'occasione d'oro per realizzare tantissimi eventi per Parma Capitale Italiana della Cultura Parma202 0. I primi segnali di crisi si sono manifestati quando alcuni cinesi sono stati ricoverati in Italia. Un evento che ha fatto sì che il mercato turistico, asiatico inizialmente, si sia bloccato nel giro di pochi giorni. Da metà gennaio abbiamo iniziato a ricevere tutta una serie di cancellazioni da parte del turismo organizzato, cinese, giapponese e sud coreano che anche da noi comunque segnava numeri importanti. Poi c'è stato il famoso 22 di febbraio, con le prime chiusure della zona rossa lombarda, che ha dato il via a cancellazioni a tutto spiano, soprattutto nella clientela business. Non dimentichiamo che Parma è una città d'arte ma è soprattutto una città d'affari con una clientela composta da professionisti, manager, imprenditori, consulenti e dipendenti anche del nostro territorio che girano abitualmente e che rappresentano lo zoccolo duro di tutti gli alberghi. Ad oggi, anche in forza degli ultimi decreti, la situazione si è sempre più aggravata e ci troviamo in questi giorni ad avere avuto cancellazioni dell'ordine del 90% delle prenotazioni delle camere. Cancellazioni che hanno condotto alla chiusura di una quindicina delle più grandi strutture alberghiere comprese all'interno delle mura cittadine. All'improvviso quindi circa 1.000-1.500 camere sono state sottratte alla vendita. Una decisione determinata dalla necessità di abbattere i costi, sia in termini di risparmi energetici e sia di personale. E' ovvio che tutte queste strutture dovranno attingere alla cassa integrazione e a tutte quelle agevolazioni che sono concesse dal Governo, seppure ancora in misura limitata."

Un danno veramente importante per tutto il territorio della provincia. Secondo le stime, riferisce il Presidente, la provincia di Parma dal solo turismo, quindi pernottamenti e cene, lascia sul terreno circa 300.000€ al giorno. Questo dato ovviamente è stimato sulla base degli alberghi che hanno chiuso ma la disponibilità è ben superiore e ben maggiore potrebbe essere il danno così procedendo.

6.500 camere per circa 12.000 ospiti è, infatti, il patrimonio ricettivo di tutto il territorio provinciale raccolto in 200 strutture, 37 delle quali (2.000 camere) concentrate in Parma città, che sommano a 68 (3.000 camere) se si considerano i territori adiacenti al capoluogo, per arrivare a 200 alberghi e 6.500 camere se si sommano tutti gli alberghi della provincia.

Tra le richieste avanzate da Federalberghi c'è la sospensione temporanea della tassa di soggiorno. "Non l'annullamento, sottolinea Incerti, perché con il ricavato della tassa che entrerà nelle casse comunali ci attendiamo che le somme raccolte vengano utilizzate a favore del settore per farlo ripartire al più presto."

Ormai è chiaro che tutti gli eventi in programma entro l'estate, a partire da Cibus, verranno spostati nell'ultimo quadrimestre dell'anno, qualcuno forse verrà recuperato nel mese di giugno, ma questo comporterà il sorgere di un altro problema connesso alla capacità ricettiva conseguenza della sovrapposizione degli eventi.

Un momento importante di riflessione e confronto per tutto il settore sarà l'occasione dell'Assemblea Nazionale di Federalberghi che vedrà riuniti a Parma, tra l'8 e il 9 maggio, i delegati dell'organizzazione provenienti da tutta Italia.

Videohttps://youtu.be/mq71gI8Nzd0 

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Lunedì, 09 Marzo 2020 18:54

Qui bisogna fermare tutto il Paese!

Appello al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Unica soluzione per limitare i contagi e il collasso del sistema sanitario ed economico italiano

di Francesca Caggiati - Parma 9 marzo 2020 - La situazione è sfuggita di mano. Prendiamone atto. L’ultimo decreto entrato in vigore in pratica da oggi - al di là degli esodi incontrollati verso il sud del Paese nella finestra tra la sua approvazione e la sua applicazione e qualche ora di “bozza” - è comunque insufficiente ad arginare efficacemente la diffusione del coronavirus e lascia ampi spazi ai singoli di decidere quando è necessario o meno muoversi, continuare ad andare al lavoro e quindi a contatto con altre persone, anche prendendo delle “precauzioni” di distanza e di igiene personale come lavarsi le mani frequentemente e starnutire nella piaga del gomito. E questo non è accettabile. Non è accettabile in uno stato di emergenza come questo far passare il messaggio che “si ok è grave, però…”

Siamo seri una volta tanto, dimostriamo al mondo di essere responsabili, coscienziosi e consapevoli che la situazione non è grave, è gravissima e insostenibile con le attuali misure, troppo di manica larga e insufficienti per scongiurare il peggio.

Ormai i contagi sono ovunque, su tutto il territorio nazionale. Non possiamo tergiversare!

Come ha spiegato il Primario di Malattie Infettive dell’Ospedale Sacco di Milano prof. Massimo Galli - già a partire dai suoi primi interventi sulle reti televisive nazionali - il coronavirus “non è mai stata una semplice influenza”, si tratta di una malattia nuova e - anche se non è possibile stabilirlo a priori con precisione - nel 10-15% di popolazione adulta che si infetta sfocia in polmonite e in molti casi necessita di cure ospedaliere nei reparti di terapia intensiva. “In particolare gli anziani, ma anche giovani con patologie pregresse e altri motivi che non conosciamo, possono arrivare a non farcela.”

I morti sono già centinaia, diverse migliaia sono i contagiati conclamati e in cura - ricordiamo che medicinali specifici non ne esistono comunque, come non esiste un vaccino che possa prevenire i contagi nelle persone ancora sane.

È ora di starsene tutti in casa – come ho già scritto in un precedente articolo uscito ancor prima fosse divulgata la bozza del decreto che ha limitato gli spostamenti in Lombardia e altre 14 province –
https://www.gazzettadellemilia.it/parma/item/26838-siamo-in-stato-di-emergenza-sanitaria-piantiamola-di-raccontarcela-stiamo-in-casa.html
è ora di fermarci. Ma fermarci tutti quanti da nord a sud. Stiamo in casa, senza se e senza ma.

Nessun politico ha finora avuto il coraggio di dirlo chiaramente. Tutti succubi della paura che crolli l’economia, tutti focalizzati sul soldo – in primis i cittadini - più che sulla salute delle persone.
Sento il dovere morale, come giornalista, di appellarmi al Presidente di tutti gli Italiani, affinché – stravolgendo le regole e anticipando i tempi il più possibile – prenda in mano, in prima persona, questa situazione di emergenza ormai fuori controllo.

Auspico che il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, se non vuole farlo il capo del Governo, dica chiaro e tondo a tutti gli Italiani da nord a sud di stare tassativamente in casa e autorizzi solo gli spostamenti per il personale che lavora negli ospedali. Farmacie e supermercati attivi solo per consegne a domicilio con personale protetto e pochissime altre categorie come Esercito e Forze dell’Ordine.

Tre cose chiare mi auspico verranno dette:
- State tutti in casa
- Non preoccupatevi dei soldi, congeliamo tutti i pagamenti e garantiamo pensioni e stipendi per sopravvivere
- Fidatevi dello Stato e non appena sarà finita questa emergenza, troveremo il modo per far ripartire l’economia. Ve lo prometto!

Ora tutti fermi. Fino a nuovo ordine. Non sarebbe dittatura questa, ma coscienza e responsabilità. Sarebbe coraggio e volontà di voler salvare il salvabile per quanto è ancora possibile. È l’unico modo per superare questo evento epocale, essendo di esempio per il mondo intero.

Confido che le parole, di una sconosciuta giornalista di Parma, arrivino al Presidente Mattarella e che portino alla decisione che ritiene essere la migliore per il Suo e il Nostro Paese.

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La Direzione dell’Azienda USL IRCCS informa che, vista la progressiva evoluzione epidemiologica dell’infezione da Coronavirus, con un significativo incremento di casi che richiedono ospedalizzazione e seguendo le indicazioni regionali, l’Ospedale di Guastalla viene da oggi identificato come Ospedale COVID, con una iniziale disponibilità di 80 posti letto dedicati a pazienti positivi al virus in condizioni non critiche. I posti letto saranno gradualmente collocati in un’area, al momento non utilizzata, in un’ala ospedaliera su 4 piani.

La scelta di Guastalla è motivata dal fatto che l’Ospedale dispone di una terapia intensiva e di servizi di supporto adeguati, quali laboratorio, radiologia e cardiologia; l’attivazione di Guastalla come Ospedale COVID consentirà inoltre di detendere la richiesta di posti letto sull’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, consentendo all’ospedale reggiano di trattare i pazienti più gravi. A Guastalla è previsto anche l’incremento di posti letto di terapia intensiva da 6 a 12.
La temporanea rimodulazione dell’Ospedale richiede, per evidenti motivi di sicurezza, il trasferimento del Punto Nascita di Guastalla all’Ospedale di Montecchio, che non accetta pazienti COVID positivi e dove opera un’Unità Operativa Complessa con personale esperto. Il trasferimento del Punto Nascita si rende infatti necessario per non creare interferenze di percorso delle pazienti e dei neonati con pazienti COVID positivi.

Il Piano prevede inoltre l’integrazione delle due équipe ostetrico-ginecologiche, garantendo al meglio il rispetto dei percorsi clinico-assistenziali in termini di appropriatezza e sicurezza delle cure. E’ prevista l’accettazione diretta in reparto per le donne in stato di gravidanza. Le donne a termine di gravidanza in carico ai servizi ospedalieri e consultoriali del Distretto di Guastalla verranno contattate da un’ostetrica per concordare le modalità di presa in carico e di accompagnamento. Anche la pediatria dell’Ospedale di Guastalla sospende al momento la sua attività ed i pediatri andranno a supporto della guardia h24 di Montecchio e della pediatria di Reggio Emilia.
Contestualmente l’attività di Pronto Soccorso pediatrico verrà trasferita all’ospedale reggiano.

All’Ospedale di Guastalla saranno temporaneamente sospesi i ricoveri programmati (garantendo i ricoveri urgenti, quelli per pazienti oncologici, con codice di priorità A e quelli ritenuti indifferibili) e le attività ambulatoriali programmate (ad eccezione delle prestazioni ambulatoriali U e B e di quelle rivolte a pazienti oncologici, a pazienti che presentino sintomatologie o fortemente riconducibili ad un sospetto oncologico e quelle ritenute indifferibili).
Si ipotizza che dopo una iniziale disponibilità di 80 posti letto, su spazi attualmente liberi, si possa procedere ad un eventuale incremento di ulteriori posti letto sulla base dell’evolversi del quadro epidemiologico provinciale.

La riorganizzazione è stata concertata con il Commissario ad Acta Regionale per l’emergenza coronavirus, nonché approvata dalla Conferenza Territoriale Socio Sanitaria. In relazione alla stretta integrazione e collaborazione inter-istituzionale in corso in questa emergenza sono stati informati il Centro Coordinamento Soccorsi della Prefettura e la Direzione della Protezione Civile.

La Direzione informa inoltre che, in ragione della carenza dell’organico medico della Struttura di Medicina Interna dell’Ospedale di Montecchio Emilia, da lunedì 9 marzo 2020, il Pronto Soccorso dell’ospedale effettuerà servizio dalle 07.30 alle 20.30. Nella fascia oraria 20.30-07.30 il Pronto Soccorso sarà chiuso e i cittadini per i casi urgenti potranno fare riferimento agli Ospedali di Reggio Emilia e di Guastalla. L’urgenza e l’emergenza territoriale continueranno ad essere garantite sulle 24 ore dal Servizio di Automedica, a seguito della chiamata alla Centrale Operativa 118.

 

Con il DPCM 8 marzo 2020 sono state eliminate le iniziali "zone rosse" e introdotte due nuove classificazioni che prendono in esame il tasso di contagio e vengono imposte tutta una serie di restrizioni diversificate per le due aree in esame.

In allegato è possibile scaricare i documenti che illustrano nel dettaglio cosa è possibile fare e cosa sia vietato all'interno della nuova "zona rossa" (Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, e Rimini,) e le misure che vengono invece adottate per il resto d'Italia e quindi valgono per Ferrara, Bologna, Forli Cesena e Ravenna. 

A seguire il Comunicato stampa della Regione Emilia Romagna e in allegato i documenti (DPCM 8 marzo e il documento di sintesi - sinottico - il documento per le aree in zona rossa, il documento per le aree a minor tasso di restrizioni.

Coronavirus in sintesi. Il Decreto del Governo, le misure in vigore in Emilia-Romagna: possibile spostarsi per motivi di lavoro e movimentare le merci. Ordinanza del presidente del presidente della Regione: sospesa l'attività di piscine, palestre, centri ricreativi e diurni in tutto il territorio regionale

Il presidente Bonaccini: "Bene i chiarimenti del Governo. La lotta al virus una priorità, la salute delle persone davanti a tutto". Le misure del provvedimento nazionale in vigore da oggi 8 marzo al 3 aprile. Nelle sole province di Bologna, Ferrara, Ravenna e Forlì-Cesena, nidi, scuole e Università sospesi fino al 15 marzo. SCHEDE CON TUTTE LE MISURE

Bologna 8 marzo 2020 – Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha firmato il nuovo Decreto sulle misure urgenti di contenimento del Coronavirus. L’atto deriva dalle indicazioni del Comitato tecnico scientifico ed è adottato d’intesa con i ministri competenti e sentite le Regioni.

Elimina le precedenti zone rosse, e cioè i Comuni focolaio dell’epidemia della Lombardia e del Veneto, e suddivide il Paese sostanzialmente in due aree.

La prima, per la quale sono previste misure più restrittive a causa della maggiore diffusione del virus, comprende la Lombardia e le province emiliano-romagnole di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena e Rimini, oltre a quelle di Pesaro e Urbino nelle Marche, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli in Piemonte e Padova, Treviso, Venezia in Veneto.

Altre misure di contenimento del contagio valgono invece su tutto il territorio nazionale, e quindi sulle altre province dell’Emilia-Romagna: Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena.

Le misure contenute nel decreto sono valide da oggi, 8 marzo, al prossimo 3 aprile.

Nelle province di Bologna, Ferrara, Ravenna e Forlì-Cesena, la sospensione di nidi, scuole e Università rimane invece in vigore fino al 15 marzo. 

Libertà di spostamento per lavoratori e merci

In merito a una delle misure più importanti, e cioè evitare gli spostamenti di persone nelle aree oggetto delle misure più stringenti, fra cui le cinque province emiliano-romagnole, limitandole a comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità e motivi di salute, il Governo, durante una videoconferenza con le Regioni nel pomeriggio, ha chiarito in modo inequivocabile come non esistano restrizioni per la mobilità dei lavoratori e delle merci né all’interno del Paese né tra il nostro Paese e gli altri. Dunque, chi deve spostarsi per ragioni di lavoro, anche fra le province e all’interno di esse, lo possa fare. E’ quindi garantito il diritto a lavorare per chi è in buona salute, non presenta sintomi né debba rispettare il periodo di quarantena. Con l’avvertenza che si tratti sempre di spostamenti per ragioni di lavoro o di necessità.

Ordinanza regionale: sospesa attività piscine, palestre, centri ricreativi e centri diurni in tutta l’Emilia-Romagna

“Bene che il Governo abbia fatto chiarezza su un punto che da ieri sera aveva spinto tantissimi cittadini a chiederci se domattina avrebbero potuto o meno recarsi al lavoro, o imprenditori a porre lo stesso quesito relativo alle merci”, sottolinea il presidente della Regione, Stefano Bonaccini. “Sia chiaro- prosegue- che il primo impegno è contrastare la diffusione del virus e l’Emilia-Romagna è in prima linea in questo sforzo. A dimostrazione del fatto che non abbiamo alcuna intenzione di indebolire i provvedimenti del Governo, d’accordo con i sindaci dei territori esclusi dalle misure più restrittive, ho appena assunto un’ordinanza che estende la sospensione dell’attività di palestre, piscine, attività ricreative anche alle zone che il Governo aveva escluso e che quindi varranno in tutto il territorio regionale”. Con la stessa ordinanza, “metteremo in protezione quella parte della popolazione più fragile che oggi frequenta i nostri centri diurni: parliamo di persone non autosufficienti che trovano in questi servizi un supporto molto importante per sé e per le proprie famiglie, ma che in questo momento rappresentano un rischio troppo alto per la loro salute. Per questo, sospendiamo l’attività dei centri diurni in tutta l’Emilia-Romagna, chiedendo ai Comuni di rafforzare l’assistenza domiciliare. Come Regione, li sosterremo in questo sforzo”.

 

(In allegato, le misure in vigore in Emilia-Romagna)

 

L'ultima disgustosa infografica della CNN è la conferma di una volontà di affossare l'Italia da parte dei nostri antichi alleati. Ormai, tra le vignette di Charlie Hebdo, piuttosto che del video di Canal+ o delle satire dei media tedeschi, siamo diventati un bersaglio troppo facile. E' ora di svegliarsi e rispondere colpo su colpo e dopo l'emergenza dettata dal coronavirus occorre ripensare seriamente alla nostra posizione nello scacchiere occidentale. Siamo pur sempre la settima potenza mondiale e la seconda manifatturiera europea.
 
Di Lamberto Colla Parma, 8 marzo 2020 - E' indubbio che il nostro Governo, nella questione coronavirus,  si sia mosso in modo assolutamente criticabile; inizialmente intervenendo in ritardo, concentrato come era  a polemizzare su ogni osservazione o provocazione dell'opposizione,  poi muovendosi nella comunicazione con la delicatezza di un elefante in una cristalleria.
 
Una comunicazione altamente distonica tra immagine e testo. Un premier, noto per l'eleganza della sua pochette a 5 punte,  stona e insospettisce quando si presenta in maglioncino tattico (alla Salvini per esempio) e si rivolge alla popolazione italiana dal bunker asettico e tecnologico della Protezione Civile.
 
Il  Bisogna stare calmi, che a molti ha riportato alla memoria il "stai sereno" di Renzi, perché le azioni preventive  messe in atto sarebbero state efficaci a contenere l'espansione del virus è stata percepita come una bufala quando, in  una bella mattina a Codogno in Lombardia, Vo' in Veneto e dintorni, la popolazione  si svegliò nella stessa situazione di Whuan: chiusi nei loro "ghetti" e  cinturati dalle forze dell'ordine. Nessuno più sarebbe potuto uscire e entrare dalle due zona rosse, mentre alle zone gialle, molte delle quali da oggi sono state promosse  a rosse, ovvero Lombardia, Veneto e Emilia Romagna, vennero imposte rigide prescrizioni in accompagnamento alla chiusura di scuole, teatri, musei, e sospese tutte le manifestazioni pubbliche e private, sportive e laiche.
 
A questo punto la popolazione è naturale che si isterizzi e si polarizzi in due fronti opposti,  entrambi giustificati ma altrettanto pericolosi per l'elevata instabilità sociale:
- Chi accoglie l'invito alla calma e si adegua un po' scettico su tutto questo can-can del governo e tra questi molti però nemmeno prendono in considerazione di adattarsi alla prudenza invocata;
- Chi invece non crede alle parole e si allarma per gli effetti concreti delle frequentissime comparsate di un Giuseppe Conte, impeccabile nel ruolo di "comandante in campo" ma con la pecca di non avere la situazione sotto controllo, troppo attento a giustificare il suo operato "sentiti i tecnici".

Un disastro comunicativo che ha rallentato enormemente l'adeguamento della popolazione alle più sane e responsabili modalità utili a affrontare una emergenza che mette a rischio  la vita di molti e non solo "degli anziani",  come per molti giorni hanno tento di giustificare pensando di ridurre l'allarme, sia navigati politici che giornalisti un po' distratti, come se gli anziani avessero minore dignità e diritto a una vita sana.
 
Insomma meglio gli anzianotti di altri, sembrava il messaggio sottostante.
 
Ma a fronte di questo teatrino ridicolo  c'era un servizio sanitario che si dimostrava impeccabile. Tamponi su tamponi, riorganizzazione di reparti, allargamento delle aree di clinica, apertura di triage esterni, ricerca scientifica sulle molecole del virus, richiamo dei medici e degli infermieri in pensione e inserimento dei medici militari, adattamento a turni infernali del personale medico e paramedico ai quali è stato chiesto sacrificio in termini di salute e di isolamento dagli affetti familiari.
 
Di fatto una reale emergenza improvvisa che ha quindi colto impreparata mezza Italia e gli ospedali stessi che si sono trovati decine e decine di pazienti alle porte, alcuni gravissimi, ai quali dare un'assistenza e nel frattempo a ricercare il fantomatico paziente zero.   Stranamente tutto partiva dal paziente numero 1, peraltro uno sportivo 38enne ancora in terapia intensiva.
 
Mentre gli ospedali si muovevano rapidamente verso il collasso per la concentrazione contemporanea di molti, troppi contagiati, ogni 12 ore un bollettino "di guerra" aggiornava sullo stato del contagi; degli infettati, dei morti e delle nuove zone aggredite dal coronavirus.
 
E così ci accorgiamo che dopo la Cina i malati si contavano praticamente soltanto in Corea del Sud, in Iran, e in Italia.
 
E guarda caso, come d'incanto, l'Italia diventa il bersaglio preferito di mezzo mondo e in tutto questo dall'Unione Europea il nulla, solo silenzio.
 
Un silenzio assordante, spaventosamente chiassoso. Un continente dove al solo contagiato Belga (ovviamente infettato a Lodi) si associavano circa 130 morti e 81000 contagiati tedeschi, ma di sola influenza, si sono preoccupati di dire, e i cuginetti francesi che invece avevano testato la malattia con soli 300 tamponi, gli stessi che nel medesimo periodo in Italia erano stati utilizzati nella sola provincia di Piacenza, si divertivano a schernirci come nella più classica delle tradizioni transalpine.
 
Canal+ se ne è uscito con quel vergognoso spot "Corona Pizza" di dubbia eleganza e nemmeno spiritoso come d'altra parte ben poco spiritose furono le vignette di Charlie Hebdo sul ponte di Genova, sul terremoto del Centro Italia, o di altri fumettisti sia francesi che  tedeschi (vedi la raccolta in gallery).
 
Il nostro tafazzismo è stato perciò accolto a braccia aperte dai nostri splendidi alleati per schiacciarci ancor più economicamente fingendo, con la complicità dei vertici della UE (Gentiloni compreso), di essere praticamente immuni dal coronavirus solo per il fatto di non averlo cercato.
 
Ma adesso l'inganno sta per uscire allo scoperto  in tutta la sua gravità e quel contagiato numero "zero" italiano non si trovava per il solo fatto che era un manager tedesco di 33 anni che aveva ereditato il virus (24 gennaio!!) da una collega di Shangai e poi portato all'interno del nostro territorio. Il sospetto è diventata certezza quando nelle scorse ore finalmente i tedeschi hanno ammesso di avere i focolai come in Italia e Francia e predisposto anch'essi la chiusura delle scuole e individuate le zone rosse nel Nordreno-Vestfalia.
 
E allora adesso basta! Di questa infame Europa non se ne può più. Complice nel silenzio pur di far piacere alla Merkel. Una Unione Europea sempre più simile a uno scassato condominio (Condominio Europa) con una pettegola per portinaia. 
 
Una UE, che sino a pochi giorni prima del virus, tutti sacrosanti giorni mandava in TV qualcuno a raccontare di quanti peli era composto il lato B di chiunque, preferibilmente italiano, che ogni tre per due imponeva nuove regole e sindacava su ogni parola che non fosse inquadrabile perfettamente nella classificazione del "politically correct", da oltre un mese tace su tutti i fronti e soprattutto non ha speso parola per il coronavirus.
 
Ci accorgiamo quindi che l'inutile e costoso apparato burocratico europeo aveva dimenticato di pianificare un protocollo di emergenza sanitaria e quel che è peggio non è intervenuta  a sostegno di una nazione in difficoltà rendendosi complice della negligenza "mortale" dei tedeschi, dei francesi e probabilmente di tutti gli altri paeselli dell'area di influenza germanica.  
 
Ebbene, ancora pochi giorni e il coronavirus si scoprirà diffuso in tutto il mondo e in Europa a portarlo sono stati proprio i tedeschi i quali, solo venerdi 6 marzo, hanno ammesso di avere circa 700 casi in 24 ore e che a portarlo non sono stati gli italiani.
 
Una ammissione tardiva che giunge all'indomani di una inguardabile infografica diffusa dalla CNN in cui vengono elencati i paesi infettati a partire dall'Italia.
 
Un danno di immagine e economico difficile da quantificare e soprattutto un danno alla nostra salute per aver taciuto dei loro focolai e conseguentemente per non essere intervenuti, almeno in misura analoga all'Italia,  a contenere il virus della cui aggressività reale si saprà solo fra qualche anno perché ora sembra classificato "TOP SECRET". Bocche cucite tra i medici e nessun comunicato stampa si è visto pervenire dalle ASL. Di risultati di autopsie non vi è traccia e tuto ciò fa pensare che sotto i ferri dei medici legali si sia trovato qualcosa di molto strano e forse sconosciuto, dalla forza devastante nell'area polmonare e bronchiale.
 
Supposizioni, ovviamente, ma legittimate dal silenzio inquietante che è calato sulla malattia e sugli effetti.
 
Alla fine di questo pesantissimo periodo si dovrà ripensare alla nostra posizione all'interno dello scacchiere occidentale, alla nostra posizione cooperativa nei confronti di una UE inutile e dannosa, arrivando a riposizionarci su posizioni autarchiche almeno per quanto concerne i prodotti strategici: agricoltura (latte compreso) di cui siamo altamente deficitari per avere ottemperato alle direttive socio economiche della CEE 159. 160 e 161 del 1972  e ai "Montanti Compensativi" a favore della Germania che poi diedero origine ai regolamenti sulle quote latte) e quant'altro fosse necessario per la nostra salute e difesa.
 
Infine sarebbe opportuno  fare la conta dei danni e chiedere il risarcimento anche ai vertici UE, per non essere intervenuti sul fronte sanitario e avere assecondato il mimetismo di Germania, Francia e degli altri Paesi  UE che hanno così penosamente mascherato la bomba sanitaria del coronavirus, pregiudicando il contenimento del contagio e favorendo il decesso, presumibilmente, di centinaia di migliaia di persone, anziani o meno che saranno, schernendo gli italiani che invece, con tutti i difetti sopra descritti, hanno affrontato da soli e responsabilmente, una emergenza epocale.

Links:
https://www.welfarenetwork.it/coronavirus-la-germania-ammette-abbiamo-focolai-come-italia-e-francia-20200307/ 
 
https://www.gazzettadellemilia.it/politica/item/18735-anche-il-die-welt-interviene-sull-italia-ma-se-pensassero-ai-problemi-loro.html
 
https://www.gazzettadellemilia.it/politica/item/7331-la-portinaia-del-condominio-europa.html
 
https://www.gazzettadellemilia.it/politica/item/26026-ciaone-italiani-prima-vi-spolpiamo-e-poi-ce-ne-andiamo.html
 
https://www.gazzettadellemilia.it/politica/item/26772-tafazzi-gongola-col-covinps-19-e-dimentica-il-referendum-costituzionale-del-29-marzo.html
 
https://www.gazzettadellemilia.it/cronaca/item/26812-germania,-cade-la-balla-dell-influenza-e-comunque-sono-stati-pi%C3%B9-astuti-o-quantomeno-discreti-di-noi.html
 
 

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(Per leggere i precedenti editoriali clicca qui)
 

Pubblicato in Politica Emilia

Nella tarda serata di ieri il Presidente del Consiglio ha firmato il decreto che stabilisce l'allargamento della zona rossa a tutta la lombardia e altre 11 province del nord Italia.

di LGC 8 marzo 2020 - Un ulteriore giro di vite alla libertà di movimento è stato adottato dal Governo al fine di tentare di arginare l'espansione del contagio e conseguentemente non portare al collasso il sistema di ricettività e cura del nostro sistema sanitario.  

Giusto ieri, anche dalle nostre colonne a firma di Francesca Caggiati, avevamo invitato tutti a mantenersi scrupolosamente alle raccomandazioni comportamentali, forti dei molteplici suggerimenti che dai medici e paramedici, impegnati in massacranti turni di lavoro, ci continuavano a pervenire.

Ecco quindi che il decreto governativo, nonostante sia il primo Decreto di questa natura nella storia repubblicana, non ci ha sorpresi più di tanto anche se oltre alla Lombardia, son state incluse in zona rossa le province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio nell'Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Padova, Treviso, Venezia.

In breve, il decreto, che troverete in  allegato, vieta gli spostamenti all'interno e per e dalla zona rossa, a meno di gravi e indifferibili motivi, che siano di lavoro, personali o di famiglia. Tutto questo fino al 3 aprile. Inoltre il DPCM prevede: scuole chiuse, sospesi eventi pubblici e attività sciistiche. Chiusi musei, palestre, teatri, piscine e quindi le competizioni sportive; sì agli allenamenti purché si rispettino le regole del decreto attualmente in vigore; sì alle celebrazioni religiose ma con criteri organizzativi che evitino gli assembramenti; sospese tutte le manifestazioni.

Novità anche per i centri commerciali: aperti, ma soltanto nei giorni feriali dal lunedì al venerdì, chiusi nei festivi e pre festivi. Aperti i ristoranti e gli altri esercizi, a patto che sia rispettata la distanza di almeno un metro tra una persona e l’altra.

 

ART.1
(Misure urgenti di contenimento del contagio nella regione Lombardia e nelle province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio nell'Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Padova, Treviso, Venezia)


I. Allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus COVID-19 nella regione Lombardia e nelle province di Modena, Panna, Piacenza, Reggio nell'Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria , Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia, sono adottate le seguenti misure:

... scarica il DPCM in allegato.

Pubblicato in Cronaca Parma

Abbiamo ascoltato il presidente della Assistenza Pubblica di Parma per comprendere quale sia la realtà vista da chi opera quotidianamente in una situazione unica e in costante evoluzione.

Di LGC e foto di Francesca Bocchia Parma 7 marzo 2020 - L'emergenza coronavirus sta mettendo sotto pressione tutto il sistema sanitario nazionale. Medici, paramedici, attrezzature  e mezzi devono essere in perfetta efficienza e pronti  24 ore su 24. Uno sforzo organizzativo elevatissimo che spesso si scontra con l'approvvigionamento dei presidi sanitari che non riescono a affluire con la necessaria costanza.

 "Questa emergenza Coronavirus, sottolinea Luca Bellingeri Presidente di Assistenza Pubblica Parma, ci sta impegnando in maniera molto forte, perché i servizi richiesti dalla cittadinanza sono veramente tanti. Per fortuna, grazie alla rete del volontariato, stiamo riuscendo a sopperire, seppure a fatica perché i numeri sono effettivamente elevati, a tutte le richieste.  Un altro nostro obiettivo irrinunciabile è che questi servizi vengano svolti nel maggior grado di sicurezza per i volontari. Una necessità che questo comporta un grande sforzo organizzativo che per fortuna è stato perfettamente percepito da tutti tant'è che nessuno fa mancare il suo apporto e perciò possiamo dire di essere pienamente operativi."

Sono ben tre le ambulanze attrezzate e destinate alla emergenza da Covid-19.  "Corona 1, 2 e 3" sono le loro sigle che ci abitueremo a intercettare lungo le vie della città e della provincia con il loro carico di professionisti , bardati con mascherine, occhiali, tute e guanti, come abbiamo spesso visto nei film di fantascienza,  che oggi invece corrono sulle nostre strade per portare in scurezza l'ultimo di una lunga serie di contagiati.

Donne e uomini, eroi anonimi, che si sacrificano per la nostra e loro comunità. A loro va il GRAZIE di tutti noi, nella speranza di non doverli conoscere di persona, nell'esercizio delle loro missioni, ovviamente.

Pubblicato in Cronaca Parma

Abbiamo sbandierato ai 4 venti ogni caso sospetto sino a diventare gli untori di mezzo mondo. In allegato il volantino distribuito dalla protezione civile tedesca alle famiglie: "la mia checklist" (in allegato il vademecum e una traduzione "casalinga". E oggi si scopre che il primo untore europeo fu un tedesco.

Di Lamberto Colla - Parma 5 marzo 2020 - A reti unificate e in mondo visione il nostro premier, in rigoroso maglioncino sportivo (in perfetto stile Salvini, così tanto deriso) e in diretta dal Bunker della Protezione Civile, invitava a lavarsi le mani e intanto circoscriveva delle zone rosse, per di più blindate dalle forze dell'ordine, in perfetto stile cinese.

In tutta risposta il mondo ci osservava come marziani trovando serviti su un piatto d'argento un bel capro espiatorio. In men che non si dica l'economia italiana, a partire dal turismo, si è blocca e tutti paesi, a partire dai soliti splendidi alleati, si sono sentiti autorizzati a indicarci come untori in tricolore.

In Germania, invece quatti quatti, prima dicono di essere assaliti da una forte influenza stagionale (130 morti in pochi giorni) e poi comunicano alle famiglie di cominciare a fare la spesa per riempire le dispense per ameno 15 giorni. Niente sensazionalismi, solo una informativa casa per casa. Nessun assalto ai supermercati anche se ormai sono vuoti per i traffici gommati praticamente interrotti, soprattutto dagli stabilimenti italiani, da dove non riescono a rifornire sufficientemente le grandi catene tedesche.

Ormai anche in Germania si scoperchierà il bluff e allora leggeremo dei numeri ben diversi, ma intanto gli occhi sono e resteranno puntati solo sull'Italia per il godimento dei Francesi (Canal+ ha già manifestato tutto il suo apprezzamento) che tenteranno di scavalcarci nella classifica manifatturiera, i quali di tamponi ne hanno fatti ben pochi (la scorsa settimana ne avevano fatti tanti quanti noi ne avevamo fatti nella sola Piacenza). Per inciso, è proprio di oggi la notizia, pare che il primo focolaio europeo di coronavirus sia da attribuire alla Germania e risalente al 24 gennaio quando un manager 33enne entrò in contatto con una collega di Shanghai durante un meeting aziendale a Monaco di Baviera!

Intanto godiamoci a lettura del vademecum tedesco, la certificazione che il "virus" è anche nel paese degli austeri germanici, capaci di fare gruppo e di schierarsi sempre dalla parte della loro nazione.

Invece noi, qui giù al sud dell'Europa, siamo incapaci di sbandierare le nostre qualità, soggiogati dal tafazzismo siamo eccellenti nello sbandierare con foga e orgoglio, solo e esclusivamente i difetti.

In allegato il documento tedesco e di seguito una traduzione "casalinga" della checklist.

 

 

Personale_check_list_germania_coronavirus.jpg

TRADUZIONE "Casalinga"

Pag. 1
Ministero della Protezione Civile e aiuto in casi di catastrofi.
  
Guida per la preparazione alle emergenze e la corretta azione in situazioni di emergenza
 
La mia Personale Checklist :
 


Pag.2
Bevande e cibo
In caso di disastro come inondazioni, interruzioni di corrente o tempeste, esiste il rischio che il cibo sia difficile da reperire. Quindi assicurati di avere abbastanza scorta. Il tuo obiettivo deve essere quello di sopravvivere per 10 giorni senza fare shopping. La soluzione è tua responsabilità. Se e quanto “metti da parte” è una decisione personale.
La seguente panoramica mostra un esempio di fornitura di base di 10 giorni per una persona. Ciò corrisponde a circa 2.200 kcal al giorno e di solito copre il fabbisogno energetico totale. Durante la pianificazione, considerare le preferenze personali, i requisiti dietetici e le allergie.
 
NOTA
bevande
2 litri al giorno per persona
20 litri
Nella fornitura di bevande proposta, è stato applicato un supplemento di 0,5 litri oltre al semplice requisito di un adulto di almeno 1,5 litri al giorno per persona al fine di poter utilizzare gli alimenti per la preparazione di alimenti come l'acqua, indipendentemente dall'approvvigionamento pubblico di acqua potabile. B. pasta, riso o patate
 
Alimentari
QUANTITA ' 3,5 kg
NOTA
cereali
Prodotti a base di cereali
Pane, patate, pasta, riso
 
Pag 3.
Verdure, legumi
4,0 kg
Ricorda che verdure e legumi sono già cotti in un barattolo o in lattina e che è necessaria acqua aggiuntiva per i prodotti secchi.
-
-
Frutta, noci
2,5 kg
Conservare la frutta in lattine o bicchieri e utilizzare solo frutta immagazzinata come frutta fresca.
-
latte
Latticini
2,6 kg
Pesce, carne, uova o polvere di uova intere
1,5 kg
Si prega di notare che le uova fresche possono essere conservate solo per un tempo limitato, mentre la polvere di uova intere può essere conservata per diversi anni.
-
Grassi, oli
0,357 kg
Altro a volontà z. B.
Zucchero, dolcificante, miele, marmellata, cioccolato, sale iodato, piatti pronti (ad esempio ravioli, tortellini secchi, zuppe istantanee), prodotti a base di patate secche (ad esempio purè di patate), farina, brodo istantaneo, cacao in polvere, biscotti duri, bastoncini di pretzel
 
è disponibile presso il Ministero federale dell'alimentazione, dell'agricoltura e della protezione dei consumatori all'indirizzo www.ernaehrungsvorsorge.de. Sul sito Web www.ernaehrungsvorsorge.de/private-vorsorge/notvorrat/vorratskalkulator/ puoi calcolare le tue esigenze personali in un calcolatore di azioni.
 
Pag. 4
LA MIA CHECKLIST PERSONALE
Controlla gli articoli esistenti in modo da avere una visione d'insieme!
 
STOCK DI BASE DISPONIBILE
bevande
cibo
 
HOUSEHOLDER DISPONIBILE
Kit di pronto soccorso DIN
farmaco prescritto dal medico
Antidolorifico
Disinfettante per la pelle
Disinfettante per ferite
Rimedi per il raffreddore
Termometro medico
Rimedio per la diarrea
Puntura d'insetto e pomata solare
Pinzette per schegge
 
ARTICOLI PER L'IGIENE DISPONIBILI
Sapone (barra),
Detersivo (kg)
spazzolino da denti,
Dentifricio (pezzo)
Set di stoviglie usa e getta
Set di posate (pezzo)
Carta per uso domestico (rotoli)
Carta igienica (rotoli)
Sacco della spazzatura (pezzo)
WC da campeggio,
Borsa di ricambio (pezzo)
Guanti domestici (paio)
disinfettanti,
Sapone morbido (pezzo)
PROTEZIONE ANTINCENDIO
Svuota la cantina
e
Estintore a soppalco
Spray estinguente
Allarme fumo
Tubo da giardino o autolavaggio
Serbatoi d'acqua antincendio
Secchio d'acqua
Siringa a secchio o siringa di presa
 
DISPONIBILITÀ ENERGETICA DISPONIBILE
Candele, luci da tè
Partite, più leggere
torcia elettrica
Prenota le batterie
Campeggio, stufa ad alcool con carburante
Impianto di riscaldamento
combustibili
 
BROADCAST DISPONIBILE
Radio, adatta per funzionamento a batteria o radio a manovella
Prenota le batterie
 
BLOCCO DOCUMENTO PREPARATO
Hai determinato quali documenti sono assolutamente necessari?
I tuoi documenti sono organizzati correttamente?
Sono disponibili copie di documenti importanti e, se necessario, certificati?
Hai creato una cartella documenti?
Sono a portata di mano documenti o documenti importanti?
 
BAGAGLIO DI EMERGENZA DISPONIBILE
farmaci personali
indumenti protettivi di fortuna
Coperta di lana, sacco a pelo
Biancheria intima,
calze
Wellies, scarpe ruvide
Posate, posate,
thermos,
tazza
Materiale per la cura delle ferite
Apriscatole e
Coltellino tascabile
abbigliamento resistente e caldo
torcia elettrica
Copricapo, cappello duro
Maschera protettiva, protezione respiratoria improvvisata
Guanti da lavoro
Fotocamera o telefono con fotocamera -

 

Pubblicato in Cronaca Emilia

Coronavirus. L'assessore Donini: "Il sistema sanitario regge bene, disponibili altri posti di terapia intensiva nel piacentino". Crescono i presidi esterni a protezione dei sanitari al lavoro. La Regione riunisce il Tavolo del Patto per il lavoro.

Giustificati i casi di tardiva disdetta delle prenotazioni per visite ed esami. La Regione ha inviato le indicazioni ai direttori delle Ausl

Bologna 2 marzo 2020 - “Il sistema sanitario regionale regge bene- ha affermato l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, nella consueta conferenza stampa in Regione sull’aggiornamento dei dati relativi alla diffusione del Covid-19- ed è in grado di affrontare la situazione. Da stasera saranno disponibili nell’ospedale di Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza, sei posti in terapia intensiva destinati a chi è positivo al virus e altri 6-8 posti saranno messi a disposizione domani attraverso la riconversione di tre sale operatorie. A Piacenza, dove la situazione è maggiormente critica, oltre agli otto posti dedicati rimarranno a disposizione 8 posti di terapia intensiva per altre patologie”.

I dati, secondo quanto riporta il comunicato già diffuso dalla Regione, dicono che le persone positive al test crescono oggi di 50 unità rispetto a ieri, portando a 335 i casi totali finora registrati.

“E’ ancora presto per prefigurare un trend strutturato- ha sottolineato l’assessore- ma negli ultimi tre giorni i nuovi casi che registriamo ogni giorno sono in calo rispetto al precedente. Facciamo affidamento alla responsabilità dei singoli affinché seguano le norme che vengono loro raccomandate. Naturalmente, non sono lasciati soli, nel senso che le persone chiamate a rispettare il periodo di isolamento a casa vengono contattate due volte al giorno dai servizi sanitari. Ricordo ancora una volta che per chi non avesse le condizioni per gestire il decorso della malattia presso la propria abitazione, siamo in grado di garantire soluzioni alternative”.

I moduli per il triage

Si rafforza il numero dei presidi, a protezione degli operatori sanitari e per la sicurezza dei cittadini che accedono alle strutture sanitarie, che serviranno a dividere già all’ingresso i pazienti con possibili sintomi da Coronavirus dagli altri.

La Protezione civile regionale ha infatti predisposto, oltre ai 3 già allestiti nel piacentino, nuovi moduli provvisori per il triage all’esterno delle strutture, dove poter sottoporre le persone alle prime valutazioni delle condizioni generali e di esposizione prima di accoglierle all’interno dei servizi ospedalieri: 3 nella provincia di Modena (ospedali di Mirandola, Vignola, Pavullo), 1 a Imola (in fase di allestimento, attivo da martedì 3 marzo); 2 nel parmense (Fidenza e Borgo Taro), in aggiunta alle due tende antistanti all’ingresso del Pronto soccorso dell’azienda ospedaliera di Parma; si aggiungono, nella provincia reggiana, 2 a Guastalla e 1 a Montecchio, oltre al presidio in ingresso dell’Ospedale Santa Maria di Reggio Emilia.

In altre strutture ospedaliere (Modena Policlinico e Baggiovara, oltre agli ospedali di Carpi, Sassuolo, Rimini e Riccione) sono già operativi specifici spazi con le medesime funzionalità all’interno delle aree di attesa o di ingresso. Sono infine in corso i sopralluoghi per la verifica del posizionamento di ulteriori punti di pre-triage in tutte le rimanenti strutture della regione, per alcune delle quali si sta prevedendo una modalità di installazione rapida di fronte all’eventuale crescere del numero dei casi (provincia di Ferrara, dove ancora non si registrano positivi, Bologna e altre strutture azienda della Romagna).

Nuove indicazioni per le prenotazioni per le prestazioni diagnostiche

Per uniformare il comportamento delle Aziende sanitarie su tutto il territorio regionale e per venire incontro alle esigenze dei cittadini, l’assessorato regionale alle Politiche per la salute ha fornito ai direttori delle Ausl indicazioni a cui attenersi per gli accessi relativi alle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale (come ad esempio visite specialistiche, esami del sangue o diagnostici) fino al termine di validità dei provvedimenti contenenti le misure di contenimento del Covid-19 valide per il territorio regionale (al momento, almeno fino all’8 marzo prossimo).

Secondo le indicazioni regionali, sono giustificati i casi di mancata o tardiva disdetta di tutti gli appuntamenti programmati per le visite specialistiche ambulatoriali, dal 23 febbraio 2020 e fino a nuova indicazione.

I cittadini sono comunque invitati a disdire o a prenotare un nuovo appuntamento sia per favorire il riutilizzo dei posti, sia per poter utilizzare la stessa ricetta senza ritornare dal medico.

I cittadini sono inoltre invitati, invece che recarsi personalmente nei punti Cup, a prenotare e a disdire gli appuntamenti al telefono o, per chi lo ha attivato, attraverso il Fascicolo sanitario elettronico per evitare i sovraffollamenti nei centri di prenotazione.

 ... Un occhio al sistema economico ferito...

Coronavirus. La Regione riunisce il Tavolo del Patto per il lavoro. Il presidente Bonaccini: "Stiamo gestendo la situazione sanitaria, ma siamo anche attenti ai pesanti risvolti in campo economico. Mercoledì ne parlerò con il presidente Conte"

L'assessore Colla: "Priorità far ripartire il mercato interno, anche con operazioni straordinarie"

Bologna 2 marzo 2020 – Apprezzamento per l’inserimento dello strumento degli ammortizzatori sociali in deroga nel primo decreto governativo, per sostenere lavoratori e imprese. Necessità di offrire un sostegno all’export e all’internazionalizzazione, ma anche facilitare l’accesso al credito per le imprese. Consentire lo sforamento del patto di stabilità e avviare subito nuovi investimenti nazionali ed europei a partire dalle regioni più colpite. Sono alcuni degli interventi che il presidente della Regione Emilia-Romagna,

Stefano Bonaccini, chiederà mercoledì al presidente del Consiglio de Ministri, Giuseppe Conte, presentando un documento che conterrà le misure economiche necessarie per fronteggiare la crisi innescata dal Covid-19, condiviso con tutte le Regioni, a partire da quelle colpite dall’emergenza virus.

Il presidente ne ha parlato nel pomeriggio alla riunione del Tavolo del Patto per il Lavoro, convocata in Regione, che ha riunito i rappresentanti delle organizzazioni d’impresa, dei sindacati, delle professioni, delle Camere di commercio, del Terzo settore. Incontro tenutosi per fare il punto in vista dell’incontro con il Governo.
All’appuntamento, coordinato dall’assessore regionale al Lavoro e alle Attività produttive, Vincenzo Colla, che ha ringraziato per il comportamento responsabile le associazioni economiche e le organizzazioni sindacali, sono intervenuti la vicepresidente Elly Schlein e gli assessori Paola Salomoni, Alessio Mammi, Andrea Corsini, Paolo Calvano.

“Stiamo gestendo l’emergenza con lucidità, responsabilità ed equilibrio- ha spiegato il presidente- Dobbiamo lavorare affinché il contagio non si diffonda, ma anche per rispondere con forza ed efficacia all’impatto economico che questa situazione di emergenza avrà sulle attività produttive, dando priorità agli investimenti materiali e immateriali”.

“Il tema degli ammortizzatori deve essere posto al tavolo di mercoledì, la deroga è lo strumento migliore che possiamo utilizzare in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo- ha sottolineato l’assessore Colla-. Il Governo italiano deve chiedere all’Europa di intervenire per impedire che vengano bloccate le merci e le persone e mostrare grande attenzione anche alla ripresa del mercato interno attraverso operazioni straordinarie”.

Tutte le parti sociali che hanno preso parte al Tavolo odierno hanno espresso apprezzamento al lavoro della Regione e hanno assicurato la più ampia partecipazione alle misure necessarie per accompagnare l’economia regionale, formalizzando proposte utili per l’incontro che si svolgerà con il Governo. /BM

In allegato: due immagini dell'incontro odierno

 

Allegato 1: Tavolo_PattoLavoro_v.jpg
Allegato 2: Tavolo_PattoLavoro_v3.jpg

RER_coronavirus_tavolo_economico-Tavolo_PattoLavoro_v_1.jpg

RER_coronavirus_tavolo_economico-Tavolo_PattoLavoro_v3_1.jpg

 

 

 

 

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