A Reggio Emilia alcuni comitati di cittadini residenti nei pressi del sito dove sorgerà l'impianto di Trattamento Meccanico Biologico hanno depositato un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica per annullare tutti gli atti predisposti sotto il profilo urbanistico dal Comune di Reggio. Secondo i ricorrenti gli atti interferiscono con quelli dei Comuni di Correggio e San Martino in Rio. Secondo i ricorrenti inoltre si registra una distonia tra il progetto inizialmente presentato e le modifiche in seguito apportate.
In Una nota congiunta il Vicesindaco Ferrari e l'assessore all'ambiente provinciale Tutino intrevengono in risposta ai ricorrenti.
Abbiamo letto il ricorso presentato al Presidente della Repubblica contro gli atti assunti da Comune e Provincia di Reggio Emilia per la realizzazione dell'impianto che ha definitivamente soppiantato l'inceneritore.
Siamo davvero stupiti. Dopo che i ricorrenti avevano affisso negli anni scorsi cartelli con su scritto "No all'inceneritore, Sì al Tmb" e dopo decine di incontri in tutta la provincia, molti dei quali proprio con coloro che poi hanno promosso il ricorso, eravamo convinti che almeno non si mistificassero i numeri e - quantomeno su alcuni punti - ci fosse una comprensione reciproca.
Abbiamo coinvolto nel progetto la Scuola Agraria di Monza proprio per eliminare ogni forma di materiale da inviare a combustione ed investire sul massimo recupero dei rifiuti. Rispetto al primo progetto presentato da Iren - tenendo in considerazione il buon andamento della raccolta differenziata - si è ridimensionata la portata e si è concepita l'integrazione con l'impianto di trattamento della raccolta differenziata dell'organico domestico proprio per convertire l'impianto, man mano che crescerà la differenziata attraverso lo sviluppo del porta a porta.
Sostenere quindi che realizzare il Tmb significa fermare la raccolta differenziata è una bugia colossale. E lo dimostra il fatto che stiamo andando avanti nell'inserire nuovi Comuni nel modello di raccolta lanciato con il piano d'ambito che al 2015 si prefigge di raggiungere circa il 70% di differenziata, una percentuale che in ambito provinciale colloca Reggio Emilia tra le realtà migliori non solo d'Italia, ma d'Europa.
Proprio il leale rapporto con il Comitato di Gavassa ci ha portato a mettere in discussione e rivedere diversi aspetti e ci dispiace, dunque, che questi passi in avanti da qualcuno non vengano colti. Ancora di più considerando che il lavoro ed il confronto non sono ancora conclusi, ma proseguiranno fino alla redazione del progetto definitivo.
Nel ricorso leggiamo invece numeri completamente inventati ed osservazioni che non considerano minimamente il lavoro svolto in questi mesi, compresa la chiusura nel maggio scorso dell'inceneritore di Cavazzoli.
Quando a queste invenzioni si giunge nonostante ripetuti incontri e dopo che, da parte di Comune e Provincia di Reggio Emilia, si sono forniti tutti i chiarimenti del caso, è evidente che la volontà dei promotori del ricorso non è quella di migliorare le cose. E ci stupisce come non sia ancora chiaro che minare il percorso di realizzazione del Tmb significa, di fatto, sostenere la politica dei grandi inceneritori. A chi gioverebbe, infatti, la mancata realizzazione del Tmb e della Fabbrica dei materiali?
Mirko Tutino
Assessore all'Ambiente Provincia di Reggio Emilia
Ugo Ferrari
Vice Sindaco Comune di Reggio Emilia