Parma, 28 maggio 2013 – E' piovuto tanto sull'Appennino Parmense, quasi il 30% in più di quello che cade mediamente ogni anno. E non solo nelle ultime settimane funestate dalle grosse frane di Sauna e Capriglio, Signatico e Curatico o dai ripetuti e diffusi smottamenti del Nevianese. La pioggia ha cominciato a cadere in misura maggiore in quelle zone ben da prima, dall'autunno scorso per l'esattezza, soprattutto sull'Appennino est che ha così immagazzinato una grande mole d'acqua in seguito alla quale si sono verificate le frane che hanno prodotto danni ai centri abitati e all'agricoltura.
E' questo in sintesi il risultato dell'analisi del Servizio Ambiente della Provincia che ha preso in considerazione la serie storica delle misurazioni effettuate con i pluviometri installati nelle stazioni dell'Arpa collocate nella nostra montagna paragonandola ai dati raccolti dal 1° settembre dell'anno scorso al 30 aprile di quest'anno.
Dallo studio si evince che, ad esempio, le zone dei comuni di Tizzano, Neviano e Corniglio hanno cumulato il 26% di precipitazioni in più rispetto a quanto accaduto nell'anno medio, mentre sulla parte ovest dell'Appennino, se escludiamo la Val Ceno, è caduta meno pioggia ma sempre di più di quella che cade mediamente in un anno.
"Non ci sono state precipitazione intense in Appennino, come la bomba d'acqua che ha colpito la Bassa il mese scorso – spiega l'ingegner Gabriele Alifraco dirigente del Servizio Ambiente - La pioggia aggiunta alle nevicate ha comportato la saturazione del suolo creando le premesse per i dissesti idrogeologici. Il tutto in un Appennino estremamente fragile e storicamente caratterizzato dalla diffusione di frane e smottamenti fenomeni presenti, con differenti evidenze, in tutta la nostra montagna".
E se è vero che le Terre Alte sono da sempre la zona in cui si riversa la maggior quantità d'acqua annualmente, è altrettanto evidente che l'andamento ( vedi cartina) degli ultimi mesi è anomalo.
Le zone in cui è piovuto di più - ovvero tutto quello che cade nel corso di un anno con l'aggiunta del 25% - sono quelle monitorate dalla strumentazione posta sul lago Ballano (37%), Bosco di Corniglio (36%), Isola di Palanzano (29%), Marra (25%).
(fonte provincia di Parma)