Domenica, 18 Maggio 2014 16:41

Prestito a imprese e famiglia, in lieve ripresa. In evidenza

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Sembra allentare la stretta creditizia delle banche (Credit Crunch) stando ai dati diffusi dall'ABI (Associazione Bancaria Italiana). Le famiglie orientate alla cessione del Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Al BcParma si può trovare la soluzione ideale per tutti.

di LGC - Parma 18 maggio 2014 ----

Il clima recessivo che sta attraversando l'Italia sulla spinta di una crisi economica lunga e dagli orizzonti ancora lontani ha portato sempre più famiglie e imprese a rivolgersi alle banche anche per finanziare i pagamenti delle tasse, nel caso delle imprese, e degli acquisti ordinari per le famiglie.
Il calo dei prestiti è stato determinato principalmente dalla stretta creditizia delle banche oppresse a loro volta dall'elevato tasso di sofferenze che hanno obbligato gli istituti a chiudere i rubinetti per non compromettere in modo irrevocabile la loro solidità.
Piccoli segnali di ripresa, anche in tal senso, si stanno registrando. A dichiararlo la stessa ABI (Associazione bancaria Italiana) che nell'ultimo rapporto trimestrale relativo a marzo 2014 ha registrato un miglioramento nel volume delle erogazioni. Nel solo mese di marzo, infatti, secondo le stime dell'Abi, la raccolta complessiva della clientela pari a 1.724 miliardi è stato superato dalla erogazione di credito per un importo pari a 1.850 miliardi. Un piccolo segnale positivo che ha riguardato anche le famiglie. E in quest'ultimo caso sempre maggiore è il ricorso alla "riduzione" dello stipendio per fare fronte alla crisi di liquidità. Stando a uno studio risalente a metà 2012 ben il 16,4% dei prestiti erogati erano sotto la formula della cessione del quinto.
E' sempre più frequente, infatti, che la rottura di un elettrodomestico o qualche altra spesa imprevista rischia di compromettere la liquidità circolante destinata alle spese correnti (luce, affitto, telefoni, abbigliamento e alimentazione) con grave disagio, anche emotivo, dei componenti il nucleo familiare. In questi casi, ma non solo, tra le varie tipologie di prestito in uso sta tornando di moda quella particolare specialità creditizia nota come la cessione del quinto. Una particolare formula di erogazione di prestiti che, attraverso un semplice meccanismo di prelievo e versamento della rata autorizzata da parte del datore di lavoro, il debitore può dilazionare da un minimo di 24 mesi e sino a 10 anni il capitale preso a prestito dalla banca o da altro istituto finanziario autorizzato.
Una formula semplice e sicura sia per il debitore sia per l'erogatore del prestito.
In conclusione, la cessione del quinto, proprio per la modalità di rimborso adottata, risulta un ottimo strumento di finanziamento. Le modalità adottate limitano il rischio di insolvenza volontaria del debitore e la irrevocabilità del pagamento consente di poter finanziare anche quei soggetti che hanno subito protesti o segnalazioni in centrale rischi bancari.

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Cessione di "un quinto" - Cos'è?
La cessione del quinto è una tipologia di finanziamento (prestito) personale destinata a lavorati dipendenti e pensionati. La cessione di 1/5 dello stipendio o del salario o della pensione prevede che la rata di restituzione non superi il 20% dell'importo in busta paga al netto delle ritenute.

Chi può fruirne?
Tutti coloro i quali abbiano instaurato un rapporto di dipendenza a tempo indeterminato da almeno 3 mesi. In alcune circostanze possono essere finanziate anche collaborazioni a progetto o a tempo determinato ma , in questo caso, la durata del prestito non può essere superiore alla durata del contratto. Come si diceva tutti possono accedere a questa formula, dipendenti privati, pubblici, parasubordinati, pensionati e anche soggetti protestati.

Durata del prestito 

La durata è compresa tra 24 mesi minimo e un massimo di 10 anni e nel caso di pensionati, occorre rientrare dal prestito entro l'ottancinquesimo atto d'età (alcuni istituti hanno derogato sino al novantesimo anno).

Come funziona?
Conditio sine qua non è il coinvolgimento del datore di lavoro. E' infatti questo soggetto che non può rifiutarsi dall'accettazione della richiesta di cessione del quinto da parte dell'avente diritto. Il datore quindi dovrà trattenere la quota relativa alla rata del dipendente e versarla all'istituto finanziario. In caso di cessazione del rapporto di lavoro il datore è esonerato dal versamento delle rate di prestito. In caso di dimissioni o licenziamento del dipendente, il datore di lavoro dovrà trattenere ogni somma maturata dal dipendente presso l'azienda e versare tale somma alla banca erogante, che la utilizzerà per estinguere totalmente o parzialmente il debito residuo.
Se l'avente diritto è un pensionato, spetterà all'ente di previdenza versare mensilmente la rata concordata.

Assicurazioni e garanzie
La legge prevede l'obbligatorietà di un'assicurazione sui rischi vita ed impiego. Nel caso di "rischio impiego" l'assicurazione interviene, ma ha diritto di rivalsa nei confronti del debitore, nei limiti del TFR (Trattamento di Fine Rapporto) fino a quel momento maturato. Nel caso di "rischio vita", invece, l'assicurazione interviene senza vantare diritto di rivalsa nei confronti degli eredi.
Per Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. su questa tipologia di prestito è possibile contattare il proprio istituto di credito o altri istituti autorizzati. A Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Modena l'agenzia di Syntesis Spa, localizzata presso il Business center di Parma, può fornire maggiori e qualificate informazioni e, in caso di accertati requisiti, procedere con l'erogazione del prestito in poche ore.

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