L'utile netto è passato così dai precedenti 175,2 milioni di euro a 80,1 milioni (in calo rispetto ai 170,9 milioni del 2011). Rivista, di conseguenza, anche la proposta di distribuzione di dividendo agli azionisti: la cedola si è ridotta da 3,9 centesimi a 1,3 centesimi di euro.
Approvati anche i conti del primo trimestre in cui Parmalat ha riportato un utile di gruppo in crescita del 67,1% a 55,8 milioni di euro e un fatturato netto in miglioramento a 1,233 miliardi (+12,6%). L'ebitda è cresciuto del 26,3% a 94,8 milioni, mentre la posizione finanziaria netta è positiva ma peggiora a 769,1 milioni dai 809,8 milioni a fine 2012.
Per l'intero 2013 (a tassi di cambio costanti e a perimetro costante) Parmalat stima di registrare una crescita del fatturato netto di circa il 3% e del margine operativo lordo di circa il 5% rispetto al 2012.
E' stato infine autorizzata la controllata Lactalis American group (Lag) holding a inviare a Bsa, che a sua volta controlla la stessa Parmalat, una lettera per chiedere l'aggiustamento del prezzo di acquisto di 144 milioni di dollari, cifra "che corrisponde al massimo adjustment price previsto dal contratto".
Nella seduta borsistica di ieri le forti performance registrate negli ultimi periodi, da parte del titolo Parmalat, hanno subito una frenata registrando un calo dello 0,17% e riportando il valore a 2,31.