La produzione agroalimentare italiana è il portabandiera della nostra economia, e l’identificazione del problem solving dell’imprenditoria di settore che non si ferma ma, anzi, macina numeri; le esportazioni 2023 hanno superato i 64 miliardi di euro, con una crescita del 5,7% sul 2022, con il vino che rimane la punta di diamante con un 7,9%.
L’analisi Coldiretti su dati centro studi Divulga identifica 740.000 aziende agricole, 70.000 industrie alimentari, oltre 330.000 realtà della ristorazione e 230.000 punti vendita al dettaglio e, ben 4 milioni di lavoratori.
Questo lo stato di fatto del settore evidenziato oggi nel corso della presentazione della ventiduesima edizione di Cibus, a Fiere di Parma, in collaborazione con Federalimentare, a cui partecipano più di 3.000 brand ed oltre 1.000 buyer internazionali.
Migliaia di nuovi prodotti da raccontare dai tradizionali, alle nuove tendenze in tavola, dal wellness al comfort food.
Primo Cibus per il presidente di Fiere di Parma, Franco Mosconi che ha posto l’accento sul record dei numeri riguardo post pandemia ma anche di “un’edizione che si colloca in uno scenario internazionale dove le tensioni non sono purtroppo diminuite. Le conseguenze sono enormi, anche in termini economici: all’industria alimentare ed alle sue filiere sono affidate grandi responsabilità”.
Il presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino, ha sottolineato che “il made in Italy è il modo tutto italiano di fare le cose, che viene spesso riassunto nel motto, il bello, il buono ed il ben fatto. A Cibus celebriamo il saper fare dei nostri imprenditori agricoli alimentari”.
Ice Agenzia è molto attiva nel supportare le aziende in particolar modo all’estero ed il presidente Matteo Zoppas, ha fatto un’analisi sul settore che vive un “momento di incertezza che non va letta in termini negativi, tutt’altro. Sappiamo che il totale delle esportazioni italiane, in tutti i settori, nel 2023, è di 625 miliardi di euro, in linea con il 2022, ma, nel 2019, era 480 miliardi di euro: siamo cresciuti di quasi il 30% ed è normale che ci sia un assestamento. Dobbiamo dire che questo numero conta un terzo del Pil, parliamo di un valore che supera il 10% del made in Italy totale. Nel 2023 l’agroalimentare ha chiuso con 62 miliardi di euro di fatturato all’export, il 6% in più sull’anno precedente. In un made in Italy che è stato lineare, il food è cresciuto e questo grazie soprattutto all’impegno degli imprenditori, che anche quando ci sono state grosse difficoltà hanno saputo tener dritta la barra”.
Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso che ha ricordato come “il modello italiano è fondato sull’identità e l’innovazione e può diventare un esempio anche per gli altri Paesi europei”, mentre il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha spiegato che “i veri protagonisti del nostro sistema sono gli imprenditori, quelli che creano la ricchezza e che vanno messi in condizione di competere alla pari con gli altri. I nostri imprenditori fanno più fatica perché devono rispettare regole più rigide, garantire una sicurezza del sistema agroindustriale particolarmente attenta, sono controllati più degli altri. Noi dobbiamo difendere il valore delle nostre aziende e di quello che esprimiamo perché siamo una nazione che guarda alla qualità, la nostra percezione è data dall’insieme di quello che gli imprenditori hanno creato nel tempo e dalle contaminazioni con le tante colture che abbiamo assorbito”. Lollobrigida ha anche rivendicato la battaglia, “sul packaging, ma continueremo nei prossimi anni la sfida a difesa su un modello di produzione incentrato sulla qualità e non sul prezzo; la sostenibilità ambientale deve viaggiare insieme a quella economica e produttiva”.
Un Cibus tutto da gustare e da Visitare dal 07 a 10 maggio.
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