Sono ormai decenni che i movimenti “NO PONTE” manifestano senza però riuscire ad ottenere niente di niente, nemmeno un impegno da parte dei vari Governi per intervenire sulle troppe forti criticità di Calabria e Sicilia e di tutto il Meridione.
L’esperienza storica insegna che è necessario avere la giusta rappresentanza politica nelle sedi competenti e decisionali per poter avere forza contrattuale e ottenere qualcosa di serio e di veramente concreto. Per questo e per altri motivi inerenti alla rinascita del Mezzogiorno e delle aree periferiche e spopolate appenniniche, alpine e delle isole, urge creare un vero e proprio partito “NO PONTE” che sintetizzi tutte le necessità dall’altra Italia.
Tale partito “NO PONTE” dovrebbe presentarsi alle prossime Elezioni Europee e, poi, a tutte le altre, dalle comunali alle regionali e alle politiche nazionali. Ciò permetterà ai vari movimenti di federarsi, contarsi e di contare concretamente.
“Bisogna comunque provare!” esorta Domenico Lanciano, fondatore nel 1993 e responsabile dell’Università delle Generazioni, noto per aver lanciato il 7 ottobre 1986 l’allarme del “paese in vendita” per la salvezza dei 15 mila borghi italiani ed europei dal troppo grave spopolamento urbano e rurale.
La proposta del “partito NO PONTE” forse non a caso avviene proprio il 19 dicembre 2023 a 14 anni esatti del decesso dell’ex Sindaco di Badolato (CZ), Franco Nisticò, avvenuta nel 2009 per improvviso malore e mancati soccorsi dopo un comizio tenuto sul palco della manifestazione “No ponte” a Cannitello di Villa San Giovanni davanti a 20mila persone. Nisticò era pure presidente del
Coordinamento di lotta per la messa in sicurezza della statale jonica 106 la cosiddetta “strada della morte”.