Sebbene i soliti media propagandino quanto trasmesso nelle veline di palazzo Chigi, il costo del carrello della spesa non mente, perché il conto è aumentato in modo sproporzionato.
Ci sono prodotti, come ad esempio l’ortortofrutta di cui il 30% del prezzo finale è determinato dal trasporto, che grava in Italia per 1,12 euro a km, che è tra i più alti in Europa e il motivo è sempre lui: l’aumento speculativo del costo dei carburanti.
Nel nostro Paese queste merci viaggiano per l’85% su gomma e la furbata agostana del cartello del prezzo medio al distributore, sta facendo esattamente quello che avevamo già annunciato in un precedente nostro articolo ovvero, lievitare il prezzo del carburante alla pompa per livellarlo con quello del prezzo medio del cartello e non di sicuro al ribasso.
Mentre analizziamo i dati che sono forniti dalle varie associazioni di categoria, veniamo colpiti da un fatto che sembra davvero inverosimile.
All’inizio della guerra in Ucraina tra febbraio e marzo del 2022, il prezzo al barile era di 120 dollari e alla pompa il prezzo era lo stesso di adesso con il fatto però che ora, il prezzo al barile è sceso ad un costo di circa 80 dollari.
Viene da pensare che ci sia un fondametalismo neoliberista nei nostri governanti i quali, attraverso queste decisioni politiche, devastano le finanze delle famiglie, salvo poi reinventarsi bonus di ogni genere a vantaggio di pochi.
Va anche detto che il consumo di carburanti in Italia è di 40 miliardi di litri all’anno tra benzina e gasolio e quando si spostano 2/3/4 centesimi a litro, gli introiti e le speculazioni sono enormi e a rimetterci è sempre e solo il consumatore.
La geopolitica neoliberista ha fatto sì che i pozzi petroliferi libici di proprietà di ENI, ora siano in mano ai francesi di Total e la stessa ENI, oltre al 30% di partecipazione dello Stato, ha una maggioranza americana.
Entrambi francesi e americani hanno guidato le sanzioni europee contro la Russia che era il nostro principale fornitore di materia prima energetica, e forse non servono schemini particolari per compredere meglio dove miravano, perchè l’impoverimento economico dei cittadini italiani è un dato di fatto che è in costante aumento.
Anche la ministra del Turismo che di economia se ne intende, in questo periodo ha voluto mettere il suo “carico da 90” con il solito ritornello: “Stiamo lavorando per rendere le vacanze accessibili a tutti e perché bisogna lavorare sulla destagionalizzazione”.
Come se il pensiero primario degli italiani sia rappresenatto dalle ferie di agosto, quando invece faticano ad arrivare a fine mese.
Ed è proprio quel “stiamo lavorando” a ferragosto o meglio ad agosto che un pò lascia perplessi, perché creare aspettative significa rassicurare per ”produrre realtà”, salvo poi ricredersi sulle profezie emesse autocelebrando il: “ma abbiamo fatto tutto quello che potevamo”.
Allo stesso tempo abbiamo un’informazione generalista complice che di economia reale non ne parla, ma tende a crearla sempre su suggerimento di chi comanda.
Così avverrà che se il consumatore percepisce che l’inflazione aumenta, tenderà a fare scorta di prodotti, facendo crescere il costo di quelle merci e quindi concorre inconsapevolmente al rialzo dell’inflazione.
Nel caso invece lo stesso consumatore avverte che stiamo per andare verso una recessione, l’istinto lo porta a risparmiare e quindi, limitando i suoi acquisti riduce l’economia e ne diventa autore reale di quella recessione.
Il tutto è attentamente manipolato dall’informazione sull’economia proprio per monitorare i comportamenti dei consumatori, per intaccare le loro finanze private.
Dulcis in fundo arriva pronto l’aumento dei tassi della BCE che, aggravando la già malata economia italiana, la sta portando verso una Caporetto finanziaria senza precedenti e allora, forse è venuto il momento di una nuova difesa, un nuovo Piave.