Le acque dell’inondazione del Nilo e il vino sono stati assimilati al sangue del dio Osiri in virtù del loro colore rosso. La vendemmia, la pigiatura e la trasformazione del mosto in vino riproducono nel loro insieme le fasi della passione, morte e resurrezione di Osiri.
Con riguardo al vino una simile concezione si afferma più tardi anche nelle immagini e nei riti della religione cristiana: il vino è il sangue di Cristo versato per la salvezza dell’umanità.
“Queste note – osserva Gilberto Modenesi autore dello scritto allegato - hanno lo scopo di evidenziare il significato che l’Egitto antico assegnava alla vigna, all’uva e al vino in ambito religioso. Quindi eviteremo qui di intrattenerci sulle origini della vigna, sulla sua coltivazione, sui metodi di produzione e le tipologie del vino egizio.
Le prime testimonianze archeologiche sulla presenza della vigna e del vino in Egitto risalgono al periodo pre-dinastico: nel museo dell’Orto Botanico di Berlino sono conservati i semi e un ramo di vitis vinifera risalenti al periodo di Nagada (3100 a.C. circa); nella Abido attribuita al re Scorpione (dinastia 0, 3200-3150 a.C.) sono state trovate circa 700 giare che avevano contenuto del vino resinato”.
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