Venerdì, 12 Maggio 2023 05:43

Impennata del carovita: giù i prezzi nei campi su al consumo In evidenza

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La fiammata dei prezzi, in particolare di quelli di alimentari e frutta, fa salire l’inflazione.

Di Giuseppe Storti Cagliari, 10 maggio 2023 (Quotidianoweb.it) - Il carrello della spesa quotidiana si fa sempre più pesante. Sì, ma non per il peso di ciò che si acquista ogni giorno, che anzi è sempre di meno.

Ma perché i prezzi al consumo nei negozi e nei supermercati si fanno sempre più cari. Ciò mentre all’origine i prezzi sono calati.

L’esempio più eclatante è quello del latte, che nei negozi aumenta sempre di più, mentre nelle stalle, ovvero dove viene prodotto, dal mese di novembre dello scorso anno è diminuito.

Di contro al consumo il latte fresco presenta un aumento del 19%. Non ne parliamo poi di quello scremato o parzialmente scremato, e dei derivati del latte.

Ma è tutta la filiera dei prodotti agricoli che fa registrare una fiammata dei prezzi che rischia di trasformarsi in un incendio devastante per le ormai vuote tasche dei cittadini.

È chiaro che è in corso una ondata speculativa davvero vergognosa che va stroncata in maniera radicale.

Ma non solo il latte diminuisce all’ingrosso ed aumenta al consumo.

Lo stesso discorso riguarda melanzane, spinaci e zucchine, che al dettaglio fanno registrare aumenti ingiustificati rispetto al prezzo degli stessi prodotti all’ingrosso.

Altro esempio è offerto dal vino. Al dettaglio fa registrare un aumento (ingiustificato) tra il 9 e il 18%, con un andamento altalenante da regione a regione.

L’impennata dei prezzi costringe moltissimi cittadini a mettersi letteralmente a dieta.

Infatti, secondo l’Istat che ha fotografato il fenomeno, nel mese di marzo scorso, per la spesa vi è stato un aumento del 7,7% in più rispetto all’anno precedente, per un carrello della spesa decisamente più leggero del 4,4%. Ovvero, compriamo meno cibo, spendendo di più.

Come sempre i cittadini comuni sono l’anello debole della catena speculativa che avanza nei periodi di crisi, colpendo i soliti noti.

Si mangia di meno e si paga di più. Riso, carne bovina, surgelati, ortofrutta, sono i prodotti che hanno fatto registrare un evidente calo nell’acquisto.

Ma anche la pasta, alimento base della tavola degli italiani ha fatto registrare aumenti vertiginosi.

Gli spaghetti, ad esempio, la pasta più apprezzata dagli italiani fa registrare un calo nei consumi dell’11% rispetto ad un aumento dei prezzi al consumo del 17.5% Aumenti ben più alti dell’inflazione, rispetto ad un calo del costo del grano duro nello stesso periodo di rilevazione del 28% (dato Ismea).

Di fronte a questa vera e propria ondata speculativa, si attende a giorni l’intervento di Mister Prezzi. Ovvero del Garante per la sorveglianza dei prezzi. Meglio conosciuto come "Mister Prezzi".

La sua funzione è di controllo e verifica, su segnalazione dei cittadini, per arginare i fenomeni speculativi.

Tra i suoi poteri vi è quello di controllare periodicamente su segnalazione dei cittadini e delle associazioni che tutelano i cittadini, l’andamento costante dei prezzi, segnalando, all’Antitrust rincari ingiustificati, ed invitando il Governo a far partire i controlli della Guardia di  Finanza a tutela delle tasche dei malcapitati cittadini, contro i fenomeni speculativi che appaiono addirittura evidenti, solo a frequentare negozi e supermercati, ogni giorno, ed osservando l’aumento giornaliero dei prodotti del carrello alimentare.

Anzi, l’osservazione attenta su alcuni prodotti di largo consumo, che presentano un prezzo conveniente all’acquisto, ci fa capire molte cose.

Infatti, i prodotti convenienti all’acquisto improvvisamente scompaiono dagli scaffali, riapparendo come per magia, dopo alcuni giorni con aumenti consistenti.

Più che “Mister prezzi”, occorrerebbe intervistate massaie, pensionati, studenti ovvero il popolo che ogni giorno stenta a mettere insieme il pranzo con la cena in considerazione dell’ondata speculativa che si è abbattuta sul nostro paese, molto tempo prima delle rilevazioni ufficiali dell’Istat e delle altre istituzioni che monitorano il mercato.

Ma le brutte notizie per i consumatori non finiscono qui.

Sta per arrivare l’estate, la stagione del gelato che si consuma a iosa complice il caldo e la voglia di freschezza.

Ma ecco che già si prospetta un aumento di cono e coppetta, molto amati dagli italiani con rincari del 23% rispetto all’estate scorsa.

I produttori si giustificano con l’aumento delle materie prime per produrre il gelato: zucchero, uova e latte, ma anche qui si prospetta l’arrivo di una nuova speculazione.

Infine, non poteva mancare l’intervento dell’Unione europea, che come sempre penalizza i cittadini, soprattutto italiani.

Infatti, in nome del nuovo mantra della U.E. ovvero la svolta green, a breve potrebbe essere adottato un nuovo regolamento dell’Europa dei mercanti e dei mercati, sugli imballaggi.

Tramite il quale la Commissione europea vorrebbe ridurre il rifiuto di “packaging imballaggi alimentari” del 15%.

In soldoni il regolamento se approvato, colpirebbe il Made in Italy, ovvero il monouso di imballaggi per frutta e verdura.

Ad esempio, l’insalata in busta, le fragole in cestino e il vino in bottiglia, formato magnum.

A lanciare l’allarme è stata la Coldiretti nei giorni scorsi.

Insomma, tempi duri per i cittadini. Riuscirà il governo italiano a proteggere gli interessi del popolo e del Made in Italy, secondo la nuova era della sovranità alimentare? Ce lo auguriamo.

Al momento però, stante la situazione, calzante ci pare la celebre affermazione del principe della risata Totò, al secolo Antonio De Curtis: “Italiani... Arrangiatevi!

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