Martedì, 28 Febbraio 2023 14:14

Inglese come seconda lingua: la Germania indica la via nel mondo del lavoro In evidenza

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L’inglese potrebbe diventare la seconda lingua ufficiale della Germania. A chiederlo sono cittadini e politici, in particolare il partito Fdp: rappresentanza liberale democratica che fa parte della maggioranza tripartita di Scholz. A fare le veci del partito in questo caso è stato il politico Johannes Vogel, che ha evidenziato come la complessità del tedesco sia spesso un limite per la gestione dei lavoratori stranieri.

Sì, perché queste figure quando arrivano in Germania si trovano ad affrontare tutta una serie di pratiche burocratiche. E nonostante si tratti generalmente di persone professionalmente qualificate, la conoscenza della lingua può non essere eccellente. Da qui nasce il desiderio di adottare l’inglese come seconda lingua ufficiale almeno negli uffici pubblici. Una soluzione che permetterebbe di ottimizzare le pratiche, e allo stesso tempo renderebbe il mercato del lavoro tedesco ancor più appetibile agli occhi dei lavoratori europei e non solo.

La scelta di introdurre l’inglese come seconda lingua si inserisce infatti in un più ampio progetto di incremento della competitività del mercato tedesco. L’idea, come precisa Vogel, è quella di favorire l’ingresso di talenti dall’estero riducendo lo svantaggio competitivo di cui il Paese risente proprio per via del tedesco, che non è una lingua globale.

Risponde invece a questa definizione l’inglese, che si conferma tra le lingue più parlate al mondo e per questo è materia di studio, già dalle scuole medie, in pressoché tutti i Paesi d’Europa. La sua rilevanza è tale che oggi una conoscenza profonda dell’inglese è fondamentale per fare carriera nella maggioranza dei settori professionali.

Non stupisce quindi che da qualche anno sempre più studenti scelgano di intraprendere percorsi di studio all’estero per perfezionare la conoscenza della lingua. A tal proposito le opzioni non mancano, grazie alle proposte di vacanze studio presentate dalle agenzie specializzate e i programmi di mobilità studentesca promossi da realtà nazionali e internazionali.

Le destinazioni prospettate sono moltissime, da Malta a Chicago, con la possibilità per gli studenti di vivere all’estero per periodi più o meno lunghi, programmando il soggiorno nei mesi estivi oppure durante l’anno scolastico, con progetti di intercultura che consentono di trascorrere in una scuola straniera un trimestre, un semestre o un intero anno scolastico.

Nelle scuole italiane il numero di studenti che opta per l’anno all’estero è in netta crescita. Secondo l’Osservatorio nazionale su mobilità studentesca e internazionalizzazione delle scuole stilato dalla Fondazione Intercultura, sono circa 10.200 i ragazzi che nel 2019 hanno frequentato uno o più trimestri in una scuola estera.

Il fenomeno dell’anno all’estero ormai riguarda una scuola italiana su due, con un maggiore coinvolgimento anche degli istituti del Meridione, sebbene a trainare il Paese siano ancora quelli del Nord. Presentano richiesta per partire soprattutto le ragazze, che costituiscono il 61% del pubblico coinvolto nella mobilità studentesca.

A fare domanda per l’anno all’estero sono per la maggior parte studenti dei licei, ma la quota proveniente da istituti tecnici e professionali è in netto aumento. A dimostrazione di come la necessità di approfondire le lingue sia sentita in tutti gli indirizzi di studio, già alle scuole superiori.

Quanto alle destinazioni, gli Stati Uniti sono i più gettonati in assoluto anche se negli ultimi anni un numero crescente di studenti sceglie di trascorrere uno o più trimestri in Spagna, Regno Unito e Canada. Un’ulteriore conferma del fatto che la maggior parte dei ragazzi interessati a perfezionare una lingua straniera punta sull’inglese.

Anche le vacanze studio trovano ottimi riscontri tra gli studenti italiani. A differenza delle proposte di anno all’estero, queste soluzioni sono accessibili anche ai ragazzi delle scuole medie e vengono generalmente gestite da agenzie specializzate. Senza il coinvolgimento dell’istituto scolastico frequentato dai partecipanti.

Con una durata che generalmente va da una a quattro settimane, le vacanze studio sono la soluzione ideale per i ragazzi che desiderano sfruttare le vacanze estive per perfezionare le conoscenze linguistiche. Come le proposte di mobilità studentesca, possono coinvolgere destinazioni in Europa o oltreoceano. La maggioranza dei pacchetti si concentra sullo studio dell’inglese, sebbene ci siano percorsi che permettono ai ragazzi di approfondire altre lingue straniere: spagnolo, francese, tedesco, eccetera.

In questo caso, le lezioni seguite dai partecipanti vertono esclusivamente sulla lingua straniera di interesse e sono affidate ad un istituto privato specializzato nel settore. Oltre allo studio, sono proposte escursioni e attività che portano alla scoperta della cultura del Paese di destinazione.

I ragazzi possono alloggiare presso una famiglia ospitante oppure in un college, ma in ogni caso la full immersion linguistica è garantita tanto quanto nei percorsi di mobilità studentesca. Alla fine della vacanza studio, ai partecipanti viene generalmente rilasciato un attestato di partecipazione, che va ad arricchire il curriculum scolastico.

A prescindere dalla formula preferita, permettere ai propri figli di trascorrere un periodo all’estero per approfondire l’inglese (o un’altra lingua) significa investire sul loro futuro. Esperienze di questo genere, infatti, sono l’occasione per acquisire maggiore sicurezza nell’esprimersi in una lingua straniera, arricchire il vocabolario e crescere a livello individuale.

Sì, perché quando i ragazzi si trovano a dover gestire tempi e spazi senza poter contare su mamma e papà, imparano ad organizzarsi e migliorano le capacità di problem solving. Un plus che fa la differenza nella vita e nel lavoro.

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