Di Andrea Caldart Cagliari, 3 novembre 2022 (Quotidianoweb.it) - Ha ingranato la quarta, ma pare anche la quinta perché, in fatto di gestione precedente della pandemia.
Infatti, il Ministro della salute Schillaci, ha attuando un provvedimento per reintegrare, tutti i sanitari ingiustamente sospesi.
È iniziata forse, il condizionale meglio averlo come “angelo custode”, la fase della “scoperta” o del “mea culpa” delle scomode verità, ossia, tutta quell’infernale menzogna che ci è stata narrata sul Covid, sulla sua gestione e soprattutto sulla sperimentazione dei sieri.
Due settimane fa ci aveva pensato anche Janine Small di Pfizer a dire in Commissione europea che, non avevano testato il siero se bloccava la trasmissione del virus e da lì, difficile pensare che non vi saranno conseguenze in futuro.
Quello che stupisce è che la maggioranza delle persone continua come se nulla fosse, non c’è nessuna reazione e, come degli automi umani, continuano nel loro schema mentale quotidiano, abituati ormai a negare l’evidenza.
Negare appunto, sembra il termine con cui il mondo stia continuando la sua corsa imperfetta, soprattutto perché la verità, e questo è molto preoccupante, qualcuno vorrebbe non appartenesse più al popolo.
In questo modo, il popolo non può più essere sovrano perché, secondo alcune élite, non deve più riconoscersi in una lingua, ma solo in una specie di “politically correct” comprensibile solo a chi lo condivide.
E allora ecco arrivare la negazione dell’evidenza, incentivata dall’opportunismo dei governi con i loro teleimbonitori, che siano televirologi, persone dello spettacolo, letteratura, cultura, etc, pronti comunque a servire i loro padroni.
La nostra lingua, le nostre parole sono le modalità con cui costruiamo la nostra comunicazione, non sono etichette assegnate ad un oggetto qualsiasi, ma rappresentano l’essenzialità dell’ingranaggio sociale.
Dobbiamo difenderle dal vocabolario violento del potere che, con la voluta stortura dei messaggi trasmessi h 24 a reti unificate, le ha propinate al contrario del loro vero significato.
Negare l’evidenza dei fatti, è il problema dei problemi, perché cancella l’idea di nazione e di comunità e alimenta la divisione in classi sociali del popolo, strutturate unicamente nella macchina capitalistica.
In questo modo si cerca di annientare il popolo del dissenso, il loro libero pensare per come reagire, agli schemi coercitivi delle libertà individuali.
Più facile rimane negare, non essere disturbati e non preoccuparsi troppo, perché costringe a riflettere a che punto siamo arrivati ed è facile che si scopra l’immensità del vuoto, del danno che è stato creato.
La claustrofobica opaca realtà ci fa vedere una pericolosa diminuzione della capacità collettiva di affrontare i grandi temi contemporanei, attraverso un’assuefazione collettiva di questa “realtà”.
Questa sensazione diffusa d’impotenza, va affrontata e stroncata prima che degeneri nella naturale accettazione de fatti, ma ancor prima che diventi un luogo inarrivabile per tutti i cittadini liberi.
Nel conflitto tra libertà e sicurezza, noi il popolo, siamo stati usati come il capro espiatorio da chi prometteva il cambiamento con falsità e bugie, alimentando invece, solo la rabbia e il conflitto tra i cittadini.
Oggi la nostra sopravvivenza dipende dal pensare senza avere paura di farlo e soprattutto che il nostro pensare, sia diverso dal pensiero generalista della massa, adagiata sulle “comode verità”.