Giovedì, 13 Ottobre 2022 18:07

Emilia Romagna: normativa per il contrasto gioco patologico

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L’Emilia Romagna pone una serie di divieti per contrastare il gioco patologico. Anche i siti scommesse adottano sistemi per il gioco responsabile, vediamo quali.

La legge n.4 del 2013 ha introdotto, nella Regione Emilia Romagna, delle norme per ridurre e prevenire il rischio della dipendenza dal gioco d’azzardo patologico. Nel 2019, dopo diverse modifiche, è stata approvata anche una Delibera per vietare esercizi in luoghi non consoni. Vediamo cosa significa.

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Gli italiani sono appassionati di giochi da casinò e scommesse. Con la pandemia abbiamo notato, ma c’era già da tempo, una crescita esponenziale delle scommesse e delle giocate in digitale. Questo approccio molto positivo nei confronti del betting e del gaming digitale nasce dalla comodità e dalla velocità di queste piattaforme ma anche a causa delle giuste normative che, regione per regione, regolamentano il gioco in Italia.

Se, quindi, da una parte, giocare in agenzie fisiche sembra un po’ più complicato, il miglior sito scommesse sportive ha, dalla sua, una varietà e di mercati incredibile che permette di fare pronostici e di giocare ovunque si voglia e tra tante piattaforme legali e differenti.

 Nella sezione "/siti-scommesse/" di uno dei siti più conosciuti, Truffa.net, è possibile, infatti, trovare tanti operatori che lavorano nel nostro Paese e le tante offerte che sono proposte ai nuovi e vecchi utenti. Vediamo, invece, quello che succede agli esercizi fisici e quali sono le restrizioni che sono state pensate per frenare qualunque tipo di dipendenza patologica verso il gioco.

Come funziona, invece, con la normativa di prevenzione e riduzione in Emilia Romagna?

Partiamo da un presupposto: le iniziative a contrasto del gioco patologico sono una prerogativa del territorio italiano tutto e le regioni tutte, appunto, hanno una loro regolamentazione per quanto riguarda le concessioni e gli esercizi fisici di gioco. Non solo: la Polizia così come le altre forze dell’ordine combattono ogni giorno per limitare i danni del gioco illegale. I siti e gli esercizi sono, infatti, tutti legali e controllati dall’ADM, l’Agenzia Dogane e Monopoli, l’organo di Stato posto a verifica di tutto il settore gioco in Italia.

In Emilia Romagna, comunque, il piano regionale prevede un piano molto dettagliato per contrastare la dipendenza. Innanzitutto è previsto il divieto di patrocinio per gli eventi che favoriscono il gioco patologico. Poi la Regione esercita il monitoraggio, come Osservatorio regionale, del fenomeno del gioco d’azzardo. C’è, anche, l’assistenza agli Enti locali in riferimento alle autorizzazioni relative alle sale d’azzardo e su quale posto sia migliore per poter concedere uno spazio per il gioco. Molto importante, infatti, è capire dove si voglia ubicare lo spazio e vicino a cosa.

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Che cos’è il distanziometro?

L’articolo 6 della legge regionale prevede la distanza minima di 500 metri da luoghi sensibili. Questa distanza va effettuata dall’ingresso principale fino al luogo sensibile. Ma quali sono i luoghi considerati sensibili? Parliamo degli istituti scolastici di ogni grado e ordine, i luoghi di culto, le strutture residenziali o semiresidenziali in ambito sanitario e sociosanitario, gli impianti sportivi, le strutture per categorie protette, gli oratori e i luoghi di aggregazione giovanile.


Liberi, comunque, i comuni di individuare altri luoghi sensibili a cui applicare queste disposizioni. Ci sono dei criteri, però, che vanno rispettati come l’impatto sul contesto o la sicurezza urbana. Ogni comunque, dunque, deve svolgere delle valutazioni tenendo conto delle caratteristiche sociali ed economiche della popolazione e classificando come sensibili luoghi che non dappertutto saranno considerati tali.

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Cosa succede con il gioco a distanza?

Abbiamo, dunque, capito che per gli esercizi fisici ogni regione, così come l’Emilia, ha una sua regolamentazione severa che permette di eliminare possibili tentazioni o dipendenze nelle vicinanze di luoghi considerati sensibili. Ma cosa succede con il gioco a distanza? L’ADM così come gli operatori sono molto ligi rispetto al gioco responsabile e sono attivi dal punto di vista della sensibilizzazione. Una cosa, però, molto interessante che si può fare è l’autoesclusione dal gioco.

In pratica il giocatore che si trova in un momento di stress emotivo o difficoltà può decidere, tramite lo SPID, di prendere un periodo di pausa dalle piattaforme di gioco. Periodo che si può allungare e che coinvolge non solo la piattaforma in cui il cliente ha il conto ma tutte quelle che sono legali e registrate in Italia. Questo permette di prendersi una pausa quando si comprende di non avere più controllo su quello che si sta facendo e responsabilizza il giocatore che si esclude volontariamente. Quello che pensiamo, infatti, è che al di là delle possibili restrizioni si può e si deve educare al gioco. L’educazione al gioco è l’unico strumento reale per fermare qualunque tipo di fenomeno che sfoci nella patologia.

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