Venerdì, 18 Giugno 2021 07:33

“Come un temporale a ciel sereno” In evidenza

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Antonio Di Vita, Chef e titolare di “Parma Rotta” si racconta. A nudo tutte le emozioni di un ristoratore in clima pandemico. Il focus sulla qualità totale. (Foto di Francesca Bocchia)

Di Lamberto Colla Parma, 18 giugno 2021 – Le giornate si allungano e così pure le speranze di una rapida soluzione dell’emergenza, o quantomeno, che la luce in fondo al tunnel cominci veramente a intravedersi.

Filiera degli eventi, ristorazione e parchi tematici sono i settori che più di altri hanno subito gli effetti economici della crisi sanitaria. 

Per meglio comprendere quali sono state le variabili emozionali, che nel corso di questi 15 mesi hanno percorso le menti di questi imprenditori e come hanno risposto agli eventi, abbiamo ascoltato le confessioni di Antonio Di Vita, titolare di  Parma Rotta il famoso ristorante di via Langhirano a Parma

È stato come un temporale a ciel sereno. A fine febbraio dello scoros anno avevamo appena concluso un importante investimento, di diverse decine di migliaia d’euro, per la realizzazione del laboratorio di lavorazione delle carni e a distanza di meno di 15 giorni è arrivato l’ordine di chiudere. Paradossalmente non è stato il momento peggiore. Sembrava impossibile credere a una emergenza prolungata. Ma col passare dei giorni e poi delle settimane, ecco che gli spettri di una crisi profonda cominciano a assalirti. Pensi come l’ultimo investimento non sia stato tale bensì possa trasformarsi in un costo,  in una spesa superflua. Col passare del tempo le preoccupazioni crescono e il futuro è una macchia nera che si allarga.”

Così Antonio Di Vita inizia il suo racconto di un 2020 che non dimenticherà tanto facilmente. 

Per fortuna in famiglia abbiamo fatto squadra e ci siamo concentrati sull’immaginare un futuro. Considera che siamo in 18 a lavorare in ristorante. Oltre a me, mia moglie, le due figlie e il genero, abbiamo molti altri bravi collaboratori che al momento opportuno sono stati pronti a rimettersi in gioco con impegno e dedizione. Basti pensare che il mese appena concluso, il primo dalla parziale riapertura, abbiamo lavorato 7 giorni su sette, un impegno stressante e faticoso ma che ci ha dato grandi soddisfazioni e riaccese le speranze perché, oltre a rivedere tutti impegnati abbiamo avuto una risposta molto positiva da parte della clientela. Giugno si è aperto altrettanto bene e dal mese di luglio riprenderemo con le giornate di chiusura come era in precedenza, la domenica e il lunedi,  mentre nel mese in corso chiuderemo la domenica sera e il lunedi.”

Quello che Antonio Di Vita si augura è, ovviamente, di non subire un terzo periodo chiusura. 

Come ti dicevo, finalmente arrivò l’estate e nonostante già si parlasse che con l’autunno sarebbe probabilmente arrivata una seconda ondata influenzale, è stato un toccasana. I clienti sono tornati subito e l’attività si riprese immediatamente. Ma ecco la nuova sorpresa. A settembre infatti si ricominciò con alcune limitazioni, per arrivare anche troppo rapidamente, alla chiusura totale. Ho dovuto disdettare ben 700 prenotazioni distribuite tra le festività natalizie e di fine anno. E’ stato un momento molto brutto e difficile, superato solo grazie alla unione della famiglia. Abbiamo quindi pensato di investire e fare quelle opere straordinarie che in altri periodi ci avrebbero obbligati alla chiusura.  Abbiamo così rifatto tutta la cucina, gli impianti elettrici e le illuminazioni, gli scarichi delle acque e le tracce del gas, abbiamo riportato alla luce i sassi ridando valore all’edificio del ‘700 ingentilendolo con alcune inserzioni di modernità e introducendo avanzate attrezzature, soprattutto destinate all’igienizzazione.

Ci siamo tutti concentrati nella complessa ristrutturazione e io personalmente sono stato presente in ristorante tutti i giorni. Un modo per lanciarci con la mente sul futuro e non piangerci addosso. Il nostro focus è stato: QUALITA’. Una qualità sotto ogni punto di vista, nella operatività, nella qualità dei prodotti, dei servizi e della sicurezza alimentare e igienica, ma anche strutturale e estetica. Abbiamo infatti rifatto la parte di accoglienza, il bar, recuperato le parti più originali del fabbricato riportando in bella evidenza i sassi dei muri, valorizzando l’aspetto d’antichità. Lavori che oggi possiamo apprezzare, con la buona speranza che questo lo possa essere ancora per molto tempo.”

All’alba del nuovo anno post pandemico, Antonio Di Vita ci ha offerto, con queste sue confidenze, molti spunti di riflessione. Intanto, molto banalmente, ha confermato che la speranza non va mai perduta e infine che occorre sempre progredire e dalle esperienze negative impegnarsi a raccogliere i pochi ma importanti e preziosi consigli che l’occasione propone, trasformando i problemi in rinnovate opportunità.

Parma Rotta anche quest’anno sostiene FARM RUN  di Noceto il 3 luglio 2021.

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