Bologna, 28 ottobre 2020 – Il nuovo Dpcm prevede la chiusura alle ore 18 anche per le aziende agrituristiche. “Questa limitazione – segnala Confagricoltura Bologna – peserà quasi quanto un stop totale, visto che proprio nella fascia serale si concentra la maggior parte dell’afflusso e di conseguenza degli introiti di tali attività”. L’associazione degli agricoltori ha valutato l’impatto delle nuove misure sugli oltre 200 agriturismi dell’area metropolitana bolognese: le perdite derivanti dalla chiusura alle 18 per un mese sono stimate in 2,6 milioni di euro. “Un danno notevole – continua Confagricoltura Bologna – agli operatori di un settore già penalizzato dal lockdown e che si stava riprendendo dopo mesi difficili. In campagna non ci sono problemi di spazi, è il contesto ideale per garantire il distanziamento. Le limitazioni non ne tengono conto”.
L’indagine prende in esame gli oltre 200 agriturismi attivi in tutta la provincia di Bologna, che ospitavano prima della pandemia circa 28mila turisti all’anno, di cui 21mila italiani. Nei giorni di apertura, come testimoniato dai dati dell’ufficio statistico della Regione Emilia-Romagna, garantiscono un totale annuo di 877mila pasti (2019). Proprio sulla base di tali dati e di quelli relativi ai prezzi, e tenuto conto del calo di afflusso nel 2020 rispetto all’anno scorso, è possibile stimare in 2,6 milioni di euro le perdite per il mese di ‘confinamento’ solo per l’attività di ristorazione.
Secondo le valutazioni di Confagricoltura Bologna, Valsamoggia e Monterenzio saranno i territori più colpiti con un danno rispettivamente di circa 368mila euro e 250mila. A seguire Sasso Marconi (213mila), Pianoro (161mila) e Imola (144mila). Le zone di collina e montagna – in cui gli agriturismi garantiscono abitualmente la quota maggiore di pasti – saranno quindi quelle che pagheranno il conto più salato. Budrio e Granarolo sono i comuni di pianura in cui l’impatto sarà più elevato (complessivamente 218mila euro), Bologna è 11esima in classifica con un danno stimato in 64mila euro.
“A tutto questo – continua Confagricoltura Bologna – va aggiunto l’impatto negativo delle ultime restrizioni per le aziende agricole che hanno come sbocco il canale Horeca”.