Mercoledì, 23 Gennaio 2019 11:03

Derivati, l'assessora regionale Emma Petitti risponde al consigliere Galli: "nessuna operazione speculativa" In evidenza

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Bilancio. L'assessore Petitti: "Nessuna operazione speculativa attraverso derivati" - Risposta al consigliere Galli (Fi): "Non esiste alcun allarme debiti fuori controllo. Si tratta di strumenti adottati dal 2004 per attenuare i rischi da tassi variabili su mutui già contratti, inseriti in ogni documento di bilancio e sottoposti alla valutazione degli organi di controllo, dal Collegio dei revisori alla Corte dei conti"

 

Bologna – "Un'operazione che non ha rischi e non di natura speculativa", visto "non è stata stipulata per ottenere immediata liquidità, di cui la Regione Emilia-Romagna non ha mai avuto necessità". Un'operazione condotta attraverso strumenti "adottati nel 2004, inseriti e illustrati in tutti i documenti di bilancio, compreso quello del 2019" e "sottoposti alla valutazione degli organi di controllo", dal Collegio dei revisori alla Corte dei Conti. Con quest'ultima, la magistratura contabile, che non ha rilevato alcun pericolo. E un giudizio analogo è arrivato anche dal Ministero dell'Economia e delle Finanze.

L'assessore regionale al Bilancio, Emma Petitti, interviene dopo l'interrogazione presentata dal consigliere Andrea Galli (Fi) rispetto all'utilizzo di strumenti finanziari derivati da parte della Regione.

"Il presunto allarme sui conti della Regione di cui parla il consigliere è davvero infondato- spiega Petitti-. Intanto non esistono i debiti fuori controllo di cui parla, e non si capisce come sarebbe potuto succedere visto che parliamo di strumenti adottati nel 2004 da parte della Regione, inseriti e illustrati in tutti i documenti di bilancio, compreso quello del 2019, oltre che sottoposti al vaglio degli organi di controllo quali il Collegio dei revisori e la Corte dei conti. L'operazione non ha rischi- prosegue l'assessore- essendo una semplice trasformazione da tassi variabili a tassi fissi dei mutui contratti dalla Regione stessa. Anzi, è stata conclusa per attenuare i rischi del tasso variabile sul lungo periodo, certo di più difficile previsione e, contemporaneamente, per dare certezza finanziaria agli amministratori futuri, non trasferendo eventuali rischi negli anni successivi al 2009". In questo modo, "si è raggiunto un doppio risultato: ottenere tassi variabili quando le condizioni favorevoli del mercato sono caratterizzate da bassi tassi d'interesse e cautelarsi nel lungo periodo trasformandoli in tassi fissi, fornendo certezze sugli oneri finanziari da pagare in futuro".

Fin dall'inizio, ricorda ancora Petitti, l'operazione è stata valutata dalla Corte dei conti, che l'ha così definita: "Prudente affaccio sul mercato è quello dell'Emilia-Romagna che, per la prima volta nel 2004, sovrappone uno swap ad un mutuo di Cassa Depositi e prestiti a copertura dell'evoluzione dell'originario tasso variabile, tramite collar e barriera superiore fissata al 5,25 per cento". Un giudizio analogo a quello espresso dal ministero dell'Economia e delle Finanze.

"Dunque, è chiaro che l'operazione in derivati non è di natura speculativa né è stata stipulata per ottenere immediata liquidità, di cui la Regione Emilia-Romagna non ha mai avuto necessità. Si differenzia pertanto da altre operazioni in derivati, citate in alcuni articoli comparsi online, stipulate in passato da vari Enti locali e territoriali italiani, in quanto risulta semplicemente equiparabile a un'operazione di rinegoziazione del tasso d'interesse, conosciuta dalle stesse famiglie e imprese per attenuare i costi degli oneri finanziari. Infine- chiude Petitti- ricordo che è vietato alle Regioni, tra gli altri, stipulare contratti relativi a strumenti finanziari derivati nonché procedere alla rinegoziazione di contratti derivati in essere".

 

La posizione di Galli (FI) che ha determinato la risposta dell'assessora al Bilancio - Bologna 22/1/2019 16,55 - Bilancio Regione. Derivati, Galli (Fi): perdite dai 12 ai 16 milioni di euro all'anno

Il consigliere chiede alla Regione se non si ritenga che "tale operazione finanziaria contravvenga ad una corretta gestione delle risorse pubbliche, visto che non rispetta le indicazioni di contenimento della spesa"

I tre contratti derivati sottoscritti nel 2004 dalla Regione Emilia-Romagna con gli istituti finanziari Dexia Crediop, Unicredit Banca Mobiliare e JP Morgan sono al centro di un'interrogazione di Andrea Galli (Forza Italia).

Si tratta, specifica il consigliere, di strumenti finanziari il cui prezzo si basa sul valore di mercato di un altro strumento finanziario. A causa di questi contratti - di un valore complessivo di circa 473 milioni e 418mila euro - continua Galli, la Regione dall'anno corrente al 2032 potrebbe perdere 210 milioni. "Nel periodo compreso tra il 2004 e il 2009", spiega il consigliere, "il tasso di interesse del debito è variabile, mentre nel periodo successivo è diventato fisso, con un tasso del 5,25% fino al 2032". La trasformazione del tasso, secondo Galli, starebbe procurando perdite tra i 12 e i 16 milioni di euro all'anno a carico del bilancio della Regione. Perdite che, chiarisce il consigliere, "non rispetterebbero quanto più volte la Corte dei Conti ha indicato agli Enti locali in merito alla razionalizzazione e al contenimento della spesa pubblica".

"Quando nel 2009 c'è stata la trasformazione del tasso sul debito da variabile a fisso, perché non si è tenuto in considerazione il fattore delle perdite future?" chiede Galli, aggiungendo che "in caso di risposta affermativa sarebbe necessario acquisire lo studio di valutazione della convenienza economico-finanziario effettuato al momento della sottoscrizione dei contratti derivati nel 2004, mentre in caso di risposta negativa occorrerebbe capire per quale motivo all'epoca non sia stata elaborata l'analisi".

Galli chiede all'esecutivo regionale anche "se non si ritenga che tale operazione finanziaria contravvenga a una corretta gestione delle risorse finanziarie pubbliche, visto che non rispetta le indicazioni di contenimento della spesa e razionalizzazione dei conti più volte richiamate dalla magistratura contabile". Altra richiesta del consigliere è conoscere se la Corte dei Conti, dal 2010 a oggi, abbia effettuato verifiche sui derivati sottoscritti dalla Regione e su come siano state contabilizzate le perdite nel bilancio dell'Ente.

(Francesca Mezzadri)

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