Alla luce dei bassi tassi di interesse, come bisogna utilizzare questo strumento finanziario?
Quarto appuntamento con Giacomo Saver, direttore e fondatore di "Segretibancari.com". Il tema di oggi è stuzzicante. Titoli di stato: si o no? Ecco l'analisi completa dell'esperto che ogni due settimana spiega una sfaccettatura diversa di un mondo, quello finanziario, che tanto incuriosisce. A questo link l'ultimo articolo.
20 maggio 2017
Un tempo erano i favoriti dagli italiani che per decenni hanno investito i propri risparmi in questi strumenti. Oggi investire in titoli di stato non conviene più per colpa dei rischi impliciti che molti BTP hanno e per i bassi rendimenti offerti. Gli unici vantaggi che i bond governativi ancora offrono restano due: l'esenzione dalle imposte di successione e la tassazione agevolata al 12,50% invece del 26%.
Un esame dei rendimenti - Per ottenere un rendimento netto di poco superiore al 3% è necessario investire in titoli con durata molto lunga: nel BTP 2041 o addirittura nel BTP 2067, correndo però rischi elevati causati dalla eccessiva durata dello strumento finanziario. Chi compra dei bond, siano essi societari o titoli di stato, è per lo più indifferente alle oscillazioni che il prezzo degli stessi può subire durante la vita del titolo, perché pensa "lascio scadere il titolo ed ottengo il suo valore nominale". Ciò è indubbiamente vero ma poiché credo che pochi investitori conserveranno un BTP con scadenza ventiquadrennale o, ancor peggio, cinquantennale, comprendere cosa potrebbe accadere al nostro investimento in caso di rialzo dei tassi diventa cruciale ai fini della scelta.
I rischi dei titoli di stato - Mettiamo da parte ogni ipotesi di insolvenza del Governo, così come il tanto paventato taglio del valore patrimoniale dei titoli in circolazione (haircut) e concentriamoci unicamente sul rischio connesso con le oscillazioni di prezzo che i suddetti titoli potranno subire durante la loro vita.
E' noto in finanza che le oscillazioni che le quotazioni di un titolo a reddito fisso può subire dipendono dalla durata residua del bond stesso. In altri termini, una variazione dei tassi di un punto percentuale avrà impatti completamente diversi su BTP con durata residua limitata piuttosto che su titoli con vita lunga.
L'effetto che una variazione dei tassi ha sulle quotazioni è per lo più di segno opposto alla stessa:
- una riduzione dei tassi fa crescere le quotazioni dei bond
- un aumento dei tassi fa diminuire le quotazioni dei bond
Poiché ci troviamo in una situazione di tassi di interesse ai minimi storici, è difficile immaginare che ci siano ulteriori spazi di guadagno per i BTP.
A fronte di un guadagno netto del 3% circa, il ribasso cui potremmo andare incontro in caso di rialzo dei tassi potrà arrivare tranquillamente al 30%. Tutti temono, giustamente, il mercato azionario a causa delle sue ampie fluttuazioni, ma il rendimento che un investimento in azioni può offrire, tenuto conto dei rischio, è decisamente vantaggioso rispetto all'acquisto di BTP a lunga durata. Se investire in BTP non conviene, almeno per i titoli con scadenze lunghe, che dire di quelle corte?
I vantaggi dell'investimento in titoli di stato
Investire in titoli di stato conviene ancora solo se ti trovi in queste tre situazioni:
- ti affidi ad un consulente finanziario che amministra il tuo portafoglio. In questo caso l'inserimento di BTP ha senso perché a seconda delle correlazioni tra i vari "pezzi" che compongono il portafoglio, essi potrebbero addirittura ottimizzare il rapporto rendimento/rischio
- se vuoi fare una donazione ed evitare, in modo assolutamente legale, di pagare le imposte di successione
- se hai diverse centinaia di migliaia di euro sul conto e vuoi evitare il rischio del bail in.
Analizziamo questi due ultimi casi, senza dubbio i più interessanti.
Poiché in entrambi i casi il "movente" che spinge l'investitore a comprare bond governativi non è il rendimento, ma l'elusione delle imposte nel primo caso e la protezione nel secondo, investire in titoli di stato conviene perché ci permette di raggiungere i nostri obiettivi.
In entrambi i casi potremo concentrarci su durate brevi, che sono sì quelle meno redditizie, ma anche quelle meno rischiose. Investendo in titoli di stato toglieremo la liquidità dal conto corrente, trasformandola in titoli in deposito presso il dossier che, in quanto strumenti finanziari e non crediti, non sono soggetti al bail in.
Al di fuori da queste ipotesi oggi farei attenzione ad investire in titoli di stato.