L'analisi che periodicamente Ismea elabora sull'andamento dei mercati cerealicoli evidenzia alcuni indicatori di positività che si ripercuotono anche sulle performance di fiducia del settore pastaio nazionale.
L'aggiornamento dell'International Grains Council (IGC), rileva la nota ismea, del mese di luglio prefigura per il 2013 una progressione annua dei raccolti sia del frumento tenero (+4,4%) sia del frumento duro (+1,7%); l'offerta di frumento si porterebbe complessivamente a 683 milioni di tonnellate circa (+28 mln t sul 2012).
Tale risultato è da imputare sia all'aumento delle superfici investite nel 2013 (+3% sul 2012, a 221,8 milioni di ettari) che al miglioramento delle rese unitarie.
A contribuire in misura determinante all'aumento dei raccolti del frumento tenero risulterebbero i paesi ex-Urss, che, dopo la contrazione del 2012 a causa della siccità, dovrebbero complessivamente aumentare la propria offerta di circa 22 milioni di tonnellate (+36% sul 2012) portandosi a 84 milioni di tonnellate.
In aumento viene stimata anche la produzione Ue- 27, da attribuire prevalentemente a Francia, Germania, Polonia e Romania. In controtendenza gli USA, dove i mesi invernali sono stati poco favorevoli alla coltura.
Quanto al frumento duro, è da evidenziare la crescita stimata in Canada e la contrazione nella Ue, con particolare riferimento all'Italia; in flessione anche i raccolti negli USA dove si è registrata una significativa contrazione degli investimenti.
PREZZI
Con riferimento ai prezzi FOB del frumento tenero francese, il trimestre in esame - secondo l'analisi ismea di luglio - ha fatto registrare una flessione congiunturale del 2,6%, portandosi ad un valore medio trimestrale pari a 233,88 €/t. Medesima tendenza si è registrata per i prodotti statunitensi, risultati in flessione mediamente di circa il 5%. Dal confronto tendenziale i prezzi risultano ancora più elevati di quelli registrati nel II trimestre 2012, ciò vale sia per il frumento francese (+11%) sia per i due frumenti USA (in media +10%).
INDICE FIDUCIA
Dall'analisi delle componenti che concorrono al calcolo dell'indicatore, si evidenzia che il miglioramento registrato sia per l'industria molitoria che per quella pastaria è da attribuire alla flessione delle scorte e alle maggiori attese di produzione, nonostante il calo degli ordini. E' possibile correlare il miglioramento di queste due variabili con la leggera ripresa congiunturale dei consumi interni sia di pasta di semola che dei prodotti da forno registrata nel secondo trimestre in esame.
(fonte Ismea )