Giù l'inquinamento in Cina a causa del coronavirus. Lo mostrano i dati pubblicati dalla Nasa.

Una decisa diminuzione dell'inquinamento in Cina è «parzialmente legata» al blocco delle attività causato dall'epidemia di coronavirus. Lo afferma la Nasa, che ha pubblicato i dati satellitari delle concentrazioni di biossido di azoto nell'atmosfera. La differenza nelle immagini scattate dagli apparecchi in orbita intorno la terra è impressionante: da vaste zone colorate di giallo o marrone, ovvero molto inquinate, si è passati alla quasi totalità del Paese in azzurro.

Fei Liu, ricercatrice del Goddard Space Flight Center dell'Agenzia spaziale statunitense e specializzata in qualità dell’aria, ha osservato: «È la prima volta che vedo questo effetto di ripulitura dell’aria in un’area così vasta». Qualcosa di simile era stato osservato ai tempi della crisi economica del 2008, ma l'impatto era stato sicuramente più contenuto. Il miglioramento è dovuto a un mix di fattori: le limitazioni alla circolazione dei veicoli dovute al blocco delle città, lo stop prolungato agli stabilimenti produttivi con l'estensione delle vacanze di Capodanno, e così via. Fei fa notare che la concentrazione di biossido di azoto cala di norma in questo periodo festivo, ma riprende al momento del normale rientro al lavoro.

Quest'anno non è stato così, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” perché molte città in tutta la nazione hanno preso provvedimenti per minimizzare la diffusione del virus.

(1 marzo 2020)

 

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L’autorità distrettuale di bacino convoca l’osservatorio siccità il 6 marzo. Livelli del Grande Fiume sotto la media stagionale, precipitazioni assenti e temperature in aumento: il Segretario Generale Meuccio Berselli organizzerà la prima seduta per monitorare la situazione. 

Parma, 19 febbraio 2020 – La totale assenza di precipitazioni nei mesi di gennaio e febbraio e la presenza di temperature più alte rispetto alla media stagionale hanno portato al peggioramento delle portate idrologiche dei corsi d’acqua. I livelli idrometrici del fiume Po sono sotto la media stagionale: la situazione della disponibilità di risorse idriche, anche in vista dell’inizio imminente inizio della stagione irrigua, va costantemente monitorata. Il Segretario Generale dell’Autorità Distrettuale di Bacino del fiume Po Meuccio Berselli convocherà il prossimo 6 Marzo la prima riunione dell’Osservatorio sulle crisi idriche per ottimizzare la gestione delle risorse e predisporre le azioni necessarie per affrontare la situazione.

Il bollettino di portata – comunicato da Berselli a seguito del monitoraggio effettuato dal Dirigente Tecnico dell’AdbPo Silvano Pecora – fa registrare livelli idrometrici nelle cinque stazioni del fiume Po inferiori alla media stagionale (Piacenza: 0.22 metri; Cremona: -6.05 metri; Boretto: -1.85 metri; Borgoforte -0.92 metri; Pontelagoscuro: -4.65 metri). Anche se nel mese di gennaio i livelli erano superiori alla media, ora si stanno progressivamente riducendo: negli ultimi due mesi infatti il contributo delle precipitazioni è stato quasi totalmente assente. Nelle prossime settimane non si prevedono precipitazioni, se non di scarsa entità e comunque non da influenzare l’incremento della falda: potrebbero verificarsi ulteriori riduzioni dei livelli idrometrici, nell’ordine del 20%.

Anche i livelli dei grandi laghi sono sotto osservazione: il lago di Iseo ed il lago di Como sono infatti già al di sotto dei valori stagionali. Il contributo nivale è praticamente assente nelle zone appenniniche mentre quello alpino si ridurrà ulteriormente a causa dell’innalzamento delle temperature e dell’assenza di precipitazioni. Dopo una discesa momentanea, infatti, nei prossimi giorni sono previsti aumenti compresi tra i 5 e gli 8 gradi centigradi.

Durante la prima seduta dell’Osservatorio sulle crisi idriche dell’Autorità Distrettuale di Bacino del fiume Po verrà effettuata la verifica aggiornata dei livelli idrometrici, oltre all’esame analitico di tutti i dati tecnico-scientifici raccolti negli ultimi giorni nei vari bacini e sottobacini del territorio per prepararsi alla gestione delle risorse idriche nei prossimi mesi.

 (Foto copertina di Paolo Panni per ADPO)

In allegato il documento tecnico della situazione idrometrica

Carabinieri Forestali sequestrano una vasta zona collinare disseminata di carcasse di auto e rifiuti a Campora. Si ipotizza la realizzazione di una discarica abusiva.

Parma, 12 febbraio 2020. I Carabinieri Forestali della Stazione di Langhirano con il supporto del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale hanno sequestrato un vasto appezzamento con decine di rottami di auto e rifiuti a Campora in comune di Neviano degli Arduini.

Negli ultimi mesi i Carabinieri Forestali hanno avviato una campagna di controllo, negli ambienti naturali, per individuare abbandoni di rottami di auto e rilasci di rifiuti di grosse dimensioni.

Nel corso di verifiche svolte nel comune di Neviano degli Arduini, anche con la collaborazione della locale Stazione dell’Organizzazione territoriale, in località Campora è stata individuata una vasta area dove si è riscontrata la presenza di oltre una sessantina di automezzi, attrezzature agricole e rimorchi in completo stato di abbandono. Dispersi sul terreno, inoltre, sono state rinvenute parti smontate di automezzi e mezzi agricoli, cerchioni, mozzi, ammortizzatori, radiatori, parti di motori, parti di scocche e carrozzerie, parti elettriche, pneumatici esausti, rottami di varia natura e consistenza (parti di tubazioni, profilati, bancali, lamiere, cavi metallici ed elettrici, elettrodomestici in disuso).

Vista la situazione caratterizzata da un accumulo sistematico, non occasionale, di una ingente quantità di rifiuti eterogenei in un’area ben determinata, alla luce anche della definitività del loro abbandono e il forte degrado dello stato dei luoghi per effetto della presenza dei materiali in questione, i Carabinieri Forestali hanno ipotizzato la realizzazione di una “discarica non autorizzata”.

Si è proceduto al sequestro preventivo dell’intera area e dei rifiuti ivi collocati, tenuto anche conto che la norma prevede, in caso di sentenza di condanna, la confisca dell'area sulla quale è realizzata la discarica abusiva. I soggetti responsabili sono stati identificati e della notizia di reato è stata informata la Procura.

 
 

 

Presentazione oggi a Monticelli d’Ongina (PC) da parte dell’Autorità Distrettuale del fiume Po insieme ai partner di progetto Università di Roma “La Sapienza”, Arpae Emilia-Romagna – Struttura Oceanografica Daphne e Agenzia Interregionale per il fiume Po (in allegato la scheda tecnica)

Monticelli d’Ongina (PC), 12 Febbraio 2020 – La presenza delle più piccole particelle di materiale plastico (delle dimensioni di un millimetro fino a livello micrometrico) dette anche microplastiche – e la loro potenziale concentrazione nelle acque del Fiume Po saranno, da oggi, al centro di un focus di approfondimento scientifico che consentirà di poter contare su una ricerca ufficiale realizzata con campionamenti di prelievo eseguiti lungo il corso del fiume e non in un solo tratto. L’idea progettuale denominata “Manta River Project” nasce da un’esigenza molto concreta che tra i suoi principali obiettivi avrà quello di raccogliere dati essenziali per una successiva indagine mirata sui possibili effetti nella catena alimentare delle microplastiche su raccomandazione comunitaria.

Capofila dell’iniziativa è l’Autorità Distrettuale del Fiume Po - Ministero dell’Ambiente che nell’arco dei prossimi 4 mesi – insieme a partner di settore particolarmente qualificati quali Università La Sapienza di Roma, Arpae ER Struttura Daphne e Aipo – effettuerà periodici campionamenti di monitoraggio in punti strategici dell’alveo: Isola Serafini (PC), Boretto (RE), Pontelagoscuro (FE), e nel Delta Po di Goro.

Alla presenza del primo cittadino di Monticelli d’Ongina, nel Piacentino, Gimmi Distante – che ha salutato i presenti e introdotto l’incontro all’interno della Sala Biblioteca del Municipio – il Segretario Generale del Distretto del Po Meuccio Berselli ha approfondito l’esigenza oggi quanto mai imprescindibile di ottenere in tempi utili “ricerche attendibili che possano contare su collaborazioni di alto livello in grado di poter offrire alla comunità un panorama fedele alla realtà dei diversi contesti esaminati lungo il corso del fiume apportando così un sufficiente livello di chiarezza per non alimentare fuorvianti fake news”.

La squadra di ricercatori del Dipartimento Ingegneria Chimica Materiali Ambiente (DICMA) guidati dalla professoressa Silvia Serranti, ordinaria dell’Università di Roma La Sapienza, effettuerà le analisi con strumentazioni e metodologie tecnologicamente avanzate: “Avremo il compito di identificare e classificare le microplastiche campionate nei diversi siti sperimentando una tecnica innovativa che ha già fornito risultati promettenti: l'analisi d'immagine iperspettrale”.

La conferenza stampa di presentazione – coordinata nell’occasione dal responsabile delle Relazioni Istituzionali del Distretto del Po Andrea Gavazzoli – è proseguita con la relazione dello staff tecnico di Arpae ER con le ricercatrici Cristina Mazziotti e Margherita Benzi (Unità Coordinamento Tecnico Settore Marino Struttura Oceanografica Daphne - Laboratorio Mobile e Sensoristica) che hanno illustrato la modalità di campionamento della risorsa idrica effettuata nei vari luoghi individuati. Lo staff è coordinato dalla Dirigente Responsabile di Daphne Carla Rita Ferrari: “La Struttura Oceanografica Daphne di Arpae ha esperienza dei campionamenti delle microplastiche in mare alla luce dell'esperienza effettuata nel progetto internazionale DeFishGear e della Strategia Marina. Questo progetto è molto importante perché andiamo a rilevare le microplastiche in uno dei principali vettori dell'apporto della plastica in mare".

L’Agenzia Interregionale per il fiume Po (AIPO) infine, intervenuta con il Dirigente Settore Navigazione Interna Ettore Alberani, ha garantito il supporto logistico e l’ausilio dei mezzi più idonei al complessivo monitoraggio.

 

Riceviamo e pubblichiamo le foto della Camminata della Candelora di ieri domenica 2 febbraio a Felino.

Di Nicola Comparato  Felino 2 gennaio 2020 -  L’evento è stato organizzato da “Associazione Natura e Vita Onlus”, con sede a Felino in via Caumont Caimi 1, che si occupa della salvaguardia dell’ambiente naturale, urbano e sociale, e del miglioramento della qualità della vita. L’iniziativa, alla sua terza edizione, è nata con lo scopo di far conoscere le case coloniche attraverso i sentieri sconosciuti del meraviglioso territorio felinese, ed ha visto partecipare un folto numero di persone. L’associazione ha già annunciato che ci saranno altre occasioni per scoprire i tesori naturali del territorio durante tutto l’anno 2020. 

Ecco il programma della giornata di ieri direttamente dall'organizzazione: 

“La camminata ci condurrà alla scoperta di luoghi caratteristici, ma poco conosciuti del territorio felinese, e si svolgerà in parte su strade asfaltate e in parte su strade bianche o su terreni erbosi. 
Programma: 
ore 8:45 ritrovo in Piazza Miodini a Felino 
ore 9:00 partenza 
ore 12:15 arrivo presso la sede dell’associazione (via Caimi 1 – Felino), in cui verrà offerto l’aperitivo della Candelora.” 

Per maggiori informazioni visitate la pagina Facebook “Associazione Natura e Vita Onlus” a questo link: 

https://www.facebook.com/associazionenaturaevita/ 

La difesa del Mare parte dai fiumi. Intercettare i rifiuti plastici prima dell'arrivo alla foce consente di abbattere sensibilmente l'inquinamento marino. Il Progetto sperimentale "Un Po d'AMare", dopo Pontelagoscuro e Torino fa tappa a Parma con l'installazione delle barriere a Sacca di Colorno.
 
Di LGC Parma 23 gennaio 2020 - Dopo Pontelagoscuro (FE) e Torino, fa tappa a Parma il progetto sperimentale di prevenzione dei rifiuti marini con interventi di raccolta e recupero sul fiume Po. Si chiama 'Il Po d’AMare' ed è stato realizzato con il coordinamento istituzionale dell’Autorità Distrettuale del fiume Po e in collaborazione con Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, Castalia Operations e Consorzio Corepla.
 
Il progetto parmense è stato presentato all'interno della "Davines", la affermata azienda cosmetica di fama internazionale con sede Parma, poiché ha preso parte alla realizzazione del  progetto "Tuteliamo il Mare". A fare gli onori di casa è stato proprio il trade marketing manager dell'azienda, Mattia Tassi, il quale ha sottolineato come l'azienda abbia a cuore l'ambiente e perciò “Tuteliamo il Mare” è per Davines un progetto importante. Al progetto ha visto l’adesione di 1.800 saloni d’acconciatura italiani partner del brand attraverso i quali è stato possibile generare un fondo  di €36.413 che sono andati a sostegno dell'iniziativa . Per Davines questo progetto ha l’obiettivo di creare impatto positivo sul territorio e beneficio all’ambiente e alla comunità in senso più esteso. Un impegno coerente con i valori che da sempre guidano l’azienda e che l’hanno portata alla certificazione B Corp e ad aver recentemente trasformato il proprio statuto in Benefit Corporation, creando un nuovo modo di fare impresa sempre più urgente per il mondo di oggi, orientato alla creazione di valore per tutti.
 
E' stata quindi la volta di Meuccio Berselli, Segretario Generale della Autorità Distrettuale del Fiume PO, il quale ha evidenziato come la terza fase sperimentale del progetto sia coincidente con l'evento di Para capitale Italiana della Cultura Parma2020 potendo perciò contare su una maggior visibilità. Inoltre la sperimentazione in atto ricopre una importanza strategica  per ricavare ulteriori e qualificati dati sullo stato di salute del fiume: “Il ruolo dell'Autorità Distrettuale è di pianificare azioni che possano migliorare l'habitat del bacino idrografico. Per essere più efficaci queste azioni sono strettamente legate alla conoscenza dei dati ottenuti grazie alla sperimentazione delle barriere antiplastica come quella che realizzeremo a Colorno. Grazie ai tanti investimenti sulla depurazione finalmente la fauna ittica sta aumentando e sta migliorando al contempo anche la qualità dell'acqua. Tutto questo consente di fornire alla nostra comunità dati certi evitando così facili allarmismi. La diffusione di statistiche aggiornate consente altresì di incrementare la conoscenza complessiva dello stato di salute del Fiume Po al fine di mettere in campo strategie adeguate e azioni come quella di Colorno che in quest’ottica risultano fondamentali”.
 
Per la Fondazione per lo sviluppo sostenibile è intervenuto Giuseppe Dodaro, il quale ha evidenziato come, occupandosi di Green Economy non avrebbero potuto sottrarsi a questa iniziativa. Il dirigente ha quindi esposto le problematiche connesse al "Marine Litter" (rifiuti marini ndr) e quali le cause che  lo incrementano e tra questi, i maggior vettori sono appunto i fiumi. “Questa sperimentazione - sottolinea la Fondazione - costituisce la messa in opera di un modello virtuoso di economia circolare a rafforzamento delle misure di prevenzione del marine litter, permettendo di verificare la possibilità di ridurre su ampia scala gli impatti ambientali causati dall’inquinamento delle plastiche. Questa  terza sperimentazione del progetto “il Po d’Amare”, oltre a fornire, grazie all’integrazione dei dati sulle plastiche raccolte, un quadro più aggiornato sulle caratteristiche e le quantità di rifiuti provenienti dai fiumi, costituisce un importante attività di sensibilizzazione in merito alla problematica del marine litter. La collaborazione con Davines è un perfetto esempio di partnership fra imprese virtuose ed operatori.”
 
Ma se la Fondazione e i privati intervengono nella finanziabilità del progetto, l'Autorità Distrettuale ne verifica e controlla e analizza i dati e il COREPLA a valle si occuperà del recupero dei rifiuti plastici intercettati, occorre che qualcuno intervenga tecnicamente per progettare e perfezionare le barriere d'intercettazione. Questo compito è stato affidato a CASTALIA, che come ha esposto Lorenzo Barone Direttore Generale di Castalia Operations, spiega come il progetto possa essere replicato e  adottato anche per altri fiumi italiani creando quindi un impatto maggiore nella salvaguardia dei nostri mari: “Essendo costantemente impegnati nella ricerca e sperimentazione di soluzioni e tecnologie innovative volte alla tutela dell’ambiente marino abbiamo raccolto la sfida di ridurre l’inaccettabile quantità di rifiuti solidi galleggianti, compresi i materiali plastici, nei nostri mari. Contenere e raccogliere questi rifiuti trasportati dai fiumi prima che raggiungano il mare è una delle azioni che riteniamo fondamentali. Le sperimentazioni, già avviate sul Po ed altri corsi d’acqua minori, hanno dimostrato l’efficacia di tale approccio e ci spingono a rinnovare il nostro impegno nella speranza che tali iniziative possano essere allargate a tutti i principali fiumi italiani.”
Il dirigente quindi si addentra nella narrazione del funzionamento delle barriere e della loro storia evolutiva, peraltro non ancora conclusa ma continuo miglioramento sulla base dei dati che via via vengono raccolti.
 
Infine interviene il presidente stesso del Consorzio  COREPLA, Antonello Ciotti, il quale pone subito l'accento sul progresso del riciclo e porta a esempio le "felpe", indumenti ormai in larga misura realizzati con tessuti provenienti dal recupero delle plastiche. Nello specifico, i rifiuti intercettati dalle barriere collocate a Sacca di Colorno, verranno quindi raccolti da piccole imbarcazioni e una successiva accurata selezione ne consentirà l’inserimento nel sistema di riciclo nazionale attraverso il loro invio agli appositi centri di raccolta e una parte diventeranno "contenitori" dei prodotti della stessa "Davines".
“Stimolare la ricerca per innovare ed arricchire le proposte nel campo della raccolta e del riciclo degli imballaggi in plastica, è l'obiettivo di Corepla. Con questo progetto andremo ad analizzare le fonti di provenienza, la tipologia e le quantità dei rifiuti, in plastica in particolare, trasportate in questo importante tratto del fiume Po. La plastica raccolta verrà poi selezionata per massimizzarne il riciclo sviluppando anche nuovi utilizzi del materiale riciclato. Un'iniziativa che va ad arricchire le precedenti sperimentazioni del progetto "il Po d'Amare" avviate prima a Ferrara e ora a Torino e che nel loro insieme svilupperanno con modalità fortemente d'avanguardia e in stretta collaborazione con Imprese, Amministrazioni pubbliche e Istituzioni, una puntuale informazione oltre che una maggiore salvaguardia del territorio, delle vie fluviali e del mare.”
 
In calce agli interventi, il pubblico di giornalisti e i relatori si sono trasferiti a Sacca di Colorno per una visita alle barriere d'intercettazione dei rifiuti.

 

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Venerdì, 17 Gennaio 2020 11:49

La magra del fiume PO è tipica del periodo

AGGIORNAMENTO STATO IDROLOGICO FIUME PO: Magra invernale apparentemente straordinaria, ma tipica del periodo.

Parma, 16 Gennaio 2020 - Durante i primi quindici giorni di Gennaio le portate del Po si sono ridotte di circa 30-50 metri cubi/secondo al giorno nelle principali sezioni idrometriche tra Piacenza e Pontelagoscuro (dai 1,76 metri del 24 Dicembre ai -4.00 metri di oggi, come testimoniano le immagini scattate dal reporter naturalista Paolo Panni).

La presenza dell’anticiclone continua a permanere sulle nostre regioni portando bel tempo e temperature sopra lo zero caratterizzando così la magra invernale apparentemente straordinaria, ma tipica di questo periodo. Il progressivo esaurimento delle portate ha evidenziato l’emersione di vaste parti sabbiose di alveo, tipici dei periodi siccitosi.

Dopo il passaggio della piena del Po durante il periodo natalizio, i livelli idrometrici si sono progressivamente ridotti lungo tutta l’asta principale del fiume Po, caratterizzando così la magra invernale tipica di questo periodo. Durante i primi quindici giorni di gennaio le portate si sono ridotte di circa 30-50 m3/s al giorno nelle principali sezioni idrometriche del Po tra Piacenza e Pontelagoscuro. 

E' quanto emerge dalla documentazione rilevata dalla Autorità Distrettuale del Fiume Po del 15 gennaio 2020 e riportata in allegato nella sua interezza.

(in allegato il documento in PDF scaricabile )

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Il primato di provincia più inquinata della Regione – otto gli sforamenti di Pm10 già registrati a Piacenza nei dieci giorni a cavallo del nuovo anno – preoccupa e chiama in causa senso civico e realismo politico. “Non possiamo promettere l’utopia di un mondo ecologicamente perfetto nell’immediato – commenta Katia Tarasconi – ma dobbiamo attrezzarci per gestire al meglio una situazione che da emergenziale si sta trasformando in cronica”. Il governo – precisa – “ha già attivato incentivi per l’acquisto di veicoli pesanti alimentati a metano liquido e in Regione possiamo muoverci per rendere ancora più conveniente il passaggio ad una nuova generazione di mezzi più ecologici. Aziende del comparto logistica e società di autotrasportatori sono realtà consolidate nella nostra provincia che creano migliaia di posti di lavoro e di certo non possiamo eliminare il traffico su gomma con la bacchetta magica. Per agire in modo concreto ed efficace da subito, dobbiamo investire nel futuro della mobilità pulita. A Piacenza, siamo stati pionieri con il primo distributore in Italia di metano liquido Eni sulla strada Caorsana. E oggi si contano quattro impianti in provincia. Si tratta di un innovativo sistema di alimentazione in grado di abbattere l’80% del particolato, senza contare il risparmio in termini economici per gli autotrasportatori. Già oggi il costo dell’impianto può essere ammortizzato nel primo anno e mezzo di attività e in futuro potremo abbassare ancor di più questa soglia”.

Ma per farlo occorre anche – continua Tarasconi – diffondere a tutti i livelli una cultura della mobilità sostenibile. “Il movimento giovanile innescato dall’attenzione alle tematiche ambientali – anche a Piacenza – impone alla politica di interessarsi in modo serio a questioni dal forte impatto sanitario troppo spesso rimaste sullo sfondo dell’agenda. Lo dobbiamo ai nostri giovani e a quelli che saranno i loro figli. E fare qualcosa di concreto per garantire un futuro sostenibile è il miglior modo che abbiamo per ringraziarli di averci messo in guardia”.

 

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Martedì, 07 Gennaio 2020 09:57

Ponte Dattaro, arcate quasi tutte ostruite

I cittadini  continuano a segnalare la loro preoccupazione per l'ammasso di tronchi che ostruiscono i due terzi delle arcate del ponte Dattaro. Preoccupazioni che montano da fine anno ma sembra, almeno a leggere un messaggio lasciato sulla pagina facebook della Gazzetta di Parma dall'Assessore Michele Alinovi, che ben presto verranno rimossi.

Speriamo!

(Foto trasmessa da Marilena M.)

Traffico illecito di rifiuti plastici verso la Cina:  33 denunciati dal NOE di Bologna – perquisizioni e sequestri in tutta Italia. Coinvolte due imprese parmigiane.

Bologna 12 dicembre 2019 - I Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Bologna, coordinati dal Comando Carabinieri per la Tutela Ambientale e coadiuvati dai NOE territorialmente competenti, hanno dato esecuzione - in numerose province del territorio nazionale - a 33 perquisizioni delegate dalla Procura della Repubblica di Bologna – D.D.A., nei confronti di altrettante sedi aziendali e relativi legali rappresentanti di società operanti a vario titolo nel settore dei rifiuti, al fine di reperire ulteriori indizi atti a documentare una rilevante attività organizzata finalizzata al traffico illecito di rifiuti plastici dall’Italia verso la Cina.

A seguito di una stretta collaborazione con l’Agenzia delle Dogane di Parma che segnalava talune anomalie, nel corso dei mesi di febbraio e marzo 2018 il NOE di Bologna procedeva a svolgere dei mirati accertamenti nei riguardi delle società parmigiane STARPLASTICK s.r.l. e GHIRARDI s.r.l. relativamente ad operazioni transfrontaliere finalizzate all’esportazione di rifiuti plastici verso la Cina Popolare, che consentivano di constatare come le predette - sprovviste della prevista licenza di esportazione rilasciata dall’amministrazione generale cinese per la “supervisione della qualità, ispezione e quarantena (A.Q.S.I.Q.)” - si erano affidate ad un intermediario bolognese - ECOLSUN COMMERCIALE s.r.l., riconducibile alla cittadina cinese SUN Yuefen - che era in possesso della citata autorizzazione, indispensabile all’esportazione in Cina e determinante ai fini della corretta qualificazione del rifiuto, delle sue caratteristiche e quindi dell’adeguato eventuale reimpiego e riciclo.

Nel corso delle indagini è emerso che la citata ECOLSUN, grazie alla propria autorizzazione all’esportazione, pur non qualificandosi mai come detentore di rifiuto e quindi senza mai avere contezza della sua qualità, ha favorito tra il 2016 ed il 2017 ingenti esportazioni di rifiuti plastici di ogni genere provenienti da impianti italiani e diretti ad aziende cinesi verosimilmente dedite ad attività di recupero, sul conto delle quali tuttavia sono spesso mancati i previsti riscontri sull’effettivo impianto di destinazione, con inevitabile perdita della tracciabilità del rifiuto e quindi della sua reale entità e corretto reimpiego.

Le condotte illecite descritte hanno così portato alla contestazione dei reati ex art. 259 c.1 del d.lgs 152/2006 (traffico illecito di rifiuti) e del più grave reato ex art. 452 quaterdecies c.p. (attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti), certificando l’esportazione di circa 10.000 tonnellate di rifiuti plastici per un fatturato complessivo di oltre 2.800.000 euro.

L’attività, tra le prime nel suo genere, riveste una particolare rilevanza nel settore atteso che proprio il bando della Cina verso l’importazione di numerose tipologie di rifiuti, in particolare plastici (la sola Cina assorbiva circa il 70% della plastica mondiale) avviato nel 2018 e successivamente ripreso anche da numerose nazioni asiatiche, ha comportato una evidente crisi di settore, soprattutto per i Paesi dell’Unione Europea che ne sono stati per anni i maggiori esportatori, provocando la formazione di stoccaggi fuori norma con il conseguente aumento, da parte di operatori senza scrupoli, di fenomeni di illecito smaltimento mediante operazioni transfrontaliere irregolari, abbondono di rifiuti in aree e capannoni in disuso, nonché – nei casi più gravi – ricorrendo all’incendio dei rifiuti stoccati presso gli impianti di gestione.

Ad esito delle perquisizioni svolte dai Carabinieri del NOE è stata acquisita numerosa documentazione - posta a disposizione della Procura della Repubblica/DDA di Bologna - che verrà ora analizzata allo scopo anche di ricostruire quantitativi e tipologie di rifiuti oggetto del traffico illecito.

 

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I lavori di regimazione del reticolo idraulico minore realizzati sulle arterie viarie della Val Ceno: Monte Ralli-Franchi, Ralli-Pereto-Metti, Cà Mortarelli, Salvi e Zani-Orsi-Zermani


Parma, 9 Dicembre 2019 –
Un contributo fondamentale per la messa in sicurezza del territorio montano della Val Ceno. I tecnici del Consorzio della Bonifica Parmense hanno infatti portato a termine i lavori di regimazione del reticolo idraulico minore lungo le strade comunali Monte Ralli-Franchi, Ralli-Pereto-Metti, Cà Mortarelli, Salvi e Zani-Orsi-Zermani, nel Comune di Bore.


Tutti gli interventi sono stati messi in atto nell’ambito del progetto ‘S.O.S. Bonifica’, attraverso il quale il Consorzio della Bonifica Parmense mette a disposizione del territorio collinare e montano della provincia di Parma mezzi d’opera e risorse umane per provvedere ad una costante manutenzione della corretta regimazione dell’acqua nelle cunette e nei fossi adiacenti alle strade comunali e vicinali ad uso pubblico. 

 

Il monitoraggio esatto sulla rete di canali consegna un conto salatissimo alla Bonifica dell’Emilia Centrale:  20 milioni di euro di danni stimati

Ammonta a 240 mila euro la sola spesa straordinaria per l’energia utile ad azionare gli impianti idrovori per “smaltire” oltre 100 milioni di metri cubi di acqua transitati nelle canalizzazioni consortili nei giorni di piena. Uno scenario climatico atipico, ma purtroppo sempre più frequente a cui dare risposte adeguate

REGGIO EMILIA – (Lunedì 9 Dicembre 2019) - Forse lo scenario non sarà proprio quello apocalittico immaginato da Ridley Scott per un distopico Novembre 2019 nel capolavoro di fantascienza “Blade Runner” datato 1982, ma il periodo appena terminato e iniziato proprio ai primi del mese scorso ha fatto registrare valori di precipitazioni abbondanti e soprattutto decisamente superiori alla norma del periodo: oltre 200 mm contro una media annua di 750 mm.

Un dato oltremodo inconsueto che si può annoverare tra i record delle ripercussioni territoriali in conseguenza ai picchi climatici del nuovo millennio è quello relativo alla quantità di acqua scolata nella rete del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale : oltre 100 milioni di metri cubi , di cui ben 65,73 per sollevamento meccanico grazie agi impianti consortili; una manovra estremamente provvidenziale quanto onerosa visto che il consumo di 1,254 milioni di kwh ha generato un costo straordinario di circa 240 mila euro solo in pochi giorni di attività. Questa enorme quantità di risorsa idrica - gestita in modo mirato dal personale del Consorzio attivo full time 24 ore su 24 - è risultata assolutamente fuori-scala, corrispondente a 9 volte il volume d’invaso irriguo della stessa rete consortile. E l’impatto si è dimostrato quanto mai distruttivo, le conseguenze sull’intero sistema di canalizzazioni del comprensorio della Bassa, vista la violenza e la modalità temporale della caduta delle piogge, sono ora evidenti e sommano una lunga catena di danni che, dopo un minuzioso monitoraggio dei tecnici consortili, si stima attorno ai 20 milioni di euro.


La criticità più evidente che emerge da questo tipo di evento atmosferico - che purtroppo si palesa in modo ormai quasi endemico periodicamente sulla nostra pianura - è che il sistema di bonifica, creato sapientemente in questa forma un centinaio di anni fa, oggi fa conti salatissimi con questi fenomeni violenti. La rete (nata come irrigua e successivamente impiegata anche nella funzione di scolo), guadagna l’annuale manutenzione ordinaria, ma avrebbe necessità “straordinaria” di consolidamento e potenziamento proporzionale all’entità dei gravi impatti delle calamità degli ultimi anni.
Uno scenario a dire il vero non unico nel complesso sistema degli equilibri ambientali, antropici, territoriali del nostro paese, ma a cui è essenziale dare adeguata evidenza in tempo utile per agire in prevenzione, un’evidenza rimarcata costantemente a tutti gli organismi e ed enti territoriali che operano nel settore e sovraordinati.


Di seguito un elenco di alcuni tra i danni principali evidenti del dopo-piena individuati e stimati nelle ultime ore dall’equipe di monitoraggio del Consorzio lungo i 3600 km di canali consortili: Canalazzo di Brescello a Brescello, Canale Castelnuovo Basso a Gualtieri, Cavo Naviglio a Reggio Emilia e Correggio e Canale di Casalpò a Castelnuovo Sotto.

 

Cronologia degli eventi

La fase più critica si è verificata nella nottata tra sabato 16 e domenica 17 novembre, con precipitazioni di 80 mm in pianura che hanno generato un repentino rialzo dei livelli dei canali di scolo. A partire dai ricettori secondari, fino ai primari, tutto il reticolo idrografico ha da subito mostrato una notevole difficoltà di deflusso delle acque verso valle siccome l’apporto delle piogge cadute è stato superiore alla normale portata dei canali ed alla capacità di pompaggio degli impianti. Da subito sono state messe in campo tutte le azioni per fronteggiare l’evento, con l’attivazione di tutti gli impianti idrovori di scolo alla massima potenza e portata per un pompaggio complessivo pari a 160.000 litri al secondo. In particolare, sono stati attivati gli impianti di Boretto Scolo, Torrione, Mondine, San Siro, Rodanello, Diversivo Bresciana, e in via del tutto eccezionale è stato attivato l’impianto irriguo di Santa Maria della Fossa per consentire l’invaso di un canale irriguo come cassa di espansione.


Per laminare il picco massimo dell’onda di piena ed evitare tracimazioni dei canali è stato necessario allagare quattro casse di espansione di cui: Cavo Naviglio a Correggio, Torrente Tresinaro a Cà De Frati, Cavo Parmigiana Moglia Bacini Bagna e Valletta. Parallelamente per rallentare il decorso verso valle del Cavo Lama a Carpi e del Canale di Canale di Risalita sono stati invasati diversi tratti ad uso irriguo. Lo staff - coordinato in loco dall’ ingegner Paola Zanetti - è stato costantemente impegnato a presidiare e tenere pulite, con i mezzi del Consorzio, le zone critiche normalmente situate in corrispondenza di ponti e sifoni per consentire il transito delle acque piovane, Le azioni coordinate tra attivazione impianti e manovre degli scaricatori presenti sulla rete idraulica hanno permesso di contenere i livelli all’interno delle arginature modificando gli assetti della rete in funzione del diverso comportamento dei canali.


L’evento è stato gestito h 24 per circa due settimane sul territorio e in sala telecontrollo, da oltre cento persone che si sono turnate, a cui va il sincero apprezzamento per il lavoro svolto. Data la concomitanza delle piene di Secchia e Po e le piogge dei giorni successivi, gli impianti idrovori hanno funzionato per circa 2 settimane di cui i primi 3 giorni alla massima potenza con un volume di acqua complessivamente pompato pari a 65,73 milioni di m.c., a cui devono aggiungersi i 35 milioni di m.c. circa scolati per gravità, che portano a circa 100 milioni di metri cubi la massa d’acqua smaltita dalla rete consortile. Questa enorme quantità di acqua che si è riversata nei canali, pari a 9 volte il volume d’invaso irriguo della rete consortile, ha determinato danni molto ingenti alle arginature dei canali, già fortemente sollecitate dagli eventi di piena primaverili oltre che per la presenza di animali selvatici, tra cui nutrie e gamberi, che sono stati sommariamente stimati in quasi 20 milioni di euro.

 

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Giovedì, 05 Dicembre 2019 06:34

Piacenza, aggiornamento maltempo

Piacenza, 4 dicembre 2019 - L’intensa ondata di maltempo che ha colpito il nostro territorio nell’ultima settimana, sommata alle piogge scese in autunno, hanno reso ancora più fragile il nostro territorio montano e gli smottamenti nei diversi comuni ne sono la prova.

E’ il Presidente del Consorzio di Bonifica di Piacenza, Fausto Zermani a fare il punto della situazione: “In fase di avvio, e in corso, gli interventi sulle strada di Balzago (in comune di Bobbio) e di Avemagna (in comune di Farini); quasi terminati i lavori a Ottone Soprano; riaperta, a senso unico alternato con limitazione ai mezzi pesanti la strada per Proverasso (Ferriere); in programma i lavori per Santa Franca (Farini)”.

STRADA PER LAGOBISIONE
A Balzago di Bobbio è stato rilevato nei giorni scorsi un cedimento del rilevato stradale ed è in corso un intervento in somma urgenza per il ripristino e la messa in sicurezza.
Ad oggi è stata delimitata la zona di pericolo e la strada risulta percorribile.

STRADA VILLANOVA- AGLIO- PRADOVERA
Ad Avemagna di Farini una colata di fango aveva in parte invaso la strada e, al fine di mettere in sicurezza la viabilità rurale della zona, sono iniziati (e ancora in corso) gli interventi di regimazione sia delle cunette sia della scarpata adiacente alla carreggiata.
La strada è transitabile.

STRADA PER OTTONE SOPRANO
Quasi ultimati gli interventi lungo la strada che collega Ottone Soprano ai Semensi e Monfaggiano (Ottone) a completamento di quanto iniziato in somma urgenza già dalle prime ore di domenica 24 novembre. La strada è percorribile.

STRADA DI PROVERASSO (Ferriere)
Riaperta dalle prime ora di questa mattina, mercoledì 4 dicembre, la strada di Proverasso. Qui si può circolare a senso unico alternato con limitazione ai mezzi pesanti.

STRADA DI SANTA FRANCA (Farini)
Ancora chiusa alla circolazione la strada di Santa Franca. Qui, gli interventi sono in programma ma non ancora iniziati. Non ci sono persone isolate.

Continua Fausto Zermani: “Ad oggi non si registrano altre situazioni di pericolo imminente sulle altre strade di bonifica ma va tuttavia segnalato che sono presenti cunette compromesse e alcuni tombini otturati, oltre a terreni molti intrisi. La situazione di assetto idrogeologico è ancora del tutto in evoluzione e sotto monitoraggio attento. Va prestata attenzione”.

CITTÀ DI PIACENZA E FASCIA COSTIERA DEL PO
Per quanto riguarda la zona di pianura, le piogge intense e l’innalzamento dei fiumi e torrenti di questo periodo hanno richiesto la quasi massima funzionalità degli impianti idrovori posto lungo la fascia costiera del Po attivi sia con le pompe, utili al deflusso delle acque che arrivano da monte, sia con le paratoie che, chiuse, non permettono il rigurgito del grande fiume sui territori limitrofi.
In pieno regime di difesa: Finarda (Piacenza), Armalunga (zona sub urbana), Zerbio e Fossadello (Caorso), Casino Boschi (Sarmato).

E’ ancora il Presidente Fausto Zermani a proseguire: “Gli impianti idrovori sono fondamentali per la difesa dei territori di valle. In oltre ottanta anni di funzionamento, questi, sono stati mantenuti con cura, in alcuni casi potenziati e per tutti è stato installato un sistema di telecontrollo che permette - all’ufficio tecnico del Consorzio di Bonifica di Piacenza - di monitorare 24 ore 24 i livelli e agire su paratoie e pompe”.

DIGA DI MIGNANO (comune di Vernasca) e DIGA DEL MOLATO (Nibbiano in comune di Alta Val Tidone)
Alla diga di Mignano presenti circa 950 metri cubi pari al 9.5% del volume autorizzato.
Alla diga del Molato il volume è di circa 5.3 milioni di metri cubi pari al 85% del volume autorizzato.

A chiarire le motivazioni di una differenza così significativa di volume di invaso è Fausto Zermani:
“L’invaso di Mignano è mantenuto a quote relativamente basse perché entro la metà del mese di dicembre, se le condizioni idrologiche- idrauliche lo permetteranno, è in programma lo svaso completo del bacino al fine di permettere le annuali ispezioni e gli interventi di manutenzione ordinaria agli organi di scarico profondi.
Per la diga di Molato, invece, non è previsto lo svaso, e si è preceduto al rinvaso in previsione della prossima stagione irrigua. Qui, non verrà effettuata la prassi ordinaria di svaso perché ai piedi della diga è in corso il cantiere che permetterà la chiusura dell’ultima di cinque tranche di lavori che ci porterà, il prossimo anno, al collaudo tecnico dell’opera a seguito del quale potremo invasare risorsa fino alla quota di massima regolazione per una capacità totale superiore agli 8 milioni di metri cubi, rafforzando così le funzioni irrigue, di laminazione delle piene, di produzione di energia idroelettrica in aggiunta alla consolidata attrattività turistica per famiglie, scolaresche e sportivi”.

 

Giovedì, 28 Novembre 2019 09:19

Reggio Emilia, riaprono i ponti

In considerazione del livello del Po che, all'idrometro di Boretto, è ormai stabilmente sotto i 7,50 metri la Provincia di Reggio Emilia, d'intesa con quella di Mantova, ha deciso di procedere, verso le ore 9, alla riapertura del ponte tra Boretto e Viadana. Verso le ore 15 sarà riaperto anche il ponte tra Guastallae e Dosolo. Resta invece chiusa, fino al rientro del Po sotto soglia di attenzione 3 (6,5 metri), la strada arginale.

Giovedì, 28 Novembre 2019 08:10

Piacenza, aggiornamento maltempo

Piacenza, 27 novembre 2019 - Continua l’attento monitoraggio del territorio da parte del Consorzio di Bonifica di Piacenza. 

Sorvegliati speciali Il fiume Po e le aree immediatamente vicine.

Tra gli interventi più importanti, spicca sicuramente quello a Rivo di Calendasco di ieri sera. Qui, grazie a una pompa idrovora si è proceduto allo scolo delle acque in arrivo da monte verso il Po, evitando l’allagamento delle 15 abitazioni presenti a monte delle frazione.

Da parte del personale del Consorzio continua il presidio degli impianti idrovori 24 ore 24 e la reperibilità di tecnici e operativi dislocati sul territorio.

Nella giornata di oggi, e viste le nuove piogge, è stato intensificato il funzionamento di tutti gli impianti idrovori posizionati lungo la fascia costiera del Po, attivi sia con le pompe, utili al deflusso delle acque che arrivano da monte, sia con le paratoie che, chiuse, non permettono il rigurgito del grande fiume sui territori limitrofi. In aggiunta agli impianti, attivata anche una pompa idrovora a Zerbio.

Terminato alle 15 di oggi (e iniziato lunedì alle 12) il funzionamento della pompa posizionata nell’area golenale di Caorso in soccorso ad una azienda agricola allagata.

Ecco i dati di funzionamento degli impianti idrovori:
- Finarda (Piacenza): dal primo di novembre ad oggi alle ore 15, sollevati 190 mila metri cubi di acqua di cui 140 mila da sabato.
- Armalunga (zona sub urbana): dal primo di novembre ad oggi alle ore 15, sollevati 4 milioni e 100 mila metri cubi di acqua di cui 1 milione e 630 mila sabato.
- Zerbio (Caorso): dal primo di novembre ad oggi alle ore 15, sollevati 2 milioni e 200 mila metri cubi di acqua di cui 240 mila sabato.
- Casino Boschi (Sarmato): dal primo di novembre ad oggi alle ore 15, sollevati 1 milione e 200 mila metri cubi di acqua di cui 400 mila sabato.

Ad intervenire in merito alla collaborazione adoperata, è Fausto Zermani, Presidente del Consorzio di Bonifica di Piacenza: “Ringrazio sia gli agricoltori di tutta la provincia - che, grazie alle buone pratiche agrarie, e alla manutenzione portata avanti con cura sul reticolo minore, contribuiscono all’efficienza idraulica dei territori - sia le amministrazioni comunali, la Regione Emilia Romagna, Aipo, il Servizio Affluenti Po, la Prefettura e la Protezione Civile”.

La panca intelligente con centralina meteo e monitoraggio inquinanti, pronta per progettare bellezza negli spazi urbani insieme alle Pubbliche Amministrazioni

Molto più di una panca. La novità in casa BioStile, marchio di Sipla ProSGM si chiama Surfà ed è la postazione intelligente ispirata alla natura accolta tra le innovazioni della 68^ SIA Hospitality Design vetrina dell’ospitalità Made in Italy tutti gli anni al polo fieristico di Rimini.


Surfà nasce per accogliere le sfide della città intelligente proponendosi come arredo autonomo sul piano dell’illuminazione, mettendo a disposizione degli utenti ricarica wireless e, per la prima volta, una centralina meteo e monitoraggio inquinanti per rilevare i livelli di qualità dell’aria intorno.
Si tratta di tecnologie innovative che rendono BioStile sempre più “amico” dell’ambiente e delle smart city, un modello di città che mira a diventare economicamente sostenibile ed energeticamente autosufficiente attraverso la gestione delle risorse in modo intelligente.


“Il design made in Italy e le soluzioni ingegneristiche sono alla base di Surfà, l’arredo che mixa nel suo nome la tavola da surf ed il sofà” - spiega Roberto Ghisellini ideatore di BioStile e del nuovo concept. Anche in questo caso, come per tutti i pannelli montati su arredi Biostile, è stata data rilevanza al pannello fotovoltaico, che è la panca stessa e si declina in celle dalla forma ellittica e dal colore verdeblu ispirato all’azzurro del mare e del cielo. Stiamo lavorando alla linea completa “urban & smart” ed entro il 2020 saremo pronti con nuovi arredi intelligenti da proporre alle pubbliche amministrazioni per quartieri e città”.
Ideale per spazi pubblici - parchi e piazze ad esempio - con una installazione che non richiede cablaggio elettrico aggiuntivo, Surfà riflette nel suo concept la filosofia di città positiva e sostenibile. L’arredo intelligente è realizzato in collaborazione con Sunergy, leader nella produzione di moduli fotovoltaici.


Queste sono le sue caratteristiche tecniche: raccolta dati connessioni utenti, dimensioni(190x62x41cm), due caricabatterie wireless, due caricabatterie USB (+2 opzionali), illuminazione notturna, connessione internet, raccolta dati potenza 80Wp, possibilità di riscaldamento seduta per offrire maggiore comfort nella stagione invernale.


Essenzialità, sicurezza e sostenibilità sono le carte vincenti della nuova panca BioStile. Dal punto di vista strutturale si compone dei due piedi che sorreggono la piastra in vetro composta a sua volta da rivestimento antisfondamento e sostituibile. Ciò consente di collocare panca in uno spazio all’aperto anche sprovvisto di videosorveglianza.


Surfà, infine è un arredo sostenibile in quanto rileva i parametri inquinanti grazie alla presenza di sensori. Si tratta di una nuova funzione, quella del rilevamento, da ora in avanti applicata a tutti i futuri arredi.
L’ essenza di Surfà rimane la tecnologia smart che integra ricariche wireless (senza fili) per dispositivi quali smartphone e tablet. Con il supporto strategico di VerdeBlu e AD Communications, partners per la promozione, l’obiettivo è aumentare nelle città i livelli di benessere, comfort e sicurezza, per l’uomo e per l’ambiente.

Mercoledì, 27 Novembre 2019 06:24

Guastalla, sospensione del mercato

ORDINANZA DI SOSPENSIONE DEL MERCATO SETTIMANALE.

L'Amministrazione comunale di Guastalla comunica che è stata emessa l'ordinanza n. 218/2019 che prevede la sospensione del mercato settimanale Nella giornata di mercoledì 27/11/2019 e il mercato contadino Nella giornata di giovedì 28/11/2019 (vedi allegato).

Il Sindaco perciò ORDINA
IL DIVIETO ASSOLUTO DI TRANSITO, SOSTA E FERMATA A TUTTI I MEZZI ED ALLE
PERSONE NEL TRATTO DI VIALE LIDO PO DALLA ROTONDA DEI BAMBINI AL
PARCHEGGIO DELLA ZONA LIDO E DELLE PISTE CICLABILI, CON VALIDITA' DALLE
ORE 10:00 DEL 25/11/2019 E FINO ALLA CESSAZIONE DELL'EVENTO... 

Piacenza, 26 novembre 2019 - Anche 8 tecnici del Consorzio di Bonifica di Piacenza in appoggio, e su coordinamento di AIPO, per il monitoraggio arginale eseguito a piedi, e in modo puntuale, al fine di verificare la piena funzionalità delle arginature.

Nella pratica, per il Consorzio, si tratta di 4 squadre da 2 tecnici ciascuna con un tratto definito e a sé, che dalle 7 di questa mattina alle 19 di stasera, sarà battuto a ripetizione.
Complessivamente si tratta di 20 chilometri per un percorso che parte da Sant’Antonio e arriva a Roncaglia.
I tecnici hanno il compito di informare sia il referente di zona di AIPO sia quello del Consorzio, l’Architetto Pierangelo Carbone, nel caso si riscontri la formazione di scoscendimenti/cedimenti e innesco di fenomeni di filtrazione lato campagna con trasporto di materiale (fontanazzi).

 

Martedì, 26 Novembre 2019 11:19

Il passaggio del Colmo di piena del Po

Il Po sta transitando e grazie alla tregua meteo delle ultime 24 ore molto probabilmente non lascerà ricordi negativi oltre al consueto timore reverenziale verso il grande fiume.

Ecco alcuni scatti delle ore 11,00 in località Gramignazzo di Sissa con l'acqua del Taro che lambisce la strada.

 

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Parma 26 novembre 2019 - In attesa del colmo di piena del PO. Dalle immagini (registrate alle ore 10,00) si può essere ottimisti. Il colmo di piena del Po è transitato dal cremonese intorno alle 8,00 e normalmente occorrono circa tre ore per raggiungere le sponde parmensi.

La situazione sembra sotto controllo e al momento non si segnalano ulteriori allarmi. 

Come si può evincere dalle immagini scattate a Torricella di Sissa alle ore 10,00,  ci sono ancora discreti margini per contenere il maggior flusso che giungerà a ridosso del mezzogiorno.

In allegato il bollettino di allerta n° 113 diramato dalla regione Emilia Romagna.

 

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Parma 25 novembre 2019 - Già nel pomeriggio di ieri era scattata, nel piacentino, l'Allerta meteo di codice rosso per criticità idraulica e idrogeologica. L’avviso alla cittadinanza: non avvicinarsi a Po, Nure e Trebbia

 
L'Ufficio di Protezione Civile del Comune di Piacenza, in seguito all’allerta n.112 emessa dall’Agenzia regionale per la Sicurezza Territoriale e la Protezione Civile oggi, domenica 24 novembre, con inizio di validità alle ore 00.00 di lunedì 25 e fine validità prevista per le ore 00.00 di martedì 6 – di codice rosso per criticità idraulica dovuta alla piena del Po e idrogeologica – ha proceduto all’attivazione del Centro operativo comunale in largo Anguissola 1.


L’Ufficio di Protezione Civile raccomanda alla cittadinanza di non avvicinarsi al fiume Po e ai corsi d'acqua Trebbia e Nure, ricordando che le informazioni riguardo le misure di autoprotezione da adottare in caso di rischi ed emergenze (incluso il rischio di alluvione) sono indicate anche sul sito del Comune di Piacenza, sezione di Protezione Civile - cosa fare in caso di emergenza.
Il Centro operativo comunale opererà in forma ridotta al fine di assicurare, nell’ambito territoriale Piacenza, la direzione ed il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione, qualora si rendessero necessari in relazione all’evento di cui all’allerta meteo. La situazione è monitorata costantemente.

Il colmo di piena del "Grande fiume" è previsto, per la zona parmense, per la prossima notte.

In allegato il bollettino di allerta n°112

 

Specie aliene invasive. Fenomeno eccezionale nel Salento: migliaia di pesci rossi riversati nelle campagne adiacenti ai Bacini di Ugento dopo l'ultima grande ondata di maltempo. Lo "Sportello dei Diritti": uno spettacolo preoccupante per l'ambiente - VIDEO

Un fenomeno che senz'altro farà discutere, non solo gli ambientalisti, quello accaduto negli scorsi giorni e manifestatosi dopo l'ultima grande ondata di maltempo che ha colpito con eccezionale intensità il Salento ed in particolare la costa jonica. Migliaia e migliaia di pesci rossi (Carassius auratus) - come segnalatoci e documentatoci fotograficamente dal consigliere comunale Gianfranco Coppola, referente per Ugento dello “Sportello dei Diritti” - si sono riversati nelle campagne dal sistema dei Bacini di Ugento dopo che questi sono esondati a causa della mareggiata di scirocco e delle fortissime ed intense piogge.

Mentre molti continuano a nuotare nelle pozze ancora non prosciugatesi, tanti, tantissimi sono morti e stanno morendo d'asfissia. Ma il problema principale emerso a seguito di questo fenomeno eccezionale e mai documentato prima, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, non è solo la triste fine cui sono destinati questi pesci rossi man mano che le ampie pozzanghere si seccheranno, è però la presenza infestante di questa specie non autoctona e perciò aliena che ha letteralmente invaso la zona umida che ricade nel Parco naturale regionale Litorale di Ugento proliferando in maniera esponenziale come è documentato dall'evento straordinario di questi giorni. La presenza così massiccia di una specie estranea ai nostri territori, infatti, non può non indurre forte preoccupazione perché potrebbe aver già danneggiato irreparabilmente l'equilibrio autoctono di un intero ambiente palustre.

La clip è visionabile sul link di Youtube : https://youtu.be/bKKiExWPvwo

(18 novembre 2019)

 

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Dalla Bonifica Centrale un cambio di rotta epocale. Approvati 29 progetti per interventi preventivi in montagna (Parma, Reggio e Modena). 3,5 milioni di euro saranno destinati dalla Regione Emilia Romagna esclusivamente a strutture private che ancora non abbiano subito danni dal dissesto idrogeologico. 
 
Di Lamberto Colla Reggio Emilia, 14 novembre 2019 - Nel 2020  il Consorzio di Bonifica Centrale potrà disporre di circa 6 milioni di euro per combattere il dissesto idrogeologico. Ma la grande novità, hanno spiegato questa mattina i vertici della Bonifica, è rappresentato dal fatto che gli ultimi 3,5 milioni approvati dalla Regione Emilia Romagna andranno a finanziare interventi prevenzione e non di emergenza e benficiari saranno  soggetti privati dei comprensori di montagna che potranno così  rafforzare le difese  contro il dissesto idrogeologico.
 
"Il nostro lavoro, ha commentato il presidente Matteo Catellani, è al servizio delle aziende agricole che sono i veri custodi del territorio".
Un passaggio epocale che potrebbe portare notevoli benefici strutturali e economici al territorio. Infatti, come ha sottolineato il direttore Avv. Domenico Turazza, i costi per interventi di emergenza sono  ben 5 volte superiori a quelli per interventi di natura preventiva. "Questi 29 progetti approvati, sottolinea il direttore, fanno parte di misure straordinarie di interventi di natura agroambientale contro il dissesto idrogeologico. I 3,45 milioni di euro sono suddivisi in 29 progetti, 3 dei quali in zona parmense per circa 400.000 euro, 14 per la montagna reggiana per un valore di circa 1,88 milioni e infine 12 interventi nel modenese per un importo di 1,1 milioni. Nel 2020, quindi si apriranno i bandi e verranno avviati i cantieri che presumibilmente si concluderanno entro il 2021. "
 
La natura del bando è stato esposto dall'ing. Pietro Torri il quale ha ben specificato che "in questo caso si parla di opere di prevenzione dove ancora non vi  sia alcun danno conclamato. Il bando  è  rivolto alle aziende agricole le cui strutture ancora non abbiano subito danni e i terreni siano ancora coltivabili."
 
La destinazione privata è una novità  per i consorzi di bonifica, chiamati a interventi a favore di enti e manufatti pubblici. "Spesso, chiosa il direttore Turazza, veniamo chiamati a sostegno delle amministrazioni comunali per la capacità progettuale del Consorzio" indispensabile per gestire questo tipi di intervento.
 

(In allegato i progetti finanziati per provincia)

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Finanziati 29 progetti del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale per oltre 3 milioni di euro È stata approvata la graduatoria dei progetti finanziati dal Piano di Sviluppo Regionale: interventi nell’Appennino Reggiano, Modenese e Parmense.  

Reggio Emilia

Un contributo essenziale per la lotta al dissesto idrogeologico nell’Appennino Reggiano, Modenese e Parmense, un riconoscimento importante che permetterà l’avvio di nuovi progetti – che si affiancheranno a quelli già esistenti – di prevenzione finalizzati a ridurre i danni provocati all’agricoltura. Il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale ha ottenuto il finanziamento di 29 progetti con fondi del Psr, il Piano di Sviluppo Regionale, per un totale di 3 milioni e 417 mila euro. Il 29 ottobre infatti è stata approvata la graduatoria dei progetti che verranno finanziati dal Psr nell’ambito dell’Operazione 5.1.01.

Tra i progetti ammessi – 29 dei 32 presentati dal Consorzio della Bonifica Centrale – ben 14 verranno realizzati in provincia di Reggio Emilia, per un totale di 1 milione e 881 mila euro. In particolari gli interventi interessano i comuni di Castelnovo né Monti, Vetto, Ventasso, Baiso, Casina, Toano e Villa Minozzo. In provincia di Modena invece verranno portati avanti 12 progetti, in particolare nei comuni di Serramazzoni, Lama Mocogno, Pavullo, Polinago, Frassinoro, Sassuolo, Prignano e Palagano. Sono stati ammessi anche 3 progetti nella provincia di Parma: a Palanzano infatti verranno realizzati gli interventi per 444 mila euro.

“I lavori – come rimarcato dal presidente del Consorzio dell’Emilia Centrale Matteo Catellani - finalizzati al contrasto del dissesto idrogeologico e alla prevenzione dei danni causati all’agricoltura, garantiranno l’attività di 29 aziende agricole in territorio collinare e montano, preservando una settantina di fabbricati rurali e di circa 90 ettari di terreno esposti al rischio di smottamenti. Grazie ai nuovi finanziamenti del Psr il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale metterà in campo un impegno straordinario – che si affiancherà a quello annuale che prevede una sessantina di interventi all’anno per circa 2,5 milioni di euro – per tutelare un territorio estremamente fragile ed esposto al dissesto idrogeologico. L’importante finanziamento dei 29 interventi, le cui gare per l’appalto dei lavori verranno espletate entro il 2020, è un riconoscimento essenziale della capacità progettuale dei tecnici consortili e della funzione fondamentale esercitata dall’agricoltura in montagna”.

Il Consorzio della Bonifica dell’Emilia Centrale esprime il proprio apprezzamento della Regione Emilia-Romagna e Anbi Emilia-Romagna, l’Associazione che riunisce i Consorzi di Bonifica Emiliano Romagnoli. per aver proposto ed inserito per la prima volta l’azione nel Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020.

Il coordinamento agroalimentare dell’Alleanza Cooperative: “Le nostre imprese sono impegnate a ridurre l’impatto ambientale, vanno sostenute e non tassate”

(Bologna, 8 novembre 2019) – “La Plastic Tax colpisce pesantemente l’agricoltura emiliano-romagnola e in particolare le cooperative agroalimentari della nostra regione, impegnate da anni nel corretto uso degli imballaggi per valorizzare al meglio i prodotti dei soci agricoltori e per fornire un elevato servizio al consumatore finale. Il carico di questa tassa, a cui il Governo sta lavorando per la Legge di Bilancio, rischia di pesare esclusivamente su chi lavora e trasforma i prodotti dell’agricoltura, quindi sulle strutture cooperative radicate in Emilia-Romagna. Non è infatti possibile pensare di trasferirne il costo sul consumatore, chiedendogli magari di pagare una bottiglia di latte o una busta di insalata 5 centesimi in più, perché ciò si tradurrebbe in una diminuzione dei consumi”.

È quanto dichiara in una nota il coordinamento agroalimentare dell’Alleanza Cooperative dell’Emilia-Romagna.

“La cooperazione agroalimentare della nostra regione – continua il coordinamento - è all’avanguardia nell’utilizzo di materiali sostenibili e riciclabili e nella riduzione dell’impatto ambientale delle sue produzioni, avendo avviato da tempo processi di riconversione industriale. Purtroppo, il Governo invece di incentivare le imprese a proseguire e diffondere queste pratiche virtuose, decide di introdurre una nuova e ulteriore tassa che toglierà reddito alle aziende agricole e alle cooperative già gravate da una situazione molto difficile. Ci auguriamo che la Plastic Tax non sia inserita nella prossima Legge di Bilancio e chiediamo a tutti i parlamentari emiliano-romagnoli che hanno a cuore il sistema agroalimentare della nostra regione di impegnarsi per scongiurare l’approvazione di questa tassa”.

Le parole del Presidente Angelo Merlin: “Formazione in evoluzione fondamentale per operatori ambientali”

Ambiente, sicurezza e lavoro: questi i temi al centro del convegno nazionale, dal titolo “La formazione in ambito HSE: effettività, continuità, organizzazione”, tenuto a Ecomondo da ‘Assoreca’, dal 1994 la prima, più antica e autorevole associazione tra le società di consulenza e servizi per l’ambiente, l’energia, la sicurezza e la responsabilità sociale, che riunisce attorno a sé tutte le principali realtà professionali e industriali che operano a 360° nel delicato settore dell’attenzione, cura e rispetto per l’ecologia.

Al centro del dibattito, aperto dall’Avvocato Angelo Merlin, Presidente di ‘Assoreca’ e stimato legale penalista in materia di ambiente e sicurezza sul lavoro, “Il ragionamento collegiale, condiviso a più voci, con i relatori intervenuti, su come dare effettività e continuità all’obiettivo di fornire centralità al ruolo della formazione stessa, organizzandola scientificamente al meglio per prevenire ed evitare i rischi in cui possono incorrere, in tale ambito, le organizzazioni imprenditoriali”.


Al suo intervento hanno preso avvio i lavori, con l’ampia sessione tenuta da Davide Marazzato, Vice Presidente Vicario di ‘Assoreca’ e vertice del ‘Gruppo Marazzato, che dal 1952 si occupa di logistica, bonifiche ed emergenze ambientali, con Paolo Bocini, Vice Presidente della sezione ‘Laboratori’ di Assoreca, seguito, fra gli altri, anche dall’intervento di Ivano Bosi, Amministratore Delegato di Azzurra Srl e Consigliere Delegato di ‘Marazzato Soluzioni Ambientali Srl’, che ha raccontato “l’importanza della formazione nella gestione delle crisi e delle emergenze in azienda”, condividendo tale tema alla tavola rotonda con Andrea Prati, Membro Effettivo Sezione Imprese ‘Assoreca’.


“Obiettivo del convegno – spiega Davide Marazzato, – è stato individuare un punto di emersione e convergenza circa le migliori best practices in materia, promuovendo l’integrazione, nella figura del formatore, di cultura tecnica e forma mentis che lo qualifichino sempre più quale garante di beni fondamentali e costituzionalmente tutelati per tracciare così le linee guida di un ‘processo educativo’, evocando una molteplicità di prospettive pedagogiche differenti riconducibili a una sintesi condivisa e fruibile in materia di corretto approccio alla tutela dell’ambiente”.


Per Maurizio Scandurra, giornalista economico esperto in tematiche consumeristiche, “l’incontro virtuoso tra le maggior realtà italiane del comparto dimostra come la sinergia integrata tra attori con forme e forze diverse di un medesimo spazio di mercato estenda, massimizzandola, la capacità di problem-solving in un settore, come quello dell’ambiente, ove il mutamento e l’evoluzione sono all’ordine del giorno, stanti anche i repentini e sempre più frequenti cambiamenti climatici in corso di cui occorre prontamente tener conto”.

 

Parma. Città ufficialmente candidata al titolo di "CAPITALE GREEN 2022". Secondo l'amministrazione Parma si impegnerà su diversi fronti per diventare un buon modello da seguire per il miglioramento ambientale.

Tutto bellissimo, peccato che ultimamente diverse sono state le zone assoggettate ad un considerevole taglio degli alberi. Parliamo ad esempio della zona Villetta su cui ha protestato anche Legambiente, della zona Cittadella, di via Duca Alessandro, e ora anche della zona di via Buffolara. Il taglio ad esempio incomprensibile di un filare di alberi nell'area dell'ex scalo merci di via Fratti ci costringe a porci delle domande.

Per quale motivo si stanno tagliando così tanti alberi? Forse per la tutela del manto stradale?... Verranno piantumati nuovi alberelli che per crescere ci metteranno decenni?...

Ci piacerebbe capire a questo punto, quali siano i requisiti di Parma, per la partecipazione ad un così importante titolo di "Capitale del verde" e vorremmo ricordare che gli alberi assorbono CO2, catturano le polveri sottili causate dallo smog e diminuiscono la temperatura dell'ambiente in cui si trovano e fino ad un massimo di 2 gradi centigradi. Anche le nazioni unite hanno riconosciuto l'importanza del verde nelle città. Negli ultimi anni diversi comuni, contrariamente a Parma, hanno avviato massicci interventi di piantumazione urbana per correre ai ripari contro l'inquinamento.

Da noi invece si continua esclusivamente a proporre domeniche ecologiche con chiusura di molte aree della città ed i risultati in realtà non sono così evidenti. Un controsenso ambientale che vorremmo fosse chiarito e quindi chiediamo all'amministrazione di Parma, di rispondere pubblicamente al nostro appello, spiegando ai propri cittadini il perché di così tanti tagli degli alberi, e cosa si intenda fare per dare a Parma quel tocco realmente GREEN che tutti ci aspettiamo.

Il gruppo

AMO LA VITA - No 5G
Ambiente - Salute - Tutela animali

Finanziati 26 progetti in territorio montano per un importo superiore a 3 milioni di euro. A complimentarsi con lo staff tecnico è prima di tutti il Presidente del Consorzio di Bonifica di Piacenza, Fausto Zermani, che commenta: “Essere riusciti a presentare 31 progetti, e di questi vederne finanziati 26, è davvero un grande risultato. La nostra montagna va sostenuta con investimenti che mantengano integro il territorio e tutelino i suoi abitanti e le attività produttive in essere. L’impegno e la dedizione del personale tecnico e operativo in forza al comprensorio montano dimostra quanto il Consorzio tenga e creda in un approccio che preservi il territorio e lo rilanci assicurando a chi resta e a chi vuole tornare una maggior qualità della vita”.

Si tratta di progetti riferiti ad interventi volti alla prevenzione di danni da fenomeni franosi rispondenti al bando PSR (Piano di Sviluppo Rurale) 2014/2020 misura n. 5.1.01 della Regione Emilia Romagna (linea di finanziamento regionale indirizzata a investimenti in azione di prevenzione volte a ridurre le conseguenze delle calamità naturali e avversità climatiche – prevenzione danni da fenomeni franosi al potenziale produttivo agricolo).

I progetti finanziati sono così distribuiti sul territorio: 5 per il comune di Alta Val Tidone, 4 per il comune di Gropparello, 5 per il comune di Morfasso, 4 per il comune di Pianello Val Tidone, 2 per il comune di Farini, 1 per il comune di Bobbio, 1 per il comune di Bettola, 2 per il comune di Ferriere, 1 per il comune di Travo e 1 per il comune di Corte Brugnatella.

Per ognuna delle segnalazioni ricevute, a seguito dei sopralluoghi effettuati dai tecnici del Consorzio, è stato redatto un progetto di intervento.

Presenti nei progetti: briglie in gabbioni allo scopo di rallentare la velocità delle acque e contrastare l’erosione e di conseguenza migliorare le condizioni di stabilità dei versanti e mitigare i fenomeni franosi; traverse, palificate e briglie in legname per stabilizzare i versanti e intercettare e incanalare i canali montani; drenaggi per l’emungimento delle acque sotterranee per la raccolta e il convogliamento delle acque che si infiltrano nel sottosuolo al fine di prevenire movimenti franosi; la pulizia e la sistemazione di canali per favorire il deflusso delle acque di scolo.

In linea generale ogni progetto proposto è pienamente coerente con l’obiettivo dell’operazione (5.1.01 del PSR) e risponde al fabbisogno di ripristinare il potenziale produttivo agricolo e forestale danneggiato e introduce adeguate misure di prevenzione contribuendo al sostegno della prevenzione e della gestione dei rischi aziendali: 39 le aziende agricole coinvolte.

Parlando di iter burocratico: per i progetti finanziati sarà redatto un progetto esecutivo finale a cui seguirà l’approvazione della Regione Emilia Romagna e l’affidamento e la realizzazione in un tempo massimo di 18 mesi (dall’approvazione della Regione).

Giovedì, 31 Ottobre 2019 09:41

CAM e trasporto nei bandi di gara della PA

Di Coopservice 31 Ottobre 2019 - I soggetti che partecipano a bandi di gara pubblici che riguardano l’ambiente sono soggetti a rispondere ai requisiti definiti dai CAM – Criteri ambientali minimi, indicati dal Ministero dell’Ambiente. Tra gli ambiti anche quello dei trasporti e mobilità.

CAM, i criteri ambientali minimi
“I Criteri Ambientali Minimi (CAM) sono i requisiti ambientali definiti per le varie fasi del processo di acquisto, volti a individuare la soluzione progettuale, il prodotto o il servizio migliore sotto il profilo ambientale lungo il ciclo di vita, tenuto conto della disponibilità di mercato” recita il sito del Ministero dell’Ambiente.

I CAM in vigore riguardano diversi ambiti: arredo interno, arredo urbano, carta, cartucce per stampanti, ecc. L’elenco completo è disponibile online sul sito del Ministero.

Trasporti e veicoli elettrici
I CAM riguardano anche i trasporti. La scelta di proporre in un bando veicoli elettrici sposa perfettamente il Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi della pubblica amministrazione, ma a volte in base alle circostanze non è possibile inserirli nel progetto.

Come spiega Carlo Bassanini, direttore operativo di Coopservice, non sempre è possibile proporre l’alternativa elettrica poiché una proposta di questo genere richiede un lavoro di progettazione e analisi di costi benefici. “Ha costi importanti di investimento e si devono fare i conti con la riduzione della base d’asta e con un continuo efficientamento delle richieste. Proponiamo i veicoli elettrici dove è possibile farlo”, afferma Bassanini in una intervista.

Coopservice: un percorso green
Coopservice pone da sempre una forte attenzione ai piani di crescita e di sviluppo alla riduzione dell’impatto ambientale. “È stata la prima azienda, anticipando la normativa ed i CAM, a produrre al proprio interno studi LCA (Life Cycle Assestment) ed EPD (Environment Product De-claration) – afferma il direttore operativo – sono stati creati degli strumenti specifici che oggettivizzano il ruolo degli indicatori di danno ambientale. La ISO 14040 è oggi l’unico strumento che consente la valutazione di questi indicatori quali il GW (Global Warming), l’eutrofizzazione, lo smog fotochimico ecc…”.

Le esperienze di Coopservice
L’utilizzo di mezzi di trasporto a basso impatto ambientale non è solo una scelta ecologica, ma anche economica. Come è noto, le politiche ambientali dei Comuni agevolano i veicoli a impatto zero, come succede ad esempio a Milano dove il Comune ha autorizzato l’ingresso gratuito nell’area C, permettendo alle aziende di diminuire i propri costi di esercizio.

Ecco alcune esperienze di Coopservice:

trasformazione dei mezzi per il trasporto di merci a combustibili naturali per i farmaci;
utilizzo di auto elettriche: ad esempio per i servizi di fattorinaggio all’interno dell’hinterland milanese per un grande gruppo della GDO;
utilizzo di veicoli a 2/3 ruote per il pattugliamento delle strutture fieristiche e aeroportuali ottenendo una maggiore visibilità da parte degli operatori;
utilizzo di mezzi elettrici per la distribuzione dei pasti a domicilio nel Comune di Reggio Emilia per conto di un’azienda di ristorazione e a favore di persone anziane non completamente autosufficienti.
“Il mezzo elettrico consente di circolare in zone particolari e altrimenti inaccessibili del centro città, sia per gli spazi limitati che per i divieti di circolazione – sottolinea Bassanini – Il porter elettrico è fondamentale per garantire il servizio.”

Coopservice continua sulla strada del miglioramento. “Delle 3.697 attrezzature utilizzate nei servizi erogati 2.185 sono esclusivamente elettrici quindi un parco attrezzature che arriva al 59,1% del totale. – afferma Bassanini – Riteniamo che questo non sia ancora abbastanza e nel piano strategico 2018-2022 ci siamo dati ulteriori obiettivi di miglioramento”.

(da Think Magazine del 9 ottobre 2019)

 

Sopralluogo del direttore generale del Consorzio della Bonifica Fabrizio Useri e del sindaco di Neviano degli Arduini Alessandro Garbasi


Parma, 28 Ottobre 2019 - Un fondamentale contributo per la prevenzione delle possibili criticità idrauliche, per la riduzione del rischio idrogeologico e la messa in sicurezza dei territori montani, in particolare della Val Parma. Sono terminati infatti i lavori – realizzati dai tecnici del Consorzio della Bonifica Parmense – di regimazione del reticolo idraulico minore lungo la strada di bonifica Sarignana-Rusino, nel Comune di Neviano degli Arduini.

Il Direttore Generale del Consorzio della Bonifica Parmense Fabrizio Useri e il Sindaco di Neviano degli Arduini Alessandro Garbasi hanno effettuato un sopralluogo nell’area dei lavori: come ogni anno infatti l’ente, impegnato nelle azioni di tutela del territorio montano e per la prevenzione del dissesto idrogeologico, sta portando avanti una serie di interventi concordati con le Amministrazioni Comunali del territorio montano e collinare dei Comuni del parmense.

I lavori di regimazione del reticolo idraulico minore lungo la strada di bonifica Sarignana-Rusino, sono stati messi in atto nell’ambito del progetto ‘S.O.S. Bonifica’, attraverso il quale il Consorzio della Bonifica Parmense mette a disposizione del territorio collinare e montano della provincia di Parma mezzi d’opera e risorse umane per provvedere ad una costante manutenzione della corretta regimazione dell’acqua nelle cunette e nei fossi adiacenti alle strade comunali e vicinali ad uso pubblico.