Per il tratto medio padano del Grande Fiume che unisce ben 85 Comuni il sogno della candidatura coordinata dall’Autorità di Distretto è diventato realtà grazie alla proclamazione avvenuta oggi a Parigi dove il Segretario Generale Meuccio Berselli ha ricevuto il riconoscimento nella sede dell’UNESCO.

Parigi, 19 Giugno 2019 –

A poco più di un anno dalla presentazione pubblica della candidatura a Riserva Biosfera Mab UNESCO del tratto medio padano del Po è arrivato oggi a Parigi – nella prestigiosa sede dell’organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura – l’ambito riconoscimento che promuove grazie alla proclamazione ufficiale il progetto italiano coordinato dall’Autorità Distrettuale del Fiume Po e sostenuto dal Ministero dell’Ambiente e dal Governo in quest’ultimo decisivo sprint finale verso il traguardo ora raggiunto.

La decisione della promozione a Riserva Mab di PoGrande è arrivata nel corso della trentunesima sessione del Consiglio Internazionale di Coordinamento del Programma MaB che si sta svolgendo nella capitale francese dal 17 al 21 Giugno e l’ufficialità è stata comunicata direttamente al Segretario Generale del Distretto Po Meuccio Berselli in rappresentanza dell’ente ministeriale, di tutto lo staff tecnico che ha redatto il dossier posto successivamente all’attenzione e alla vigilanza della Commissione Internazionale e dei qualificati ed imprescindibili partners che hanno contribuito alla realizzazione della proficua intesa territoriale.

Inizialmente infatti i comuni che avevano aderito con entusiasmo la candidatura erano una sessantina ed in soli dodici mesi quell’elenco, già corposo, ha raggiunto 85 amministrazioni locali in possesso delle caratteristiche ambientali più idonee per poter rappresentare a pieno titolo e con autorevolezza PoGrande all’interno della Riserva MaB UNESCO; gli stessi 85 comuni si distribuiscono lungo il tratto medio del Po in 3 regioniLombardia, Emilia Romagna e Veneto e 8 province (Cremona, Lodi, Pavia, Mantova, Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Rovigo).

L’iter burocratico del dossier PoGrande ha avuto un sostegno decisivo e fattivo da parte dei compagni di cammino verso l’ottenimento del riconoscimento a partire, tra gli altri, dalle Regioni Lombardia, Veneto Emilia Romagna Legambiente Emilia Romagna, Università degli Studi di Parma, Fondazione Collegio Europeo.

Da oggi - ha commentato dalla sede UNESCO il Segretario Generale Meuccio Berselli – i territori che abbiamo messo in rete hanno uno strumento di straordinario valore per migliorare il loro ambiente e renderlo attrattivo in forma collettiva a beneficio comune sia di chi abita questi luoghi suggestivi sia per i migliaia di turisti ed interessati che fino ad ora hanno vissuto habitat, paesaggio e ricchezze culturali e produttive in modo disomogeneo. Ringrazio sentitamente il Ministero dell’Ambiente, il Governo, le Regioni Veneto, Emilia Romagna e Lombardia, i comuni e tutti i partner a partire da Legambiente Emilia Romagna, Fondazione Collegio Europeo e Università di Parma e tutti coloro che hanno creduto nell’impresa. Con PoGrande vogliamo infatti unire con una progettualità concreta ciò che il fiume divide, comprensori territoriali confinanti che, pur mantenendo singolari caratteristiche da area ad area, sono inscindibilmente legati da valori comuni connessi all’habitat, alla biodiversità, alla cultura, alle tradizioni ai mestieri e ai rilevanti valori delle produzioni di eccellenza agricola ed industriale”.

 

Piacenza, 18 giugno 2019 - Sabato 22 giugno dalle ore 18, presso la Conca di Isola Serafini, acqua e musica saranno protagoniste di un suggestivo spettacolo sonoro il cui progetto artistico – intitolato "Un Po di musica. Suoni e storie del Grande Fiume"- è a cura del Conservatorio di Musica "G. Nicolini di Piacenza".

Al progetto sonoro collaborano, unitamente al Conservatorio, il Consorzio di Bonifica di Piacenza, il Comune di Monticelli d'Ongina (responsabile della logistica e della sicurezza dell'evento) e AIPo - Agenzia Interregionale per il fiume Po (in qualità di supervisore).

Sponsor dell'iniziativa:ENEL Green Power e Bulla Sport.
Per il Consorzio di Bonifica e il Conservatorio questo concerto dà continuità ad un percorso iniziato lo scorso anno dove acqua e musica creano un connubio unico nel suo genere e spettacolare da vedere.
Il progetto "Un Po di musica. Suoni e storie del Grande Fiume" nasce dalla volontà di sensibilizzare le nuove generazioni di musicisti al grande patrimonio sonoro, storico, naturalistico, antropologico rappresentato dalle vie d'acqua (in questo caso il PO) che caratterizzano il nostro paesaggio.

Presenti installazioni sonore e un concerto dal vivo realizzati dagli allievi dei corsi di Musica Elettronica, Musica Applicata, Tecnico del Suono, Composizione, Musica per strumenti a fiato:
le installazioni saranno collocate sulla scala del mandracchio e sulla riva sinistra a valle (ventiquattro altoparlanti saranno distribuiti lungo la riva e il pubblico potrà passeggiare liberamente fra essi creando un personale racconto del fiume Po fatto di relazioni fra passato e presente acustico). Il concerto dell'ensemble Nuages si svolgerà su un pontone appositamente ormeggiato nel mandracchio; in programma Musiche di Haendel (dalla suite Water Music) e di allievi della Scuola di Composizione.

Al termine del concerto sarà a disposizione un aperitivo, gestito dalla Cooperativa "Isola dei tre ponti" e preparato dalla mano esperta dello staff di "Antica Trattoria Cattivelli", al costo di 10 €.
Il pubblico potrà accedere su propri natanti. Se proveniente da località a valle, grazie a un'unica concata effettuata alle ore 17:30.

Per informazioni contattare gli operatori di conca ai seguenti numeri 335.6130385 - 348.8813060.

'L'Angolo di Intesa', rubrica sul sociale. La sfida dell'emergenza ambientale

Le emergenze ambientali ci pongono davanti a sfide radicali. Fino ad ora, almeno per quanto riguarda la questione dell'ambiente, si potrebbe dire che per diverso tempo è stata ai margini della riflessione democratica. Di questi tempi, però, con la costante riduzione delle risorse della terra, la dispersione di sostanze tossiche che corrompono irrimediabilmente la qualità dell'aria, la situazione è molto diversa rispetto a prima.

C'è un grande problema da comprendere e analizzare: le decisioni compiute da ogni generazione ricadono sulla generazione successiva. Lo sviluppo della tecnologia industriale, l'aumento della popolazione e la sovrapproduzione sfrenata ha modificato radicalmente la situazione creando gravi problemi di degrado ambientale e soprattutto di cambiamento climatico. Dunque - cari cittadini - visto che le generazioni che hanno causato questi problemi e quelle che dovranno affrontarle sono le stesse, è necessario, ora più che mai, parlare di clima. In Italia - anche e soprattutto a scuola – si discute dell'argomento ancora pochissimo e, nel dibattito politico, risulta essere un argomento totalmente assente. Nei Paesi del Nord Europa la situazione è molto diversa e l'attenzione all'ambiente non ha una connotazione politica.

Ma forse, questa, è una caratteristica tutta italiana di non valorizzare le risorse che abbiamo: ambiente, paesaggio, cultura, non sono percepiti come qualcosa che ci migliora la vita. Siamo abituati a mettere in relazione lo sviluppo con l'uso di combustibili fossili, come se quanto più si usa il petrolio meglio va l'economia. Occorre mettere in discussione questo modello di sviluppo, perché l'era dei fossili è finita e la strada da imboccare è quella della green economy. Anche a fronte del cambiamento climatico in corso, la Terra non muore; sopravviverà anche con l'innalzamento della temperatura. Il punto è salvare noi stessi, attivandoci da subito, riducendo le emissioni di gas serra per abbatterle nei prossimi anni. In questo secolo - ci dicono i climatologi - le grandi crisi saranno di carattere ambientale. L'acqua sarà il bene più prezioso.

Le tre "ricette base"? Green economy, energie rinnovabili, economia circolare. La spinta deve venire dalla società civile, dal basso, bene quindi la manifestazione per sensibilizzare i cittadini sulla tematica ambientale, che ha visto nelle piazze italiane e di tutto il mondo tanti giovani e non.
Qualche migliaio anche a Parma.

Rino Basili, Segretario Ass. Intesa San Martino

GIORNATA MONDIALE DELL’AMBIENTE 2019. PROTEZIONE DELLE RISORSE IDRICHE: A VIENNA LA FIRMA DELL’ACCORDO PER L’EUROPA CENTRALE. IL SEGRETARIO DEL DISTRETTO DEL PO BERSELLI IN RAPPRESENTANZA ITALIANA SOTTOSCRIVE L’INTESA.

Vienna (Austria), 5 Giugno 2019 –

Nel 2019 la Giornata Mondiale dell’Ambiente – che su scala globale vede una sensibilizzazione alle politiche e alle azioni per ridurre gli inquinanti dell’aria (#BeatAirPollution) – registra una altrettanto rilevante e concreta azione volta a migliorare la tutela delle acque. A dimostrazione dell’attenzione diffusa per questa risorsa naturale esauribile e dunque bisognosa di difesa sia sotto il profilo della qualità che della quantità è stata siglata poche ore fa a Vienna una importante intesa continentale per incrementare in ogni modo possibile la difesa della risorsa idrica nel distretto dell’Europa Centrale.

La sottoscrizione di questo innovativo accordo denominato DRI-FLU-CHARTA ha come obiettivo ravvicinato e di prospettiva la protezione strategica delle risorse idriche da parte dei rappresentanti delle istituzioni, della ricerca e delle aziende provenienti da tutta l’Europa Centrale. L’Italia manifesta il suo forte impegno attuale e futuro per le acque con la firma di Meuccio Berselli, Segretario Generale dell’Autorità di Distretto del Fiume Po, che coordina l’Osservatorio Permanente sugli usi dell’acqua del distretto idrografico con l‘obiettivo di rafforzare la cooperazione e il dialogo tra i soggetti appartenenti al sistema di governance della risorsa idrica, promuovere l‘uso sostenibile della risorsa idrica in attuazione della direttiva comunitaria sulle acque.

L’iniziativa è stata promossa nell’ambito del progetto INTERREG PROLINE CE (https://www.interreg-central.eu/Content.Node/PROLINE-CE.html), che riguarda le buone pratiche di uso del suolo, di gestione delle acque, in particolare delle piene e delle magre, e di risposta ai cambiamenti climatici, finalizzate alla protezione delle risorse idriche ed in particolare delle acque potabili. 

Il progetto è stato svolto da un gruppo di lavoro internazionale, composto da esperti provenienti dal settore privato, della ricerca e da enti istituzionali provenienti da diversi paesi dell’Europa centrale. 

Nella prima parte del progetto, per ciascuno dei Paesi partecipanti, è stata svolta un’analisi comparativa delle conoscenze e dello stato di fatto, anche in termini di strumenti operativi, che ha consentito di evidenziare le attuali pratiche di gestione del suolo e delle acque, i loro aspetti da migliorare ed i possibili miglioramenti, pervenendo all’individuazione delle migliori pratiche di gestione.

Successivamente, le migliori pratiche di gestione individuate, sono state oggetto di sperimentazione in alcune aree pilota, scelte in modo da poter considerare differenti scale spaziali e temporali (dai grandi bacini idrografici a piccole aree urbane), gli aspetti quantitativi che qualitativi delle risorse idriche superficiali e sotterranee, diversi usi del suolo e differenti, a volte conflittuali esigenze dei portatori di interessi. Ciò ha permesso di testare la validità delle migliori pratiche individuate.  

Infine, sulla base delle conoscenze acquisite delle sperimentazioni svolte, si è proceduto alla redazione di un catalogo delle misure e delle migliori pratiche.

L’Italia ha contribuito al progetto attraverso un partner istituzionale, ARPAE, ed uno proveniente dal settore della ricerca, CMCC, che hanno proposto tre pratiche di gestione già implementate: l’Osservatorio permanente degli usi idrici nel distretto Padano, che utilizza, quale strumento di supporto alle decisioni, il sistema operativo previsionale delle magre del Po DEWS (Drought Early Warning System); il Centro previsionale per le piene del Po che utilizza, quale strumento di supporto alle decisioni, il sistema operativo previsionale delle piene magre del Po FEWS (Flood Early Warning System); l’analisi degli impatti sulle piene e sulle siccità dovuti ai cambiamenti climatici e dei cambiamenti di uso/copertura del suolo.

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Domenica, 26 Maggio 2019 08:04

Maltempo, è allerta gialla in Emilia

Allerta GIALLA per criticità idraulica per le province di PC, PR, RE, MO, BO; per criticità idrogeologica per le province di PC, PR, RE, MO, BO, RA; per temporali per le province di PC, PR, RE, MO, BO, RA - Per la giornata di domani domenica 26 previste condizioni di convezione organizzata sul settore occidentale della regione; pertanto avremo precipitazioni di moderata intensità sul settore occidentale associate a temporali organizzati. La criticità idrogeologica segnalata è determinata dalle attuali condizioni dei terreni e dei corsi d'acqua, con particolare riferimento al reticolo idrografico minore.

La formazione di un minimo depressionario in quota in spostamento dal Mediterraneo occidentale verso l'area tirrenica, associato all'afflusso di correnti fredde in quota, determinerà condizioni di convezione organizzata sul settore occidentale della regione; pertanto avremo precipitazioni di moderata intensità sul settore occidentale associate a temporali organizzati.

La criticità idrogeologica segnalata è determinata dalle attuali condizioni dei terreni e dei corsi d'acqua, con particolare riferimento al reticolo idrografico minore.

ZONE DI ALLERTA: A - Bacini Romagnoli (RA, FC, RN); B - Pianura e costa Romagnola (RA, FC, RN); C - Bacini Emiliani Orientali (BO, RA); D - Pianura Emiliana Orientale e costa Ferrarese (FE, RA, BO); E - Bacini Emiliani Centrali (MO, RE, PR); F - Pianura Emiliana Centrale (MO, RE, PR, BO); G - Bacini Emiliani Occidentali (PR, PC); H - Pianura e bassa collina Emiliana Occidentale (PR, PC).

SOTTOZONE DI ALLERTA: A1 - Montagna Romagnola (FC-RN); A2 - Collina Romagnola (RA-FC-RN); B1 - Pianura Romagnola (RA-FC-RN); B2 - Costa Romagnola (RA-FC- RN); C1 - Montagna Emiliana Orientale (BO); C2 - Collina Emiliana Orientale (BO-RA); D1 - Pianura Emiliana Orientale (FE-RA-BO); D2 - Costa Ferrarese (FE); E1 - Montagna Emiliana Centrale (MO- RE -PR); E2 - Collina Emiliana Centrale (MO- RE- PR); F - Pianura Emiliana Centrale (MO-RE-PR-BO); G1 - Montagna Emiliana Occidentale (PC-PR); G2 - Alta Collina Emiliana Occidentale (PC-PR); H1 - Bassa Collina Emiliana Occidentale (PC-PR); H2 - Pianura Emiliana Occidentale (PC-PR).

Per approfondimenti sul contenuto del presente documento e la consultazione dei dati in tempo reale: https://allertameteo.regione.emilia-romagna.it
Per ulteriori informazioni di carattere meteorologico:
Centro Funzionale Regione Emilia Romagna – Arpae Servizio Idro-Meteo-Clima https://www.arpae.it/sim/
tel: 051 649 7600 (segreteria telefonica previsioni)
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Per ulteriori informazioni di protezione civile:
Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile – Emilia Romagna http://protezionecivile.regione.emilia-romagna.it/ 
Centro Operativo Regionale lun. - sab. 08:00-20:00 - 051 527 4440/4200 Centralino Agenzia regionale attivo H24 - 051 527 4404
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Di Lamberto Colla Parma 25 maggio 2019 - Dal Comitato No Cogeneratore di "Poggio di Sant'Ilario Baganza, riceviamo l'ennesima nota preoccupata in relazione al contenuto di composti aromatici rinvenuti nelle analisi dell'ARPAE e riferibili a processi di combustione .

"In particolare durante l'ultima campagna di rilevamento da parte dell'Arpae - scrive il rappresentante del Comitato No Cogeneratore - nell'agosto dello scorso anno, si è riscontrata una presenza di benzo(a)pirene nell'aria in quantità di oltre 18 volte maggiori rispetto alla Stazione di Parma Cittadella. La presenza è ancora al di sotto del valore limite, ma sicuramente anomala e, visto che la principale fonte del benzo(a)pirene è la combustione di materia organica ed è presente nei gas di scarico dei motori diesel, nei fumi prodotti dalla combustione di biomasse e nelle carni bruciate, è indubbio che la principale se non l'unica causa di questo valore, sia il cogeneratore."

La missiva giunta in redazione fa anche riferimento alla mancata presa in carico, da parte di organi d'informazione locali, della loro lettera di rettifica a seguito di un articolo del 26 marzo scorso dal titolo "Felino qualità dell'aria livelli nella norma" nel quale non si avrebbe dato risalto alle anomalie riscontrate.

Per quanto ci riguarda, non intendiamo entrare in polemiche che non ci riguardano direttamente mentre al contrario, siamo sempre disponibili a farci portavoce delle esigenze o delle preoccupazioni dei cittadini, soprattutto se organizzati in rappresentanze.

Al riguardo infatti, nello scorso 4 aprile, avevamo segnalato la preoccupazione dilagante di cui Angelo Lusuardi si era fatto portavoce.

A seguire infine alcuni link a nostri articoli che avevano riacceso la luce sul problema, che da un lustro sta tormentando la popolazione del grazioso villaggio rurale del felinese.

https://www.gazzettadellemilia.it/economia/item/22961-c-%C3%A8-qualcosa-nell-aria.html 

https://www.gazzettadellemilia.it/economia/item/21717-quello-strano-odore-al-poggio-di-s-ilario-baganza.html 

https://www.gazzettadellemilia.it/economia/item/3835-felino-ancora-timori-per-il-cogeneratore-di-citterio.html 

https://www.gazzettadellemilia.it/economia/item/3597-citterio-perche-l-inceneritore-non-si-accende.html 

Parma (PR), 21 Maggio 2019 – Si terrà giovedì 23 maggio, a partire dalle 15,30, nell'Auditorium di Palazzo del Governatore in piazza Garibaldi l'incontro "L'Acqua preziosa", approfondimento organizzato dal Consorzio della Bonifica Parmense sui temi ambientali e in particolare sulla risorsa acqua con la partecipazione del climatologo, divulgatore scientifico e presidente della Società Meteorologica Italiana Luca Mercalli.

Nell'ambito degli eventi "Maggio con la Bonifica 2019" il convegno, patrocinato da Ministero dell'Ambiente, Comune di Parma e ANBI, vedrà l'introduzione del presidente del Consorzio di Bonifica Luigi Spinazzi e dell'Assessore alle Politiche Sostenibilità Ambientale del Comune di Parma Tiziana Benassi, oltre agli interventi del professor Alessandro Ragazzoni della Facoltà di Agraria dell'Università di Bologna; del presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano Nicola Bertinelli; dell'Assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Parma Michele Alinovi e dell'ingegnere delle risorse idriche Sergio Vallesi. Coordina il giornalista Andrea Gavazzoli.

Reggio Emilia – 20 Maggio 2019 - Le piogge particolarmente intense di questi ultimi giorni, cadute con una media in pianura di 40 millimetri e con punte fino a 70 millimetri nella zona di alta pianura, sta tutt'ora impegnando duramente tutto lo staff del Consorzio intervenuto per la regolazione dei flussi in numerosissime zone dell'intero comprensorio regolato per tutta la durata del week end full time. Il passaggio della piena nei canali consortili è stato costantemente monitorato direttamente dalla centrale di telecontrollo digitale nella sede di Reggio Emilia e "a vista" sul campo da tutti gli operatori sul territorio intervenuti in svariate località per verificare le situazioni più critiche. Rilevante il contributo degli addetti agli impianti idrovori che sono stati attivati per far fronte ai grandi quantitativi d'acqua da smaltire.

Tra le principali manovre effettuate si segnalano per importanza: la messa in funzione delle Idrovore del Torrione a Gualtieri e di Mondine a Moglia. Sono stati inoltre attivati lo scarico a gravità nel Fiume Po a Boretto ed i sifoni alla Botte San Prospero a Moglia per lo scarico delle acque Alte nelle acque Basse.

Non si sono registrate tracimazioni importanti dai nostri canali, fatte salve alcune circoscritte esondazioni molto limitate nel tempo. Le segnalazioni di principali criticità pervenute e prontamente monitorate si sono registrate a Reggio Emilia in Via Settembrini, a causa del livello della Fossetta Canali Alta e di un fosso stradale, in Via Archimede lungo il Rio Acque Chiare, e nella zona delle Le segnalazioni di principali criticità pervenute e prontamente monitorate sul campo dagli operatori del Consorzio si sono registrate a Reggio Emilia in Via Settembrini, a causa del livello della Fossetta Canali Alta e di un fosso stradale, in Via Archimede lungo il Rio Acque Chiare, e nella zona delle Basse di Roncocesi dove il Cavo Ariolo di Testa non è esondato. Altre segnalazioni sono pervenute dalla zona pedecollinare a San Bartolomeo, dove a preoccupare è stato il livello del il Torrente Quaresimo e ad Albinea nella zona del Capriolo. Un'altra criticità si è riscontrata a Calerno in Via Martiri.

Nel carpigiano gli operai del Consorzio hanno monitorato il Cavo Gavasseto lungo Via Remesina, la zona di Migliarina a Carpi, e il deflusso delle acque lungo il Collettore Acque Basse Modenesi nella zona di Fossoli e Novi di Carpi.

Nel reggiano gli osservati speciali sono stati lo Scolo San Pellegrino a Santa Vittoria, la Fossetta Frassinara a Novellara, i Cavi Mandrio, Rio e Argine a Correggio e la Fossetta Fossatelli a Rio Saliceto. Complessivamente la gestione della piena ha tenuto impegnati per tutto il fine settimana una quarantina di addetti.

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Lunedì, 20 Maggio 2019 10:02

E' ancora allerta arancione per l'Emilia.

Nonostante la leggera attenuazione delle precipitazioni, l'allerta resta classificata al livello quasi massimo per i possibili innalzamenti dei livelli idrometrici dei reticoli minori. 

Per aggiornamenti e ulteriori informazioni collegarsi  al link: https://www.arpae.it/sim/ 

Bollettino n. 44 del 20 maggio 2019 - Valida dalle 00:00 del 20 maggio 2019 fino alle 00:00 del 21 maggio 2019
*** Allerta ARANCIONE per criticità idraulica per le province di PC, PR, RE, MO, BO, FE, RA; per criticità idrogeologica per le province di PR, RE, MO, BO; Allerta GIALLA per criticità idraulica per le province di RA, FC, RN; per criticità idrogeologica per le province di PC, PR, BO, RA, FC, RN *** Per la giornata di oggi si prevedono piogge deboli-moderate, anche a carattere di rovescio, sparse su tutta la regione. Per la giornata di lunedì 20 maggio si prevede un' attenuazione dei fenomeni con residue precipitazioni sui rilievi centro-occidentali. Il livello arancione di criticità idrogeologica è legato ai possibili innalzamenti dei livelli idrometrici dei reticoli minori.

(allegato il Bollettino n° 44)

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I carabinieri del gruppo forestale di Parma hanno denunciato in stato di libertà alla locale Procura della Repubblica un imprenditore ed un collaboratore di questi, entrambi parmigiani, per l'esercizio di attività di raccolta, trasporto, recupero e smaltimento di rifiuti in mancanza della prescritta autorizzazione o comunicazione, reato previsto dall'art. 256 comma 1 del d. lgs 152/2006.

Nel dettaglio, i militari hanno sorpreso il conducente di un autocarro mentre scaricava rifiuti speciali in un terreno nel comune di Fontevivo, in uso all'impresa della quale il conducente stesso è dipendente.
Nel sito i Carabinieri Forestali hanno rinvenuto altri cumuli di rifiuti presumibilmente non pericolosi consistenti in residui da demolizioni, di manufatti, di materiali plastici e metallici, residui di coperture isolanti e bancali in legno, il tutto stoccato illegalmente.
I militari hanno quindi provveduto al sequestro probatorio del materiale e dell'autocarro peraltro non autorizzato al traporto di rifiuti.

Maltempo. Situazione meteo migliora ma per i fiumi è ancora fase di allerta arancione per tutta la giornata di domani. Attesa per il passaggio della piena nel modenese. Protezione civile al lavoro in tutta la regione. Impegnati oltre 200 volontari e aperti 36 Centri operativi comunali (Coc). Interrotto il tratto di autostrada A14 tra Forlì e Faenza per i lavori a Villafranca di Forlì. In questi giorni, allo scioglimento della neve si sono unite piogge intense, importanti e inconsuete: in 36 ore sono caduti 100 millimetri di acqua su un'area vasta. In Romagna raggiunti livelli idrometrici storici nei corsi d'acqua.

Bologna 14 maggio 2019 17,00 - Nuova allerta "arancione" per criticità idraulica fino a tutta la giornata di domani, mercoledì 15 maggio. Se le previsioni meteo indicano una pausa nelle piogge, resta lento il deflusso dei corsi d'acqua soprattutto in Romagna, dove ieri il Montone ha rotto gli argini e invaso l'abitato di Villafranca (Fc) e dove, per effettuare gli interventi necessari, è stato interrotto il tratto di autostrada A14 tra Forlì e Faenza.

Sono poi attese per oggi le piene dei fiumi Secchia e Panaro, nel modenese. Il transito delle ondate di piena è avvenuto, invece, senza ulteriori problemi nel bolognese e nel riminese.
L'Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la Protezione civile è in contatto con il Dipartimento nazionale per la Protezione civile per l'attivazione di sopralluoghi ai fini della procedura di richiesta dello stato di emergenza nazionale.

La situazione in regione
Complessivamente in Romagna, la scorsa notte, tutti i fiumi hanno raggiunto livelli idrometrici storici, tra i massimi degli ultimi 30 anni.

In particolare, il Montone, nel comune di Russi a Ponte Vico, ha raggiunto 8,83 metri (con +61 cm, oltre il massimo precedente di 8,22metri raggiunto nell'aprile 2005); il Ronco a Forlì ha toccato 7,31 (+ 50 cm rispetto a 6,81 m di aprile 2015); il Lamone a Faenza ha superato il massimo storico con 8,15 metri (+7,38 metri a settembre 2014, +77 cm rispetto al precedente record). Il Savio in più sezioni ha superato il record idrometrico: nel ravennate a Metallica ha raggiunto 6,65 m (rispetto a 5,54 di novembre 2005) e a Castiglione ha toccato 9,80 metri (rispetto al massimo di 9,76 metri di novembre 2005); a Savio nel comune di Cervia si sono registrati 6,70 metri rispetto al precedente record di 6,18 metri di novembre 2005.
Nel complesso, tra Forlì e Cesena sono state evacuate una dozzina di persone, mentre a San Bartolo (Ra) le 100 persone che ieri erano state fatte evacuare per i timori sulla piena del Ronco, ora stanno tornando nelle abitazioni.

Forlì - La situazione più critica è nella zona del Montone, che ieri pomeriggio ha rotto l'argine a Villafranca, un abitato di circa 500 case e 1500 abitanti che si è allagato. Dopo un primo intervento di chiusura della breccia, nella notte l'argine si è aperto in un altro tratto e ha determinato una nuova fuoriuscita dell'acqua a causa dei livelli del fiume ancora molto alti. A San Martino di Villafranca è stato aperto il centro di accoglienza presso l'Istituto professionale statale per l'agricoltura, mentre fin dal primo pomeriggio di oggi i Servizi territoriali dell'Agenzia, in accordo con la Società Autostrade, sono al lavoro per gli interventi di riparazione dell'argine, raggiungendo la breccia dal tratto autostradale che è stato momentaneamente chiuso al traffico.
I Vigili del fuoco stanno coordinando le attività di soccorso alla popolazione, supportati dai volontari nella consegna dei sacchetti di sabbia, a protezione di abitazioni e attività economiche, e nelle operazioni indispensabili per consentire alla popolazione di rientrare nelle proprie abitazioni.

Cesena - Si è verificato un sormonto dell'argine alla confluenza del Savio con l'affluente Casalecchio. Si sono allagate sia la campagna circostante, dove una famiglia è stata evacuata, sia la "secante" (tangenziale) della città con disagi per alcuni quartieri. La situazione risulta ora sotto controllo. Il Centro operativo comunale è ancora attivo per i sopralluoghi tecnici per allagamenti a opere pubbliche, piste ciclabili e al parco dell'Ippodromo.

Risultano, inoltre, disagi per esondazioni e frane nei comuni di Galeata, Premilcuore, Predappio, Sarsina, Tredozio, Mercato Saraceno, Dovadola e Borghi e Bagno di Romagna.

Rimini - Prosegue il monitoraggio dopo il crollo della traversa (briglia) sul fiume Marecchia, in corrispondenza di Ponte Verucchio.

Modena - In seguito all'allagamento del Comune di Campogalliano (Secchia) risultano al momento evacuate una dozzina di persone. Piogge e maltempo hanno determinato diffusi disagi sulla viabilità stradale a causa di frane e dissesti. Risulta in particolare ancora chiusa la S.P. 27, Valle del Samoggia (Mo), da domenica scorsa.

Il meteo
In questi giorni, allo scioglimento della neve si sono unite piogge intense, importanti e inconsuete: in 36 ore sono caduti 100 millimetri di acqua su un'area vasta.
Domani, mercoledì, non sono previsti fenomeni meteorologici ai fini dell'allertamento; sono attese deboli piogge in mattinata, con locali rovesci più probabili sul settore orientale (fascia costiera e Romagna). Ma la criticità idraulica resta arancione nei tratti vallivi dei corsi d'acqua. Mentre le forti piogge dei giorni scorsi motivano l'emissione di un codice arancione e giallo anche per criticità idrogeologica, per la possibilità di frane.

L'allerta
E' allerta arancione, per tutta la giornata di domani, per criticità idraulica nelle pianure e costa romagnola tra Ravenna e Rimini, nella pianura emiliana orientale e centrale e lungo la costa ferrarese (zone B, D e F). L'allerta è gialla per criticità idraulica nelle zone della collina romagnola e dell'Emilia centrale, da Ravenna a Bologna (A e C).
Per criticità idrogeologica relativa al rischio di frane, l'allerta è arancione nella collina romagnola (zona A) e gialla nella pianura e costa romagnola, nella collina emiliana orientale e centrale da Rimini a Parma (zone B, C, E)

L'Agenzia per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile, in stretto raccordo con Arpae sta seguendo l'evoluzione della situazione. Si consiglia di consultare l'allerta e gli scenari di riferimento sulla piattaforma web: https://allertameteo.regione.emilia-romagna.it .

Il sistema di Protezione civile al lavoro
Dopo la forte perturbazione che ha interessato gran parte del territorio regionale, dal 12 maggio sono al lavoro oltre 200 volontari di Protezione civile in tutta la Regione e prosegue l'attività di monitoraggio idraulico da Reggio Emilia fino alla costa, con il contributo dei Servizi territoriali dell'Agenzia per la sicurezza territoriale e la Protezione civile (che ha attivato il Servizio di piena), i Consorzi di Bonifica, Arpae (che ha seguito gli aggiornamenti dei livelli idrometrici), Aipo e l'esercito.

Per la giornata odierna sono state attivate 10 squadre di volontari a Campogalliano nel modenese (di cui 4 provenienti da Ferrara e una dell'Associazione Alpini - ANA) e a Forlì-Cesena 8 squadre del coordinamento locale e 17 tra i volontari dei coordinamenti di Ferrara, Reggio Emilia, Rimini, Piacenza e Parma e squadre di Federgev.
Le squadre sono attrezzate con kit idraulici. In più altri volontari sono in presidio al Centro operativo regionale (Cor) da sabato scorso. Sono stati aperti nel complesso 36 Centri operativi comunali (Coc) e attivati Centri coordinamento soccorsi (Ccs) presso le Prefetture delle Province interessate dal maltempo.

 

Allerta meteo e vento forte. Che le precipitazini piovose dovessero tornare era nell'aria ma forse non era stato sufficientemente segnalato il potenziale del vento che, intorno alle 18,00 di ieri sera si è scatenato con forza a Parma e provincia. 

Nelle foto del nostro lettore Matteo il risultato delle raffiche in zona Villetta a Parma con alberi abbattuti e per fortuna nessun danno a presone.

Vento che sferzava a 50 km orari mentre, secondo il modello matematico tedesco ICON, diffuso da  Meteo giornale, si prevedono raffiche di vento fino a quasi 150 km/h in Appennino Tosco Emiliano (167 km/h sul confine tra provincia di Parma e Massa), 70-80 km/h in Alto Adriatico.

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In relazione all'allerta meteorologica arancione diramata dalla Protezione Civile Regionale alle ore 12,00 di domenica 5 maggio per rischio idraulico in tutta la provincia, il Prefetto di Modena ha convocato il Centro Coordinamento Soccorsi - C.C.S. e disposto l'attivazione della Sala Operativa presso il Centro Unificato di Marzaglia e dei Centri Operativi Comunali.

Secondo il quadro informativo disponibile, alle nevicate fin da quota 400 mt si aggiunge un'intensa pioggia che si prevede continuerà in nottata.

Il reticolo idrografico minore è soggetto ad un importante piena con conseguenti riflessi sui fiumi Secchia e Panaro.

Sono attivi, la Protezione Civile Regionale, i Vigili del Fuoco , la Poli zia Stradale , le Forze dell' Ordine, le Polizie Municipali , i gestori delle strade e il volontariato per il monitoraggio dei fiumi e della viabilità e per gli interventi necessari.

Sono stati intensificati i servizi della Polizia Stradale e dei Vigili del Fuoco.

Si invita la cittadinanza a limitare gli spostamenti in automobile ai casi strettamente necessari, soprattutto verso le zone di montagna dove continua a nevicare.

Si invita, inoltre, a non avvicinarsi e sostare in prossimità dei corsi d'acqua.

Per le segnalazioni in relazione a situazioni di rischio si potrà contattare il numero del Centro Operativo di Marzaglia 059/ 200210.

(Modena 5 maggio 2019 18,20)

(Foto di repertorio Gazzetta dell'emilia alluvione 2014)

L'inquinamento e la sostenibilità, ora più che mai, sono una battaglia quotidiana per la salute del nostro pianeta: ridurre l'impatto ambientale è un'impresa che parte da noi. Il primo sistema da rivoluzionare è sicuramente quello delle automobili, fonte di maggiore inquinamento; ormai sempre più automobili stanno passando all'elettrico, ma è importante capire cos'è e perché bisogna scegliere la mobilità elettrica.

Il concetto di sostenibilità

Se ne sente parlare ormai da anni eppure su cosa sia la sostenibilità ancora molti tentennano. Per sostenibilità si intende la riduzione delle emissioni di inquinanti locali e di de-carbonizzazione che comporta un miglioramento della qualità dell'aria che respiriamo. Un benessere per il cittadino e per la città stessa: non si tratta di voler salvare l'ambiente, ma di pensare anche alla propria salute. La mobilità elettrica punta a ridurre il tasso di inquinamento che i mezzi di locomozione comportano. Nel 2018 il numero di auto elettriche nel mondo vendute è stato di 2,1 milioni ma non è ancora abbastanza.

Perché è così importante scegliere questa opzione? I motivi principali, oltre alla salvaguardia dell'ambiente sono due: flessibilità e risparmio. Da una parte, infatti, è possibile ricaricare l'auto elettrica sia a casa che presso spazi pubblici in base alle proprie esigenze, dall'altra parte si risparmia sui costi di rifornimento. Molte aziende mettono a disposizione anche un servizio di noleggio a lungo termine che prevede il noleggio di un veicolo elettrico e l'acquisto dell'infrastruttura di ricarica, oltre ai servizi di consulenza.

Utilizzare la mobilità elettrica è una scelta dettata da molti vantaggi, primi tra tutti: è chiaramente un mezzo sostenibile, si acquista a prezzi ormai sempre più accessibili e in più hanno un'autonomia adeguata anche a trasferimenti giornalieri. Vantaggi economici e pratici riguardano anche ulteriori agevolazioni, come la completa esenzione dal pagamento del bollo per i cinque anni seguenti all'immatricolazioni o sconti successivi. L'obiettivo della mobilità elettrica è quello di ridurre l'impatto ambientale degli spostamenti e di promuovere i valori della sostenibilità, ma non è un sistema che riguarda solamente le autovetture. Anche le bici sono soggette a quest'innovazione:
le e-bike: sono biciclette di ultima generazione equipaggiate con un motore elettrico che assiste la pedalata, chiamate anche per questo bicilette a pedalata assistita. Si ricaricano in assoluta semplicità nelle ciclostazioni. Da questa definizione le e-bike potrebbero sembrare una variante di motorino ma non è così: il motore della bicicletta si attiva esclusivamente quando si pedale. Una E-bike con il motore disattivato, è in pratica, assimilabile ad una normalissima bicicletta tradizionale. I vantaggi dell'e-bike? L'e-bike è una bicicletta ecologica con bassi costi di gestione, agevola gli spostamenti alleggerendo la fatica e rispecchia le tendenze necessarie di sviluppo sostenibile del pianeta.

E le stazioni di ricarica?
Molte aziende danno la possibilità di acquistare colonnine per la ricarica scegliendo la potenza, la modalità di accesso alla ricarica e il numero di prese. In base alle proprie esigenze ci saranno cataloghi di mobilità elettrica che soddisferanno ogni cliente. La mobilità elettrica è il futuro, ma già presente.

 

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Fino al 15 maggio 2019, se hai tra i 15 e i 25 anni, puoi partecipare con i tuoi progetti innovativi alla call “Riparare il mondo”. I vincitori potranno rendere concreta la propria idea di cambiamento.

I ragazzi e le ragazze tra i 15 e i 25 anni con le loro idee possono “Riparare il mondo”, partecipando al concorso del Festival della Lentezza - dal 14 al 16 giugno 2019 alla Reggia di Colorno (PR) - che premia i progetti più innovativi a sostegno del pianeta.

Un invito a riprogrammare il futuro alla generazione scesa in piazza con Greta Thunberg. La call è aperta fino al 15 maggio. Per candidarsi, entro le ore 23.59, bisogna inviare all’indirizzo email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o tramite WeTransfer un testo di massimo 4000 caratteri e/o un video artigianale di massimo 2 minuti spiegando la propria idea. I progetti ammessi alla selezione saranno caricati sul sito www.lentezza.org e saranno votati tramite social dal 16 maggio al 3 giugno. Le 3 idee più votate saranno presentate dai protagonisti durante il Festival della Lentezza.

Il vincitore sarà affiancato da professionisti della comunicazione per girare un video professionale e realizzare un sito internet per raccontare il proprio progetto, cercare potenziali finanziatori e renderlo concreto.

Un lungo elenco di opere saranno realizzate entro l’anno per la manutenzione del territorio montano e collinare nelle aree di Reggio, Modena e Parma. Stimato anche il valore economico generato all’azione di manutenzione di oltre 9,3 milioni di euro a sostegno di una economia circolare in aree spesso penalizzate.

Reggio Emilia

Venerdì 12 Aprile 2019 -

Il fenomeno progressivo del dissesto idrogeologico che interessa le aree montane e pedecollinari rappresenta una delle principali criticità per la cura puntuale del nostro paese. Le comunità delle terre alte sono spesso penalizzate dagli effetti negativi conseguenti ai cambiamenti climatici su un territorio geomorfologicamente anche piuttosto fragile. La conseguenza diretta, spesso, diventa l’abbandono di queste aree o in ogni caso un incremento notevole delle difficoltà quotidiane negli spostamenti per avere raggiungere i servizi primari. In questo contesto assai complesso intervenire in prevenzione con puntuali opere di risistemazione, consolidamento e difesa dei versanti e reti viarie e d’acqua diventa non solo opportuno perché  strategico, ma assolutamente rilevante per creare le pre-condizioni per poter una economia , spesso di tipo agricolo, che non sia solo di prossimità.

Così ogni anno il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale chiama tutti i sindaci dei territori interessati del comprensorio gestito per comunicare gli interventi che realizzerà entro l’anno in corso. L’individuazione delle zone su cui intervenire, frutto di attento monitoraggio dello staff tecnico dell’ente coordinato dall’ingegner Pietro Torri e di una fattiva collaborazione con le amministrazioni locali rappresenta un esempio modello di azione in tempi utili. Il rapporto tra la cura preventiva del territorio e quella successiva ad una emergenza è di circa 1 a 5 e questo la dice lunga anche sul risparmio sui costi di realizzazione generato dal fare le opere per tempo. Questo tipo di attività è consentita soprattutto dalla possibilità concreta che il Consorzio ha – a differenza di altri enti che necessitano di processi burocratici più lunghi - di poter immediatamente destinare fondi propri e avviare il cantiere.

Ecco l’azione concreta sul territorio montano in numeri:

Complessivamente l’Ufficio Tecnico è al lavoro su ben 78 progetti per un importo complessivo di € 8.350.000 di questi 45 progetti per € 4.333.000 hanno sono già finanziati con fondi consortili (€ 1.561.000) o pubblici, Comunitari e regionali (€ 2.772.000). Per altri 33 progetti, che ammontano complessivamente a € 4.017.000 il Consorzio ha presentato domande di sostegno sulla misura 4.03.01 del PSR. Inoltre il Consorzio sta lavorando su altri 7 progetti da realizzarsi per conto di Comuni situati sempre nel territorio montano e collinare che comporteranno un investimento complessivo di 1milione  di euro. Degli 85 progetti 47 sono collocati nella Provincia di Reggio Emilia per un valore di € 5.5200.000, 30 nella Provincia di Modena pari a € 3.026.000 ed infine 8 in quella di Parma per 593.000 euro.

Complessivamente - ha commentato il direttore generale Domenico Turazza - tradotto in proporzionale valore in termini economici l’impegno messo in campo dai tecnici del Consorzio ammonta a 9.350.000 ovvero superiore al triplo della contribuzione che annualmente il Consorzio chiede ai propri consorziati del comprensorio di montagna”. Così pure l’economia agricola, che costituisce un caposaldo del sistema economico della montagna, risulta essere diretta destinataria degli interventi finanziati, o da finanziarsi, con fondi del PSR (pari a € 4.363.000) e con fondi LIFE (€ 1.515.000) che sommano a quasi 6 milioni di euro.

 

Dichiarazione Presidente Matteo Catellani

“ Questi numeri costituiscono per certi versi la “punta dell’iceberg” dell’attività che il Consorzio Emilia Centrale svolge in montagna con i suoi 7 tecnici e 2 dirigenti – ha chiosato il presidente del Consorzio Matteo Catellani - perché non tengono conto dell’attività di sorveglianza e monitoraggio quotidiano del territorio e delle sue criticità, di assistenza ai Consorziati e ai Comuni che costituiscono la base su cui l’attività progettuale si fonda. L’indicatore statistico caratterizzato da questi dati è comunque assai significativo del ruolo che l’ente è in grado di svolgere a sostegno delle comunità locali e di una economia a vocazione agricola in un territorio particolarmente esposto al rischio idrogeologico ed allo spopolamento. Impegno – ha concluso Catellani - che la nuova amministrazione consortile si propone di proseguire e se possibile incrementare”.

Nuovo Progetto LIFE AgriCOlture

Particolare attenzione merita il progetto Life AgriCOlture promosso dal Consorzio Emilia Centrale in qualità di capofila di un gruppo di altri enti (Consorzio di Bonifica di Burana, Ente Parco dell’Appennino Tosco Emiliano, CRPA) che si propone di valorizzare il ruolo che l’agricoltura può avere in collina e montagna per prevenire il dissesto idrogeologico e per favorire la cattura di anidride carbonica. Si tratta di un progetto pilota a livello comunitario che potrebbe avviare un processo di pagamento dei servizi ecosistemici – PES – a sostegno dell’agricoltura montana.

 

Venerdì, 05 Aprile 2019 10:43

C'è qualcosa nell'aria.

Al Poggio di Sant'Ilario Baganza cresce la preoccupazione per i dati dell'ARPAE. Il Benzopirene (composto aromatico cancerogeno) è superiore di 200 volte a quanto riscontrato nel capoluogo.

Nonostante le rassicurazioni dell'amministrazione comunale, che nei giorni scorsi avevano cercato di tranquillizzare i residenti, questi ultimi dati sembrano aver riacceso l'apprensione per la salute.

Portavoce della preoccupazione dilagante è il consigliere di opposizione Angelo Lusuardi che ha diramato un comunicato che di seguito pubblichiamo.

"Come consigliere comunale di "Cambiamo Felino" siamo molto preoccupati dai dati che emergono dalle rilevazioni Arpae fatte a Poggio di Sant'Ilario Baganza. Dai dati si apprende che emergono valori in particolar modo di benzopirene, superiori di 200 volte quelli rilevati a Parma.
Anche il valore di PM10 risulta spesso più alto anche nei confronti di territori come Langhirano dove la presenza industriale è ben maggiore.
Tutti conoscono i problemi alla salute legati al benzopirene e poco rassicura che siano dentro i parametri di legge in quanto il loro livello è enormemente troppo elevato rispetto al luogo. Il problema c'è, è chiaro e misurato. Ora va affrontato e risolto definitivamente da parte dei nostri amministratori. Questo chiedono ancora una volta i cittadini , che si difenda la salute pubblica e che si proteggano i residenti da ogni rischio ambientale
Agire si può, si deve solo volerlo fare."

Angelo Lusuardi Consigliere Comunale "Cambiamo Felino"

NOTE:
Leggi anche: https://www.gazzettadellemilia.it/economia/item/21717-quello-strano-odore-al-poggio-di-s-ilario-baganza.html 

Il link per accedere al sito dell' Arpae
https://www.arpae.it/dettaglio_generale.asp?id=3057&idlivello=1692 

(di N.C. 4 aprile 2019)

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Piano di Sviluppo Rurale: arriva il decreto del Ministero che premia i progetti sul risparmio idrico dell'Emilia Centrale
Risparmio di risorsa fino a 4 milioni di metri cubi e interventi della rete nei comuni di Reggio Emilia, Poviglio, Novellara, Cadelbosco Sopra, Correggio Carpi e Soliera.

Reggio Emilia – 29 Marzo 2019 - Il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari Forestali e del Turismo ha pubblicato il decreto governativo per l'approvazione della graduatoria definitiva delle domande di finanziamento presentate nell'ambito del Piano Nazionale di Sviluppo Rurale per le infrastrutture irrigue e il Consorzio dell'Emilia Centrale si è visto riconoscere un importo assai rilevante volto al risparmio dell'acqua grazie ad una sempre più efficiente gestione della risorsa. I progetti, coordinati dall'ingegner Pietro Torri e realizzati internamente ad opera dello staff tecnico del Consorzio, hanno guadagnato un alto punteggio dalle commissioni giudicanti che hanno premiato 19 enti in tutto il paese.

All'Emilia Centrale toccheranno 20 milioni di euro (19.999312) e saranno impiegati in opere mirate per l'adeguamento della rete di distribuzione consortile e dei relativi sistemi irrigui nei Comuni di Poviglio (4.201.835euro) canale Godezza, Comune di Reggio Emilia (4.860.986) canale di Sesso, Comune di Novellara e Comune di Cadelbosco di Sopra (1.979.388) canale Santa Maria, Comune di Correggio (3.347.329) canale Fornacelle, Comune di Carpi e Comune di Soliera (5.609.773) canale Soliera Basso.

"I cambiamenti climatici stanno creando notevoli criticità e la carenza di risorsa causa danni soprattutto al comparto agricolo - ha commentato il presidente dell'Emilia Centrale Matteo Catellani – così per risparmiare risorsa serve una capacità forte di progettare e il nostro Consorzio si è distinto ed è stato premiato per il bene del territorio che serviamo". E in un momento come quello che stiamo vivendo in cui l'acqua, bene primario, appare quasi per la prima volta "risorsa esauribile" questi interventi capillari sulla rete genereranno un risparmio di circa 4 milioni di metri cubi : una quantità non certo sottovalutabile.

 

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Colorno: a buon punto i lavori nel Giardino della Reggia. Conclusione prevista a fine aprile.

Parma, 29 marzo 2019 – Sono ormai in fase avanzata i lavori di potatura, taglio e forestazione del Parco Storico della Reggia di Colorno.
I lavori riguardano l'area romantica, sono partiti a gennaio e se ne prevede la conclusione verso fine aprile; il costo dell'intervento è di 218 mila euro.

Si è trattato di un lavoro considerevole: la maggior parte degli alberi ha richiesto operazioni di potatura, risanamento e un centinaio sono quelle che si è dovuto abbattere e ripiantumare.

Si è agito con grande circospezione: per tutte le piante abbattute sono state predisposte le VTA (metodo Visual Tree Assessment), aggiornate, per ogni pianta, visivamente prima di intervenire e per alcune sono stati anche eseguiti rilievi strumentali.

A fine intervento sarà riaperta in sicurezza tutto il parco.

Nella foto: a sinistra un momento dei lavori, a destra una pianta abbattuta.

Il progetto sperimentale "Il Po d'AMare", predisposto da Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, dai Consorzi Corepla e Castalia, realizzato in collaborazione con l'Autorità di Bacino per il Po e con il patrocinio del Comune di Ferrara e AIPO, per quattro mesi ha intercettato rifiuti e plastiche galleggianti sul più grande fiume italiano.

Roma, 26 marzo 2019 - Otto "big bags" pieni di rifiuti e circa 92 kg di plastica avviata completamente a riciclo sono il risultato della "battuta di pesca" contro il marine litter realizzata sul fiume Po per circa 4 mesi, tra luglio e novembre 2018.

I rifiuti portati dal più grande fiume italiano sono stati, infatti, intercettati da barriere galleggianti prima di arrivare al mare Adriatico e avviati al riciclo grazie al progetto pilota di raccolta e recupero dei rifiuti, "Il Po d'AMare", uno dei primi progetti al mondo di prevenzione dei rifiuti in mare, predisposto dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, dai Consorzi Corepla e Castalia e realizzato grazie al coordinamento istituzionale svolto dall'Autorità di Bacino distrettuale del fiume Po e con il patrocinio del Comune di Ferrara e dell'AIPO (Agenzia Interregionale per il fiume Po).

Un contributo per rafforzare e implementare le misure del piano di azione nazionale per la prevenzione e la mitigazione dei rifiuti marini e anticipare le nuove direttive sulla circular economy che prevedono impegni precisi anche per la riduzione dei rifiuti in mare.

Per arginare il marine litter è importante agire in primo luogo sui fiumi. Intercettare i rifiuti nei corsi d' acqua infatti, è più facile ed economico, facilita il riciclo e previene l'inquinamento marino e la possibile formazione di microplastiche. I rifiuti marini provengono per circa l'80% dalla terraferma e raggiungono il mare prevalentemente attraverso i corsi d'acqua e gli scarichi urbani, mentre per il 20% derivano da attività di pesca e navigazione.

Tra le principali cause del marine litter vi sono la non corretta gestione di rifiuti urbani e industriali, la scarsa pulizia delle strade, abbandoni e smaltimenti illeciti. Inoltre l'Italia, per la sua posizione al centro del Mediterraneo, un bacino chiuso, e l'estensione delle sue coste, è un Paese particolarmente esposto a questo problema.

Il progetto pilota, operativo dal 18 luglio al 16 novembre 2018 ha lavorato "a regime" per quasi cento giorni. Nel periodo di operatività ha raccolto circa 3 quintali di rifiuti, stipati in 8 big bags, di cui 92,6 chilogrammi, il 40%, di plastica. La frazione non plastica è costituita, per la maggior parte, da scarti vegetali e sono stati intercettati anche contenitori in vetro. La quota più rilevante in termini di peso del rifiuto plastico captato è rappresentata da PE proveniente da fusti di capacità maggiore a 25 litri, imballaggi utilizzati in ambito agricolo o industriale.

Il progetto "acchiappa rifiuti" ha realizzato la selezione e raccolta dei rifiuti galleggianti attraverso l'installazione di un dispositivo di raccolta (Seasweeper) con barriere in polietilene galleggianti che non interferiscono con la flora e la fauna del fiume, progettato da Castalia e posizionato nel tratto del fiume Po in località Pontelagoscuro (Comune di Ferrara) a 40 km dalla foce.
I rifiuti intercettati sono stati avviati al riciclo e con il supporto di Corepla, il rifiuto plastico è stato poi inviato al centro di selezione che ha separato e avviato a riciclo le diverse frazioni polimeriche. Il granulo di plastica ottenuto dalle operazioni di riciclo è stato poi inviato ad una azienda inglese per la realizzazione di una casetta rifugio.

Si tratta di una prima sperimentazione di un progetto che proseguirà con nuove iniziative anche nel corso del 2019, ma da cui si possono trarre alcune importanti conclusioni. In primo luogo il sistema di captazione funziona, avendo operato per l'83% del tempo e intercettato tutti i rifiuti galleggianti che hanno attraversato la sezione delle barriere. In secondo luogo tutta la plastica che è stata intercettata era in buone condizioni, non degradata, ed è stato possibile avviarla a riciclo e re-immetterla così nel ciclo produttivo risparmiando nuova materia prima. Terzo i quantitativi raccolti, anche se derivanti da un unico punto di intercettazione, sono limitati grazie anche a un buon sistema di raccolta e gestione dei rifiuti in particolare plastici, a terra.

Commenta Sergio Costa, Ministro dell'Ambiente: "Credo molto nell'importanza di sperimentazioni come questa, alla luce soprattutto della loro possibile replicabilità. Complimenti, avete affrontato il problema a monte, prima che la plastica raggiunga il mare. Come sapete siamo ormai prossimi all'arrivo in Consiglio dei Ministri della legge Salvamare, dove è prevista la collaborazione dei pescatori per il recupero della plastica in mare, ma posso assicurarvi che stiamo già lavorando affinché sia possibile raccogliere la plastica anche nelle acque dolci. È un problema che mi sta enormemente a cuore, tutti insieme riusciremo a liberare dalla plastica il mare".

Dichiara il Segretario Generale dell'Autorità Meuccio Berselli - "Sperimentare ed individuare le possibili soluzioni in grado di mitigare, in modo virtuoso attraverso la pratica del riciclo, una criticità così diffusa come il marine litter significa già prendere coscienza del livello del problema e questo in numerose parti del mondo non è fatto scontato. L'impegno che l'Autorità Distrettuale del Fiume Po dedica e dedicherà alla lotta agli inquinanti è massima –e in particolare favorendo il progetto Po d'AMare desidera sensibilizzare e coinvolgere le comunità e tutti i portatori di interesse sul valore stesso dell'acqua e sulla maggiore attenzione che andrebbe dedicata da tutti al fine di preservarne l'utilità e la qualità. Proprio in questa direzione, oltre alle sperimentazioni in corso al Delta, vorremmo avviare altre sperimentazioni mirate in altrettante sezioni del fiume Po "sensibili" che ci potranno fornire ulteriori e decisivi dati ed elementi per pianificare un'azione fattiva concreta".

Dichiara Antonello Ciotti, Presidente Corepla: "Il Po é il piu' importante fiume italiano con 141 affluenti e 3200 Comuni italiani coinvolti. I risultati della sperimentazione de "Il Po d'aMare" sottolineano come una corretta gestione dei rifiuti a terra porti ad avere corsi d'acqua con una sensibile minor presenza di rifiuti, in plastica in particolare. Ad oggi a livello nazionale, 8 imballaggi in plastica su 10 immessi sul mercato vengono recuperati dal sistema Corepla. C'é ancora molto da fare ma un efficiente servizio di raccolta differenziata che facilita il riciclo, attento alle esigenze dei cittadini sempre piu consapevoli ed informati, è un potente antidoto all'inquinamento di fiumi e mari."

Osserva Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo sostenibile: "Un progetto importante che è riuscito a dimostrare che è possibile intercettare i rifiuti prima che raggiungano il mare e diventino così un grave problema ambientale. Una volta in mare, infatti, i rifiuti a contatto con l'acqua salata, sono difficilmente riciclabili e nello stesso tempo le plastiche si trasformano nelle pericolose microplastiche. Ora per passare dalla fase sperimentale del progetto ad una operativa, replicabile su altri fiumi italiani, sembrerebbe utile introdurre nella legislazione nazionale un riferimento chiaro e esplicito alla classificazione dei rifiuti presenti nei corsi d'acqua (oltre che nei laghi e nel mare) in modo da superare qualunque possibile incertezza interpretativa".

Commenta Lorenzo Barone, direttore generale di Castalia: "Operations "Il Po d'Amare" è la realizzazione di un progetto sperimentale che ci ha dato la conferma di essere sulla strada giusta: i risultati hanno dimostrato, in primo luogo, che il sistema di barriere, concepito da Castalia per intercettare i rifiuti plastici, funziona appieno. Confidiamo che questa best practice venga valorizzata dalle istituzioni, anche alla luce del fatto che questo sistema può prevenire l'arrivo della plastica in mare ed è stato progettato per essere declinabile su qualsiasi corso d'acqua".

LINK VIDEO https://youtu.be/szyGjMWgl0s 

Filippine, trovata balena morta con 40 kg di plastica nello stomaco. Si tratta della quantità di plastica «più grande mai vista in una balena». Da sacchi utilizzati per imballare il riso a numerosi sacchetti della spesa. Le foto strazianti lanciano l'ennesimo allarme "Stop all'inquinamento da plastica"

L'elenco, come le foto, è straziante: 16 sacchi utilizzati per imballare il riso, numerosi sacchetti della spesa, bottiglie e addirittura una vaschetta. Complessivamente 40 chili di plastica nello stomaco di una balena a becco di Cuvier trovata morta nelle Filippine. Lo hanno riportato i ricercatori del D'Bone Collector Museum, che hanno recuperato la carcassa del cetaceo all'inizio del mese nelle acque a est di Davao City. In un post Facebook, riporta oggi la Bbc online, i ricercatori hanno scritto che si tratta della quantità di plastica «più grande mai vista in una balena». Il museo ha reso noto che nei prossimi giorni pubblicherà online la lista completa degli oggetti rinvenuti nella carcassa della balena.

E' l'ennesima terribile e macabra cartolina, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", che arriva da un oceano sempre più devastato dall'inquinamento da plastica: sarà l'autopsia a dover decretare come è morta esattamente la balenottera, ma l'impressionante quantità di rifiuti rinvenuti al suo interno fa presupporre la complicità del materiale ingerito nel decesso del cetaceo. Peraltro, in Asia i ritrovamenti di questo tipo cominciano a diventare abbastanza comuni. Da sole le Filippine, sono una della nazioni del continente asiatico che contribuisce di più all'inquinamento degli oceani, secondo Ocean Conservancy.

(18 marzo 2019)

Piacenza, 18 marzo 2019 - Venerdì 22 marzo, dalle ore 10 alle ore 13, in occasione della Giornata Mondiale dell'Acqua, il Consorzio di Bonifica di Piacenza e l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza (Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali) organizzano la seconda edizione del convegno: "Il Valore dell'Acqua - Coltiviamo insieme il nostro Futuro".

Il convegno si terrà presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza in via Emilia Parmense 84 (Piacenza) con partecipazione libera e gratuita.
Le ragioni e le motivazioni del convegno sono sottolineate da Fausto Zermani, Presidente del Consorzio di Bonifica di Piacenza: "Con il convegno del 22 marzo vogliamo porre al centro del dibattito il tema legato all'utilizzo razionale dell'acqua e all'economia che ruota intorno alla risorsa che è alla base dello sviluppo del settore agricolo e industriale agroalimentare - e non solo – e che contribuisce a garantire quel benessere che troppo spesso diamo per scontato".
Prosegue Marco Trevisan, Preside della Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza: "Affrontare il tema della risorsa idrica visto a 360 gradi e soprattutto discutere delle ricadute economiche che genera l'acqua è fondamentale per aumentare la consapevolezza del valore del territorio in cui viviamo".

Il Consorzio di Bonifica di Piacenza e la Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza promuovono da anni momenti di confronto per porre al centro del dibattito politico locale il tema legato all'utilizzo efficiente dell'acqua, consapevoli che la stagionalità delle precipitazioni è stata alterata dall'andamento climatico e che accanto alla necessità di una manutenzione costante si apre una nuova era di pianificazione infrastrutturale. La volontà del Consorzio e della Facoltà è quella di far diventare un appuntamento fisso quello della Giornata Mondiale dell'Acqua per sviluppare il tema della risorsa idrica declinato con riguardo al suo impiego a scopo potabile, irriguo, industriale, e turistico, senza dimenticare la complessa e quanto mai attuale questione connessa alla sicurezza idrogeologica del territorio ed alla prevenzione degli eventi alluvionali.

La mattinata del convegno sarà articolata in quattro INTERVENTI e in una TAVOLA ROTONDA.

Gli interventi saranno a cura di:
Paolo Rizzi, Direttore del Laboratorio di Economia Locale, Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza. Il suo intervento sarà focalizzato sulle ricadute economiche generate dal Consorzio di Bonifica e dall'acqua che transita sul territorio.
Successivamente seguirà l'intervento del professor Paolo Sckokai, Docente Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, che affronterà il tema delle nuove prospettive nell'economia dell'acqua. Sarà dunque la volta di Pierluigi Viaroli, Docente di Ecologia, Dipartimento di Scienze Chimiche, della Vita e della Sostenibilità Ambientale, Università degli Studi di Parma, che affronterà il tema dei fiumi del terzo millennio con vecchi problemi e nuovi scenari. Concluderà la prima parte della mattinata Francesco Vincenzi, Presidente dell'ANBI, con una panoramica sulle politiche dell'acqua in Italia.

La TAVOLA ROTONDA, che accoglierà in modo dinamico quanto emerso dagli interventi precedenti, avrà cinque protagonisti:
Simona Caselli, Assessore all'agricoltura, caccia e pesca, Regione Emilia Romagna.
Meuccio Berselli, Segretario Generale dell'Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po.
Marco Crotti in rappresentanza della Camera di Commercio di Piacenza.
Marco Trevisan, Preside Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali, Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza.
Fausto Zermani, Presidente del Consorzio di Bonifica di Piacenza.

E' stato invitato a partecipare Gian Marco Centinaio, Ministro delle Politiche Agricole Alimentari, Forestali e del Turismo.

 

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Alle idi di marzo tutti dietro a Greta, la giovane svedese che è diventata il nuovo testimonial della lotta all'inquinamento globale e ai cambiamenti climatici. Gli studenti di ogni angolo della terra quest'oggi hanno incrociato le braccia per far sentire ancor più forte la voce di chi non vuole che questo nostro pianeta diventi invivibile.

Chissà che veramente questo movimento spontaneo, nato da un semplice e innoquo sittin della quindicenne svedese Greta Thunberg, possa trasformarsi in un efficace motivatore di coscienze.

Dal #FridaysforFuture a un movimento coordinato, il Global Climate Strike for Future, il passaggio è stato rapido e oggi anche il Consorzio d Bonifica Parmense e l'Autorità di Distretto del Fiume Po hanno aderito all'iniziativa.

A seguire le immagini che ritraggono i due Enti che hanno sede a Parma.

 

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(il Segretario Generale di AdbPo Meuccio Berselli con alcuni esponenti dell'Autorità di Distretto che, questa mattina, rispondono all'appello del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, solidali con lo sciopero scolastico "Fridays For Future")

 

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(Il personale del Consorzio della Bonifica Parmense in occasione del #FridaysForFuture di oggi.)

 

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(L'ANBI Emilia Romagna e tutti i Consorzi di bonifica associati - da sempre in prima linea nella valorizzazione, gestione e difesa della risorsa idrica - aderiscono alla manifestazione #fridaysforfuture)

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Autorità Di Distretto Del Fiume Po, riunito a Parma l'osservatorio sulle crisi idriche: ecco la situazione del comprensorio. Allegato il bollettino.

Parma, 14 Marzo 2019 – L'Osservatorio sulle crisi idriche all'interno del vasto comprensorio del Fiume Po (che si estende dalla Valle d'Aosta alle Marche) si è riunito nelle ultime ore per esaminare la situazione nell'intero territorio: una situazione non rosea dopo un esame attento dei valori emersi dai monitoraggi delle diverse agenzie regionali coinvolte dal Distretto.

Al tavolo hanno preso parte, tra gli altri, i rappresentanti di: AdbPo, AiPo, ANBI-Consorzi di bonifica, Arpa, A2A Energia, Consorzio del fiume Adda, Consorzio dell'Oglio, Consorzio del fiume Ticino, Istituto di Ricerca sulle Acque (IRSA)-Cnr, Enel Green Power, Elettricità Futura, Protezione Civile, Regione Emilia-Romagna, Regione Liguria, Regione Lombardia (DG Enti Locali, Montagna e Piccoli Comuni, DG Agricoltura), Regione Piemonte.

Esaminate tutte le criticità il Segretario Generale dell'Autorità Meuccio Berselli ha diramato un bollettino che riporta un livello di Severità idrica di colore giallo – ovvero, ancora piuttosto moderata nonostante numeri di insieme decisamente al ribasso – ma ciò che va considerato in modo puntuale è anche la stretta relazione tra le condizioni attuali (riportate nel bollettino in allegato) e il contesto di prelievo irriguo che ancora può ritenersi moderato. Se le condizioni di prelievo fossero a pieno regime la situazione sarebbe molto più grave.

In considerazione di quanto elencato l'Osservatorio, che in questa seduta ha coinvolto in maniera stabile per la prima volta le direzioni alle politiche agricole delle regioni del distretto, ha provveduto a concertare un regolamento di azione decisamente più snello tra i soggetti che hanno competenze sulla gestione delle acque in modo da modulare i singoli provvedimenti nei prossimi mesi a seconda delle necessità più urgenti: tra queste lo spostamento dei livelli del Lago Maggiore da quota 1,25 a 1,35 metri sullo zero idrometrico di Sesto Calende (25 milioni di metri cubi di risorsa idrica in più disponibili in presenza di quantitativi disponibili); e la conoscenza precisa del volume presente negli invasi alpini utilizzati per scopi idroelettrici, in particolare quelli della Valle D'Aosta.

A breve, tenuto conto dello scenario presentato e del trend meteo climatico preoccupante (temperature sempre in aumento) saranno ufficializzate le date del prossimo incontro sulla crisi idrica alla luce degli effetti dei cambiamenti climatici in corso.

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Previsione per la settimana compresa fra lunedì 18 e domenica 24 marzo 2019
Sulla base degli ultimi dati disponibili, la circolazione depressionaria che avrebbe dovuto interessare il
bacino del Mediterraneo sembra rimanere confinata tra il nord-Africa e la penisola iberica. La nostra
regione sarà quindi solo marginalmente interessata da precipitazioni, in particolare nella prima parte della
settimana, con quantitativi complessivamente previsti nella norma del periodo. Successivamente sembra
invece probabile l'espansione di un campo di alta pressione che andrà ad interessare l'Europa centrale. Le
temperature, anche se in calo ad inizio periodo, tenderanno a rimanere leggermente superiori alla media
climatologica.

Tendenza per i successivi 15 giorni (lunedì 25 marzo 2019 - domenica 07 aprile 2019)
Il periodo sembra caratterizzato da correnti occidentali con probabile alternanza di fasi di alta pressione e
passaggio di deboli onde perturbate. Saranno quindi probabili alcuni episodi di precipitazione ma i
quantitativi complessivi si prospettano inferiori alla norma. Le temperature tenderanno a rimanere
prossime o leggermente inferiori alla media climatologica.
Emissione 12 Marzo 2019, elaborazione sulla base del sistema di previsione mensile ECMWF

Durante un'esplorazione dei ricercatori del dipartimento di Biologia dell'Università di Bari, a due miglia della costa, si trova una fitta foresta di coralli finora mai vista, unica nel Mediterraneo. Lo Sportello dei Diritti: questo complesso e diversificato habitat corallino deve essere protetto dallo sviluppo di petrolio e gas. E' come quelle che popolano i fondali delle Maldive o di Sharm el Sheikh, nel Mar Rosso.

Una nuova barriera corallina al largo delle coste di Monopoli. Durante un'esplorazione dei ricercatori del dipartimento di Biologia dell'Università di Bari, guidati dal direttore Giuseppe Corriero, a oltre due miglia sotto la superficie dell'Adriatico, fra i 40 e i 55 metri di profondità, si trova una fitta foresta di coralli finora mai vista. Come quelle che popolano i fondali delle Maldive o di Sharm el Sheikh, nel Mar Rosso. L'eccezionale scoperta è stata annunciata dalla Gazzetta del Mezzogiorno. Una vera e propria distesa di coralli finora rimasta celata all'uomo. Sulla base delle ultime osservazioni e della recente mappatura del fondo, i ricercatori hanno stimato che la nuova barriera scoperta abbia una lunghezza notevole, seppure non in modo uniforme, pari ad almeno 135 km: in direzione del capoluogo pugliese, da un lato, e fino a Otranto, dall'altro. Infatti da sempre i pescatori di palamiti e tramagli, soprattutto nell'area marina tra Cerano, Casalabate, Torre Chianca e San Cataldo, in Provincia di Lecce, ad una profondità di 50 metri, nel ritirare l'attrezzatura da pesca, hanno spesso tirato a bordo corallo vivo e spugne simili a quelle di memoria equatoriale.

"È la prima volta che nel Mediterraneo si scopre una barriera così, con caratteristiche molto simili a quelle che popolano i fondali delle Maldive o di Sharm el Sheikh, nel Mar Rosso", dice il professor Corriero al quotidiano pugliese. E aggiunge: "L'aspetto paradossale è che ce l'avevamo davanti agli occhi e non l'abbiamo mai vista". Fino a tre anni fa, le ricerche sarebbero partite allora, quando il docente si è imbattuto in "qualcosa di strano" e ha voluto vederci chiaro.

Se il modello sembra identico a quello di marca equatoriale, a rendere unica la barriera corallina pugliese sarebbero almeno due peculiarità. La prima: la profondità di circa 50 metri, stando a quanto riferisce l'esperto. Quindi l'habitat e i suoi colori: "Nel caso delle barriere delle Maldive o australiane, continua Corriero, i processi di simbiosi tra le madrepore (animali marini che costituiscono i banchi corallini) sono facilitati dalla luce, mentre la nostra barriera vive in penombra e quindi le madrepore costituiscono queste strutture imponenti di carbonato di calcio in assenza di alghe". Ecco, dunque, i colori più "soffusi, dati da spugne policrome con tonalità che vanno dall'arancione al rosso, fino al viola".

Alla ricerca hanno partecipato anche studiosi delle Università Tor Vergata di Roma e di quella del Salento, con robot e particolari tecnologie di immersione. E per difendere il tesoro nascosto, gli stessi ricercatori avrebbero già "allertato informalmente" l'Ufficio parchi e tutela della biodiversità della Regione Puglia.

Una scoperta, commenta Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", che non fa altro che prendere atto di quello che già era noto da tempo immemorabile agli amanti e professionisti del mare che frequentano i fondali del Basso Adriatico e che ci auguriamo che possa rappresentare una conferma della necessità di tutelare al massimo il nostro mare da ogni possibile aggressione perpetrata da attività umane.

(8 marzo 2019)

Sabato, 02 Marzo 2019 11:33

Operazione "I signori degli anelli"

Concluse le operazioni dei carabinieri forestali di Forli Cesena, in collaborazione con ornitologi della lipu, su alcuni allevamenti di uccelli selvatici della provincia: sequestrati 2.000 uccelli vivi tra tordi, merli, cesene e allodole, cinque le persone deferite all'autorità giudiziaria - gli uccelli sono stati in parte gia' liberati in natura

Oltre 2mila uccelli sequestrati e 5 persone deferite all'autorità giudiziaria. E' l'esito di una grossa operazione che i Carabinieri Forestali del Gruppo Forli-Cesena, coadiuvati da esperti ornitologi della Lipu e da medici-veterinari dell'AUSL, hanno effettuato nel mese di gennaio di quest'anno in alcuni allevamenti di avifauna selvatica nella provincia di Forli-Cesena.
Gli uccelli sequestrati appartenevano alle specie tordo bottaccio, tordo sassello, merlo, cesena e allodola. Nello specifico i militari della Forestale hanno passato al setaccio diversi allevatori di avifauna selvatica accertando che numerosissimi uccelli detenuti per la vendita erano sprovvisti degli anelli identificativi chiusi che, per legge, devono essere apposti alle zampe degli animali entro 10 giorni dalla nascita diventando inamovibili con la crescita dell'animale, attestando così l'origine lecita degli esemplari in virtù del codice identificativo univoco impresso su ogni anello.

Altri animali erano provvisti di anelli di dimensioni superiori al consentito, che erano amovibili e pertanto non idonei a garantire che gli esemplari fossero nati negli allevamenti. E altri ancora avevano anelli manomessi, allargati per poter essere inseriti alle zampe di animali adulti catturati illegalmente in natura con reti o trappole, e poi ristretti attorno alle zampe per restituire all'anello le forme originarie ed ingannare i controllori.

Un'ulteriore pratica illegale rilevata è stata l'applicazione di "anelli identificativi chiusi" ma comunque irregolari in quanto di misure superiori al consentito, poiché destinati a specie avifaunistiche di dimensioni corporee maggiori: in questi casi i diametri maggiori interno ed esterno facilitano l'inserimento dell'anello ad animali già adulti. Questa pratica consente di registrare falsamente gli animali come "nati in allevamento" sui registri di carico e scarico in uso ai singoli allevamenti e poi avviati alla vendita a scopo ornamentale, come richiami vivi nell'esercizio venatorio da appostamento, come soggetti riproduttori per altri allevamenti oppure per essere utilizzati nelle mostre ornitologiche a fini espositivi.

Nel corso delle perquisizioni svolte sono state trovate e sequestrate anche pinze e presse, una ancora sporca di sangue, impiegate per le illecite operazioni di restringimento degli anelli nonché anelli alterati.

Alla base di queste prassi illecite ci sono precisi interessi economici: allevare e svezzare pullus di uccelli di specie selvatica in cattività risulta particolarmente oneroso in termini di tempo e risorse e quindi è diffusa fra alcuni allevatori la prassi illecita di acquisire esemplari adulti sul mercato nero degli uccelli selvatici, illegalmente catturati in natura con reti, trappole ed altri strumenti illeciti, per poi marcare gli animali già adulti con i contrassegni identificativi del proprio allevamento con le modalità illecite sopra descritte, registrarli come "nuovi nati in allevamento" sui registri di carico e scarico e come tali venderli. Tale commercio risulta particolarmente redditizio a livello economico con prezzi di singoli esemplari che raggiungono anche diverse centinaia di euro; il valore di mercato degli esemplari sottoposti a sequestro è stimato tra i 150.000 e i 200.000 euro.

Circa 500 volatili rinvenuti privi di anello all'interno delle voliere presenti negli allevamenti sono stati immediatamente rimessi in libertà in quanto, a seguito di esame medico-veterinario, ritenuti idonei al reinserimento in natura. I rimanenti sono stati trasportati presso centro di recupero "Il pettirosso" di Modena dove si procederà al delicato lavoro di rimozione degli anelli (che sarà effettuato da ornitologi specializzati) ed sl successivo reinserimento in ambiente naturale.
Le attività di polizia giudiziaria condotte dai Carabinieri forestali e coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Trinunale di Forli' hanno interessato allevamenti di avifauna presenti nella provincia di Forlì-Cesena e gli illeciti riscontrati hanno portato all'inoltro della predetta Autorità Giudiziaria di un egual numero di denunce che hanno riguardato cinque persone coinvolte a vario titolo nella conduzioni degli allevamenti.
Alle persone denunciate sono stati contestai reati in violazione della normativa sulla protezione della fauna selvatica (articolo 30, coma 1, lettera "l" della legge 157/1992) con pene da due a sei mesi di arresto o l'ammenda da 516 a 2.065 euro e sull'alterazione dei sigilli (articoli 468 e 471 del codice penale in relazione alla contraffazione e all'uso abusivo degli anelli di identificazione equiparati a pubblici sigilli) con pene che variano da uno a cinque anni di reclusione e multa fino a 1.032 euro.

Con l'operazione "I Signori degli anelli" si ritiene di aver inflitto un significativo colpo alla attività illecita e che vedeva commercializzati e venduti a ignari cacciatori (che li usavano come richiami vivi per la caccia da appostamento), di varie regioni del Centro Italia, uccelli provenienti da catture illegali.

Paura per i proprietari di una villetta con giardino che si sono trovati ad affrontare un lungo rettile. Con l'intervento dei vigili del fuoco il problema si è prontamente risolto per gli abitanti della casa e anche per il rettile che, dopo la cattura, è stato liberato in aperta campagna, rientrando perciò nel complesso equilibrio dell'ecosistema chiamato catena alimentare.

Il serpente si è appurato che non era velenoso, un semplice e diffuso biacco, dalla lunghezza di 1,5 metri, ben superiore alla media.

Destinazione PO: a Parma giovedi' 7 marzo l'autorità di distretto presenterà il piano strategico per la difesa e lo sviluppo del territorio nell'area del grande fiume

All'iniziativa, che si terrà a Palazzo Soragna a partire dalle 9, realizzata con il supporto della L6 WP1 del Progetto Creiamo PA e con il sostegno dell'UPI, è prevista la partecipazione di numerosi e qualificati portatori d'interesse di tutta l'estesa area distrettuale, istituzioni e membri del Governo.

Parma, 28 Febbraio 2019 – L'Autorità di Distretto del Fiume Po presenterà agli stakeholder nazionali e locali il percorso di consultazione che porterà alla definizione del nuovo Piano Strategico di Gestione delle Acque per il triennio 2019-2021: Giovedì 7 marzo a Parma, nella sede e con il sostegno dell'Unione Parmense degli Industriali, si svolgerà il workshop tematico "Destinazione Po – Piano Strategico di Gestione delle Acque del Distretto – Attività 2019-2021" una sorta di riunione degli Stati Generali di tutta l'area interessata dalla rilevante azione di pianificazione.

Quella organizzata nella location di Palazzo Soragna, in Strada al Ponte Caprazucca a Parma a partire dalle ore 9,sarà una giornata di approfondimento dedicata alla conoscenza delle diverse attività di pianificazione e gestione della risorsa idrica nonché ai numerosi progetti di sviluppo ideati e realizzati dall'Autorità di Distretto del Fiume Po. Era dunque fondamentale coinvolgere tutti i soggetti direttamente interessati dall'aggiornamento dei nuovi Piani al fine di trarre una complessiva, ma approfondita valutazione di molteplici scenari socio-economico-ambientali.

Si parlerà di analisi e di gestione del rischio alluvioni, di bilancio idrico anche in relazione ai repentini mutamenti climatici e al ruolo operativo dell'Osservatorio e nel dettaglio sarà presentato il ricco calendario delle attività del prossimo triennio. Manifesto per il Po, il progetto di riciclo e lotta agli inquinanti da plastiche "Un Po d'Amare", il progetto Vento, la Consulta della Pesca e Lotta al bracconaggio, il mondo delle produzioni di eccellenza agro-industriali, la gestione di un'efficiente distribuzione delle acque dei Consorzi di bonifica e della candidatura del tratto del medio Po denominato Po Grande a Riserva Mab Unesco.

Vasta la platea di invitati, tra cui i principali stakeholder istituzionali e tecnici del settore idrico e non solo.

L'introduzione della giornata, dopo i saluti di benvenuto della Presidente dell'UPI Annalisa Sassi, sarà curata dal Segretario Generale dell'Autorità Distrettuale del Fiume Po, Meuccio Berselli. La mattinata, coordinata dal giornalista Andrea Gavazzoli, vedrà alternarsi al microfono diversi relatori sui vari temi indicati: ACQUA E PIANIFICAZIONE Michela Miletto, Unesco Deputy World Water Assessment Programme; MANIFESTO PER IL PO Luca Imberti, Presidente Manifesto per il Po; CONTRATTO DI FIUME Gabriela Scanu, Osservatorio Nazionale Contratti di Fiume MATTM; AGRICOLTURA TRA SVILUPPO E SOSTENIBILITÀ Ettore Prandini, Presidente Nazionale COLDIRETTI; CONSORZI DI BONIFICA: EFFICIENZA NELLA DISTRIBUZIONE DELLA RISORSA IDRICA Francesco Vincenzi, Presidente nazionale ANBI (Consorzi di Bonifica). Alla presenza di numerosi figure istituzionali la sessione sarà conclusa dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, On. Guido Guidesi.

"Per il Distretto del Po – ha rimarcato il Segretario Generale Meuccio Berselli in sede di presentazione dell'iniziativa – quella del 7 marzo all'Upi sarà un'occasione rilevante per mostrare e concertare con i portatori di interesse i numerosi campi di azione e di programmazione all'interno dei nuovi ed estesi confini del neonato Distretto, che oggi vanno dalla Valle d'Aosta alle Marche, dopo il riassetto e l'accorpamento delle soppresse Autorità di Bacino".

L'evento, cui è invitata la stampa, sarà rivolto alle Amministrazioni regionali e locali, tra i quali Regioni, Province, Comuni, Anci, Uncem, Università, Ordini professionali, Cnr, Consorzi di Bonifica, Aipo, Consorzio del Ticino, Associazioni agricole e ambientaliste. Si tratta in larga misura dell'insieme degli stakeholder che saranno chiamati successivamente a portare i propri contributi e osservazioni proprio per migliorare la pianificazione distrettuale, la sua efficacia e il coinvolgimento degli attori che saranno chiamati a recepirne le indicazioni nei propri strumenti di settore.

All'evento è possibile iscriversi sulla piattaforma di Eventbrite (ISCRIVITI); oppure inviando una mail all'indirizzo: segreteriaorganizzativasogesid@pomilioblumm.it , specificando il titolo dell'evento "Destinazione Po".

Quando ai tempi di Maria Luigia costruirono la Reggia sul torrente Parma, le acque che scorrevano avevano poca escursione di portata tra l'estate e l'inverno. Le piene di allora non arrivavano mai a sfiorare il cortile della Reggia ed anzi, attraverso opportune traverse a valle, anche nei periodi di magra riuscivano a mantenere un livello di acqua tale da consentire l'utilizzo di barche. Tant'è che Maria Luigia da lì, via acqua arrivava al Po e poi a Venezia.

Poi costruzioni selvagge nei secoli successivi restrinsero l'alveo di monte e le portate aumentarono a dismisura, così che sotto le arcate della Reggia si costruirono muri a difesa dalle piene. Un obbrobrio architettonico di quelli che non vorresti mai vedere su un manufatto storico di inestimabile bellezza, non a caso soprannominato "la piccola Versailles". Un modus operandi che ha deturpato uno dei più importanti monumenti d'Italia. Riportare lo stato della Reggia ai tempi che furono, è da considerare assoluta priorità. Per farlo occorre mettere in sicurezza Colorno dalle piene, realizzano esondazioni controllate a monte, nell'ottica di un Federalismo Fluviale che obblighi i territori a trattenere le proprie preziosissime acque piovane il più possibile, rilasciando a valle solo la portata minima vitale o la massima ammissibile nei periodi più piovosi. Il concetto del federalismo fluviale è strettamente propedeutico allo sviluppo di un serio progetto di scolmatura delle acque, in aree non o poco antropizzate, al fine di ridurre le portate di acqua, e di consentire anche a mezzo di laghetti la possibilità di fare scorta d'acqua per i periodi siccitosi e ad uso irriguo per i campi.

Occorre ricordare che le aree controllate esondabili, non saranno mai sminuite nel loro valore. Non si andranno mai a creare territori di serie "A" o serie "B", anzi i luoghi scelti, grazie alla copiosa fornitura idrica saranno sempre più appetibili per uso agricolo. Non è possibile cementificare dappertutto. Occorre un rispetto doveroso di normative vigenti che prevedono aree verdi e/o "selvagge" per ogni tot. di mq di cemento gettato. L'uomo si sta continuando ad impossessare di aree naturali, privando di habitat le varie specie animali, e continuando a edificare senza nessuno scrupolo.

In pratica grazie alle esondazioni controllate, si riporterà il torrente vicino al corso che natura gli diede. Oggi purtroppo sempre più ingegneri si disinteressano del mondo in cui viviamo e della vera sicurezza dei territori, impegnandosi solo a realizzare opere idrauliche insufficienti, a volte poco sicure, ma di sicuro e forte nocivo imbatto ambientale. In molti ad esempio, dopo aver incanalato l'alveo, credono di porvi rimedio con immense casse di espansione. Casse che furono inventate, giustamente, per impianti fognari con acque bianche. Il nome "cassa" deriva dalla forma a parallelepipedo delle vasche in cemento armato a supporto delle fogne.

Casse di espansione che fermano solo temporaneamente il picco di piena, facendolo poi disperdere in mare, senza alcuna possibilità di conservazione o di rimpinguamento concreto delle falde. L'acqua, bene prezioso e sempre più raro. Basti pensare che la carenza idrica colpisce più di 4 miliardi di persone in tutto il mondo. E' si giusto impegnarsi ad educare la collettività sul "risparmio idrico", in special modo nei luoghi dove il consumo di acqua è nettamente superiore al fabbisogno effettivamente richiesto, ma altresì non ci si può più permettere di sprecarla.

Occorre quindi l'impegno da parte di tutti gli enti che si occupano di idrogeologia, a trovare il giusto compromesso tra salvaguardia dei territori e conservazione delle acque. Il tutto è possibile, ma solamente iniziando a lavorare davvero sul concetto di esondazioni controllate e di federalismo fluviale. Se ogni territorio riuscisse a trattenere il proprio "oro trasparente", non si vivrebbe più di emergenza e di paura delle alluvioni e nemmeno di siccità.

Il coordinamento del gruppo
AMO - COLORNO

Alluvione nella Bassa bolognese, il Canale Emiliano Romagnolo mitiga l'ondata di piena portando via l'acqua dalle aree colpite

BOLOGNA - 3 Febbraio 2019 – Un summit immediato tra i sindaci delle aree colpite nella Bassa bolognese ed il centro tecnico-operativo del Canale Emiliano Romagnolo ha consentito, nel giro di 24 ore, di individuare una soluzione idraulica in grado di poter contribuire in modo decisivo all'allontanamento dei flussi fuoriusciti dal Reno.

L'azione fondamentale che si è prospettata - per mitigare gli effetti nefasti dell'esondazione - è stata quella di convogliare rapidamente l'abbondante quantità di risorsa idrica (limacciosa e carica di detriti) che sopraggiungeva da monte verso la rete artificiale. In questo modo Castel d'Argile, Mascarino Venezzano e ampie aree limitrofe di San Pietro in Casale, San Donino e altri centri della Bassa bolognese - colpiti dall'alluvione – hanno visto diminuire corposamente i livelli usciti dal corso naturale del Reno proprio grazie all'azione degli impianti del Canale Emiliano Romagnolo.

Da 20 ore infatti , in modo ininterrotto, unitamente all'essenziale attività della Bonifica Renana, il CER sta contribuendo in modo assai rilevante ad allontanare le acque che hanno messo in ginocchio la comunità insediata nell'area.

Il presidente Massimiliano Pederzoli , il Direttore Generale Mannini e il Direttore tecnico Menetti, insieme alle maestranze dello staff tecnico del CER, (una ventina tra ingegneri, tecnici specializzati e operai) hanno da subito attivato gli impianti idrovori-irrigui del canale Pieve di Cento e Crevenzosa, pompando in media, ma con picchi spesso ancora più elevati, ben 20 metri cubi di acqua al secondo da oltre un giorno e in modo costante.

"L'azione idraulica – ha assicurato il presidente Massimiliano Pederzoli - consente al Canale Emiliano Romagnolo di contribuire all'attività di messa in sicurezza idraulica del territorio volta a far defluire, in modo progressivo, i flussi fuoriusciti dall'alveo del Reno. Il CER, nato essenzialmente per l'irrigazione, in questi frangenti di emergenza grave si dimostra sempre più fondamentale anche per assicurare un miglioramento di un contesto tutt'altro che roseo per le persone e le aree colpite. Continueremo nella nostra attività fino alla normalizzazione".